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Autore: Sunny    09/09/2003    3 recensioni
A grande richiesta, ecco ripubblicata la mia primissima e unica fanfic sulla coppia Harry/Hermione. Io avrei voluto cambiarla un po', ma poi ho cambiato idea...dopo tutto se è piaciuta tanto e poi la cambio non piace più, no? ^^
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mio pensiero felice

…ovviamente Harry Potter e tutto lo staff appartengono alla Rowling!…

 

                                               FIGHTING DARKNESS

 

IL MIO PENSIERO FELICE

 

Ron fissò infuriato Harry. “Stai dicendo che sono quasi tre mesi che Hermione sta male e tu lo sapevi e non hai fatto niente?!?”

 

Harry si alzò, essendo alla stessa altezza di Ron, altrettanto arrabbiato. “Non stava male, ogni tanto aveva uno strano dolore ma diceva che era solo un problema di nervi per via dei suoi genitori!!”

 

“Volete calmarvi tutti e due o devo farvi uscire? Nel caso ve lo foste dimenticato, questa è un’infermeria.” la voce ferma e calma di Silente fece sì che i due ragazzi si calmassero davvero e tornassero a sedersi. “Harry, non è colpa tua. Questo è un incantesimo di alta magia nera, in pochi riescono a riconoscerlo.”

 

“In che consiste? Cioè, cosa le ha fatto?” incalzò Ron.

 

Silente sospirò. “Quando Hermione sente dolore, lui le entra nella testa, le crea il vuoto attorno e cerca di portarla nella sua dimensione di tenebre.” I due ragazzi avevano un’espressione di pura angoscia mista a rabbia e voglia di vendetta. “E’ stata davvero molto forte a resistere a un attacco così violento, è per questo che ora è sfinita.” Il vecchio preside sollevò la mano dalla fronte di Hermione. “E’ meglio lasciarla riposare.”

 

“Professore…come…possiamo aiutarla?”

 

“Harry, non è così semplice. Per risolvere il problema definitivamente dovremmo eliminare chi le ha fatto questo incantesimo. E visto che con molta probabilità si tratta di Voldemort, le cose potrebbero andare per le lunghe. Ma nel frattempo possiamo correre a dei ripari.”

 

“Del tipo?”

 

“Devi insegnare a questa signorina come creare un Patronus. Questo l’aiuterà a tenere alla larga Voldemort. E poi devi cercare di essere sempre presente in momenti come questo, per parlarle,trattenerla, strapparla alle tenebre.” concluse Silente.

 

“Lo farò.” Harry strinse i pugni. “Ma se per salvarla devo uccidere Voldemort, lo farò anche a costo della vita.”

 

“Aspettate un minuto” s’intromise Ron. “Hermione non h mai detto di essere stata attaccata da Tu-Sai-Chi.” Harry e Silente lo fissarono, confusi. “Ma certo, non ti ricordi? Gliel’abbiamo chiesto, e lei ha detto che era stato un mangiamorte incappucciato a uccidere i suoi genitori!”

 

“Un mangiamorte incappucciato?” ripetè Silente.

 

“Mi dia una lista dei mangiamorte in circolazione.” esclamò Harry, con un impulso omicida negli occhi.

 

“Calmati Harry, non possiamo agire così sconsideratamente. Capisco cosa provi, ma non devi temere per la vita di Hermione, i metodi che ti ho suggerito la terranno fuori dai guai. Nel frattempo noi studieremo la cosa attentamente, ma con calma e razionalizzando qualunque decisione, perché stiamo parlando di Voldemort, e non è un gioco; senza contare che la mancanza di prudenza potrebbe costare caro alla vostra amica prima che a chiunque altro.”

 

“Va bene.” mormorò poco convinto Harry.

 

“Perfetto. Adesso andiamo, la signorina Granger ha bisogno di riposo.” Silente si diresse verso la porta; Ron tirò un sospirone e lo seguì. Harry si chinò per dare un piccolo bacio sulla fronte di Hermione, poi li raggiunse e uscì.

 

************

 

Quando Hermione riaprì gli occhi ci mise un momento a mettere a fuoco le immagini, ma riconobbe subito la sagoma accanto a sé: Harry le stava seduto accanto, tenendole la mano.

