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Autore: fiphina    02/01/2022    1 recensioni
"Capisco" proseguì lo sconosciuto "So bene come ci si sente ad essere sottomessi. Quando sei temuto per i tuoi talenti"
"Lo sai davvero?" sussurrò in risposta il ragazzo, sollevando entrambe le sopracciglia, lasciando trasparire una finissima punta di sarcasmo in quella finta domanda.
"Si, lo so. Ed infatti... penso proprio che in te c'è esattamente ciò che cerco per i nostri ranghi, Severus"
Le sopracciglia del giovane serpeverde scattarono nuovamente, ma verso il basso insieme alle palpebre: stavolta le parole che udì suscitarono in lui un punto sospettoso nei riguardi del suo misterioso interlocutore, spingendolo a spostare lo sguardo nella sua direzione.
"Non capisco... di quali ranghi parli? Chi sei tu?"
Lo sconosciuto si voltò lentamente alla sua sinistra, mostrando a Severus il volto pallido e visibilmente intaccato nascosto sotto il cappuccio nero del mantello; lo fissò per diversi secondi, prima di dargli finalmente una risposta.
"Tu sai chi"
Severus non lo sapeva ancora, ma la decisione che prese quella sera avrebbe scatenato una serie di orribili conseguenze; non sapeva ancora di aver commesso il peggior errore della sua vita.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Al mondo esistevano tantissime famiglie tutte diverse tra loro ed ognuna di esse aveva i propri lati positivi e negativi.

Mentre alcuni erano ben evidenti ad occhio nudo, altri erano apparentemente celati.

Benché a Spinner's End non ve ne fossero molti, la signora Evans amava in particolare i fiori (ma come si suol diceva: quando si desiderava qualcosa, questa non era mai a portata di mano), amava ancora di più il loro profumo, amava distinguerne l'odore delicato da quello pungente, il leggero dal più forte... la passione che provava era talmente tanta e naturale da spingerla ben presto a trasformare un semplice hobby in una vera e propria alchimia: trascorreva pomeriggi interi nel suo laboratorio personale, immersa nella creazione di deliziose e profumate miscele che una volta pronte riponeva in boccette di vetro di varie forme e dimensioni, e colorate in base alla tonalità dei petali del fiore utilizzato. 

Tale alchimia non poteva non influenzare anche la scelta del nome delle sue due figlie.

Sin dalla loro nascita le era infatti bastato un solo primo sguardo per trovare quello giusto, un po' come l'avesse percepito dai tratti del faccino delle neonate: i tratti sottili ed appuntiti della figlia maggiore fecero ricadere la scelta su Petunia, un fiore alludente ad una forte personalità, mentre i tratti sottili ma dolci della più piccola delle due le portarono subito alla mente il nome Lily, dolce come quello di un bellissimo e delicatissimo giglio.

Il nome Lily raffigurava la purezza.

Petunia raffigurava la rabbia, il rancore e la collera.

La donna era, tuttavia, del tutto ignara di quanto la sua innocua scelta portasse con sé un significato tanto profondo quanto realistico, oltre che incisivo, su eventi ancora ben lontani dal verificarsi; nella sua mente non sfiorava nemmeno il pensiero della superstizione, non era a conoscenza che il significato del nome della sua primogenita avesse iniziato a metter lentamente radice nel suo cuore, dando così l'innesco alla serie di eventi le cui conseguenze avrebbero cambiato le loro vite per sempre.

Lily posò di nuovo i luminosi occhi verdi sulla sagoma raggomitolata sottile le coperte di Petunia: non riusciva a non pensare che le fosse successo qualcosa, che stesse vivendo un periodo particolarmente difficile e si vergognasse a parlarne, visto lo strano comportamento che aveva notato nell'ultimo periodo nella sorella maggiore; così, appoggiò sul materasso il pupazzetto marrone a forma di gattino con cui si addormentava abitualmente ogni notte e scesa dal letto la raggiunse, si sedette al suo fianco, chiamandola per nome; la bionda si scostò bruscamente le coperte di dosso e voltatasi le lanciò uno sguardo talmente strano che alla minore non fu difficile leggervi dello spavento all'interno dei suoi occhi spalancati e nelle socchiuse labbra sottili.

Tuttavia, Lily non fece in tempo ad aggiungere altro, interrotta da Petunia sempre più agitata, la quale balzò via dal letto e si ritirò di schiena contro il muro con le gambe leggermente piegate e le braccia strette al petto.

"Lasciami stare! Allontanati, scendi dal mio letto, allontanati subito! Allontanati!" quasi urlò la maggiore, sperando di riuscire nel suo intento; Lily però non arretrò, piuttosto si preoccupò ulteriormente di capire se avesse fatto qualcosa di sbagliato da farla reagire in quella maniera, ma quando la voce dell'altra si fece decisamente più alta, la rossa, per non svegliare i genitori, ritornò sul proprio giaciglio incrociando di nuovo lo sguardo della sorella, non riuscendo a darsi una spiegazione logica del perché di quella brutta reazione: non le aveva fatto niente di male.

