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Autore: pattydcm    02/01/2022    0 recensioni
Fox non si sarebbe mai aspettato che il suo incarico sotto copertura sarebbe stato del tutto messo in secondo piano dall'arrivo di Mirco Neigo nella sua vita. Il giovane, infatti, lo coinvolgerà in un'avventura ai limiti della realtà, portandolo a diventare la guida vivente di un guardiano di anime.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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20 Coincidenze sospette

L’odore neutro della crema colorante che dall’intervista allo spirito di Jean Picard mette sulla barba inizia a dargli seriamente la nausea. Mistica lo ha rassicurato del fatto che non gli avrebbe causato nessuna reazione allergica, eppure lui continua ad avere prurito a guance e mento. Risciacqua il viso con abbondante acqua calda e storce il naso dinanzi a questa peluria castano scura che sta crescendo in modo ben poco uniforme.
<< Dìos mio, sembro un vagabondo >> borbotta guardando con disgusto il suo riflesso.
Il volto butterato di un uomo dagli occhi spiritati gli compare dinanzi agli occhi, che subito strizza coprendoli con le mani. In effetti, sembrava anche quello un vagabondo dalla pelle giallognola e malaticcia e il volto pieno di macchie e piaghe.
<< Non ne posso più di questi sogni assurdi! >> esclama passando la mano tra i capelli.
Raccoglie le sue cose e si prepara al compito più difficile: buttare giù dal letto il suo assistente.
Come si aspettava, Mirco è ancora placidamente addormentato in posizione fetale sul fianco destro.
<< Avanti, Neigo, è ora di alzarsi. Se l’ho fatto io che dovrò stare al guinzaglio della Sordo per tutta la giornata puoi farlo anche tu che sarai in giro a far conquiste >>.
Il ragazzo borbotta qualcosa di incomprensibile per poi sbadigliare sonoramente. Ormai ha capito che tra il primo sbadiglio e il vederlo vestito di tutto punto e pronto ad uscire passa una buona mezz’ora e per questo si siede ai piedi del letto deciso a leggere, nell’attesa, i molti messaggi arrivati in chat.
Dal riflesso dello specchio dell’armadio lo vede tirarsi su a sedere con difficoltà, come fosse preda di un grande mal di schiena. Mirco è solito essere lento al mattino, non dolorante, cosa che è più facile accada a lui.
<< Ti senti bene? >> gli chiede voltandosi verso di lui e mentre il ragazzo si alza in piedi Fox nota una macchia viola che gli copre l’avanbraccio dal gomito al polso.
<< Oh cristo, ma che ti è successo? >> gli domanda andandogli incontro. Mirco sembra sinceramente stupito della sua reazione, quasi quanto lui del vedergli l’occhio destro e il labbro inferiore gonfi e altri lividi sparsi sul viso, sulle braccia e sulle gambe.
<< Sembra tu abbia fatto a botte col diavolo! >> esclama facendolo ridacchiare.
<< Addirittura! Sarò gonfio di sonno >> ribatte lui avvicinandosi allo specchio. C’è qualcosa di strano, però, nel modo in cui reagisce alla vista delle ecchimosi che ha sul corpo. Il suo stupore sembra finto, così come la preoccupazione nei continui ‘Oddio’ che pronuncia con troppa enfasi.
Come se stesse recitando la parte dello stupito. Possibile che sapesse già di essere ridotto così e non me lo abbia detto sempre per timore che lo rispedisca a casa?” pensa, ma non ne è molto sicuro.
<< Forse è un’allergia. I farmaci che prendo a volte interagiscono male con un cambio di alimentazione e in questi giorni ho mangiato cose del tutto nuove per me >> dice, facendo spallucce.
Fox non se la beve. Conosce per esperienza diretta gli effetti di una reazione allergica e per quanto si sia potuto nel corso degli anni gonfiare e ricoprire di macchie non è mai arrivato a sembrare di essere stato vittima di un violento pestaggio.
<< Allora sarà meglio che ti porti all’ospedale più vicino >>.
<< Non se ne parla! >> ribatte Mirco perentorio voltadosi verso di lui. << Prenderò del cortisone e lascerò che faccia il suo corso >>.
<< Va bene, come vuoi >> concorda, alzando le mani in segno di resa. << Tu conosci il tuo corpo e io non posso importi nulla. Vado di sotto. Tu… arriva appena puoi >>.
Afferra lo zaino ed esce sbattendo un po’ troppo forte la porta. Corre giù per le scale e solo dopo i primi tre piani inizia a rallentare fino a fermarsi del tutto. Resta aggrappato alla ringhiera cercando di respirare lentamente.
