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Autore: Sunny    09/09/2003    1 recensioni
A grande richiesta, ecco ripubblicata la mia primissima e unica fanfic sulla coppia Harry/Hermione. Io avrei voluto cambiarla un po', ma poi ho cambiato idea...dopo tutto se è piaciuta tanto e poi la cambio non piace più, no? ^^
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A come amore

…ovviamente Harry Potter e tutto lo staff appartengono alla Rowling!…

 

                                      FIGHTING DARKNESS

 

A COME AMORE

 

Harry, già con la casacca della squadra di Grifondoro, corse su per la scalinata assieme a Hermione: tanto per cambiare erano in ritardo per la partita. I due ragazzi arrivarono in cima quasi senza fiato.

 

“Wow, appena in tempo.”

 

“Mi raccomando, vai e spacca tutto! E se ti riesce di buttare giù dalla scopa Viktor Krum…beh, fallo liberamente!”

 

Harry rise. “Agli ordini, mia signora.”

 

“Ok, io vado, altrimenti niente posto.”

 

Harry la trattenne per un braccio. “E non mi dai il bacio portafortuna?” Hermione sorrise e gli stampò un bacio sulla guancia. Harry inarcò le sopracciglia, visibilmente contrariato.

 

“Che c’è? Sono 7 anni che lo faccio così.”

 

“E ora lo fai così.” esclamò Harry, baciandola sulle labbra.

 

“Vai campione, distruggili.” gli sorrise lei. Lui le rispose con un occhiolino prima di stringerle la mano un’ultima volta e correre verso l’entrata del campo di quidditch. Hermione sorrise,poi fece due passi verso la scala per tornare fuori al castello.

 

“E’ VENUTO IL MOMENTO CHE TU VENGA CON ME.”

 

Hermione spalancò gli occhi. “Oddio…non ora…” il suo primo istinto fu di guardarsi indietro e cercare Harry, ma invano. Non c’era nessuno. Era davvero sola.

 

“ORA VERRAI CON ME.”

 

Cercando di mantenere la calma, Hermione si precipitò nel bagno delle ragazze, si chiuse la porta alle spalle e ci si appoggiò di schiena. Affannava e cominciava già a vedere nero.

 

“AVANTI, SEGUIMI.”

 

“Ok…va bene…il mio pensiero felice…” immediatamente cominciò a pensare a Harry e a tutti i bei momenti trascorsi insieme. La sua voce, tutte le belle cose che le aveva sempre detto. Il calore dei suoi baci, la dolcezza dei suoi occhi. La voce di Voldemort si fece sempre più lontana.

 

“FINCHE’ CI SARO’ IO TU NON SARAI MAI SOLA.”

 

Harry

 

“NESSUNO POTRA’ SALVARTI QUESTA VOLTA. TU VERRAI CON ME.”

 

Improvvisamente Hermione sentì come una spada trapassarle il petto e si portò una mano laddove il dolore si stava facendo sempre più forte. Serrò gli occhi e si morse le labbra, la sua concentrazione si stava disperdendo sempre di più.

 

“Harry…” mormorò Hermione prima di cadere sulle ginocchia e sbattere a terra. “Mi dispiace…” le lacrime le scesero calde dagli occhi, che le si chiusero in pochi istanti.

 

************

 

Prendi quel maledetto boccino!!, si gridò in mente Harry mentre, a cavallo della sua Firebolt, rincorreva il dispettoso pallino spalla a spalla con Viktor Krum. Il cercatore bulgaro sembrava molto sicuro del fatto suo ed era già pronto a tendere la mano verso il boccino d’oro.

 

150 a 140 per Durmstrang. Un occhio nero per Seamus e un taglio sul sopracciglio sinistro per Ron.

