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Autore: kimikocchan    07/01/2022    1 recensioni
Sakura e Sasuke non potrebbero essere più diversi. Pur conoscendosi fin dall’infanzia non sono mai andati d’accordo.
Durante una gita scolastica, in visita al Tempio del Fuoco, i due finiscono per litigare davanti alla statua del monaco Chiriku che offesa per la poco considerazione mostratale, lancia su di loro uno strano incantesimo.
Genere: Comico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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9. La serata di lei e la reputazione di lui

“Sasuke, dimmi che Naruto e Kiba si sono fumati il cervello…” esordì Sakura quel pomeriggio di fine maggio. “Perché mai la squadra organizza una festa due giorni prima della finale?” domandò sconvolta.
Sasuke non la stava ascoltando. Fingendo di star leggendo il manuale di preparazione al test di medicina ripensava come un disco rotto alla conversazione che aveva avuto con suo fratello l’altra mattina.

“Non ti devi preoccupare Sakura. A dispetto di quello che dice o fa, mio fratello è pazzo di te”.

Sasuke scarabocchiò agitato la pagina che stava fingendo di leggere mentre sentiva le guance prendere letteralmente fuoco. Non ci poteva credere. Non voleva crederci.
“Sasuke?” lo richiamò l’altra con tono preoccupato. “Stai bene?”
Sasuke ritornò alla realtà per poi ritrovarsi l’oggetto dei suoi pensieri a pochi centimetri dal viso. No, non stava affatto bene. “Una meraviglia” commentò scocciato nel tentativo di scacciare l’imbarazzo che a sua detta si poteva leggere a kilometri di distanza sul suo viso.
“Mi dispiace costringerti a tutto questo” borbottò la ragazza per poi indicare il libro aperto davanti a lui.
Sasuke sbuffò. Fosse stato realmente quello il problema. “Non è certo colpa tua se siamo in questa situazione. Quindi, non dire assurdità, scema”.
Sakura sorrise sollevata e le gote di Sasuke tornarono a farsi leggermente più calde. Si sentiva uno scemo ad arrossire vedendo il suo corpo sorridergli ma in fondo quello non era altro che la prova evidente del fatto che nutrisse dei sentimenti per la persona che vi era dentro. “Cosa stavi borbottando poco fa?”
“Della festa” rispose lei.
“Ah, è una tradizione della squadra. Un modo per toglierci l’ansia e l’agitazione prima del grande match. Vai e divertiti anche per me”.
“Credi che filerà tutto liscio?”
“Se il tuo pensiero è per Ino, non ti devi preoccupare. Come da tradizione è una festa solo con i componenti della squadra. In pratica è una sagra della salsiccia” spiegò piatto mentre sfogliava gli ultimi argomenti del libro.
Sakura ripensò alle avances di Ino di qualche settimana prima e rabbrividì. “Non era certo questa la mia preoccupazione!” arrossì.
Sasuke sorrise sornione. “Dovresti rilassarti, vai, bevi e ubriacati. Il mio corpo regge molto bene l’alcol quindi non ci saranno problemi. Ti farà solo che bene un po’ di svago prima di sabato”.
“Se lo dici tu…” borbottò Sakura dubbiosa mentre Sasuke le rivolgeva di nascosto un sorriso divertito ma allo stesso tempo dolce. “Oh, Neji mi ha scritto che passa lui a prendermi…” commentò, guardando il cellulare. “E ha detto di tenerci pronti… Che vorrà dire?”
Sasuke sbuffò. “Brutto segno”.
“Cioè?” domandò lei non capendo.
“Ha sicuramente litigato con Tenten”.
 
E infatti Sasuke ci avrebbe scommesso. Se quell’impiastra di Sakura non si fosse dimenticata l’uniforme sporca nell’armadietto. Lui non avrebbe dovuto andarla a recuperare – rischiando per altro una marea di incomprensioni e domande se qualcuno l’avesse visto nelle vesti di Sakura entrare negli spogliatoi maschili – e non avrebbe visto Tenten piangere sulla panchina appena fuori dalla biblioteca.
“Ma Neji passa tra venti minuti a prendermi” aveva obiettato la secchiona non lasciandogli molte alternative.
Che fare? La pseudo-amica dai codini castani stava piangendo senza troppo impegnarsi di nasconderlo a chi passava davanti al viale della biblioteca.
