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Autore: jinkoria    22/12/2021    1 recensioni
[ BakuDeku, EndHawks, TodoKami, TouyaTenko | canon divergence/what if: tutti buoni | riferimenti spoiler post capitolo 290 ]
“Onorerò il Natale nel mio cuore e cercherò di tenerlo con me tutto l’anno.” Charles Dickens.
Di Katsuki e Izuku che stanno insieme, camminano allo stesso passo e inciampano in egual modo.
Di Enji che sta imparando cosa sia il Natale per regalarne il migliore a Keigo.
Di Shouto e Touya che lo riscoprono in Denki e Tenko.
O, più semplicemente: di venticinque giorni in cui gli eroi si fanno carico della missione più speciale: prepararsi ad accogliere il Natale. E a fare i buoni, più o meno... fintanto che non c'è il vischio.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Endeavor, Hawks, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Bonsoir, innanzitutto non poteva capitarmi tipologia di prompt più lontana dal mio essere, w l'inverno e il freddo glaciale. Mi sono anche accorta di essere andata molto sui Todoroki e poco sui bakudeku in corso d'opera, in mia difesa l'anno scorso ho dato abbondantemente e quest'anno ho inserito pairing che mi tentano troppo ogni giorno ed ecco perché loro, come gli endhawks alla fine, li ho solo menzionati qua e là XD mi piacerebbe riuscire a fare qualcosa di più grazioso nel corso del 2022, tutto per loro; ormai lascio andar così! È il bello e il brutto del giorno per giorno, se non assecondo ciò che mi viene più facile aggiorno alle 23.55 per pietà misericordiosa! Ho pure notato che è proprio il mood della raccolta a essere cambiato andando avanti, molto diverso da come lo avevo immaginato, i capitoli sono sì autoconclusivi ma mi sembra mooolto più... uniforme??? NON SO, però sì insomma... that's it :D Avevo detto una cosa e ne è venuta fuori un'altra, devo dire pure però che l'anno scorso i prompt mi sembravano molto più diversi, qui invece ogni 3x2 c'è questo o quello che muore di freddo e/o si vuole scaldare .____. mi sto stancando pure io a scrivere sempre dello stesso tema fskhsh. Quindi- insomma, sì. Uno spaccato per chiudere del tutto il cerchio di questo capitolo aperto ieri e concluso, in termini di definizione, oggi! Nel prossimo però giuro tornano Katsuki e Izuku e i todokami. Nel senso, è vero, mi servono proprio. 
Grazie del passaggio, buona lettura e a domani, ormai sono le ultime battute! 
💚❤️ 


 

 

-22:  Sitting by the heather to warm up – “My feet are so cold, I hate winter.”

 

Tenko fissò astioso il calendario, lo scorrere dei giorni troppo lento.

«Odio l’inverno» borbottò sentitamente, le mani incassate sotto le ascelle; era in piedi davanti alla stufa, nel tentativo di far scaldare le gambe, rigide come blocchi di ghiaccio.

Fulminò Touya con lo sguardo quando lo sentì ridacchiare, la voce canzonatoria «È appena iniziato, temo ti toccherà resistere come si deve».

Il più giovane si voltò di nuovo dall’altra parte, preferì guardare il muro anziché lasciarsi sbeffeggiare così spudoratamente dal suo…

Da quello. Che di certo non aveva capito quanto seria fosse la sua ostilità verso la temperatura bassa ai limiti del crudele, tanto da vedere nuvolette di condensa davanti a sé a ogni respiro, complice anche la forte nevicata degli ultimi giorni che non voleva saperne di stemperare o calmarsi neppure un po’.

Ancora, l’altro lo chiamò con tono più alto, seduto sul divano col braccio sulla spalliera «Se vieni qui ti scaldo personalmente».

Le orecchie di Tenko arsero come erba secca stuzzicata da un semplice, innocuo fiammifero acceso, rabbrividendo come se lo avessero spinto, per contro, dentro una cella frigorifera.

«Ti ho già detto di non fare lo spiritoso su certe cose» mugugnò, tra l’imbarazzato e l’offeso, perché non gli era ancora chiaro quanto poter prendere sul serio il coinquilino e quanto invece dovesse continuare a mantenersi a distanza di sicurezza.