 

Harry focalizzò la sua attenzione sul boccino. Doveva assolutamente arrivarci per primo. Krum e il suo ego bastardo dovevano a tuttii costi restarci feriti. All’improvviso il malefico boccino sembrò aver sentito le parole di Harry e curvò proprio sotto di lui. Senza pensarci due volte Harry inarcò all’indietro la schiena e allungò la mano mentre il pubblico dava per scontato che stesse per cadere dalla scopa, e afferrò il boccino con grande rapidità. Nel risalire all’indietro, poi, mantenne il braccio nella stessa posizione e così colpì in pieno viso Krum, che cadde dalla scopa. Nello stesso istante tutta Hogwarts balzò in piedi gridando di gioia, mentre lo speaker tentava di far risuonare alta la voce nel leggere il risultato della partita- Grifondoro 290/ Durmstrang 150- tra le grida dei giocatori.

 

************

 

Harry cercò di farsi spazio nella folla nella sala grande, facendo di tutto per evitare tutti i suoi fan e le sue ammiratrici, e finalmente raggiunse Ginny, che stava saltellando assieme a Dean.

 

“Ginny!”

 

“Harry, complimenti! Sei stato grande!”

 

“Frena un attimo, Gin! Hai visto Hermione?”

 

“Qui no, forse è con Padma!”

 

Harry non si attardò oltre e raggiunse sgomitando Padma, che stava seduta in braccio a Ron (con un cerottone sull’occhio) e teneva in mano un bicchiere colmo di burrobirra.

 

“Oh, Harry! Gran bel match!”

 

“Padma, non trovo Hermione da nessuna parte, tu l’hai vista?”

 

“Credevo fosse con te, è da prima della partita che non la vedo.” esclamò confusa la ragazza.

 

Harry e Ron si scambiarono uno sguardo preoccupato. “Vado a cercarla.” disse Harry, rituffandosi nella folla.

 

Ron si alzò in piedi. “Vado con lui.”

 

Padma gli afferrò il braccio. “Non pensare di andare senza di me.”

 

************

 

Harry si girò tutti  due i dormitori di Grifondoro –quello femminile con addosso il mantello dell’invisibilità-, Ron setacciò la biblioteca, Padma la sala comune e il pian terreno, il tutto senza risultati.

 

“Allora?” chiese Harry, che ormai cominciava a essere seriamente preoccupato.

 

“Niente.” rispose Padma, Ron scosse la testa.

 

“Che cosa diamine può essere successo? Non si sarebbe persa questa partita per nulla al mondo.” fece Harry, allarmato.

 

“Ragioniamo: dove l’hai vista l’ultima volta?” chiese Ron.

 

“Al terzo piano, mi ha accompagnato alla rampa.”

 

“Ok, allora andiamo a vedere lì.” Esclamò decisa Padma.

 

I tre ragazzi furono di sopra in un minuto. Ovviamente il piano era deserto. Padma adocchiò la porta del bagno delle ragazze e si diresse di filato in quella direzione. Harry e Ron si guardarono intorno, ed entrambi sobbalzarono e spalancarono gli occhi nel sentire Padma gridare. Si buttarono a capofitto nel bagno, ma lo spettacolo che si presentò ai loro occhi fu dolorosissimo.

 

Hermione stava a terra a pancia all’aria, bianca come un cencio, con le guance ancora umide di lacrime. Harry si sentì come se qualcuno lo avesse colpito con un pugno in pieno stomaco. Quasi senza capire si gettò in ginocchio accanto a lei, la prese tra le braccia e cercò di scuoterla un po’.

 

“Hermione!! Hermione!! …oddio…non respira…”

 

Padma singhiozzava incontrollabilmente contro il muro, Ron aveva un’espressione di puro panico sul viso. “Muoviti, vai a cercare Silente!!” gli gridò Harry, e subito il ragazzo si lanciò a tutta velocità fuori dal bagno.

 

Harry stringeva a sé Hermione e la cullava quasi come una bambina; il cuore stava per esplodergli, la mente si rifiutava di capire. O meglio, di accettare.

