Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Ellygattina    25/12/2021    0 recensioni
Attenzione: spoiler sul finale della terza stagione. Passa oltre se non ci sei arrivato/a!
Per Armin è una grossa responsabilità essere stato salvato al posto di Erwin e Floch non gli rende certo le cose facili. Per fortuna c'è Eren ad aiutarlo quando il panico prende il sopravvento.
*Questa storia partecipa all'iniziativa “Writeptember” indetta dal gruppo fb Hurt/Comfort Italia - Fanart & Fanfiction.*
(Storia presente anche su AO3 con lo stesso nickname.)
Genere: Hurt/Comfort, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Armin Arlart, Eren Jaeger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le parole astiose di Floch, fortemente in disaccordo fin dall'inizio con la scelta del capitano Levi di salvare lui al posto del comandante Erwin, risuonavano crudeli nella mente di Armin, che subito si sentì stringere il petto in una morsa dolorosa all'ulteriore conferma che non avrebbe dovuto essere lì. Non poteva dargli torto, visto che a sua volta trovava assurdo che la sua vita fosse stata considerata più importante, al punto da non riuscir proprio a essere grato di una simile grazia. Sapeva che erano stati Eren e Mikasa a insistere con troppa foga perché gli venisse iniettato il siero che l'aveva trasformato in gigante, motivo per cui entrambi avevano passato gli ultimi giorni in cella, ma era sempre più convinto che il capitano avesse fatto un grosso errore di valutazione ascoltandoli. Cosa mai poteva avere lui, un ragazzino che era sempre stato debole e insicuro, più del migliore comandante del Corpo di Ricerca, che in pochi anni aveva ottenuto enormi risultati con un numero di vittime a missione nettamente inferiore ai suoi predecessori? Certo, durante lo scontro con i giganti a Shiganshina gli era dispiaciuto dover rinunciare al suo sogno di vedere il mondo insieme a Eren, ma aveva affrontato serenamente il Colossale perché sapeva di star facendo la cosa giusta. Era persino riuscito a vedere l'amico un'ultima volta prima di perdere i sensi, e sebbene non fosse l'immagine migliore di lui, viste le lacrime che gli rigavano le guance e l'espressione disperata, aveva avuto la certezza che il suo sacrificio fosse servito a salvarlo da Bertholdt, con enormi benefici per l'umanità intera. Non era riuscito a sorridere, né a cercare di consolarlo, ma era stato bello essere fiero di se stesso per la prima volta in vita sua. Il modo migliore di andarsene, aveva pensato, ma si era risvegliato qualche ora dopo perfettamente guarito, almeno a livello fisico, con quell'enorme fardello sulle spalle di cui avrebbe fatto volentieri a meno. Aveva avuto una buona intuizione a Shiganshina, ma era stato Jean a consigliare come agire per salvare il resto del gruppo nel momento più critico. Davvero il capitano aveva pensato, anche solo per un attimo, che potesse sostituire un uomo come Erwin Smith?

Sull'onda di quei pensieri, il panico avanzava sempre di più, soffocandolo nelle sue spire come un enorme serpente mentre Armin, istintivamente, lottava per incamerare abbastanza aria nei polmoni con respiri sempre più rapidi e superficiali.

Non serviva a nulla, però, e la vista iniziava già a sfuocarsi quando una voce arrabbiata e spaventata insieme chiamò forte il suo nome, strappandolo a quel flusso ininterrotto di piccoli e grandi fallimenti a cui era andato incontro nella sua breve vita. Una sorta di miracolo che fosse riuscito a sentirla, visto che il rombo del sangue nelle orecchie aveva coperto ogni altro suono intorno a lui, ma il ragazzo, nonostante la confusione e il malessere che lo pervadevano, non poté far altro che aggrapparsi ad essa, sentendosi immediatamente rassicurato da quella presenza ancora indefinita.

«Che ti succede, Armin? Respira!» stava intanto dicendo Eren, un braccio intorno alle sue spalle e l'altra mano che stringeva la sua per cercare di riportarlo alla realtà. Si era accorto per caso che stava annaspando in un angolo della sala stringendosi il petto ed era subito corso ad aiutarlo con il cuore in gola. Una parte di lui, a questo punto, avrebbe voluto pestare Floch con ancora più gusto di prima, visto l'effetto devastante delle sue parole sulla persona che aveva meno colpe di tutti per quella decisione controversa, ma non poteva certo lasciare l'amico in simili condizioni!

