Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Miss_Fantasy    23/12/2021    2 recensioni
Solo un sogno.... che non realizzerò mai o forse sì.....
Un ragazzo disabile. Un sogno. Un incontro. Tanti casini.
(Questa storia è collegata a "Tutta colpa di Kurama!!!!" ma se si vuole si può anche leggerla singolarmente)
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Mpreg
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⚠️Attenzione⚠️

Eren della mia storia è un mix dell'Eren che conosciamo tutti ed Eren di Attack on School.

Eren (SNK): è un ragazzo impulsivo e testardo, attributi che derivano dalla sua forte determinazione nel voler proteggere l'umanità ed al suo desiderio di visitare il mondo fuori dalle mura. 

Eren (AOS): persona normale con nessun sogno e un po' annoiato da tutto. (Vi lascio il link al fine del capitolo)




 

Rileggo per l'ennesima volta la stessa riga del libro che ho appoggiato sul banco. Alla fine questa mattina non è servita a niente, visto che la persona che dovevo incontrare non era neanche stata avvertita. Quindi mi toccherà tornare domani. Mentre faccio questi pensieri, sento il cellulare che mi vibra nella tasca della divisa.

Mi guardo intorno per controllare se qualcuno si sia girato verso di me per vedere chi mi ha scritto. Noto subito che è il gruppo formato dai miei colleghi di lavoro che si stanno mettendo d'accordo per incontrarci questo pomeriggio per una cioccolata calda. Rispondo che per me va bene, ma che non posso rimanere tanto perché devo mettere giù i primi bozzetti. L si è anche "premurato" di darmi una lista lunga tre metri su quello che vuole o quello che non vuole.

Alla fine viene deciso che ci incontriamo in un bar rinomato di Tokyo, ma le segretarie mi verranno a prendermi da scuola per andarci insieme dopo. È una vera fortuna che i miei amici hanno disdetto all'ultimo per oggi, anche se devo assolutamente organizzare una serata film con tutti loro. Non lo facciamo da quasi quattro settimane e mi sento un po' in colpa, soprattutto con Naruto che non mi sembra stia passando un bel periodo.... Mi sento molto in colpa per non essergli di alcun sostegno.

Il suono della campanella mi risveglia dalla mia trance. Tutti gli studenti cominciano a tirare fuori il loro pranzo, invece io, che sono scemo, l'ho dimenticato sul tavolo. Ma non è un grosso problema... almeno così evito di ingrassare, vuol dire che mangerò di più a cena. Sempre se mi ricordo di mangiare. Sospiro frustrato da tutta la situazione che si è venuta a creare. Guardo fuori dalla finestra: nonostante sia inverno oggi c'è una bella giornata di sole, ma non è assolutamente calda.

-Eren...- mi sento chiamare da una voce strana ed alzo gli occhi, ritrovandomi davanti Naruto o, per meglio dire, l'ombra del mio migliore amico. Mi preoccupo, ma rimango con il volto inespressivo.

-Sì?- chiedo preoccupato, anche se dal mio viso non si direbbe. L'ho visto solo una volta nello stato in cui si trova ora e mi ricordo che era completamente sbroccato per una settimana. 

-Vieni con me?- mi dice lui senza troppi giri di parole. Lo seguo senza dire altro e andiamo sul tetto, dove ci spostiamo sotto al porticato poco distante dalla porta di entrata. Lo guardo come per incitarlo a parlare e lui semplicemente si siede per terra portandosi le gambe al petto. 

-Eren, sei il mio migliore amico da molti anni e per adesso sei l'unico che saprà questa cosa... Sai il ragazzo nuovo? Io e lui abbiamo cominciato ad uscire insieme non da tanto... da qualche giorno per la precisione... È da qualche tempo che penso di essere bisessuale, ma non ti ho voluto dire niente perché non ero sicuro... Spero vivamente che nonostante tutto rimarremo amici... Ti prego, non odiarmi se non te l'ho detto subito e, anzi, ti ho mandato via. Vorrei farti conoscere il mio ragazzo e vorrei la tua approvazione- dice lui come un fiume in piena, mentre io mi limito ad ascoltarlo. Una volta capito che ha finito, lo abbraccio forte; di solito io non adoro le dimostrazioni di affetto, ma con lui non riesco ad essere freddo o indifferente come con tutti gli altri.

