Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
Ricorda la storia  |      
Autore: Ellygattina    25/12/2021    0 recensioni
Attenzione: spoiler sul finale del manga!
Qualche anno dopo il finale, Eren vuole dare una svolta al suo rapporto con Mikasa. Cosa ci sarà quest'anno sotto l'albero di Natale?
*Questa storia partecipa al Secret Santa indetto dal gruppo fb “Chinpo wo sasageyo” ed è dedicata ad Arianna*
(Storia pubblicata anche su AO3 con lo stesso nickname.)
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Armin Arlart, Eren Jaeger, Jean Kirshtein, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Per Arianna, con tanti auguri di buon Natale e buone feste!


Era la sera della Vigilia ed Eren, approfittando del fatto che Mikasa fosse impegnata in cucina, sistemò sotto l'albero addobbato un pacchettino con il nome dell'amica sulla carta. Non era mai stato così nervoso per un regalo ma sentiva che era giunto il momento di dare una svolta al loro rapporto. Erano sempre stati molto legati fin da bambini, come testimoniava la vecchia sciarpa rossa che la ragazza non aveva mai smesso di portare intorno al collo, ma dopo gli avvenimenti degli ultimi anni quel simbolo andava sostituito con qualcosa di più adatto.

Se non fosse stato per Mikasa, la sua vita sarebbe finita molto tempo prima, quando i suoi amici erano riusciti a fermare la marcia dei titani a cui lui stesso aveva dato inizio, scatenando quei mostri in tutto il mondo. Un attimo prima di ucciderlo, infatti, l'amica era riuscita chissà come a smuovere il gelido cuore di Ymir, che nel momento in cui la ragazza l'aveva decapitato per eliminare la maledizione dei giganti, aveva deciso in qualche modo di salvarlo, dandogli la possibilità di realizzare il suo sogno di una vita normale. Dopo essersi assicurata che la creatura luminescente responsabile di tanto dolore fosse finalmente morta, Mikasa aveva scoperto incredula che il suo corpo privo di sensi era intatto e miracolosamente vivo, affrettandosi a portarlo via mentre le ossa del suo titano crollavano per l'ultima volta intorno a loro.

Al suo risveglio qualche giorno dopo si trovavano a Paradis in quella casa, dove lei aveva continuato ad accudirlo per tanto tempo cercando come poteva di alleviare il suo enorme senso di colpa e impedirgli di farsi male seriamente nei momenti di crisi. Nei mesi successivi, infatti, aveva perso il conto delle volte che l'aveva coccolato e rassicurato per ore, giorno e notte, quando incubi e allucinazioni lo riportavano agli orribili momenti in cui aveva letteralmente calpestato milioni di vite innocenti per assecondare il desiderio di vendetta di Ymir, che aveva preso il controllo della sua mente per convincerlo a compiere per lei quel massacro, ma con il tempo e una pazienza infinita, a quanto pareva, Mikasa era riuscita a farlo scendere a patti con i crimini che aveva commesso. Rimpiangeva ancora ciò che aveva fatto ai suoi amici e a tanti altri, ma in qualche modo aveva accettato la realtà e capito che senza di lui i suoi cari sarebbero stati ancora peggio. Non era sempre facile resistere al richiamo di un oblio fin troppo gradito in cui non avrebbe più sentito nulla, ma non poteva farli piangere di nuovo. Avevano già un enorme fardello da portare per colpa sua, visto oltretutto che Levi, Armin, Jean e Connie erano stati costretti per anni a stare lontani da casa mentre Marley e il resto del mondo discutevano se fidarsi delle loro parole a nome degli Eldiani superstiti o vendicare su di loro il disastro. Visto il loro impegno per fermare la marcia dei titani, a Paradis erano stati a lungo considerati dei traditori, al punto che solo da poco Historia era riuscita a riabilitarne i nomi, permettendo loro di tornare senza rischiare la vita e andare a trovarli nel loro rifugio sulle montagne. Prima di allora avevano dovuto accontentarsi dello scambio di lettere ideato da Mikasa con l'aiuto di alcuni piccioni viaggiatori. In questo modo, nonostante la lontananza imposta dalla loro finta morte in quella battaglia, poteva chiedere notizie e ricambiava con le loro, ricevendo rassicurazioni per entrambi che l'avevano aiutato non poco a riprendersi. In ogni messaggio, infatti, c'era sempre qualche parola anche per lui, e i primi tempi Eren era costretto a rileggere più volte il testo prima di convincersi che nessuno sembrava odiarlo come si aspettava dopo ciò che aveva fatto.

