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Autore: Eliatheas    04/09/2009    12 recensioni
Credo che la vita sia un nastro. Un nastro piccolo e fragile, delicato. Un nastro stretto attorno a noi che, col passare degli anni, si sgrana, fino a spezzarsi.
Il mio era rosso.
Prima classificata al contest 'The Covers' indetto da speednewmoon
Genere: Triste, Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Broken ribbon

«A Seattle sono morti tanto la quindicenne Amanda Reed, studentessa modello, quanto il postino in pensione Omar Jenks, 67 anni. […]
I corpi delle vittime so-no sempre carbonizzati, e si è dovuti ricorrere alle impronte den-tali per l'identificazione. Si ipotizza l'uso di certi tipi di combustibili, come la benzina o l'alcol; tuttavia, finora non ne è stata rilevata nessuna traccia. Tutti i cadaveri sono stati abbandonati senza il minimo tentativo di occultamento.
La maggior parte dei resti presenta segni evidenti di una violenza brutale - ossa spezzate da una pressione tremenda - che i medici ritengono sia avvenuta prima della morte. Ma allo stato delle cose, e date le condizioni delle vittime, queste conclusioni non sono certe.[…]
Negli assassinii c'è un altro dato comune: tutte le vittime scompaiono di notte. »
Stephenie Meyer ~ Eclipse

 

Credo che la vita sia un nastro. Un nastro piccolo e fragile, delicato.  Un nastro stretto attorno a noi che, col passare degli anni, si sgrana, fino a spezzarsi. E quando si spezza, non c’è più nulla da fare. Quando inizia a sgranarsi si può aggiustarlo, si può cercare di tenerlo insieme ancora per un po’. Ma quando è spezzato … oh, non si può fare più niente. E’ finita.
Oh, sì, la vita è un nastro.

Il mio era rosso.

