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Autore: cin75    03/01/2022    3 recensioni
Dalla storia:
“Voglio stare con te!” trovò il coraggio di precisare.
Gli occhi verdi fissi in quelli ambrati di Jared che lo guardavano stupiti.
Jared annullò lo spazio tra lui e il bancone. Poggiò le mani sul piano di legno levigato e strinse appena un po’.
“Tu vuoi stare con me?!” chiese come se non avesse capito.
E allora Jensen, finalmente, si mosse e prese una posizione speculare a quella del ragazzo. Mani sul bancone e busto appena sporto verso l’altro.
“Sì!” rispose. “O per lo meno ci voglio provare!”
Genere: Angst, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jared Padalecki, Jensen Ackles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il giorno delle dimissioni finalmente arrivò per la grande soddisfazione di tutti e soprattutto per la felicità dei due ragazzi.
Jensen accompagnò il ragazzo a casa sua e con somma sorpresa, Jared si rese conto che in alcuni angoli, anche se ben sistemati e mimetizzati, c’erano alcuni effetti personali di Jensen.
“Mi sono perso qualcosa?!” fece sorridendo e incuriosito, mentre si sedeva al divano e mentre Jensen riponeva il borsone alla meglio peggio, nella lavanderia. Tornò di corsa da Jared, pronto ad accudirlo.
“Cosa?!” rispose perplesso e con aria innocente, sedendosi accanto a lui.
Jared gli indicò le sue cose per casa e Jensen intuì, appena in imbarazzo. “Ohw!! sì...vedi..il fatto è che il dottor Pellegrino mi ha spiegato la terapia che devi seguire qui a casa...”
“Sì, anche a me e penso di essere in grado di poter prendere qualche pillola anche da solo.” gli fece presente.
“Sì..sì..certo, ma vedi, io non volevo che tu ti stancassi. Anzi, non voglio che tu ti stanchi in alcuno modo. Quindi dovrai sopportarmi qui , sul tuo divano.” fece quasi con aria innocente.
“Davvero?!” sembrò provocarlo il più giovane.
“Sarò invisibile!” convenne mettendosi una mano sul cuore a mo’ di giuramento.
“Davvero?!” ripetè sogghignando.
“Nemmeno ti accorgerai di me!” promise ancora.
“Jensen, ascolta...” ma Jensen lo fermò.
“No, ascolta tu. La scelta è tra me o Rich!” fece deciso Jensen, spiazzandolo.
“Rich?” esclamò sorpreso Jared.
“Misha ha i suoi turni con l’ambulanza. Io posso sostituire Rich al bar o lui può sostituire me, quindi la scelta è tra lui o...” ma questa volta fu Jared a fermarlo.
Con un bacio.
La mano del ragazzo volò alla collo del biondo. Si poggiò veloce sulla nuca così da poter attirare il viso di Jensen. L’incontro tra le loro labbra fu deciso ma dolce. Jared si gustò ogni centimetro della bocca del compagno e Jensen, si lasciò baciare. E baciò. Il sapore di Jared era qualcosa che lo conquistava di volta in volta. E ora sulle sue labbra non c’era più quel vago sentore del sapore del gel emolliente che le infermiere gli mettevano di tanto in tanto quando era intubato. Le sue labbra non erano più spaccate. Ora era di nuova la sua bocca, la sua bellissima, dolcissima invitante bocca che lo baciava e che si faceva baciare.
“A quanto pare non ho scelta...” sussurrò Jared , dopo essersi diviso dalle labbra di Jensen.
“Quindi posso restare?” chiese comunque Jensen, sorridendogli.
“In verità, io avrei scelto Rich!!” rispose serio Jared, mentre continuava a carezzargli la nuca dove la sua mano rimaneva ancorata.
Jensen gli strinse le mani ai fianchi, dove erano finite durante quel dolcissimo bacio, come a volerlo punire per quella infausta scelta.
“Ma sul serio!!??” fece sapendo di provocare solo solletico e infatti Jared iniziò a cercare una via di scampo. “Sul serio??!!” lo provocò ancora Jensen, pizzicandolo lievemente , solo per farlo ridere come stava facendo. Ed era così bello vederlo ridere. “Vuoi davvero scegliere Rich??!!”
“No, no, no….basta basta...scelgo te, scelgo te!!” disse, arrendendosi.
“Ok!! sapevo che eri un ragazzo intelligente!” asserì soddisfatto Jensen smettendo di solleticarlo sui fianchi.
“Ad una condizione, però!” avanzò Jared.
“Sarebbe?!”
Jared riprese fiato e sul suo viso si palesò un’espressione decisamente dolce, tranquilla. Un’espressione che rapì completamente Jensen.
“Niente divano. Se resti, dormi con me.”
“Ma io non vorrei...”
“Se resti, dormi con me.” insistette Jared, carezzandogli docilmente il viso.
“Come tu ordini!” si arrese Jensen e poi con un gesto lento, cauto, abbracciò Jared. Se lo avvicinò piano, fin quando non fu completamente avvolto tra le sue braccia. Al sicuro.
Lo strinse a sé con cautela, come se avesse paura di fargli del male. E quando sentì Jared abbandonarsi a quell’abbraccio, rese quella stretta d’amore più decisa. “Mi prenderò cura di te. Non permetterò che ti accada più niente di male.” sussurrò come si sussurrano i segreti più forti e potenti.
Jared sentì una morsa allo stomaco e sentì il suo cuore sussultare di puro amore quando sentì Jensen pronunciare quelle parole. Ed era così che si sentiva: al sicuro. Protetto. Ma soprattutto amato.
“Ho avuto paura di perderti!” quasi esalò Jensen nascondendosi ancora in quell’abbraccio.
E allora , anche Jared, che fino a quel momento aveva lasciato che Jensen lo tenesse stretto a sé, piano, sfilò le braccia dalle braccia del compagno e di rimando, abbracciò Jensen. Lo abbracciò con forza, ignorando il disagio della ferita che tirava al centro del petto.
“Non mi hai perso. Sono qui. Con te. Sto bene e siamo insieme!” lo rassicurò sentendolo tremare appena.

