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Autore: Anown    20/12/2021    1 recensioni
Gwen ha deciso il suo più o meno entusiasmante e solitario programma per Halloween, ma a causa di qualche imprevisto si ritrova altre persone, gradite e sgradite, che trascorreranno con lei la giornata.
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Gwen, Sorpresa | Coppie: Alejandro/Heather
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
Capitoli:
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La mattina del trentuno Ottobre, Dawn si era svegliata stordita, con gli occhi brucianti e le palpebre pesanti.
Non era inusuale per lei dormire poco, anche se non faceva altro che ripromettersi di cambiare abitudini per favorire l'equilibrio della sua mente e rendersi più produttiva, ma il ritorno a casa l'aveva turbata. No, nessuna oscura presenza, solo la chiara mancanza dello zotico dai capelli rossi.
Non sapeva cosa le fosse preso, parte del suo spirito sembrava essere stato preso in ostaggio da quel ragazzo. Di solito si sarebbe fidata delle sue emozioni e sarebbe anche stata felice e curiosa di provarne di così forti senza un connotato spiccatamente negativo, il problema era che esse non l'avrebbero portata da nessuna parte.
Sospirò e ripensò a Scott che si chiedeva ingenuamente cosa avrebbe fatto ad Halloween. “Non posso condizionare la mia voglia di fare cose in base al periodo e la festività... Solo perchè è Halloween non è detto che abbia dei piani a tema. Se non ho l'ispirazione non posso farci niente!” pensò innervosita, trovava irritanti le pressioni esterne.
“Un tempo la vita dell'uomo era regolata sul ciclo delle stagioni... oggi oltre ad esserci allontanati, nel bene e nel male, da un certo stile di vita, il ciclo delle stagioni è messo a dura prova dall'inquinamento...” pensò sempre più irritata andando avanti e indietro per la sua stanzetta dipinta d'indaco.
“Ma oggi è una bella giornata autunnale... sarebbe un peccato sprecarla...” pensò pianificando di uscire e andare in un luogo solitario e dall'aria pulita. Magari si sarebbe rilassata e avrebbe tolto dalla sua testa Scott.
Mentre si vestiva, i suoi occhi si posarono su un rozzo pendolo da rabdomante appartenuto a suo nonno. Non l'aveva mai usato per l'effettiva ricerca di luoghi, oggetti e persone e non era l'oggetto che preferiva per la divinazione. Non ricordava nemmeno quali domande l'avessero portata a tirarlo fuori. Ma, come posseduta, Dawn strinse il ciondolo metallico nel suo piccolo pugno bianco. “Non so cosa cercare. Ma perchè non mettere alla prova la vicinanza fra il mondo degli spiriti e il nostro?”
Prendendo la catenina fra le dita della mano sinistra, l'asciò oscillare il ciondolo nero.
Sapeva che certe ricorrenze avevano valore solo a causa della fede degli esseri umani nel fatto che fossero giorni speciali. Questo rendeva l'Halloween moderno una data come le altre e non si aspettava realmente che le sue abilità di rabdomante fossero più forti rispetto al solito. Ma sentì il ciondolo oscillare con forza e precisione come se a muoverlo non fosse solo il suo occhio interiore che si incanalava tramite il pendolo, ma uno spirito indipendente.
Di norma sarebbe stato più pratico usarlo per farsi indicare un punto su una mappa. “Visto che è così vivace e autonomo, sarebbe interessante andare in giro facendomi indicare la strada dal pendolo, ma cosa dovrei chiedergli di cercarmi? Di cosa ho bisogno oggi?”
Era anomalo che l'oggetto si muovesse senza che lei gli avesse chiesto niente, eppure...
-Dove vuoi portarmi?- gli chiese dubbiosa, ma non percepiva una presenza maligna. -Ok, perchè no?- decise che per quel giorno sarebbe stata dietro i capricci del pendolo anche per ricompensarlo del servizio reso a suo nonno. “Forse mi porterà a qualcosa di buono.”

Discreto come un felide notturno, nonostante la pesante valigia appresso, Alejandro si accostò alla porta del suo lussuoso appartamento. “Chissà che faccia farà quando vedrà che sono tornato per lei? Sono un fidanzato perfetto!
Ovviamente so quanto la mia adorata sia un fallimento dal punto di vista sociale e so anche che non è abbastanza furba da fregare le stesse persone due volte... Oh, povera. Sarà sicuramente tutta sola e triste a rimuggire sui suoi fallimenti e la sua vita triste.” Era un po' intenerito dall'immagine di lei e un po' compiaciuto da sé stesso. Non vedeva l'ora di vedere la fidanzata sorpresa e commossa dal suo metterla prima rispetto alla sua famiglia.
