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Autore: Ladybug87    12/01/2022    7 recensioni
La trama di questa storia è decisamente originale e fuori dagli schemi oltre ad essere AU.
Ci saranno due protagonisti dei giorni nostri i cui destini, dopo un momento tragico, si incroceranno con qualcosa del passato che coinvolge i nostri Oscar e André.
In questa nuova avventura mi fregio di avere la collaborazione attiva di Baudelaire che, incuriosita dall'idea, ha accettato di scrivere i capitoli della storia in alternanza con me.
Penso che i capitoli saranno suddivisi così: quelli dispari li scriverò io e quelli pari Baudelaire.
Spero che l'idea possa piacere, nonostante sia lontana dalla storia canonica.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Baudelaire


Thea era davanti al Musée des Beaux-Arts di Arras, un maestoso edificio la cui architettura ricordava quella della Reggia di Versailles. Rimaneva incantata ogni volta che lo ammirava…
Tirò fuori dalla borsa il biglietto sul quale aveva scarabocchiato un nome: Luc Martin.
Era un esperto dell’epoca dei Lumi con il quale era riuscita a parlare la sera prima.
L’uomo era rimasto talmente colpito dal racconto di Thea che le aveva dato appuntamento già la mattina seguente.
Thea era felice ed emozionata. Presto avrebbe scoperto il contenuto del misterioso messaggio.
Il pomeriggio precedente, dopo aver telefonato al museo, aveva chiamato il dottor Lessade.
No, Laurent non si era risvegliato.
No, nessun miglioramento.
E no, non c’era alcun bisogno che lei tornasse in ospedale, per il momento.
Thea l’avrebbe fatto, prima o poi, magari dopo aver fatto luce sul mistero della bottiglia. Sarebbe tornata da lui, si sarebbe seduta al suo fianco, e poco importava se lui non poteva sentirla, poco importava se non poteva parlarle.
Thea gli avrebbe raccontato tutto, per filo e per segno. Forse, una parte di Laurent sarebbe stata in grado di ascoltare. Sarebbe rimasto incantato quanto lei da quella storia affascinante. Forse sarebbe tornato da lei dopo aver udito quella storia incredibile…
C’erano ancora così tante cose da fare insieme, una vita intera da vivere.
Non poteva abbandonarla per sempre. Non doveva azzardarsi a farlo…
Proprio no…
Sì… sarebbe tornata da lui e lo avrebbe reso partecipe di quella affascinante avventura.
Ma non era ancora il momento. Ora doveva gettare luce su quel fitto mistero. Perché quella bottiglia era arrivata proprio a lei?
Thea se lo chiedeva ossessivamente.
Quale misterioso messaggio voleva darle il destino?
Doveva essere impazzita, ma era questo ciò che pensava. Quel biglietto era per lei, ne era assolutamente convinta.
In ogni caso, la verità stava per essere rivelata.
Sospirò profondamente, stringendo il biglietto tra le dita, la bottiglia al sicuro in una borsa.
Entrò e chiese alla ragazza alla reception di parlare con il dottor Martin.
La giovane fece una telefonata, poi l’accompagnò al secondo piano.
Thea fu invitata ad entrare in un grande ufficio, con poltrone in pelle nera e una vista spettacolare sui giardini del museo. Era chiaro che questo Luc doveva essere un pezzo grosso.
La donna la invitò ad accomodarsi e si congedò, dicendo che il dottore sarebbe arrivato subito.
Thea attese.
Cinque minuti dopo, la porta si aprì.
Thea scattò in piedi. Il dottor Martin era un uomo alto e brizzolato, di mezza età.
Decisamente affascinante.
“Lei dev’essere la signora Dubois.” – disse, porgendole la mano.
Thea la strinse. “Sono io. Mi perdoni per lo scarso preavviso.”
“Oh, al contrario! Sono ben felice di riceverla! Devo ammettere che la sua telefonata mi ha molto incuriosito…”
Thea se n’era accorta già la sera prima, al telefono. Luc Martin doveva essere eccitato quanto lei per l’insolito ritrovamento.
“Posso… vederla?” – domandò l’uomo, venendo subito al dunque.
A Thea venne quasi da ridere. Aveva mandato la professionalità a farsi benedire e si comportava come un bambino alle prese con un nuovo giocattolo.
“Certamente.”
Con la massima cura, Thea estrasse la bottiglia dalla borsa.
“Wow!” – esclamò il dottor Martin. “Posso?”
“Certo!”
L’uomo prese l’oggetto tra le mani, delicatamente, e lo analizzò a lungo.
“Straordinario… assolutamente straordinario…” – mormorò estasiato, osservando la piccola pergamena all’interno, stretta da un nastro blu.
“Allora… che ne pensa?” – chiese Thea.
“E’ del ‘700, non c’è alcun dubbio.”
“Fantastico.” – mormorò la donna. “Crede sia possibile… aprirla?”
L’uomo spostò la sua attenzione dalla bottiglia a Thea.
Le restituì il prezioso cimelio, si tolse gli occhiali e si strofinò gli occhi.
Thea rimase in attesa.
“Signora Dubois, devo essere molto franco con lei. Abbiamo di fronte un oggetto estremamente fragile. È assai probabile che, nel momento in cui quella bottiglia sarà aperta, sarà impossibile leggere il contenuto del messaggio. Il contatto con l’aria sarebbe deleterio per la pergamena.”
“Il solo e unico modo per scoprirlo è provarci, non crede?” – replicò Thea, risoluta.
Luc Martin sorrise. “Lei muore dalla voglia di scoprire cosa c’è scritto, e la capisco. Tuttavia…”
“Tuttavia non mi aiuterà ad aprirla.” – concluse Thea al posto suo.
“Mi dispiace molto. Non credo sia possibile farlo senza rovinare la pergamena.”
Thea era molto delusa. Era venuta fin lì per niente.
Ma non era tipo da arrendersi tanto facilmente. Non aveva mai creduto alle coincidenze. Tutto avveniva per un motivo.
C’era una ragione precisa se quella bottiglia era arrivata fino a lei.
Thea avrebbe potuto scegliere di non andare ad Arras, e rimanere accanto a Laurent.
Avrebbe potuto decidere di non effettuare un’immersione fuori stagione. Il grande amore per il mare e l’immenso dolore che provava l’avevano spinta a farlo.
Avrebbe potuto non trovare Santiago pronto ad accompagnarla e vedersi rigettata la richiesta, a causa di carenza di personale.
Oppure avrebbe potuto immergersi da un’altra parte, lontano dal punto in cui la bottiglia era rimasta incastonata tra gli scogli. Avrebbe potuto non vederla.
Sarebbe bastato poco: qualche metro più in là, e la bottiglia sarebbe rimasta dov’era.
Insomma, Thea non credeva alle coincidenze. Il destino l’aveva condotta fin lì, e lei non poteva gettare la spugna proprio adesso, qualunque cosa avrebbe detto Luc Martin.
Ripose la bottiglia nella borsa e si alzò. “Dottor Martin, la ringrazio infinitamente per la sua cortesia.” – annunciò, in tono deciso.
“Mi dispiace signora Dubois, ma ho ritenuto di dover essere franco con lei.”
“Proprio per questo sono venuta da lei, per avere un consulto su un argomento che non mi compete. Di nuovo, la ringrazio infinitamente per la sua gentilezza.”
Il tono di Thea non era ostile, ma non riusciva a celare un’ombra di delusione, cosa che non sfuggì affatto all’uomo che le stava di fronte.
“Naturalmente, se lo ritiene, può sempre fare un tentativo…” – azzardò il dottor Martin.
I loro sguardi indugiarono l’uno nell’altra per qualche istante.
Lo sapeva.
Luc Martin sapeva esattamente quali erano le intenzioni di Thea.
“Buona fortuna, signora Dubois.”
“Grazie.” – rispose Thea, stringendogli la mano.