Distanza che la voce stavolta quasi rammaricata di Touya contribuì ad accorciare, colpa del tono da cucciolo bastonato «Dicevo davvero, sai che posso aiutarti in questo» disse perciò, salvo poi ripensarci «Anche se poco, siccome non è molto sicuro… Forse è meglio ti prenda un’altra coperta».

Fece per alzarsi, intenzionato ad andare in camera per raccattare il proprio piumone, quando Tenko lo anticipò nel piombargli addosso a peso morto, tanto da affondare il gomito nel suo stomaco; uggiolò di dolore, il fiato mozzato per il colpo a tradimento, tuttavia non poté fare a meno di spalancare gli occhi nel rendersi conto come l’altro gli si fosse raggomitolato contro, il viso appoggiato al suo petto e le mani incastrate tra loro per scaldarle al meglio.

«Che stai-».

«Hai paura, che le mie mani siano così vicine a te?».

La domanda spiazzò Todoroki, il quale si accorse di come le dita dell’altro, tutte e dieci, stessero carezzandogli il fianco; guardava avanti, dove la tv era accesa su un anime di cui non aveva visto mai una puntata perché non era riuscito a convincerlo a guardarlo insieme, Touya, eppure adesso pareva così interessato.

Socchiuse gli occhi, portando la propria mano - quella dapprima posata sulla spalliera, il cui braccio circondava il più piccolo – sul viso di Tenko, lì dove le ciocche corvine coprivano le orecchie e le tirò appena, giusto per scoprire la pelle arrossata e rovente sotto i polpastrelli, persino per lui già di per sé alquanto caldo: in risposta, quello gli si strinse di più contro.

«No» replicò, sincero, le falangi immerse nei capelli morbidi; aveva capito il perché della domanda, cosa sottintendesse.

Hai paura del mio potere instabile?

Lo era anche il suo, d’altronde. Uno dei motivi per cui Touya se lo era preso tanto a cuore, anni addietro, quel ragazzino a cui non era rimasto nessuno se non se stesso. Lo aveva scelto, Tenko spesso lo riprendeva su questo, come se fosse un cane portato via dal canile, eppure non aveva mai pensato di essere stato il salvatore nelle loro vite, bensì il salvato. Ogni giorno, per qualche motivo, non poteva far a meno di pensare a quanto la sua esistenza stesse prendendo pieghe piano piano più distese, uniformi, meno difficili da dispiegare, perché c’era l’altro con sé a incitarlo a fare un passo indietro.

Anche l’altra mano raggiunse il volto del ragazzo, ne afferrò il mento tra dito e pollice e lo sollevò per guardarlo negli occhi.

«Ti serve qualcosa?» ironizzò Shimura, sebbene non trasparisse davvero ironia nelle sue parole calme e sussurrate.

L’angolo della bocca di Touya si sollevò appena verso l’alto, poi si chinò e lo baciò, sorridendo in maniera più sentita quando percepì la presa sulla sua maglietta farsi forte al punto da tirare e stropicciarla, non era però un gesto da interpretare come richiesta a fermarsi perché fu Tenko stesso a inclinare il collo e schiudere le labbra per dargli maggiore possibilità di azione.

«Ci hai già preso gusto?».

Quello gli morse il labbro per ripicca e lo uccise «Fin troppo».

«Non dirlo come se ti avessero appena estratto un dente del giudizio».

Tenko si allontanò ma il giusto per nascondere il volto nell’incavo del suo collo, godendo internamente del brivido scatenato all’altro poiché aveva il naso talmente freddo che, quando lo toccò nel posizionarsi, non poté rimanerne indifferente – forse anche perché non si aspettava il contatto, che si ripeté quando Touya si allungò appena per recuperare il plaid alle sue spalle, lasciato sul divano per le pennichelle pomeridiane, e coprirlo al meglio.

Non era la prima volta che si ritrovavano così, lo pensarono entrambi, rimasti in silenzio a seguire il resto dell’episodio e commentandolo di tanto in tanto persino, specie perché Tenko non aveva chiaro cosa stesse succedendo e pertanto faceva domande e osservazioni molto più spesso.