Rimasero stretti in quel rassicurarsi a vicenda per lunghissimi momenti. Jensen dalla sua posizione baciava di tanto in tanto il capo di Jared. Il più giovane , rispondeva baciandogli un piccolo punto tra collo e spalla, lì, dove aveva rifugiato il suo viso. Le braccia a stringersi l’uno l’altro. A rassicurarsi, a confortarsi. Quasi come stessero rendendosi conto di essere reali e stare ancora insieme.

Da quel ritorno a casa di Jared, i giorni passarono sereni. La convalescenza andava alla grande e più passava il tempo, più Jared riacquistava le forze. Era perfino ritornato a lavoro, certo le sue erano ancora più che altro delle capatine all’ufficio , costantemente accompagnato da Jensen, ma questo andava comunque bene ad entrambi.
Jensen , di tanto in tanto, lo lasciava per andare a vedere come andavano i lavori al bar, ma solo quando Jared non riusciva a convincerlo a portarlo con lui.

Sei stato abbastanza in giro per oggi. Va’ a farti una doccia e riposa un po’. Quando torno porto la cena e poi ci vediamo un bel film, ok?!”
Sei un dittatore!”
Sì, come vuoi. Ma fa quello che dico o niente dolce stasera!”
Voglio il tiramisù!”
Ma è mercoledì. Il mercoledì è per le ciambelle!”
O mi porti il tiramisù o mi porti con te!”
Ma tu senti!!...Bello e capriccioso. Ok! Vada per il tiramisù ma...”
Ma ?”
Ma se quando torno non ti vedo bello riposato, mi mangio anche la tua porzione!”
Ma tu senti!!...Bello e prepotente!!”
Già! A dopo!”
Ok! E Jensen ?
Che c’è ancora?!!!”
Ti amo!”
Ti amo anche io!!”

