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Autore: pokas    27/12/2021    1 recensioni
Ciao, io sono il Leggendiaro, un esperimento immersivo che ti permetterà di goderti al massimo le due serie principali che inizieranno ad essere pubblicate a breve su questo profilo: "Blackword's chronicles" e "LucasForce's journey"
I capitoli che contengono verranno sbloccati via via con il proseguimento delle storie, ciò significa che farsi il bravo e non sbircerai oltre... Vero?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Lucia seguì il piano di Nemesis, rubò i pianeti alle altre galassie, i pianeti più adatti alla colonizzazione.

Le principali caratteristiche dovevano essere la presenza di acqua e la temperatura che non implicasse né fuoco né ghiaccio.
 
Alcuni pianeti vennero scaraventati via, lontano dall'Oblio, perché non erano stati messi correttamente in orbita, alcuni invece vennero risucchiati e distrutti per lo stesso motivo.

A furia di esperimenti e tentativi, le due sorelle riuscirono a far girare le sfere rocciose attorno a quel luogo di oscurità e luce, la loro Culla era diventata il fulcro.
 


Le sfere però rimasero disabitate.

-Che stupida idea la tua! Te l'ho detto che non avresti ottenuto nulla-

-Taci Jack! Lasciami riflettere… Cosa manca…-

Poi Nemesis guardò Lucia, non importava quanto impegno potessero mettere nel creare la vita, senza luce non avrebbero ottenuto nulla.

-Ci servono anche le stelle… Ci serve luce-

-Lei è palesemente la luce più forte di tutte!- le rispose Black Jack indicando Lucia

-Ma c'è bisogno di una stella, non puoi pensare che Lucia resterà immobile per sempre-

-Perché no? Tanto non possiamo andare da nessuna parte!-

-Jack…- lo afferrò per quel che poteva essere il corpo -Basta… Se non vuoi aiutare va via da solo- gli disse.


 
Così fece, Black Jack si allontanò dalle sorelle per secoli, lasciandosi alle spalle ciò che conosceva.

Strinse la gemma che aveva in mano e fissò il confine che fluttuava. Una voce, una voce sconosciuta ma familiare, come la sua , ma distorta, lo chiamava, ma gli parve essere tutta attorno a lui.
 
-Da solo… Sempre da solo… Vuoi di più?-

-Si…-

-Vuoi essere felice?-

-Cosa… Cosa è la felicità?-

-È il sorriso che quelle due traditrici avevano stampato in volto! Così in sintonia… Cosa farai tu da solo per il resto dell'eternità?-

-Non lo so…-

-Non vuoi esplorare ciò che c'è oltre questa barriera?-

-Non posso… Loro…-

-Loro non ti vogliono!-

-Non è vero!-

-Allora perché l'unico essere con cui stai parlando è il tuo stesso braccio?-


 
La voce si placò. A Black Jack parve di aver sognato, confuso si guardò la mano destra, aveva stretto così forte la gemma da averla frantumata.

Le ferite che aveva sanguinavano, qualcosa che lui non credeva possibile, poi si spaventò ancora di più nel notare che le ferite ricordavano un distorto e malato sorriso con due piccoli occhi verticali.
 
Più il tempo passava, più Black Jack si ritrovava solo a parlare tra sè e sè, a fantasticare su ciò che c'era oltre il confine, senza avere mai il coraggio di oltrepassarlo.

Era diventato ossessivo, le sue fantasie lo perseguitavano come la voce che sentiva dentro di sé.

-Dovresti andare via-

-Nessuno ti cercherebbe-

-Non c'è posto per te in quella casa che loro due vogliono creare-

-Non serve a nulla che scappi… Io sarò sempre con te… L'unico di cui puoi fidarti-
 
Frasi che il suo cervello ripeteva costantemente, seguito dal senso di essere fissato da qualcuno, seguito. Gli sembrava di avere un pubblico che godeva della sua sofferenza, senza volerlo salvare.
 
-Vi prego! Aiutatemi! Aiutatemi…- urlava sempre più frequentemente all'universo, ma le Stelle rimasero a guardare senza interferire con la sua pazzia.


 
La disperazione di Black Jack lo portò dalle sorelle, non poteva tenersi tutto dentro, non poteva farsi divorare da quelle nuove e inspiegabili emozioni che lo stavano torturando.

