4. What shall we use to fill the empty spaces
Cassie chiuse la porta, si tolse la giacca e la appese all’appendiabiti.
“Mi spiace che non ci sia molto spazio, io… Non ho molto da offrire…”
Si sentiva imbarazzata del suo piccolo appartamento ma Damiel le sorrise prendendole la mano. “È meravigliosa!” La genuina felicità dell’angelo rese Cassie orgogliosa del suo nido.
Aveva librerie in tutte le stanze. Ogni angolo era una perfetta nicchia per raggomitolarsi a leggere. E quel salotto sembrava illuminato di nuova luce ora che Damiel si era seduto in salotto.
E fu mentre lo osservava che ebbe la consapevolezza di non aver effettivamente un letto in cui ospitarlo. Non voleva dirgli di dormire sul divano, anche se probabilmente a lui non sarebbe dispiaciuto più di tanto. Ma Cassie si sentiva una persona orribile.
“Senti… Se ti dicessi che ho un solo letto e che ho poco altro da offrirti avresti brutti pensieri?”
Il candore di Damiel era maledettamente disarmante.
“Perché dovrei?”
Cassie rise e gli indicò la porta “Quindi se ti propongo di dormire assieme perché il mio divano è troppo piccolo per te e pieno di molle… Tu non penseresti che sono una poco di buono?”
Damiel sbatté le palpebre e Cassie si ricordò con chi stesse parlando.
Gli mostrò la stanza e poi ricercò nel cassettone qualcosa che potesse indossare, quando si voltò sobbalzò perché Damiel si era già tolto buona parte dei vestiti.
“Potevi aspettare un momento, vorrai i tuoi spazi”
Lui la osservò confuso “Non mi vergogno con te sei… come una mamma. È come se mi avessi visto nascere nella mia nuova vita umana”
Cassie ridacchiò imbarazzata e sgattaiolò fuori dalla stanza.
Per un attimo ebbe l’impressione di vedere un’ombra oltre la finestra, una figura pallida slanciata. Il viso malinconico, i capelli candidi come la neve. Ma nel tempo di un battito di ciglia era scomparsa. Lo sguardo corse lungo il corpo di Damiel, al come lo mostrasse senza timore al mondo e si vergognò dei propri pensieri, era veramente un angelo caduto.
….
Samael rimare tra le ombre, mentre il corpo umano di Damiel si mostrava davanti ai suoi occhi, inconsapevole. Non riusciva a distogliere lo sguardo da quelle spoglie mortali.
Per un secondo i profondi occhi scuri di Damiel corsero nella sua direzione.
Il freddo, la pioggia, il mondo dei mortali stava iniziato a divenire sempre più reale.