 

“Hermione…svegliati, apri gli occhi…coraggio, devi farcela…ti prego, tesoro, io sono qui con te…lo so che puoi riuscirci…non mi lasciare, ti supplico…” continuava a mormorarle senza la minima quantità di saliva in gola, mentre le strofinava le braccia vigorosamente per trasmetterle un po’ di calore.

 

“Il tuo pensiero felice, usalo, ti salverà…ti scongiuro, Hermione…reagisci, torna a combattere, tu sei più forte di lui, sei la strega più in gamba che ci sia, non arrenderti proprio ora…per favore…” Harry prese ad accarezzarle freneticamente i capelli mentre la voce iniziava a venirgli progressivamente meno.

 

No. Non lei. Non ora che siamo così felici.

 

Oddio. Per favore, no…

 

In quel momento tornò di corsa Ron, pallidissimo, seguito da Silente, dalla McGranitt e da Madama Chips.

 

“Professor Silente, la prego, faccia qualcosa, Hermione non respira più!!” gridò in totale panico Harry. Silente, alquanto teso e preoccupato, le strinse un polso, poi le appoggiò una mano sulla fronte. La ritirò pochi secondi dopo, e il suo volto si contrasse in un’espressione di profondo rammarico. “Harry…”

 

“No!!!” gridò il ragazzo, interrompendolo. “Non lo dica nemmeno!! Lei è viva e ora si sveglierà e poi andremo tutti a festeggiare la nostra vittoria!!” le lacrime erano ormai sempre più vicine.

 

Ron, dietro di lui, invece non riuscì a trattenerle oltre, mentre stringeva a sé una singhiozzante Padma. La McGranitt stava in piedi con una mano sulla bocca, commossa e addolorata, come del resto Madama Chips.

 

Harry strinse ancora di più a sé Hermione e prese ad accarezzarle le guance, disperato. “Tesoro, ti prego, apri gli occhi e sorridimi…non posso vivere senza il tuo sorriso…c’è una cosa che devo ancora dirti…torna da me, Hermione…lo so che puoi sentirmi, puoi farcela, tieniti stretta il tuo pensiero felice e ce la farai…lo so che sei tu la più forte, non potrà mai batterti…coraggio, non mi lasciare, apri gli occhi!!!” le gridò disperato fra le lacrime.

 

Madama Chips provò a tirarlo leggermente indietro, ma lui le si rivoltò contro con gli occhi infuocati, gridando. “Non ci provi neanche!!!”  Silente le fece cenno di restare ferma.

 

“Hermione ascoltami, devi tornare da me…perché noi siamo troppo felici insieme, e ci sono ancora tante di quelle cose che dobbiamo fare…abbiamo una vita davanti…e dannazione, io devo ancora dirti la cosa più importante…ti amo, Hermione…adesso lo sai…” piangendo senza più controllo, Harry le baciò le labbra fredde con quanto più amore e disperazione possibili, poi singhiozzando appoggiò la fronte alla sua, bagnandole il viso con le sue lacrime. “…svegliati, amore mio…”

 

Nessuno dei presenti osava dire o fare qualcosa, il dolore di Harry li tagliava completamente fuori, e nessuno riusciva più a trattenere le lacrime. Ron nascosa il viso tra i capelli di Padma. I suoi migliori amici…piccola Hermione…così ossessiva, così fissata coi libri e con i doveri…con quel suo cuore più grande di tutto il mondo…Harry…grande mago, il coraggio personificato…niente sarebbe stato più come prima senza di lei.