Black Jack era ormai un dio caduto, perché aveva perso la ragione, era un lume senza luce per guidare sé stesso.
 
Il progetto di Nemesis e Lucia proseguiva bene, avevano scelto di creare un mondo sperimentale, di aggiungere una finta stella usando una gemma che Lucia aveva portato con sé dalla Culla, di dare il via ad una civiltà, come il loro destino voleva.

Black Jack corse verso le sorelle, schivando le rocce, nuotando nelle nubi gassose, fino a giungere da loro.
 
-Fallo tacere! Nemesis, ti prego fallo tacere…- supplicò, ma lei lo guardò spaventata, disgustata da quel lamento sconosciuto, da quella sofferenza che lei non poteva provare.

Le mani di Black Jack, che avevano preso una forma stabile, stringevano le spalle della sorella, la quale invece voleva solo allontanarsi, scappare lontano.
 
-Ascoltami! Loro, loro ci stanno guardando… Loro vogliono che io stia male… Ti prego aiutami….-

-Non c'è nessuno oltre a noi…-

-ASCOLTAMI! Sono ovunque! Lì, lì e anche lì- urlava indicando ogni punto luminoso nel cielo.
 


Nemesis si limitò a spingerlo via, alimentando così la sua ira primordiale. Lei godeva di equilibrio e non di giudizio, lui godeva di forza, ma non di controllo.

Black Jack tirò un cazzotto governato dalla rabbia, colpì Nemesis al petto e senza alcuno sforzo la trapassò. La sua forma intangibile quanto reale, aveva creato un buco nel petto della sorella.
 
Black Jack rimase immobile, lasciò che il corpo di lei scivolasse via dal suo braccio, sconvolto. Il sangue di lei gli avvolgeva il braccio fino al gomito, o la giuntura che ne faceva le veci.

Guardò verso il basso, ai suoi piedi, Nemesis non parlava più, non lo guardava con altro che pura paura.Era immobile, come un giocattolo che si rompe perché troppo delicato.
 
-Sangue… Il sapore del suo sangue… Di più-

Black Jack fissò il suo braccio destro, la voce gli parve ancora più reale.
 
-Ho detto di piu!- il braccio lo tirò verso quel corpo senza vita

-No! Che vuoi fare?- chiese Black Jack, rendendosi conto solo in quel momento che le sue non erano più illusioni, erano una crudele realtà.

Quando la sua mano destra toccò quel corpo, gli sembrò che la cicatrice che aveva sul palmo si fosse aperta per divorare quel frammento di esistenza che lui aveva appena distrutto.

Nemesis venne assorbita, come una preda di un pitone, donando a Black Jack la sua forma fisica dotata di arti.
 


-Nemesis?- chiamò Lucia

-Lucia…- le corse in contro Black Jack

-Jack… Che bello saperti qui- gli disse accarezzandogli il volto con una delle sue ali

-Hai visto Nemesis? Ha detto che sarebbe tornata subito…-.
 


In quel momento lui non ebbe il cuore di dirle la verità, non sapeva nemmeno cosa fosse successo. Sorrise, cercò di farlo, e poi parlò

-è andata a prendere delle cose per il vostro progetto…-

-Ah… Forse non le è piaciuto come ho fatto alcune cose… Non rispettavano del tutto il suo progetto…- disse lei dispiaciuta

-Che lagna questa, uccidiamo anche lei!- la voce che Black Jack sentiva era più forte, come il braccio stesso dove ne identificava la fonte

-No! Lei no!-

-Lei si invece- il braccio si mosse di nuovo, caricò un colpo pronto a colpire la creatura di luce.

Prima che potesse farlo, Black Jack bloccò il colpo con l'altro braccio

-Ho detto…Lei no-

Il suo tono, lo inquietò per quanto era somigliante a quella voce che lo tormentava.
 


Lucia non si era mossa, inconsapevole del rischio, gli sorrise senza fare domande ne giudicarlo.

-Tu… Non trovi strano che io parli da solo?-

-Tu non sei mai solo… Le Stelle vegliano su di te-

-Vegliano non mi sembra la parola più adatta…-

Lei rise. Lui rise. Fu l'inizio di una storia unica, quanto già vista.
 
Dalla morte nasce la vita, dalla rabbia nasce il perdono, il buio e la luce lavoreranno insieme in nome dell'amore.
   
 
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