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Autore: hermy09    20/12/2021    0 recensioni
"Chloe io non so molto della vita, so solo che mi ritrovo a quasi 15 anni a sapere moltissime cose sulla morte, e alcune di quelle che bastano per sopravvivere. So che dovevo morire insieme a mia madre e a mia sorella, eppure sono qui e loro no, e spesso penso che non dovrebbe essere così. Una cosa però mi sento di potertela dire. La vita che hai protegila finché puoi, anche se non ti interessa. Se non per te stessa fallo almeno per chi ti vuole bene".
Crono è stato sconfitto e per il campo è l'inizio di un cambiamento. Molti semidei stanno arrivando e gli altri ragazzi del campo dovranno rapportarsi per la prima volta con i figli degli dei minori. Proprio tra loro Nico, costretto dal padre a tornare al campo, potrebbe trovare qualcuno per cui restare.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Connor Stoll, Nico di Angelo, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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(CHLOE)

Da quando Nico se ne era andato Chloe non aveva fatto molto al campo. Non che le due cose fossero collegate... è solo che aveva da fare. Riprese a studiare. Quando era bambina pensava di aver davvero letto di tutto, ma non aveva ancora fatto i conti con la biblioteca della cabina di Atena. Spesso il pomeriggio chiedeva permesso, di solito a Malcom, e si perdeva in un argomento nuovo. Era un modo per non dare nell'occhio. Per quanto le cose andassero bene non riusciva a togliersi di dosso la sensazione che qualcosa di terribile fosse dietro l'angolo. Parlava poco con gli altri, cercava di non stringere legami con nessuno. Stava al campo come un fantasma. Lei vedeva tutti ma fingeva che gli altri non potessero vederla. Jack e Cara non erano così, si erano integrati perfettamente, e Chloe non aveva il cuore di dirgli di non farlo. Si meritavano una casa. Clovis dormiva parecchio. Dava la colpa alla sua origine divina, ma Chloe sospettava ci fosse di più. Aveva fatto ricerche proprio in biblioteca, e un così grande "bisogno di dormire" era tra i sontimi del disturbo da stress post traumatico.  Avrebbe dovuto chiedere l'aiuto di un adulto in tal caso, ma cosa avrebbe spiegato senza farli scoprire?
Nico qualche volta era tornato, apparizioni di neanche mezza giornata in cui Chloe non andava mai a cercarlo e se lui chiedeva di lei, non lo sapeva.
Passarono i mesi, e arrivò Dicembre. Una mattina mentre si dirigeva a fare colazione con le sue sorelle capirono dalla quantità di persone in piedi che qualcosa non andasse.

(CONNOR)
"Lei non capisce signor D".
Chirone e gli altri capigruppo avevano provato a calmarla ma Annabeth era sull'orlo di una crisi.
Aveva i capelli sciolti e in disordine. Sudava e dalla voce sembrava che la gola le graffiasse.
"Ho cercato dappertutto. Abbiamo chiesto ai fauni, alle driade, alle ninfe. Non è da nessuna parte".
"Annabeth" aveva riprovato Chirone. "Cerca di calmarti è ancora presto".
"NO!" gli occhi di Annabeth erano lucidi.
"La Domenica prima di fare colazione Percy va in spiaggia a fare una passeggiata. Se non lo facesse un giorno me lo direbbe, così non andrei a cercarlo lì. Quindi non uscirebbe mai dal campo senza dirmelo."
Chirone voleva dire qualcosa ma Annabeth non glielo permise.
"Non mi prenda in giro. Percy potrebbe essere in pericolo. C'è qualcosa che non va".
Malcom, suo fratello venne in suo soccorso.
"È vero, per esempio perché il signor D non è ancora tornato?".
Connor pensò che non quello c'entrasse nulla ma dalla faccia che fece Chirone si capì che Malcom era stato un buon osservatore.
"Ne so quanto voi. Posso solo rassicurarvi che è per il meglio. In quanto a Percy".
Chirone mise le mani sulle spalle si una Annabeth sempre più disperata.
"Dico di stare calmi perché farci prendere dal panico non ci aiuterà, ma non sottovalutato la cosa. Lo cercheremo finché non lo troveremo stai tranquilla".
Connor aveva visto Annabeth piangere solo poche volte. La scena gli ricordò il funerale per Percy quando tutti lo davano per morto durante l'impresa del labirinto. Non lo rincuorò.

"Ma perché proprio ora?". Disse Nico esasperato
"Già, per questo ti ho chiamato". Rispose Connor.
Connor aveva deciso di chiamare il figlio di Ade per messaggio Iride.
"Persino io capisco che qualcosa non quadra. Che succede in questo periodo, tu dove sei?".
"Sono a L.A" rispose Nico.
"Sei sempre a L.A, cosa c'è a Los Angeles?" chiese Connor.
Nico sospirò. "Mio padre".
Connor si stupì della risposta così facile.
"Intendi gli inferi?" chiese per sicurezza.
Nico annuì.
"Oh... Ha senso!" rispose.
"Comunque. Potresti avvicinare al campo o no?". chiese Connor
"Ho altre alternative? Odio essere in debito, ma lo devo a Percy".