~

«Ti va di ballare?»
«No.»
Ed eccola, signori e signore: Amanda Reed, anni quindici, campionessa mondiale di acidume adolescenziale. Inchinatevi, prego. Non vedrete mai più nessuna come lei.
«Va bene».
Logan fa uno di quei sorrisi da ‘oh mio Dio, lui è figo’ e si dilegua tra la folla, mollandomi vicino al tavolo del punch. Probabilmente sarà andato a cercare una ragazza con la voglia di ballare. Ce ne saranno a migliaia, qui intorno. E’ assurdo come il numero delle ragazze aumenti di colpo durante un ballo scolastico, mentre quello dei ragazzi sembra diminuire drasticamente. Deve esserci una legge scientifica, ne sono sicura. Altrimenti non si spiegherebbe nulla.
«Ehi, bidonata dal cavaliere?»
Chris. Dio, questa serata è diventata improvvisamente migliore.
«Non proprio, credo che sia stata io a far sparire il mio scintillante cavaliere» rispondo, guardandolo avanzare verso di me. Mi fa un sorriso allegro – il suo solito sorriso allegro, quello a cui non rinuncerebbe mai – e mi viene vicino. Sembra più allampanato del solito nel suo smoking e i suoi capelli biondi sono sparati in tutte le direzioni, come sempre. Non sembra minimamente diverso dal migliore amico di tutti i giorni. Strano, di solito le persone si trasfigurano durante i balli di fine anno.
Ma lui è Chris, no? Non potrebbe essere diverso da quello che è.
«Hai fatto bene, Logan è insopportabile» dice, riservandomi uno dei suoi sorrisi più belli. Lo fisso male; non dovrebbe fare commenti maligni sul mio accompagnatore. Io non volevo neanche venire al ballo, è stato Logan a trascinarmi. Peccato che ora se ne freghi altamente di me.
«La tua damigella?» domando, scettica. Lui mi sorride, allegro, e sbircia tra la gente che si affolla sulla pista, a ballare. Certo che questi non hanno niente di meglio da fare che ballare e pomiciare, eh?
«Deve essere qui da qualche parte. Non che me ne freghi molto, a dire il vero» dice, infine, tornando a guardarmi. Scrollo le spalle e torno a fissare le coppiette che volteggiano allegramente su e giù per la palestra. Ma solo io sono incapace di ballare? Probabilmente sì, vero?
«Scusa, ma quello non è Logan?» domanda Chris, puntando i suoi occhi neri su un ragazzo che sembra intento a pomiciare con una ragazzina persino più piccola di me. Una ragazzina alta, dai capelli biondissimi e da una misura più consistente di reggiseno.
«Sì, credo sia lui» E’ inconfondibile. Una faccia talmente idiota non la si può confondere con il resto del mondo. «Non trovi fantastico che il mio accompagnatore stia mangiando la faccia di una ragazzina di quattordici anni?».
«Come fai a sapere che ha quattordici anni?» chiede il mio migliore amico, colpito. Io faccio un sorrisetto diabolico.
«Ho le mie fonti» dico, ridacchiando.«No, okay. E’ Leslie Smart. E’ nella stessa classe di storia di mia sorella Amy».
Chris ride. Bravo, prendimi in giro. Sono già abbastanza sfigata di mio, vuoi contibuire pure tu?
«Lo so. La conosco» dice, cercando di tornare serio – e non riuscendoci, a dire il vero. «E’ la mia accompagnatrice».
D’oh.
«Bella serata, vero?» cerco di sdrammatizzare. Chris mi guarda con un sopracciglio partito verso l’alto e, per un momento, credo mi consideri pazza, ma poi il suo volto si apre in un sorriso allegro.
«Non preoccuparti, piccola. Non è un problema se … Leslie come si chiama pomicia con Logan» dice, scrollando le spalle e battendomi una pacca sulla mia, di spalla, rischiando di lanciarmi dall’altra parte della sala – sì, sono piuttosto leggera, ehm. «L’ho invitata perché era l’ultima disponibile».
E lei non merita un accompagnatore favoloso come lui. Merita Logan ‘oh mio Dio, quanto sono figo’ Morgan.
«La fai sembrare un po’ un pacco di biscotti» informo il mio migliore amico, riflettendo su quello che ha appena detto. «Insomma, l’ultima disponibile … mica è una figurina!»
Chris scoppia a ridere, divertito.
«Solo tu puoi indignarti per come tratto la tizia che sta pomiciando con il tuo accompagnatore».
Divento rossa e nascondo il viso in un bicchiere di punch, ma il mio migliore amico me lo strappa dalle mani.
«Ho sentito dire da Brian O’Shea che hanno messo qualcosa nel punch. E’ meglio se non ti azzardi a berlo» mi informa, serio. Io rido un po’ e lo fisso, con un sopracciglio inarcato. «E noi non vogliamo mica vederti dare di matto sulla pista, vero?»
Lo incenerisco con lo sguardo e torno a fissare la pista, aspettando non so bene cosa. Bah, che schifo di serata. Sapevo che sarebbe stata così, sapevo che non sarei dovuta venire. Maledetto Logan che mi ha convinto. Ed ora dove è? A pomiciare con una ragazzina in qualche angolo della sala. Non è magnifico?
Dio, odio i balli scolastici.
«Mi piace il tuo vestito» dice Chris, all’improvviso, guardandomi come se mi vedesse per la prima volta dall’inizio della serata.
«Fa schifo!» protesto, fissandolo scioccata. Il vestito, tanto per la cronaca, è di mia madre – sospetto che sia riciclato da uno dei suoi balli scolastici – ed è oscenamente rosso e lungo. Mi va persino largo, ma non mi sento tanto stupita, a dire il vero. Quando sei alta a stento uno e cinquanta e sei magra quanto uno stuzzicadenti, la maggior parte dei vestiti tende ad andarti larga.
Ormai non mi stupisco neanche più.
«Ti rende quasi femminile» aggiunge, ignorando completamente le mie proteste, e si volta a fissarmi con espressione seria. Chiunque avrebbe sorriso, ma lui no. Lui è serio.
Maledetto lui e i suoi complimenti random. Chris ha la capacità di imbarazzarti a tal punto da farti venire voglia di essere inghiottita da una botola. Ti fa venire voglia di costruirtela da sola, la botola.
«E’ quel quasi che mi rende perplessa» dico, cercando inutilmente di non suonare troppo imbarazzata. Che stupidaggine, io sono l’imbarazzo fatto a persona. Ed ora la mia pelle non si distingue più dal vestito, è tutto di un meraviglioso rosso. Grazie, Chris.«Io vado fuori a prendere una boccata d’aria. Mi annoio. Vieni anche tu?» aggiungo, prima che possa fare altre uscite imbarazzanti.
Lui mi fissa, pensieroso.