“Che palle...” pensò Sasuke per poi avvicinarsi con discrezione. “Tenten? Tutto bene?” la chiamò incerto.
Tenten alzò lo sguardo, trovando due occhi verde chiaro a scrutarla con indecisione.
“Sì…” balbettò per poi tornare a mettersi le mani davanti al viso e continuare a singhiozzare.
Forse voleva essere lasciata da sola constatò Sasuke che con un sospiro di sollievo stava per passare oltre e allontanarsi con passo felpato se non che qualcosa all’ultimo lo trattenne per la manica della felpa costringendolo a voltarsi.
“Ti prego non andartene…” singhiozzò piano.
Sasuke fece un lungo respiro per poi sedersi accanto a lei sulla panchina. “Che succede? Si tratta di Neji?”
In un attimo Tenten direzionò lo sguardo nella sua direzione e Sasuke temette di aver fatto una colossale figura di merda. In fondo Sakura non sapeva nulla della loro situazione di scopamici.
Tenten sospirò. “
È così evidente?”
“Qual è il problema?”
“Abbiamo litigato per l’ennesima volta perché mi sono infastidita all’idea che uscisse con Kiba, Rock Lee e Shikamaru ad un appuntamento di gruppo. Lui mi ha chiesto qual era il problema visto che andiamo solo a letto insieme e a quel punto io ho sbroccato e gli ho dato dell’idiota per poi scapparmene via. Sono venuta in biblioteca sperando di riuscire a studiare almeno due pagine ma sentivo un groppo alla gola ingestibile. Appena sono uscita dall’edificio sono scoppiata in lacrime ed eccomi qui”.
“Conosco Neji...” iniziò Sasuke.
Tenten lo guardò perplessa e Sasuke si ricordò per l’ennesima volta di essere nel corpo di Sakura. Non ci avrebbe mai fatto l’abitudine. “Voglio dire… Neji non sembra quel tipo di ragazzo… Probabilmente non ha fatto nulla questo pomeriggio all’appuntamento di gruppo ma…”
Sasuke si grattò la testa non sapendo cosa dire. Non era mai stato bravo in queste cose, così decise di optare per la verità. “Perché non gli dici semplicemente quello che provi per lui?”
Tenten sorrise amaramente. “Perché se lo facessi, lui chiuderebbe questa cosa con me e tornerei ad essere una semplice amica anzi peggio… Probabilmente diventerei un’estranea e se succedesse non riuscirei a reggerlo…”
In qualche modo Sasuke la comprese. Anche lui provava dei sentimenti per qualcuno che non l’avrebbe mai corrisposto e questo, per quanto lo volesse negare fino alla fine dei suoi giorni, faceva proprio un male del cazzo.
“Va bene ma… Ma sei sicura di voler permettere a qualcuno, anche non fosse Neji, di farti sentire così?”
“Che posso dire Sakura? Mi sono resa conto di non essere così forte…” sussurrò. “A differenza tua”.
“Come?” domandò l’altro confuso.
Tenten annuì. “Non ho mai approvato quello che gli altri ti facevano… Le prese in giro, i brutti scherzi di Ino e Sasuke… Avevo sempre provato a dire loro di smetterla, che era di cattivo gusto… Ma nonostante tutto… Tu ti rialzavi sempre. Qualsiasi cosa loro ti facessero, tu andavi dritta per la tua strada fiera e orgogliosa di quello che eri… Anzi di quello che sei”. Tenten distese un sorriso. “Io ti ammiro, Sakura”.
All’udire di quelle parole, Sasuke non poté fare a meno di vergognarsi. Tutti quegli anni a sbeffeggiare Sakura ritenendola insignificante e patetica quando l’unico a doversi ritenere tale era solo e unicamente lui.
“Grazie…” sussurrò non potendo dire altro.
 
La serata si stava scaldando. Sakura era appena arrivata ma non appena varcata la soglia di casa Nara si era ritrovata con un intruglio bianco quasi trasparente strabordante di ghiaccio che solo venti minuti dopo conobbe come Gin Tonic. Era buono, realizzò.
Lo buttò giù con nonchalance e ne seccò un altro.
La festa procedeva. Ed era uno sballo.
