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Autore: Shannara_810    21/05/2005    7 recensioni
La verità dietro il cuore di ghiaccio di Draco Malfoy.(Nuova versione. è iniziata la revisione di questa fic. alcuni cap saranno semplicemente ritoccati ad altri aggiunte nuove sezioni e tante altre emozioni. Via via che modoficherò i cap li indicherò accanto al loro titolo. Date uno sguardo alle modifiche e buona lettura)
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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The Truth Behind His Frozen Hearth

The Truth Behind His Frozen Hearth

Parte I: Il segreto di Draco

Capitolo 14: I Want To Be Your Friend

"Avevo già visto il gramo dei Black sulla sua spalla, ma Draco, o almeno il Draco che ho incontrato nel futuro, me lo ha confermato. Lui è il figlio di Sirius...". Le parole, pronunciate con un tono quasi assente perso in un ricordo ancora vivido, gli morirono in gola e non riuscì ad aggiungere altro. Il suo sguardo cadde su Remus, il professore scioccato, gli occhi sbarrati sulle sue mani quasi vi potesse trovare le risposte che stavano cercando. Silente si limitò a sospirare anche se, Harry lo aveva capito, l'anziano preside doveva saperlo da molto. Eppure... perché aveva taciuto? Sirius non aveva avuto il diritto di conoscere suo figlio prima che... prima che...

"Draco Malfoy... il figlio del vecchio Felpato... sembra quasi un incubo...". Mooney si passò una mano tra i capelli rossicci ma la sua espressione di stupore non accennava a voler svanire. Quel ragazzo così arrogante era l'unica persona della quale non avrebbe mai sospettato anche se, doveva ammetterlo il suo modo di comportarsi non gli era del tutto sconosciuto. "Quella serpe..."

"No!". Harry era scattato in piedi, spinto da un impeto mai provato prima. "Lo so che può sembrarti impossibile Mooney, però Draco è un bravo ragazzo. Io l'ho visto, ho visto il bene che voleva ai suoi figli, l'amore che provava per Hermione, non erano tutte menzogne. So che le parole che mi ha detto gli venivano dal cuore perché l'ho sentito. Ho sentito il nostro legame". Aveva quasi urlato ad uno dei suoi migliori amici ma non gliene importava. Sapere ciò che Lucius aveva fatto al Serpeverde gli faceva andare il sangue alla testa. Non l'avrebbe mai più permesso.

"Ora calmati, Harry. Forse sarebbe meglio che tu cominciassi dall'inizio. Senza tralasciare niente". Con gentilezza, il vecchio Silente fece sedere nuovamente il ragazzo sulla rossa sedia del suo studio, sorridendo allo sguardo di scusa mista a imbarazzo che il Grifondoro aveva lanciato al suo vecchio amico.

Il giovane Potter trasse un respiro profondo e iniziò a raccontare. Parlò senza mai fermarsi, alle volta scattando in piedi, alle volte gesticolando mentre cercava di imitare qualche mossa che particolarmente lo avevano colpito, parlò per quasi un'ora intera, mentre i sue insegnanti lo ascoltavano rapito. Il suo ritorno a scuola, la pozione, l'incontro con i nuovi Malandrini, il Blob ed, infine, il suo colloquio con il Draco e l'Harry adulti. Di come era venuto a conoscenza dell' Incantesimo Dimenticato e del Potere della Luna. Pensandoci adesso, gli pareva davvero di aver vissuto in un sogno. Stremato si lasciò cadere sulla poltrona, il viso sudato, gli occhiali che lentamente gli scendevano lungo il naso, solleticandolo. Poteva capire lo scetticismo di Mooney, non poteva fargliene un torto. Aveva bisogno di una prova ma quale? Come un fulmine improvviso, la sua mente fu attraversata da una scossa. Una prova... lui l'aveva una prova... iniziò a frugarsi nella tasca nervosamente... ah sì, eccola.

"Prima di rimandarmi indietro, Draco mi ha dato questa. Mi ha detto che avrei capito da solo quando ne avesse avuto più bisogno". Porse quella sua piccola fotografia a Remus, che forse era anche più nervoso di lui. Silente, alle spalle del licantropo, si lasciò sfuggite una tenue risata, gli occhi azzurri che scintillavano di gioia e soddisfazione.

"Proprio una bella famiglia, non trova professor Lupin?". Posò una mano sulla spalla dell'ultimo malandrino che solo allora sembrò riprendersi da quello stato di trance. La sua risata si unì a quella del preside. "Perché tutto questo non mi stupisce, oramai? Malfoy ed Hermione. Sposati e con cinque figli...". Scosse la testa divertito mentre Harry sembrò arrossire di colpo.

