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Autore: Apollonia Storie    31/12/2021    1 recensioni
Lily. Harry. Ania. Draco. Voldemort.
Gli scacchi principali di questo gioco mortale.
Ania aspettava da anni di conoscere finalmente il grande Harry Potter, eppure, da quel momento in poi una serie di eventi agitano acque pericolose.
Draco non sa cosa ci vede in quella lí, sa solo che lo scava dentro, che é fragile e pericolosa allo stesso tempo, e che a lui i giochi pericolosi sono sempre piaciuti.
E il Signore Oscuro pensa davvero di conoscere bene il suo servitore Severus? E se il piú grande segreto dell'uomo fosse una figlioccia maledetta, per cui darebbe la vita?
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Nuovo personaggio
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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le saette




   Gettó un’occhiata di traverso al ragazzo poggiato sul letto, un braccio svogliatamente lasciato a coprire gli occhi, e i piedi spaparanzati sulle lenzuola.

Draco era entrato nella sua stanza subito dopo pranzo quel pomeriggio, per farle una bella lavata di testa e “onorarla della sua presenza”, per dirla a parole sue.
Se vogliamo essere onesti, in realta Draco era praticamente sempre nella sua stanza.
 
Da quando, due settimane prima, le aveva medicato la ferita alla gamba, la sua presenza in quella camera era diventata costante.
Si perché Ania era ben intenzionata a non vedere nessun’altro, e nessun’altro voleva vedere lei.
Per Draco stare lí significava isolamento totale dal resto della ciurma.
Ed era esattamente quello che voleva.
 
Almeno questa era la sua versione dei fatti.
Qualsiasi fosse la veritá, ad Ania faceva sempre piú piacere averlo intorno.
 
Che brutta fine.
Si diceva.
 
Vero, Malfoy non era mai stato il suo amicone del cuore.
Peró con lui poteva parlare. E ora che tutti i segreti sotto il cuscino erano saltati allo scoperto, lei non aveva piú paura di farsi scappare qualcosa che non avrebbe dovuto dire.
Con Harry invece, sapeva non essere lo stesso.
 
Aveva una rabbia in corpo nei suoi confronti infinita.
Se solo lui le avesse dato quella maledetta bacchetta a casa Malfoy...
 
E ad Ania quel suo brancolare nel buio faceva paura...
Come gli confermava continuamente Draco, ogni idea che non fosse condivisa da Harry alla fine non veniva mai portata avanti, per quanto valida potesse essere.
Forse il Prescelto era davvero una stolta celebritá come avevano sempre detto i Serpeverde.
 
-SI ma non puoi evitarlo per sempre. – bofonchió Draco senza scoprirsi gli occhi
- Uff...- sbuffó piano Ania incrociando le braccia al petto.
Zoppicó fino alla finestra e si appoggió al muro, fissando fuori.
 
La gamba era finalmente guarita, ma tendini e muscoli erano ancora infiammati e indolenziti e le impedivano di camminare normalmente.
 
  • Sarebbe inutile parlarci. Non mi darebbe retta. – mugugnó piano
  • Wool, tu sei senza bacchetta! Non possiamo neanche pensare di andarci da soli! –
  • Beh, allora rubane una da qualche parte, non so! Meglio che stare qui a lucidare una stupida coppa! – sbottó lei, voltandosi verso il ragazzo.
Questa volta il suo tono era pieno di rabbia e il candelabro appeso al centro del soffitto tremó leggermente.
Faceva sempre piú fatica a controllare i suoi poteri, ed essendo senza bacchetta, a volte pensava che tutta quella magia che aveva dentro le sarebbe implosa in corpo.
C’era solo una cosa che la riportava nel suo piccolo buco di imbarazzo.
 
Draco si alzó dal letto e in un attimo le fu davanti.
Ania poteva vedere le screpolature sulle sue labbra stringersi in un’espressione incollerita e  gli occhi grigi assottigliarsi appena.
Perché la faceva sentire cosí debole?
 
  • Non alzare la voce, ci sento benissimo. – sussurró, il viso ad un palmo dal suo naso.
  • Parla con Potter. E se non vuole venire ci andiamo da soli, stanotte. – sentenzió serio.
  • ...Basta che la finisci di mugugnare. – aggiunse.
 
Ania si morse un labbro spostando lo sguardo altrove, ben consapevole di avere ancora i suoi occhi addosso.
Aveva ucciso un uomo appena due settimane prima.
Sopravvissuta ad un serpente velenoso.
Perso il suo padrino.
Eppure, abbassava la sguardo sotto due occhi grigi.
 