Silenziosamente girò le chiavi, silenziosamente entrò e silenziosamente perlustrò l'appartamento alla ricerca della sua bella, girando in punta di piedi. Poi si stancò, ma non si arrese all'idea che fosse in casa. “Forse sono stato così furtivo da esserle sembrato un ladro... certo che però è brava a nascondersi!” -Mi amoooor?-  chiamò con voce musicale.  Poi si mise a fischiettare nell'attesa che la ragazza si presentasse.
-Sei offesa per come me ne sono andato?- chiese guardandosi intorno. -Dai! L'importante è il fatto che ora sia qui! Esci fuori!- disse ad alta voce per essere sicuro di farsi sentire. Nonostante il tono calmo cominciava ad essere preoccupato.
Cominciò a scattare in giro alla ricerca dell'asiatica perduta temendo fosse abbandonata da qualche parte priva di sensi.
Una volta convinto che non potesse essere in casa pensò in preda al panico: “E' sparita! Devo chiamare la polizia!”
Controllando il telefono trovò un messaggio mandato da un mittente sconosciuto.
-Sarà il rapitore?!- esclamò a voce alta. Il messaggio recitava:
“Hola Cabròn!
Indovina con chi ha preferito passare la giornata la tua fidanzata piuttosto che andare con te? Eppure ho fatto del mio meglio per farmi odiare da quella... fossi in te rivedrei le mie capacità seduttorie, chico!
So che probabilmente pensa di divertirsi alle mie spalle o qualche carognata delle sue, ma se mi infastidisce troppo, peggio per lei, vorrà dire che te la rispedirò a pezzi...”
C'era anche qualche foto di Heather che faceva cose a caso in un cimitero, in una era arrampicata su un palo con un'imbestialita Courtney ad attenderla a terra, in un'altra addentava un panino con la carne in modo sgraziato e quasi feroce, in una lei e Leshawna si scattavano un selfie mentre si guardavano storto.
Alejandro sentì il viso bruciare e rise nervosamente. Si sentiva in imbarazzo per il modo in cui si era lasciato prendere dal panico piuttosto che avere fiducia nella capacità di Heather di avvicinarsi ad altre persone. Allo stesso tempo era molto sollevato.
Si chiese quale fosse lo scopo di Leshawna che gli aveva mandato il messaggio. Prenderlo in giro? Suggerirgli di venire a riprendersi Heather?
“No, ha scelto lei come passare il tempo. Io parto e torno il tre Novembre...” gli dispiaceva lasciare la fidanzata sola, ma non voleva neanche rinunciare alla sua libertà. Non sembrava che la ragazza si sentisse sola e abbandonata quindi non c'era nessuna urgenza.
Riguardò sorridendo le foto. Le trovava molto molto carine nonostante fossero fatte a posta per essere buffe e non valorizzare la figura slanciata di Heather e il suo bel viso. “O forse Leshawna è una fotografa terrificante.”

Dopo parecchie pedalate, vicoli ciechi e giri inconcludenti, il pendolo aveva portato Dawn fuori dalla cittadina e sembrava proprio intenzionato ad indirizzarla in un cimitero che quel giorno aveva avuto poca affluenza.
Ricordò perchè all'inizio era restia ad usare la rabdomanzia quando suo nonno le aveva regalato quel pendolo. L'anziano aveva risposto al suo entusiasmo dicendole che l'oggetto avrebbe potuto portarla a trovare qualche cadavere desideroso di essere scoperto e di far finire dietro le sbarre il suo carnefice. Se in parte l'idea di essere utile ad uno spirito senza pace non le sembrava malvagia, le faceva troppa impressione quella di trovarsi davanti un corpo morto, magari seviziato.
Forse ricordandolo, il pendolo, per dispetto, aveva deciso di portarla nel luogo con la più alta concentrazione di resti umani nella zona.
In ogni caso si trattava di un luogo che le trasmetteva calma e poteva aiutarla a meditare. Dopo essere stata a pedalare per molto dietro i capricci di un vecchio pendolo, ne aveva bisogno.
Ma appena entrata il ciondolo cominciò ad agitarsi molto più del normale. Dawn si guardò intorno irrequieta, poi si prese di coraggio e guardò nella direzione indicata dall'oggetto e vide in lontananza una testa castana  che camminava in un piccolo gruppo. Nonostante fosse di spalle, Dawn la riconobbe istintivamente.
“Non può essere! Perchè mi hai portata qui?! Volevo qualcosa che allontanasse la mia mente da Scott e mi desse l'impressione di aver fatto qualcosa di decente durante la giornata! Non incontrare la sua ex!” Dawn girò fra le lapidi, monumenti e i visi inespressivi dei piccoli angeli posti su alcuni di essi, nella speranza di essersi sbagliata e che il pendolo volesse indicarle altro. Ma per quanto girasse, la faceva sempre tornare dalla ragazza.