Incredibilmente Nico venne davvero al campo, Connor lo vide arrivare mentre stava seduto con Chloe sugli scalini del portico della casa grande. Stava per salutarlo ma Chirone lo precedette.

"Nico! Che bello vederti, arrivi in un momento infelice ma in cui sei necessario".

"Ciao Chirono, so già qualcosa" accennò col capo verso Connor. Connor si alzò in piedi, accanto a lui Chloe era rimasta seduta come pietrificata. Anche Nico la guardava come se d'improvviso ci fosse solo lei. 

"Sei giusto in tempo per la riunione" disse Connor all'amico.

Si rivolse poi a Chloe "Andresti a chiamare Clovis? Forse dorme". 

"Certo" disse Chloe, probabilmente contenta di avere un motivo per uscire di scena. A Connor sembrò di vederla scambiare uno sguardo rapidissimo con Nico mentre lo superava per andare verso le cabine.

La riunione fu carica di tensione, non si respirava un'aria così dalla guerra contro i titani. Sul tavolo da ping-pong al posto delle solite patatine c'era una mappa di Long Island e dintorni. Si divisero il territorio fino ai confini di New York in gruppetti. Avevano convinto Annabeth a farla recare di persona solo in alcuni luoghi solo perchè così avrebbero velocizzato i tempi. L'unica che provava a trasmettere positività era Katie Gardner, ma con scarsi risultati. Erano tutti troppo empatici nei confronti della povera Annabeth. Nico non disse nulla di speciale oltre al fatto che avrebbe cercato di coprire un territorio più ampio possibile grazie al viaggio d'ombra. Qualcuno parlò di mettersi in contatto con le cacciatrici.

Uscirono dalla Casa Grande con un pizzico di determinazione in più. 

Connor cercò di raggiungere Nico prima che si dileguasse sparendo al suo solito. "Ti serve aiuto per fare lo zaino?". Nico non rispose, che nel suo linguaggio significava "Sì anche se non mi va molto".

"Non avrai freddo?" chiese Connor a Nico. Erano nella Cabina 13.

"Ho il giubbotto da aviatore". Rispose Nico. Chiuse la zip dello zaino. Connor sperò che l'ambrosia bastasse per tutti i viaggi d'ombra che aveva fatto. Gli aveva anche fatto fare da Katie un panino per cenare. Sperò lo avrebbe mangiato.

"È strano, mi sembra di essere tornati a qualche anno fa, era quasi natale anche quella volta".

"Quale volta?" chiese Nico. Erano fuori dalla cabina  e guardavano come si fosse ingrigito il cielo.

"Quando sei sparito tu".

"Non è mica la stessa cosa" Nico si sistemò lo zaino sulle spalle e chiuse il giubbotto. "E poi io ero scappato".

"Vedi che anche allora c'erano un sacco di persone preoccupate, la prima notte ti andammo a cercare con le torce". disse Connor rievocando quel ricordo. 

"Un po' inefficace con uno che viaggia nelle ombre". disse Nico facendo un sorrisetto.

Era impossibile. 

"Beh, vedi di tornare da solo stavolta, è una faticaccia correrti sempre dietro". disse Connor.

Avvicino il pugno chiuso verso il figlio di Ade che sembrò un po' perplesso. 

"Ma dai non ti ricordi? La sera prima ci avevamo messo due ore a impararla". Disse Connor. Prese la mano di Nico, la chiuse a pugno e ci fece sbattere contro il suo, e poi la riaprì. 

Nico realizzò di ricordarselo. Presi dalla noia una delle sere che era stato al campo quando Nico era piccolo, si erano inventati questo saluto. Era un po' infantile, ma era uno dei pochi ricordi che avevano insieme prima che si rovinasse tutto, e Nico diventasse irriconoscibile. 

Finirono di fare le mosse un po' impacciatamente e Connor si allontanò.

 (NICO)

Nico aspettò finchè non fu più capace di vedere la schiena di Connor e poi si preparò a viaggiare nell'ombra. 

"Resterei a guardare come fai, ma purtroppo devo parlarti".

Si girò e trovò Chloe dietro di se.

Nico cominciava a capire perché le persone si impressionassero se appariva dal nulla.