Touya adorò ogni secondo di quel momento, gli esplose qualcosa nel petto quando l’altro gli chiese se potessero continuare a guardare quella stessa serie, di cui era prevista una maratona per la giornata, perché tutto quell’interesse, la curiosità, la voglia di parlarne, era solo per prolungare il momento. Seppure non servissero scuse, per quanto lo riguardava Tenko avrebbe potuto anche addormentarsi mentre imprecava ancora contro il freddo, di cui pareva allo stesso tempo dimentico, complice la temperatura che Touya stava mantenendo affinché si scaldasse persino dove non riusciva a toccarlo personalmente; averlo lì, in quell’abbraccio da loro eppure diverso, con quel di più raggiunto per uno scherzo e che aveva cambiato davvero poco al loro rapporto – che si baciassero, per dirne una – , era quanto di più bello e prezioso potesse avere e in cui avrebbe mai potuto sperare.

Strofinando la faccia contro il suo petto, Tenko mormorò «Sei davvero meglio di una stufa».

Tu sei meglio di qualsiasi cosa.

«Touya».

«Mh?».

«Mi andrebbe della cioccolata».

Todoroki parlò con divertimento «Sei sicuro vuoi mi alzi? Fa ancora freddo».

Di nuovo, pensò di morire quando quello sollevò la testa il giusto per guardarlo dabbasso, le iridi illuminate dalla richiesta – più pretesa, in realtà, ma non gli pesò. Difatti si alzò subito dopo, aiutandolo a infagottarsi al meglio nel plaid, poi andò a recuperare la stufetta per posizionarla lì davanti intanto che stava di là, dall’altra parte della grande sala.

Quando tornò, in mano le fumanti tazze con la bevanda, entrambi ebbero una sensazione di già vissuto; non lo condivisero tra loro ma erano certi fosse anche l’altro avesse riportato a galla il medesimo ricordo.

Touya si rimise a posto, stavolta però Shimura sollevò la coperta e la estese all’altro, grande abbastanza da coprirgli in parte le gambe e il gesto lo intenerì fin troppo – non ne aveva bisogno, le uniche volte in cui aveva sofferto il freddo erano quelle legate a uno stato di salute non proprio ottimale, tuttavia fu tenerezza tutto ciò che riuscì a provare a quel gesto così semplice eppure affettuoso, una premura con sottintesa voglia di avvicinarsi ancora.

Per un attimo, mentre l’altro aveva iniziato a fargli il riepilogo di quanto perso durante l’episodio, Touya pensò a quanto fortunato fosse stato a innamorarsi proprio di Tenko.

Quando questo lo chiamò, il più grande trasalì, per un attimo temette di aver parlato ad alta voce. Non che già non glielo avesse detto, la sera prima, in un modo sconclusionato e in risposta a una altrettanto confusa dichiarazione, però c’era comunque stato quel momento.

Diede un colpo di tosse per ricomporsi, dunque chiese «Che c’è?».

Lo vide giocherellare con la tazza, osservarne il liquido azzurrino, dato dalla menta, ballarvi all’interno grazie ai movimenti oscillatori, infine rispondergli con tono assorto ma con una nota quasi soddisfatta nella voce «Ieri ho visto che Natsuo aveva preparato della cioccolata calda» spiegò «Mi ha detto glielo hai insegnato tu».

Touya corrugò la fronte con perplessità e parlò con cautela, lento, fiutando il pericolo dietro l’angolo «E…?».

Stavolta lo sentì completamente, il modo in cui Tenko stava sorridendo, seppure continuasse a non guardarlo.

All’improvviso, memore della conversazione col fratello, intuì dove volesse andare a parare, cosa le parole a seguire sottintendessero.

«Mi ha anche detto che gli hai insegnato a farla per la persona che gli piace».

Per un intenso momento Touya desiderò poter cancellare quell’aneddoto rivelatore dalla memoria del suo ragazzo, perché implicava un’ammissione, nonostante già ammessa, ribadita con un tranello dall’apparenza fin troppo innocente.

Fu però la felicità con cui Tenko lo disse, capito lui stesso quanto tutto ciò successo negli anni, non solo negli ultimi giorni, fosse frutto di quanto coltivato tra loro da sempre, che gli impedì di vergognarsi davvero di essere stato scoperto così, tradito da un suo raro gesto di spirito fraterno.

Sfilò la tazza dalle mani del ragazzo, il quale sollevò il viso in direzione della stessa per istinto.

Touya baciò quel volto ricoperto stupidamente d’amore e a sua volta si lasciò inondare dall’altro per tanto di quel tempo da non riuscire a quantificarlo.

La stufa era stata spenta da un pezzo, non più necessaria; sul tavolo di fronte al divano due tazze di cioccolata calda lasciata a metà e che non sarebbero riusciti a finire prima si freddasse.






 

   
 
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