-Naru, sei il mio migliore amico e io ti vorrò sempre bene e questa cosa non cambierà né ora né mai. Sei una persona meravigliosa, affettuosa, generosa... ok, alcune volte un po' caotica, ma è per questo che ti voglio bene. Non mi interessa di che sesso è la persona con la quale stai insieme finché ti ama veramente. Io ti sosterrò in qualunque tua decisione e sarò sempre al tuo fianco- dico. Lui l'unica cosa che fa è mettere la faccia nel'incavo del mio collo. Mi viene in mente in quel'istante una frase che mi ha detto Levi una sera in cui stavamo guardando il cartone della Bella e la Bestia.

-L'amore non è solo un sentimento. È un'arte- dico senza neanche pensare. La mia mente vaga ancora a dopo la fine del film: dopo la sua risposta non proseguimmo il discorso.

Rimaniamo lì fino al suono della campanella, per poi andare in classe e continuare le lezioni. Una volta finite, Naruto voleva farmi conoscere il suo fidanzato, ma io avevo già altri piani. Nonostante ci sia rimasto un po' male, mi ha lasciato andare e gli ho promesso che l'avrei incontrato il prima possibile. Nonostante mi senta un po' in colpa a non avergli detto niente del mio lavoro o di Levi. Lui si è aperto con me, però io non ho fatto altrettanto... ma penso che rimedierò molto presto.

Mentre aspetto che arrivi l'auto che mi viene a prendere, guardo il telefono per vedere tutte le persone che mi hanno cercato. È da questa mattina non ho preso ancora il telefono in mano. L'ultima persona che mi ha scritto è stato Levi un paio di ore fa.
 

Levi[14:30]:

Ok moccioso, hai qualche impegno stasera?

 

Gli rispondo che non ho nessun impegno e gli chiedo il perché. Dopo pochi minuti ricevo le informazioni che gli avevo chiesto.


 

Levi[14:32]

Stavo pensando di ordinare una pizza e vedere magari insieme un film?

 

Gli confermo che per me va bene. Ci vediamo alle otto da lui, e poi mi chiede se vorrei altro; azzardo a dirgli che vorrei avere un pezzo di torta alla fragola, però di non preoccuparsi se non ne riesce a trovare per niente.

-Eren!!!- mi sento chiamare. È la voce di Isabel che mi raggiunge, seguita da Furlan e gli altri due membri del gruppo, che intanto stanno scendendo da una macchina bianca parcheggiata poco lontano. Per fortuna sono stato l'ultimo a lasciare l'edificio così che nessuno possa vedere l'auto. Mi farebbe troppo strano avere tutte quelle attenzioni da coloro che mi hanno preso in giro.

-Ciao Isa, come stai oggi? Com'è andata? Come mai qui?- dico sorpreso, perché da quello che avevo letto nei messaggi doveva solo venire un'auto, ma non doveva esserci nessuno... almeno credevo. Invece mi trovo circondato dai miei colleghi e capi. La cosa non potrebbe farmi che piacere, ma sono comunque un po' confuso.

-Sto bene, grazie. Sì, sono qui per venirti a prendere. Sì, sì, lo so che non ci doveva essere nessuno, ma non ho resistito. E poi gli altri mi hanno seguito; ma ora andiamo in auto che siamo in ritardo- mi spiega con il solito entusiasmo, anche se mi sembra molto più di frettolosa, quindi non faccio storie e li seguo in auto.

-Spero che ti piaccia una Rolls Royce black badge- mi chiede Hanji mentre ci dirigiamo verso due macchine: una bianca e una nera sempre della stessa marca. Non me ne intendo molto di macchine, quindi mi limito ad annuire.

-Non ti preoccupare, anche io non mi intendo molto di macchine- mi sussurra all'orecchio orecchio Furlan che sembra aver capito il mio disagio. Annuisco semplicemente.