"In realtà, sarebbero sette. Hermione era di nuovo... hai capito, no..."

"Oh". Gli occhi del professore di Difesa contro le Arto Oscure, si spalancarono  ancora di più.

"Certo che si sono dati da fare. Immagino i guai che quei ragazzi potranno combinare una volta arrivati ad Hogwarts. Con due genitori così".

"è quello che ho pensato anch'io. Quando poi ho scoperto che mia figlia Lily usciva con Ryan, Draco-Versione Grifondoro- Numero II, mi è quasi venuto un colpo! E, comunque, non è più Malfoy." Occhi di cielo e occhi d'ambra erano fissi su di lui. "Ha adottato il suo vero cognome: Black e pareva andarne anche molto fiero". Harry si grattò distrattamente la testa. Insomma, era vero che stava rivalutando il Serpeverde  ma avere un furetto in famiglia era ancora difficile ma digerire.

"Da fratelli a con-suoceri, è un bel passo avanti non trovi?". Lupin aveva cercato di ridere ma il sapere che il figlio di Sirius aveva deciso di adottare il cognome del suo vero padre poneva il ragazzo in una nuova luce.

"Non è divertente, Remus! Mini-ferret ha lo stesso carattere di suo padre, la stessa capacità di darmi sui nervi in meno di cinque secondi". Il Ragazzo Sopravvissuto sembrava seccato ma la sua espressione si addolcì ricordando le parole di suo figlio Sirius. "Però è stato vicino a mio figlio Sirius quando io sono stato così stupido da non accorgermi del male che gli facevo. Solo per questo gliene sarò eternamente grato". Si portò le ginocchia al petto, stringendole a sé come un bambino. "Per tutta la mia vita, sono stato solo. Lo so che ora ho voi, Ron, Hermione, la famiglia Weasley, ma il fatto di dover essere il prescelto che sconfiggerà Voldemort ha creato un baratro tra me e le persone che mi circondano. è come essere stato messo su un piedistallo dalla quale non riesco più a scendere. Incatenato dalla paura di poter fallire..."

"Harry". Prima che Mooney potesse aggiungere altro Harry si alzò in piedi, il suo viso illuminato. "Ora, però, c'è qualcuno come me, qualcuno con cui dividere questo peso che mi porto addosso. E non mi importa se Lucius Malfoy o anche Voldemort in persona, proveranno a fermarmi. Anche a costo di finire ad Azkaban, io proteggerò mio fratello. E nessuno potrà fermarmi!".

"Sono parole molto coraggiose le tue, Harry. E credimi, Draco avrà bisogno di tutto il tuo aiuto prima di quando tu non possa credere". L'anziano professore prese un foglio accartocciato dalla sua scrivania, un foglio che sembrava essere stato scritto molto in fretta.

"Alastor mi ha scritto qualche ora fa. Voldemort e i suoi seguaci hanno assaltato la prigione di Azkaban, facendo fuggire Malfoy. Il loro obiettivo ora è sicuramente il ragazzo".

"Ma perché?". Chiese Lupin.

Lo sguardo di Harry si sostava rapidamente da Mooney a Silente in una muta domanda. Cosa non gli stavano dicendo?

"Harry conosce la verità e sicuramente l'incantesimo che hanno usato su Mal..." Era ancora difficile non pensare a lui come ad un Malfoy. " Draco dovrebbe essersi spezzato oramai. Per nostra fortuna quando hanno cercato di rubare il Libro della Luna dal Ministero siamo riusciti ad impossessarcene, quindi non riesco proprio a capire quale sia il loro obiettivo".

"Cos'è il Libro della Luna?".

