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Autore: LaTuM    23/12/2021    2 recensioni
A Tokyo sono sempre tutti di corsa: lavoratori ed eroi tornano a casa tardi, stanchi e affamati. Per fortuna però esiste un luogo dove il tempo si ferma. E' la Tavola Calda di Mezzanotte, così la chiamano i clienti di quel piccolo locale pronto ad accogliere, tra mezzanotte e le cinque, chiunque abbia fame. Ci sono pochi piatti in menù, ma chiedete allo chef, se ha gli ingredienti vi preparerà qualunque cosa vogliate.
[BakuDeku, ispirata a Midnight Diner – future!fic – Pro Heros]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo Chef di Mezzanotte - Capitolo 5

Disclaimer: Boku no Hero Academia e Midnight Diner – Tokyo Stories non mi appartengono e non scrivo a scopo di lucro.


Lo Chef di Mezzanotte

Hero Tales


Cetrioli piccanti in agrodolce



Dopo la sera in cui si era fermato fino alla chiusura, Izuku non ebbe più modo di tornare al ristorante di Katsuki per diversi giorni. Dopo aver lavorato dalle sette alle… non era sicuro che ora avesse tirato, ma sicuramente aveva trascorso sveglio quasi quarantotto ore, andò a casa e dormì praticamente fino alla sveglia delle cinque della mattina successiva quando avrebbe dovuto iniziare il turno. Fece tre turni la mattina e due di pattugliamento notturno. Per un momento, una notte, ebbe la tentazione di andare a mangiare qualcosa da Kacchan, ma la prima volta che era andato con il suo costume da Hero non c’era nessuno e nessuno lo conosceva come cliente abituale. Ora invece avrebbe rischiato di far saltare la copertura dell’amico (sempre che copertura fosse, perché davvero, Kacchan non aveva mai fatto niente di ché per nascondere chi fosse e agli altri pareva semplicemente non importare). Quando alle due di notte lo stomaco di Izuku cominciò a mormorare infastidito dalla fame, il ragazzo si accontentò di alcuni dorayaki. Per quanto sfiziosi, caldi e sazianti, era più che certo che se li avessi chiesti a Kacchan i suoi sarebbero stati sicuramente migliori.

Nei giorni passati i suoi turni non erano ma coincisi con quelli dell’amico e si chiese come stesse, se si fosse infastidito perché non era più andato… in fondo gli aveva chiaramente detto che non gli creava il minimo disturbo averlo nel suo ristorante e che se così fosse stato sarebbe stato lui il primo a non invitarlo (cosa che invece aveva già fatto un paio di volte).

Arrivarono finalmente le sei di mattina: il turno era trascorso tranquillo, solo un paio di piccoli furti e qualche intervento di ordinaria routine, ma niente di grave e pericoloso e Izuku poté finalmente andare a casa a dormire, puntando la sveglia perché quella sera sarebbe andato da Kacchan. Voleva rivederlo e aveva voglia che l’amico gli cucinasse qualcosa: avrebbe potuto provare a chiedergli dei dorayaki e magari una bella tempura (nell’ordine inverso). Oppure prendere la soba che aveva in menù. O magari del tofu piccante. Sì, non era un gran mangiatore di cibo piccante e poteva essere pericoloso chiederlo a Kacchan, ma decise che quella sera gli avrebbe chiesto di preparargli del tofu piccante. E con l’acquolina in bocca al pensiero, si lanciò sul materasso. Aveva avuto malapena la forza di lavarsi i denti e mettersi il pigiama. La doccia se la sarebbe fatta tra qualche ora.


Se c’era una cosa a cui Deku non era mai riuscito a resistere era intervenire davanti a una richiesta d’aiuto.

Così quando sentì una voce che diceva ‘qualcuno ci aiuti’ il suo corpo, come sempre, si mosse da solo e raggiunse quello che era un piccolo negozio di alimentari con un piccolo espositore esterno di legno che era praticamente crollato, facendo rotolare per terra gran parte della merce. Deku non esitò un secondo a richiamare Frusta Nera e bloccare tutti i ragazzini che stavano correndo via con la preziosissima frutta e verdura che venivano vendute da due signore sulla sessantina che non avevano la forza di rincorrere i ladruncoli. Non che non fossero in gamba, ma contro dei marmocchi di meno di dieci anni c’era poco da fare.

Ragazzi...” li ammonì Deku guardandoli con occhi severi.

Era un scherzo signor Eroe!” disse uno di quelli, seriamente impaurito dall’essersi trovato catturato da un Quirk che fino a qualche giorno prima aveva solo visto in televisione.

Ci scusi signor Hero Deku” disse un altro abbassando lo sguardo.

Izuku si voltò verso le due signore che scossero la testa sconsolate.

Cosa desiderate fare?”