Lentamente, con il sostegno di tutti, era riuscito a costruirsi una vita abbastanza normale e negli ultimi tempi si era accorto di volere che l'amica ne facesse parte ufficialmente, visto che il limite imposto dalla trasformazione in gigante era ormai trascorso senza conseguenze per la sua salute.

La voce di Mikasa che lo chiamava lo riscosse dai suoi pensieri ed Eren si voltò in tempo per vederla comparire sulla soglia con aria preoccupata.

«Stai bene? Mi sono accorta che mancavi da un po'» disse ansiosa, scrutandolo attentamente. Un'abitudine che non aveva mai perso da quando avevano iniziato a vivere insieme in quella casa, dal momento che allora il pericolo di gesti inconsulti da parte sua era davvero altissimo.

«Sì, tranquilla. Passando ho visto che era caduta una decorazione e mi sono fermato a sistemarla» la rassicurò con un sorriso che sperò fosse abbastanza convincente. Nelle sue intenzioni avrebbe dovuto appoggiare a terra il pacchetto e tornare subito in cucina, ma era evidente che si fosse perso di nuovo nei suoi pensieri per chissà quanto.

Con orrore, la vide scrutare il pavimento intorno all'albero, ma se notò quel pacchetto così diverso dal solito, fu molto abile a nasconderlo.

«Si è rotto qualcosa?» chiese invece dispiaciuta.

«No, era solo un festone. Niente di grave questa volta» le rispose con un sorrisetto nervoso, ripensando senza volerlo alla volta in cui da bambino, giocando in casa con lei ed Armin in un pomeriggio di neve, aveva abbattuto per sbaglio l'albero di Natale già addobbato, distruggendo quasi tutto.

«Meno male» disse sollevata, il pensiero che correva a propria volta al medesimo episodio della loro infanzia.

«Dev'essere caduto prima quando ho sistemato gli ultimi regali» le spiegò e la ragazza annuì. Non era la prima volta che succedeva quando mettevano i pacchetti sotto l'albero in attesa della mezzanotte e quella sera avevano deciso di preparare già anche quelli dei loro ospiti, che li avrebbero raggiunti il giorno dopo per passare il primo Natale insieme dopo tanto tempo.

«Vieni, dev'essere pronto ormai» lo chiamò tornando in cucina, onde evitare di far bruciare la cena, subito seguita dall'amico.

Poco dopo si misero a tavola, gustando la loro semplice zuppa mentre fuori la neve riprendeva a fioccare. Sulle montagne in cui vivevano era già tutto bianco da un pezzo ma quell'atmosfera rendeva sempre il Natale ancora più magico, sebbene li costringesse a uscire spesso per andare a liberare porte e finestre da quel candido manto.

Una volta finito di mangiare e lavare i piatti, uscirono insieme e Mikasa si perse a osservare lo spettacolo davanti a lei. La neve le ricordava sempre l'infanzia trascorsa con i suoi genitori e i giochi spensierati con Eren e Armin prima e gli altri cadetti poi. Tante cose erano cambiate da allora ma in quei momenti le sembrava di tornare indietro nel tempo, con sentimenti contrastanti.

Come accadeva spesso, fece qualche passo su quella morbida coltre che scricchiolava sotto le sue scarpe e sollevò le mani guantate per raccogliere alcuni cristalli, che osservò sciogliersi lentamente, subito sostituiti da altri compagni. Era tutto ovattato, al punto che persino il rumore della vanga a pochi metri da lei le sembrava lontano.

Alzò il viso verso il cielo buio e sorrise quando la neve si posò gelida sulle sue guance, facendole immaginare luoghi e persone che ormai da tempo non c'erano più.

