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Autore: crazyfred    07/01/2022    4 recensioni
Ritroviamo Alex e Maya dove li avevamo lasciati, all'inizio della loro avventura come coppia, impegnati a rispettare il loro piano di scoprirsi e lavorare giorno dopo giorno a far funzionare la loro storia. Ma una storia d'amore deve fare spesso i conti con la realtà e con le persone che ci ruotano attorno.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Sotto il cielo di Roma'
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Capitolo 2
 
 
Claudia accolse Alessandro in casa, sorpresa.
“E tu che ci fai qui?” 
Generalmente quando i ragazzi tornavano a casa da lei dopo il weekend lasciava ad Edoardo l’incombenza di occuparsi della sorella e dei borsoni.
“Ho bisogno di parlare con mio figlio con calma” le disse, distaccato, entrando.
“Che è successo?”
L’uomo la guardò accigliato, infastidito da quella sua capacità non solo di far finta di nulla, ma anche di fingersi apprensiva. Era come se, di punto in bianco, quel lato premuroso ed apprensivo di lei si fosse trasformato in un difetto, in una mera recita.
“Tu ringrazia solo che non siamo soli e ho una buona capacità di autocontrollo” si limitò a risponderle, seguendo suo figlio al piano di sopra.
Prima a casa dei suoi, poi in auto con la bambina, non c’era stato un secondo di privacy per affrontare l’argomento Maya con suo figlio come avrebbe meritato, con calma e tatto. Edoardo non era stupido, nonostante i cugini lo prendessero in giro in continuazione, aveva compreso la situazione disastrata della sua famiglia prima ancora che i suoi genitori gli dicessero una sola parola. Quel bel discorsetto preparato, fatto a quattr’occhi alla vigilia dell’Epifania era stato per lui una conferma pressoché inutile.
Quando il padre chiuse la porta della sua stanza e accese la radio a tutto volume, facendo scegliere a lui tra la musica più rumorosa che avesse (per quanto ne sapeva Alessandro, Claudia avrebbe potuto mettersi dietro alla porta ad origliare, ormai si aspettava di tutto da lei), sbuffò, seccato dell’ennesima sceneggiata da padre modello che empatizzava con il figlio depresso. Lui non era depresso, si diceva, era solo stufo di quella situazione, dei weekend alternati e di quel finto equilibrio tra i suoi genitori che nascondeva guerra e cattiveria.
“Con Giulia voglio aspettare ancora un po’” esordì il padre sedendosi sul suo letto; Edoardo invece stava sulla sedia girevole della scrivania, ondeggiando distrattamente mentre giocava con il cubo di Rubic preso meccanicamente da una mensola della libreria “ma tu sei grande”
“Senti pà, io direi che è un po’ tardi per recitare la parte del padre attento” sbottò.
“Non è come dici tu” o come più probabilmente lo imbeccava sua madre “io faccio l’impossibile per essere presente …”
“Sì certo, come no…fino a che non hai una call da New York o questo o quell’evento esclusivo a cui non puoi mancare. È sempre stato così ma ora improvvisamente ti è venuta tutta questa voglia di fare l’amicone …coscienza sporca?”
Alessandro aveva già ammesso di non essere stato un padre particolarmente presente, ma nessuno, tanto meno Edoardo, avrebbe dovuto mettere in discussione l’amore che provava per i suoi figli. Se fosse servito, ci avrebbe lavorato fino alla fine dei suoi giorni per dimostrarlo.
“Lasciami parlare, per favore. Devo spiegarti quello che è successo oggi”
“Ma che vuoi spiegare, pà? Zia Anna t’ha beccato con l’amante e adesso ti rode il culo”
“Moderiamo il linguaggio, intanto” lo riprese Alessandro “e non è la mia amante”
“Come vuoi chiamarla … fidanzatina? Eh papà? C’hai pure tu 15 anni?”
Aveva detto a Valerio e Daniele che secondo lui il padre s’era rincretinito da quando aveva lasciato casa, che ora se ne andava pure in giro a scopare come un puttaniere qualsiasi, ma i suoi cugini erano stati categorici: tu almeno ce l’hai un padre, gli avevano detto, strozzandogli in gola ogni tentativo di protesta. Non che mancasse loro quello che non avevano mai avuto o conosciuto, ma zio Alex era uno apposto, di quelli che ti stanno a sentire se c’è un problema e che una soluzione la trovano sempre, ci fosse voluto anche un anno. Ecco, uno così, come padre, a loro non sarebbe dispiaciuto; certo, lavorava, ma lo stesso faceva la loro madre, se avessero voluto un pensionato c’era già nonno Cesare.
“No. È una persona con cui sto uscendo, per il momento non c’è bisogno che tu sappia altro di lei, né tantomeno che tu la conosca. Che tu ci creda o no avrei voluto davvero dirtelo io prima che tu potessi venire a saperlo da qualcun altro, ma senza fretta, se e quando le cose fossero state più stabili … per tutti”
La cosa che più lo aveva mandato in bestia era aver perso il controllo di una cosa così importante per lui. Era sicuro di quello che provava per Maya ed era determinato a farla funzionare, ma quei dubbi che Maya gli aveva presentato, per quanto lui li rifuggisse, erano legittimi e insieme li dovevano combattere ogni giorno. Rendere i figli partecipi di quella battaglia era l’ultima cosa che voleva per dei ragazzini che avevano a malapena superato la separazione dei genitori.
“Hai lasciato mamma per lei?” gli domandò il ragazzo a bruciapelo.
“Assolutamente no. Quello che è successo tra me e mamma è stata una cosa improvvisa ma inevitabile, Maya non c’entra niente”
“Dopo 20 anni ci hai messo 2 mesi per sostituirla però”
“La questione non è così riduttiva”
“E com’è? Avevi promesso di parlare da adulti”
Sì, glielo aveva promesso settimane prima: era l’unico modo per conquistare la sua fiducia. Ora però Alessandro si rendeva conto di quanto fosse difficile: avrebbe volentieri ridotto tutto ad un quando sarai più grande capirai, però Edoardo ormai era grande abbastanza da capire. Ma cosa dirgli? Che aveva smesso di amare sua madre ben prima dell’estate precedente, quando lei li aveva mollati in piene vacanze? Oppure che Maya gli era stato vicino nei giorni in cui era rimasto solo?
“Le relazioni sentimentali sono complicate, Edo, non esistono regole o tempi prestabiliti. Magari presto lo scoprirai anche tu”
Più onestamente di così, sinceramente, non sapeva come dirglielo. Non aggiunse altro: gli fece promettere, un po’ controvoglia, di pensarci su e, soprattutto di pensare con la sua testa, senza farsi influenzare da nessuno; sapeva bene quanto Claudia fosse legata al loro primogenito e quanta confidenza avesse con lui: volendo, lo avrebbe convinto di qualunque cosa.
 