Sakura aveva scoperto di adorare la birra, e soprattutto di adorare il Beer Pong. Quando scoprì poi che Sasuke era solito essere una schiappa non poté fare a meno di gongolare euforica. Sakura stava giocando con Rock Lee contro Kiba e il padrone di casa, Shikamaru. Quando mandò a segno un altro colpo, a Kiba per poco non cadde la mascella. “Ma tu non facevi schifo a sto gioco?” domandò scocciato per poi buttarsi la birra alla bocca senza però riuscire a shottarla in un sol colpo.
È dura accettare la sconfitta, eh?” commentò Rock Lee.
Kiba si sentì colpito nell’orgoglio. “Prova tu a bere tre birre di fila con questo che non ne sbaglia una!” esclamò, indicando Sakura nelle vesti di un Sasuke esaltato.
“Non ti preoccupare Inuzuka, la vedo” affermò sicuro Shikamaru per poi tirare la pallina.
La pallina centrò il bicchiere ricolmo di birra davanti a Sakura.
Senza timore Sakura prese il bicchiere da trentatré e in meno di cinque secondi contanti la birra era già scomparsa.
“Ma dove diavolo respira? Dal culo?” commentò Kiba esterrefatto.
“My Lady!” ridacchiò Rock Lee, porgendo un finto inchino all’Inuzuka in riferimento al suo linguaggio da camionista.
Sakura lanciò incurante il bicchiere vuoto alle sue spalle. “E ora Rock Lee vinciamo questa partita” affermò con tono goliardico.
 
Un paio di ore dopo la festa era degenerata. Per fortuna era sbronza e confidava avrebbe dimenticato tutto quello che stava vedendo, decisamente non adatto a un pubblico femminile. Ora capiva perché Sasuke l’aveva definita letteralmente la “sagra della salsiccia”. L’indecenza aveva raggiunto apici mai visti e Sakura dopo un iniziale turbamento causato dalla vista del pene penzolante di Rock Lee e dal tentativo di Kankuro e Kiba di infilare una canna nel culo di Naruto, capì che niente avrebbe potuto traumatizzarla più di così.
Quando uscì dal bagno, in molti se n’erano già andati. Shiho lo salutò e Sakura accennò un gesto con la mano per poi dirigersi nel salotto di casa Nara dove i restanti Naruto, Kiba, Rock Lee, Neji e ovviamente Shikamaru si erano seduti intorno al tavolino posto al centro.
Kiba e Naruto stavano armeggiando con una bottiglia dallo strano liquido semitrasparente.
“È qui la festa?” dichiarò Sakura ancora stranamente euforica.
Non si stava preoccupando, reduce delle parole di Sasuke secondo il quale il suo fisico era abbastanza forte da reggere l’alcol.
E lei arrivata a quel punto, avrebbe dovuto crederci con tutta sé stessa.
Senza indugiare afferrò uno dei bicchierini posti sul tavolo e buttò giù tutto. Fece per prenderne un altro quando la voce fin troppo acuta di Naruto le rimbombò nelle orecchie. “Vacci piano, Sasuke! Quelli sono shot di Tequila!”
Ma Sakura non lo ascoltò. “Alla tua Naruto!” ridacchiò.
 
Doveva essere collassata, Sakura. Perché quando riaprì gli occhi, le risate degli altri le sembrarono come se qualcuno avesse suonato una campana vicino ai suoi poveri timpani. Per non parlare della stanza che non ne voleva sapere di smettere di girare.
“Ehilà, sei tornato in vita amico!” esclamò Kiba.
“Fa silenzio” borbottò Sakura acida in riferimento al suo tono di voce.
“Io ti avevo avvisato di andarci piano con quelli” osservò Naruto facendo cenno ai bicchierini disordinatamente abbandonati sul tavolo ormaia anch’esso zuppo di Tequila.
“Ha parlato il santo” obiettò acido Neji a braccia conserte.
“Ehi, non scaricare il tuo malumore su di me. È tutta serata che sei insopportabile” ribatté Naruto.
“Concordo,” gli diede man forte Rock Lee. “Chiamala e basta, Neji”.
Neji scosse la testa da un lato in segno di rifiuto e Sakura constatò quanto il ragazzo fosse orgoglioso. Un momento ma di cosa stavano parlando?
“Di che state parlando?”
“Di Tenten” risposero con nonchalance i restanti in coro fatta eccezione per Neji che guardò gli amici con evidente fastidio.
“Uhmmm,” indugiò Sakura. “Avete litigato?” domandò, ricordandosi delle parole di Sasuke.