«Avverto Leslie che me ne vado e ti raggiungo. Altrimenti penserà che l’ho lasciata a piedi» dice infine, guardandomi con un sorrisetto diabolico.  «Non posso, anche se mi piacerebbe tantissimo».
Ridacchio e mi avvio fuori dalla palestra, il più lontano possibile dalla musica assordante e dalle coppie che pomiciano tutto intorno. Arranco fino al muro più lontano della palestra e mi appoggio all’edificio, accasciandomi a terra, sull’asfalto. Non me ne frega di sporcare l’abito, sono stanca e voglio solo riposarmi. Chiederò a Chris di accompagnarmi a casa, dopo. Anche se è a soli pochi passi da qui, preferisco che lui mi accompagni in macchina, piuttosto che fare un altro passo con queste scarpe schifose.
Con un sospiro, mi sfilo le scarpe che mia madre mi ha propinato: rosse e terribilmente alte. Ma stiamo scherzando? Già non sono capace di camminare normalmente, mettiamo pure le scarpe col tacco e allora rischio di morire, altroché.
Poggio le scarpe accanto a me e libero anche i capelli dal nastro rosso che li teneva legati e quelli cadono come una cascata, tanti boccoli castani, esageratamente elettrici sulle spalle. Inizio a girarmi il nastro tra le mani e ad attorcigliarlo attorno alle mie dita, fio a quando non lo stringo troppo forte e si spezza un po’. E’ ancora insieme, legato da quei due fili che lo tengono ancora insieme, ma è definitivamente rovinato.
Brava, Amanda, brava. Rovini tutto.
Sospiro e mi stringo le ginocchia al petto, affondandovi la testa. Sono stanchissima e non so neanche perché.
Un rumore improvviso mi fa sobbalzare – passi, veloci e leggeri –, ma poi ricordo che Chris aveva detto che sarebbe venuto subito. Meno male che c’è lui, questa serata sarebbe stata uno schifo senza il mio migliore amico.
Alzo la testa dalle mie ginocchia e mi aspetto di vedere Chris davanti a me, ma lui non c’è. Mi alzo in piedi e sento di nuovo quel rumore di passi. Sono terrorizzata, ora. Ho paura, so che non è il mio migliore amico e questo mi spaventa. Chi può mai essere?
Afferro una delle scarpe e la brandisco a mo’di arma, terrorizzata.
Sento due mani afferrarmi per le braccia ed un sospiro. Faccio per cacciare un urlo, ma una delle mani mi blocca la bocca e le parole vengono soffocate dalla pelle di quella mano. Qualcuno mi stringe a sé e affonda la testa nei miei capelli, gemendo.
Tento di urlare e di gridare, ma la mano non mi permette di farmi sentire. L’altra mano, quella che è posata sul mio braccio, stringe così forte da farmi venire le lacrime agli occhi e un grido silenzioso esplode nella mia testa.
Mi fai male! – vorrei urlare, ma non posso. E’ terribile, mi sento morire.
La mano allenta la presa sul braccio e scende sulla mano, quella che impugna la scarpa. La stringe con forza ed io mollo la presa sulla mia arma improvvisata.
Aiuto! Aiuto!
Nessuno può sentirmi, nessuno lo saprà mai. Ma perché mi sono rifugiata così lontano dalle luci e dalla confusione? Perché sono così stupida?
«Pensavi di potermi stendere con quella?» chiede una voce, la voce di un ragazzo. E’ bella, meravigliosa, uno scampanellio … ma mi terrorizza. E’ come i carillon, un tintinnio musicale ed incredibilmente inquietante. Scuoto la testa per dire no. Forse mi lascerà andare. «No, eh? Non avresti fatto niente, con quella. Niente potrebbe farmi male».
La sua mano risale fino al mio braccio e lo stritola in una presa strettissima. Urlo, ma, di nuovo, il mio urlo viene soffocato dalla sua mano. Credo che il braccio si sia rotto, fa un male che è quasi impossibile descrivere.
Cerco di liberarmi, mollo calci in tutte le direzioni, ma sembrano non colpire mai il bersaglio. Chiunque mi stringa in questo modo sposta la sua mano, di nuovo, fino ai miei capelli e li accarezza. Li scosta, con gentilezza, e sfiora con la punta delle dita gelate la pelle del mio collo.
«Sta’ calma, ragazzina» sussurra al mio orecchio, con voce calma. «Tra poco sarà tutto finito»
Dov’è Chris? Dove sei, perché non ti accorgi di quello che mi sta succedendo? Aiutami, aiutatemi!
Ma io credo a quella voce e mi lascio andare. Perdo ogni voglia di combattere e mi accascio quasi, priva della mia volontà.
E poi il mondo inizia a bruciare. Brucia, brucia.  C’è qualcosa che brucia, da qualche parte e fa male, fa male più di prima. Brucia, brucia sul mio collo. La mia testa è piena delle mie urla, delle urla che non riesco ad emettere e mi sembra di scoppiare. Vorrei morire, vorrei che tutto questo avesse fine, ma so che non succederà così presto. Non sento più il mio corpo, ma solo il fuoco, l’incendio. Non so cosa sta succedendo attorno a me, i miei occhi si tingono di rosso e non vedo nient’altro. Solo un’infinita distesa cremisi.
Fa male! Fa male! – vorrei essere capace di dire – Smettila, mi fai male! Non è finito, vero? Mi hai solo presa in giro, non è finito un bel niente!
Scoppio in lacrime, le sento percorrermi il viso e poi non sento più nulla. Tutto finisce, improvviso come è iniziato. Sento le forze che mi abbandonano, veloci. Corrono via da me, via dal mio corpo bruciato.
Il proprietario di quella voce mi adagia a terra, con delicatezza, e mi sistema i capelli, il vestito, le scarpe … come se fossi una bambolina di porcellana. Sento il suo tocco gelido sulla mia pelle e mi sento sempre più stanca. Voglio solo chiudere gli occhi, voglio solo dormire.
Per la prima volta da quando è iniziata la tortura, lo vedo in viso. E’ un ragazzo, un ragazzo che conosco. E’ scomparso qualche settimana fa, tutta Seattle ne parlava. E’ stato lui, è stato lui a farmi del male. Me lo ricordo, ricordo lui e i suoi occhi castani.
Ma ora sono rossi, rossi come il sangue, inquietanti e spaventosi. Mi volto un po’, con le mie ultime forze sposto la testa di lato e anche l’asfalto è macchiato di rosso. Rosso sangue, il mio.
Vorrei urlare, ma non ho più forze. Non ho neanche le forze per ascoltare quello che dice il ragazzo.
«Mi dispiace. Non volevo. Non l’ho scelto io» riesco a capire solo questo dei suoi mormorii confusi e un attimo dopo sento qualcosa bagnarmi il corpo, qualcosa che puzza terribilmente. Benzina, riconosco l’odore.
Mi volto e vedo il mio nastro per capelli ,quello di mia mamma. Rosso come il sangue di cui si è macchiato, spezzato come me.

