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Autore: gli    21/12/2021    0 recensioni
Il capitano Flint era stato, da sempre, una presenza costante nella vita di Emma, era il vicino di casa di lei e sua madre e fin dai primi anni si era in qualche modo preso cura di loro come un padre e come un nonno. Lui, che ad Hogwarts non ci era mai stato ma che la conosceva come le sue tasche, aveva colmato le ingenti lacune che Christina aveva sul mondo magico, aveva raccontato a Christina ed Emma di casate e maghi potenti, giganti, centauri e maghi oscuri e soprattutto aveva raccontato loro di Harry Potter. Harry Potter era il bambino che più Emma aveva odiato nella sua infanzia, il motivo per cui suo padre non si sarebbe permesso di amarla e probabilmente il motivo per cui lei era al mondo.
Storia ripubblicata, rivista e corretta, (Precedente titolo: Rette incidenti)
Genere: Angst, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Ad Emma pulsava la testa e il telefono squillava insistentemente, si era nuovamente addormentata sul divano e il suo collo chiaramente protestava. 
Cercò di ignorare lo squillo fastidioso e continuo e quando il telefono smise di squillare pensò di esserci riuscita, sperava di rigirarsi in una posizione più comoda e rimettersi a dormire ancora per un’oretta ma neanche un minuto dopo il telefono riprese a squillare dunque la ragazza, rassegnata, si allungò per recuperarlo dal tavolino da caffè sul quale lo aveva posato la sera prima. Il chiamante era, come la ragazza aveva sospettato, il capitano Flint e senza dubbio, visto l’orario, voleva parlarle di lavoro. Prima che il telefono smettesse nuovamente di squillare la ragazza rispose:
-Buongiorno capitano!
-Buongiorno Emma cara, dove sei?
-Ancora a casa, ieri è stata una serata interessante.
-Ancora problemi coniugali?
-Quasi risolti. Ma meritavano una celebrazione in gran stile
-Posso immaginare. Volevo dirti che dovresti raggiungermi, c’è un caso che necessita della nostra attenzione e mi è stato chiesto di te dal ministro Shackelbot in persona. Te lo immagini Emm, lui e il sottosegretario Granger sono stati qui da me fino ad un attimo fa. Riesci ad essere qui in una mezz’ora? Il caso è di alto profilo, lavoreranno ad esso tutti i migliori componenti della squadra auror e vorrebbero incontrarci. Hanno chiesto di noi- Era strano sentire il sempre serafico e pacato Everard Flint eccitato come un bambino ed Emma sorrise teneramente al telefono.
 -Posso essere lì in mezz’ora però oggi pomeriggio devo essere in tribunale, dobbiamo finirla con la storia del divorzio
-In realtà hanno coinvolto anche i necroscopi del San Mungo e il nostro dipartimento di medicina legale, ho appena finito di parlare anche con Ephraim e sono occupati anche loro. È un caso davvero grosso, ti spiego tutto appena sarai qui. A proposito Ephraim mi è sembrato di buon umore per essere un uomo sull’orlo del divorzio
-Si è un uomo innamorato, dopo aver firmato le carte andiamo a scegliere gli abiti per la cena di fidanzamento.
-Bene Emm, ma sbrigati ti prego!
-Agli ordini capitano- Emma sorrise di nuovo alla sua impazienza e poi, chiusa la chiamata, lasciò il telefono scivolare a terra e si stiracchiò nel suo divano. La sera prima lei, suo marito (quasi ex) e la sua nuova fiamma si erano divertiti in giro per Londra. Emma li adorava entrambi ed era felice per loro adesso però stava pagando le conseguenze dei postumi dell’eccesso alcolico della sera prima con un colossale mal di testa e aveva meno di dieci minuti per farselo passare.
Si trascinò sotto la doccia e lasciò scorrere l’acqua calda sul suo corpo e sui suoi capelli nerissimi e questo un po’ fece placare quel maledetto dolore pulsante nelle tempie, adesso aveva solo bisogno di un caffè, si sarebbe vestita in fretta e sarebbe passata dal bar all’angolo e poi sarebbe stata pronta per il capitano e qualunque missione avesse da affidarle.
Giunse al suo bar preferito con passo strascicato e sorseggiò al volo il suo caffè nero e bollente e riuscì ad essere nell’ufficio di Flint solo dieci  minuti più tardi rispetto alla mezz’ora che aveva promesso all’uomo.
Everard Flint con la sua aria serafica che mal celava l’eccitazione, la barba grigia incolta e la testa ormai calva era lì ad aspettarla e quando la vide l’espressione si aprì in un sorriso; solo in quel momento Emma vide che c’erano altri uomini accanto a lui.
-Vorrei presentarvi la mia collaboratrice, la dottoressa Bale, vi affiancherà in questo caso come avete richiesto. È un’esperta di profiling e sono sicura andrete d’accordo.
