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Autore: Vickk36_    07/01/2022    1 recensioni
Gemma è una ragazza alle prese con l’ultimo anno di medicina, determinata e intraprendente come poche. La giovane è impaziente di ottenere la sua laurea al più presto difatti, da quando il suo ragazzo, Andrea, l’ha tradita, facendole smettere di credere all’amore, ed i suoi genitori sono disinteressati alla sua vita, ella non si è concentrata in altro se non allo studio al fine di poter diventare ciò che ha sempre desiderato: Un medico. Ma i suoi obiettivi vengono messi a dura prova da un professore tanto irascibile e misterioso quanto importante, colto e dedito al lavoro: Riccardo Esposito.
I due ben presto, da un odio iniziale, si ritroveranno a far parte di qualcosa di può grande di loro e…di proibito.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: Lemon, Lime, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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"È tardi, dove sei stata?".

Gemma udì la voce di suo padre non appena mise piede in quella casa e si scosse sentendola, non aspettandosi il ritorno dei suoi genitori anticipato. Sperava che, dopo ciò che era successo poco prima, potesse concedersi del tempo per se stessa. Ma sapeva che la presenza dei suoi genitori non avrebbe contribuito a rilassarsi e a metabolizzare quanto accaduto. Guardò suo padre fisso negli occhi, notando la sua evidente stanchezza. 

"All'università. Ho studiato fino ad ora, perdendo la cognizione del tempo" rispose, mentre gli diede le spalle per chiudere la porta di casa. 

"Stai preparando la tesi? Chi hai scelto come relatore?"Chiese d'un tratto Michele. Gemma strizzò gli occhi e strinse la mano sulla maniglia della porta. Il panico si stava impossessando di lei e il solo pensiero che suo padre potesse scoprire da un giorno all'altro la sua relazione (se così poteva definirsi) con un uomo più grande e superiore rispetto a lei, le face girare la testa. Il cuore le accelerò quando si voltò per rispondere con un apparente neutralità e calma.

"Non ancora. Perché me lo chiedi?" mentii spudoratamente. Non poteva ancora rivelare il nome dell'uomo del quale si era infatuata. Non era il momento giusto.

"Prima ti laurei, meglio è". 

Michele tagliò corto con queste parole e si allontanò velocemente dalla vista di gemma, la quale era non poco scossa. Conosceva suo padre ma da quando aveva intrapreso la strada per diventare medico, mai aveva sentito queste parole. Ella si trovò d'accordo con lui sebbene in modo differente: Gemma desiderava laurearsi in tempo breve per fuggire dall'ambiente tossico in cui era nata e vissuta. Michele, invece, detestava che la sua unica figlia avesse scelto un mestiere che non le si addiceva. Questo lui, lo considerava uno scandalo per la sua famiglia.

 

Gemma sbuffò. Il distacco da parte dei suoi genitori non era certamente qualcosa in cui lei si soffermava o a cui dava importanza ma al contempo, avrebbe desiderato dei genitori completamente diversi da quelli che in realtà aveva. Di quei tempi però, aveva ormai imparato ad accettarli e ad andare avanti pure senza di loro.

Si incamminò in camera sua per preparasi per la notte e nella sua mente iniziò a palesarsi l'immagine di Riccardo Esposito. Pensò a cosa stesse facendo in quel momento: Stava lavorando o stava dormendo?.

Sicuramente la prima opzione era quella più consona  per il tipo di uomo che era. 

 

Mentre la sua immagine vorticava sempre più vividamente nella sua testa, fu il suono del suo computer a riportarla alla realtà. Con uno scatto,  si avvicinò alla scrivania sulla quale c'era il suo computer. Aprì tremante l'icona delle email e il suo cuore perse un battito quando lesse il nome del mittente. Era lui. Gemma non era spesso solita a credere nelle coincidenze, ma quella non poteva non definirsi tale. Iniziò a leggere l'email con attenzione,  senza farsi sfuggire nemmeno un particolare mentre il suo cuore accelerava ancora e ancora. 

"Mi sono reso conto di essere stato troppo fugace e poco dettagliato oggi pomeriggio nel mio studio: Domani il congresso sarà alle ore 20:00.  Vorrei che tu venissi con me considerato che sei un ulteriore ospite,  nonché mia accompagnatrice.

Ribadisco ancora una volta che è un congresso alquanto importante a livello nazionale e pertanto,  mi auguro che tu porterai il necessario per prendere appunti senza farti sfuggire niente.

Buona serata,

Prof.Riccardo Esposito." 

 

Gemma rilesse più volte quella email e la sua reazione fu un misto tra confusa ed emozionata. Non aveva la più pallida idea di cosa stesse facendo, sapeva soltanto che le piaceva e non aveva intenzione di smettere. Da quando aveva conosciuto quell'uomo, non poteva negarlo, era rimasta abbagliata dal suo evidente fascino ma soprattutto dalla sua bravura. Tuttavia, era ancora diffidente nei suoi confronti. Aveva il terrore che lui l'avrebbe fatta soffrire ma al contempo sapeva che sarebbe successo, se lo sentiva.  Ma in quel momento, voleva solo lasciarsi andare e accogliere quel sentimento così intenso e proibito.

