Anime & Manga > Kuroko no Basket
Segui la storia  |       
Autore: Red Saintia    19/12/2021    4 recensioni
La passione per uno sport può unire, dividere, spronare a migliorarsi e aprire nuove strade.
Alcune scelte portano ad allontanarsi mettendo in discussione sé stessi e ciò che si prova. Tra presente e passato ancora una volta luce e ombra si rincorrono per ritrovarsi sulla stessa strada.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Daiki Aomine, Taiga Kagami, Tetsuya Kuroko
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

                                                                      https://i.postimg.cc/4x5NFnhw/Riko-Hyuga-Izuki.jpg



La partita d'apertura del Seirin fu un successo. L'assenza di Kagami non aveva influito eccessivamente sull'assetto della squadra. Riko aveva saputo riorganizzare tutti al meglio e tranne qualche piccola pecca in difesa andarono alla grande. Il centrocampo gestito da Izuki tenne tutto sotto controllo e i tiri da tre punti di Hyuga, grazie ai passaggi precisi e potenti di Kuroko, andarono tutti a segno. Nulla da fare per il liceo Seiho che dovette dichiararsi sconfitto.

Il morale era alle stelle, sebbene la strada fosse tutta in salita, tanto che Riko concesse loro una serata libera per distrarsi e divertirsi un po'.

"Kuroko sei stato grande oggi, hai spiazzato tutti, nessuno è riuscito a prevedere i tuoi passaggi." Furihata era entusiasta così come gli altri della squadra, inizialmente preoccupati dalla prestazione di Tetsuya dovettero ricredersi rimanendo sbalorditi dalla sua grinta.

"Grazie, ma ho solo fatto ciò che dovevo per la squadra. Era mio dovere." sorrise appena, era felice della vittoria e della prestazione di tutti loro. Si sentiva leggero, come se tutte le preoccupazioni fossero sparite dalla sua mente.

Eppure bastò un attimo perché la realtà di ciò che stava accadendo gli ripiombasse addosso.

"Ragazzi c'è Kagami a telefono vuole salutarvi e farci i complimenti." Hyuga suscitò subito l'entusiasmo generale con quella notizia e i ragazzi si precipitarono su di lui per salutare a turno Taiga. L'unico che rimase al suo posto fu Tetsuya, cosa che non passò inosservata a Riko.

"Ehi Kuroko, tu non vai a salutare Kagami?" era una domanda come un'altra, semplice e disinteressata. Ma quelle parole lo fecero sentire dannatamente in colpa, impedendogli di compiere anche il più piccolo gesto.

"Preferisco che siano i ragazzi a parlarci, io... avrò tempo, magari più tardi." rispose, cercando di mostrarsi tranquillo e disinvolto cosa che non convinse totalmente l'allenatrice. Restarono insieme fino a sera, scherzando, mangiando di tutto e discutendo sulle partite successive.

"Ragazzi adesso basta fare baldoria. Andate a casa, fatevi una bella doccia rilassante e pensate al prossimo incontro. Il nostro obbiettivo non è cambiato ed è tutt'altro che raggiunto. Dobbiamo puntare alla qualificazione."

"Agli ordini coach!"

La stanchezza cominciò ad avere la meglio e lentamente ognuno di loro si diresse verso casa. Solo quando rimase finalmente da solo Kuroko prese il cellulare dalla tasca accorgendosi che aveva ricevuto un messaggio da Taiga.

Sei stato strepitoso oggi, non sembravi neanche tu, mi hai sorpreso. Fammi sapere quando torni a casa così ci sentiamo.

In effetti non sembrava davvero lui, ma un'altra persona...

Una persona che aveva dimenticato chi lo aveva aiutato ad accrescere le sue capacità. Che si era persa tra i ricordi del passato, quando invece credeva di averli accantonati. Quel passato aveva un volto, un nome, un carisma che lo avevano sempre attratto. Era stato il suo mondo, il suo idolo, il talento innato con il quale avrebbe voluto crescere e che invece lo aveva lasciato indietro. Aomine era diventato, quasi senza accorgersene, la sua ancora di salvezza dall'assenza di Kagami e questo lo aveva destabilizzato non poco.

Guardò di nuovo lo schermo del cellulare e il messaggio che lui gli aveva inviato.