L’ultima cosa che ho visto, prima di morire, era un nastro rosso. Spezzato.

 

Angolo Autrice
Ma non avevi detto che con Twilight avevi chiuso?
Domanda legittima, sì. Be’, son dettagli XD

Questa cosa qui sopra, sì, questa cosa strana e … strana, è arrivata prima al contest The Covers , indetto da speednewmoon .
Io sono collassata a saperlo, davvero non me l’aspettavo XD
Ed ha vinto anche il premio per 'La più originale' e 'La preferita da speednewmoon'. *collassa di nuovo*
Comunque, credo si sia capito che la protagonista è Amanda Reed, una delle vittime di Seattle. Potevo mai scrivere su qualcuno conosciuto, io? Cioè, mi conoscete, ormai. Sono strana? Della serie ‘tappiamo i buchi che la Meyer non sa neanche di aver fatto’. Chi mai prenderebbe in considerazione Amanda Reed? Ma io, ovviamente XD
Ciemmequ, per il contest bisognava inserire la copertina di uno dei libri della saga ed interpretarlo a modo nostro per un qualunque personaggio. Credo sia ovvio che la copertina che ho scelto è quella di Eclipse – bella, anche la mia preferita è quella di New Moon  <3 – e che il nastro rosso simboleggia le vite che i vampiri di Seattle spezzano. Piuttosto banale come roba, neh?