«Ti piace sempre, vero?» le arrivò poco dopo la voce di Eren e voltandosi lo vide al suo fianco.

«Già... Da questo punto di vista sembro ancora una bambina» disse lei ridacchiando imbarazzata.

«Non è così... Ti ricordi la battaglia a palle di neve con Jean e gli altri qualche anno fa?» le rispose, alzando a sua volta lo sguardo malinconico. Era stato poco prima che lui scappasse a Marley per preparare l'attacco a Liberio ma per qualche ora si erano davvero divertiti.

«E come potrei dimenticarla? Tu e Jean avete cercato di seppellirvi a vicenda nel cortile del Corpo di Ricerca e poco dopo volava neve ovunque! Non ho neanche capito come avete fatto a coinvolgerci tutti in così poco tempo» rise Mikasa.

«Non è stata colpa mia! È stato lui a cominciare» si difese imbarazzato. Ricordava bene la confusione che avevano fatto quel pomeriggio, prima che Levi ristabilisse l'ordine a modo suo, rischiando a sua volta di essere colpito prima che Connie si accorgesse troppo tardi della sua presenza dando un inutile allarme che nessuno aveva sentito.

«Come sempre, ovviamente» rispose lei con gli occhi che ridevano, ancora più bella di quanto già non fosse.

«Non mi credi?» protestò il ragazzo fingendosi addolorato.

«Diciamo che a volte avevo più l'impressione che fossi tu a cominciare» scherzò Mikasa, scoppiando a ridere quando l'amico cercò ancora di convincerla, mentendo spudoratamente. Sapeva bene che in quel caso aveva ragione lei ma non era disposto a dichiararsi colpevole e ammettere che Jean le aveva prese da Levi a causa sua.

A un certo punto, senza neanche accorgersene, iniziarono a tirarsi la neve davanti a casa come due bambini ridendo come matti mentre si inseguivano a vicenda, nascondendosi dietro alberi e rocce, fin dove arrivava la luce della casa. Lo facevano a volte quando tutto si copriva di bianco ed era bello tornare per un po' a quel periodo in cui i sogni sembravano facili e indolori da realizzare.

Non sapevano quanto tempo fosse passato quando, ormai fradici, si decisero a rientrare in casa, affrettandosi a mettere dei vestiti asciutti e sistemarsi accanto al camino avvolti in una coperta.

Chiacchierarono per un po' finché l'orologio a cucù li avvertì che era arrivata mezzanotte. A quel punto si scambiarono gli auguri e si diressero verso l'albero per prendere i rispettivi pacchetti con grande preoccupazione di Eren. Erano abituati a quel piacevole rituale ma quella sera avrebbe potuto spazzare via in un attimo tutto ciò che avevano costruito insieme fino a quel momento.

Incerto se considerarlo un buon segno, la vide bloccarsi per un attimo di fronte a quello con il suo nome e non poté fare a meno di notare il tremito delle sue mani nel raccoglierlo e la delicatezza con cui sciolse il fiocco.

Deglutì quando il nastro cadde sul pavimento, subito seguito dalla carta, e la fissò nel panico mentre apriva la scatola, prima che il tempo si fermasse per qualche secondo. Mikasa infatti, una volta capito cosa conteneva, si bloccò a mezz'aria con gli occhi spalancati e la bocca leggermente aperta per lo stupore, in viso un'espressione che Eren, da quella posizione, non riusciva a identificare. Non poteva sapere che la ragazza, alla sola vista del pacchetto ancora intatto, aveva sentito il cuore aumentare i suoi battiti almeno quanto il suo, divisa tra la fantasia di un sogno che ormai non osava più sperare di vedere realizzato e il disperato tentativo di tornare con i piedi per terra prima di ricevere un'enorme delusione. La forma del suo regalo era un chiaro indizio di cosa potesse contenere ma l'amico non aveva mai mostrato quel tipo di interesse nei suoi confronti e di sicuro c'erano altre possibilità, sebbene al momento non le venissero in mente...

