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Autore: Melchan    19/12/2021    4 recensioni
[OMEGAVERSE, AU STORICA, no quirk] [BakuDeku]
"Non pensi che quando Bakugou si risposerà il fortunato consorte ti vedrà come fumo negli occhi, con quello sguardo da cerbiatto sperduto e il legame d'infanzia che dividete? Sarai allontanato nel giro di una settimana, non prenderti in giro da solo. E quei ragazzini resteranno soli.”
[...]
Izuku voltò gli occhi stanchi verso l’ingresso della biblioteca, e lì trovò il padrone di tutto ciò che lo circondava. Il suo odore di legna arsa e falò autunnali avvolgeva già la stanza. Tutti gli alfa avevano un odore forte e dominante, ma quello di Kacchan era sempre stato più penetrante della media, denso e crepitante come fiamme capaci di incendiare un universo intero.
Solo un'altra omegaverse, e un altro mondo con un Deku e un Bakugou incapaci di stare lontani.
Genere: Omegaverse, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: All Might, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Ochako Uraraka, Tsuyu Asui
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Quando starò davvero male, chiederò il tuo aiuto.
Mi salverai di nuovo?”
“Non fare domande di cui sai già la risposta.”


(Romantic Joutou, Moriyo)
 

Caro Kacchan,
so che è una decisione improvvisa, ma penso davvero che la cosa migliore sia che io mi allontani. Tu meriti di essere libero, e non di restare accanto a me solo perché pensi sia la cosa migliore per i bambini (non avrei dovuto ascoltare la tua conversazione con Sae-san, ti chiedo scusa, però in questo modo ho potuto capire come stanno realmente le cose e agire di conseguenza). Avrei voluto salutarti come si deve, ma avrebbe reso soltanto tutto più difficile. Prometto che tra qualche anno - quando spero che avrai un consorte adeguato e per cui nutri sentimenti profondi - tornerò comunque a salutare i bambini. Ti prego, dì loro che li amo con tutto il mio cuore e che se non fosse stata la cosa giusta da fare non me ne sarei mai e poi mai andato.
Desidero davvero che tu viva una vita piena e soddisfacente, accanto a una persona fortunata che ami davvero, e che non è solo una compagnia rassicurante. Fallo per me.

Con tutto il mio affetto,
tuo
Deku

Bakugou accartocciò la lettera in una mano. Sentiva un misto di rabbia e panico incendiargli la testa.
Non solo era tornato a casa in tempo per scoprire che i suoi due cuccioli erano spariti nel nulla e tutto il personale della villa stava impazzendo per capire quando diavolo fosse successo… adesso anche questo. Deku se n’era andato dopo aver ascoltato quella stupidissima conversazione con la semina-zizzania che al momento vagava per casa biascicando “poveri bambini” con aria preoccupata, nonostante il suo odore fosse tutt’altro che pregno di agitazione.
A questo punto non serviva un genio per capire che cosa fosse successo ai cuccioli, e come mai fossero scomparsi. Dovevano essere andati a cercare l’omega (il suo omega, ringhiava l’alfa dentro di lui), ma vai a sapere muovendosi verso quale direzione, sia loro che Deku! Doveva subito iniziare a…

“Padron Bakugou… penso di doverle dire una cosa.”

Bakugou si voltò verso la voce angosciata di Uraraka, e gli bastò guardarla negli occhi per capire che non avrebbe apprezzato ciò che aveva da dire. “Hai notizie sui cuccioli?”
“No… ma vista la loro scomparsa, penso di doverla mettere al corrente di ciò che so. Io… potrei avere un’idea di dove si trova Izuku. E credo che i bambini lo stiano cercando.”
L’alfa si lanciò verso di lei con uno scatto ferino, stringendole le spalle tra le mani e trapassandola con lo sguardo furente.
“TU SAI DOVE DIAVOLO È ANDATO E NON HAI FATTO NULLA?!” “NON POTEVO!” ribatté lei “Glielo avevo promesso… ma i bambini devono essere usciti a cercarlo, e a questo punto non possiamo rischiare che…”
“PARLA! Dove si trova?!”
La ragazza fece un sospiro profondo, poi lo fissò dritto negli occhi di bragia.
“Nel quartiere a luci rosse in paese.”
 
