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Autore: eddiefrancesco    12/01/2022    1 recensioni
Odyle Chagny aspirante artista, è costretta a lasciare la Francia per accontentarsi di fare l'istitutrice delle due figlie di Lord Moran.
Dalla sua posizione ai margini del bel mondo, la giovane si rende conto ben presto che in quell' ambiente dove tutto sembra perfetto, in realtà molti nascondono oscuri segreti.
Per esempio, Lord Tristan Brisbane, l'attraente e un po' impacciato gentiluomo la cui timida insicurezza mal si accorda con le voci inquietanti che circolano sul suo conto.
O dell'avvenenente Lady Moran, che pur circondata dal lusso conduce un esistenza triste e solitaria. Scoprendo a proprie spese che nell'Inghilterra puritana di fine Ottocento può bastare un sussurro per distruggere una vita.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Non-con
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Se all'inizio aveva imputato quella improvvisa calma, quella specie di assennatezza, alla paura di essere rintracciata da Victor Rouel, ora Odyle, era convinta di aver scoperto altri aspetti del proprio carattere. Anche se, doveva ammettere, spesso faticava a ricordarsi di essere solo un'umile istitutrice e arrivava quasi al punto di affrontare la situazione di petto, come era stata solita fare in precedenza. La scultura e le chiacchierate con Claude erano le cose che le mancavano di più, ma in cuor suo non si era rassegnata a rinunciarvi per sempre. Forse un giorno avrebbe avuto la possibilità di scolpire anche lì a Londra, di aprire un suo atelier, e magari avrebbe potuto riabbracciare il suo amico. Intanto, non usciva mai senza un blocco da disegno e alcune matite con cui potersi esercitare. Quel pomeriggio, per esempio, la luce del sole era forte e limpida e i raggi si infilavano attraverso gli alberi come lance di luce. Avrebbe desiderato dipingere... Agnese ed Ernestine erano un'ottima scusa: come tutte le signorine di buona famiglia, dovevano acquistare una serie di abilità che, in teoria, avevano lo scopo di metterle in risalto rispetto alle loro coetanee. Per quel giorno, tuttavia, si sarebbe limitata a sedere su una panchina e a tratteggiare in chiaroscuro ciò che catturava la sua attenzione, decise. Frugo' nella borsetta e ne estrasse l'astuccio dei nuovi occhiali. Le lenti erano ancora immacolate, e se avesse continuato ad averne cura, cosa che un tempo le sarebbe stata piuttosto difficile, ma che da quando era diventata un'istitutrice le riusciva facile come bere un bicchiere d'acqua, si sarebbero mantenute come nuove per un pezzo. Ogni volta che apriva quell'astuccio non poteva fare a meno di pensare a Lord Brisbane... Lord Tristan Brisbane, che glieli aveva regalati. Aveva sentito raccontare parecchi aneddoti sulla nobiltà inglese e, fatta eccezione per Lady Angelina, che a detta di tutti era una gentildonna alquanto eccentrica, si era aspettata freddezza e arroganza. Lord Brisbane, con il suo regalo, l'aveva spiazzata. Era un uomo strano e affascinante, pensò Odyle tracciando distrattamente dei segni sul foglio. E i suoi occhi blu erano così espressivi e profondi... Spesso gli occhi chiari facevano apparire freddo lo sguardo di una persona, invece nello sguardo di Tristan Brisbane si intuiva una specie di calore sopito, come se dietro la calma apparente si dibattesse un animale in gabbia. Guardò il foglio, sul quale erano comparsi occhi e sopracciglia dall'aria cupa e vagamente assorta. Di solito disegnava solo ciò che poteva vedere; aveva bisogno di avere davanti a sé un modello... ma in fin dei conti nella sua mente l'immagine di Tristan, era particolarmente vivida. E lei stava sprecando il suo tempo, quando invece avrebbe dovuto catturare con la matita il visetto allegro di Ernestine. Ernestine... Agnese! Era come se entrambe le bambine si fossero volatilizzate , fuggendo chissà dove per giocare o, magari, per farle uno scherzo. Odyle lasciò cadere l'album da disegno, raccolse la stoffa rigida della gonna e corse a cercarle, chiamandole a gran voce. Oddio, questa proprio non doveva capitarle! Dopo tante pressioni era finalmente riuscita a convincere Lord Moran dei vantaggi che derivavano dal trascorrere del tempo all'aria aperta... ed ecco che le sue figlie le sparivano da sotto il naso! Si avventuro' nel folto di un boschetto e prese a camminare a passo svelto, cercando di non incespicare nel vestito. I tronchi degli alberi erano sottili ma fitti e la