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Autore: Voglioungufo    21/12/2021    5 recensioni
ObiNaru | AU | Break-up to make-up
01: Naruto continua a disegnare Obito, nasconde il suo amore dentro i suoi quaderni.
02: A volte pensa che in fondo il corpo di Obito è solo un’altra tela che lui deve riempire di colore.
03: “Con un mare in mezzo, non potremmo baciarci”.
04: Per Obito è sempre stato un bambino da portare per mano.
05: “Mi stai spezzando il cuore”
06: Allora perché si sente come se l’amore fosse scivolato oltre la sua portata?
07: Si chiede come delle note possano avere il suo stesso sapore.
08: E si è accorto di aver dimenticato di dire il suo nome.
09: “Se sapessi disegnare, avrei dipinto le stesse cose”.
10: "Torna a casa per Natale, ti farà bene”.
11: “Quindi a trent’anni passati fai ancora merenda qui”.
12: Succede nel modo più banale possibile, nell’unico modo in cui può succedere durante questa dannata stagione.
13: Singhiozza. “Sì, cazzo, sì”.
Amarsi in segreto o seguire i propri sogni in solitudine? Per Naruto sembrano due possibilità inconciliabili.
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Naruto Uzumaki, Obito Uchiha, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: AU, Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Right were you left me
 
 
 
 
Il primo incontro avviene senza che nessuno dei due se lo aspetti. 
È il primo pomeriggio di Naruto a Konoha e già gli sembra di essere rimasto lì sempre, di non essersene mai andato. La casa è accogliente come ricordava, pronta a esplodere per tutte le decorazioni natalizie, il caminetto sempre acceso e l’odore di cioccolata incastrato un po’ ovunque. Mamma e papà sono stati entusiasti di riaverlo lì dopo tutti quegli anni. 
È lì da meno di ventiquattro ore e già sente tutta la pesantezza levarsi dalle sue spalle. 
Poi è metà pomeriggio, ora della merenda e suonano alla porta. Kushina urla dalla cucina di aprire e Naruto lo fa senza pensare.
E lui è lì, sull’uscio con il cappotto aperto perché in fondo deve attraversare solo una via e non ha senso chiuderlo. 
E lui è lì e Naruto lo guarda, e Obito lo guarda, e si guardando e Naruto pensa a tutte quelle volte in cui proprio a quell’ora Obito suonava alla loro porta per fare merenda e poi iniziare la lezione di pianoforte.
Il suo viso non è cambiato.
Poi il momento si rompe e Minato ride dal corridoio, grida:
“Hai visto che sorpresa, Obito?”
L’incantesimo è spezzato, Naruto si fa di lato e Obito entra mormorando qualcosa. Appoggia il cappotto all’attaccapanni e papà li guida in cucina. Mamma sta già portando le tazze di cioccolata, il pane con la crema di nocciole e qualche dolcetto in più perché è quasi Natale.
Seduti sul tavolino davanti al camino, la televisione accesa sui cartoni, sembra che l’orologio abbia iniziato a girare all’indietro. Questa volta però è Obito a fissarlo apertamente — come se fosse una visione — e Naruto a fingere di non notarlo, a trattenere il disagio. Aveva dimenticato quanto fossero penetranti quegli occhi neri su di sé.
Non si dicono una parola, non finché ci sono Kushina e Minato a riempire gli spazi vuoti con chiacchiere e programmi per il cenone natalizio. Poi c’è un momento in cui sono soli, la cioccolata è finita e in televisione scorre la pubblicità.
Parlano nello stesso momento.
“Quindi sei tornato”.
“Quindi a trent’anni passati fai ancora merenda qui”.
Sussultano, nessuno dei due osa accennare più una parola. Sorridono, imbarazzati, poi tornano Kushina e Minato e non devono più sforzarsi.
Al momento è il massimo che possono fare.
 