*

Izuku si asciugò gli occhi con le maniche del chimono, cercando di non farsi notare. Era colpa sua se Yuki aveva rischiato la vita, non voleva che l’attenzione di nessuno si concentrasse su di lui, anche se non poteva far nulla per l’odore di omega triste e preoccupato che stava rilasciando.

La signora Shuzenji intanto finì di sistemare le coperte di Kagome, che giaceva addormentata nel piccolo futon vicino a quello del fratello più piccolo. La piccola stanza dove riposavano non era particolarmente calda ma tutti gli omega della locanda avevano cercato più coperte possibili per coprire i bambini, che dopo essere stati guariti e rifocillati erano crollati come pere cotte.
“Smetti di angosciarti così, ragazzo. Il bambino è fuori pericolo e la ragazzina è solo stanca per la giornataccia.”
Izuku si vide passare per un momento davanti agli occhi l’incubo a cui aveva assistito poco prima: Yuki che tossiva sangue, Kagome terrorizzata… se non ci fosse stata la signora Shuzenji… scosse la testa per scacciare quei pensieri.
“Non potrò mai ringraziarla abbastanza per ciò che ha fatto, signora” disse invece guardando la guaritrice “Ha salvato la vita di Yuki, le sarò debitore per tutta la vita.”
Fece seguire alle sue parole l’inchino più profondo di cui fosse capace, ma l’anziana donna agitò una mano per dirgli di rialzarsi.

“Basta con questi discorsi, ho solo fatto ciò che andava fatto. E almeno abbiamo scoperto che il mio rimedio riesce a calmare la tosse cronica di quel bambino, così d’ora in avanti tutti potrete stare più sereni. Basta che non ne abusi e andrà tutto bene.”
Izuku respirò profondamente e si tirò su, guardando con gli occhi ancora arrossati Yuki che dormiva pacifico sotto le coltri del futon.
“Sì, su questo ha ragione, almeno adesso conosciamo un rimedio che può aiutarlo veramente. La prego signora Shuzenji, domani stesso parli con Padron Bakugou e gli spieghi tutto al riguardo. È un alfa buono e giusto, la ricompenserà con abbondanza per…”
“Dovresti essere tu a spiegargli ciò che è accaduto” lo interruppe lei “E quanto all’abbondanza, mi basta che in cambio della ricetta per la cura e di una fornitura a vita da parte mia per il bambino, dia una mano agli omega di questo posto. La padrona non fa mancare il necessario a nessuno e tiene lontani i clienti indesiderati, ma la maggior parte delle persone che lavorano qui non lo fanno certo per scelta, sono costrette dalle circostanze.”
Izuku abbassò il capo, comprendendo bene quanta verità fosse presente nelle parole della donna. “Non ho dubbi che la ascolterà, signora. Ma a meno che per sdebitarmi non mi chieda di restare qui, partirò domani all’alba.”
“Mmmh…” borbottò la donna guardandolo con attenzione “E se ti chiedessi proprio di restare, cosa faresti? Pensi che riusciresti a continuare a nasconderti da quel Padron Bakugou che stimi tanto?”

Izuku sentì il cuore fermarsi un momento al pensiero di ritrovarsi a vivere lì, fisicamente vicino ma in ogni altro senso lontanissimo da Bakugou… si morse il labbro inferiore. “Io… be’, non potrei certo rifiutare. Ma temo che ci sarebbe… del movimento intorno alla locanda, se dovesse venir fuori che mi trovo qui. Intendiamoci, non cambierebbe nulla, resterei qui a dispetto di tutto… ma sono certo che la mia permanenza porterebbe del caos.” “Be’, un po’ di caos movimenta la vita! E poi…”

Le parole della signora Shuzenji furono interrotte da una confusione superiore a quella portata dall’arrivo dei bambini.