"Avrei voluto che ci fossi stato tu oggi su quegli spalti." invece la presenza costante che aveva avvertito era stata quella di Daiki. Lo vedeva alzarsi e seguire ogni azione. Lo sguardo che saettava ansioso mentre cercava di intuire ogni passaggio e la possibile reazione di Tetsuya. Mai come in quei momenti lo aveva sentito vicino, e quella vicinanza lo aveva reso forte. Adesso però non voleva più pensarci, Taiga lo stava aspettando. Gli aveva detto che avrebbero festeggiato la vittoria insieme e lui non voleva venir meno a quella promessa.

Camminò a passo spedito verso casa e prima di imboccare il viale d'ingresso lo vide.

Era poggiato ad un albero sul bordo della strada con le braccia incrociate e lo sguardo basso. Sembrava assorto nei suoi pensieri mentre lui si avvicinava lentamente senza togliergli gli occhi di dosso. Lui che era sembra all'erta e pronto a scattare gli sembrò incredibilmente fragile in quel momento. Tanto da riuscire a leggergli dentro il suo stesso turbamento.

"Aomine kun..." lo chiamò, e lui quasi perse l'equilibrio sentendo la sua voce.

"Cavoli Tetsu, quando perderai l'abitudine di piombare così davanti alle persone? Ci rimarrò secco uno di questi giorni."

"Scusami non volevo."

Infilò le mani nelle tasche e lo raggiunse.

"Lascia perdere. Piuttosto... complimenti per oggi, gran bella partita."

"Grazie."

Erano arrivati a questo? Dopo mille passi avanti fatti dovevano nascondersi dietro discorsi di circostanza? No, non poteva accettarlo.

"Aomine kun, voglio essere chiaro con te. Credo che arrivati a questo punto è meglio parlarsi apertamente. Io non penso che..."

"Oh Tetsu perché..." lo interruppe stoppandogli le parole prima che potesse continuare.

"Perché cosa?"

"Perché devi sempre trovare una spiegazione o un motivo per qualsiasi cosa succeda nella tua vita. Accettala e basta."

"Scusami? Dovrei accettare quello che è successo tra noi senza chiedere spiegazioni?"

"E che cosa è successo Tetsu? Eh?"

"Sai bene quello che è successo. Il bacio che mi hai dato."

"Ah... giusto, perché io ti ho baciato, ma tu non hai ricambiato, vero?" Tetsuya si sentì nuovamente preso in contropiede.

"Questo non significa niente."

"Invece significa molto, anzi significa che non ti sono indifferente. Che c'è ancora qualcosa tra noi, qualcosa che avrebbe potuto esserci già tempo fa ma io... io..."

In quel momento Tetsuya lo vide, il dolore e il rimpianto nei suoi occhi, che divennero lucidi e velati di malinconia. "Aomine ti assicuro che per me sei una persona importante, molto importante. Ma adesso..."

"No ti prego, non rifilarmi le solite cazzate tirando in mezzo il tuo rapporto con quell'idiota."

"Non chiamarlo così!"

"Invece è esattamente ciò che penso, è un'idiota! Avanti Tetsu sii onesto, lui è a chilometri di distanza, si sta costruendo una carriera internazionale. Quanto pensi gli ci vorrà per scordarsi di te, e delle promesse che vi siete fatti?"

"No, Taiga non lo farà." lo disse con tutta la convinzione possibile.

"E' quello che tu vuoi credere, ma la realtà è ben diversa lo sai."

"Non ti permetterò di farmi questo Daiki, tu non puoi..."

"Io non posso cosa?" lo afferrò per il polso avvicinandolo di più a se. "Guardami negli occhi e prova a negare quello che ti ho detto. Dimmi che non ci hai mai pensato anche tu almeno una volta, all'eventualità che lui non torni più qui in Giappone?"

Non rispose, non potè, perché mentire era qualcosa estraneo alla sua natura, e con Daiki pur volendo non avrebbe mai potuto. "Lasciami andare Aomine kun." non voleva ascoltare altro, perché Aomine se voleva sapeva fin troppo bene come ferirlo con le parole.

"Dimmi che ho sbagliato tutto, che non ho capito niente di quello che stava accadendo tra noi e ti lascerò andare."

"Io non ti devo spiegazioni."

"Sì invece! Volevi darmele stasera appena ci siamo incontrati no? Ti sto ascoltando, dammele adesso."

"Non in questo modo." abbassò lo sguardo mentre il cellulare nella sua tasca cominciò a squillare in modo insistente.

"E' questo il solo modo che conosco." gli rispose

"Devo andarmene adesso si è fatto tardi." una seconda chiamata partì di nuovo.