Non riesce a capire perché stia reagendo così. Potrebbe aver rivisto Marco nel suo assistente, quando con le crisi del suo ultimo triste anno di vita aveva convulsioni così forti da farlo sbattere contro il pavimento al punto da causarsi lividi e abrasioni?
Oppure niente di tutto questo ha a che fare con me” pensa rendendosi conto per caso di aver afferrato il diaspro con la mano. “Quando Ylenia mi ha raccontato la sua ipotesi assurda, ho avuto la netta sensazione che ci fosse dell’altro che non ha avuto il coraggio di dirmi, forse perché ancor più folle”.
Mirco gli sta palesemente mentendo. Non riesce a capire il perché, ma è da Saint Boser che ritrova spesso la menzogna sul suo volto e sta iniziando a dubitare del fatto che questa sia causata dal timore di metterlo a conoscenza delle sue continue crisi. Non c’è nulla di normale nel ritrovare piena di lividi al mattino una persona che si era vista andare a letto tranquilla la sera prima. Sente di essere intrappolato in una situazione dalla quale non sa come uscire perché non ha la minima idea di come ci sia entrato. O se ci stia davvero dentro.
Una coppia esce dalla porta antipanico per accedere alle scale e lo riconosce essere il giornalista che ha intervistato un fantasma in Val d’Aosta. Deve richiamare a sé tutto il suo self control per rispondere alle loro domande e rifiutare con gentilezza la richiesta di una foto insieme spiegando loro quanto non ami essere fotografato. Riesce a liberarsi dai loro ‘Perché?’ tirando in ballo l’appuntamento con la Sordo, al quale sta davvero rischiando di arrivare tardi.
Nel breve percorso dalle scale alla porta d’ingresso dell’hotel e da lì al luogo in cui l’assessora gli ha raccomandato di farsi trovare molte altre persone cercano di attaccare bottone al solo scopo di sapere cosa ci sia di vero dietro quanto avvenuto nella sagra precedente.
Si aspettava che un avvenimento insolito come quello avrebbe creato una scia, ma ritrovarcisi dentro non gli piace. Soprattutto ora che Mirco quando uscirà dall’hotel avrà addosso tutti quei lividi e non vuole neppure immaginare le voci che potrebbero essere messe in giro dalla gente sul gigantesco e taciturno tutor che ha preso a botte il simpatico ed esile praticante. E la loro fantasia viaggerà sicuramente a briglia sciolta circa cosa lo abbia spinto a farlo.
Scorge da lontano la Sordo, vestita di uno sgargiante abito rosso che la fa sembrare una boa spersa in mezzo a questo mare di gente. Il suo sorriso finto si illumina ancora di più appena lo vede e non manca di annunciare a gran voce il suo arrivo al gruppetto di donne che la circonda.
Ecco che inizia il rito delle molte mani da stringere, dei ‘piacere di conoscerla’ e dei file audio ad intasare lo smartphone. L’assessora tesse le lodi di ognuna delle persone che gli presenta tenendolo sotto braccio con la stessa insistenza con la quale l’uomo dalla risata folle e gli occhi spiritati del bruttissimo sogno che ha fatto si era aggrappato alle sue caviglie con l’intenzione di annegarlo trattenendolo sott’acqua.
<< Oh, ma ecco Cesare, il gestore della ‘Miralumi’ >> esclama l’assessora, strappandolo ai suoi pensieri. 
Un uomo piccolo e magro gli porge la mano dicendosi felice di fare la sua conoscenza, ma dal modo deciso e piuttosto violento col quale la stringe gli da l’idea del contrario. Sul volto olivastro, spigoloso e fin troppo curato spicca lo sguardo carico di disappunto col quale lo squadra. Non è la prima volta che i gestori degli hotel o dei ristoranti prestigiosi o alcuni esponenti delle famiglie ‘bene’ locali guardano in questo modo Valerio Rossi. Il suo vestirsi con la prima cosa che pesca a caso dall’armadio, i capelli spettinati e l’aria perennemente assonnata e stanca non corrispondono al ‘giornalista tipo’ che queste persone si aspettavano di ospitare nella loro cittadina. Ora, poi, che ha anche questa barba incolta e a zone deve essere ancora più difficile per Cesare accettare di aver tolto una delle sue stanze alla possibilità di guadagno per ospitare uno come lui.
<< Spero abbiate potuto riposare bene nonostante la baraonda >> gli sta dicendo.
<< Quale baraonda? >>.
<< I miei complimenti per il sonno pesante! >> esclama, convinto che non ci si sarebbe potuti aspettare altro da uno come lui.