"Quindi hai deciso di andar via da solo, non in gruppo con gli altri?" gli chiese Chloe.
Quella ragazza non si smentiva mai, sempre schietta e diretta.
"Ciao anche a te. Sì, credo di poter sapere dove si trovi Percy, e come ti avevo già raccontato, non è l'unica cosa che devo controllare". Rispose Nico.
"Quanto tempo ci metterai?". Chiese lei.
"Chi può dirlo... Qualunque risposta che potrei darti non sarebbe giusta".
"Sai almeno dove andrai di preciso?". Insistette lei
"Ancora una volta, non lo so. Devo nel frattempo anche controllare la situazione nel regno di mio padre".
"E se ti perdi?". Chloe aveva le sopracciglia aggrottate.
"Che vuol dire, come posso perdermi a casa mia?".
"Gli inferi non hanno veri e propri confini no? Si potrebbe cercare all'infinito volendo".
E sapeva sempre un sacco di cose, che fastidio.
"Chloe, so usare il viaggio d'ombra in ogni caso".
Chloe se possibile si imbronciò ancora di più.
"Non ti convince vero?".
Chloe scosse la testa.
"Beh non posso mica tirarmi indietro ti pare? Solo io posso andare laggiù".
Chloe puntò gli occhi in alto, come faceva spesso quando rifletteva.
"Allora, io avrei una idea... Non ti impressionare però". Gli disse Chloe.
"Cosa Chloe, vorresti farmi un maleficio per non farmi andare via?". Chiese Nico scherzando.
Chloe non si curò di smentire la sua idea o riderci su.
Okay forse Nico ora era un po' spaventato.
"No. Avvicinati".
Nico non era certo se muoversi o meno.
Chloe gli fece un cenno col capo e spalancò gli occhi come a dire "Muoviti dai!".
Nico fece un passo avanti.
Ritrovandosi faccia a faccia con Chloe perse tutto lo spirito di prima. Con molta cautela, come se potesse scottarsi, Chloe poggiò l'indice sulla fronte di Nico, e cominciò a mormorare qualcosa in latino di cui Nico captò solo locus. Normalmente Nico si sarebbe spostato, e una parte molto razionale del suo cervello gli diceva di farlo, ma c'era anche qualcos'altro che lo tratteneva dal ritrarsi. Si sentiva appiccicato al pavimento tanto quanto erano fissi gli occhi di Chloe sulla sua fronte.
Senza aspettare un secondo di più Chloe ritrasse la mano.
"Fatto".
"Aspetta... Fatto cosa??". Nico riuscì a smettere di fare l'imbambolato.
"Non agitarti. Era un incantesimo di localizzazione".
"Mi hai davvero fatto una fattura?".
"Ma che fattura, è un incantesimo basilare. Adesso se servirà potrò sapere dove ti trovi".
"Servirà a cosa?".
Chloe lo scrutò. "Pensi che se ti perdi non verremmo a cercarti? Connor mi torturerebbe per far si che lo scopra con la magia, sto prevenendo".
Nico ci pensò un attimo.
"Va bene, ma devi promettermi una cosa". Disse.
"Non si fanno le promesse". Rispose Chloe, ma Nico le mise una mano sulla spalla.
"Dico sul serio. Controlla dove vado, ma non parlarne con nessuno. Sparatutto su certi posti... Strani, in cui potresti vedere che vado".
Chloe sembrò spaventarsi un po'.
"Nico che stai dicendo...".
"Ci sono delle cose che devono restare segrete. Non te ne parlerei se non sapessi che capirai".
Chloe probabilmente non aveva tutto chiaro ma annuì.
"Ti dirò tutto quando sarò tornato se avrai qualche domanda". Disse Nico.
"... E conoscendoti, ne avrai". Nico voleva farla sorridere ma Chloe mise il broncio in modo buffo e finì per ridere lui.
Gli dispiaceva mantenere il mistero, ma sarebbe passato al Campo Giove di nuovo, e suo padre gli aveva imposto di non parlarne con nessuno.
"Okay, ma mandami un segno di tanto in tanto se puoi. Se vedo che resti nello stesso posto per troppo tempo senza dirmi nulla lo prenderò come segno che qualcosa non va".
Nico annuì. Ma poi gli venne spontaneo farle una domanda.
"Ma a proposito, come funziona questo incantesimo?".
"Ci sono cose che devono restare segrete!". Gli fece il verso lei.
"E dai!". Si lamentò Nico.
"Non ti è di alcuna utilità saperlo. Posso dirti però che funziona come il cellulare dei mortali, dentro hanno un... credo si chiami gps. Ulisse lo aveva inventato in passato, l'astrolabio, ma prima ancora c'erano solo questo tipo di incantesimi. Sono obsoleti ma non più invasivi di un microchip".
Nico si domando come entrassero così tante informazioni in quella testolina.
"Si è fatto tardi, dovresti andare no?".
"Ehm, Sì".
Nico si mise in un punto non illuminato della luna.
"Allora ciao". Chloe lo salutò piano con la mano.
Nico fece altrettanto e sperò che Chloe l'avesse visto in tempo prima che lui svanisse nell'ombra.

Sempre in ritardo ma sono super soddisfatta del capitolo. Davvero non sapevo come svilupparlo. Le richieste di continuare la storia mi hanno motivata almeno, siete dolcissimi <3

Riassunto:

-Missing moments tra lo scontro finale e l'eroe perduto

- Chloe e Nico si rivedono dopo  molto tempo

- Abbiamo il primo pov di Connor

   
 
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