 

“Ehi” sorrise lui, scostandole una ciocca di capelli dalla fronte. “Buongiorno, dormigliona.” le sussurrò amorevolmente. Hermione sulle prime sorrise, poi sul suo viso comparve un’ondata di panico e immediatamente si raddrizzò nel letto, gettando le braccia al collo di Harry.

 

“Harry, aiutami!! Ho visto Voldemort!! Vuole che vada con lui!! Dice che devo andare per forza!!” strillò, terrorizzata. Harry la strinse fra le braccia, e con una mano prese ad accarezzarle i capelli.

 

“Ssh, è tutto a posto ora.” la rassicurò. “Sei stata bravissima, l’hai respinto, ma ti è costato parecchio e hai passato la notte in infermeria. Ron, Padma e Ginny sono stati qui fino a qualche minuto fa. Ci hai fatti preoccupare tutti, sai?”

 

“E’ stato terribile.” aggiunse lei in un soffio, nascondendo la testa nel collo di lui. “Era tutto completamente buio, e c’era la sua voce metallica…e ripeteva sempre la stessa cosa…devi venire, non hai scampo…lui non potrà salvarti…oddio Harry, ero così sola e infreddolita…”

 

Harry la strinse ancora di più fra le sue braccia, mentre la sentiva tremare per i singhiozzi. Sapeva bene quanto spaventoso potesse essere affrontare Voldemort direttamente, e lei lo aveva fatto per la prima volta da sola. “Può aver detto tutte le stupidaggini del mondo, ma hai vinto tu. L’hai cacciato, Hermione. E ora ti insegnerò come fare ogni volta che tornerà.”

 

Anche Hermione strinse le braccia attorno al collo di Harry. “Ah, e c’è un’altra cosa.” aggiunse lui. “Finchè io sarò vivo tu non sarai mai sola.”

 

“Lo so.” sussurrò lei in risposta, rilassandosi in quell’abbraccio che la faceva sentire davvero al sicuro.

 

************

 

Silente spiegò a Harry e Hermione che il modo migliore per fronteggiare il problema era quello di allenare Hermione a cacciare un dissennatore creando un patronus, e questo sarebbe stato compito di Harry, cui Silente avrebbe ‘prestato’ un dissennatore per un’ora al giorno per almeno una settimana o due.

 

Dal canto suo Harry, in quanto capitano di Grifondoro, continuava gli allenamenti di quidditch ogni pomeriggio. Ron, Seamus e Dean erano i cercatori, Bob e Roger i battitori; le ragazze avevano il permesso di assistere agli allenamenti, anche perché buona parte di loro –e soprattutto Hermione- pensava a svolgere l’assegno anche per i ragazzi.

 

***

 

Hermione alzò un po’ lo sguardo dal libro di Pozioni. Era un bellissimo pomeriggio di sole, e stava seduta sull’erba del bordocampo di quidditch, ma i ragazzi non erano ancora arrivati, e il bello dello stare lì da sola era di potersi togliere il mantello nero dell’uniforme scolastica e rimanere in jeans e maglione di lana.

 

Ma…di chi è questo piede?

 

“Guarda un po’ chi abbiamo qui, la bella mezzosangue che aspetta il suo fidanzato, l’eroe dei boccini d’oro.”

 

Lei riconobbe subito quella voce e s’incupì. “Che diavolo vuoi stavolta, Malfoy?”

 

“Come siamo imbronciate. Che è successo, Potter ha tentato di saltarti addosso e ha fatto cilecca?”

 

Gli occhi color cioccolato di Hermione, furiosi, incontrarono quelli color ghiaccio fieri e sicuri di Draco Malfoy. “Ti diverte così tanto offendere Harry? Oh, strano, dovrebbe mortificarti notare quanto ti è superiore.”

 

“Siamo sulla difensiva, eh Granger?” Malfoy ghignò sensualmente. Era ritenuto uno dei ragazzi più sexy di tutta Hogwarts e questo lo faceva sentire molto pieno di sé. Hermione si alzò in piedi seccata. “Che fai, te ne vai già?”

 

“Non mi piacciono i seccatori.”

 

“Oh, andiamo, allora perché te ne stai sempre con Potter e Weasley?”

 

“Draco Malfoy, non so perché tu creda il contrario, ma sei così viscido che rischio di ungermi vicino a te. Perciò preferisco andarmene.”

