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Autore: Herit    07/01/2022    1 recensioni
Molto tempo fa, in un tempo di cui nessuno ha più memoria, venne predetta la fine degli dei e con essa del grande impero di Qunall.
Sei sconosciuti verranno coinvolti loro malgrado in trame contorte e segreti aberranti, storie del passato e visioni del futuro, scoprendo il vero prezzo della libertà.
"Con la morte della Dea Madre chi credete sarà libero? Gli dei o i mortali?"
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Tematiche delicate, Triangolo
Capitoli:
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Non amo le sorprese.
E sentir dire: “ho parlato con il mio Dio. Dice che non è il caso che conosciamo il significato di quel cerchio. E che serve per mantenere in vita i morti” di prima mattina, è decisamente una pessima sorpresa. Un pessimo modo per cominciare la giornata. Ed un pessimo presagio. 
E pensare che ci siamo svegliate di buon ora al suono festante della musica! Per un istante ho pensato che la giornata sarebbe stata idilliaca. Liah avrebbe trovato una donna con cui passare la notte. Io mi sarei rintanata in qualche angolo della locanda a bere – o forse no, avrei cercato compagnia anche io. O meglio, Rein l'avrebbe cercata. E tutti saremmo stati piuttosto felici. 
Un attimo di felicità in questa vita sempre in movimento. 
Invece, quando scendiamo per la colazione, troviamo Ayra che fissa il vuoto con la stessa espressione di chi ha visto un fantasma. A quanto pare il suo Dio le ha concesso udienza durante la notte e quanto riporto qui è il sunto di quanto le ha rivelato. Ammesso che le abbia detto anche altro (cosa che, resti tra noi, dubito fortemente). Non trovo di per sé strano il voler riportare in vita i morti, specie se sono persone a noi care. La sofferenza ci rende stupidi almeno quanto l'amore. Ma mi chiedo cosa se ne faccia quel mago umano di un tale potere. Dovrebbe essere dato solo agli Dei decidere quando e come prendere la nostra anima. Costringere qualcuno su questo piano significherebbe andare contro al Loro volere. E minare l'equilibrio stesso di questo mondo. Tuttavia, non riesco a condannare del tutto un atto esecrabile quale il voler riportare indietro qualcuno. 
So che dovrei... 
So che dovrei, ma la musica della festa è così coinvolgente che in un battito d'occhio siamo nella strada principale, già dimentichi di questi cupi pensieri. Alle porte della fiera veniamo accolti da un giullare che ci lascia la locandina dell'evento (*la locandina è ordinatamente riposta tra le pagine*). Lotta. Danze. Giochi. Ho voglia di giocare – e magari vincere! – un po'. E' da tempo che non mi diverto come si deve, ne sento davvero il bisogno ed a quanto pare non sono l'unica. 

Il nostro gruppo si divide proprio davanti alla statua di Dweyne, il conquistatore, colui che ha unificato tutte queste terre. Quando Grunt sente parlare di “Spaccaossa” la sua enorme figura scompare tra la folla, in lontananza, ad una velocità che non ci si aspetterebbe. E Lucien gli va dietro. (Ho la sensazione che dovrò curare qualche ferita più tardi). 
Liah, Ayra e Poppy si allontanano alla fantomatica ricerca di balli di gruppo ed informazioni sul nostro mago psicopatico di fiducia. Sicuro come la luce del sole che Liah tornerà a casa con una donna e poi mi racconterà della sua ennesima avventura. Potrei scriverci un libro sulle sue conquiste amorose e ci farei una fortuna! “Cinquanta sfumature di Goliath”. Oppure “Scuola di seduzione da Liah”. Sono certa che andrebbe a ruba!
Goldenhorn ed io, invece, ci dirigiamo verso i giochi. Credo di aver trovato pane per i miei denti: anche lui sembra piuttosto interessato a truffe e raggiri, ed il danaro sonante è sicuramente un argomento in comune. Sebbene ciò che ci muove sia chiaramente differente. 