Che problemi c’hai Ania?
 
Toc toc
 
Entrambi trasalirono quando qualcuno bussó forte alla porta, interrompendo quel momento.
Draco le lanció uno sguardo eloquente, e Ania annuí piano.
 
Draco oramai era diventato un esperto in questo.
Tenerle Harry lontano.
Ania glielo aveva chiesto espressemamente.
 
Se bussano alla porta digli che sto male, o che sto dormendo, o non so che...
 
E Draco non solo lo faceva senza esitare.
Pareva addirittura piacergli.
 
-Sta dormendo.-
- Sono le tre di pomeriggio! –
- Mai sentito parlare di pennichella pomeridiana? –
- Senti, Malfoy, piantala... – sbottó Harry, ed Ania notó un movimento veloce oltre la porta.
 
Draco socchiuse l’anta dietro le sue spalle e si paró davanti Harry a bloccargli l’ingresso.
 
  • Non hai sentito che ho detto Potter? –
  • Sei diventato un Elfo domestico ora Malfoy? Ti stipendia almeno?-
  • Qualsiasi cosa possa darti fastidio la faccio gratis. –
Ania non vedeva la faccia di Harry, ma giá poteva immaginarla, mentre stringeva denti e pugni e decretava quanto fosse inutile controbattere con uno zuccone come Malfoy.
 
  • Falle solo sapere che i Mangiamorte hanno assaltato un’altra manifestazione. Dobbiamo muoverci. Con tutto l’aiuto possibile. – disse, la voce piú alta del normale.
Ania lo sentí scendere pesantamente le scale e strinse gli occhi.
 
Un’altra manifestazione.
Altri morti.
 
Le manifestazioni erano organizzate dalle cosidette Saette, nel caso non lo sappiate.
Gruppi di Maghi che impugnavano cartelloni e bacchette per manifestare contro i Mangiamorte, sempre piú forti, sempre piú presenti anche tra le cariche pubbliche.
Le Saette si paravano dietro la persona di Harry, usata come simbolo di speranza, di Resistenza, nonostante nessuno sapesse dove si fosse effettivamente cacciato il prescelto.
 
La gente ha bisogno di speranza, infondo.
 
E le saette manifestavano la loro speranza cosí, aiutando le famiglie dei caduti, marciando nei luoghi assaltati da Tu-sai-chi.
Armate pacifiche di giovani e non giovani, con le facce coperte da maschere bianche.
Una saetta nera dipinta dalla fronte al mento.
Inutile dire quali fossero le misure di contrattacco da parte dei Mangiamorte.
 
Morti
Su morti
Su morti.
 
  • Penso che il periodo di reclusione abbia fatto il suo tempo Wool. – disse Draco, chiudendosi la porta alle spalle, anche lui scuro in volto.
  • Non ci vorrá molto che trovino anche noi. –
 
Ania non si voltó, ma abbassó lo sguardo.
Draco aveva ragione.
Anche Harry aveva ragione.
Dovevano muoversi.
 
 
 
 
 
 
 
 
Quando le tenebre furono ormai calate e l’orologio segnó le sette, Ania decise di inforcare il suo maglione nero dopo lunghe giornate passate in pigiama.
Si legó i capelli in una mezza coda e indossó delicatamente i leggins neri, stando ben attenta a non strusciare sulla ferita.
 
Dalla stanza del secondo piano direttamente sopra la sua poteva sentire i passi di Sirius camminare nervosamente nella camera di Clelia.
Ania sorrise.
Solo in quel momento le attraversó la mente un pensiero quasi ironico.
Lei e sua madre erano state per ben due settimane nella stessa identica situazione.
Due recluse, paranoidi, ricercate, bisognose di un’altra persona per pararsi dal mondo.
 
Che stupida che era stata a mettersi a quel livello.
Adesso che apriva la porta della camera provava quasi vergogna per se stessa.
 
La casa era immersa nel buio.
Ania sentiva un leggero vociare provenire dalla cucina.
Draco le aveva detto che era ormai abitudine fissa che loro quattro rimanessero da soli dopocena, ed era in quel momento che Potter iniziava con le sue congetture.
 