 

“Caratterino peperino, non staresti male tra i Serpeverde. E poi…” e qui il tono del ragazzo si fece suadente. “…quella lingua potresti usarla in un modo ben più gradevole con me.”

 

“Per esempio? Sono un po’ troppo grande per farti le boccacce, non credi?” Hermione aveva capito benissimo le intenzioni di Draco.

 

“Sarà, ma non sei più nemmeno tanto piccola per usufruire di un mio atto di bontà…” e con questo Malfoy motivò lo sguardo di pura lussuria con cui stava squadrando a vista Hermione, dalle spalle ai piedi. Lei arretrò di qualche passo, disgustata e infuriata allo stesso tempo. Lui si inumidì le labbra con la lingua e fece un passo avanti verso di lei.

 

“C’è qualcosa che non va qui?”

 

Hermione tirò un sospiro di sollievo. Harry e Ron –tenendo il bauletto delle palle di quidditch- li raggiunsero in pochi passi. Malfoy non sembrò sconvolgersi più di tanto alla vista di Harry che si avvicinava a Hermione, mentre Ron, appoggiando le mani sui fianchi, lo guardava come se stesse per sbranarlo.

 

“Beh, che diavolo ci fai tu qui?”

 

“Stavo giusto proponendo alla tua ragazza una notte bollente in mia compagnia. Bisognerà pure che qualcuno le mostri cos’è il sesso, è uno spreco lasciare una così ancora vergine alla sua età.” Malfoy rise.

 

Hermione fece del suo meglio per arpionare il braccio di Harry prima che potesse balzargli praticamente addosso. Ron fece un passo avanti, furioso, ma non osò oltre: Harry aveva più diritto di lui a spaccargli il muso.

 

“La mia vita sessuale non è affar tuo, Malfoy!!” strillò paonazza Hermione.

 

Harry e Malfoy si fissavano a denti stretti. “Perché non lo fai, Potter, lo so che muori dalla voglia di darmi un pugno. Avanti, fallo. Non c’è nessuno che ti possa fermare.” lo sfidò Draco.

 

“Harry, lascialo perdere! Non vorrai cacciarti in qualche guaio per colpa sua, vero? Lo sai che non ne vale la pena, no?” la tensione si tagliava col coltello.

 

“Facciamo così” lo stuzzicò oltre Malfoy. “Ce la giochiamo da veri uomini. E chi resta in piedi se la spassa con lei per tutta la notte.” concluse con aria di sfida, senza interrompere il contatto visivo con Harry.

 

“Che cosa?!?” strillò Hermione, disgustata.

 

Harry fece un passo avanti, minaccioso. “Toccala con un dito e ti pianto su una sedia a rotelle a vita!!” ringhiò. “Hermione è mia, tu non devi nemmeno guardarla!!”

 

Hermione si sentì gelare il sangue nelle vene. Quasi senza pensare, s’intromise bruscamente fra i due ragazzi –entrambi ovviamente più alti e robusti di lei- e si voltò verso Harry, paonazza e furiosa. “Come ti permetti?! Una cosa del genere me la aspetto da Malfoy, non da te!!” gridò.

 

“Ma sei impazzita?!” Harry spalancò gli occhi.

 

“Come osi trattarmi come un oggetto?! Io sono una persona e non appartengo a nessuno, chiaro?!!” continuò a strillare lei.

 

“Ma come puoi essere così ottusa?!” le rispose confuso Harry, alzando la voce.

 

“Qui l’unico ottuso sei tu!!” Hermione si guardò bene dal lasciar intravedere le lacrime che stavano per uscirle dagli occhi, girò sui tacchi e corse via. Ron scosse la testa, Harry serrò i pugni.

 

“Eh no, stavolta non te la cavi così!” disse, e prese a correrle dietro. Malfoy li guardò e si lasciò scappare una risatina crudele, mentre si allontanava. Ron gli diresse un’occhiata di puro odio, poi cercò con lo sguardo i suoi migliori amici, che però sembravano lontani.

 

************

 

Harry afferrò Hermione per un braccio e finalmente riuscì a fermarla. Ansimavano tutti e due per la gran corsa.

 

“Si può sapere che ti ha preso?!” le chiese lui, infuriato.