Ci dividiamo in due gruppi. Una la prendiamo io, Furlan e Isabel, mentre la seconda auto viene usata dagli altri due. Partiamo e dopo una buona mezz'ora arriviamo. Dell'auto non ho visto praticamente niente perché ero troppo impegnato ad ascoltare Isabel che parlava a raffica ed era super energica

Come sempre il centro è sempre bellissimo, illuminato da un sacco di cartelloni, soprattutto da quelli dei No Name che ormai costellano tutte le strade. Non ci faccio più neanche tanto caso mentre noto che Hanji e Mike indossano entrambi una camicia con sopra una giacca di velluto nera molto grande, mentre i pantaloni sono a zampa di elefante e che per finire hanno delle scarpe eleganti lucide. Ma la cosa che si nota di più sono i gioielli, che ho già visto anche nella pubblicità di Swarovski: si tratta di una collana che parte stretta al collo, ma che si allarga sempre di più fino a coprire le spalle. Invece, alle orecchie vengono messi gli orecchini molto molto lunghi che arrivano quasi a metà petto, mentre gli occhi sono bendati da una fascia con i glitter bianca i cui bordi scendono dei piccoli gioielli fino al naso. Noto che entrambi sono truccati, ma non in modo pesante. La cosa che spicca di più è il rossetto color rosso sangue. Non sembrano incuranti degli sguardi che ricevono dai diversi passanti, anzi, sembrano molto divertiti e io li invidio perché vorrei avere anch'io la loro stessa disinvoltura.

-Ti dà fastidio che siamo truccati come delle donne?- mi chiede Mike, guardandomi dopo un po' che li fisso. Scuoto la testa in segno di negazione mentre distolgo lo sguardo e mi sento i suoi occhi addosso per qualche minuto come per capire se stia mentendo o meno, ma alla fine cede e lascia perdere il discorso. Poi veniamo raggiunti da Hanji, molto felice del suo look che mi mostra in ogni singolo dettaglio, prima di correre felice da qualche parte lasciandoci lì confusi.

-Di solito nel tempo libero non siamo vestiti così, ma visto che stiamo collaborando con gli uomini più famosi al mondo e siamo appena usciti dalla sala per le foto...- mi spiega M e sto per ribattere, ma in quel momento arriva H che lo strascina via praticamente rimanendo da solo.

Noto che molti colleghi non sembrano farci caso all'abbigliamento che indossano i nostri capi, anzi, sembra abbastanza normale che molti siano vestiti in modo appariscente: capelli colorati, orecchini, gonne, pantaloni, camice... non importa il genere della persona che indossa qualcosa di osé. Rimango molto stupito dalla cosa, piacevolmente sorpreso, e non mi sento per niente fuori posto, anche se è la prima volta che vedo tanta gente. Sono abituato alle uniformi scolastiche e non vengono mai viste molto bene le persone che si colorano i capelli di colori sgargianti o che sono diverse dalla massa. 

-Sembri molto sorpreso nel vedere questa gente, qualcosa non va?- mi chiede la voce di Petra vicino a me, io semplicemente annuisco e lei ride in modo leggero.

-In realtà sì. È molto raro per me vedere persone così... I capi non dicono niente?- rispondo io continuando a guardare di fronte a me.

-No, nonostante sembrino molto cattivi tra virgolette non lo sono più del necessario. Naturalmente, come in ogni posto di lavoro, c'è un codice di abbigliamento che è quello che hai già visto tu, ma nel tempo libero possiamo indossare quello che vogliamo. Anzi, i nostri capi sono di mentalità molto aperta su molte cose. Lo stesso L ama indossare gioielli, principalmente quelli neri e oro, o truccarsi, ma questo lo imparerai col tempo, visto che ora sei Il suo stilista principale- ribatte. Questo fa crescere molto la stima che ho per i mei capi. Noto che un sacco di coppiette del nostro gruppo sono molto variegate, non mi hanno mai dato fastidio... neanche ai due membri sembra interessare molto.

-Non so se la cosa ti può interessare, ma a nessuno di noi dà particolarmente fastidio che una persona possa avere una relazione con una persona dello stesso sesso. Basta che la cosa non possa influenzare il lavoro, dato che L ci tiene molto al fatto che sia tutto perfetto- mi spiega lei, guardando le coppiette. Mi limito solo ad annuire. Il cantante dei No Name sembra una brava persona, se tralasciamo il fatto che è un po' schiavista... e che forse è anche un po' sadico. 

Facciamo un po' il giro dei negozi perché tra poco, comunque, è Natale e io non ho ancora deciso cosa regalare. Così colgo l'opportunità di vedere cosa comprare e di riuscire a fare, cercando di non ridurmi all'ultimo, come ogni anno. Ho preso già una buona dose di regali, quando ci fermiamo davanti a un negozio per i trucchi e decidiamo tutti di entrare. Giro un po' per i reparti per vedere se posso trovare qualcosa di interessante, anche se non ci spero più di tanto... Anche perché non saprei a chi regalare dei trucchi o altre cose di questo genere. Faccio per andarmene quando una cosa cattura la mia attenzione: è uno scaffale pieno di unghie finte di tutte le forme e dimensioni. Ne prendo qualche paio e mi metto a fissarle per cercare di capire quali mi piacciono di più.