Quella sera a cena, dopo aver sistemato le poche stoviglie, mangiarono il dolce, il tanto agognato tiramisù, sul divano e mentre Jensen lasciò a Jared la scelta del film, il più giovane notò che il compagno era diventato alquanto pensieroso. Decisamente assorto e perso in chissà quali improvvisi pensieri.
Jared posò il telecomando e lo chiamò.
Niente.
Lo richiamò.
Ancora niente.
Poggiò cautamente la mano sul braccio di Jensen e lo chiamò ancora.
“Jensen? Ehi??”
“Cosa?”
“Tutto ok? Sei andato via...dov’eri?”
“Sì...sì...scusa. E’ tutto ok. Scelto il film?”
“No, non è tutto ok e no, non ho scelto il film perché sono più interessato a sapere a cosa stai pensando.”
“Jared, andiamo...erano solo dei pensieri stupidi!”
“Beh! Le cose stupide fanno ridere, quindi fa’ ridere anche me!”
Jensen gli sorrise. Sorrise alla quella dolcissima prepotenza.
“Ok. Ascolta...ora ti dirò una cosa…ma voglio che tu la prenda come quella che è: una semplice assurda , forse stupida idea.”
“D’accordo.” rispose incerto, Jared.
“In verità, è una cosa a cui stavo pensando già da un po’, già dalla sera della festa a casa mia, ma poi sei stato ferito ed è successo tutto quello che è successo e onestamente io..io non ci ho più pensato, o meglio, non le ho dato più importanza!”
“Jensen, mi sta venendo il panico. Puoi arrivare al dunque!?!” lo prese in giro per cercare di alleviare il palese stato di nervosismo in cui vedeva sprofondare Jensen.
“La sera della festa avrei voluto chiederti una cosa.”
“Cosa?” fece curioso.
“Stavamo insieme, e stavamo bene. Più che bene!”
“Ed è ancora così...mi auguro!”
“Ma certo...certo.” asserì con convinzione sincera. “Ed è per questo che quella sera dopo la festa avrei voluto chiederti di andare a vivere insieme!” e questo lo disse tutto d’un fiato e rimanendo in apnea per qualche secondo. Giusto il tempo di vedere lo sguardo sorpreso e attonito con cui lo stava fissando Jared.
“Jensen, tu...”
“Ascolta, ascolta….io ho la tua roba in un cassetto e in parte del mio armadio. Tu hai le mie cose sparse per case anche da prima di tutto questo casino. Io...io vorrei tanto non dover...insomma vorrei tanto non dover...”
“Non dover , cosa?!” chiese sottovoce Jared.
“Non dover andare via quando ci sono quei giorni in cui non vorrei mai lasciarti.” ammise e dicendo quella frase ripensò a quelle mattinate in cui doveva andare al bar, ma doveva alzarsi prima per passare da casa sua. E lo stesso era per Jared, a volte costretto ad andare via a sera inoltrata perché la mattina aveva dei colloqui con dei clienti o in qualche banca e doveva prendere i documenti o cambiarsi o altro. “Non voglio dover toglierci del tempo che possiamo passare insieme.” disse ancora. “Non più!” e queste due ultime parole fecero vibrare il cuore di Jared che le collegò senza esitare a quello che gli era successo.
Quelle due piccole parole avevano rivelato ancora una volta il terrore di Jensen.
Separarsi.
Il più giovane sospirò, per un attimo i suoi occhi vagarono per la stanza, cercarono di evitare lo sguardo di Jensen.
“Io...” sussurrò tenendo gli occhi bassi.
Jensen sospirò. Capì. Era quello che temeva. Jared lo amava , sì. Ma non era ancora pronto a , forse, fidarsi completamente di lui. Poteva accettarlo. Gli avrebbe dato tempo. Tutto il tempo di cui Jared avrebbe avuto bisogno.
“Ok..ok...lo so, lo so. Non te lo aspettavi e io forse…”
“Io non...” cercò di intromettersi Jared.
“Io forse, anzi no...sicuramente ho sbagliato il momento e …”
“Jensen...”
“... sai cosa? Non ci pensare. Fa’ finta che io...”
“Jensen sta’ zitto!” lo ammutolì.
E Jensen si ritrovò a serrare le labbra inghiottendo l’aria con cui avrebbe continuato a parlare.
“Io non vedo l’ora di poter vivere con te.” confessò emozionato.
“Davvero?!” chiese incerto.
“Non sai quante volte l’ho immaginato. Non sai quante volte ho odiato il fatto di dover andare via da casa tua o tu dalla mia, quando invece avrei voluto stare ancora con te.” ammise con entusiasmo, entusiasmando anche il compagno.
“Sul serio?”
“Sì, scemo. Sì!!” e un attimo dopo lo abbracciava con forza e ridendo di cuore e veniva ricambiato con la stessa forza e la stessa ilarità.
Poi, i loro sguardi si incontrarono e una luce diversa li illuminò.
Fu Jared a fare il passo. Fissò le labbra di Jensen ancora piegate in un leggero sorriso, quasi incerto. Si umettò appena le proprie, stringendole appena tra i denti, come se stesse pregustando un sapore avvolgente.
Si sporse quasi a chiedere il permesso.
Lo baciò e in quel bacio una mano si poggiò sul cuore di Jensen. Quel cuore che stava battendo talmente forte in quel momento da far sentire il proprio ritmo alla mano che lo aveva toccato.
Jared spinse piano. Spinse con cautela il corpo di Jensen verso il divano e lo accompagnò con il proprio fino a stendersi sopra di lui.
Poi spinse anche con il bacio, che divenne più intenso, più umido, più intimo.
Le mani di Jensen iniziarono a vagare lungo la schiena del giovane, fino a raggiungere la parte bassa e poi i glutei sodi, che si contrassero istintivamente quando la presa forte ma gentile di Jensen li toccò.
Jensen ricambiò quel bacio con lo stesso fervore. Sì, si erano baciati in quel periodo ma non erano mai arrivati a sentire di nuovo quel calore potente che li incendiava dalle viscere al cervello.
Gli mancava quel calore, gli mancava quel fuoco. Gli mancava che fosse Jared a provocarlo.
Ma quando un movimento ben esplicito del compagno li fece gemere entrambi, Jensen si fermò.
Mise una mano sul viso dell’altro. Lo richiamò.
“No..no...Jared. Fermati.” fece con dolcezza.
“No, no...ti prego, no!”
“Dobbiamo fermarci. Tu non sei ancora...”
“Jensen, sto bene. Lo ha detto anche Pellegrino all’ultimo controllo. Posso riprendere la mia vita. Voglio riprendermi la mia vita. E tu…”
“Oddio, Jared!!” sospirò Jensen, chiudendo gli occhi. Cercando di mantenere quel controllo che Jared voleva fargli perdere.
“E tu fai parte della mia vita e io ti voglio. Jensen, io ti voglio!!” asserì con passione.
Jensen distolse per un attimo lo sguardo. Assecondarlo o non arrendersi?

 

   
 
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