“Si parlava di caos” rise tra sé la donna anziana, come se avesse idea di cosa si trattasse, ma Izuku invece cominciò ad andare nel panico.

Le omega e i pochissimi omega maschi presenti nella casa cominciarono a scalpitare, e anche la padrona, la signora Nemuri, accorse dalla sua camera, il kimono da notte stretto intorno ai fianchi procaci.

“E be’? Che succede ancora?” la sentirono chiedere mentre volava fuori.
“Padrona, non ci crederà, ma sembra che…”
“Signora è assurdo, ma è arrivato…”
Il nome che seguì le voci che si accavallavano l’una sull’altra fece vorticare il sangue nelle orecchie di Izuku.

Scattò in direzione della porta come se ne andasse della sua vita, e quando uscì all’aperto, mentre l’aria fredda della notte lo avvolgeva si trovò davanti la versione di Bakugou più selvaggia che avesse mai visto: sporco di terriccio per la corsa a cavallo, ansante per la foga più del bellissimo animale al suo fianco e con gli occhi rossi che sembravano quelli di un folle.
“STO CERCANDO UN OMEGA MASCHIO E DUE BAMBINI PICCOLI, LI AVETE -” stava gridando, ma prima ancora di posare gli occhi su Izuku dovette sentire il suo odore, perché si voltò con uno scatto ferino.

“Kacchan, i cuccioli sono dentro! Vieni, posso - ”
Prima che finisse la frase però Bakugou fu letteralmente a un palmo di naso da lui. L’alfa lo strinse e premette con foga il volto contro il suo collo, aspirando il suo odore e mischiandolo al proprio*.
“Che diavolo ti è saltato in testa?!” ringhiò senza smettere, ma Izuku dovette ingoiare un po’ di saliva prima di riuscire a rispondere. Il suo stupido istinto omega gli stava urlando nelle orecchie di stringersi a Kacchan e ricambiare il gesto, premendo il naso circondato da lentiggini contro il suo collo possente, ma riuscì a trattenersi e, diventando sempre più consapevole ogni secondo che passava della folla intorno a loro che li osservava con aria curiosa e divertita, cercò di spostarsi. Inutilmente.

“Mi hai fatto prendere un colpo!” sbraitò l’alfa girando il volto per guardarlo negli occhi, ma continuando a tenersi vicinissimo Izuku.
“Non - non era mia intenzione, volevo solo fare la cosa giusta, ma i bambini a quanto pare sono usciti a cercarmi ed è successo questo disastro! Ora sono dentro che riposano, c’è anche una buona notizia riguardante Yuki, se mi lasci possiamo…”

Bakugou sbuffò. “Puoi scordartelo, che ti lasci, dopo l’idiozia che hai combinato!” sbottò, e poi, come uno stupidissimo alfa delle caverne, alzò Izuku alla stregua di un sacco di patate semivuoto e se lo issò su una delle sue spalle, la mano con cui lo teneva appena appena sotto il livello della decenza.

“KACCHAN, SEI IMPAZZITO?! METTIMI GIÙ!” gridò Izuku bruciando di vergogna mentre gli omega intorno a lui cominciavano a ridere, Nemuri più forte di tutti.
Bakugou li ignorò ed entrò nella piccola locanda, senza nemmeno chiedere indicazioni su dove si trovassero i bambini ma seguendo semplicemente il loro odore fino alla cameretta dove erano stati sistemati.