Giudizi:

1° Classificata: "Broken Ribbon", di Eliatheas

Grammatica e sintassi: 9,7
Praticamente non c'ho messo penna. Punteggiatura perfetta,nessun errore di ortografia,i periodi scorrono chiari,concisi e senza intoppi . La sintassi è ottima. L'unico neo,dovuto probabilmente ad una piccola svista durante la revisione del testo,è un errorino di battitura nella frase "Sono già abbastanza sfigata di mio, vuoi metterti pure tu?"(se vuoi correggerlo,si trova su per giù a metà della seconda pagina!^^). Comunque,svista a parte,il risultato rimane sempre ottimo.
Lessico e stile: 9
Adoro il modo in cui scrivi,poco da farci!Non usi termini particolari o ricercati,ma semplici e diretti. Manipoli le tue frasi creando una sorta di... armonia,ecco il termine migliore.Un po' come un ballo: due frasi legate insieme che danzano armonicamente e poi bam!, la stoccata finale con un pizzico di ironia e di umorismo a condire il tutto. In più,riesci a descrivere i fatti,i pensieri dei personaggi,a ricreare quella sorta di intrecci che sono una delle caratteristiche della Meyer. Ho rivisto molto di lei, nel tuo scritto. Brava davvero.
Originalità: 10
Dunque,la prima cosa che ho pensato quando ho aperto il file della tua storia e ho letto il nome del personaggio che avevi deciso di trattare, è stata: "Chi?". Proprio così, l'espressione "a bocca aperta" qui rende davvero l'idea!^^ , wow,senza dubbio. Scegliere di scrivere una storia utilizzando come protagonista una delle tante vittime dell'articolo di Seattle in Eclipse,oltre che essere una prova di grande inventiva ed originalità,richiede anche un certo grado di coraggio!Ho notato che spesso,infatti,molti lettori che si imbattono nei nuovi personaggi(mi prendo la libertà di considerare Amanda un personaggio nuovo proprio perchè fa la sua comparsa solo per lo spazio di una frase in tutta l'intera saga)durante la lettura di una storia,arricciano il naso e non apprezzano l'introduzione di un nuovo carattere che,nella saga originale,non viene neppure menzionato.Tu qui però hai reso gradevole questa entrata in scena,l'hai trasformata quasi in un piccolo Missing Moment. Oltre alla caratterizzazione verosimile del personaggio di Amanda,hai ambientato la tua storia in un contesto familiare:il ballo di fine anno. In fondo, Bella in Twilight non si trovava in una situazione identica? Bello,mi è piaciuto veramente tanto,è stata una prova di grande immaginazione. E non sei caduta nel banale,cosa non da poco.
IC:9
Bene,qui diciamo che ci sono andata un po' con i piedi di piombo. Il personaggio di Amanda non viene descritto,quindi tecnicamente non si potrebbe nemmeno parlare di attinenza al carattere. Ma proprio perchè non avevo fonti con le quale potermi paragonare,ho premiato la delineazione del carattere della protagonista come nuovo personaggio.
Amanda mi ha fatto una tenerezza incredibile. Con il suo vestito largo,i tacchi rossi troppo alti per la sua goffaggine,il suo arrossire di botto mi ha ricordato la nostra cara vecchia Bella Swan.
E difatti il paragone c'è eccome,no?Tutte e due umane,tutte e due carine ma non particolarmente popolari,che amano stare ai margini e non nel centro della pista,sotto i riflettori. E tutte e due,con fine putroppo diversa,alle prese con un vampiro.
Avevi già annunciato la fine sin dall'inizio e grazie ad Eclipse sapevo come sarebbe andata. Ma ci ho sperato lo stesso,sai?Ho sperato davvero che quella stessa Amanda,mollata dal suo cavaliere( Logan "quanto sono figo!"xD), con una probabile cotta per il suo migliore amico e quel nastro rosso fra i capelli,ce la facesse a sfuggire dall'attacco del suo assalitore. Ma non è stato così. Una fine dal retrogusto amaro,ma che mi ha colpito come mai avrei pensato possibile.
Gestione copertina: 5
Gradimento personale: 5
Bonus 2° Modalità: 3
Totale: 50,7

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