Fu Silente a rispondergli. "è un libro molto antico che risale all'epoca dei Saggi. Riporta per intero la profezia sui Warriors leggendari e sullo scontro finale contro le forze del Male che porterà al Raquiem, la fine del mondo fino ad oggi conosciuto. Quando ci siamo accorti che tutti i testi sulla quale era citata la Profezia del Raquiem stavano sparendo, sottratti da mani ignote, abbiamo tenuto sott'occhio il Ministero prevedendo un attacco. Ed è proprio quello che si è verificato". Il vecchio professore si tolse gli occhiali, stropicciandosi stancamente gli occhi. "Fin dai suoi anni come studente in questa scuola, Tom Riddle è sempre stato affascinato dalla leggenda sulla fine del mondo, la sua era quasi un'ossessione. è vero, Remus, Harry conosce la verità ma Draco? Tutto ciò che quel ragazzo sa è di non essere il figlio di Lucius e siamo davvero molto lontani dall'ottenere la sua fiducia più totale. A differenza del Light Warrior, per cui il Bene è una condizione propria della sua natura, per il Dark Warrior è diverso. Ci serve che usi la forza positiva delle Tenebre per spazzare Voldemort una volta per tutte ma il suo potere è insidioso e pericoloso: come una lama a doppio taglio. La paura di perdere le persone care è il primo passo verso il Lato Oscuro. Quel ragazzo si sente tradito e non vorrà mai appoggiarsi a qualcuno se non a se stesso. Nessuno dei due ragazzi è pronto per il bonding". Quei suoi occhi azzurro cielo sembravano contenere tutta la conoscenza del mondo. "Draco sta sviluppando le sue capacità senza accorgersene ma il suo obiettivo non è di certo fermare Voldemort".

Harry capì. Prima che potesse rendersene conto le parole gli uscirono dalle labbra in un sussurro. "Hermione. Sta usando il suo potere per proteggere Hermione".

Silente annuì. "Per il signor Malfoy, anzi potremmo anche dire per il signor Black, nulla è più importante della felicità della signorina Granger. E temo che non si fermerà davanti a niente pur di proteggere la persona che ama. Non conosciamo il maleficio che hanno usato per privarlo dell'anima e fino al momento nella quale saremo certi che sia stato sciolto la nostra priorità è difendere la sua vita."

Mai nella sua vita, il giovane Grifondoro si era sentito così esausto. Più raccoglievano  tasselli per quel complicato mosaico, più la meta sembrava lontana. "Allora, che si fa, professor Silente?"

"Aspettiamo, Harry, aspettiamo". Fanny si poggiò sulla spalla del vecchio preside, intonando una dolce melodia per rinfrancare i cuori di tutti. "Il viaggio che vi porterà a scoprire la vostra vera natura, il vostro passato, è un viaggio che dovrete compiere insieme. Dovrete fidarvi ciecamente l'uno dell'altro, come inseparabili sono la luce e l'ombra. Il tempo ci porterà le risposte che cerchiamo".

"Peccato solo che non ne abbiamo molto di tempo". Remus Lupin, il Malandrino paziente e posato, sembrava proprio aver perso questa sua grande virtù. Aveva già perduto Sirius e ora niente sarebbe capitato a suo figlio. Provava molta stima per Silente e Harry e lui, prima di tutti, aveva scoperto il dolore dell'emarginazione. Avrebbe dato a quel ragazzo la possibilità che gli era stata negata da tutti, sperando che tutto finisse bene. Non poteva fare altro.

"Abbiamo tempo a sufficienza, Remus. Quanto a te Harry, non far parola con nessuno di cosa hai scoperto nel tuo piccolo viaggio nel tempo. Puoi parlare dei nuovi Malandrini ma, mi raccomando, non potrai mai rivelare la loro identità e soprattutto il segreto che riguarda la vera paternità del signor Black. Nemmeno al signor Weasley e alla signorina Granger, mi spiace".

"Ma perché? Sono sicura che almeno Hermione potrà aiutarci..."

"Meglio di no. Non dobbiamo destare la curiosità del nemico troppo presto. Purtroppo Hogwarts non è più sicura come un tempo". Era vero. Le foze di Voldemort erano riuscite a penetrare anche in quella che era considerata l'ultima roccaforte del bene.

"E Draco? Bisogna dirgli che Sirius era suo padre?"

"Ci penseremo al momento opportuno. Ora come ora  sapere la vera identità di suo padre non gli porterebbe alcun giovamento".

Harry si limitò ad annuire. Non gli piaceva dover nascondere cose tanto importanti ai suoi amici... era come mentire. Ma che scelta aveva? Se ne avesse parlato a Ron ed Hermione li avrebbe esposti a pericoli inimmaginabili, troppo grandi per le loro forze. Se voleva sconfiggere Voldemort, l'unica possibilità che aveva era riporre fiducia in lui...

Sbrigati Draco, abbiamo bisogno di te...

******

"Ah, Harry ti sei perso la prima partita di Quidditch dell'anno! è stata fenomenale! Abbiamo battuto Corvonero per 280 a 60! Senza la Chang non hanno speranze quest'anno!"

Quasi fosse stato posseduto dalla divinità del Quidditch, Ronald Weasley era balzato su uno dei letti liberi dell'infermeria esibendosi in una serie di acrobazie che potessero descrivere al suo più caro amico l'eclatante vittoria che avevano avuto sulla squadra di Cosetta Corvonero.

