Un
gesto meraviglioso
Da quando Tanjiro Kamado aveva preso la decisione di convivere con
Kyojuro Rengoku, si era preparato mentalmente al fatto che potessero accadere
anche cose imprevedibili nella sua nuova vita.
E accettare di prendere parte a un travestimento era stata una di
queste, tuttavia lo avrebbero fatto per una buona
causa.
Ebbene sì, Kyojuro era quel genere di persona buona che non
scordava mai di organizzare qualcosa di bello, generoso, meraviglioso e
ineccepibile per gli altri, anche per gli estranei. Il costume da Babbo Natale
lo rendeva ancora più vistoso del solito, eppure lui lo vestiva senza alcun
imbarazzo, mentre Tanjiro esibì con una discreta timidezza quello da renna,
anche se con il passare delle ore quasi se ne dimenticò, perché trascorsero in
modo molto piacevole.
La coppia aveva dunque visitato TUTTE le case del quartiere, una
per una, chiedendo alle persone che vi abitavano di accettare un loro
regalo.
Per i bambini, Babbo Kyojuro aveva raccolto un mucchio di
giocattoli, mentre dove vi fossero solo adulti aveva donato dei buoni spesa che
tornavano sempre utili. Con il suo stipendio da insegnante poteva permetterselo
e anche Tanjiro aveva contribuito in parte alle
spese.
Mantenendo un sorriso ottimista e l’atteggiamento esuberante o
calmo a seconda della situazione, Kyojuro era entrato anche in un ospedale
pediatrico per rendere felici i bambini ammalati, regalandogli non solo un bene
materiale che era il giocattolo in sé, ma anche tanta speranza e coraggio per
affrontare la loro permanenza in un posto tanto triste e vivere un Natale lieto
e sereno nonostante tutto.
Inevitabilmente Tanjiro, dinnanzi ad alcuni drammi personali, si
era commosso, però era stato bello vedere l’effetto che Kyojuro faceva su tutte
le persone che avevano incontrato quel giorno – stima, riconoscenza, stupore o
affetto sincero.
Pensava che le sorprese fossero finite, mentre uscivano dalla
struttura ospedaliera a mani vuote, ma allora aveva intravisto da lontano
qualcuno fermo davanti al furgone che avevano affittato per l’occasione. Di
sottecchi notò che Kyojuro non era affatto preoccupato di quella presenza e
infatti più gli si avvicinavano più Tanjiro riconobbe nella figura Senjuro
Rengoku, il fratellino.
Vestiva un pesante giubbotto rosso che lo proteggeva dal freddo,
le cuffiette di lana sulle orecchie, gli stivali ai piedi e distolse lo sguardo
dal suo cellulare quando li accolse con un timido
sorriso.
Non sembrava sorpreso di vedere il travestimento di Kyojuro,
quindi forse a sua insaputa si erano parlati ore prima. Si mosse per
abbracciarlo quando il suo fratellone allargò le braccia in un chiaro consenso,
e dopo fece lo stesso anche con lui.
“Tanjiro-san, stai benissimo!” esclamò dopo essersi
staccato.
“Siamo tutti qui, quindi possiamo andare. C’è un ultimo posto che
dobbiamo raggiungere prima che faccia buio! Forza!” li incoraggiò Kyojuro, che
nel frattempo aveva già aperto la portiera e si apprestava a occupare il posto
del guidatore.
Solo in quel momento Tanjiro si accorse di un altro dettaglio: che
Senjuro stava caricando uno zainetto dietro.
“Mi state nascondendo qualcosa, per caso?” domandò, un po’
confuso.
“Io vorrei dirtelo, Tanjiro-san, ma…” si scusò il più
giovane.
“È il tuo regalo! Non puoi saperlo!
Ohohoh”.
“Ah… ok”.
“Buon
Natale! Ohohoh”.
Anche i fratellini di Tanjiro apprezzarono alquanto questo
travestimento in cui dominavano i colori rosso e bianco, circondandolo e
mostrando sorrisi felici sotto i loro berretti di
lana.
Nel loro paesino di montagna aveva nevicato copiosamente, per cui
faceva freddo, ma il calore umano non mancava.
Tanjiro lasciò che Nezuko avvolgesse la sciarpa di lana che aveva
fatto con le proprie mani per lui intorno al suo collo e questa stava bene anche
con il suo costume da renna, formato oltre al pezzo marroncino da una mantella verde, un maglione bianco e
una cuffia con le corna finte.
Dopo averla ringraziata vide che Rokuta rideva perché Babbo
Kyojuro l’aveva fatto aggrappare al suo braccio destro, mentre Senjuro scattava
delle foto ricordo.
Tanjiro aveva intuito già a metà strada la direzione che avrebbero
preso, e adesso che ci erano arrivati si sentiva particolarmente felice: non
c’era regalo più bello che rivedere tutta la famiglia, in effetti. E passare la
notte nella sua casa d’origine.
Una volta terminato il tempo dei travestimenti e dei giochi,
dell’allegria e della generosità, della neve e della famiglia, di un’esuberante
cena in compagnia, i costumi natalizi vennero riposti dentro lo
scatolone.
Dormire in pigiama dentro lo stesso futon dopo aver trascorso una
giornata piena era ancora più piacevole, caldo e confortevole del previsto:
Tanjiro si crogiolò in quel tepore pensando che sarebbe stato bello se durasse
per sempre.
“Sei stato meraviglioso oggi”, aveva mormorato al suo
amore.
“Non sono l’unico, mi hai assecondato in tutto”, replicò il più
grande, sorprendendolo con un bacio sulla fronte che lo fece arrossire: trovava
che quel gesto fosse ancora più dolce rispetto a un semplice bacio sulle labbra,
anche se ambedue erano capaci di fargli battere il
cuore.
Del resto, se egli aveva scelto di andare a convivere con l’altro
era perché provava più che semplice affetto e ammirazione. Sapere di essere
ricambiato era più di quanto avrebbe potuto sperare nella sua vita: dire che lo
amava ogni giorno di più era davvero un eufemismo. Si limitò a sussurrargli la
buonanotte, ma pensò che quando sarebbero stati nuovamente nel loro appartamento
condiviso, da soli e in intimità, glielo avrebbe dimostrato
pienamente.
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Pensierino per Rota <3 buon Natale! **