costringevano a continui cambi di direzione. «Ecco, ferme lì... siete proprio bellissime» sentì dire da una voce maschile. Poi udì le risate sommesse delle bambine. Agnese ed Ernestine erano state avvicinate da un uomo! Trafelata, Odyle iniziò a correre nella direzione da cui provenivano le voci. Aveva sentito parlare di uomini privi di scrupoli che cercavano di molestare ragazzine di tutte le età e che, alle volte, prediligevano quelle molto giovani. Sentì un nodo alla gola e cercò di non fare caso alla fitta di nausea che le chiudeva lo stomaco. Finalmente raggiunse lo spiazzo al di là degli alberi dove un individuo, di spalle, era chino in avanti e sembrava armeggiare con qualcosa. I suoi pantaloni, pensò Odyle con orrore. Le bambine erano di fronte a lui e lo guardavano con innocente perplessità. «Tenete giù le mani da quelle bambine, maniaque!» gridò Odyle scagliandosi addosso allo sconosciuto e iniziando a tempestarlo di pugni. «Acc... ehi, smettetela!» L'uomo si era girato verso di lei e l'aveva bloccata afferrandola per i polsi. «Vous n'avez pas honte!» ringhio' Odyle in francese, continuano a dimenarsi senza tuttavia riuscire a sciogliersi dalla stretta. «Mademoiselle Odyle...» Un brivido caldo le attraversò la schiena facendola trasalire. Solo allora alzò gli occhi e guardò in faccia l'aggressore. «Trist... Lord Brisbane!» Odyle si voltò verso le sue protette che la fissavano stupite e imbarazzate. «Cosa pensavate che stessi facendo?» le domandò lui con uno strano bagliore negli occhi. Si stava prendendo gioco di lei? Si chiese Odyle. «Io credevo... be', ero molto preoccupata...» si schiari' la voce e si rese conto di essere ancora stretta al petto di Brisbane. «Ehm... permettete?» Tristan lasciò subito la presa e si gratto' il capo, abbassando lo sguardo, intimidito. Bastava un attimo perché tutta la sua spavalderia si dissolvesse come neve al sole. Che creatura straordinaria, si trovò a pensare Odyle aggiustandosi la solita ciocca di capelli che proprio non voleva saperne di rimanere al suo posto nello chignon. Poi si voltò verso le bambine. «Voi due! Come vi è saltato in mente di allontanarvi? Non vi avevo detto di rimanere lì di fronte a me?» Lo spavento che aveva preso le stava facendo alzare la voce e si accorse che il mento di Ernestine iniziava a tremare pericolosamente, annunciando un'imminente pioggia di lacrime. «Santo cielo, meno male che vi ho ritrovate... e che eravate qui con Lord Brisbane e non con qualcun altro!» «Lord Brisbane ci faceva un ritratto» spiegò Agnese, altezzosa. «E poi, dovreste essere voi a starci dietro!» «No, mon bijoux... non sono un carretto al traino e vi devo insegnare la disciplina oltre alle normali materie di studio» ribatte' Odyle. Si accorse che Tristan la osservava discutere con aria sorniona. «Trovate che sia spiritosa, signore?» gli disse, piccata. «Proprio non vi capisco.» Sì, era permalosa. Quello era il suo "unico" difetto. O quasi. «Siete bella anche quando vi arrabbiate, l'avevo già notato al cinematografo» replicò lui con aria innocente. Odyle rimase in silenzio, lusingata e al tempo stesso imbarazzata da quel complimento. Gliel'aveva rivolto proprio di fronte alle bambine, si rese conto. Decisamente, il tempismo non era il suo forte. Solo allora si accorse del macchinario che Lord Brisbane aveva tra le mani. Era stato su quello che si era chinato poco prima, quando lei lo aveva aggredito alle spalle. «È una macchina fotografica?» gli domandò. Ne aveva viste a Parigi, e lo stesso Claude ne aveva posseduta una con cui le aveva scattato delle foto, come quella sul trapezio che lei custodiva gelosamente nel suo baule. «Ehm... sì...» All'improvviso Tristan sembrava infastidito dalla sua presenza o, forse, dalla sua curiosità. «Non ci fate più il ritratto?» domandò Ernestine, euforica. «Oh, si che ve lo faccio... prego signorine, rimettetevi in posa.» Lord Brisbane aprì una specie di sportellino sulla parte superiore della macchina. «Che meraviglia, bambine. Su, state ferme!» esclamò Odyle. «E voi non vi fate ritrarre, Miss Chagny?» le domandò Ernestine. Odyle si volse verso Tristan, il quale però sembrava molto indaffarato a preparare la macchina. «Se non vi dispiace, Miss Chagny, vorrei catturare la vostra immagine da sola...» gli sentì dire senza che alzasse gli occhi da quello che stava osservando all'interno di quel piccolo prodigio della tecnica. Lei annuì in silenzio.
   
 
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