-Ti piacciono?- mi chiedono in coro quattro ragazzi. Sobbalzo dallo spavento, innescando in loro una risata e cerco di mettere giù le unghie il più velocemente possibile, ma nel farlo mi cadono insieme altri tre pacchi.

-Io... Io... Non...- balbetto qualcosa per non sembrare stupido. Loro si limitano a raccogliere le scatoline che si sono sparse sul pavimento e, non curanti della cosa, mi mettono in mano una a caso mentre il resto lo riordinano. Sono sempre stato un po' attratto dagli oggetti femminili, ma ho sempre rifiutato la cosa, perché mi sembrava troppo strana. Probabilmente Naruto mi avrebbe supportato, però non riuscirei a farmi vedere da gli altri senza sentirmi giudicato o dai bisbigli di disappunto delle persone in generale.

-Guarda che non c'è niente di male se ti piacciono le cose femminili - mi riassicurano loro sorridendo e poi insieme andiamo a pagare. Isabel mi promette di insegnarmi a metterle su e che probabilmente mi accompagnerà nei miei prossimi acquisti. Tutto il resto del tempo scherziamo e ridiamo un po' di noi e ogni tanto faccio delle bozze delle persone che ridono, si divertono o semplicemente che stanno bene insieme. Quando ormai mi accorgo che sono quasi le sette del pomeriggio, decido che è il momento di tornare a casa. Durante il tragitto, Isabel comincia ad attaccarmi le unghie finte come se nulla fosse, anzi, sembra molto divertita dal mio disagio visto che non l'ho mai fatto prima d'ora. Non è che non abbia mai applicato un rossetto, ma non ho mai messo qualcosa che fosse "permanente" o che fosse visibile a tutti.

-Ti stanno benissimo!!- mi dice la ragazza di fronte o, per meglio dire, mi spacca un timpano mentre Furlan ride sottovoce molto divertito dalla scena che si è venuta a creare. Finalmente arriviamo a casa mia e scendo con la promessa che ci saremo rivisti molto presto. Non insistono molto sull'accompagnarmi sopra e questa cosa non potrebbe che farmi piacere.

Salgo tranquillo con l'ascensore, mentre cerco le chiavi nella giacca visto che non credo che le ragazze siano a casa. Davanti alla porta di casa vengo accolto da una busta molto grande con attaccato su un bigliettino.


 

Moccioso, usciamo a mangiare stasera. Ti ho preso alcuni vestiti da indossare. Ci vediamo alle 21 davanti al portone, ti vengo a prendere io.

Levi 

 

Entro e cerco un modo per portare il sacchetto in casa. Dopo una decina di minuti, sono seduto sul divano che apro la scatola dove sono posati elegantemente uno sopra all'altro diversi capi che comincio a tirare fuori delicatamente per cercare di non rovinare. Noto che c'è ancora l'etichetta, ma che il prezzo è stato tirato via. Ci sono una piccola scatolina e una scatola più grande. 

La cosa che mi salta subito agli occhi è che è un tessuto pied de poule e che sono tutti dello stesso marroncino, la prima cosa che tiro fuori è un capello a visor, poi una giacca elegante, una cintura marrone con la chiusura argentata, seguiti da pantaloni eleganti classici ma molto morbidi, e il tutto viene completato da un lupetto a collo alto leggermente più scuro.

Tiro fuori le altre due scatoline; non faccio molta attenzione a cosa ci sia scritto sopra e le apro per la curiosità: nella prima si trova un paio di scarpe sportive, più o meno dello stesso colore dei vestiti, tranne con qualche parte marrone scuro esattamente come la cintura. Invece nell'altra trovo un gioiello, per la precisione è una collana con due effe, dorata con delle catene. Sono davvero stupito che, nonostante la fantasia, non sia fra le mie che uso spesso o almeno non l'ho mai utilizzata così, ci sta molto bene e mi sembra stupido da parte mia non averci mai pensato prima di oggi. Guardo bene sia le scarpe che la collana per vedere come sono fatti e noto una LR è una FF che mi sembra di aver già visto da qualche parte. Così decido di controllare e scopro che uno è Fendi e l'altro è Ralph Lauren. Faccio per mettere tutto dentro e riportare la scatola al mio vicino, ma trovo un altro bigliettino sul fondo del sacchetto. 