Le fiere sono di certo il luogo migliore dove trovare informazioni e genti di tutti i generi. Ma i peggiori avventori sono quelli che gestiscono i banchi dei giochi. Truffare un bambino ed il suo ignaro genitore è facile. Facilissimo. Ed è una cosa che non ho mai amato. Anche quando mi dilettavo in piccole truffe a mia volta non ho mai toccato chi aveva meno di me. I ricchi hanno tanto da dare, la gente comune no. Per questo non sopporto quel genere di gentaglia. Ed eccone qui uno uscito dal peggior tombino di Chaael. Un tiefling che deruba dei bambini! Ho già detto quanto io sia devota all'equilibrio? Bene, perché ho tutta l'intenzione di riportarlo anche qui. Prendere le sembianze di Poppy non mi è difficile. Ci ho passato assieme abbastanza tempo da aver raccolto buona parte della sua immagine, e tanto mi basta per portare a compimento il mio piano. Non prendo però in considerazione il fatto che io... non conosco la lingua dei tiefling. E quando mi rivolgo al giostraio la mia copertura decade miseramente. 
Goldenhorn si rivela un aiuto più che valido in questo frangente di panico. Se ci fosse stato un altro qualunque degli altri membri del gruppo sono certa sarebbe andato tutto in malora! Ma gli Dei operano in modi misteriosi. So benissimo di avere un certo fascino dalla mia. Ed ho visto diverse volte Liah all'opera. Ma non credo di aver mai visto qualcuno cadere in quel modo a delle lusinghe. Poco male. Certo, le quattro monete d'oro che il tiefling ha offerto come spintarella al giostraio hanno sicuramente giocato a suo favore, ma tanto di cappello al nostro amico pirata. Gold si porta via il proprietario del banco ed io ne ho approfittato per ripagarlo con la sua stessa moneta: una cassa di legno ben chiusa e qualche pupazzo di pezza sono un ottimo compenso per la fatica (e la figuraccia!). Ho dato alcuni dei pupazzetti ai bambini truffati e riprese le fattezze di Theris mi sono diretta all'arena. 

Più mi avvicino all'arena e più ho la sensazione che Grunt abbia dato spettacolo ed ad avvalorare questa mia ipotesi c'è un tizio enorme, un goliath sembra, steso sulla barella dei cerusici. 
Sai, caro diario, per qualche istante ho anche pensato di curarlo, ma poi ho riflettuto: se l'è cercata. Quindi ho deciso di lasciare ai medici il compito di rimetterlo in sesto, dedicandomi piuttosto all'apertura del mio – spero – prezioso scrigno. 
Se c'è una cosa che ho scoperto quest'oggi è che Lucien se ne intende di serrature almeno quanto io me ne intendo di erbe. E che a quanto pare ha un senso della giustizia particolare, ma sicuramente più spiccato del mio. D'altronde tutti abbiamo visto come funziona la giustizia nell'impero e possiamo concordare con il fatto che non sia poi tanto giusta. Fatto sta che il mezzelfo riesce ad aprire la cassetta come si apre la porta della propria abitazione, ed io riesco ad arraffare qualche manciata di monete di rame (saranno sempre meglio di niente per il circolo. Tutte assieme sono l'equivalente di tre monete d'argento!) e soprattutto un sacchettino di cuoio con delle erbe all'interno  - quelle di cui ti ho accennato poco fa. Sono certa che potranno tornarmi utili!
Il resto del gruppo ci raggiunge mentre stiamo finendo di contare le monete: le ragazze hanno l'aria felice di chi ha speso soldi in frivolezze (le frivolezze fanno bene al cuore, una volta ogni tanto!), mentre Goldenhorn ha la faccia del gatto che ha appena finito di giocare con il topo. E poi se l'è mangiato. E posso immaginare come! 
(*Cancellatura: da oggi lo chiamerò Horny*) 
(Nota bene: l'ho anche preso da parte chiedendogli di non spifferare in giro cosa sono, prima mi sono comportata in modo avventato).
Ciò che accade dopo è la naturale conseguenza del ritrovarsi nel mezzo di una banda di sbandati che non sa ancora bene cosa fare della propria esistenza. Letteralmente. 
E' sorprendente, caro Diario, come gente che vive il mondo in maniera tanto diversa venga radunata dal fato nello stesso luogo. E come questo mantenga il mondo in un precario equilibrio. 
Poppy è partita dalla sua casa natale senza uno scopo preciso e senza una meta. 