 

Sospirò e decise di rispondere con un messaggio breve. 

"Certo, lo so. Grazie per avermi concesso questa grande occasione, per me è tanto.

Gemma Ferrari".

Inviò il messaggio e si rilassò nella sedia, sorridendo come una ragazzina di quindici anni. La sua vita stava cambiando in meglio, molti pezzi si stavano ricomponendo proprio come un puzzle e i suoi sogni si stavano finalmente avverando eppure aveva la sensazione che tutto ciò non sarebbe durato, era troppo bello e tranquillo per essere vero. Doveva prepararsi ad affrontare un'altra tempesta dopo il primo uragano?

 

La mattina seguente Gemma era più reattiva del solito, pensando alla serata che l'aspettava. Nonostante ciò, la notte che aveva passato non era stata delle migliori: immagini sfocate spuntavano nella sua mente ma non riusciva a decifrarle. Non volle pensarci, infondo era solo un sogno e niente di più. Dopo aver preso il suo solito ed immancabile caffè, si vestì in fretta e furia per andare all'università ad assistere alle lezioni. 

Appena arrivò nelle vicinanze di essa, decise di sedersi in una delle panchine del giardino adiacente l'università per ripassare qualche materia. Immersa nella lettura dell'immenso libro, non si rese inizialmente conto della figura che si palesò davanti a lei poco dopo: Era Luca. Quest'ultimo, per attirare la sua attenzione, si schiarì la voce. Gemma alzò la testa e appena mise a fuoco il suo viso chiuse il libro e gli sorrise. 

"Luca, ciao" Disse.

"Ciao" Rispose, con  freddezza e distacco che non erano soliti in Luca . Il giovane fece per andarsene, ma Gemma lo fermò. La voce di Gemma per lui era come una calamita verso la quale era costantemente attratto, sebbene non volesse ammetterlo.

"Che ne dici di parlare?" 

Gemma spostò i numerosi libri dalla panchina per fargli spazio e lui si sedette poco dopo. La giovane lo osservò, notando a malincuore i suoi occhi spenti e la sua mascella contratta.

"Senti Luca io...mi dispiace, avrei dovuto dirtelo ma questa situazione non è ben chiara neanche per me. Scusami..." disse Gemma. 

Luca si rabbuiò ancora di più e sospirò pesantemente.

"Sai che potevi parlarmene, avrei capito. Il modo in cui l'ho scoperto è stato..." Luca si trattenne dal completare la frase e guardò Gemma con occhi rammaricati.

"Deplorevole, lo so. Per questo ti faccio le mie più sentite scuse, davvero. Non voglio continuare a non parlarti e non voglio soprattutto che ciò che sta succedendo al momento con Riccardo Esposito comprometta il nostro rapporto d'amicizia, Luca". 

Gemma gli prese una mano e accennò un sorriso, consapevole che Luca l'avrebbe capita e, come d'altronde aveva fatto Chiara, avrebbe desiderato solo la sua felicità.

"Gemma io..." 

Prima che Luca completasse la frase, il telefono di Gemma iniziò a squillare insistentemente. 

"Luca devo andare, accordiamoci per uno di questi giorni per parlare senza nessuno che disturbi. Va bene?" 

La studentessa prese le sue cose frettolosamente. Luca la guardò allontanarsi sempre di più fino a sparire dalla sua visuale e non poté che abbassare la testa con gli occhi quasi lucidi. La sua sensibilità stava avendo la meglio su di lui ed in particolare i suoi sentimenti stavano cambiando. Dentro di se non riusciva ad ammettere che, dalla prima volta in cui aveva incrociato gli occhi da cerbiatta di Gemma, tutto nella sua vita era cambiato. Gemma lo aveva cambiato. Gemma lo aveva stregato.

 

***

Le lezioni finirono sul tardo pomeriggio e Gemma apprese che doveva sbrigarsi in vista dell'imminente evento, al quale Riccardo teneva particolarmente.

Arrivata a casa, salì distrattamente le scale presa dall'agitazione e dalla paura che potesse in qualche modo deludere Riccardo e rovistò tra i numerosi capi d'abbigliamento. Si soffermò soprattutto su un vestito in particolare e tanti ricordi riaffiorarono su di esso: il vestito rosso che arrivava poco sopra al ginocchio, lo aveva indossato al suo diciottesimo. Ricordò quel momento come il giorno più bello della sua vita per molteplici motivi: I suoi pochi amici, tra cui Chiara, sua cugina Elena, con la quale era molto affezionata e soprattutto Andrea. Colui che poco dopo si rilevò tutto ciò che Gemma non si sarebbe mai voluta aspettare. 