 

Non ti azzardare a restituirmelo, perché è un regalo e i regali non si restituiscono mai.

Levi




 

Sorrido felice, ma qualcosa del mio cervello mi dice che mi sta mentendo sul suo lavoro e questa cosa mi rende triste, gli voglio dare il beneficio del dubbio... Spero di non pentirmene. Va bene che è un dottore, forse chirurgo, ma sono tanti soldi...


Decido che non voglio farmi rovinare la serata a causa dei pensieri e di godermela come si deve. Mi preparo e decido di truccarmi un po', ma non in modo esagerato, solo per accentuare i miei lineamenti. Mi preparo con cura e all'ora stabilita sono già giù che lo aspetto. È inutile negare che io non sia nervoso: continuo a tirarmi le mani e a sistemarmi i vestiti. Poi in quel momento sento una voce.

-Eren, tu es magnifique mon amour...- sento dire in francese e mi giro di scatto per trovarmi faccia a faccia con il mio vicino. È vestito elegante con una camicia bianca leggermente aperta da cui si possono intravedere le sue clavicole, mentre i capelli sono tirati indietro in modo da poter vedere bene i suoi occhi.

-Eh?- chiedo io come perfetto idiota, visto che non so un'acca di francese e lui semplicemente abbozza una specie di sorriso.

-Ho detto che mi dispiace per il ritardo e che l'abbigliamento è carino- mi risponde lui in modo piatto. Abbasso gli occhi per la vergogna del fatto che lui avrebbe potuto dire che stavo bene e di essermi fatto qualche viaggio mentale. Annuisco semplicemente e ci dirigiamo entrambi verso l'auto In silenzio... esattamente come tutto il tragitto. Ci fermiamo di fronte alla pizzeria, sembra abbastanza carina vista da fuori.

Ci sediamo, ci portano il menu e ordiniamo due pizze margherita e dell'acqua. Tra di noi c'è un silenzio imbarazzante che non so come rompere.

Ticchetto le dita sulla superficie del tavolo in legno del locale, pensando a come muovermi, quando il suono sconosciuto e alquanto ipnotico colpisce le mie orecchie. Ripeto il gesto e quasi mi ricordo in quel momento di aver applicato delle unghie finte. Decido di degnare loro il giusto spazio per osservarle, non sono troppo lunghe, altrimenti era sicuro avrei avuto problemi persino a tenere una misera matita in mano, e soprattutto non sono appuntite. Il colore è stato scelto a caso nella fretta, ma sinceramente mi piacciono molto: amo il verde, in particolare quelle speciali sfumature che si avvicinano alle iridi dei miei occhi. Muovo la mano e piego le dita, sorridendo soddisfatto della scelta casuale; il luccichio dei piccoli glitter che attraversano le unghie delle ultime tre dita si riflettono nei miei occhi, rendendole ancora più magiche. Sì, non avrei mai smesso di guardarle.

-Belle le unghie, ti donano molto. Scusami se ti sono sembrato un po' freddo, ma sto pensando a tutti i germi e batteri che ci sono in giro e soprattutto in questo posto...- mi spiega lui con voce schifata e anche il volto si contorce in una leggera smorfia di disappunto. Lo guardo per qualche secondo per poi scoppiare in una fragorosa risata; e io che pensavo fosse arrabbiato con me.

-Capisco, in effetti ha senso per te- ribatto appena ho il fiato per parlare. Così tra di noi comincia una battaglia di battute. La pizza ci viene servita e devo dire che è veramente buona. Parliamo delle nostre rispettive giornate e cerco di indagare di più sul suo lavoro, ma lui rimane sempre un po' vago. Questa cosa non fa altro che aumentare i miei sospetti, anche se cerco di accantonare l'idea per la serata.

Sono ormai le ventidue, quando arriviamo davanti al portone. Ci siamo divertiti così tanto che siamo rimasti lì per quasi un'ora, nonostante abbiamo subito finito la pizza. In realtà dovrei andare a letto, ma non voglio assolutamente rinunciare a vedere il film, quindi ci dirigiamo verso il suo appartamento. Ci sediamo sul divano di pelle e ci mettiamo a guardare un film a caso mentre mangio la torta, durante la visione del film le nostre mani si toccano più volte.