 

Harry tirò un respiro profondo senza allontanare la fronte da quella di Hermione. Ma per un attimo sentì il cuore fermarsi: poteva giurare di essersi sentito sfiorare la bocca da un leggerissimo soffio d’aria. Confuso e agitato, si spostò leggermente indietro per poter guardare il viso di Hermione: le vide socchiudersi le labbra leggermente e ne udì uscire un debolissimo soffio. “…Harry…”

 

Lui sentì la bocca distendersi da un orecchio all’altro. “E’ viva!!!” gridò. Ron e Padma si voltarono all’istante. Silente subito le passò la solita mano sulla fronte, poi sorrise. “Non so come tu abbia fatto, ma l’hai salvata, Harry. E’ ancora viva.” gli disse.

 

Ron si lasciò scappare un’esclamazione di pura gioia mentre Padma gli balzava al collo, festosa. La McGranitt non smise di piangere –ma stavolta di gioia- e la Chips si asciugò gli occhi.

 

Harry coprì di baci il viso di Hermione, stringendola ancora di più a sé. “Sei stata bravissima, lo sapevo che avresti vinto tu, sei stata grande, ti amo, ti amo tanto!” Incredibile. Quelle due parole che in tre mesi continuavano a risalirgli su per la gola per poi sprofondare giù nello stomaco, ora gli davano una sensazione di gioia infinita, e le avrebbe ripetute anche tutta la giornata.

 

“Ascolta Harry” lo interruppe un Silente sorridente. “Adesso dobbiamo portare Hermione in infermeria.”

 

Harry annuì e si alzò in piedi, tenendo la sua ragazza tra le braccia. Silente lo guardò un attimo. “Madama Chips, credo che non ci saranno problemi se Harry resta con la signorina Granger per stanotte. Sono certo che la sua presenza non potrà che farle bene, e oltretutto…” aggiunse sorridendo “non credo che riusciremmo a far uscire il signor Potter dall’infermeria.”

 

Madama Chips annuì, poi fece cenno a Harry di seguirla. “Coraggio, andiamo.”

 

Quando furono nell’infermeria Harry stese Hermione su uno dei letti vuoti, le diede un bacio sulla fronte e le scansò alcuni capelli che le finivano sul viso. Madama Chips rientrò in pochi minuti porgendo un bicchiere a Harry, e cominciò a sfilare il maglione a Hermione. Harry guardò il bicchiere perplesso. “Avanti, bevilo tutto.”

 

“Io?” fece lui, confuso.

 

“Si, è una pozione che ti aiuterà a calmarti un po’. E’ stata una giornata dura, ti farà bene. E se non la bevi fino all’ultima goccia puoi scordarti di restare qui con lei stanotte.” disse severa la donna mentre sbottonava la camicetta a Hermione. Prima di mostrare troppo, però, si fermò e guardò storto Harry. “Ti vuoi voltare una buona volta?”

 

Harry arrossito si girò verso il muro e bevve tutto di un fiato la pozione.

 

************

 

I successivi due giorni Harry li passò in infermeria assieme a Hermione; Madama Chips lo tranquillizzava continuamente dicendogli che mancava poco al suo risveglio. Ron, Padma e Ginny avevano praticamente fatto un sit-in giornaliero fuori all’infermeria per essere aggiornati sulle novità e Madama Chips stava iniziando davvero a perdere la pazienza.

 

**

 

Quella mattina Harry, aprendo gli occhi, si rese conto di essersi addormentato di nuovo sulla sedia. Si stiracchiò gambe e braccia e poi si sedette sul bordo del letto di Hermione, accarezzandole una guancia. Lei mosse leggermente la testa, poi lentamente aprì gli occhi, quasi come se la troppa luce la disturbasse. Harry le diede un bacio sull fronte e le sorrise. “Ehi.” le sussurrò. “Bentornata, amore mio.”

 

Hermione sorrise dolcemente e allungò la mano per accarezzargli la guancia, ma sentì le forze venirle meno e riuscì solo a sfiorargli il mento. Harry le prese la mano e gliela baciò.

 

“Ho creduto di perderti. E ho creduto di impazzire.” mormorò.