  • ... magari l’Orfanotrofio. E’ stato un luogo importante per lui... –
  • Harry non possiamo andare a tentoni. Siamo quasi morti a Godric’s Hollow. –
  • Almeno ci abbiamo provato. –
  • Scriveremo questo sulla tua lapide Potter... rappresenta bene la tua vita. “Almeno c’ha provato”. –
  • Ti invidio Malfoy che tu possa essere cosí stupido anche in situazioni del genere. –
  • Grazie Granger, é un talento. Almeno l’ultima volta che io ho avuto un’idea era per un motivo valido. Vi ho portato ad un Horcrux mi sembra... –
  • E quasi fatto ammazzare... –
  • Non credo ci sia un posto nel mondo dove non rischiamo di finire ammazzati Weasley. Specialmente ora che il fan club di Potter sta facendo cosi tanto casino. –
  • ...Voldemort non aveva una casa prima di finire in orfanotrofio? Dov’é che era quella pergame...-
  • Harry, per l’amore del cielo, ti prego, ci serve un posto certo, che abbia un motivo vero! –
  • E quale sarebbe un posto certo per te Hermione? – sbottó Harry, battendo le mani sul tavolo, la frustrazione che trapelava da ogni parola.
 
  • Spinner’s End, numero 211. –
 
La sua voce incerta fece girare la testa di tutti, i volti trasformati in maschere di sorpresa.
O Orrore.
Ania non sapeva quali dei due sentimenti fosse piú forte.
 
Solo sul volto di Draco sbucó un sorrissino divertito e al solo guardarlo ad Ania tornó un pó di sicurezza.
Fece un passo avanti nella cucina semi illuminata, lasciando vagare lo sguardo sulle pergamente distese sul tavolo.
 
  • Ania... – inizió Harry, ma Ania continuó a non guardarlo.
  • Spinners’End, numero 211. – ripeté, la voce fredda che non sembrava nemmeno sua.
Sentiva le sue stesse ossa schricchiolare di rabbia, mentre il ricordo di Piton le bruciava la mente.
 
Se solo mi avessi dato quella bacchetta, Harry
 
  • E che diavolo sarebbe? – proruppe Weasley, riportandola in quella stanza.
  • Casa mia. –
  • Casa di Piton vorrai dire. Wool, capisco che tu ci voglia tornare ma... –
Ania fulminó la Granger con lo sguardo, interrompendo il suo flusso di parole fintamente comprensivo.
Doveva avere uno sguardo omicida ma non gli importava.
C’aveva messo due settimane piene per trovare le parole, e ora era il momento di cacciarle fuori.
 
  • Spinner’s End... – disse ancora, poggiando le mani su un capo del tavolo, lo sguardo dritto sulla mascella serrata di Harry, al lato opposto.
  • ... numero 211. Devo ripeterlo ancora? – sussurró piano.
Harry sospiró appena. La fissava fisso, con severitá, rabbia, ma allo stesso tempo mordendosi la lingua per non trovare le parole sbagliate.
 
  • Stiamo perdendo la testa nel cercare di trovare un filo logico, Ania, sono due settimane che passiamo giornate intere... –
  • Giornate intere per arrivare AL NULLA. – la voce di Ania si alzó di un ottava e con un gesto nevrotico della mano spinse quel tappeto di pergamene via dal tavolo.
  • Severus ci avrá speso ben piú di due stupide settimane, prescelto. – sussurró, gli occhi verdi fissi in quelli di Harry.
  • ... era dalla tua parte, e tu non te ne sei mai nemmeno accorto.
La sua voce era un sibilo. Le travi in legno scricchiolarono per la tensione, e la mascella di Harry si serró, se possibile, ancora piú intesamente.
 
Ania inspiró e si staccó dal tavolo, mettendosi ben dritta.
 
  • Io vado a Spinning’s End. Stanotte. Se qualcuno vuole venire, é il benvenuto. – sussurró piano, senza spostare lo sguardo dal volto di Harry,
 
Con un’ironia del tutto fuori luogo la mano di Draco scattó in aria, corredatta da un sorrisetto divertito.
  • Mi sembra divertente. – aggiunse, prima di alzarsi e avvicinnarsi alla porta.
 
Ania non riusciva a staccare gli occhi da Harry.
Non aveva mai provato sentimenti cosi contrastanti in vita sua.
 
Fino a pochi mesi prima avrebbe dato un braccio per lui.
Adesso, lo odiava, con ogni particella del suo corpo.
 
E’ colpa tua.
 
  • Ania. –
La voce di Draco ruppe quell’incanto.
Si voltó verso di lui e senza degnare i presenti di un’ultima occhiata lasció la stanza.
 
   
 
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