Anche quella notte che sembrava interminabile era passata. Subito dopo il colloquio con Silente, Harry era stato spedito in infermeria a riposare. Non che fosse malato o altro, ma secondo l'anziano preside gli occorreva un posto tranquillo su cui riflettere. E naturalmente nessun posto era più tranquillo dell'infermeria... almeno lo era stata fino alle otto di quel sabato mattina, quando l'intera casa dei Grifondoro si era riversata al suo interno, incurante delle proteste di Madama Chips, per salutare il suo beniamino. All'appello mancava solo Hermione che, a quanto gli aveva riferito Ginny, doveva discutere di una faccenda davvero importante con il preside. Però la ragazza aveva promesso che li avrebbe raggiunti più tardi.

Intorno a lui c'era il caos. Gente che rideva, scherzava, Colin che gli scattava le foto, non che vi fosse nulla di strano in questo, quasi si fossero ritrovati per la festa della Coppa delle Case. Naturalmente tutti avevano voluto sapere cosa gli era successo e aveva cercato in tutti i modi di attenersi a ciò che Silente gli aveva consigliato: evitare i dettagli. Le sue peripezie avevano scatenato la curiosità soprattutto dei più giovani e ben presto l'intera stanza era piombata in un profondo silenzio interrotto solo dal racconto del Ragazzo Sopravvissuto.

Ginny lo osservava pensierosa. Harry stava nascondendo qualcosa, qualcosa che lo rendeva molto nervoso. Sapeva che sicuramente Silente gli aveva fatto giurare di tenere segreto ciò che lo metteva così a disagio, tuttavia non poteva smettere di preoccuparsi. Sia chiaro era felicissima che Harry fosse tornato ma detestava quando gli altri insistevano a considerarlo quasi un eroe leggendario, senza punti deboli. Era umano: poteva sanguinare, piangere, soffrire anche lui e questa era la cosa che temeva di più. Harry aveva già patito abbastanza.

"E non sai il bello, Harry!". Ron, con il suo faccione allegro pieno di lentiggini, gli era balzato davanti. "Abbiamo parlato con la McGranitt! è convinta di riuscire a revocare la tua squalifica! Potrai di nuovo giocare a Quidditch!!!"

S'abbracciarono felicissimi. Se avesse potuto Harry Potter avrebbe baciato la McGranitt. Era meraviglioso! Fino a quel momento aveva dovuto accontentarsi di essere il consulente tecnico della squadra ma ora poteva tornare in campo insieme alla sua Firebolt! Era un sogno diventato realtà... Ma, purtroppo, anche i sogni più bello hanno le loro ombre e questo non era da meno...

"Già. Ora non avremmo più problemi a vincere la Coppa anche quest'anno. E poi ho sentito che i Serpeverde hanno sbattuto Malfoy fuori dalla squadra. Che idioti era il loro unico giocatore decente!". Dean strinse il pugno in segno di vittoria ma le sue parole non ebbero lo stesso effetto su Harry.

"M-malfoy fuori dalla squadra?" Era assurdo, non voleva crederci: quella era davvero un'idea da folli ma non riuscì a stupirsene. Dopotutto quasi tutti i Serpeverde avevano un genitore Mangiamorte e pareva più che logico che Draco fosse allontanato ora che Lucius era stato arrestato.

"Ehi! Lasciamo perdere Mal-ferret!" Ron sembrò arrabbiarsi d'improvviso. "Mi è bastata la detenzione con Piton che ci siamo presi per colpa sua!"

"Quale detenzione con Piton?". Il tono che il rosso aveva usato non era piaciuto affatto. Cosa avevano combinato durante la sua assenza?

"La detenzione che si sono meritati dopo aver attaccato in sei Malfoy, all'uscita dalla lezione della Sprite. Sei contro uno!".

Ginny non aveva per niente digerito l'azione di suo fratello. Era stata da infame. Se si fosse ripetuta una cosa del genere, l'aveva minacciato, avrebbe riferito l'accaduto a mamma Weasley e allora sarebbero stati guai seri per lui.

Prima che chiunque potesse replicare, Madama Chips era entrata in infermeria minacciando di ricorrere a tutte le sue medicine se quel manipolo di Grifondoro non avessero lasciato riposare in pace il suo paziente. I ragazzi uscirono a malincuore, salutando Harry e promettendogli di tornare a trovarlo non appena Madama Chips si fosse distratta. Il ragazzo, però, li aveva salutati senza farci caso, ancora troppo shockato. Sperava di aver capito male ma la serietà sul volto della piccola Weasley non lasciava spazio ad alcun errore. Che cosa erano diventati i suoi amici?