Può accompagnare questi giovanotti al gabbiotto della polizia all’angolo?” disse una delle due “Non vorrei sembrarle insensibile, ma rubare è sbagliato. Qualche ora con un poliziotto gli farà solo bene” mormorò poi avvicinandosi a lui, così da essere certa che i ragazzini non la sentissero. Ci vollero due minuti per accompagnare i tre bambini dal poliziotto di quartiere che assicurò ad Izuku che si sarebbe fatto carico di lui di spiegargli chiaramente la situazione e avvisare i loro genitori. Evidentemente non era un evento così raro e sporadico.

Quando Deku tornò sulla sua strada incrociò nuovamente il negozio di alimentari e le due signore, nel tentativo di ringraziarlo, gli misero tra le braccia un cospicuo numero di cetrioli (senza dargli nemmeno un sacchetto) e con quelli ancora le tra braccia raggiunse il ristorante di Kacchan. Non riuscendo ad aprire la porta chiese da fuori se qualcuno potesse aprirgli e poco dopo fu Kacchan stesso ad aprire.

“Oi!”

“Ciao Kacchan” lo salutò il ragazzo con un sorriso, felice di rivederlo dopo quella che gli era sembrata un’eternità (quasi una settimana intera senza vedere Kacchan ERA un’eternità).

“Hai fatto spesa?” lo prese in giro in biondo.

“In realtà sono per te” rispose Izuku mettendogli i cetrioli tra le braccia.

“Sai… di solito quando si devono dire cose importanti si regalano mazzi di fiori” rincarò la dose Katsuki facendolo arrossire fino alle orecchie.

“Veramente me li hanno dati due signore di un negozio che incrociato per venire qua. Ho bloccato qualche ragazzino che stava cercando di rubargli la merce e questo credo sia il loro modo si ringraziarmi.”

“Pure un regalo di seconda mano... sei proprio pessimo merDeku” gli disse il biondo facendogli però cenno con la testa di entrare.

“Vuoi qualcosa di particolare?”

“Una birra. E mi chiedevo se potessi prepararmi del tofu piccante. Di solito hai sempre il tofu in casa, e conoscendoti so quanto ami le spezie. La prima volta che sono venuto qui dei tuoi clienti avevano detto che avevi fatto dei mochi piccanti – o che li avresti fatti? Non mi ricordo – quindi direi che sul piccante vado sicuro. Non troppo però, non sono abituato come te. Mentre il tofu… beh di solito ce l’hai sempre, ma se non ce l’hai non importa, va bene tutto, sinceramente non so se ho davvero molta fame. No, ok sono affamato, ma non voglio disturbarti quindi mi andrebbe bene anche la zuppa di miso o la sob-”

“VUOI DARCI UN TAGLIO MERDEKU?!!” urlò Kacchan per farlo stare zitto. Quando Izuku pativa con i suoi monologhi non si poteva fare altrimenti.

“Sì, scusami è che io...” ma si zittì subito vedendo l’espressione del biondo.

“Siediti che ti porto a birra. E sì, la regola è mi dici cosa vorresti e io vedo se ho gli ingredienti. Non pensare a cosa potrei cucinarti in base a come soffia il vento oggi e cosa potrebbe esserci nella mia cucina. Ho il tofu, ho il peperoncino e ora ho anche una piantagione di cetrioli” disse il ragazzo posando la suddetta piantagione sul ripiano della piccola cucina sul retro prima di andare a prendere una birra dal frigorifero e portarla a Izuku insieme a un bicchiere.

“Il tofu arriva tra poco” disse poi andando in cucina.

“Mi spiace non essere più passato. Ho avuto dei turni piuttosto incompatibili con queste uscite serali...”

“Lo so, lavoriamo per la stessa agenzia” gli fece presente Katsuki mentre tagliava a cubetti un panetto di tofu che aveva già fatto asciugare.

“Già, giusto, hai ragione.”

“Come sempre...”

“Come sono andati questi giorni?” chiese poi Izuku dopo aver bevuto un abbondante sorso di birra.

“Lavoro e lavoro… tutto da copione” fu la risposta che sentì Izuku prima che le altre parole venissero coperte dallo sfrigolio dell’olio che accoglieva i cubetti di tofu.

Dopo qualche minuto nel piccolo locale si sparse un profumo agrodolce dato da quello che Izuku pensò essere della salsa di pomodoro con aceto e sicuramente un’abbondante dose di peperoncino. Forse non avrebbe dovuto bere già metà della sua birra.

“Hai preferenze per i cetrioli?”

Izuku cercò di articolare una risposta sensata che però non venne.