 

“…Harry…” sospirò lei, raccogliendo le forze. “…anch’io ti amo…”

 

Lui le sorrise ancora, poi si chinò a baciarla dolcemente.

 

************

 

Harry e Hermione aspettavano il treno alla stazione babbana di Londra, pronti a dirigersi alla fattoria dello zio di lei. C’era voluto del bello e del buono a convincere i professori di Hogwarts a lasciarli andare solo tre giorni dopo l’attacco di Voldemort, ma tutti e due non avevano battuto ciglio. E ora erano lì, con aria felice e innamorata, a tenersi per mano. Harry vestiva completamente babbano: jeans, maglione e giaccone. Anche Hermione era in jeans, maglione a collo alto, giaccone e capelli raccolti in una coda di cavallo. Niente bauli, niente uniformi, solo due zaini: il più possibile mimetizzati al mondo babbano, il che non era una cosa difficile, dato che entrambi provenivano in qualche modo da quel mondo.

 

I due ragazzi salirono sul treno e si scelsero uno scompartimento vuoto, così da potersene restare abbracciati a guardare il panorama innevato fuori dal finestrino.

 

“Non vedo l’ora di presentarti a mio zio e ai miei cugini.” disse lei, con la testa appoggiata sulla spalla di lui. “Zio Frank è un simpaticone, e poi è molto socievole. Mia cugina Magda ha 25 anni e tra qualche mese si sposerà. Io prenderò la sua stanza. Eddie, invece, ha 21 anni ed è tipo Fred e George. Sai, ti aspettano tutti con ansia.”

 

“Perché sono il tuo ragazzo?”

 

“Già, ma anche perché sei Harry Potter. Vedi, loro sono babbani, ma da me si fanno raccontare molto sul mondo della magia.”

 

“Wow, sembrano tipi interessanti. Sono molto curioso di conoscerli.” mormorò lui, mentre giocherellava con un ricciolo dei capelli di lei.

 

“Sai, la domenica si fa sempre tutti a palle di neve d’inverno, mentre d’estate zio ci porta al lago e facciamo il bagno lì, è molto bello.”

 

“Hermione…” cominciò lui, esitante. “…perdonami.”

 

Lei si raddrizzò e lo fissò negli occhi, preoccupata. “Perché? Cosa hai fatto?”

 

“Ti ho reso la vita impossibile, ti ho messo in pericolo.” mormorò lui, fissando il pavimento. “Se io non fossi il ‘grande’ Harry Potter ma solo Harry, tu vivresti una vita molto più spensierata e serena.”

 

“Tutto qui?” chiese lei, sorridendo. Lui inarcò un sopracciglio e la guardò confuso.

 

“Allora, non pensare mai quello che hai appena detto.” cominciò lei. “Harry, io ti amo. Ti amo perché sei tu, perché sei speciale per quello che sei. Amo il tuo eroismo e la tua modestia, il tuo coraggio e la tua timidezza. Ti amo per quello che sei, non per quello che non dovresti essere.” e a questo punto gli scansò i capelli dalla fronte e gli baciò la cicatrice. “Qualunque cosa sia parte di te, io la amo. Anche questa. E se sono o meno in pericolo, questa è una mia scelta. Non hai il diritto di fermarmi se ho deciso di rischiare la mia vita per il ragazzo di cui sono innamorata.” concluse sorridendo.

 

Harry le sollevò il mento con un dito e lo avvicinò al suo. “Che cosa ho fatto per meritarti?” lei sorrise e poi si diedero a un dolce bacio.

 

Un brusco TOC-TOC li interruppe, e malvolentieri dovettero dividersi. Entrò un contriollore babbano, con un blocchetto tra le mani.

 

“Scusatemi signori, ma abbiamo trovato questo cane accovacciato fuori a questo scompartimento e abbiamo dedotto che è vostro.” e così dicendo l’uomo lasciò entrare uno scodinzolante e grosso cane nero. Harry e Hermione spalancarono gli occhi.