“Sì!” risposero di nuovo gli altri all’unisono mentre Neji affermava un chiaro “No” che però venne coperto dalle voci dei restanti.
“Cos’è successo?” domandò Sakura, massaggiandosi le tempie. La testa le stava scoppiando.
“Mah, la solita storia amico,” iniziò Naruto. “Tenten prova dei palesi sentimenti per Neji ma lui non vuole fare sul serio”.
Sakura sgranò leggermente gli occhi e i suoi pensieri andarono alla ragazza. Non doveva essere affatto una bella situazione.
“Amico, lasciatelo dire… Sapendolo, dovresti chiudere. Così la illudi e basta” commentò Kiba che Sakura aveva constatato nel corso della serata non avere peli sulla lingua.
“Sono d’accordo,” s’aggiunse Rock Lee fattosi serio. “Tenten è una mia cara amica e non voglio vederla soffrire per te Neji”.
Neji lanciò uno sguardo omicida a Rock Lee e Naruto al vedersi di quella situazione prese a sospirare, agitando leggermente le mani. “Buoni… Vi ricordo che siamo ad una festa e siamo qui per divertirci”. Shikamaru al suo fianco annuì leggermente.
Fu allora che Sakura li guardò tutti come fossero degli alieni. Possibile che nessuno in quella stanza ci fosse minimamente arrivato?
“Evidentemente se non la lascia, è perché anche lui prova lo stesso ma non glielo vuole dire per dei motivi che non vi siete nemmeno scomodati a chiedere” gli uscì tutto d’un fiato.
Inizialmente ritenne di averlo solo pensato ma quando si accorse di avere lo sguardo di tutti addosso, in particolar modo quello di Neji, non poté fare a meno di maledire la sua tremenda linguaccia.
Rock Lee interruppe quell’imbarazzante silenzio. “È vero Neji? Provi dei sentimenti per Tenten?” domandò.
Forse per gli occhi di tutti puntati addosso, forse anche un po’ per l’alcol, Neji si rannicchiò sulle sue ginocchia e affondò la testa nelle sue braccia. “Dalla prima superiore” confessò quasi in un sussurro. La comitiva esplose in un boato.
“Che cosa?!”
“Perché diamine non le dici nulla?!”
“Certo che sei un imbecille”.
“Amico, te le cerchi”.
Poi, Rock Lee guardò velocemente Sakura, alias Sasuke, si ricordò le parole che aveva detto poco prima e qualcosa prese a balenargli nel cervello. “È per via dell’università, Neji?”
Neji non rispose. Rock Lee distese un sorriso. “Sei proprio un imbecille” commentò quest’ultimo, avendo finalmente capito cosa passasse nella testa del suo amico da mesi.
“Mi ero quasi rassegnato in verità,” iniziò a raccontare. “Fin dalle elementari io e Tenten siamo sempre stati amici ma quando abbiamo iniziato le superiori mi sono reso conto di quanto mi piacesse come ragazza. Avevo paura di rovinare la nostra amicizia e quindi non ho mai fatto il primo passo. Poi, alla festa di Kiba…” accennò all’amico. “Probabilmente a causa dell’alcol che ci ha reso più audaci, ci siamo baciati e siamo beh… Finiti a letto insieme”.
Tutti ascoltarono interessati e Sakura constatò che se nemmeno gli altri sapevano di queste vicende allora Neji poteva considerarsi davvero un ragazzo riservato.
Kiba era sbiancato. “Non l’avrete fatto nel mio-”
Neji scosse la testa, intuendo la sua domanda, mentre gli altri lo rimproverarono dicendogli che razza di amico fosse per fare quel genere di domande durante le confessioni sentimentali di un amico. Sakura non poté fare a meno di ridacchiare divertita da quella scena.
“Dopo quella festa volevo chiarire i miei sentimenti per lei ma poi ho scoperto che era stata accettata all’università di Suna. Il fatto che non mi abbia mai detto di questi suoi progetti mi ha mandato fuori di testa. Mi sono chiesto che cosa fossi realmente per lei e l’ho ignorata per settimane. Poi alla festa di Natale mi ha messo all’angolo ma anche lì, abbiamo fatto di nuovo sesso e non ci siamo chiariti”.
“Grande amico!” esclamò Kiba, beccandosi uno scappellotto da Shikamaru. Il resto della comitiva sospirò, Sakura inclusa.