<< Non mi dire che lo ha fatto ancora? >> si intromette la Sordo, visibilmente infastidita.
<< ‘La dama urlante’ è andata avanti per due ore questa volta! >> annuisce lui, alzando gli occhi al cielo.
‘La dama urlante’. A Fox vengono i brividi al solo sentirla nominare. Nel suo incubo se l’è ritrovata appesa alle caviglie mentre era impegnato in una nuotata in mare aperto. Con occhi disperati lo implorava silenziosamente di aiutarla. I suoi capelli così biondi da sembrare quasi bianchi, fluttuando nell’acqua le avevano coperto il viso e quando poi si erano allontanati questo si era trasformato in quello butterato del vagabondo.
<< Ho chiesto a Paride che le fosse preso questa volta e lui m’ha detto che l’ha trovata in terra piena di lividi >> continua Cesare.
<< Lividi? >> domanda sconvolto.
<< Quando le vengono queste crisi si colpisce e si taglia da sola >> gli spiega la Sordo, che ha notato il suo sgomento dinanzi a questa notizia.
<< Macche dassola! >> si intromette una vecchina. << E il demonio che je mena pe tenella bbona! Su padre dovrebe chiamà ‘n’esorcista! >>.
Prontamente la Sordo agguanta di nuovo il suo braccio e, liquidato il direttore della pensione, lo spinge lontano dall’anziana polemica e poco gentile.
<< La prego di non badare a quel che ha detto Lella. Sa bene quanto l’età porti le persone a perdere qualche rotella >> sussurra la donna ridendoci su. << Quel pover’uomo ha già tanti problemi per la testa e non merita d’esse ‘nfastidito co simili stupidaggini >>.
<< Mi auguro che al di là dei giudizi abbia qualcuno che lo aiuti a gestire la situazione >> ribatte Fox, che non può fare a meno di scoccare occhiatacce alla vecchietta che ancora sbraita alle loro spalle.
<< Purtroppo sono successe così tante cose che lo hanno portato a diffidare di qualunque aiuto >> sospira la Sordo. << Piuttosto che affidare Perla a qualcuno che possa sostituirlo anche solo per qualche ora, fa i salti mortali per stalle dietro. Sa, ha paura che le facciano del male >>.
<< Perché credono che sia posseduta dal demonio? >>.
<< Fosse solo per quello! >> esclama, alzando gli occhi al cielo. << Quella povera ragazza non solo ha la malasorte di essere pazza, ma anche quella di essere bella e si sa che c’è tanta brutta gente in giro. Subito dopo il fattaccio, quando anche lei ha iniziato a essere strana come lo era stata la madre, Paride l’aveva portata in una casa di cura ma poi se l’è ripresa in casa perché qualcuno aveva tentato di farle del male. Da allora non la perde di vista un attimo, pover’uomo. Questo, però, non lo scriverete nel vostro articolo, vero? >> chiede la donna, arrestando di colpo il suo cammino.
<< Signora, io sono qui per la sagra. Ai fini del mio articolo questa storia, per quanto triste, non serve >>.
<< Meno male >> sospira visibilmente sollevata. << Sa, ogni paese ha la sua famiglia un po’, diciamo… particolare >>.
Rassicurata dell’inutilità di quella storia ai fini dell’articolo, la donna si lascia andare ai pettegolezzi, raccontandogli la triste storia di Arianna, la madre di Perla. Una donna gentile e sempre sorridente, che, però, era impazzita dal giorno alla notte dopo un incidente in mare. Per tre anni aveva vissuto in uno stato catatonico perenne interrotto da crisi violente durante le quali si faceva del male al punto da causarsi ferite profonde. La sua triste storia si era conclusa in quello stesso tratto di mare, dove ha deciso di lasciarsi annegare. Non è chiaro se abbia portato la figlia di soli sette anni con sé o se questa l’abbia seguita spontaneamente. Fatto sta che sono entrate entrambe in acqua ma ne è uscita viva solo la bambina. Il corpo di Arianna non è mai stato ritrovato.
<< Ieri ha detto che Perla è stata giudicata autistica >> chiede Fox colpito dal racconto.
<< Ragazzo mio, io non so cosa sia questo autismo >> ammette la donna. << So solo che Perla si comporta da allora come sua madre. In effetti, per quanto io non ci creda, sembra sia stata posseduta dallo stesso demone della madre >>.