 

“E me lo chiedi anche?! Mi tratti come un oggetto e poi ti meravigli se ti mando a quel paese?” strillò lei. Ora le lacrime erano molto vicine.

 

“Io ancora non riesco a capire che male ho fatto! E’ poi così grave che un ragazzo parli della sua ragazza come di una cosa propria?” ribbattè furioso lui.

 

“Appunto, vedi? Tutti, incluso te, mi vedete come la ragazza di Harry Potter e basta!”

 

“Ma questo è ridicolo!” Harry sembrava cadere dalle nuvole. “Io non ho mai detto né pensato una cosa del genere, che oltretutto non è neanche vera!”

 

“Ma lo dai a vedere perfettamente, perché altrimenti Malfoy sarebbe improvvisamente intenzionato a portarmi a letto? Per fare un dispetto a te, non perché si attraente io!” nel momento stesso in cui le parole le uscirono dalla bocca le fece male comprenderne il significato. Le prime lacrime fecero capolino sulle sue guance.

 

Harry, a bocca aperta, scosse la testa. “Come puoi dire una sciocchezza simile? Hermione, tu non sei attraente? Dico, sei pazza?”

 

“Lo sai anche tu che ho ragione.” lei cercò di autocontrollarsi. “E’ difficle essere vista per quello che sei quando sei la ragazza del mago che ha combattuto contro Voldemort.” stavolta le parole non erano sparate fuori dalla rabbia, ma dalla tristezza.

 

 Harry si passò nervosamente una mano tra i capelli. “Tu hai frainteso tutto. Prima di tutto, io ti stimo moltissimo, sei una strega in gamba, forse la migliore che sia in circolazione, e questo lo sanno tutti. Secondo: Malfoy è un verme schifoso, è chiaro che tutto quanto possa fare per farmi incazzare lo fa, incluso dare fastidio alla persona a cui tengo più al mondo.”

 

Hermione alzò lo sguardo, insicura.

 

“E terzo” continuò Harry. “non voglio mai più sentirti dire una stronzata come quella di prima. Hermione, tu sei bellissima e oltretutto sei incredibilmente sexy, voglio dire, certe volte io mi sento delle fitte allo stomaco quando sei fra le mie braccia o quando ti bacio, e non sarei un maschio se non desiderassi di…” a questo punto dovette distogliere lo sguardo da lei, mentre le orecchie gli si coloravano di rosso. “Io non mi sognerei mai e poi mai di soffocare la tua personalità, e nemmeno potrei se anche volessi, solo che al pensiero che quello schifoso ti mettesse le mani addosso, quando io non proverei mai a forzarti se non sei pronta, ecco…io…io…”

 

Gli occhi smeraldo di Harry incontrarono quelli cioccolato di Hermione: uno sguardo intenso, profondo, sconvolgente…finchè lui non eliminò in pochi passi la distanza tra loro e la baciò.

 

Era il bacio più profondo, passionale e famelico che Harry le avesse mai dato. Hermione quasi non riusciva a trovare la forza di rispondere al bacio, dal momento che la bocca di lui, che incalzava pressantemente sulle sue labbra, e la sua lingua affamata nella sua bocca la facevano a stento respirare. Fu grata al braccio che lui le aveva fatto scivolare attorno ai fianchi che la reggeva in piedi, mentre la mano che le aveva tuffato tra i capelli le faceva letteralmente sentire le farfalle nello stomaco. Eh si, ora il suo punto era molto chiaro.

 

Un’eternità dopo, Harry fu costretto a terminare il bacio per riprendere fiato (dannate esigenze umane!) e la lasciò andare riluttante. Hermione ci mise qualche secondo ad aprire gli occhi e realizzare di essere ancora sulla terra. Lui, vedendola in quello stato, sorrise teneramente.

 

“Ehm…scusa.” si limitò a dire.

 

“Di che cosa?” Harry la guardò negli occhi: sembrava tranquilla, rasserenata, e lo confermò sorridendo. Anche lui sorrise.

 

“Dove…cosa stavamo dicendo?”

 

“Non me lo ricordo più.” sussurrò lei, prima di sollevarsi sulle punte, prendendergli il viso tra le mani e baciarlo, mentre lui la stringeva di nuovo fra le sue braccia forti.

 

************

 

“Visto? Lo sapevo che avrebbero fatto pace in cinque minuti.” esclamò soddisfatto Seamus, mentre Dean lo scansava dalla visuale, già difficile in un cespuglio.