“Non ne abbiamo più parlato ed è iniziata questa strana relazione tra noi. È come una droga… Non ne posso fare a meno,” disse quasi sconsolato, ricevendo delle tenui pacche di conforto da Rock Lee che era in realtà indeciso se prenderlo a pugni per essersi ficcato in una situazione del genere. “È assurdo. Lo so. Per non parlare di quando ho capito che provava dei sentimenti per me. Mi sembrava di toccare il cielo con un dito. Poi, però il suo viso sorridente mentre parlava dell’università è apparso nella mia mente e ha sbriciolato ogni mia certezza. Anche confessassi i miei sentimenti, come faremmo poi? Non credo nelle relazioni a distanza. E se le cose andassero male e io la perdessi? Non voglio ritrovarmi a soffrire per un amore che dura poco più di un’estate. Preferisco, non iniziare nulla piuttosto di provare la felicità per poi ritrovarmi con un pugno di mosche”.
“Quante cazzate”.
Tutti si girarono in direzione della voce annoiata che aveva appena parlato. Il viso di Sasuke era piegato in una smorfia quasi omicida e tutti – compreso quell’impassibile di Shikamaru – sentirono brividi freddi attraversare le loro schiene.
“Hai deciso tutto tu senza dare a Tenten la possibilità di poter dire la sua in merito. Senza dare una possibilità concreta alla vostra presunta relazione di poter affrontare quella che si chiama comunemente vita. Sei solo un codardo che ha deciso di tutelare sé stesso, ignorando i sentimenti di una ragazza incredibile. Non la meriti”.
Fu questione di un attimo. Il busto di Sakura venne sospinto in avanti dalla stretta forte di Neji che in un impeto di rabbia l’aveva afferrata per il colletto.
“Calmati Neji!”
“Ma cosa vuoi saperne tu, eh? Cosa vuoi saperne tu dell’amore? Quando giochi con ogni ragazza che ti capita a tiro” grugnì il castano colpito nel profondo.
Sapeva che Neji aveva ragione. Non poteva ragionare come Sasuke. Non in quella situazione. Decise di dire la verità. La verità che Sakura Haruno aveva sull’amore. “Stai pur certo che se amassi una persona, lotterei con tutte le mie forze per lei. Anzi per noi”.
In quell’istante l’immagine di Sasuke che le punzecchiava la fronte con la matita durante uno dei loro pomeriggi di studio le attraversò la mente.
Le parole di Sakura riecheggiarono nel salotto di casa Nara quasi fossero state una minaccia di morte perché Neji lasciò andare pian piano la presa e si risedette mollemente al suo posto.
“Amico, che parole…” borbottò Kiba rivolgendosi a Sakura. “L’alcol ti ha fatto diventare una specie di maestro Miyagi dell’amore?” domandò cercando di smorzare quell’atmosfera fattasi incredibilmente pesante.
“Fortunata la ragazza che ti conquisterà,” continuò Rock Lee. “Non mi sembravi affatto il tipo di ragazzo che potesse innamorarsi a differenza di alcuni qui presenti” disse facendo riferimento con un cenno della testa a Neji che nel frattempo aveva messo il broncio dopo essere stato completamente smascherato a proposito di tutti i sentimenti che lo avevano afflitto per mesi.
“Alcuni?” domandò Shikamaru. “Di chi diamine stai parlando, Kiba?”
Kiba sorrise a trentadue denti. “Naturalmente di te e Naruto” disse con fare ovvio.
Shikamaru scosse la testa in segno di diniego mentre il biondo prendeva ad agitarsi, arrossendo come un pomodoro.
Sakura non poté fare a meno di pensare come i ragazzi fossero dei perfetti quanto adorabili idioti quando si trattava di parlare di certi argomenti. “Ah, forza dai sputate il rospo!” esclamò Sakura eccitata.
A causa dell’alcol nessuno fece caso a quell’atteggiamento frizzante assolutamente non tipico di Sasuke.
“Bé, Shikamaru e Temari si sa che fanno scintille…” sghignazzò Kiba. “Per quanto riguarda Naruto, penso lo sappiano pure i muri che hai una cotta per Hinata”.
I due ragazzi presi in causa rimasero in silenzio mentre i loro visi assumevano svariate tonalità di rosso.
“Piuttosto, perché non parliamo di voi due?” tentò di dire Shikamaru rivolgendosi a Kiba e Rock Lee in un disperato tentativo di sviare l’attenzione su lui e Naruto, soprattutto da lui.