A sera, dopo il lavoro, Alex e Maya avevano preso l’abitudine di salire sul terrazzo a bere un drink e mangiare qualche salatino, godendo delle giornate che si allungavano e delle temperature che diventavano di giorno in giorno più gradevoli.
“Non ho avuto ancora modo di dirti quanto mi piace come hai sistemato casa”
“Beh, a tua discolpa non è che abbiamo avuto molte occasioni per fare conversazione vera e propria da quando la sera vieni a stare qui” ammise Maya, ammiccante, porgendogli un bicchiere di prosecco “comunque grazie, sono contenta che ti piaccia”.
Ad Alex bastava aprire leggermente un braccio per farla finire contro il suo petto, quasi spalmata. Quel cantuccio caldo ed accogliente, dove poteva sentirgli la giugulare pulsare e il suo profumo circondarla, era diventato il suo posto preferito. La sua fronte schiacciata sulla guancia dell’uomo, la mano sul suo torace e sarebbe rimasta così, immobile, per ore, i loro respiri placidi che ormai andavano all’unisono.
“Possiamo fare un giro tra i mercatini dell’usato se ti va” le disse, ancora sghignazzando all’insinuazione della giovane “sono sicuro che qualche pezzo vintage non ci starebbe male. Un giradischi, qualche lampada …”
“Magari anche qualcosa per qui sopra. 
Conosco un tizio che fa mobili riciclando dei bancali, ci starebbero benissimo qui”
Maya aveva grandi progetti per quel terrazzo. Non appena la bella stagione glielo avesse concesso, lo avrebbe trasformato in un salottino con tanto di zona bar e lampadine in stile bohème. Fino a quel momento si erano dovuti accontentare di un vecchio tavolino da picnic e di due sdraio che aveva trovato nello scantinato. 
Alex la ascoltava estasiato: era innamorata di quel posto e glielo leggeva negli occhi. Parlava come se fosse determinata a restarci a lungo, come se quella casa fosse sua al 100% e questo lo rendeva felice perché condivideva finalmente con qualcuno l’amore, che molti definivano irrazionale, per quella casa e quel quartiere. Ma questo gli fece pensare che era ora che Maya sapesse delle ultime novità di casa Bonelli.
Si fece serio all’improvviso. Maya, notando il suo irrigidimento, gli domandò cosa non andasse.
"Cosa?!" domandò incredula ed esterrefatta, quando Alessandro confessò che la sua famiglia aveva scoperto di loro grazie a sua sorella. 
"Ti giuro, quando l'ha fatto non ci potevo credere. Pensavo di aver superato da un pezzo la fase delle ripicche adolescenziali. Mamma Alex fuma!" quell'ultima frase, detta con voce nasale ed in falsetto fece ridere Maya, spazzando via l'apprensione del momento.
Non conosceva Anna, ma lui le aveva accennato qualcosa di lei: un racconto che la ritraeva sola, insoddisfatta ed invidiosa, non proprio la più affabile delle donne. A quel punto, sperava di poter rimandare quell’incontro sublime il più possibile.
"E i tuoi?" domandò.
"Mia madre ha detto che ormai ho una certa età e non può dirmi cosa devo fare, che se non ho imparato finora a campare di certo non può insegnarmelo più lei. Ma non ha pianto, il che è decisamente un miglioramento… mio padre invece si è fatto risentire per alcune cose dette da Anna, ma su di noi non ha detto una parola” chiarì “Ad un certo punto è entrata Giulia nella stanza e se l'è portato via. Poi non ne abbiamo più parlato”
L’arrivo della piccola, secondo Alessandro, era stato provvidenziale: senza Giulia, probabilmente, sarebbero volate parole ben più pesanti e non solo quelle.
Maya stava ad osservarlo, per provare a capire come si sentisse. Aveva messo via il bicchiere mezzo vuoto sul cornicione del terrazzo e osservava l’orizzonte: probabilmente non c’era nulla che attirasse davvero la sua attenzione, era solo un modo per tentare di chiuderla lì. Indubbiamente era deluso da come erano andate le cose, ma la colpa non era di nessuno, se non forse di sua sorella che avrebbe potuto parlarne con lui in privato prima di sbattere in piazza i suoi fatti. Ma evidentemente era sua precisa intenzione far scoppiare quella bomba.