“Non importa, ho già deciso” rispose Katsuki mentre in una ciotola metteva olio di sesamo, salsa di soia, zucchero, aceto di riso, peperoncino e, dopo aver dato una bella mescolata, aggiunse delle striscioline di cetriolo che aveva ricavato usando un pelapatate. Mischiò il tutto con le bacchette e guarnì con del peperoncino in fiocchi e dei semi di sesamo bianco e nero. Poi versò il tofu piccante in un’altra ciotola accompagnato da un po’ di riso e portò il tutto a Deku.

“Kacchan, sembra buonissimo!”

“Assaggia e dimmi se lo è invece di fare congetture.”

Izuku non fece in tempo a prendere le bacchette che entrarono un paio di ragazzi che non aveva mai visto ma che salutarono Kacchan come se si conoscessero da un po’.

“Due birre, udon con verdure, riso con tofu fritto e… quei cetrioli sembrano piuttosto buoni. Potremmo averne una porzione?”

Kacchan incrociò le braccia e diede un’occhiata alla cucina – oramai Izuku aveva imparato che era più un gesto di rito che la vera necessità di controllare la presenza o meno degli ingredienti per preparare il piatto richiesto. Kacchan conosceva a memoria persino il peso di quanto aveva acquistato e quanto aveva usato, voltarsi con il busto in direzione della cucina era un rituale che andava ad accrescere l’attesa del cliente, incerto se la sua richiesta sarebbe stata soddisfatta o meno.

“Sì, arriva tutto tra poco” rispose il biondo prima di andare a prendere le birre.

Deku divise le bacchette ringraziò per il cibo che aveva davanti e, sotto lo sguardo discreto di Kacchan, assaggiò in primis i cetrioli e si stupì di quanto un contorno così semplice fosse anche così gustoso e soddisfacente.

“Allora?” gli chiese Katsuki posando le birre dei nuovi clienti sul bancone.

“Deliziosi. Ma non mi aspettavo nulla di diverso. La salsa è perfetta perché è più corposa della semplice salsa di soia, c’è il sapore agrodolce che accompagna la freschezza del cetriolo e la nota piccante mitigata dall’insieme dei sapori. Mentre la croccantezza data dai semi di sesamo è perfetta!”

Izuku si fermò solo quando sentì sei occhi puntati addosso.

“Sei un critico culinario?” chiese uno dei due ragazzi sorpreso ricevendo una gomitata dall’altro.

“Ma non lo vedi che è Deku!” disse entusiasta “Sei un borghese, ma sei tu vero?”

Izuku incassò la testa nelle spalle sorridendo timidamente.

“Può darsi...”

“Hey, chef! L’avrei mai detto che un Hero sarebbe venuto nel tuo locale?” disse uno dei due – che Deku scoprì volente o nolente chiamarsi Yosuke.

“Ma davvero? Che onore...” commentò beffardo sparendo velocemente in cucina. Avevano già riconosciuto Deku, se li avessero visti un affianco all’altro sarebbe stato troppo ovvio fare due più due, così iniziò a cucinare quanto richiesto da Yosuke e Maiko prima che dal bancone arrivasse l’ordine di Takashi che gli chiedeva a sua volta i cetrioli. Stavano avendo successo… avrebbe fatto uno sconto a Deku, visto che gli altri ospiti ordinavano come sempre e in più volevano assaggiare la ricetta che era si era inventato sul momento.

“Ringraziate Zuku-kun per questi” disse il biondo calcando il tono sul nome e scoccando un’occhiataccia a Yosuke e Maiko che non prometteva nulla di buono se avessero provato a fare commenti sugli eroi. Katsuki immaginava l’avessero riconosciuto a quel punto, ma quando i due ragazzi se ne andarono ringraziandolo – e ringraziando Deku per i cetrioli – chiamarono lui chef e Izuku Zuku-kun, senza fare il minimo accenno ad altro.

Fu una delle sere più belle che Izuku ricordò di aver trascorso a ristorante di Kacchan dalla prima volta che vi aveva messo piede. Nonostante l’ora tarda, nessuno sembra voler andar via c’era tanta voglia di chiacchierare e rilassarsi, persino Katsuki sembrava particolarmente di buon umore. Così di buon umore, che quando tutti ebbero pagato la loro parte, l’ultimo giro di sakè lo offrì lui e nessuno rifiutò l’offerta. Bevvero con un ultimo piccolo brindisi e quando uscirono, erano tutti più leggeri e sorridenti. Izuku sentiva le guance andargli a fuoco, ma non era sicuro se fosse stato per colpa del sakè, del peperoncino o del sorriso sincero che aveva visto dipingersi così tante volto sul volto di Kacchan quella sera.


Note dell’autrice:

Adoro questa ricetta per i cetrioli che ho trovato della YouTuber veg mina_rome, questa estate che avevo un polso rotto era una delle poche cose che riuscivo a prepararmi senza troppe difficoltà.


   
 
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