“Non credo ci sia nulla da dichiarare” affermò Kiba con una scrollata di spalle.
“Ma se l’altro giorno hai detto che se Naruto non si fosse spicciato a fare la prima mossa con Hinata, lo avresti fatto tu-”
“CHE COSAAA?!” urlò Naruto di tre ottave più alte, mandando all’altro mondo i timpani di tutti e probabilmente metà dei neuroni del cervello di Sakura.
“Grazie Rock Lee” disse l’amico sarcastico pronto a subire l’ira dell’amico. “Avanti, Naruto l’ho detto per scherzo, non ci proverei mai sapendo che piace a te…” cercò di rassicurarlo.
“Ma se hai detto che-”
“Per l’amor del cielo, Rock Lee! Perché non ci facciamo un po’ di cazzi tuoi invece?” sbottò Kiba leggermente alterato.
“Pff! Non ho niente da nascondere” obiettò l’altro sicuro di sé.
“Eh no”. La voce di Neji ritornò nella conversazione dopo un tempo che era parso indefinito. “Hai ancora una cotta stratosferica per Sakura Haruno”.
“Eh?!” esclamarono i presenti, e Sakura più di tutti.
“Neji! Bell’amico che sei!” piagnucolò Rock Lee. Neji lo fulminò con lo sguardo a ricordargli quanto “l’amico” prima avesse spiattellato sulla situazione sentimentale tra lui e Tenten.
Sakura stava morendo dalla curiosità. “E perché non ti sei fatto avanti?” domandò.
Tutti i presenti la guardarono allucinati come se avesse appena detto una completa stupidaggine.
“Sei stato tu a dirci che Sakura Haruno era off-limits” ricordò Shikamaru.
“E che per la reputazione del gruppo nessuno doveva frequentare quella sfigata,” precisò Kiba.
Qualcosa dentro Sakura si spezzò in mille pezzi. Non ebbe nemmeno il tempo di imprecare tra sé e sé contro quell’idiota di Sasuke che tutti adesso la stavano guardando con aria… divertita?
“Ma se l’hai detto…” continuò Kiba. “Non è che magari non volevi che nessuno ci provasse con lei…”
“Perché sei innamorato di lei?” finì Naruto preso dall’euforia causata dall’alcol che sembrava avergli dato alla testa. Anzi, che sembrava aver dato alla testa tutti in quella stanza. Non c’era altra spiegazione.
Altrimenti, come potevano davvero credere che Sasuke fosse innamorato di lei.
Gli sguardi sornioni degli amici di Sasuke, divenuti suoi amici per quella sera, unita al crescente imbarazzo delle loro assurde affermazioni e al rivoltarsi continuo del suo stomaco fecero salire in lei la definitiva conclusione della serata, scatenando reazioni tra il divertito e lo schifato. Sakura collassò di nuovo; la testa rivolta indietro sul divano.
Kiba si alzò e diede qualche colpo di tosse per annunciarsi. “Signori e signori, è con grande onore che dichiaro ufficialmente il vomitino della serata!”
 
Quando Sakura rinvenne era giorno e la ragazza si trovava nel suo letto, o meglio nel letto di Sasuke a casa Uchiha. Non ricordava minimamente come fosse arrivata lì e come facesse ad essere pulita e profumata come una rosa ma di una cosa si era resa perfettamente conto.
“Che mal di testa” sussurrò, portandosi le dita sulle tempie.
“Sei tornata in vita”.
Una voce familiare dal tono tra lo scocciato e il furente la attraversò, giudicandola dalla testa ai piedi. “Sasuke…” provò a dire ma la voce quasi gli morì in gola da quanto quest’ultima fosse secca.
“Tieni,” disse l’altro, allungandole un bicchiere di acqua.
“Dammi un’aspirina. Ho la testa che mi scoppia” si lamentò.
“Non se ne parla. Hai ancora lo stomaco sottosopra a causa dell’alcol. L’aspirina la prenderai stasera quando avrai smaltito il tutto. Si può sapere quanto hai bevuto ieri sera?”
Il tono di voce ora era decisamente arrabbiato e… preoccupato?
“Sei tu che avevi detto che il tuo corpo regge bene l’alcol”.
Sasuke si massaggiò le tempie quasi avesse anche lui un tremendo mal di testa. “Il mio non voleva essere un incitamento a bere tre quarti degli alcolici presenti alla festa”.
