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Autore: MaryFangirl    30/12/2021    0 recensioni
[Sequel di 'Lacrime di ghiaccio']. Dodici anni dopo, Hanamichi e Kaede sono ancora insieme ed entrambi giocano nell'ACB spagnola. La stagione è finita ed è tempo di vacanze...ma non saranno così tranquille come avrebbero desiderato.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: Lemon, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Questa è una storia tradotta in italiano dallo spagnolo. Tutte le info subito qui sotto.
 
Titolo originale: Lágrimas de hielo 2
 
Ciao a tutti ^^ ecco il sequel di Lacrime di ghiaccio, spero possa piacervi.
 
Il rating della storia originale è arancione, anche se a me, dato i contenuti, sembra più rosso XD facciamo che è un arancione rinforzato...quindi attenzione, birichine amanti delle scene hot (come me d'altronde!). Inoltre il rating non rosso consente anche a chi non è registrato di leggere, e mi fa piacere...ma vi invito a iscrivervi e, perché no, lasciare una vostra impressione!
 
Grazie e buona lettura.
 
 
 
Erano quasi le undici del mattino, ma grazie alle fitte tende la camera da letto era al buio e non faceva troppo caldo.
Si girò nel letto, solo per scoprire che Kaede non era più con lui.
 
“Quella volpe...non sa cosa significa essere in vacanza”
 
Dopo mesi di faticosi allenamenti, partite di qualificazione, trasferte e play-off, la stagione del campionato ACB* in cui entrambi giocavano era finalmente finita. Ma quell'anno, invece di tornare in Giappone per qualche settimana per riposare e rivedere gli amici, avevano deciso di prendere una casetta sulla costa e trascorrere l'estate lì. La verità era che da quando la stampa giapponese aveva pubblicato una storia falsa che gli era quasi costata la sua relazione con Kaede, oltre a causare al marito una ricaduta e un fortissimo attacco d'ansia, Hanamichi non aveva alcun desiderio di tornare al suo paese.
 
Il luogo scelto per ricaricare le batterie era l'isola di Maiorca, in particolare una piccola e tranquilla cittadina chiamata Sa Rapita, composta per lo più da chalet unifamiliari, dove non si potevano costruire alberghi pur avendo nelle vicinanze delle belle spiagge. Nell'intera zona c'erano pochi bar e ristoranti e una discoteca, e a malapena passavano auto per strada, perlopiù bambini in bicicletta. Era quasi il paradiso.
 
Sbadigliò e si stirò sul letto. Poi piantò gli occhi sul piccolo calendario da parete appeso a lato della stanza. Anche se la data non era marcata, era sicuro che non l'avrebbe dimenticato.
 
Quel giorno era da un anno che erano sposati.
 
Chi gli avrebbe detto, alla fine del primo anno di liceo, in seguito a mesi di lotte e odio irrazionale da parte sua, che dodici anni dopo sarebbe stato felicemente sposato con Kaede Rukawa?
 
E tutto grazie al paese in cui si trovavano, la Spagna, che aveva concesso loro la cittadinanza e il diritto a sposarsi lì, dove per unirsi in matrimonio non importava il sesso delle persone ma solo che si amassero.
 
-Come noi- pensò Hanamichi sorridendo. In dodici anni ne avevano trascorso uno solo da separati, quando, dopo aver terminato gli studi presso l'università di Philadelphia negli Stati Uniti – Kaede in architettura e Hanamichi come insegnante – e dopo cinque anni spettacolari trascorsi a giocare nella NCAA – il primo aveva firmato con i Boston Celtics e il secondo con i Winterthur FC Barcellona. Kaede era stato quello che aveva preso peggio la separazione, e la stagione successiva, grazie a Yohei, ora manager di entrambi, era riuscito ad entrare nei DKV Joventut, una squadra molto vicina a quella di Hanamichi, e oltre ad essere entrambi nell'ACB, le squadre avevano la loro sede nella stessa provincia, Barcellona.
 
Un rumore interruppe i suoi ricordi. Era il suono dell'acqua che scorreva; proveniva dal cortile, quindi Hanamichi seppe che Kaede era tornato dal suo allenamenti mattutino e si stava facendo la doccia con il tubo esterno.
Solo immaginando il suo amato nudo e con l'acqua che correva lungo la sua pelle, il corpo di Hanamichi iniziò a reagire. Pur essendo insieme da tanto tempo, la passione che sentivano l'uno per l'altro non era diminuita neanche un po'. In quel momento anche Hanamichi era nudo proprio perché avevano passato la maggior parte della notte a fare l'amore.
 