**
 
Il secondo incontro è deciso da sua madre, che manda entrambi ai mercatini per comprare qualche addobbo carino per il cenone. Nessuno dei due sa come rifiutare senza essere troppo sospetto.
Naruto è un po’ fissato mentre passeggiano per la piazza del municipio, facendo il giro tra le bancherelle osservate dall’imponente pino pieno di balocchi. Ormai è abituato a ignorare i sussurri, ma non riesce a ignorare la presenza alta di Obito al suo fianco.
“Uhm. Allora…” tenta, le mani ficcate nel grande cappotto e un capello improponibile a proteggere le orecchie dal testo. “Cos’è successo mentre non c’era? Novità?”
Se Obito è sorpreso di sentirlo intavolare una conversazione non lo dimostra. Scrolla le spalle, prendendo un po’ di mandorlato e depennandolo dalla lista data da Kushina.
“Niente di che. Hinata e Kiba si sono sposati, Shikamaru ha un bambino con Temari, mio nonno si è preso un cane, I Sarutobi sono arrivati al quinto nipote, Ino ha aperto un negozio di fiori e… uhm, abbiamo un nuovo sindaco ” riassume con le sopracciglia corrucciate. “Credo sia tutto”.
Naruto ridacchia. “Chiedevo su di te” precisa.
“Oh”. Resta in silenzio qualche secondo, osserva la lista. “No, niente di nuovo. Dobbiamo prendere del formaggio”.
Si spostano verso il banchetto. 
“Niente di nuovo?” echeggia Naruto. “So che hai iniziato a suonare in giro, in qualche orchestra”.
“Solo ogni tanto, per hobby e solo in provincia”.
“E… so della notizia, del fidanzamento…”
“Io e Rin non stiamo più insieme”.
Naruto resta con la bocca socchiusa, i suoi genitori non glielo avevano detto. Ma del resto loro si concentrano nel raccontare sempre e solo le cose belle.
“Mi dispiace” dice e si sente il più grande bugiardo sulla faccia della terra.
Non è affatto dispiaciuto. 
Obito scrolla ancora le spalle. “Come ti dicevo, niente di nuovo. Sono ancora dove mi hai lasciato”.
È il primo accenno che fa su quello che è successo tra loro. Si irrigidisce, ma forse ne è quasi sollevato. Forse è meglio parlarne invece di lasciare che questo elefante resti nella stanza per sempre.
“Non sono io che ti ho lasciato” sussurra e non voleva essere così freddo, ma sente il risentimento strisciare nella gola.
“E non sono io quello che se n’è andato dall’altra parte del mare”.
“Potevamo farlo funzionare, se tu ci avessi creduto…”
“Una relazione a distanza non avrebbe funzionato, mi conosco”.
Sbuffa. “Almeno questa volta non stai insinuando che ti avrei tradito” replica piccato, ha ancora quei messaggi stampati a fuoco nella mente.
Obito almeno ha la decenza di arrossire e distogliere lo sguardo. “Lo avrei pensato, costantemente, se fossimo rimasti insieme”.
Questo fa male. “Non ti ho mai dato motivo di credere qualcosa del genere! Sono sempre stato sincero con te e…”
“Davvero? Anche quando mi avevi detto che non saresti nemmeno andato ai colloqui per la Jinchūriki e poi dal nulla mi hai detto che stavi per partire?” Lo interruppe, lo sguardo un po’ disperato. “Hai idea di come mi sono sentito?”
“Io…”
“Mi hai lasciato senza scelta, se non di rimanere qui ad aspettarti. Avevi già deciso per entrambi, dopo che mi avevi detto che…”
“Da che pulpito” sbotta. “Tu hai sempre scelto per me, non mi hai mai lasciato scegliere una singola cosa qui. Fidati di me, è meglio fare cosìIo l’ho già fatto, non farloFai come ti dico. E tutto così. L’unica volta che ho scelto per me me lo rinfacci”. Si morde il labbro. “E poi sei tu che non hai neanche voluto parlarne, mi hai bloccato” gli ricorda con veemenza.
Obito abbassa lo sguardo. Si sono fermati sotto i rami del pino gigante, nessuno ha osato sedersi sulle panchine all’ombra, rispetto al resto della piazza c’è un po’ di privacy. 
“Sì, l’ho fatto” ammette. 
“Ecco!”
“Ma ti ho sbloccato il giorno dopo”.
Naruto resta con la bocca socchiusa. “Cosa?”
Prende fiato. “Il giorno dopo, ho sbloccato il tuo numero. Ero arrabbiato quando l’ho fatto e… me ne sono pentito. Ti ho sbloccato e… non lo so, immagino sperassi insistessi, lo fai con tutto. È il motivo per cui ti avevo bloccato in primo luogo. Invece…” Sospira e fa un sorriso triste. “Non l’hai mai fatto, non mi hai più scritto”.
“Credevo di essere bloccato” mormora. “Non ho mai… controllato” ammette.
Da quell’ultimo scambio di messaggi non ha più aperto quella chat, cercato il suo numero. È andato avanti.
Obito prova a mantenere il sorriso triste, ma cade subito. “Immagino sia stato facile andare avanti”.
Non lo è stato, ma non lo dice. Non vuole che capisca quanto è stato male per lui, quanto continua a fare male. Vuole dimostrargli che non si pente di nulla, che ne è valsa la pena.
“Che dovevo fare? Tornare e rimangiarmi tutto?” Ride freddamente. “Dovevo andare avanti. E prima che tu lo dica,” aggiunge veloce, guardandolo negli occhi, “prima che tu ti lamenta che tu non mi bastavi o stronzate simili, fatti un esame di coscienza. È ovvio che nemmeno io ti bastavo, che hai preferito la tua stupida vita tranquilla e sicura a me” termina feroce.
Un lampo di rabbia passa negli occhi di Obito. “Io non ho scelto nulla, non mi hai nemmeno messo nella posizione di scegliere. Mi hai detto che saresti partito e basta, tu neanche per un secondo hai pensato a noi. Quando te l’ho chiesto hai detto che avremo trovato un modo. Certo, il tuo modo era lasciare che io ti aspettassi senza preoccupazioni”. Emette uno sbuffo sarcastico. 
“Che altro potevo dirti?”
“Potevi chiedermi di venire con te”.
Silenzio. Naruto lo guarda con la bocca socchiusa, già pronto a difendersi a un’accusa, ma resta zitto. Non ci aveva mai pensato.
“Saresti venuto?” chiede.
Obito incrocia le braccia, guarda in alto. “E chi lo sa? La storia non funziona con i se. Ma non ci hai mai pensato, sei scappato via e basta”.
Non ce la fa più, gli occhi gli pizzicano per le lacrime che vuole versare.
“Puoi smetterla di dire che sono scappato?”
“È quello che hai fatto”.
“Dovevo inseguire il mio sogno”.
“Ma andava bene lasciarmi indietro, no?” 
Serra gli occhi. “Non ho mai voluto lasciarti indietro”.
Sente Obito sospirare, dei passi sulla brina sul marciapiede e poi della stoffa che fruscia, barattoli in vetro che tintinnano. Apre gli occhi, la borsa della spesa è stata appoggiata su una panchina.
Gli occhi neri sono quelli di un uomo sconfitto.
“Io non ho mai voluto una vita tranquilla senza te”. Aggiunge, prima che dica qualcosa: “Torno a casa”.
 
