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Autore: NPC_Stories    28/12/2021    2 recensioni
O come Dora e Rupert Honeycomb sono sopravvissuti alla propria infanzia.
Grossomodo.
Genere: Commedia, Fantasy, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Slash, FemSlash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Forgotten stories of the Forgotten Realms'
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Autore: Dira_
Genere: fantasy, comico




Salti e incredibili acrobazie



Una locanda vicino a Secomber, Costa della Spada, undicesimo mese dell'anno 1361


“Ammiratemi!”
Dora sgranò gli occhi ammutolita, mentre attorno a lei la torma di bambini ospiti alla Locanda dell’Orso schiamazzava rumorosa. La voce di suo fratello si levava limpida tra le risate e le grida.
Limpida perché era oltre una decina di metri d’altezza; l’undicenne Rupert Honeycomb era infatti in piedi sul cornicione della torre campanaria, una delle tante tracce che parlava dell’antico scopo di quei luoghi.
“Non farlo!” urlò terrorizzata infilandosi le mani nei capelli e tirando alle radici. Quel brutto vizio l’aveva preso in concomitanza con il treno di ormoni che aveva invece investito il suo gemello: l'aveva fatto alzare di quasi dieci centimetri, stava cominciando a fargli cambiare la voce … e aveva decuplicato la sua follia.
“Mi lancerò da questa torre e con le mie incredibili acrobazie atterrerò illeso!” urlò e pure dal basso Dora riuscì a scorgerne l’espressione esaltata, lontana.
Si ammazzerà.
“Fai una capriola mentre cadi!” sghignazzò Luel, figlio della locandiera e mezzo-fatato. Bello come una notte estiva e stronzo come poche persone al mondo. Era più grande di loro ma aveva il cervello grosso come una noce, perché invece di usare le stupide ali che si ritrovava per recuperare suo fratello se ne stava in mezzo ad un nugolo di ragazzine a sparare battute.
E le cretine, che lo assecondavano in tutto, tifavano rumorosamente perché Rupert si spiaccicasse al suolo.
Dora si guardò frenetica attorno ma non vide adulti, solo un gruppo di ragazzini eccitati in un pigro pomeriggio di Uktar. La tempesta perfetta.
“Mi butto!”
“Porca puttana,” sibilò e Luel abbassò lo sguardo sorpreso.
“Oh-la-là! Una brava bimba come te con in bocca parole così volgari… non farai piangere Lathander?”
“Vaffanculo Luel,” sbottò Dora prima di correre come il vento dentro la locanda. Con tre inverni passati lì conosceva le stanze come il palmo della sua mano. Salì scale e superò persone e poi si arrampicò per la scaletta scivolosa di cacca di piccione, fino a spalancare la botola che dava sull’ambiente della campana: Rupert era sul cornicione sospeso su una gamba sola come un fenicottero lunatico.
“Rupert, scendi subito!”
Il gemello, simile a lei nei lineamenti ma non nei colori e nel fisico allampanato, si voltò sorpreso. “Dora!” esclamò contento. “Sei venuta ad osservare il mio grande salto da una prospettiva migliore?”
“No, sono venuta per portarti giù imbecille, vieni qui!”
Il pavimento del campanile era fatto di assi, che scricchiolarono in modo inquietante mentre Dora mosse alcuni passi verso il fratello. “Se salti muori!”
“Oppure, grazie all’infinita potenza dei miei muscoli no, e che figata sarebbe?” ribatté sorridendo serafico. “Vado! Il pubblico mi attende!”
“Il pubblico ti vuole morto, vieni qui ti ho detto!” Rupert stava crescendo sempre più fuori di testa. L’unica soluzione che avevano trovato i suoi genitori per provare a disciplinarlo era quella di metterlo in punizione, batterlo, o lasciarlo nelle mani di Randall e Stedd. Quella ricetta non stava funzionando, anzi, pareva estremizzare i suoi colpi di testa.
L’asse su cui mise un piede cedette e Dora cacciò uno strillo spaventato. In un baleno Rupert le fu accanto e la afferrò tirandola sul cornicione poco prima che l’asse si rompesse. “Dora! Stai attenta!” esclamò e il sorriso pazzo venne sostituito da un’espressione preoccupata. Quando faceva quella faccia si vedeva davvero che erano gemelli, pensò Dora con il cuore in gola.
“Ce ne andiamo per favore?
Rupert sospirò, lanciò un’occhiata di rimpianto alla folla sotto di loro ma poi si strinse nelle spalle. “Va bene dai…” inarcò un sopracciglio. “Ma parli con Luel adesso? Ti piace?!
“No, ma sei impazzito?!” esclamò e senza pensarci gli diede uno spintone. Rupert ovviamente si sbilanciò. E lei d’istinto lo afferrò.
Precipitarono dalla torre urlando e per Lathander il radioso sarebbero morti quando un battito d’ali e una risata le ricordarono che Krystel non voleva che alla locanda morisse nessuno. Neppure e soprattutto a causa della propria stupidità.
“Voi gemelli siete proprio uno spasso!” sghignazzò Luel, che li aveva afferrati in volo e li stava tenendo come sacchetti di patate, uno per braccio, mentre planava dolcemente a terra. “Avete anche fatto una capriola sincronizzata, che bravi!”
“Vaffanculo Luel!”

   
 
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