«Va tutto bene, Armin, non stare a sentire ciò che dice! Respira con me, forza!» continuò con foga, sapendo perfettamente cosa avesse provocato l'ennesimo attacco di panico degli ultimi giorni. Succedeva spesso da quando si era svegliato sulle mura di Shiganshina dopo la prima trasformazione, al punto che iniziava a temere non fosse stata una buona idea insistere con il capitano per fare a lui l'iniezione, e il pensiero rendeva la situazione ancora più straziante. Sapeva che non avrebbe mai potuto lasciar morire il suo migliore amico, ma si sentiva tremendamente in colpa per la sofferenza che gli stava provocando. Era ancora convinto che Armin, oltre a essere una persona insostituibile per lui, potesse avere un enorme valore anche per il Corpo di Ricerca e l'umanità intera, ma non aveva calcolato che troppe persone avrebbero pensato il contrario, portandolo a sminuire se stesso più di quanto facesse di solito.

Per fortuna era stata questione di pochi secondi perché lo sguardo di Armin, sia pure un po' sfuocato, si posasse su di lui, confermandogli che, se non altro, l'aveva sentito.

Senza mai distogliere gli occhi dai suoi, cercò allora di aiutarlo a riprendere il ritmo giusto, esultando mentalmente nel registrare quasi subito un lieve miglioramento. Il respiro era ancora troppo rapido ma il fatto che l'amico sembrasse un po' più presente era già un buon passo avanti.

Dal canto suo Armin lo fissava con gli occhi spalancati, sforzandosi di capire cosa stesse dicendo. Vedeva le sue labbra muoversi ma faticava a comprendere le parole e il suo petto, nonostante l'esercizio di respirazione che ormai conosceva bene, continuava ad alzarsi e abbassarsi troppo velocemente, facendogli male.

Si lasciò sfuggire un lieve gemito di dolore e frustrazione ed Eren si accigliò, aumentando intanto la stretta sulla sua mano ghiacciata.

«Respira con me, Armin, so che puoi farcela» lo incoraggiò di nuovo con voce dolce ma ferma, maledicendo tra sé Floch per l'ennesima volta. Come si permetteva di dire certe cose in sua presenza?

Un po' incerto se considerarlo o meno un buon segno, vide l'amico tentare di dirgli qualcosa, senza però che dalla sua bocca uscisse alcun suono, e lo stomaco di Eren si strinse ancora di più.

«Non ascoltarlo» ripeté per l'ennesima volta. «Io so che il capitano ha preso la decisione giusta salvando te, e presto tutti si accorgeranno quanto vali. Floch non sa quante volte ci hai salvato con le tue intuizioni» continuò sicuro, augurandosi che la sua previsione si avverasse il più in fretta possibile. Non sopportava proprio di vedere così il suo migliore amico, sapendo oltretutto di esserne in parte responsabile.

Con suo enorme sollievo, Armin si lasciò sfuggire un lieve sorriso a quelle parole ed Eren, incoraggiato dal risultato, iniziò un elenco delle sue trovate più geniali che sembrò finalmente sortire l'effetto desiderato. Di tanto in tanto doveva ricordargli di fare respiri lenti e profondi ma era evidente che la crisi si stesse placando, e dopo qualche minuto il ragazzo biondo si appoggiò per un attimo alla sua spalla, ringraziandolo per l'aiuto, prima di entrare con lui nella sala dove Historia li stava aspettando per consegnare le medaglie ai reduci della battaglia di Shiganshina.


Prompt: Iperventilazione / “Non stare a sentire ciò che dice!”


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie per essere arrivati fin qui! Avrei dovuto pubblicare molto prima questa fic anche su AO3 ed Efp ma mi sono accorta oggi di averlo dimenticato (la mia testolina bacata colpisce ancora X'D). La storia in realtà non mi convince molto ma spero di aver reso bene la situazione e i sentimenti di entrambi, visto che in genere ho grosse difficoltà a scrivere con questa ambientazione. Il secondo prompt che ho scelto era perfetto per questo scenario e ho voluto provare. Fatemi sapere che ne pensate, se vi va, e grazie a tutti per il tempo che mi avete dedicato anche solo leggendo! <3
Come ho accennato nell'introduzione, la fic ha partecipato all'iniziativa “Writeptember” indetta dal gruppo fb Hurt/Comfort Italia - Fanart & Fanfiction. Mi raccomando, ringraziate anche l'admin se la storia vi è piaciuta, perché senza di lei non sarebbe probabilmente mai nata. ;)
Se a qualcuno interessa, ho fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail ed Edens Zero, ma anche sugli anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui (attenzione ai possibili spoiler se non seguite le scan online però, anche se cerco di stare attenta). Vi aspettiamo numerosi! :)
Penso di non avere altro da aggiungere, quindi per ora vi saluto, augurandovi buon Natale e buone feste.
Bacioni e alla prossima!
Ellygattina

  
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