I piccoli erano così stanchi che nonostante il trambusto non si erano svegliati, e continuavano a dormire serenamente nei loro letti.
Bakugou tirò un sospiro di sollievo e mise giù Izuku. L’omega avvertì il cambio nel suo odore, la pace che lo stava investendo dopo aver ritrovato i bambini, e si sentì più in colpa che mai.
“Kacchan, mi dispiace così tanto. Non avrei mai pensato che provassero a seguirmi.” “L’unico che poteva non prenderlo in considerazioni eri tu. Sia io che il resto della servitù abbiamo pensato subito a questo” replicò l’alfa in tono severo.
Izuku chinò la testa, abbattuto.
“Sapevo che non l’avrebbero presa bene, ma salutarli sarebbe stato talmente straziante… avrei voluto che glielo annunciassi tu, aggiungendo che sarei tornato apposta per vederli dopo un po’ di tempo.”
“E ovviamente prima di fare questi piani non ti è passato nemmeno per l’anticamera del cervello di avvertirmi e parlarne con me.” ribatté l’altro sempre con il solito tono, durissimo.
“Sapevo che non saresti stato d’accordo, Kacchan.”
“Ovvio che non lo sarei stato! Ma ne riparleremo a casa, adesso prenderò in prestito la carrozza più vicina e torneremo tutti indietro.”
“Kacchan, io non posso tornare! Ho i miei motivi per aver fatto quello che ho fatto.”
“Motivi estremamente stupidi, stando a ciò che hai scritto in quella lettera, quindi la ignorerò e basta.” “Ah… quindi l’hai letta…” borbottò Izuku sentendo il volto scaldarsi.
“Sì, ho letto quel delirio appena arrivato. Adesso resta a controllare i bambini, io vado a cercare la carrozza.” “Kacchan, aspetta! Devo dirti una cosa importante riguardo a Yuki…”
“Me la dirai a casa. Questo posto è più freddo della loro camera,  non ci sono abituati, rischiano di ammalarsi se dovesse peggiorare.”
Con quelle parole, Bakugou si voltò e uscì prima che Izuku potesse ribattere alcunché. L’omega guardò le spalle larghe dell’uomo tornare nel corridoio illuminato dalle lampade, e sospirò tra sé volgendo lo sguardo sui cuccioli addormentati.
Avrebbe dovuto seguire Bakugou di nuovo alla villa, lo sapeva. E una volta lì, dopo avergli spiegato del rimedio della signora Shuzenji, gli avrebbe chiarito una volta per tutte perché doveva andarsene.
 
_______


NdA:
*quest’ultima sarebbe la pratica dello “scenting”, molto presente e popolare nelle fanfiction omegaverse, e avviene quando qualcuno sparge il suo odore su qualcun altro (suona molto “animalesca” come cosa, lo so, ma nel suo contesto vi assicuro che ha senso e soprattutto a conti fatti gli omegaverse presentano proprio esseri umani più “legati”, se così si può dire, al mondo animalesco, non pensate?). Non ho trovato un termine equivalente ma con questa scena spero sia passato lo stesso significato ^^

Note:
Dai, mi sono fatta perdonare per il capitoletto breve dell’altra volta? Spero di sì, almeno per gli standard della fic!
Questo è ufficialmente il penultimo capitolo, il prossimo sarà quello definitivo! *groppetto in gola in arrivo* Non posso assicurare che arriverà tra pochissimo perché ci tengo a scriverlo con calma e chiudendo come si deve la storia, ma una volta pronto spero tanto che lo apprezzerete! :3
Per ora ditemi un po’ cosa ne pensate di questa penultima parte e dei nostri combinaguai, i cuccioli hanno riposato tutto il tempo (non per niente si sono presi un grande spavento e hanno faticato un bel po’, se ne riparlerà con calma nel prossimo capitolo) ma almeno i due testoni intanto sono riusciti a parlare un minimo e a Izuku toccherà tornare a casa, per ora…
Nel caso il capitolo finale non sia pronto prima del 24/25 vi faccio già i miei auguri, spero saranno giorni pieni di gioia e cose belle! :*

Spero tanto di sentirvi nei commenti e farci due chiacchiere anche lì (rispondo sempre!),
un abbraccione,
Mel
  
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