“Esagerato” biascicò l’altra, rendendosi conto di essere completamente nel torto ma di non volerla dar vinta all’interlocutore risiedente nel suo corpo che, contro ogni aspettativa, interpretava perfettamente la parte del rompiscatole responsabile. “Piuttosto, come sono arrivata a casa?”
“Ottima domanda, signorina Haruno” continuò l’altro sempre con tono fastidiosamente saccente. “Dato che non rispondevi a nessuna delle mie chiamate…”
“Ah sì… Perdonami, il telefono era morto”.
“Appunto,” la fulminò l’altro. “Stavo per uscire e venirti a recuperare quando fuori dal cancello ho visto Naruto che ti trascinava di peso”.
“Mi ha portato lui fin dentro casa?”
“No, sono stato io” affermò.
Sakura lo guardò sorpresa. Poi un flash della serata precedente le balenò in testa. “Non sei preoccupato che possa pensare che il grande Sasuke Uchiha abbia a che fare con una sfigata come Sakura Haruno? Potrei rovinarti la reputazione” gli uscì con un tono più acido di quanto aveva immaginato ma si sentiva ferita.
Sasuke rimase in silenzio per un paio di secondi ma la sua espressione era rimasta invariata. Era ancora furente, anzi, era più corretto dire che era tremendamente incazzato. “Ero preoccupato per te, razza di stupida! Sai quanto cazzo me ne frega della reputazione” le sputò in un misto di rabbia e frustrazione.
Sakura arrossì istantaneamente. La ragazza prese a guardarsi le grandi mani appartenenti al ragazzo mentre i sensi di colpi cominciavano poco a poco ad affliggerla.
Le parole del ragazzo le rimbombavano nelle orecchie, facendola sentire una sciocca ma al contempo terribilmente felice. Poi, osservando il pigiama che indossava, alzò lo sguardo in direzione dell’altro.
“S-sei stato tu a lavarmi e a mettermi il pigiama?” domandò.
Sasuke annuì.
Non c’era nulla di cui imbarazzarsi in fondo. Sasuke aveva fatto tutto nei confronti del suo stesso corpo. Probabilmente era anche nel suo interesse ma Sakura non riusciva a non essere felice di quell’inaspettata confessione e delle premure che aveva avuto nei suoi confronti. Chissà perché quel sorriso che gli stava provocando a momenti una paresi facciale non voleva saperne in alcun modo di togliersi dalla sua bocca.
“Scusa se ho alzato la voce,” disse Sasuke, sedendosi accanto a lei sul letto. “Dovevo avvisarti che gli altri sono degli animali”.
Sakura scosse la testa. “Non ti preoccupare, i tuoi amici sono fantastici. Capisco perché li hai a cuore”.
Sasuke si grattò la nuca leggermente in imbarazzo. “Ciò non toglie che rimangono degli imbecilli. Se fossero davvero miei amici, mi… Anzi, ti avrebbero fermato”.
“Veramente ci hanno provato… Naruto più di una volta” disse l’altra per poi buttarsi comodamente sui grandi cuscini del letto.
Sasuke la guardò come fosse un’aliena. “Ripeto… Ma quanto hai bevuto ieri sera?”
“Te lo giuro… Non lo so… So solo che le pareti della stanza continuavano a girare e che sentivo letteralmente un pugno nello stomaco. Che vergogna… Sono un’idiota” concluse.
Sasuke ammiccò. “Consideralo un rito di passaggio, e se dovesse ricapitare, ricorderai quest’esperienza e ci andrai piano”.
Sakura si passò una mano sulla tempia per poi portarle entrambe sul viso. Il mal di testa non voleva saperne di darle pace.
“Ancora mal di testa?” domandò Sasuke, allungando una mano sulla sua fronte.
Sakura si sentiva strana. Era stanca, confusa, debole, imbarazzata ma forse più di altre cose era sollevata. Era sollevata all’idea che Sasuke fosse lì per lei.
Così senza pensarci, disse quello che stava pensando. “Grazie per aver cura di me” sussurrò, chiudendo gli occhi e lasciandosi cullare dal tocco delle sue dita.
Sasuke passò lentamente la mano sul suo viso. Era il suo viso, ma dietro di esso, dietro le parole che la sua bocca aveva appena pronunciato c’era la ragazza più esasperante ma allo stesso tempo anche la più incredibile che avesse mai conosciuto.

 
  
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