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Autore: Futeki    26/12/2021    5 recensioni
"C'era qualcosa di inaspettatamente banale in quel ragazzo che era cresciuto con ideali a cui, in quel momento, sembrava pronto a rinunciare con facilità. Aveva portato avanti con orgoglio il credo della famiglia senza mai preoccuparsi della labilità delle sue fondamenta, e ora era lì, sconfitto e in attesa di giudizio, incapace di aggrapparsi a quelle stesse ragioni perfino nella riservatezza dei propri pensieri. Era soltanto un guscio, una persona che era riuscita a svuotarsi degli insegnamenti di una vita, forse per timore o forse, come credeva lei, perché non c’era niente, nei principi che aveva ereditato, che lo rendesse diverso da un fantoccio nelle mani di qualcun altro. Era come se Draco Malfoy non fosse mai esistito, sbiadito com’era nell’ombra di ciò che avevano plasmato altri per lui."
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'A metà strada'
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A Legar,

la mia persona.

 

 

Inconsistente

(La tua speranza)

Quel che ora penso veramente è che il male non è mai ‘radicale’, ma soltanto estremo, e che non possegga né profondità né una dimensione demoniaca. Esso può invadere e devastare il mondo intero, perché si espande sulla superficie come un fungo. Esso ‘sfida’, come ho detto, il pensiero, perché il pensiero cerca di raggiungere la profondità, di andare alle radici, e nel momento in cui cerca il male è frustrato perché non trova nulla.

Questa è la sua ‘banalità’.

Solo il bene è profondo e può essere radicale.

 

 

Chiudendo gli occhi, Hermione riusciva quasi a sentire l’odore della neve nell’aria. A casa sua, nel Northumberland, le strade erano imbiancate da più di un mese, ma la neve a Londra era un evento assai meno frequente.

«Pensi che nevicherà?», domandò l’uomo accanto a lei.

Hermione sorrise di quel richiamo ai propri pensieri. «Lo spero. Mi piacerebbe.»

Era abituata a trascorrere tanto tempo a Londra per via del suo lavoro al Ministero, eppure se c’era una cosa che le mancava di casa era il contributo che la neve riusciva a dare all’atmosfera natalizia.

Draco Malfoy si lasciò sfuggire un sorriso che durò soltanto pochi istanti.

Passeggiavano per Diagon Alley senza una meta precisa, abbastanza vicini perché tutti i passanti li osservassero con un misto di confusione e incredulità. Lei non ci faceva troppo caso: da quando Harry aveva sconfitto Voldemort era stata oggetto della curiosità di molti e aveva imparato a ignorare le occhiate della gente. Draco, invece, si sentiva piuttosto a disagio.

«La smetteranno mai di fissarci?»

La strada brulicava di persone impegnate negli ultimi acquisti e di ragazzini che erano rientrati da scuola per le vacanze. Le piaceva l’atmosfera gioiosa di quei giorni, quindi sorrise dell’imbarazzo del suo accompagnatore.

«Non pensarci troppo», gli disse divertita. «Prima o poi finirà. Forse.»

Draco sbuffò. «È facile dirlo, per te. Ti guardano perché sei l’eroina del Mondo Magico, mentre i loro pensieri per me sono tutt’altro che lusinghieri.»

Hermione scrollò le spalle. «Siamo quello che siamo.»

«Io a volte preferirei essere qualcun altro.»

Lei inarcò un sopracciglio, poi si voltò a scrutarlo per capire quanto fosse serio. Teneva gli occhi fissi davanti a sé in un palese tentativo di evitarla, ma la sua espressione rivelava con chiarezza un misto di emozioni che Hermione aveva imparato a riconoscere una per una – paura, dispiacere, disagio – e, sopra tutte le altre, la scintilla di un desiderio intenso che gli animava lo sguardo.

«Non ti serve essere qualcun altro», gli disse in tono gentile. «Sei quello che sei adesso

Draco serrò i pugni nelle tasche del cappotto, gesto che Hermione sapeva essere quello che compiva quando era in conflitto con se stesso. Gli posò una mano sull’avambraccio per trasmettergli un po’ di calma; lui si irrigidì per la sorpresa, ma non si spostò.

«Non sarebbe più facile se avessi un altro aspetto?», commentò quasi tra sé. «Se non avessi più la stessa faccia di prima o lo stesso marchio sul braccio…»

Lei strinse le dita proprio nel punto in cui si trovava il segno indelebile di cui ormai si vergognava. «È una speranza inutile, Malfoy», lo redarguì. Non lo chiamava più in quel modo dai tempi della scuola.