Proprio in quel momento Hermione era entrata in infermeria, portando con sé un vassoio pieno di biscotti, omaggio di Dobby. Lei e Ginny si scambiarono uno sguardo d'intesa.

Tutto Ok? La rossina si limitò a a muovere solo le labbra ma la ragazza più grande aveva capito. Annuì impercettibilmente.

"Oh, bene, guarda un pò che ci degna della sua visita! Il tuo ragazzo sta bene?". Puro veleno c'era negli occhi di Ron ed Harry ne fu quasi spaventato. Ma Hermione Granger non abbassò lo sguardo. Se Weasley voleva la guerra, lui gliela avrebbe data!

"Sta benissimo, grazie!". Rispose con veemenza andandosi a sedere accanto ala ragazzo dagli occhi verdi.

Harry non capiva cosa stava succedendo, ma qualunque cosa fosse, aveva a che fare con una rissa di cui nessuno voleva parlargli.

"Ron, che è successo con Malfoy?"

"Niente. Gli abbiamo dato semplicemente la lezione che si meritava per quello che ti ha fatto. Il bastardo se le cavata, però. Peccato, si diceva che volesse lasciare la scuola ma a quanto pare ha cambiato idea!".

"Una lezione?! Sei contro uno lo chiami giusto?!". Hermione sentiva il forte impulso di spaccargli la faccia. Non lo riconosceva più.

"Ron!" Harry, tuttavia, anticipò questo suo desiderio. "è stato un incidente! E, poi, da quando sei diventato così spregevole! Draco non voleva farmi del male!"

A quella frase, il viso del penultimo di casa Weasley sembrò trasfigurarsi in una maschera di puro odio. "Ah, ora è Draco anche per te?! Siete una massa di traditori?! Come hai potuto, Harry!!!" Dando un calcio alla sedia uscì dall'infermeria come una furia, lasciando gli altri tre ragazzi allibiti.

Me li sta portando via, iniziò a borbottare come una nenia, me li sta portando via come quella voce aveva predetto...

******

"Ma cosa gli prende?"

Sia Ginny che Hermione si guardarono tristi, non sapendo davvero cosa rispondere a quella domanda. Da un mese a questa parte, Ron non era più lui.

"Non lo so, Harry". Gli occhi dorati della Grifondoro sembravano aver perso tutta la loro vitalità. "Prima potevamo pensare che volesse solo vendicarsi di Draco, ma ora davvero non lo so. Da quando sei sparito è diventato ancora più strano, più cattivo. Da quando ho rifiutato di tornare ad essere la sua ragazza, mi tratta come se fossi una traditrice!"

"Ouch!". Ecco il tasto dolente. "Non deve essere stato piacevole per lui!". Ma sapeva che c'era dell'altro.

"Non potevo mentire a me stessa, Harry. Io gli voglio bene come un fratello, non come lui voleva". Sembrava che Hermione provasse un forte senso di colpa per qualcosa che tuttavia non dipendeva da lei. Non si può scegliere chi amare, si ama e basta.

Ginny capì che avevano bisogno di restare un pò soli così si congedò da loro con la scusa di dover parlare con Calì. Con un pò di imbarazzo baciò Harry sulla guancia, scomparendo poco dopo rossa in viso. Il ragazzo non era di certo in condizioni migliori.

"Allora, sei la ragazza di Draco?". Non guardò la sua amica in viso e di questo lei gliene fu grata.

"No, non sono la sua ragazza, Harry. Draco è un amico, un amico in guai molto seri".

Lo sguardo scettico del Ragazzo Sopravvissuto la costrinse a continuare. "beh, io... io gli voglio bene... molto molto bene... " E, mentre la temperatura del suo volto cresceva, iniziò a farfugliare. "E ci siamo baciati... due volte!". Chiuse gli occhi aspettandosi una sfuriata ma quella non arrivò mai. Quando li riaprì, Harry la guardava gentile.

"Non sei arrabbiato con me, perché sono diventata sua amica?"

"Ti avrebbe fermata se ti avessi risposto di no?"

Lei si limitò a scuotere la testa.

"Allora hai fatto la cosa giusta".

"Grazie, Harry". Lui ricambiò quel sorrise sincero ma non poté non sospirare rassegnato.

"Che ci troverete nei furetti platinati, è un mistero per me..." Harry si mise a fissare il soffitto, quasi sconfitto.

"Io e chi?"

"Niente, lascia perdere..." Tagliò corto.