 

“Wow, sei forte capitano!” ridacchiò Dean.

 

“Ok, avanti, basta fare i guardoni!” tagliò corto Ron, mentre trascinava per i colletti i suoi amici verso il campo di quidditch.

 

“Guarda che razza di ipocrita! Ti ricordo che l’idea di spiarli è stata tua!”

 

“Si, Seamus, ma io volevo solo essere sicuro che facessero pace, non volevo certo assistere al seguito!”

 

“Peccato, era la parte più divertente.” aggiunse deluso Dean.

 

“Pervertiti.” concluse Ron, scuotendo la testa.

 

************

 

Il dissennatore stava chiuso nell’armadio dell’ufficio di Silente, mentre Harry e Hermione stavano in piedi, al centro della stanza, senza bacchette. Silente aveva dato il permesso a entrambi di esercitarsi a respingere Voldemort; Harry posò sulla scrivania un sacchetto pieno zeppo di tavolette di cioccolato.

 

“E quello che significa?” disse Hermione sorridendo. “Vuoi vedermi diventare come Milllicent Bullstrode?”

 

“Vuol dire che dovrai imparare in fretta, così non ti ingozzerai di cioccolato.” sorrise lui.

 

“E va bene, vediamo un po’.”

 

“Allora, per prima cosa voglio che ti rilassi. Sgombra la mente, non pensare a niente, tantomeno a quell’affare là dentro. Chiudi gli occhi.”

 

“Niente bacchetta?”

 

“Non serve, il tuo sarà un patronus mentale, cioè si materializzerà solo nella dimensione in cui compare Voldemort, quindi…”

 

“Cavolo, Harry, questa è magia nera avanzata.”

 

Harry annuì, amaro. “Già.”

 

Hermione annuì dolcemente, cercando di rimetterlo a suo agio. “Ok, allora. Io sono pronta.”

 

“Ok. Chiudi gli occhi, mente sgombra.” Hermione gli obbedì. “Adesso faccio uscire il dissennatore, potresti vedere qualcosa di molto brutto. Non avere paura, è passato e non tornerà.” Harry sapeva bene cosa diceva. Ricordava esattamente le sue prime lezioni con Lupin, quando aveva imparato a difendersi dai dissennatori. “Ricordati quello che ti ho detto.”

 

Detto questo, Harry aprì l’armadio. Hermione sentì un freddo percorrerle le ossa e insinuarsi nel cervello e nel cuore.

 

“HERMIONE, DEVI FUGGIRE!! PER ME E MAMMA NON C’E’ PIU’ NULLA DA FARE, MA TU PUOI FARCELA!!”

 

…papà…

 

“NON VOLTARTI INDIETRO, CORRI!!!”

 

…mamma, papà…no, perché…

 

Hermione si sentì scuotere violentemente e aprì gli occhi a fatica. Davanti a lei c’era Harry, che la stava tenendo tra le braccia con una espressione visibilmente preoccupata. Davanti a loro c’era una sagoma trasparente che assomigliava molto a Harry. Hermione capì che doveva essere James Potter, il patronus di Harry, invocato evidentemente da lui per fermare il dissennatore.

 

“Come va?” chiese lui, preoccupato.

 

Hermione comprese di stare piangendo.

 

“Ho visto…ho visto…”

 

“Si, lo so.” disse lui, abbracciandola. “Lo so cosa hai visto.”

 

“E’ orribile.”

 

“Vuoi fermarti per oggi? Possiamo continuare domani.”

 

“No, assolutamente.” tagliò corto lei. “Non ho intenzione di mollare così presto.”

 

Lui le sorrise con ammirazione e le porse un pezzo di cioccolato. “Allora sentimi bene. Ora sai come ci si sente a contatto con un dissennatore; adesso devi provare a respingerlo. Devi contrapporgli un pensiero felice, una cosa che ti fa provare una sensazione piacevole, allegra.”

 

“Va bene, ci provo.”

 

“Ok. Niente paura, ricordati che è già tutto passato e non ritornerà.” Harry la fece rialzare e le strinse la mano ancora una volta prima di liberare nuovamente il dissennatore.

 

“MAMMA!!! PAPA’!!!”

