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Autore: Elena Waters    11/01/2022    0 recensioni
I classificata al “Wr-Ink-Tober" contest indetto da fantaysytrash sul forum di EFP
Oliver è stato la prima ventata di vita dopo mille anni senza significato. Prima, di vivere o di morire non mi importava: nemmeno adesso mi importa, ma so che la morte ― che pure nei secoli mi ha tentato tanto, senza mai riuscire a ghermirmi davvero, a spingermi a compiere l’estremo gesto di gettarmi tra le sue braccia ― è un luogo in cui lui non esiste; e che anche la vita, d’altra parte, è un lato dell’esistenza presso il quale Oliver potrà soffermarsi ancora per poco, perché ti ho promesso di ucciderlo, Aileen. L’idea di separarmi da lui mi fa bruciare dentro, mi scava un buco nel petto, ma sarà morto prima che finisca questa stagione, prima che l’alba sorga su Samhain.
Genere: Angst, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Henry/Cailean e Oliver'
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Oliver

Happy ending

 

 

Ho fatto il mio viaggio fino alla costa atlantica con calma, assaporando ogni istante della mia vita che volge al termine. Ormai Oliver deve aver trovato la delega con cui gli affido tutti i miei averi, la lettera per il notaio e tutte le scartoffie così care a questo secolo.

Non tornavo qui da mille anni, Aileen.

Le increspature delle onde scintillano alla luce ambrata dell’alba, tra gli scogli scuri increspati di salsedine e di ghiaccio. Una striscia di sabbia mi separa dallo sciabordare delle onde, dal luogo di riposo che ho scelto per te. Da qualche parte, sul fondo dell’oceano, il tuo corpo giace freddo e intatto, come l’ho consegnato al mare quella notte, su una zattera infuocata. Ho scoccato quel dardo anche sapendo che le fiamme non ti avrebbero consumata, soltanto perché sapevo che avresti voluto così.

Presto il ghiaccio ricoprirà questo luogo, lo stringerà nella morsa dell’inverno. Mi stringo nella sciarpa, come se l’aria gelida del mattino potesse davvero scalfirmi. Cammino verso la battigia, finché la schiuma non mi inzuppa i pantaloni e mi filtra nelle scarpe. Sollevo gli occhi, sugli albatros e i gabbiani che gracchiano, svolazzano nel cielo rosato, si posano sulle onde in cerca di pesci, sparendo e riapparendo tra la bruma, che brucia alla luce del mattino come se fosse paglia. Io, che ho tanto disprezzato la vita, perché sto esitando?

Ho promesso. Muovo un passo, poi un altro. Troverò il tuo corpo e giacerò accanto a te. Mi chiedo quanto ci vorrà per morire — forse mesi, anni. Forse non morirò mai, non perderò mai coscienza, e le barche disegneranno reticoli di scie salate sopra la mia testa, per l'eternità. Le onde gelide mi pungono la carne, ma non sento dolore. Non sento niente, se non una spina nel petto, che mi ricorda la vita che non voglio lasciare. Noi danzavamo insieme alla luce delle lampade, cacciavamo nei boschi e scalavamo le montagne innevate, mentre le civiltà sorgevano e crollavano ai nostri piedi e le vite umane volgevano al termine in un battito di ciglia. Ci amavamo così tanto, Aileen, che non posso credere che sia questo che tu desideri per me — che io distrugga l’unica cosa che mi renda felice, che lasci la vita nel momento in cui mi è più cara.

Oliver. Non so come abbia potuto pensare soltanto per un istante di distruggerti; come abbia potuto essere così leggero da avvicinarmi a te, conoscendo la promessa che legava qualsiasi mio amante alla morte. Forse, dentro di me, ho sempre saputo che non c’era promessa che potesse tenere; che non avrei osato toccarti, perché sapere che vivi, che ancora per lunghi anni vedrai la luce del sole, vale più del mio onore, o della mia vita. Per questo pensavo che sarei annegato con il sorriso sulle labbra, mentre le onde salate mi ricacciavano il respiro nel petto: perché ti ho amato come il vento nei boschi, come questa ultima alba ghiacciata, come le stelle in una notte d’estate. 

Ma come posso seppellire il mio corpo sul fondo dell’oceano, se a Londra, dove ancora non è sceso l’inverno, tu mi aspetti e sorridi malinconico al pensiero del mio ritorno? Come ho potuto mettere una promessa di mille anni, o la mia vita, o qualunque altra cosa, davanti al suono della tua voce, alla gioia di sfiorarti la bocca con le labbra? Voltarmi indietro, negarmi alla mia promessa e alle onde gelate non mi sembra più un sacrilegio, o un gesto da vigliacco, ma l’unica cosa da fare. 

La carrozza sobbalza sulla stradina sterrata; oltre il vetro, l’erica ricoperta di bruma dorata, sotto i primi raggi del mattino. Presto sarò a Londra e potrò stringerti a me, sentire il mio amore per te spargersi nel il petto, avvolegermi e intossicarmi. Mi comporto come se non sapessi che non potrà durare che una stagione, che presto il suono della tua voce sarà un ricordo lontano e il colore delle tue labbra si spegnerà sotto le dita della morte. Che cosa mi salverà, allora, quando capirò di non poter rubare che una stagione all’eternità? Non lo so; non voglio pensarci, Oliver. Voglio solo tornare da te.

 


Eccoci alla fine, spero che vi sia piaciuta! ❤️

 
   
 
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