"Smettila di scappare e affronta ciò che provi dannazione!" lo afferrò per il colletto della divisa sollevandolo appena. Kuroko afferrò la sua mano con l'intento di liberarsi ma quando si toccarono tutto si spense, di nuovo. Disse a sé stesso che voleva zittirlo, che il suo intento era solo quello. Ma era l'ennesima bugia della quale voleva convincersi.

Tetsuya si sollevò sulle punte azzerando la distanza tra loro, sorprendendo Aomine per quell'iniziativa. Ancora una volta avvertì il calore delle sue labbra ma stavolta le sue braccia si strinsero attorno al suo collo facendo aderire maggiormente i loro corpi. Daiki gli sfiorò la bocca con le dita prima di ricambiarlo nuovamente, con più urgenza come se volesse recuperare in quell'attimo tutto il tempo sprecato in quegli anni. Si perse... nel guardare il suo viso così dannatamente innocente, affondando le mani tra i suoi capelli, giocando avidamente con la sua lingua inesperta ma desiderosa di continuare a scoprirlo.

Tetsuya si ritrovò trascinato nell'ombra di quel muro che costeggiava il viale. Poteva percepire ogni singolo muscolo del suo corpo flettersi su di lui. Così come l'eccitazione che quel bacio gli stava provocando.

"Aomine kun fermati ti prego..."

"Perché dovrei? Non sono stato io a cominciare?" gli sussurrò all'orecchio mentre una delle mani si insinuava sotto la sua divisa.

"Io... non credo di averne la forza."

"Beh, se è per questo nemmeno io." e non lo avrebbe fatto, se non fosse stato costretto.

Aveva un dannato bisogno di lui, lo aveva sempre avuto. Gli sguardi che Kuroko regalava a Kagami ogni singolo gesto tra loro lui voleva rivendicarlo per sé. Perché il presente di Tetsuya non avrebbe mai potuto competere con il loro passato.

La suoneria del cellulare di Kuroko partì per l'ennesima volta avvisandolo di una chiamata in arrivo. Con non poca difficoltà riuscì ad estrarlo dalla tasca mentre Daiki gli sfiorava il collo con la lingua lasciandogli una scia di piccoli morsi ovunque. 
Tetsuya riuscì ad intravedere il nome della persona che lo stava cercando prima che la linea cadesse per la quinta volta. Era Taiga. E tanto bastò perché tutto il calore provato in quegli istanti sparisse dal suo corpo.

"Cosa c'è Tetsu?" chiese, ma non fu necessario che lui rispondesse. Daiki capì subito chi era che lo stava chiamandolo con tanta insistenza.

"Io... devo proprio andare, davvero."

Lo sguardo di Aomine divenne glaciale. "Lo capisco. Ma voglio che tu sappia che tutto questo per me non è un gioco e credo non lo sia neppure per te."

"Infatti non lo è."

"Ti ho perso già una volta Tetsu, non lascerò che accada di nuovo. E se dovrò affrontare Kagami, lo sai, la cosa non mi spaventa."

"Non voglio che accada niente tra voi, non me lo perdonerei mai." ed era sincero, almeno in quello.

"Allora la scelta è tua Tetsuya, credo lo sia sempre stata. E dopo stasera forse... capirai di poter avere altre strade da percorrere nella tua vita."

Kuroko si concesse di guardarlo di nuovo, dopo aver interrotto quel bacio che sembrava infinito. Aomine gli si avvicinò spostandogli i capelli e baciandolo sulla fronte.

"Buonanotte Tetsu, sii fiero di te, oggi in campo sei stato grande."

Kuroko non aggiunse altro, lo vide allontanarsi nel buio e dovette attingere a tutto il suo autocontrollo per non corrergli dietro e non lasciarlo più andare.

 

Doveva essere un momento speciale, un momento da condividere seppur a distanza. Si aspettava di vederlo sorridere, con gli occhi brillanti dall'emozione, entusiasta di raccontargli tutto di quel primo incontro. Quando però Kuroko tornò a casa accendendo il pc è facendo partire la chiamata ciò che vide Taiga fu tutt'altro.

"Ehi... ma che fine avevi fatto? Eri ancora per strada a quest'ora?" Tetsuya non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi. Anche attraverso uno schermo temeva che lui potesse accorgersi di qualcosa di strano, di diverso. "Kuroko stai bene? Hai una faccia strana non sembri neanche tu?" lo seppe quasi con assoluta certezza, perché se c'era una cosa che aveva sempre funzionato tra loro era la capacità di capirsi attraverso gli occhi. Lo stava perdendo. O forse, senza accorgersene, era già avvenuto. Lentamente sotto i suoi occhi che invece avevano sempre cercato di non vedere quella dolorosa realtà.