 

“CORRI, HERMIONE!!! SCAPPA, NON TI VOLTARE!!!”

 

…no, papà…mamma…

 

“NON FARGLI DEL MALE!!! TI PREGO, LASCIALI ANDARE!!!”

 

…non c’è più nulla che io possa fare?…è davvero…solo un brutto ricordo?…passato?

 

“AAAHHH!!!”

 

“MAMMA!!!”

 

…non può ritornare…è solo un brutto ricordo passato…Harry…

 

“NOOOO!!!!!”

 

“PAPAAA’!!!!”

 

…no, no…qualcuno mi aiuti…qualcuno deve aiutarmi, per favore…

 

“BASTAAA!!!”

 

…basta…Harry….HARRY!!…

 

Hermione stavolta nell’aprire gli occhi notò la soddisfazione dipinta sul volto di Harry.

 

“Hermione! Ci sei riuscita, lo sai? Ce l’hai quasi fatta!” esclamò. “Tieni, prendi subito del cioccolato.”

 

Questa volta la fatica doveva essere stata superiore, perché lei ci mise un attimo prima di realizzare cosa era successo.

 

“Quando il dissennatore ti si è avvicinato ha fatto tre passi indietro. Per essere solo il secondo tentativo sei stata a dir poco fantastica.” commentò esaltato Harry. Hermione gli sorrise.

 

“Sono pronta, richiamalo.” disse lei, buttando giù l’ultimo pezzo di cioccolato.

 

“Va bene, ma solo un altro tentativo. Poi devi riposarti.”

 

James Potter scomparve per la terza volta.

 

“HERMIONE, SALVATI!!! CORRI, NON FERMARTI!!!”

 

…papà…

 

“AAAHHH!!!”

 

…no, mamma…

 

“QUALCUNO MI AIUTI, PRESTO!!! VI PREGO, AIUTATEMI!!!”

 

…appartiene al mio passato…non può succedere un’altra volta…

 

“FERMATI, PICCOLA SCHIFOSA MEZZOSANGUE!!!”

 

…Harry…aiutami, ti prego…

 

“FINCHE’ IO SARO’ VIVO, TU NON SARAI MAI SOLA.”

 

…Harry…sei tu…sei qui…

 

“AVADA KEDAVRA!!”

 

…no…non può ricapitare…Harry, tu sei qui…sei qui per me…

 

“IL FATTO E’ CHE SONO INNAMORATO DI TE. ANZI, PER DIRLA TUTTA SONO PROPRIO COTTO DI TE, HERMIONE.”

 

…Harry…allora se tu sei davvero qui con me…io non sono sola…

 

…non sono sola…

 

…non devo avere paura se tu sei qui con me…

 

…e tu ci sei…

 

“Hermione, ce l’hai fatta!!”

 

Anche questa volta Hermione si risvegliò tra le braccia di Harry.

 

“Il dissennatore non è scomparso, ma ha fatto un volo contro il muro e non si è mosso! Sei stata fantastica!”

 

Harry porse a Hermione l’ennesimo pezzo di cioccolato, poi fece cenno al suo patronus di scacciare definitivamente il dissennatore. “Eccezionale, e solo al terzo tentativo!”

 

“Sei stato un buon maestro.” gli sorrise stanca lei.

 

“Sei riuscita a immaginare un pensiero che ti portasse allegria?”

 

“L’ho solo sentito…non sono riuscita a vederlo…”

 

“E’ chiaro, sei solo all’inizio, di questo passo arriverai a creare un tuo proprio patronus in un paio di giorni.” fece contento Harry.

 

“Basta che smetti di riempirmi di cioccolato.”

 

Harry rise, poi si fece serio. “Hermione…posso chiederti, ehm…qual’era il tuo pensiero felice?”

 

Hermione gli sorrise, e gli accarezzò una guancia. “Tu.”

 

Harry non riuscì a dire nulla, solo la fissò negli occhi per qualche secondo, prima di chinarsi su di lei e baciarla.

                                               ************************************

 

 

 

Siete ancora con me? Che ne pensate? Per chi sta disperatamente aspettando l’avventura, ci sarà…ma prima è necessario ancora qualche particolare da rifinire…per esempio, c’è qualcosa che Harry vorrebbe dire a Hermione e che non si è ancora fatto uscire?

La prossima volta: “A come Amore”.

 

  
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