Accarezzò il tessuto di quel semplice ma importante vestito. Lo avrebbe indossato per la seconda volta. Si era sempre rifiutata di farlo perché ogni qual volta che lo vedeva, tutti i suoi ricordi riaffioravano. 

In quel momento però era diverso. Indossando il vestito non poté che complimentarsi per l'ottima scelta, soddisfatta del fatto che ancora a distanza di anni le stava perfettamente. Poco dopo, si ritenne pronta per affrontare questa serata. La sua immagine allo specchio era autorevole ed elegante rispetto a pochi mesi prima in cui di certo non poteva definirsi tale.

Sorrise e uscì, guidando verso la posizione che Riccardo Esposito le aveva mandato. Era in trepidazione: Le mani che tremavano, il cuore che batteva a mille e i piedi che non volevano stare fermi. Osservò l'imponente struttura appena arrivò e non poté che sussurrare versi di stupore. 

 

Riccardo stava osservando pazientemente l'orologio, in attesa che la sua accompagnatrice arrivasse in tempo. I suoi colleghi lo stavano trattenendo fin troppo, provocando in lui una noia insopportabile.

"Prof.Esposito, I heard that you intend to publish one of the many researches concerning the locomotor system, is that correct?"

Il noto professore inglese della rinomata università di Oxford, Charles beack, era di fronte a lui. Egli era un ricercatore celebre a livello nazionale per aver pubblicato numerosi libri riguardarti alcuni casi di pazienti che per anni erano stati soggetti di studio per molti medici. Per Riccardo era un'onore trovarsi di fronte a lui, la stima che provava verso Charles era indescrivibile. 

"Yes, it is.  I decided to devote myself to research without neglecting my patients".

Affermò,  sfruttando il suo inglese quasi da madrelingua, ed in quel momento la vide. Gemma aveva attirato tutti verso di lei, il suo vestito rosso non passava certamente inosservato ma era soprattutto la giovane a catturare l'attenzione senza alcuno sforzo.

A Riccardo iniziò a mancare il respiro. 

"Sorry, i have to go"

Congendò il suo collega per proteggere Gemma da quegli occhi così indiscreti. Camminò verso di lei con passo svelto, nonostante le gambe stessero tremando come mai prima d'allora. Non aveva la più pallida idea di cosa gli stesse succedendo.

"Buonasera" fu poco più di un sussurro. 

La giovane studentessa, la quale non si era ancora accorta della sua presenza, aveva in mano un calice di spumante che le era stato generosamente offerto dai camerieri che gironzolavano nella sala. 

"Buonasera" gli sussurrò di rimando. scrutò la figura di Riccardo e la reazione non fu diversa da quello di quest'ultimo: Egli indossava un completo blu scuro elegante e perfettamente adatto per il suo corpo.

"Stasera sei...perfetta" 

le disse, con un tono di voce che si manteneva sempre basso. La guardò negli occhi e pensò che in quel momento, per i pochi centimetri che li separavano, avrebbe voluto baciarla e farla sua. Ma non poteva.

"Anche tu non sei male" 

Rispose, sorridendogli. Ad interromperli fu una donna che si soffermò soprattutto su Gemma, guardandola intensamente. 

"Riccardo! C'è qualcosa che non so?" Chiese quest'ultima, facendo un sorriso falso. Gemma la guardò dall'alto verso il basso: Aveva gli occhi verdi, i capelli biondi cenere alle spalle e un fisico slanciato. Era una bellissima donna ma la sua gelosia verso Gemma era percepibile.

Riccardo si irrigidì.  "Niente che ti riguardi, Daniela. Andiamo Gemma". Egli mise una mano dietro la schiena di Gemma, tanto che lei sussultò non aspettandosi quel contatto improvviso, sotto gli occhi di numerose persone. 

"Chi era?" Chiese lei. Si girò un'ultima volta per guardarla, notando che anche lei lo stava facendo con non poco interesse.

"Una collega insistente, non preoccuparti" 

Tagliò corto lui. Gemma non si convinse, sospettava che lui le stesse mentendo ma non ne comprendeva il motivo. D'un tratto era diventato freddo. I suoi muscoli si erano contratti ed era fin troppo silenzioso.

"Scusami, vado in bagno" 

Gemma si sciolse da quel contatto che, seppur piacevole, era contraddittorio. Cos'era successo? Perché aveva reagito in quel modo? Ma soprattutto, la domanda più legittima che Gemma doveva porsi era: Chi era veramente quella donna?.

 

Angolo Autrice

Per prima cosa vorrei fare a tutti voi gli auguri di un buon e sereno Anno, sperando che questo sia migliore di quelli precedenti. 

Riguardo al capitolo, che mi auguro vi sia piaciuto, penso che sia un capitolo importante perché compare per la prima volta Daniela, citata nei primi capitoli. Ma oltre ciò, non posso svelarvi niente di più. Alla prossima!😘

   
 
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