******

"Uffa!" Non riusciva proprio a dormire. Continuava a rigirarsi nella brandina dalle candide lenzuola senza riuscire ad addormentarsi. Mille pensieri gli frullavano per la testa e niente sembrava dargli pace.

Che doveva fare? Parlare con Draco? Parlare prima con Hermione e cercare di studiare insieme una strategia da adottare? Non lo sapeva. E Ron, c'entrava il Signore Oscuro in questo suo cambiamento?

Madama Chips lo aveva costretto a rimanere a letto per tutto il giorno e gli aveva anche impedito di tornare in camera sua. Potrebbero esserci degli effetti collaterali tardivi, aveva detto. In realtà, non è che ci credeva molto.

Raccolse i vestiti puliti che Ginny gli aveva lasciato e iniziò a vestirsi in fretta. Aveva un paio d'ore prima che Madama Chips fosse tornata per la sua solita ronda quindi poteva sgattaiolare fuori indisturbato... o almeno così credeva.

Si stava abbottonando la tunica, calda di lana, contro l'inverno ormai alle porte e fu per questo che non si accorse di quella nuova presenza.

"Non dovresti uscire. Sbaglio, o sei malato?" Quella nuova voce era calma pacata, come non l'aveva mai sentita.

Occhi di smeraldo si sbarrarono per la sorpresa. Lentamente, come se il tempo facesse forza affinché lui restasse paralizzato, si voltarono trovandosi a tu per tu con degli straordinari occhi del colore del cielo in una notte di tempesta... gli occhi di Draco Malfoy.

Sentì un groppo formarsi alla gola, la mano che tremante si lasciò cadere lungo il fianco. Deglutì, ma quel senso di sconcerto non lo aveva abbandonato.

Lo stavano chiamando... sì, quegli occhi lo stavano chiamando...

Anche Draco parve paralizzato quando il suo sguardo incrociò quello di Harry. Il sangue prese a ribollirgli mentre sempre più forte la sentiva crescere. La sua magia, come un uragano, come un vento talmente forte che minacciava di spazzarlo via. Ma non riusciva a sottrarsi a quel contatto elettrico.

Numerosi minuti passarono prima che quel silenzio imbarazzante fosse spezzato. Ma per entrambi era solo l'inizio di quel cambiamento che avrebbe sconvolto le loro vite.

"N-Non sono malato". Farfugliò il Grifondoro. "Madama Chips è solo paranoica".

Il Serpeverde annuì, andandosi a sedere proprio di fronte ad Harry. Non parlava, si limitava a scrutarlo e il giovane Potter si sentì pervadere nuovamente da quella strana sensazione di essere osservato. Draco, capì, gli stava leggendo dentro.

"Perché sei qui, Draco?" Tornò a sedere sul letto, questa volta l'uno di fronte all'altro.

Il biondo voltò lo sguardo, che si perse nella luce della piena che filtrava da una tenda lasciata aperta. "Credo di doverti delle scuse per l'incidente a Pozioni". Lo disse in un tono distaccato quasi non fossero importanti le parole ma solo gli sguardi che si stavano scambiando.

"é stato un incidente, era Ron che volevi colpire, vero?"

L'altro annuì di nuovo. I suoi occhi di tempesta lo paralizzarono nuovamente. "Weasley dovrebbe imparare a tenere la bocca chiusa. Non è più in sé, da un mese a questa parte. La sua aura è sempre più oscura".

"Già. Non capisco nemmeno io. Ho saputo della rissa. Ti sei difeso bene, per essere stato da solo".

Il biondo abbozzò uno dei suoi famosi mezzi sorrisi, sollevando il sopracciglio destro scettico. "Erano dei Grifondoro, dopotutto..."

"Bastardo. E io che volevo scusarmi per il loro comportamento!". Non c'era astio nei loro insulti. Ognuno dei due sapeva che l'altro era troppo orgoglioso per ammettere completamente di essere dispiaciuto. Era meglio restare su di un terreno familiare.

"Scuse accettate, anche se, se me le avessi fatte in ginocchio, sarebbero state meglio. Ma dovrò accontentarmi, visto che non potrò più batterti a Quidditch". Stavolta aggrottò la sua fronte per intero.

"Tu non mi hai mai battuto a Quidditch!"

"Sottigliezze. Da quello che ho sentito la grande star tornerà presto sul campo!". Non avevano mai parlato per più di cinque minuti senza scambiarsi almeno un insulto. Questa era la prima conversazione civile che avevano da ben sei anni.