-Fantastico! Noi chiediamo un esperta di comportamento e i babbani ci affidano una ragazzina!- disse con tono seccato uno dei due uomini accanto a Flint, l’uomo sorrise sornione ad Emma che guardava la scena con le sopracciglia sollevate e per evitare scontri verbali tra la sua pupilla e l’auror intervenne prontamente: 
-Non dubiti auror Wesley, la dottoressa è uno degli elementi migliori di Scotland yard nonostante la giovane età, è stato lo stesso ministro su consiglio del suo sottosegretario a chiedermi direttamente di lei. In ogni caso per qualunque esigenza fate riferimento a me-poi si rivolse alla ragazza che aveva alzato gli occhi al cielo e adesso guardava la scena con un mezzo sorriso sarcastico:
 -Ben arrivata Emma, vorrei presentarti i nostri colleghi: Ronald Wesley ed Harry Potter-
Alla ragazza mancò il fiato per un attimo, e cercò di ricomporsi alla svelta, certo! Come aveva potuto non riconoscerlo all’istante? Probabilmente era stata distratta  dal rosso scorbutico che subito si era rivolto a lei ma le immagini dei due uomini erano state sulla gazzetta del profeta per anni e tendevano a ricomparire ad intervalli regolari, e lei e Flint leggevano sempre il profeta fosse solo per motivi di lavoro; inoltre se il caso era di così alto profilo da interessare il ministro e il sottosegretario era ovvio che a dirigere le indagini ci fosse il capitano più giovane nella storia del corpo auror e il suo fido braccio destro. Si quello d’avanti ai suoi occhi era proprio Harry Potter, aveva finalmente occasione di conoscerlo e parlargli. Si ricompose in un attimo e tese la mano ai due uomini-Piacere Emma Bale, mi occupo di profiling criminale come diceva il capitano, potete dirmi perché siamo qui, ho un po’ fretta mi aspettano in tribunale subito dopo pranzo e non mi piace perdere tempo- Lo scudo della professionalità funzionava sempre, Emma era diventata brava negli anni a nascondere le sue emozioni nella corazza di quel lavoro che le riusciva così bene. 
Harry Potter dal suo canto si vantava di essere diventato un uomo che riusciva a mantenere sempre il controllo su se stesso, un’infanzia passata nella vigilanza costante lo avevano reso un adulto iper consapevole e sempre pacato e posato ma quando l’uomo aveva visto la giovane dottoressa babbana e soprattutto ne aveva sentito la voce un brivido lo aveva attraversato, un brivido che non sentiva da anni o che forse non aveva mai sentito, aveva percepito una subitanea attrazione e nello stringerle la mano che lei le porgeva aveva sentito una strana stretta al petto e una sensazione di emozione profonda. La sicurezza della donna lo aveva quasi intimorito, era così raro trovare qualcuno che parlasse lui con la schiettezza che la ragazza babbana aveva usato che se non fosse stato fidanzato e prossimo alle nozze avrebbe ben pensato di essere attratto da lei ma lui era Harry Potter e non poteva permettersi certi pensieri dunque chiuse le sue sensazioni in un cassetto oscuro della sua mente e cominciò ad aggiornare la loro nuova partner sul caso a cui avrebbero dovuto collaborare.
-Dottoressa Bale ieri sera siamo stati informati di un omicidio avvenuto nella periferia estrema della città, un posto molto isolato, nessun testimone, in casa viveva da solo il signor Walden Mcnair, era stato accusato di essere un mangiamorte a suo tempo, un mangiamorte sarebbe…
-Va avanti so cos’è un mangiamorte!
-Si certo, perdonami- sia Harry che Ron non poterono fare a meno di essere un po’sorpresi e impressionati dalla ragazza- Ieri nel tardo pomeriggio il signor Mcnair è stato trovato morto, assassinato.
-Perché avete bisogno della nostra collaborazione? In genere il nostro dipartimento viene coinvolto solo quando ci sono babbani di mezzo!
-La particolarità è l’arma del delitto, nonostante ci siano prove  che l’ultima persona che è entrata nella casa si sia smaterializzata e dunque è certamente un mago ha usato una pistola per ucciderlo e ha consumato almeno un caricatore su di lui, credo abbia continuato a sparare anche quando l’uomo era più che morto.
-Doveva odiarlo davvero!
-Si immagino di si, l’uomo era appunto un mangiamorte, era sfuggito ad Azkaban per un cavillo, persone che ce l’avessero con lui erano molte, il grande odio non ci permette di restringere la cerchia di sospetti- disse Ron seccato
-Ma non si trovano i tempi auror Wesley- disse la ragazza pazientemente ma mostrando tutto il fastidio che provava nell’essere trattata dal mago come una sciocca- se fosse stato perché era un mangiamorte perché non agire prima? È passato troppo tempo per una tale rabbia.
-I rancori possono sobollire e crescere sotto la superficie- disse Harry 
-Non ci credo, non così, qualcosa deve averlo scatenato!
-Probabile, comunque l’esame autoptico lo farà il vostro dipartimento anche se abbiamo chiesto la presenza di un nostro guaritore specializzato.
-Si lo so, penso collaboreranno bene insieme i nostri professionisti- disse la ragazza con un sorrisetto
Se gli altri due trovarono strano l’atteggiamento della ragazza non lo fecero notare e  non fecero domande, discussero ancora qualche minuto poi decisero che si sarebbero visti il mattino successivo per andare insieme a fare un sopralluogo sul posto dove il fatto era successo.
Ronald si smaterializzò subito ma Harry indugiò un attimo ancora a guardare la donna
- Buona fortuna per la tua causa di oggi pomeriggio-
- Grazie- Emma sorrise.
Si smaterializzò anche Harry e la ragazza restò sola. 
  
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