-Forse è meglio che mi metto sulla poltrona- gli dico mentre faccio per alzarmi e sedermi lì, ma sento la sua mano prendere la mia facendomi tornare a sedere. Percepisco il suo pollice, dopo poco, che mi accarezza dolcemente la mano e il gesto fa sembrare tutto così normale e giusto.

Continuiamo a tenerci per mano per molto tempo, ma non mi sento a disagio come sarei in altre situazioni. Il film continua per un'altra mezz'ora, ma io non lo sto neanche guardando. Sono solo concentrato sulle nostre mani... e poi in quel momento sullo schermo appare la scena del bacio... I miei occhi diventano più cupi... Odio, odio, odio queste scene perché mi ricordano che non potrei mai essere amato per quanto io possa immaginare. Non succederà mai. Devo smetterla di farmi dei film mentali che non potranno mai accadere.

-Cos'hai?- mi chiede Levi mentre mette in pausa il film e si gira verso di me. Lo guardo, ma non ho il coraggio di dirgli niente. Ci limitiamo a fissarci per un tempo indefinito. Il primo a fare una mossa è Levi che batte le mani per accendere le luci. Cerco di prendere un atteggiamento distaccato che di solito uso con gli altri, ma con lui sembra non attaccare. Infatti, si limita a prendermi il volto tra le mani e ripete la domanda, ma questa volta in modo più dolce e gentile.

-SMETTILA!! SMETTILA DI ESSERE COSÌ FOTTUTAMENTE GENTILE E DI CREARMI FALSE SPERANZE!!!- gli urlo contro con tutta la rabbia che ho verso me stesso. Comincio a prenderlo a pugni sul petto, ma lui si limita a incassare tutto senza dire niente.

-Hai finito? Posso parlare?- mi chiede come se in qualche modo possa calmarmi, ormai non ho più forze per ribattere o qualche altra cosa. Mi limito a guardarlo come segno che ho finito e lui, in tutta risposta, mi bacia. Inizia dolcemente, poi il bacio diventa sempre più intenso; da prima non ricambio, ma poi con il passare dei secondi il mio cervello si spegne completamente, facendomi perdere in quel bacio appassionato, però allo stesso tempo dolce.

È la prima volta che bacio qualcuno e mi sa che ho fatto un disastro. Ho visto qualcosa su internet e ho ascoltato le conversazioni dei miei amici: di solito è tutto bavoso e l'altra persona non sa baciare neanche per sbaglio; in questo caso credo che sono io quella persona. Ci stacchiamo per mancanza d'aria, ma non passa troppo tempo, prima che le nostre labbra si riuniscano di nuovo. E poi ancora e ancora e ancora finché non prendo dimestichezza con la cosa, probabilmente sto facendo schifo, ma sembra che al corvino non interessi minimamente, perché mi dà a mala pena il tempo di respirare per poi baciarmi. Non so per quanto tempo facciamo questa cosa, ma non me ne potrebbe fregare di meno, anzi, sembra che il tempo si sia fermato.

-Esci con me...- mi dice in un sussurro dopo non so quanto tempo. Non sembra una domanda... sembra una supplica mentre mi tiene stretto a sé.

-Come amici?- chiedo come una conferma o una flebile speranza , ma lui mi bacia appassionatamente di nuovo.

-No, come una coppia- mi risponde tra un bacio e l'altro. Dopo non so quanti altri baci, mi prende in braccio per portarmi in camera sua e per mettermi comodo e poi a letto.

-Non mi devi rispondere subito...- mi rassicura lui mentre sistema i miei vestiti, credo. La stanza è buia e non vedo niente. Dopo poco sento le coperte che si spostano e poi il mio corpo venire leggermente premuto contro il suo petto.

-Sì, mi piacerebbe- gli rispondo, finalmente. Vedo che muove le labbra per dire qualcosa, ma non so cosa, visto che sono troppo stanco, per poi sentire le sue labbra baciare leggermente le mie.

Angolo di Miss Fantasy:

Con questo capitolo vi auguro buon Natale e capodanno. Ci vediamo l'anno prossimo!! 

   

https://youtu.be/KReCI2JMM30
   
 
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