I suoi pensieri confusi vennero spazzati via nell'istante in cui il suo sguardo si posò sulla bellissima pietra di un azzurro intenso che ornava l'aggraziato anello sotto il coperchio e Mikasa non poté far altro che rimanere impietrita per qualche secondo a fissare ogni singolo dettaglio con le lacrime che premevano agli angoli degli occhi. Doveva essersi addormentata sul divano, non c'era altra spiegazione, ma sembrava tutto così reale che faceva sempre più fatica a crederci.

«Lasciami spiegare, io...» cominciò Eren, imbarazzato e dispiaciuto, dopo parecchi secondi di assoluto silenzio in cui il mondo gli era letteralmente crollato addosso. Sapeva che non avrebbe dovuto dar retta a Levi ed Armin, che un paio di mesi prima, quando aveva provato a chiedere consiglio a entrambi su un passo così importante, gli avevano detto di farsi avanti, e se i muscoli si fossero decisi a obbedirgli di nuovo, avrebbe già ripreso quella scatola dalle mani dell'amica per correre fuori chissà dove, ma la cosa più importante in quel momento era cercare di rimediare alla catastrofe che aveva combinato. Aveva di nuovo rovinato tutto e non aveva idea di cosa dirle per ricucire lo strappo che aveva sicuramente creato.

«Eren...» lo chiamò lei un attimo dopo con la voce rotta dal pianto, voltandosi verso di lui con gli occhi pieni di lacrime e un bellissimo sorriso che non si aspettava. Perché quel sorriso se il regalo non le piaceva?

«È... quello che penso io?» aggiunse un attimo dopo, vedendo che il ragazzo si limitava a guardarla con l'espressione più strana che gli avesse mai visto.

«S-sì?» rispose Eren esitante, augurandosi di non doversene pentire. Non sapeva bene quale fosse la reazione normale di fronte a un anello non desiderato ma il sorriso di Mikasa in quel momento sembrava illuminare a giorno la stanza e anche gli occhi, a guardarli bene, non comunicavano né rabbia né tristezza o qualsiasi altro sentimento negativo.

«Oh, Eren! Non pensavo che me l'avresti mai chiesto!» esclamò felice, buttandosi tra le sue braccia senza preavviso con tanta foga da fargli quasi perdere l'equilibrio.

Stordito come non mai, ricambiò goffamente l'abbraccio stringendola a sé senza capirci più nulla. Sembrava felice adesso ma non osava crederci dopo un silenzio così lungo che gli aveva fatto davvero temere il peggio.

«Allora... mi vuoi sposare?» domandò confuso dopo qualche secondo, alla disperata ricerca di qualcosa di certo a cui aggrapparsi in quel mare di incertezza che lo stava uccidendo.

«Sì!» rispose subito lei con un tale entusiasmo da fargli abbassare incredulo gli occhi come per controllare che aggrappata a lui ci fosse davvero Mikasa.

«Dici sul serio?» chiese ancora stupidamente, mordendosi la lingua subito dopo mentre la ragazza alzava finalmente la testa dal suo petto.

«Sì» gli rispose ancora con un dolce sorriso e gli occhi che brillavano come non mai.

Eren ricambiò il sorriso e un attimo dopo, guidato da uno strano istinto, appoggiò piano le labbra su quelle dell'amica, depositandovi un timido bacio che scaldò il cuore di entrambi.

Si guardarono ancora e al primo ne seguì subito un altro leggermente più audace che li lasciò un attimo storditi quando si staccarono, mantenendo però il contatto visivo.

«Grazie! È il regalo più bello che potessi farmi» disse infine Mikasa, ricordandosi della scatola con l'anello che teneva ancora in mano.

«Sono contento che ti piaccia» rispose piano Eren, prendendolo poi con un leggero tremito per infilarlo al dito dell'amica, che rimase a fissare il gioiello con le lacrime agli occhi per diversi secondi. Quella pietra le ricordava il mare e il loro sogno di bambini. Allora non le interessava molto vederlo ma avrebbe fatto di tutto per rendere felici lui ed Armin, che ne erano invece così entusiasti, e ancora le sembrava strano che fossero riusciti in quella che tanto a lungo era sembrata un'impresa impossibile. Ce l'avevano fatta, però, e quell'anello ne era un'ulteriore conferma.