Thea tornò a casa e preparò tutto l’occorrente.
Scese in cantina. Non si trattava di una vera e propria cantina, in realtà, ma dei sotterranei della villa, dove suo padre custodiva le sue pregiate bottiglie di vino e di liquori.
C’era uno stanzino minuscolo che sarebbe stato perfetto per effettuare l’esperimento.
Thea entrò e depose sul tavolo il materiale che aveva preparato, insieme alla bottiglia.
Prese un filo di spago e lo bagnò con dell’acetone. Poi, lo annodò alla bottiglia, proprio sotto il collo, il punto esatto in cui avrebbe praticato il taglio.
Accese un fiammifero e diede fuoco allo spago, avendo cura di ruotare ripetutamente la bottiglia, con estrema cautela.
Attese almeno quindici secondi, poi immerse rapidamente la bottiglia nel contenitore di acqua e ghiaccio che aveva preparato sul tavolo.
Ripetè l’operazione diverse volte, fino a quando, finalmente, l’esperimento funzionò e il taglio nel vetro si aprì. Non era un taglio perfetto, naturalmente.
Doveva fare molta attenzione a non ferirsi.
Ma ce l’aveva fatta! Aveva aperto la bottiglia, e lo aveva fatto da sola!
Il dottor Martin avrebbe esultato con lei, ne era certa!
Ora non restava che tirare fuori la pergamena.
Thea la osservò. Piccola… fragile… delicata come il petalo di una rosa…
Il cuore accelerò. Quel momento era uno squarcio di luce nel buio calato su di lei dal giorno della sparatoria.
Un piccolo, infinito attimo di felicità.
Emozione, emozione a mille.
Non ricordava più cos’erano le belle emozioni… Senza Laurent non valeva più la pena viverle. Ma quel piccolo oggetto era una speranza, una goccia di gioia, una perla affiorata dal nulla.
Per lei, solo per lei.
La lasciò scivolare fuori dal vetro.
Per secoli sul fondo del mare… e ora lì, tra le sue mani, avvolta nel nastro blu.
Non restava che aprirla, e allora avrebbe saputo se le supposizioni del dottor Martin erano esatte.
Sarebbe riuscita a leggere il messaggio?
Thea non voleva aprirla lì, nel buio dei sotterranei.
E non voleva farlo da sola.
Prese la pergamena e si avviò verso la scala.
“Agnese!"
   
 
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