Ayra è partita dall'orfanotrofio in cui è cresciuta e nel quale si prendeva cura dei bambini perché così le è stato detto di fare dal suo Dio. 
Horn chiaramente mente sul perché non abbia una ciurma (in realtà un membro l'ha 'equipaggiato' giusto oggi). Ho anche seri dubbi che sia davvero il capitano di una qualsivoglia nave.
Grunt è cresciuto come una bestia, addestrato come macchina da guerra, in gabbia. 
E Lucien... Lucien davanti alla statua di Dweyne ha la faccia di chi sta affrontando i fantasmi del proprio passato. E devono essere fantasmi piuttosto ingombranti! 
Ciò che accomuna ognuno di noi tuttavia è una chiara avversione nei confronti dell'Impero. E l'impietoso spettacolo cui assistiamo in piazza lascia un sottofondo amaro nelle nostre menti. Non mi serve avere alcun potere particolare per capire che l'atmosfera cambia quando sentiamo il suono dei tamburi. L'esercito imperiale ci sfila davanti, portando tra tamburieri in parata e passo di marcia, una schiera di orchi. Alti, imponenti, e fieri nelle loro teste tenute ritte come se in realtà non avessero subito alcuna sconfitta. Ammetto, caro diario, di aver sentito un certo fremito lungo la spina dorsale. Molti inneggiano a Dweyne come colui che ha unito i due mondi. Un sacro conquistatore che dovrebbe aver portato pace. Ma a quale costo? Le vite di quegli orchi. Le vite degli umani. Dei Goliath, della mia stessa stirpe... 
Dove finisce il desiderio di pace, quello di lottare per essa, e dove inizia il semplice desiderio di conquista per il proprio autocompiacimento? Per portare morte, massacro e distruzione? 
Quegli orchi alti, imponenti e fieri nei loro tatuaggi rossi così simili a scarnificazioni (non riesco a riconoscere a quali divinità appartengano, ma qualcuno tra la folla mormora che “dicono di chiamarsi figli di Shara”), verranno usati come monito nei confronti degli altri appartenenti alla loro razza. Probabilmente li useranno come bestie per intrattenersi e poi, quando non saranno più di alcuna utilità, i loro corpi verranno esposti sul campo di battaglia. Impalati senza alcuna dignità. 
E per cosa? 
Per aver difeso le loro terre, la loro libertà. 
Lo sentiamo tutti il peso di quella visione, di quella consapevolezza, e mi rendo conto che tutti noi – tranne Liah – serbiamo la nostra parte di rancore nei confronti dei “conquistatori” di questo mondo. 

Il nostro gruppo si scioglie verso l'ora di pranzo. Lo stomaco di Grunt si fa sentire irrompendo tra le nostre chiacchiere e supposizioni. A quanto pare ha vinto un pasto gratis da condividere con noi, quindi perché non andare? Un pasto gratuito ci risolleverà sicuramente il morale! 
Peccato che il luogo in cui avremmo dovuto consumare detto pasto, “Il Gabbiano Dorato”, si presenta come una bettola a zero stelle. Niente di più ovvio. Ma ormai il danno è fatto! 
Bravi Lucien ed Ayra che sono tornati da Bianca, almeno non moriranno di fame! 
Ci accorgiamo subito che qualcosa non va in quel pisciatoio privo di finestre sulla facciata e con un nano alla porta, pronto a buttar fuori chiunque non si presenti come ospite gradito. Non che occorra essere particolarmente ferrati in materia di bettole per comprendere che qualcosa non va, ma quando dal nulla donne in abiti succinti e con l'aria di chi vorrebbe stare dentro una tomba piuttosto che a servire dei tavoli cominciano a portare diversi boccali per ciascuno di noi, la truffa diviene piuttosto evidente. Senza parlare della cameriera che ci sconsiglia di mangiare la carne. 
Chi negherebbe ad un orco affamato della carne?! 
Poppy e Liah appaiono piuttosto prese dalla situazione, mentre io ho la netta sensazione che faremmo meglio a tenerci strette le saccocce con le monete d'oro, qualunque prezioso e pure i mutandoni. 