Aveva l'impressione che l'ispanica cominciasse ad avvertire la sua presenza nonostante la sua abilità nel muoversi silenziosa e la statura che la facilitava nell'accovacciarsi per nascondersi. Le rare statue che Dawn incontrava, se prima erano inespressive ora apparivano giudicanti. Stava facendo spaventare quella povera ragazza. Ancora più grave considerando quanto Courtney fosse incapace di scaricare lo stress in modo sano.
“Non posso continuare così, in fondo non mi ha fatto nulla di male. La sua aura non sarà delle migliori, ma non è irrecuperabile ed io non faccio altro che offuscargliela facendole credere di essere pazza...” poi si ricordò di come Courtney aveva trattato Scott e si sentì infastidita. “Beh, però è Scott che se l'è scelta così la persona di cui...” però pensò anche ai suoi sentimenti. “Innamorarsi non è una scelta... però potrebbe essere il karma ad aver indirizzato Scott verso un'anima come quella...” pensò andando avanti e indietro nervosamente.
“Che cosa sto facendo?! Non ha senso chiedermi se sono giustificata o meno ad avere sentimenti negativi verso Courtney! Non posso comunque stressarla in questo modo. Ha pure altre persone intorno, potrebbero esserci ripercussioni su di loro...”
Avrebbe indagato le loro aure per capire la situazione se avesse potuto, ma in quel momento riusciva solo a concentrarsi su quella di Courtney e percepire tutta quell'asfissiante energia negativa repressa in favore di una falsa apparenza di autocontrollo non le faceva bene.
Poi sentì un urlo...

Secondo Harold, quella voce doveva essere di Trent, a Courtney sembrava strano, ma ancora più strano le sembrava correre a cercare una persona urlante, quindi un presunto pericolo, quando il suo intero sistema nervoso le urlava: “SCAPPA DALLA PARTE OPPOSTA, BESTIA!”
Perchè si stava muovendo con loro? “Se c'è un pericolo, in gruppo dovrebbe essere più sicuro?”
Incontrarono Gwen che avanzava portandosi appoggiato alla spalla un Trent claudicante e pallido. La dark turchina fece cenni con la mano libera per indicare a tutti di calmarsi. A giudicare dal suo sorriso rassegnato, probabilmente era niente di davvero preoccupante.
-Cosa gli è successo?!- esclamò Courtney furiosa.
Gwen guardò male la ragazza. -Niente, è solo inciampato cercando di scappare da...-
-Due mimi inquietantissimi!- disse il ragazzo ancora agitato.
-No Trent... erano solo due gotici con un trucco molto pesante...- disse Gwen con tono stanco.
Il ragazzo cercò di mettere bene il piede e reggersi da solo per liberarla del peso. -S-sei sicura? Allora perchè si sono messi a fissarmi senza dire nulla, sbattendo le palpebre mooolto lentamente mentre stavo a terra indifeso e paralizzato dal terrore?!- gesticolando rischiò quasi di perdere l'equilibrio.
-Senti, vuoi che non sappia come si truccano i gotici e come distinguerli dai mimi?- gli chiese Gwen infastidita. -Probabilmente trovavano buffa la tua reazione e hanno pensato di godersi la scena in silenzio!- subito dopo aver scaricato l'irritazione, Gwen si sentì in colpa vedendo la smorfia imbarazzata dell'ex. Poi l'espressione del ragazzo si indurì e sembrava volerle dire qualcosa, ma venne interrotto da Courtney che cercò di saltargli addosso. fortunatamente venne tenuta da Leshawna.
-Brutto imbecille! Mi hai fatto prendere un colpo!- protestò l'ispanica scalciando e agitandosi nella presa dell'afro-canadese. -Ma per un attimo mi hai fatto pensare di non essere pazza e che magari c'era davvero una dama fantasma che si aggirava nel cimitero! E invece no! Sono pazza quanto Harold!- la ragazza si mise a piangere istericamente. Tutti la guardarono con iniziale stupore trasformato poi in preoccupazione.
Leshawna la posò sul terreno. -N-non le ho fatto male! Almeno credo...- disse preoccupata cercando di darle un'occhiata nel mentre.
Avendo una brutta sensazione, a costo di finire a terra, Harold tirò indietro Leshawna per un braccio facendole evitare un calcio in testa da Courtney che aveva preso a muoversi istericamente.
-Smettetela di guardarmi! Allontanatevi! Ora mi calmo! Ora mi calmo!- farfugliava l'ispanica a terra mentre calciava alla cieca. Dopo diversi singhiozzi e versi soffocati, la ragazza cominciò a riprendere il controllo.