Anche lui non crede all’esistenza di demoni, spiriti e cose simili. Dall’inizio di questo mese, però, gli stanno succedendo cose talmente strane da portarlo a dubitare delle sue stesse idee. E questi dubbi non sono causati solo dall’intervista allo spirito di Jean Picard. C’è questo bambino, pallido, serio e fastidioso che continua a fargli pesare la sua presenza insinuandosi tra i suoi pensieri, parlandogli persino da sveglio e tornando a fargli visita nei sogni.
Sì, perché questo incubo che si è concluso con la folle lotta contro quel vagabondo per riguadagnare la superficie e salvarsi dall’essere annegato aveva avuto inizio con uno strano ordine.
<< Tienilo lontano dall’acqua! >> gli aveva detto il bambino, senza aggiungere altro e restando zitto alla sua richiesta di spiegazioni.
“Possibile che si riferisse a questa ragazza?” si chiede confuso. Che lui ci creda o no, esistono casi documentati di persone possedute dal demonio, poi prontamente esorcizzato. Dal momento che la madre di Perla ha deciso di suicidarsi, forse sfinita dalla sua stessa triste condizione, potrebbe questo ordine essere riferito a un possibile tentativo anticonservativo della ragazza.
Ok, ma che c’entro io?” si domanda mentre distrattamente stringe altre mani e si dichiara felice di fare la conoscenza di perfetti sconosciuti.
Anche tenendo per buona l’ipotesi che Arianna in mare abbia incontrato una presenza e che questa l’abbia posseduta, soggiogandola al suo volere e che una volta morta questo stesso spirito abbia approfittato della presenza di Perla per trasferirsi nel suo corpo, perché questo bambino gli avrebbe mostrato tutto questo?
Sono un giornalista, io, non un esorcista!” sbuffa infastidito.
Anche se il bambino questa volta gli fosse apparso in sogno nei panni del messaggero, non può essere Perla la persona che deve tenere lontana dall’acqua. Per prima cosa perché la ragazza era già con lui in acqua. Poi, il bambino sembrava riferirsi a qualcuno di sesso maschile e il suo pensiero va automanticamente al suo assistente. Perla, infatti, non è stata l’unica a risvegliarsi piena di lividi.
 “Non puo essere solo una coincidenza” pensa, lui che per esperienza sa che le coincidenze non esistono. “Porca misaria, mi sto ritrovando ancora una volta con una storia assurda tra le mani” constata, pensando all’ordine che Mendez ha dato a Renzi e, di conseguenza, alla possibilità, rendendola pubblica, di creare nuovamente il terreno sul quale il direttore potrebbe fare le sue proposte illegali. Questa volta qualcuno potrebbe abboccare, dando loro la possibilità di acquisire una prova a suo carico.
Fox, però, scuote il capo dandosi dell’idiota insensibile ed egoista Questa non è solo un’occasione per fare il gioco del loro direttore. Non si tratta neppure più di portare alla luce gli effetti a lungo termine di una diagnosi errata su una bambina per aiutarla a tornare in possesso della sua vita. Se questa folle ipotesi che gli è saltata in mente fosse vera, una ragazza sarebbe vittima di una costante violenza da parte di un essere incorporeo e la cosa che più conta è liberarla dal mostro che si sta approfittando di lei da ben tredici anni.
Cristo! E se fosse proprio questo ciò che quel moccioso voleva dirmi? Portarmi a conoscenza di questa terribile situazione affichè possa essere portata a termine da…
Il campanile della chiesa batte i dodici rintocchi, distogliendolo dalle sue elucubrazioni. La Sordo lo lascia libero per la pausa enogastronomica per la quale è stata allestita, al limitare della piazza, una grande mensa all’aperto con lunghi tavoli e panche.
Deciso a ricevere delle risposte sensate alle sue domande, Fox afferra il cellulare ma ancor prima di chiamare il suo assistente ne sente la risata fragorosa e allegra giungere da un gruppetto di ragazzi del posto seduti ad un tavolo. Mirco è così preso da ciò che sta dicendo loro da non accorgersi del suo arrivo, che gli viene annunciato dal silenzioso volgere degli sguardi degli uditori alle sue spalle.
<< Ecco il mio capo! >> esclama a gran voce. Entusiasta gli presenta i ragazzetti con i quali ha fatto amicizia, che stringendogli la mano non perdono tempo a chiedergli se davvero abbia intervistato un fantasma e cosa abbia provato nel farlo. Ancora una volta si trova a ripetere distrattamente le stesse risposte e quando finalmente riesce a liberarsi della loro curiosità, si incammina verso la cucina all’aperto.
<< Ho un regalo per te >> gli dice Mirco, proprio nello stesso istante in cui stava per partire con la prima bordata di domande. << Ti ho trovato l’indirizzo della piscina.  E’ a meno di venti minuti da qui! >> dice, piazzandogli felice un foglietto tra le mani.