Poco dopo, sentì dei rumori in cucina e un'idea gli passò per la mente. Si alzò dal letto senza emettere un suono, e più silenziosamente che poté, uscì e si diresse in cucina in punta di piedi, dove la sua volpe con i capelli bagnati, in maglietta e mutande, stava preparando la colazione. Quando lo raggiunse, lo abbracciò in vita, attirandolo a sé con forza; Kaede sussultò sbalordito e lasciò cadere il coltello con cui stava spalmando del burro sul pane tostato.
 
“Buongiorno” rise Hanamichi.
 
“Certo...mi hai fatto prendere un colpo” disse Kaede sorridendo.
 
“Buon anniversario, mio amore...” gli sussurrò all'orecchio.
 
“Buon anniversario, Hana...”

Kaede provò a voltarsi per guardarlo in faccia, ma il suo doaho non glielo permise.
 
“Che stai...?” si fermò quando si accorse dell'erezione nuda di Hanamichi che si strofinava sulle sue natiche, e il rossore inondò le sue guance.
 
“Qualcosa non va, volpe?” chiese beffardo.
 
“No...ah!” gemette quando la mano di Hanamichi lo accarezzò sopra le mutande.
 
“Ti piace?”

“Sì...”
 
Hanamichi continuò a massaggiarlo, sempre più forte, mentre con l'altra mano continuava a tenerlo stretto per la vita. Dopo pochi minuto, compiaciuto dai gemiti più intensi che gli stava causando, lo lasciò un momento per abbassargli le mutande, che caddero ai suoi piedi.
 
Incoraggiato da Hanamichi, che premeva con un ginocchio, Kaede tirò fuori un piede dalle mutande e allargò le gambe mentre appoggiava un gomito sul bancone e si chinava. Hanamichi si leccò due dita e le inserì delicatamente in lui per prepararlo, mentre Kaede iniziava a masturbarsi.
 
“Subito...” ansimò dopo pochi minuti.
 
Hanamichi non si fece pregare, tirò fuori le dita e, afferrandolo per un fianco, lo penetrò lentamente. Dovette usare tutta la sua forza di non volontà per non prenderlo selvaggiamente e ferirla, perché la posizione lo incoraggiava parecchio. Si trattenne il più possibile e dopo diverse spinte raggiunse l'orgasmo; senza uscire, si chinò sulla sua schiena, spinse via la mano di Kaede e continuò a masturbarlo fino a farlo terminare.
Caddero a terra semi abbracciati, sudando e respirando faticosamente.
 
“Mi ero appena fatto la doccia...” si lamentò Kaede con una smorfia divertita.
 
“Beh, adesso la rifacciamo insieme...” disse Hanamichi leccandogli il collo.
 
“Andiamo, ho già preparato la colazione”

Kaede si alzò per prima e aiutò Hanamichi a fare lo stesso. Uscirono dalla porta della cucina, che si affacciava direttamente in cortile, dove Kaede finì di spogliarsi togliendosi la camicia. Srotolò il tubo di nuovo e senza avvertire avviò il rubinetto dell'acqua fredda, puntando direttamente sulla testa di Hanamichi.
 
“ARGH!” gridò Hanamichi cercando di deviare il getto con le mani, “è freddissima!”
 
Kaede scoppiò a ridere mentre continuava a puntarlo.
 
“Dannata volpe!”

“È la mia vendetta per lo spavento che mi hai provocato prima!” rise. Hanamichi riuscì ad avanzare verso di lui attraverso l'acqua e iniziò una lotta per ottenere il controllo del tubo flessibile. Dopo diversi minuti di lotta, risate e baci, riuscirono a farsi la doccia e poi andarono a fare colazione.
 
^ ^ ^ ^
 
L'usanza spagnola alla quale si erano adattati meglio era la siesta estiva. E a Sa Rapita sembrava un atto sacro: tra le quattro e le cinque del pomeriggio non si sentiva anima viva per strada. Naturalmente, il più felice di obbedire a quell'usanza era Kaede.
 
Erano già le cinque e mezza quando Hanamichi si svegliò e, disposto a rischiare di ricevere uno schiaffo, scosse dolcemente Kaede.
 
“Che facciamo questo pomeriggio?” gli chiese, “ti va di andare in spiaggia?”
 
“Ok...” mormorò Kaede, stiracchiandosi, “dove?”

“A Sa Rapita, a Ses Covetes...non importa, quella che preferisci”
 
“Perché non a Es Trenc?”
 
“Quella nudista?” esclamò, “assolutamente no!”
 
“Perché no?” rise la volpe.
 
“Attiriamo già troppa attenzione in costume da bagno per andarci addirittura nudi...”
 
“Dai, la verità è che ti vergogni...”

Ma il doaho aveva ragione. Due orientali di un metro e novanta, uno dei quali con i capelli tinti rosso fuoco, non passavano esattamente inosservati. Erano lì da due settimane e finora la stampa non li aveva ancora scoperti, ma se fosse successo, sarebbe stato meglio non farsi sorprendere nudi sulla spiaggia. La stampa spagnola poi era molto sensazionalista e sicuramente, se fossero usciti in copertina, i loro club non l'avrebbero trovato divertente.
 