-Ok... c'è qualcun altro che vuole avere una crisi isterica?- chiese Gwen per sfogarsi, anche se sembrava lei stessa una buona candidata.
Dopo aver sollevato Harold da terra, Leshawna per un attimo vide una pallida sconosciuta dalle strane orecchie nascondersi dietro un cespuglio.
La giovane, e scazzata, afro-canadese, andò a controllare e fissò la ragazzina accovacciata che ricambiò lo sguardo con un'espressione rassegnata e colpevole. Se la caricò sulle spalle e tornò dagli altri, la nanetta accettò il suo destino senza protestare.
-Amore, Courtney...- disse Leshawna avanzando sotto gli sguardi attoniti degli altri ragazzi. Cameron e Zoey chiamarono la sconosciuta “Dawn” dimostrando di conoscerla. L'afro-canadese posò delicatamente la biondina. -Non siete pazzi, contenti? I ringraziamenti sono graditi, ma fatemi il favore di non attentare più alla mia faccia con i vostri stivali del cavolo! Ci siam capiti?- chiese Leshawna fissando Courtney con aria severa. L'ispanica era occupa a guardare con rancore la ragazzina. -Terra chiama Courtney...- ritentò Leshawna.
-Ok...- rispose con tono cupo l'ispanica dagli occhi arrossati ancora fermi sulla sconosciuta intimidita. -Perchè mi stavi seguendo?!- tuonò dopo poco vedendo che la ragazza rimaneva muta.
-Mmmm...- prima che la nuova arrivata riuscisse a spiccicare parola, un ciondolo dall'aspetto metallico che teneva in mano, le volò colpendo Courtney al braccio.
-Ahia!- esclamò l'ispanica. Gwen si coprì la bocca con le mani.
-Dawn?- la richiamò Zoey pensando che l'avesse fatto di proposito mentre la biondina alzava le mani e si discolpava.
-Ah, ora è chiaro.- affermò fra sé e sé Harold.
-Cosa?!- esclamarono Leshawna e Heather.
-La ragazza non ha mosso la mano, quel coso sembra essere volato da solo... e lei si aggirava nei dintorni col coso che le pendeva da una mano. Deve essere un pendolo da rabdomante e per qualche motivo sembra attratto da Courtney...- spiegò il ragazzo. Dawn annuì energicamente.
-Come avvocato saresti un fallimento! È la cosa più ridicola mai sentita! Dai i numeri?!- esclamò Courtney.
-Senti genio, visto che la tenevi d'occhio, l'hai forse vista tirare?- chiese Harold inacidito.
Courtney provò a toccare il ciondolo, ma ritrasse la mano sentendolo vibrare. Sbuffò e se ne andò infastidita. Zoey andò a recuperarla preoccupata.
-Posso esaminarlo?- chiese Cameron a Dawn indicando il pendolo.
-Ah, fa pure. Ne ho abbastanza di lui per oggi...- sospirò la ragazza.
Solo allora Gwen notò un Trent inquieto aggrappato al suo braccio. -Per uno superstizioso come te sarà tutto piuttosto inquietante...- commentò la ragazza.
-Cos... no, non sono così... Ah...- il ragazzo sbuffò. -Una spiegazione logica ci sarà, ma mi secca cercarla. Tu invece che pensi?-
-Sono con te su tutta la linea.- disse cercando di muovere il braccio occupato per farselo mollare.
-S-scusa.- disse il ragazzo imbarazzato. -Anche per tutti gli altri inconvenienti.-
-Figurati. Riesci a reggerti?-
-Certamente, mi faceva solo male la gamba, ma ora va già molto meglio! Grazie!-
Gwen gli sorride. Lui continuava ad sembrargli a disagio e lei non era ancora dell'umore per compiere ciò per cui era venuta al cimitero, così decise di rimandare ancora un po'.
Guardò Courtney che discuteva con Zoey che cercava di rassicurarla. Più la rossa parlava, più la castana sembrava raffreddarsi. Gwen era un po' preoccupata anche per lei e voleva tener compagnia anche a lei, ma non era tanto a suo agio ad ammetterlo.

Dopo aver constatato che il pendolo non aveva nulla di strano e che non c'era attività elettromagnetica anomala percettibile nella zona. Cameron si arrese all'idea di trovare una spiegazione all'apparente antipatia che il pendolo provava per Courtney.
Era più probabile che si fossero tutti ingannati e che Dawn l'avesse tirato più o meno consciamente. Restava da chiedersi perchè la ragazza fosse interessata all'ispanica, ma Cameron non era poi tanto interessato alle vicende personali di una ragazza con cui non era in confidenza e che lo faceva sentire nervoso.