La baldanza con la quale non vedeva l’ora di metterlo all’angolo e obbligarlo a confessare la sua verità si sgonfia. Fox si sente ancor più un cretino per aver pensato che questo ragazzino possa essere un non-saprebbe-nemmeno-bene-cosa capace di scacciare pericolosi demoni da innocenti fanciulle. Lo ringrazia, pensando di andare a farsi una nuotata già questa sera stessa. Sono troppe le cose che deve metabolizzare.
<< Come va la tua allergia? >> gli chiede mentre prendono posto l’uno accanto all’altro in un angolo ancora vuoto di uno dei lunghi tavoli.
<< Dimmelo tu. Io mi sento bene >> gli risponde Mirco, togliendo gli occhiali da sole e il cappellino che per fortuna ha pensato bene di indossare. Dove poche ore prima c’erano gonfiore e aloni violacei, ora ci sono solo pallidi lividi giallognoli camuffati bene dall’abbronzatura. Il cortisone a quanto pare ha fatto effetto e ciò vuol dire che erano davvero gli effetti di una reazione allergica.
<< Sembra sia tutto passato, per fortuna >> constata stupito e ancora più confuso di prima.
<< Già già. Volevo scusarmi per come ho reagito stamattina >> ribatte il ragazzo, analizzando minuziosamente il contenuto del suo piatto.
<< Sono io a doverti chiedere scusa e a imparare a fidarmi di te, anziché gettarti addosso le mie preoccupazioni >>.
<< Grazie >> gli dice Mirco, regalandogli un grande sorriso. Fox ne abbozza uno poco convincente a sua volta e ancora meno convinto assaggia ciò che gli hanno messo nel piatto.
<< Ho conosciuto il gestore della pensione >>.
<< Ti ha confermato l’antico mestiere materno? >>.
<< Sì, ma di quello non avevo dubbi. Grazie a lui, però, ho ottenuto qualche informazione in più su ‘La dama urlante’, che pare abbia dato spettacolo stanotte >>.
 Mirco ascolta attento la triste storia di Perla e anziché ridere, come lui, della strampalata ipotesi fatta dalla Sordo circa il demone che sembrerebbe essere passato dalla madre alla figlia, si acciglia ancora di più.
<< Forse Perla è davvero posseduta >> dice, poi, uscendo dal suo silenzio.
<< Non dirmi che credi in queste cose? >> ribatte lui, facendolo quasi strozzare dalle risate.
<< Mi stupisce che dopo quanto accaduto a Saint Boser sia tu quello ad essere ancora scettico, Rio. Non vedo perché non dovremmo tenere in considerazione la possibilità che davvero uno spirito abbia approfittato della presenza della figlia al momento della morte della madre per non restare privo di un organismo ospite >>.
<< Forse perché è qualcosa di peggio che il fantasma di un uomo appena morto che decide di togliersi qualche sassolino dalla scarpa? >> ribatte, infastidito dal modo rilassato col quale Mirco affronta l’argomento.
<< Te lo concedo >> annuisce questi, serio. << Allora perché ne stiamo parlando? Hai intenzione di usare questa storia della possessione demoniaca per soddisfare la richiesta di Mendez? >> sussurra Mirco, sospettoso.
In effetti, questa offerta da Perla sarebbe una ghiotta opportunità per il loro direttore e di conseguenza per le loro indagini. La Sordo ha ribadito più volte che non vuole ‘guai’ simili a quelli successi a Saint Boser e se si facesse leva su una storia del genere Mendez sicuramente ne approfitterebbe per venderle il loro silenzio a caro prezzo.
<< No. Niente di simile, figurati. Sarebbe crudele >> scuote il capo, deciso a tenersi lontano da altri problemi ultraterreni che possano portarlo nuovamente al centro della scena.
<< Ok. Allora perché mi sembra di sentire come dei criceti impazziti correre nella grande ruota del tuo cervello? >> gli chiede Mirco, scrutandolo curioso.
<< Ti sbagli. Sono i fagioli che fanno a botte con le cotiche nell’arena del mio povero stomaco >> dice alzandosi in piedi << Avanti, giovane! Ci attende un lungo pomeriggio di bancarelle >>.
<< Immagino che, a un certo punto, dovrò far finta di non sapere dove tu sia finito? >>.
<< Esatto. E prevedo che ciò avverrà più o meno due ore prima di cena >> risponde Fox mostrandogli il pollice in su, mentre insieme tornano al loro lavoro.  
   
 
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