“E se andiamo a Colonia Sant Jordi?” chiese Hanamichi.
 
“È troppo lontano per la bicicletta” obiettò Kaede.
 
“Beh, andiamo in macchina”
 
Kaede fece una faccia disgustata. Odiava andare in auto se non era assolutamente necessario, Hanamichi lo sapeva e insisteva sempre.
 
“Non fare quella faccia” si lamentò Hanamichi.
 
“Sai che non mi piace andare in macchina”

“Meglio dire che hai paura...”

“Non è vero!” esclamò.
 
“Ah no? Allora spiegami perché a 28 anni non hai ancora preso la patente”

“Lasciami stare”

Kaede si alzò dal letto ma Hanamichi in un rapido movimento lo fece ricadere di nuovo e si mise sopra di lui.
 
“Non arrabbiarti, per favore” chiese con la sua migliore espressione di agnello al macello, alla quale sapeva che Kaede non avrebbe resistito, “oggi andiamo con la macchina al mare, per il resto della settimana faremo quello che vuoi ogni giorno”

“È sabato...” grugnì Kaede cercando di rimanere arrabbiato, ma il suo mezzo sorriso lo tradì.
 
“Beh dovrai approfittare di domani...” sorrise Hanamichi.
 
“Ne approfitto adesso”
 
Dopo un bacio furioso, entrambi si alzarono e si misero il costume da bagno con sopra una maglietta. Uscirono di casa ed entrarono nel garage, dove li attendeva la nuovissima Audi, orgoglio di Hanamichi, e che nonostante le lamentele di Kaede guidò con troppa eccitazione, arrivando dieci minuti dopo a Colonia Sant Jordi, una città vicina e più grande oltre che molto più turistica di Sa Rapita.
La spiaggia di Colonia Sant Jordi, come tutte quelle della zona, era straripante. Riuscirono però a trovare un buco e dopo essersi spalmati la crema a vicenda, approfittandone per mettersi le mani addosso, si sdraiarono sugli asciugamani a prendere il sole.
 
“Stasera andiamo a cenare al Ca'n Pep per festeggiare il nostro anniversario?” chiese Hanamichi sollevandosi un po' fino a mettersi seduto.
 
“Mmh...” mormorò Kaede, a faccia in giù sull'asciugamano. Hanamichi lo guardò per un momento e si trovò a invidiare la volpe già più abbronzata di lui. Poi si guardò intorno per la spiaggia e si fermò su una coppia maiorchina, un uomo e una donna sulla trentina, che parlavano e giocavano con i loro bambini sulla sabbia vicino a dove erano loro.
 
Osservò i bambini incantato. La bambina doveva avere circa quattro anni e il bambino sette.
Avvertì una fitta al petto ricordando che non avrebbe potuto avere figli biologici con Kaede, ma lo amava troppo per rinunciare a lui per quel motivo. Inoltre c'era sempre l'adozione, da quando in Spagna era stata approvata la legge sull'uguaglianza tra matrimoni eterosessuali e omosessuali, non avrebbero avuto problemi per quello.
 
Guardò di nuovo suo marito, che ancora sonnecchiava ignaro dei suoi pensieri, e provò l'improvviso bisogno di proporlo.
 
“Kae...”

“Mmh...”

“Che ne dici se adottiamo un bambino?”
 
Dalla sua posizione Hanamichi non lo vide, ma Kaede spalancò gli occhi. Rimase immobile per un momento, poi si voltò e si mise a sedere, guardandolo sconcertato.
 
“Come...?” balbettò.
 
“Mi hai sentito” disse Hanamichi con calma.
 
“M-ma...da dove ti è venuta quest'idea?”

“Dal fatto che voglio essere padre”
 
Kaede continuò a fissarlo per un momento senza dire nulla, poi guardò il mare.
 
“Lo so” sussurrò.
 
Hanamichi non si sorprese. “E tu?” chiese speranzoso, “vuoi essere padre?”
 
Kaede tardò a rispondere. Hanamichi iniziò a temere, ma con suo sollievo vide il marito che lentamente sorrise.
 
“Sì...” mormorò infine. Poi il suo sorriso si allargò. “Sì, lo vorrei...”
 
Hanamichi non si trattenne e lo abbracciò forte.
 
“Grazie...” gli sussurrò all'orecchio.
 
“Non ringraziarmi...” disse Kaede ricambiando l'abbraccio, “credi che saremo buoni genitori?”

“Certo che sì...saremo i migliori”.
 
 
 
*La Liga ACB è la massima divisione del campionato di basket spagnolo.

 

  
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