Anche Trent cominciava a fargli quell'effetto. Eppure poco prima si era lasciato osservare tranquillamente e gli aveva dato quelli che potevano essere indizi preziosi su cosa portasse le persone a percepire un determinato soggetto come “attrattivo” nonostante presentasse delle stranezze.
Forse l'errore di Cameron era stato fargli troppe domande sulla sua reazione fobica ai due mimi gotici? O forse il problema era stato Gwen? La ragazza aveva ripreso severamente il chitarrista quando aveva risposto male a Cameron e lanciato via il suo taccuino degli appunti.
Ora il chitarrista che si era messo a suonare probabilmente per calmare i nervi. Ma gli lanciava qualche occhiataccia mentre Gwen lo aiutava a cercare il taccuino.
-Cameron...- lo chiamò Gwen.
“Forse prova ancora una specie di gelosia nei confronti di Gwen... alcuni sentimenti sono persistenti...”
-Cameron!- ripetè Gwen facendolo sussultare. -Hai il taccuino sotto i piedi.-
-Ops...- rispose Cameron imbarazzato. Sentì Gwen sbuffare mentre probabilmente guardava Trent.
Cameron invece notò Harold bisbigliare qualcosa a Leshawna guardandoli.  Quest'ultima sospirò e a giudicare dal labiale disse qualcosa del tipo “Ma non c'è bisogno.” Il ragazzo rosso le bisbigliò di nuovo con un po' di agitazione, la ragazza sembrò rispondere qualcosa del tipo “Ok, va bene.” Lui la baciò sulla guancia per ringraziarla e lei li raggiunse.
-Harold ha detto di dirti, che probabilmente Trent fa così perchè stressato dai mimi, dagli appunti dello gnometto e forse è anche un po' a ansioso perchè gli ha risposto male e tu te la sei presa...- disse Leshawna scocciata come una bidella che ripete per l'ennesima volta un'inutile circolare di cui nessuno avrebbe tenuto conto. -Magari la probabilità che il chitarrista sia geloso c'è, ma Harold in quanto colpevole della sua presenza voleva rassicurarti facendoti presenti altre spiegazioni e ha chiesto a me di fare da ambasciatore perchè sono più brava a tranquillizzarti.- disse mentre Harold a distanza annuiva.
-Tranquilla, lo sapevo già, ed in ogni caso non riterrò il tuo strano fidanzato colpevole.- sospirò Gwen scocciata. -Non mi mancava la sensazione di avere a che fare con dei bambini.- sdrammatizzò la dark. “Trent, Cody, Duncan, Courtney... perchè attraggo solo persone infantili?” si pentì e fece finta di non aver pensato a Courtney.
-Non dirmelo...- disse Leshawna guardando Harold che sembrava battibeccare con Heather che probabilmente l'aveva preso in giro. -Non se la prende mai seriamente con lei, sembrano solo due fratellini dispettosi. Diventano infantili quando stanno a contatto.- osservò Leshawna.
-Strano, Leshawna non ha ancora ammazzato Heather. Quando le ho viste insieme prevedevo un disastro.- disse Gwen mentre Leshawna tornava dai “fratellini”. Gwen non temeva realmente per Heather, non provava più nulla per lei né in positivo, né in negativo, ma nutriva sentimenti contrastanti per il lato aggressivo e irrazionale di Leshawna. Era contenta non si fosse più presentato davanti a lei.
-Bisbigliare all'orecchio è molto funzionale quando si è intimiditi o in mezzo a troppa gente, chissà perchè non ci ho pensato prima...- disse Cameron sovrappensiero. -Forse perchè sono effettivamente troppo basso... o perchè non avevo amici?-
-A me sembra da disadattati.- sentenziò Gwen impulsivamente. -Oh, scusa...- a volte tornava un po' sgarbata, le vecchie abitudine erano dure a morire del tutto.
-A me sembra una questione di complicità, quei due mi sembrano abbastanza felici insieme.- disse il ragazzo sorridendo innocentemente.
Gwen non ci aveva mai pensato, le sembrava strano trovarli una coppia carina ed era ingenuamente sorpresa dal fatto che un tipo come Cameron si mettesse ad osservare delle coppie, gli era sempre sembrato estraneo a quelle dinamiche. “Dovrei cominciare a preoccuparmi del motivo per cui mi frequenta?”
-Non ti ho combinato qualche guaio con Trent, vero?- chiese il ragazzo un po' preoccupato.
-Ma no, tranquillo!- cercò di rassicurarlo, ma Cameron sembrò non sentirla.