“Non è giusto che tu debba litigare con la tua famiglia per colpa mia però” esclamò Maya, ed Alex la vide andare a sedere ad una delle sdraio mestamente.
“Non li voglio sentire questi discorsi!” Alex la seguì, inginocchiandosi davanti a lei; Maya aveva lo sguardo perso nel vuoto, rabbuiato, e così, poggiando le mani sulle sue gambe, l’uomo provò a scuoterla leggermente “hai capito? Tu fai parte della mia vita che a loro piaccia o meno e se ti offendono io non ci metto niente a mettermi contro di loro”
“Anna mi ha offesa?” domandò, dopo aver mandato giù un lungo sorso di vino.
"Non ci pensare" le disse Alessandro, sistemandole i capelli dietro l'orecchio e posandole un bacio sul collo “l'ho rimessa subito al suo posto, stai tranquilla”
Era sicuro che per un po’ sarebbe stata al suo posto a leccarsi le ferite e lo stesso avrebbe fatto anche Claudia, dopo la conversazione che aveva avuto con Edoardo.
“E adesso che succede?”
“In che senso?”
“Dobbiamo uscire allo scoperto?”
In realtà non si poteva dire che stessero vivendo una relazione clandestina. Al di fuori della redazione, vivevano la loro vita in maniera del tutto normale e naturale, andando in giro, passeggiando, non tirandosi indietro quando si trattava di dimostrare affetto o attenzioni in pubblico: del resto, era stato proprio per quello che Anna li aveva visti. Semplicemente Maya non sentiva il bisogno di coinvolgere gente in quella cosa che era appena nata tra loro.
“No, se non vuoi” la tranquillizzò l’uomo, capendo cosa intendesse “non abbiamo bisogno di mettere manifesti. Se capita ok, ma è un altro paio di maniche”
Maya annuì, posandogli un bacio sulla guancia, grata. Ma ad Alex quel bacio sulla guancia non poteva bastare; poggiò il calice, che la ragazza teneva ancora tra le mani, sul tavolino da pic-nic e la fece alzare; quando finalmente le fu di fronte accolse il suo viso tra le mani e iniziò a venerare come si deve le sue labbra. Il sorriso che percepiva aprirsi sulla bocca di Maya tra un bacio e l’altro, il calore della sua pelle e il sapore zuccherino del suo rossetto erano il perfetto antidoto ad ogni malumore.
“Ad una persona però voglio dirlo” chiarì Maya, staccandosi da quel bacio a malincuore “a mia sorella non posso nasconderlo”
Lavinia aveva scherzato spesso con Maya e Olivia a proposito di Alex, ma questo non le impediva di essere scettica e preoccupata dalla relazione che si profilava per sua sorella con un uomo separato e con figli. Nasconderle Alex avrebbe significato darle ragione.
“È un problema?”
“Assolutamente no … è tua sorella, non stiamo parlando di un passante a caso per strada”
Anche lui avrebbe voluto poterne parlare a sua sorella con tranquillità, come avrebbe fatto Maya, magari seduti davanti ad un aperitivo, senza rinfacciarsi storie risalenti a venti anni prima.


 

Ciao a tutti e ben ritrovati dopo la pausa natalizia! Spero abbiate passato buone vacanze e che la situazione Covid non sia brutta da voi!
In questo capitolo, Alex affronta le conseguenze della lite con sua sorella con suo figlio Edoardo, che ha capito ovviamente quello a cui la zia alludeva. Purtroppo la situazione tra padre e figlio è sempre scricchiolante e il fatto che abbia alle spalle una madre che lo imbecca - come nei peggiori divorzi - non aiuta.
Poi passiamo ai piccioncini che devono affrontare la questione cercando di bilanciare la loro voglia di privacy con la vita pubblica. Riusciranno nel loro intento? Tanto per cominciare, ci saranno a breve le prime presentazioni ufficiali...in bocca a lupo a loro ahahah!!!
A presto, la vostra
Fred ^_^
   
 
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