 

“Sirius!” fecero insieme, stupiti. Il cane abbaiò allegramente in risposta.

 

“Deduco che abbiamo dedotto bene. Ma come mai era fuori e non dentro lo scompartimento?” insistette il noioso babbano.

 

“Ehm…si, ma…noi non sapevamo che…”

 

“Deve averci seguito alla stazione di Londra” s’intromise Hermione. “Credevamo di averlo lasciato coi nostri amici.”

 

“Capisco. Ma in ogni caso dovete pagare la multa. E ovviamente il biglietto.”

 

“Uhm. Si, ok.” disse Harry annoiato, sfilandosi il portafoglio di tasca. Quando finalmente il controllore uscì, Hermione chiuse la porta e le tendine dello scompartimento e Sirius riprese la sua forma umana.

 

“E’ un piacere rivederti, ma…che ci fai qui?” chiese Harry, leggermente contrariato dal fatto che ora lui e Hermione dovevano rinunciare a un viaggio da soli, in intimità.

 

“Veramente vi sto seguendo da quando siete usciti da Hogwarts.” disse lui, sorridendo. “E ve ne sareste anche accorti se oltre a baciarvi vi foste girati indietro.”

 

Harry e Hermione arrossirono violentemente, Sirius scoppiò a ridere.

 

“Beh, non è troppo tardi per farvi i complimenti, no?”

 

“Si…uhm…” fece Harry impacciato. “Come mai sei qui, Sirius?”

 

“Beh, dal momento che Voldemort è in circolazione, Silente e io abbiamo concordato che un po’ di protezione vi avrebbe fatto comodo. Ma non vi preoccupate, non rovinerò la vostra vacanza. Io sono solo Sirius, il cagnone di Harry.”

 

“Quando porteremo a casa di mio zio un cane come te, i miei cugini dedicheranno più attenzione a te che non a noi.” sorrise Hermione.

 

“Sarà un piacere.” le rispose dolcemente Sirius.

 

“Hai mangiato qualcosa?” gli chiese Harry.

 

“Non stamattina.”

 

“Vado a cercarti qualcosa nel vagone-ristorante.” Hermione si alzò.

 

“Grazie, sei molto gentile.”

 

“Vuoi che ti accompagni?”

 

“Harry!” esclamò ironica Hermione prima di uscire.

 

“E’ diventata bellissima.” fece Sirius paternamente. “E tu sei cotto perso.”

 

“Davvero? Voglio dire…è così evidente?”

 

“Diciamo che ce l’hai scritto in fronte a caratteri cubitali.”

 

Harry sorrise e abbassò lo sguardo.”E’ la cosa più speciale che mi sia mai capitata.”

 

“Posso immaginarlo. Harry, scusami se ho fatto irruzione così nella vostra vacanza, non volevo privarvi della vostra privacy, ma vedi…” e qui tirò un respiro profondo. “Tu e Hermione mi ricordate tanto James e Lily… e loro li ho lasciati soli una volta di troppo…non voglio che questo capiti a voi.”

 

“Sirius, è ok, non c’è alcun problema.” lo rassicurò il ragazzo. “La tua presenza rassicura anche me, e poi sono felice di vederti dopo tanto tempo. Davvero.”

 

“In ogni caso non temere, non ho intenzione di dormire ai piedi del tuo letto o fuori la porta della tua stanza. Sei liberissimo di comportarti da uomo quando vuoi.” lo punzecchiò Sirius.

 

Harry si fece di tutti i colori. “Ehi, ma che dici?!”

 

Sirius si fece una grossa risata.

 

******************************

 

E sto sprofondando nel romanticismo più sfrenato…beh, io vi avevo avvertito però che se il miele vi fa allergia la mia storia non è roba x voi!

Se c’è ancora qualche romanticone che mi sta seguendo, recensisse!

Alla prossima con “Come babbani”

 

 

 

 

 

  
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