-Ti ho incasinato anche le cose con Courtney? Come a Courtney le ho incasinate con Scott?- chiese insicuro. -A-a volte sono un po' ingenuo. Un anno fa ho fatto cose stupide senza farmi domande perchè non sono riuscito ad accorgermi che Mike era posseduto da una personalità malefica e di recente non sono riuscito ad accorgermi che fra lui e Zoey non andava tutto bene e ora non so come comportarmi p-perchè sono amico di entrambi, ma venendo qui ho abbandonato Mike?! Gli ho chiesto e lui mi ha detto che potevo venire... Ma forse avrebbe preferito che io rinunciassi e non l'ho capito?!-
-Cameron... Ehi, sta calmo.- gli disse Gwen con tono conciliante dandogli una pacca sulla schiena. -Va bene essere ingenuo e non sapere come gestire certe situazioni, non è un crimine.-
-E' un problema se ti scoccia essere trattato come un bambino.- disse come innervosito da Gwen. -S-scusa... m-ma mi hai baciato sulla guancia quella volta perchè mi ritieni infantile... giusto?- le chiese imbarazzato. -E il motivo per cui il mio bacio ha complicato le cose fra te e Courtney è che... lo sentivi moralmente sbagliato o...- “Eri gelosa... ma probabilmente non per me? Ah... di queste faccende non ci capisco un cavolo! Mi sento davvero un bambino...”
-Senti, patti chiari e amicizia lunga.- cominciò Gwen sospirando.
-Scusa, non volevo scocciarti con tutte queste cose!- la interruppe Cameron agitato.
-N-non c'è niente di male in questo... Comunque non ti vedo come un bambino, ma come un buon amico, estremamente intelligente.- disse cercando di non sembrare una baby sitter che cerca di entrare in confidenza con i bambini. Non vedeva Cameron come tale, ma se lui lo temeva, gli sarebbe bastato poco a farglielo pensare. -Però a complicare le cose fra me e Courtney è stata SOLO Courtney e la mia AMICIZIA con lei è stata solo un fuoco di paglia, tutto qui.-
-Io ti amo.- disse Cameron di punto in bianco.
-Cosa?- chiese Gwen disorientata.
-Cosa?!- esclamò Trent che si stava avvicinando per scusarsi. -Voglio dire... Fantastico! Non sono affari miei...- rise nervosamente indietreggiando. -Sono solo stupito... non così tanto ma... ok...- poi scappò tornando dalla sua chitarra.
-Cameron... sul serio cos...-
-Mi sono solo confuso, Gwen!- la interruppe Cameron con un sorriso nervoso. -S-scusa, lascia perdere è solo colpa della mia inesperienza con le donne... con gli amici... con tutto quanto... lasciamo perdere ok?!-
-Eh...- “Non posso lasciar perdere così! Devo...” -Ok, lasciamo perdere.- disse Gwen. Guardando il viso confuso e imbarazzato di Cameron aveva perso qualunque traccia di determinazione.

Leshawna si era allontanata per utilizzare il telefono. Harold sospettò che dovesse litigare con qualcuno. Che fosse di persona o per via telematica, Leshawna si lasciava trascinare facilmente.
-Harold.- Heather picchiettò la spalla del rosso. -Ma è normale che faccia in quel modo?- chiese freddamente, indicando, a pochi metri lontano da loro, il chitarrista col viso inespressivo e lo sguardo nel vuoto cosmico che con la ripetizione di un movimento impreciso faceva vibrare sempre le stesse corde.
-E' quasi normale... ma è un pessimo segno...- rispose il ragazzo irrequieto.
-Zoey, perchè non vai da lui a fare la crocerossina? Io sto benissimo.- sbuffò Courtney. Disprezzava ma allo stesso tempo, ammirava la rossa con la sua insistenza e la sua gentilezza, finta o vera che fosse. Anche se le era stata addosso e l'aveva irritata, il suo modo di fare era riuscito a calmarla un po' e pur odiando quella parte di sé che lo ammetteva, le era un po' riconoscente.
-Ci sta già andando Dawn.- disse Zoey indicando la pallida ragazza spettro che gli si avvicinava come incuriosita. -E' strana, inquietante e inopportuna, ma a suo modo ci sa fare. Con lei, Trent è in buone mani.- disse Zoey con un sorriso.
-Sempre che non la prenda per un altro mimo.- commentò Harold in attesa della reazione di Trent.
-Se non ha preso Gwen per un mimo... o forse era attratto da lei proprio perchè con quel colorito e quel trucco gli ricordava un mimo? Sai, una sorta di masochismo.- sogghignò Heather.
Trent ebbe un sussulto quando vide Dawn agitargli la mano bianca davanti la faccia per attirare la sua attenzione. Poi si acquietò e le sorrise educatamente.
-Che noia!- sbuffò Heather delusa.
-Sono salvo.- sospirò Harold che continuava a sentirsi responsabile.