"In realtà non lo so". Harry abbassò lo sguardo. Strano come stesse confidando le sue preoccupazioni più profonde a qualcuno che per lui era quasi un estraneo. "Ho tante cose per la testa in questo momento... e poi senza un buon avversario non sarebbe divertente, non trovi?". Due sorrisi identici comparvero sui loro volti senza che nessuno dei due se ne accorgesse.

"Non c'è bisogno che mi sfotti, Potty. Sei tu il campione, qui".

"Beh, magari un giorno dovremmo fare un incontro uno contro uno, chissà che non ribalti il risultato".

Draco sorrise. Gli sarebbe piaciuto. Ma poi fu colpito come da una strana angoscia: perché il famoso Harry Potter si sforzava di essere gentile con lui? Cosa voleva?

S'alzò per prepararsi a scomparire nel buio ma una mano sulla spalla lo costrinse a fermarsi. Gli dava la schiena ma non voleva voltarsi. Non voleva vedere quegli occhi.

"Draco..."

"Questa è la seconda volta che mi chiami per nome, cosa vuoi da me Potter?". Il suo tono era duro ma Harry non se ne lasciò intimidire.

"Magari, voglio semplicemente essere tuo amico".

Essere mio amico. Quella frase continuava a rimbombargli nel cervello, senza sosta. Perché Harry Potter, il bambino prodigio del mondo magico, voleva essere suo amico? Non capiva.

Con questo ragazzo era diverso, non sapeva come rapportarsi. Solo tre persone facevano parte della sua vita, solo tre persone lo volevano nella sua vita.

Hermione: Draco amava Hermione e il loro affetto era un qualcosa di unico, che nulla aveva a che fare con l'amicizia tra ragazzi. Ginny era simpatica, ma percepiva che in lei forte era la compassione per il suo passato. Chi altro poteva considerare suo amico? Forse Zabini... no, il loro era un legame basato per lo più sulla sopravvivenza alle macchinazioni di Voldemort. Ricordava bene le sue parole, pronunciate in uno di quei giorni neri di un esilio impostosi da solo, lontano da Hermione.

******

Se ne stava appoggiato ad una vecchia quercia, in un pomeriggio piovigginoso. Non aveva voglia di tornare nella sua stanza per essere nuovamente assillato dal suo profumo con la consapevolezza di non poterla più stringere tra le braccia. Teneva gli occhi chiusi mentre un vento freddo gli paralizzava le ossa.

"Dovresti tornare da lei. è stupido quello che stai facendo te ne rendi conto, vero?"

Aveva spalancato gli occhi di colpo. davanti a lui, completamente vestito di nero. C'era Blaise Zabini.

"Cosa vuoi?". S'era alzato in piedi, pronto alla lotta se avesse dovuto.

"Non c'è bisogno di scaldarsi". L'altro aveva ridacchiato portando le mano in bella vista come dimostrazione della sua buona fede. "Volevo solo dirti che la tua ragazza è piuttosto infelice con questo tuo comportarti da idiota. Non dovresti farla piangere, altrimenti potrebbe venirmi voglia di consolarla". Non l'aveva sparata a caso, il moro sapeva che Draco avrebbe reagito nel peggiore dei modi.

"Sta lontano da lei, Zabini!". Con un gesto fulmineo, Draco gli aveva afferrato il bavero della tunica sbattendolo contro la quercia.

"Non ti preoccupare, lei è off-limits. E non solo per me. Weasleuccio pareva particolarmente furioso. Gira voce che la tua bella l'abbia colpito con un gancio alla mascella". Risero entrambi e il biondo lo lasciò andare. Non avvertiva nel moro una minaccia... almeno non per il momento.

"Come fai a saperlo?" Gli chiese sinceramente curioso.

"A che serve avere un fan club se poi non conosci i pettegolezzi di tutta Hogwarts, ti pare? Giravano voci interessanti anche su di te... si dice che tu voglia lasciare la scuola, assurdo non ti pare?" Blaise Zabini aveva preso a girargli intorno, quasi lo stesse analizzando.

"Che cosa vuoi, Blaise?"

"Quello che vuoi anche tu, Draco. Essere libero. E per ottenere questo, avrai bisogno del mio aiuto. Siamo sulla stessa barca, io e te. Vogliono costringerci a diventare quello che non siamo. Pensaci e fammi sapere". Non aggiunse altro. Gli dette una pacca sulla spalla e se ne andò via canticchiando un'assurda melodia.

******

"Perché?"

"Perché voglio farlo". Fu l'innocente risposta di Harry. "Senti, so che non ci conosciamo, che non siamo mai riusciti a guardarci in faccia senza tentare di strangolarci ma quello era il passato. Ora tutto è diverso." Stavolta Draco non poté non rimanere nuovamente catturato da quegli strani occhi verdi. "Hermione ne sarebbe felice. Quindi te lo chiedo ancora: amici?"