**
 
Kushina si arrabbia per la spesa incompleta, ma Naruto non l’ascolta. Dopo cena si rintana nella sua camera in cima alle scale e si sente ancora un adolescente, la felpa con il cappuccio, le coperte pesanti e il telefono aperto sulla chat di Obito.
Ripensa a tutto quello che si sono detti e sente di aver detto le parole sbagliate, di non aver gestito quella conversazione come voleva. Non voleva che finisse con rinfacciamenti… In realtà non sa nemmeno in cosa sperava.
L’icona della chat di Obito diventa attiva, Naruto sgrana gli occhi quando vede che sta scrivendo un messaggio. Subito dopo compare:
Obito: Affacciati.
Acciglia lo sguardo, ma si alza dal letto e raggiunge la finestra. La spalanca e vede lì, sul giardino del retro, Obito. L’uomo solleva dei pattini.
“Tregua?”
Naruto sorride e annuisce. Poi, proprio come se fosse ancora un adolescente, si prepara per una fuga notturna dalla finestra.
 
Gli dice che non pattina da anni e Obito assicura che pattinare è come andare in bicicletta, quando lo impari non lo dimentichi più. È una stronzata e Naruto se ne rende conto appena arrivano al laghetto ghiacciato e superano il cancello chiuso, come due criminali. 
Cade appena mette piede sul ghiaccio scivoloso, si aggrappa a Obito e lo porta a terra con sé. Ripetono questa scena così tante volte che alla fine sono tutti sporchi di neve e ghiaccio, sudati sotto i vestiti pesanti e non riescono a smettere di ridere.
Naruto è costretto ad arrendersi alla sua incapacità e si lascia cadere a stella sul ghiaccio, il fiato che sale dalla sua bocca in nuvolette bianche. 
Obito lo segue poco dopo, stendendosi al suo fianco. 
“Sono un imbranato” piagnucola il più giovane.
Ride: “Sì, lo sei”.
Guarda il cielo e non ricordava ci fossero così tante stelle, l’inquinamento luminoso di Uzo le nasconde sempre tutte. Ci sono le luci della città, della ribalta, il rumore continuo della folla, degli applausi. Qui è tutto così silenzioso e buio…
“Mi dispiace averti bloccato. Sono stato uno stronzo”.
Naruto sposta lo sguardo su Obito, al suo fianco. “Sì, lo sei stato” mormora. Socchiude gli occhi. “Mi dispiace di non averti detto subito del colloquio…”
Obito emette un sospiro un po’ spezzato, poi si volta anche lui. Lo guarda e i suoi occhi sono neri proprio come il cielo che inghiotte Konoha.
“Pace?” chiede, esitante.
Naruto annuisce. “Pace”.
E passa sollievo negli occhi di Obito, come se un profondo dolore fosse stato cancellato, quel dolore che Naruto aveva messo lì dentro e che era lo stesso per lui.
 
 
 
 
 
Angolo dei gufi:
Zanzan! Ecco il tanto atteso ritrovo! Ditemi, ditemi! È come lo immaginavate, vi è piaciuto, vi ha fatto urlare? Sono curiosa!!!
Penso che questo sia e sarà il capitolo più lungo della raccolta, questa era la parte più delicata e volevo che si prendesse il suo tempo. Anche se sono stati comunque irrealisticamente troppo veloci nel sotterrare l’ascia di guerra hahahah. Volevo che fosse divisa in 1) momento di imbarazzo che si ha con una persona che conosci molto bene ma per ora per te è uno sconosciuto, 2) litigata dove si tira fuori quello che si deve, 3) tentativo di passare sopra e ricominciare come amici.
Tutto questo è un processo, secondo me, che meriterebbe più spazio per essere realistico. Ma i tempi di questa fic sono questi, quindi amen xD
Nel prossimo capitolo vedremo quanto questo tentativo di “solo amici” durerà hahahah.
Ci vediamo il 23 Dicembre, con il penultimo capitolo :D
Un bacio a soniacrivellaro e Chiccaxoxo per aver recensito l’ultimo capitolo <3
Hatta
 

 
 
 
 
   
 
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