-Senti...- esordì Courtney richiamando l'attenzione della rossa. -Ho sentito Trent e Gwen che dicevano che sei stata scaricata da Mike a causa di Duncan.-
L'unico segno di risposta da parte di Zoey fu accennare una risatina nervosa.
Courtney sospirò, in un certo senso, nel desiderio della rossa di compiacere tutti, rivedeva una versione più giovane di sé stessa... poteva essere così anche per i gusti in fatto di uomini? Comunque fosse, quella versione più giovane di Coutney non aveva fatto una bella fine.
-Se la gelosia di Mike era infondata ma ti ha mollato comunque per insicurezza e scarsa fiducia anche in te, dovresti essere solo contenta. Uno così è meglio perderlo che trovarlo.-
Zoey provò a ribattere: -M-ma è normale avere dei momenti di insicurezza, se si torna sui propri passi e ci si fa perdonare...- ma la rossa venne fermata da un cenno della mano di Courtney che riprese parola:
-Sei libera di fare quello che vuoi ovviamente, conosci tu quel pollo, ma io conosco il pollo dalla cresta verde, ed era di lui che volevo parlarti.- disse con tono serio. -So che magari ti senti affascinata dal fatto che ti sembri uno “duro ma che in fondo è tanto dolce e ci tiene agli altri! Ma non ha il coraggio di ammetterlo!”- disse parodizzando un tono melenso e infantile. -Ma alla fine è solo un irresponsabile, egoista che mette prima le sue cazzate dei sentimenti altrui!- continuò alterata.
Heather bisbigliò ad Harold per evitarsi un attentato dall'ispanica: -So che non sono quella giusta per dirlo. Ma questo è divertente detto da una che mette soldi e apparenze al di sopra dell'integrità fisica e mentale del proprio ragazzo.- Harold scosse le spalle e le sorrise concordando.
Nel mentre, Zoey era indecisa su come rispondere all'ispanica. Neanche a lei Courtney sembrava il tipo giusto per formulare quelle critiche, ma era contenta che cercasse di metterla in guardia. Le era sembrata genuina e non solo un ex psicopatica e arrabbiata.
-Courtney, ti ringrazio, ma guarda che non ho nessun interesse per Duncan.- disse infine Zoey con un sorriso aperto.
-Così avrei detto anche io...- disse Courtney fra sé e sé continuando a rivedere in Zoey una versione più insicura e genuinamente gentile della sé di un tempo. -Harold, diglielo anche tu che Duncan sarebbe un fidanzato terribile!- ordinò Courtney.
-Cosa?- disse Harold dubbioso.
-Già, Harold. Non come fidanzato, ma sai com'è fatto!- disse Trent seguito da Dawn.
-Ma quando sei arrivato?!- esclamò il rosso. “Perchè si rivolgono a me solo quando c'è da sfruttarmi per una loro antipatia in comune? Non so come cavolo giudicarlo come fidanzato! Paradossalmente, so solo che mi piace più di questi due!” pensò innervosito.
-Ragazzi...- li richiamò Zoey che cominciava a sentirsi un po' a disagio lì in mezzo. -Dico sul serio. Certo, può farmi piacere che non sia pessimo come può sembrare ad una prima occhiata e sono contenta aiutarlo. Un tempo ero convinta che quelli come lui fossero tutti senza cervello.
Ma davvero, ha troppi problemi per una relazione. Non è abbastanza maturo da accettare il suo lato buono e non mi sembra un tipo così serio... Sembrava totalmente indifferente alla rottura con Gwen nonostante sembrava gli piacesse e voleva attirare la tua attenzione non si sa perchè visto che non mi è sembrato ancora interessato a te. Ma era anche felice all'idea che tu e Gwen combatteste per lui fregandosene della vostra amicizia e voleva che Sierra postasse materiale Gwuncan perchè... non lo so! Seminare zizzania? Attirare l'attenzione?
Era troppo immaturo e troppo poco coinvolto e interessato ai vostri sentimenti se non per attirare l'attenzione e soddisfare il suo ego. Non penso sia un caso perso, in realtà sa essere un ottimo ragazzo! Ma per ora credo non cosa di una relazione.-
Courtney annuì severa con un'espressione incattivita. L'espressione di Trent era simile. Harold si limitò a sospirare.
-E a parte questo...- Zoey continuò. -Non capisco cosa ci sia di potenzialmente attraente in Duncan... Cos'è? Il monociglio, i tratti rozzi e le gambine corte sono diventate sexy tutto ad un tratto?- il tono sinceramente perplesso di Zoey suscitò ilarità in Courtney che sembrava rassicurata e fece ridere sommessamente anche Trent e Harold.