«È un'acquamarina» le spiegò Eren, tanto per spezzare quello strano silenzio che gli faceva sentire ancora di più i battiti frenetici del proprio cuore.

« È un nome adatto » commentò la ragazza senza smettere di guardarla mentre ascoltava la spiegazione al riguardo con la testa appoggiata al suo petto. Grazie al gruppo di marleyani approdati sull'isola anni prima, Paradis aveva iniziato lentamente a sfruttare le enormi ricchezze che facevano tanta gola agli altri stati e quelle pietre preziose così legate al mare avevano attirato subito la sua attenzione.

Rimasero in quella stanza a parlare ancora un po' prima che la stanchezza li convincesse ad andare a letto, dove si addormentarono abbracciati per la prima volta. Potevano farlo senza remore ormai e il mattino dopo, quando Mikasa si svegliò, controllò subito di non aver sognato tutto. Per fortuna l'anello era ancora al suo posto e un braccio di Eren le cingeva la vita, trattenendola a sé. Sorrise e rimase ferma, aspettando che anche lui aprisse gli occhi prima di alzarsi e preparare la colazione.

Come immaginava, quando gli amici, qualche ora dopo, videro l'anello che sfoggiava orgogliosa, si scatenò subito una gran confusione tra domande a raffica e congratulazioni. Da ciò che le parve di capire, Eren doveva averne parlato con Levi ed Armin tempo prima in cerca di consigli ma nemmeno loro sapevano che le avesse comprato l'anello e che avesse deciso di darglielo a Natale. Come scoprì tempo dopo, era stata in realtà una scelta abbastanza casuale, dettata dal fatto che mentre cercava un regalo che lo convincesse, aveva visto in una vetrina dei gioielli con varie pietre preziose, tra cui quello, e l'aveva comprato d'istinto, salvo poi essere assalito dai dubbi fino all'ultimo. Per fortuna alla fine aveva vinto la parte più audace e Mikasa non avrebbe potuto esserne più felice. La giornata era molto fredda ma casa loro non era mai stata così calda e familiare per l'affetto di tutti nei loro confronti. Chi l'avrebbe mai detto, qualche anno prima, che avrebbero festeggiato insieme l'evento che sognava fin da bambina?


Prompt: Eremika. In Giappone il Natale è in realtà la festa degli innamorati, e dopo la fine dell'era dei titani, Eren vorrebbe trovare il modo per dimostrare a Mikasa quanto ci tiene a lei. Quella sciarpa rossa, ormai, è diventata riduttiva come simbolo.


Angolo autrice:
Ciao a tutti e grazie di cuore per essere arrivati fin qui! Non ho mai scritto su questa coppia, quindi non so cosa sia venuto fuori, ma spero che il risultato sia quanto meno decente. Se avete tempo e voglia, fatemi sapere che ne pensate, ma ringrazio ovviamente anche tutti coloro che si limiteranno a leggere. :)
Spero sia stato un regalo gradito per Arianna, innanzitutto, ma anche per tutti gli amanti della Eremika. Tanti auguri di buon Natale e buone feste a voi e ai vostri cari e non dimenticate di ringraziare l'admin del gruppo fb “Chinpo wo sasageyo” se la storia vi è piaciuta, perché senza di lei non sarebbe probabilmente mai nata. ;)
Un bacio e alla prossima!
Ellygattina


P.S: Se a qualcuno interessa, ho fondato tempo fa un gruppo facebook principalmente su Fairy Tail, Edens Zero e il nuovo Gate of Nightmares (manga basato su un videogioco che Mashima ha contribuito a creare disegnando ambientazioni e personaggi), ma anche sugli anime e manga in generale. Se volete conoscere altri fan di queste bellissime opere, saremo ben felici di accogliervi qui (attenzione ai possibili spoiler se non seguite le scan online però, anche se cerco di stare attenta). Vi aspettiamo numerosi! :)

  
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti / Vai alla pagina dell'autore: Ellygattina