"Scusami tanto Kagami kun, avevo la vibrazione al cellulare e non ho sentito le chiamate." mentì, e si sentì uno schifo nel farlo.

"Ok va bene. Immagino che tu sia stanco ma volevo comunque dirti che sei andato alla grande oggi."

"Grazie." il tenue sorriso di Taiga si spense definitivamente contro l'atteggiamento scostante di Tetsuya.

"Anche la Too ha vinto, ho visto circa mezz'ora della loro partita. Penso avrai avuto modo d'incontrarti con Aomine nelle pause tra gli incontri?" lo aveva di nuovo tirato in mezzo deliberatamente. Il suo intento era chiaro, smuovere le acque per vedere la sua reazione. E ciò che vide non gli piacque affatto. Kuroko si strinse le braccia intorno al corpo mentre distoglieva di continuo lo sguardo.

"Sì ci siamo incontrati... " ammise, perché mentirgli avrebbe fatto ancora più male "... lui ha assistito alla partita e poi..." cosa avrebbe dovuto aggiungere? Raccontargli dell'episodio negli spogliatoi, o che c'era mancato poco si saltassero addosso proprio sotto casa sua? 
Taiga era rimasto in silenzio, aspettando che lui continuasse a parlare, incapace di pensare e di respirare nel frattempo "... mi ha fatto i complimenti per l'incontro, abbiamo scambiato quattro chiacchiere e ci siamo salutati." sperò almeno che la sua espressione non lo tradisse. Ma quando finalmente decise di incrociare i suoi occhi con quelli di Kagami capì di non esserci riuscito.

"Capisco..." rispose, non sapendo cos'altro aggiungere. Kagami non era uno stupido, né uno che non vedeva oltre le apparenze.

Anche prima di partire per l'America si era accorto del cambiamento di Aomine nei confronti di Kuroko. Di come cercasse una qualsiasi scusa per passare del tempo con lui. Degli sguardi e del suo volto che cambiava totalmente espressione quando incrociava lo sguardo di Tetsuya. E allora seppe... di non essersi sbagliato, già allora.

Aomine Daiki stava cercando di riprendersi quell'ombra così importante che un tempo gli era appartenuta.

"E a te come andata la giornata Kagami kun?" doveva cercare di sviare il discorso, concentrarsi su qualcos'altro, qualcosa che non riguardasse lui.

"Come al solito direi, tra studio e allenamenti." l'espressione di Tetsuya si spense all'improvviso. Era calato un gelo palpabile tra loro. Mai come il quel momento avvertirono una distanza incolmabile.

"Gli allenamenti saranno sfiancanti immagino?"

"Già... ma a quanto pare tu sembri molto più giù di tono di me. Dovresti andare a riposare Kuroko. Domani hai il secondo incontro non scordarlo."

"Sì lo so, adesso faccio una doccia e vado a stendermi."

"Ok..."

"Allora ci sentiamo domani dopo la partita?"

"Certo"

"Allora buonanotte Kagami kun."

"Kuroko, solo un'ultima cosa. Devo ammetterlo... gli allenamenti extra con Aomine ti sono serviti. Sei cambiato, ed è piuttosto evidente, non solo nel modo di giocare, purtroppo..." abbassò lo sguardo nello stesso momento in cui Tetsuya credette di sprofondare sotto il peso del suo senso di colpa.

"Kagami kun io..." lo schermo divenne scuro, la chiamata era stata interrotta. Quella sera non ci sarebbe stata nessuna buonanotte né a Tokyo, né dall'altra parte dell'oceano.

 

                                                                                                                       *****


La seconda giornata delle gare eliminatorie vide scendere in campo le squadre del Kaijo di Kise Ryota e lo Shutoku di Shintaro Midorima. Le due stelle emergenti diedero il meglio di sé portando alla vittoria le rispettive squadre, rispettando così i pronostici dell'apertura.

"Ehi... Shin chan non credi di aver esagerato oggi? I nostri avversari erano terrorizzati dalla tua presenza."

"Così dev'essere Takao. È giusto mettere subito in chiaro chi è il più forte in campo."

"Sapevo che l'avresti detto."

Midorima osservò il compagno di squadra con aria indifferente sistemandosi gli occhiali. Non era un tipo molto loquace ma era un buon osservatore, maniaco dell'ordine e dell'avere tutto sotto controllo. Non si sorprese neppure quando vide tra la folla, accorsa per assistere alle partite, una persona che di regola non seguiva gli incontri degli avversari perché non lo riteneva necessario. Midorima si fermò ad un passo dagli spogliatoi.