Pure Heather sembrava approvare per qualche motivo. -Finalmente qualcuno se n'è accorto? Era così ridicolo quando sull'isola ci provava con me credendosi un figo allucinante!- disse l'asiatica divertita. -Se non avessi creduto che potesse essermi utile, avrei volentieri scoppiato quel pallone gonfiato. Allucinante che ti abbia tradito, eh Courtney? Fin dall'inizio era così affid...- improvvisamente si ricordò che quello non era un modo di scherzare che l'ispanica incline alla violenza avrebbe percepito come divertente, così si mise preventivamente ad usare Harold come scudo.
-Heather?! Ma che cavolo!- protestò il ragazzo.
Courtney sospirò amaramente ma non sembrava avere intenti omicidi -L'amore ti rende imbecille. Una parte di me sapeva fin dall'inizio che non poteva durare con quel tipo, ma l'altra... era semplicemente drogata! Ma è vero, avrei dovuto accopparvi prima invece di lasciar correre, peccato...-
-Mica era colpa mia!- protestò Heather continuando a usare Harold che aveva un'espressione infastidita, ma rassegnata.
-Aspetta... Perchè sono io a parlare di delusioni amorose?- sbuffò Courtney. -Zoey, non sei tu quella fresca di rottura? Avanti sfogati!- disse l'ispanica. La ragazzina continua a non andarle a genio, ma era un po' curiosa di conoscerla meglio.
Per la seconda volta, Zoey si limitò ad una risatina nervosa seguita da scena muta.
Dawn che era rimasta tutto il tempo in osservazione provò a parlare. -Credo ci sia un e...-
-Dawn!- disse ad alta voce la rossa come se volesse interromperla. -Ora che ci penso, come mai sei rimasta qui?! N-non che mi dispiaccia...- disse Zoey con tono nervoso.
Dawn si sentì un po' confusa e tornò a sentire solo l'aura di Courtney perennemente ostile.
Trent si spostò bloccando all'ispanica, la visuale sulla ragazza pallida. Nel frattempo Leshawna era tornata.
-Ragazzi!- li chiamò Gwen all'improvviso. La dark si sgranchì le gambe, poi continuò. -Io andrei alla tomba di... del mio caro, poi me ne vado. Voi fate quello che volete.- disse con tono poco entusiasta.
Sussultò quando notò che tutti la stavano seguendo come si trattasse della cosa più naturale del mondo, ma cercò di fare finta di niente. “E che è? Una processione?! Me lo sarei dovuta aspettare...” era già abbastanza nervosa, così cercò di evitare lo sguardo di Cameron, di Trent, anche se aveva l'impressione che non la stesse affatto guardando, e la pressione degli occhi di Courtney che forse pensava volesse dissotterrare qualcuno non' appena si fosse distratta.
Leshawna si limitò a sorriderle cercando di metterla a suo agio.
Più Gwen si addentrava nella via costeggiata da lapidi bianche abbellite dai colori dei fiori, più si sentiva divisa fra la calma della rassegnazione per qualcosa di sgradevole ma obbligatorio e l'impulso della fuga. “Avrei dovuto portare almeno una Calendula.”
All'improvviso, nell'aria limpida e fredda, alle orecchie della dark arrivò il suono di una melodia familiare e nostalgica. L'aveva sempre detestata quella musica melensa, ma in quel caso era riuscita definitivamente a chiuderle lo stomaco e farle battere la ritirata come se fosse inseguita da un branco di cani.


Angolo dell'autrice:

Mi scuso per l'estremo ritardo, è quasi Natale e non ho ancora finito una storia su Halloween!
In realtà questo capitolo l'avevo finito poco tempo dopo il precedente... ma fra la preparazione di un esame e varie preoccupazioni familiari, non ho avuto né il tempo, né l'energia per rileggerlo...
Il prossimo l'ho quasi finito, quindi spero bene.
Spero che il capitolo e la storia possano piacervi.

Precisazioni:

-Mi sono presa delle libertà ed ovviamente è trattata in chiave fantasy, ma la rabdomanzia non è il mio territorio, quindi mi scuso per eventuali errori nell'utilizzo e il folklore.
-Mi spiace per il trattamento di Duncan al momento, (non ho nulla contro la Doey, non mi ispira particolarmente, ma ha un suo senso) ma trovo sensato che Zoey si ponga determinati problemi riguardo ad una relazione e i comportamenti del delinquente, inoltre non mi sembra il suo tipo dal punto di vista fisico quindi mi è sembrato più interessante gestire la discussione fra Zoey e Courtney in questo modo.
-Non penso realmente che Zoey e Courtney abbiano molto in comune, ma credo che Courtney potesse voler apparire simile a lei all'inizio della serie.
  
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