Hermione, avrebbe fatto di tutto per lei e Potter lo sapeva. Doveva aver giocato il suo asso nella manica.

Il Grifondoro gli tese la mano e per un attimo si rividero undicenni, davanti alla sala grande in quella medesima posizione. Ma San Potter aveva ragione. Stavolta le cose erano diverse. Osservò quella mano e proprio quando sembrava che il ragazzo in rosso stesse per ritirarla deluso, l'afferrò deciso.

"Per Hermione, solo per lei, sia chiaro".

"Per Hermione".

Quando le loro mani si strinsero, una luce bianca e nera le avvolse e in breve li circondò completamente. Erano l'uno di fronte all'altro... l'uno dentro l'altro. Draco era diventato Harry e Harry era diventato Draco. Conoscevano i pensieri che stavano attraversando la mente del ragazzo che stava loro di fonte, potevano percepire le sue emozioni, sapevano anticipare la sua prossima mossa... era diventati unici...un'unica realtà...un'unica entità... il bonding era iniziato.

Quel vorticare di sensazioni li lasciò storditi. Si staccarono di colpo, come se fossero stati colpiti da una scossa elettrica e in un certo senso era vero. Si allontanarono lentamente, lo sguardo sempre perso nell'altro. Inciamparono e caddero a terra. Ma niente fu detto. Non c'erano parole per descrivere quello che era appena accaduto. Quei minuti sembrarono loro vite intere.

"Devo andare, Potty. Ci si vede". Draco s'alzò malfermo, l'andatura barcollante verso la porta. Restò lì, una mano sullo stipite mentre Harry tentava di riprendere fiato.

"Ehi, potresti anche chiamarmi Harry, ora!". Lo sguardi di Potter era pura sfida.

"E rinunciare a chiamarti Potty... non lo farei mai!". Sghignazzò il Serpeverde prima di sparire nel buio.

"Aspetta. Volevo dirti..." Era trascorso solo qualche secondo fino a quando Harry aveva raggiunto la porta. Ma Draco già non c'era più. In lontananza, però, si sentiva uno strano ticchettio...

Sembrava... sembravano... i passi di un furetto...

******

Ben fatto, figlio mio... voci angeliche portate dal vento sussurrarono nel cielo d'ottobre.

"Ben fatto, ragazzi". Aveva concordato l'anziano professore Silente dal suo studio nell'ala più segreta di Hogwarts mentre Fanny, sulla sua spalla, aveva preso ad intonare la stessa melodia cantata da Blaise Zabini.

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Note: A grande richiesta ecco I want to be your friend. Superato il mio blocco, grazie alle one-shot nelle quali mi sono cimentata, ringrazio naturalmente coloro che le hanno recensite, ecco finalmente il nuovo cap. Come al solito ecco le piccole precisazioni.

Ho pensato di dare più rilievo a Zabini. Come personaggio mi piace e poi mi serviva almeno un Serpeverde su cui contare. Draco da solo non poteva di certo cavarsela. Questo, però, è uno Zabini un pò particolare: misterioso ed enigmatico. Credo di dover aggiungere un capitolo dove si parli meglio dell'incontro tra i due. Dipende come saprò cavarmela con la revisione. Ne vedremo delle belle.

Mi sono accorta che questa è una fic di spiritati. Un sacco di gente sente le voci. Beh, per chiunque se lo chieda, Draco perché è empatico, Harry perché ha bisogno di una guida e Ron... Ron non ve lo dico, altrimenti che sorpresa sarebbe!

Questo capitolo ha molti toni alla Star Wars, grande film a cui mi sono liberamente ispirata. Appena ho un giorno libero lo vado a vedere. Draco  ricorda un pò Anakin, non vi pare? Comunque, lui resterà buono, dopo alcuni casini, ma resterà buono sia chiaro! O dovrei dire lo diventerà?

Il Raquiem, se si scrive così, l'ho ripreso dall'anime Wolf's Rain. Mi piace come suona.

Cosa avrà mai detto Hermione a Silente? E cosa sa Ginny? Belle domande... non lo so nemmeno io. Tutto ciò che posso dirvi riguarda il bonding, il patto i fratellanza che inizia ad instaurarsi fra i nostri due protagonisti. Solo quando sarà completo inizierà a scoprirsi qualcosa di più sul potere della Luna. Non manca molto, non vi preoccupate.

Quindi: alla prossima!

 

 

 

 

 

 

  
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