Lui si lasciò andare a una mezza risata carica di sarcasmo. «Non è impossibile cambiare, lo sai.»

«Certo che no, tu lo hai fatto», replicò Hermione. «Ma ciò di cui parli ora è soltanto una fuga.»

Draco non rispose, ma non pareva convinto.

Lei sbuffò. «Cancellare quello che sei stato non è la strada. È importante che ricordiamo sempre come potevamo diventare. Ciò che conta oggi sono le tue scelte, sono quelle a definirti davvero.»

«Parli come Potter», ribatté lui, ma la risata che accompagnò quel commento era più rilassata.

Ne avevano discusso tante volte, nelle settimane precedenti. Lui era andata a trovarla di nuovo e lei non lo aveva più lasciato sulla porta. Si erano confrontati, lui si era aperto e Hermione aveva realizzato che c’era una persona tutta da scoprire, dietro la boria di Draco Malfoy. Era una frequentazione strana, quella che avevano iniziato: nessuno dei due si era mai fermato a chiedersi a cosa avrebbe portato, eppure entrambi erano sicuri di non volerci rinunciare.

«Non puoi limitarti a sperare che le cose vadano come vorresti», brontolò lei, lasciandogli andare il braccio. «Se vuoi qualcosa te lo devi guadagnare. Se continui a nasconderti e ad aspettare che le cose buone della vita ti piovano addosso non otterrai mai niente.»

Draco si voltò a guardarla come se avesse avuto un’illuminazione. Un mezzo sorriso gli aleggiava sulle labbra e teneva la testa leggermente inclinata, come per studiarla. «Davvero?»

«Davvero», confermò lei, colta da un’improvvisa irritazione.

Lui non replicò. Percorsero ancora qualche passo, poi fu lui a posarle una mano dietro al braccio, in un gesto gentile. Hermione non si rese conto che la stava intenzionalmente guidando in una zona meno affollata fino a che lui non l’ebbe lasciata andare.

«Pensi che dovrei iniziare a lottare per quello che voglio?»

Lei sbatté le palpebre, fingendo indifferenza. «Certo.»

«E se non lo meritassi? Quello che voglio, intendo.»

Hermione si fermò, costringendolo a fare altrettanto. Quando lui la guardò, con un misto di incredulità e speranza, lei ricambiò con la stessa intensità.

«Fai in modo di meritarlo», disse decisa. «Ma potresti scoprire che qualcuno pensa che sia già così.»

«Davvero?», mormorò lui accostando il viso al suo. Esitava, come per chiederle il permesso di osare un po’ di più.

Lei sorrise. «Davvero», soffiò contro la sua bocca, e Draco si avvicinò per baciarla.

Schiuse le labbra e lui fece altrettanto, approfondendo il contatto. Hermione respirò la sua incertezza e il suo desiderio, intrecciati in un contrasto che sapeva profondamente di lui. Gli infilò le dita tra i capelli sottili e lui le avvolse la vita con un braccio, stringendola a sé.

Quando si separarono, Draco aveva le guance arrossate e gli occhi lucidi.

Hermione ridacchiò.

«Che c’è?»

«Nevica», spiegò lei, catturando un fiocco di neve che era rimasto impigliato tra i suoi capelli biondi. Prima ancora che potesse mostrarglielo, si era già sciolto sul suo dito.

Lui sorrise. Era così simile all’uomo che si era presentato a casa sua due mesi prima, e allo stesso tempo era una persona del tutto diversa, ancora da scoprire.

Un paio di passanti si accorsero di loro e Hermione vide oltre la spalla di Draco che un bambino dall’altra parte della strada li stava indicando. Senza lasciarla andare, lui seguì il suo sguardo e si voltò, ma Hermione allungò una mano e lo costrinse a riportare gli occhi su di lei.

«Buon Natale, Draco», gli disse per tenerlo concentrato su di sé, i palmi fermi ai lati del suo viso.

Lui le posò un bacio delicatissimo sulla fronte, stringendola ancora tra le braccia. «Buon Natale.»

 

 

 

Note: Con la terza parte, si conclude questa storia che ho provato a raccontare per “momenti”. Ciascuno dei tre episodi descritti rappresenta un momento di evoluzione per Draco e di scoperta per Hermione e tutti e tre contribuiscono in qualche modo alla nascita del loro rapporto.

I titoli dei capitoli sono sinonimi della parola “banale” nelle sue varie accezioni; i sottotitoli riguardano le emozioni di Draco, che inizialmente Hermione trova banali (insignificante, irrilevante, inconsistente) ma solo prima di comprenderne il valore.

Grazie per la lettura, ancora una volta: buone feste a tutti voi!

Futeki

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