Devo ammettere però che l'idea di Liah di usare Grunt come diversivo non è male. Se non altro perché ci concede una delle scene più spassose cui avremmo potuto assistere. Non ho bene inteso da cosa sia scaturito quel piano, ma sia lei che Poppy iniziano ad additare un povero elfo ubriaco come un temibile avversario per il nostro orco. Ti assicuro Diario, che anche se a Grunt girasse bene, gli  basterebbe dargli un colpo sulla schiena per fargli sputare cuore, fegato e polmoni in una volta sola. 
Fortunatamente l'unica cosa in cui si prodiga il nostro amico orco è una sequela di parole non meglio comprensibili, un fragoroso scoppio di risate durante il quale l'elfo cerca di capire che “rivincita” non ha lo stesso significato di “vincere di nuovo qualcosa” ed in fine lo sfasciamento di una sedia ad opera di un suo fortuito “inciampo” sulla zampa posteriore di questa. 
Però, beh, il suo diversivo in realtà distrae più noi, che i proprietari della locanda e le cameriere. Tanto che quando torniamo a prestare attenzione al pian terreno, beh: il tiefling che Horn ha sedotto ed io derubato, si presenta alla porta con un diavolo per capello (si più dire per una creatura infernale?) armato di alabarda e sguardo tagliente. Ahi. 
Non so con quale fortuna Goldenhorn esce indenne da questo nuovo incontro. Ma accade. E non solo, il tiefling si addormenta a peso morto sulla sua stessa alabarda dopo averla conficcata ad un soffio dal Horn. Ho la sensazione che il nostro amico capitano conosca qualche trucchetto interessante! 
Veniamo a scoprire solo dopo, una volta che ci riuniamo con Lucien e con Ayra, che è stato proprio il mezzelfo ad informare il tiefling della posizione del bucaniere. A quanto pare Horn deve aver fatto qualche grosso torto a Lucien per farlo arrabbiare tanto. E sinceramente? Non voglio sapere quale! 

Vorrei dirti, caro Diario, che la nostra giornata è finita così. 
Che siamo andati a vedere bancarelle e che ci siamo scolati fiumi di alcol. 
Non al “Gabbiano dorato”. Lì è meglio che non ci metta più piede visto che ho incendiato alcuni dei boccali di birra che ci hanno così gentilmente offerto. 
E ti giuro, se quella è birra, io sono uno dei Goliath primigeni! 
E invece... invece no! 
Niente bevute. Niente follie. Niente leccornie da mangiare. 
Solo l'ennesimo guaio in cui – per una volta – non sono stata io a cacciarci. 


Il pensiero che quella birra non sia veramente birra tormenta così tanto Liah e Poppy che decidono di indagare sulla questione. Ed Ayra le appoggia. Ma peggio ancora, la mia “amica” (mi deve una pinta di birra!) mi fa quasi scoprire!
Lo sai, caro Diario, che io sono per il non truffare i più poveri, ma andare in una taverna e pensare di non essere ingannati in qualche modo (30 monete una camera!) è proprio da ingenuotti di campagna!
Di nuovo preda degli eventi mi dileguo. Mi occorre del tempo, non tanto per cambiare il mio aspetto, quanto per raccattare degli abiti adatti in giro. Sguscio per vari vicoli, prima di trovare della biancheria appesa ad asciugare. Abiti da donna un poco più grandi rispetto alla mia taglia, perfetti per interpretare Erika. Mia madre. 
Quando ritorno al mio gruppo, loro sono sul retro del locale, incastrati alla fine di un vicolo stretto come un budello, tutti uniti a confabulare e decidere una strategia. Devo ammettere che vedere Poppy e Gold assumere sembianze diverse (una quelle della cameriera morta dentro della locanda, e l'altro quelle di Lucien) dalle loro, un po' come posso fare io, mi rincuora (lo so, sono ripetitiva). Elaboriamo di tutta fretta una strategia: i due Lucien entreranno da una casa che dà proprio sul pergolato del secondo della locanda. Io, Poppy ed Ayra andremo ad indagare all'interno del capanno. Liah distrarrà la cameriera. E Grunt ci avvertirà in caso di pericolo. 
Non ti nego, caro diario, di aver avuto una brutta sensazione a riguardo sin da principio, ma era l'unica cosa che avremmo potuto fargli fare. Meglio essere sicuri che meni le mani al momento opportuno, che farci cogliere impreparati da una possibile aggressione, no? 
   
 
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