"Takao, tu va con gli altri io vi raggiungo dopo." gli disse

"Ok... come vuoi Shin chan." poi lo vide allontanarsi dal resto della squadra e seguire un ragazzo che riconobbe subito poiché già una volta erano stati sconfitti dalla sua squadra.

"Come stai Shintaro, ti trovo bene?"

"In effetti sono in perfetta forma. Trovo bene anche te... Akashi." il ragazzo gli sorrise e Midorima osservandolo ebbe la conferma che Akashi Seijuro aveva trovato la serenità e l'equilibrio con sé stesso che da tempo cercava.

"C'è parecchio movimento, ci sono molte partite in programma oggi?"

"Questa mattina altre due credo. E nel pomeriggio comincerà il secondo turno per le squadre che hanno già giocato."

"Capisco. Quindi scenderanno in campo anche i giocatori del Seirin?"

"Suppongo di sì, ma non ne sono sicuro. Perché me lo chiedi? Che hai in mente Akashi?"

Midorima non era il tipo da porre troppe domande così come Akashi non chiedeva mai più del dovuto se non aveva i suoi buoni motivi. Si conoscevano bene l'un l'altro e si erano sempre rispettati a vicenda.

"Non essere sospettoso Shintaro, ero solo curioso di vedere come si sarebbe comportato in campo Tetsuya senza il suo compagno a sostenerlo."

"Ho visto la loro prima partita e devo dire che è stato piuttosto bravo."

Akashi sorrise, e Midorima capì che sapeva più di ciò che stava chiedendo. "Non avevo dubbi..." aggiunse.

"Che intendi, spiegati?"

"Tu sai che Daiki gli è stato molto vicino in questo ultimo periodo. Credo che la sua presenza gli abbia giovato, anzi... ha fatto bene a entrambi." le sue parole diedero la conferma a Shintaro che lui alludesse a qualcosa in particolare.

"Tu come fai a sapere queste cose Akashi?" lo sguardo che ricevette in risposta gli lasciò intendere che la sua fosse una domanda al quanto banale.

"Dimentichi forse che sono stato il vostro capitano alla Teiko? Nessuno vi conosce meglio di me, e nessuno è in grado di osservare le cose come riesco a fare io." Midorima sapeva che era la verità. Tra tutti loro Akashi era lo stratega, colui che osservava l'insieme delle situazioni e delle squadre in campo sviluppando la migliore strategia possibile. Era un acuto osservatore, e sicuramente le sue parole lasciavano intendere molto di più di quello che dicevano. "Daiki sta cercando di riprendersi ciò che tempo fa ha lasciato andare. Ma non sarà così facile. Le cose preziose una volta perse difficilmente tornano indietro."

"Stai forse parlando di..."

"Discutiamone in un'altra sede, ti va? È da tanto che non facciamo una partita a shoji e non vedo l'ora di stracciarti di nuovo." era una chiara provocazione che punse subito la suscettibilità di Midorima.

"Cosa ti fa credere che perderò?" gli rispose, mentre Akashi si stava già allontanando per lasciare l'edificio.

"Lo so e basta, e sai che io non sbaglio mai. Chiamami prima di tornare a casa. Ci conto..."

Shintaro si sistemò nuovamente gli occhiali e raggiunse i compagni di squadra. Più tardi lo avrebbe senz'altro raggiunto e non solo perché Seijuro diventava più loquace giocando a shoji ma anche, e soprattutto, per godere della sua compagnia.






Quanto si può fingere di non vedere il cambiamento di una persona? Forse per un po', se non altro per quieto vivere, ma alla fine ciò che diventa palese non si può ignorare. Daiki ribadisce le sue intenzioni e Tetsuya non sembra essergli più così indifferente, in tutto ciò rimane il fatto che con Taiga c'era stato un tacito scambio di promesse. A volte le fragilità di una persona portano ad avere dubbi e a commettere imprudenze.
Intanto c'è chi osserva da lontano, perchè in Kuroko no Basket tutti i personaggi in un modo o nell'altro vengono coinvolti nelle rispettive vicende. Intanto oggi vi faccio conoscere la coach Riko Aida, il capitano Hyuga Junpei e il playmaker Izuki Shun detto "eagle eye"
Il capitolo è un po' più breve del solito, ma era l'unico punto possibile in cui fermarmi per non creare confusione. Grazie ancora per l'apprezzamento dimostrato, ci risentiamo dopo Natale. Auguri a tutti!

 

 

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Kuroko no Basket / Vai alla pagina dell'autore: Red Saintia