Petunia, nel frattempo rimessasi già sotto le coperte dopo aver gettato un'ultima occhiata scrutatrice in direzione della minore ancor prima che questa si voltasse di nuovo verso di lei, si posizionò nel letto dandole la schiena e tenendo lo sguardo duro fisso sulla coda dell'occhio, quasi volesse accertarsi che non osasse riavvicinarsi.

Dal giorno della strana scoperta che aveva fatto nei riguardi di Lily, ogni volta che, al termine di un'intensa mattinata scendeva la sera ed arrivava l'ora di andare a letto, Petunia indossava svelta il pigiama e si infilava nel proprio letto senza proferire parola, quasi avesse fretta di nascondersi dalla faccia della sorella minore.

Anzi, non c'era nessun quasi, era proprio così.

Con quegli strani comportamenti, quelle strane cose che Lily poteva fare, Petunia non si sentiva affatto sicura; aveva dieci anni, era abbastanza grande, ma insomma, da nessuno mai aveva visto fare cose del genere, quella era roba che esisteva solo nelle favole... favole...

Ecco, la colpa era sicuramente di quelle stupide favole che la loro madre le leggeva di continuo!

Erano talmente entrate nella testa di Lily che le avevano fatto qualcosa dentro la testa.

Altra spiegazione Petunia non riusciva a darsela.

E se fosse davvero così, se quelle apparentemente innocue favole piene di fate, folletti, streghe e altri strani spaventosi esseri avessero sul serio stregato sua sorella, allora chi poteva assicurarle che non sarebbe peggiorata magari trasformandosi in una di loro, o peggio, in qualcosa di più pericoloso? Se avesse messo in pericolo l'intera famiglia? Se fosse già troppo tardi?

Il solo pensiero fece rabbrividire istintivamente la ragazzina che scese maggiormente sotto le coperte con una smorfia di disgusto comparsole in faccia; un attimo prima di chiudere gli occhi, essi vennero attraversati da uno spiraglio di luce: sicuramente anche i loro genitori non sarebbero stati per niente felici di sapere cosa stava diventando una delle loro figlie...






Lily continuò a rimuginare sui pensieri che nemmeno il sonno le riusciva a scacciare dalla mente; alla fine, quando non ce la fece più, scese di nuovo dal letto ed in punta di piedi si avvicinò alla finestra della camera che condivideva con Petunia, tenendo stretto a sé il morbido gattino di peluche.

Non capiva il motivo dello strano ed improvviso comportamento di sua sorella maggiore da un paio di settimane; nonostante riconoscesse il suo carattere particolare e la poca gentilezza che a volte aveva con lei, le voleva bene; poteva capitare di essere di malumore per giorni, potevano essere molti i motivi, ma, specialmente la sera, trovavano il tempo per parlare un po' come due normali sorelle avrebbero fatto... non che si raccontassero chissà cosa, ma il tempo comunque c'era.

Ora era cambiato tutto: sembrava volesse evitarla del tutto, in ogni occasione della giornata.

Ma se prima sembrava non esserci un motivo valido, quello che era successo poche ore prima avevano insinuato un dubbio nella mente della bambina dai folti capelli rossi. 

Era colpa sua? Sua sorella era spaventata da lei?

Lily, nonostante avesse solo otto anni, non era un'ingenua e riflettendo meglio intuì che l'inizio degli strani atteggiamenti inusuali da parte della maggiore corrispondeva proprio al giorno in cui le aveva mostrato cosa sapeva fare; inizialmente aveva creduto che si trattasse solo di sconcerto (lei per prima l'aveva avuto per se stessa) e fu proprio per questo che aveva con tutta probabilità ignorato che in realtà Petunia avesse timore di lei.

La piccola spostò lo sguardo sconsolato sul cielo cupo da cui non era possibile vedere stelle... tranne una in un piccolo squarcio azzurro.  

Un alone di tristezza le velò gli occhi verdi: tutto ad un tratto, per la prima volta nella sua vita e per un brevissimo attimo si sentì sola, come se tutta la felicità fosse sparita all'improvviso, sola proprio come quella stella: cosa avrebbe fatto negli anni successivi? Come sarebbe stato il rapporto con sua sorella Petunia? Con la sua famiglia? Aveva timore di rivelare tutto ai genitori, non sapeva come avrebbero preso la sua diversità...

Chi era lei? Da qualche parte c'era qualcuno in grado comprenderla veramente? Qualcuno con cui non si sarebbe sentita più sola?

Lily assottigliò lo sguardo, notando un altro finissimo puntino luminoso bianco apparire lentamente accanto alla non più solitaria stella, mentre un leggero soffio di vento le accarezzò il viso roseo, facendole oscillare con dolcezza le ondulate e lunghe ciocche rosse, cancellandole momentaneamente la tristezza.

 

   
 
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