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Autore: adry91    04/09/2009    9 recensioni
Rosalie, Bella e Alice sono tre sorelle newyorchesi che si trasferiscono a Phoenix. Sono le classiche ragazze popolari che tutti invidiano, dal carattere forte e deciso e che non si fanno mettere i piedi in testa da nessuno. A Phoenix le loro vite si incroceranno con quelle di tre fratelli Emmett, Edward e Jasper, anche loro dal carattere forte. Nessuno di loro crede nell’amore, ma presto si renderanno conto di sbagliare, presto l’amore entrerà nelle loro vite e da lì tutto cambierà.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie Meyer

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Stefhanie Meyer. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.

 

 

WHEN THE LOVE CHANGES YOUR LIFE

!?...“Quando l’amore ti cambia la vita”…!?

 

CAPITOLO 18

COSA MI SUCCEDE?

 

POV EMMETT

Era da non credere quanto piccolo fosse il mondo. La famosa cena a cui mamma e papà teneva tantissimo altro non era che con gli Swan. Guardando il volto delle ragazze capì che ci ritrovavamo tutti e sei in un posto in cui non volevamo stare. Quella cena non era gradita a nessuno di noi, se non ai nostri genitori e a quelli delle ragazze, eppure adesso che sapevo che avrei passato una serata con loro non ero più così restio, anzi mi faceva piacere, perché una cosa era certa: mi sarei divertito. Le guardai attentamente ed erano davvero molto belle, anche stasera che erano vestite eleganti. Non potei fare a meno di lanciare un’occhiata a Rosalie e con mio grande piacere notai che lei ricambiò in pieno, anzi me ne lanciò un’altra così provocante da togliere il fiato. Quella ragazza non smetteva di sorprendermi, era diversa da tutte le altre che avevo conosciuto, era come se dentro di lei ci fosse qualcosa che non voleva fare vedere, come se cercasse di nascondere la vera Rosalie dietro una maschera di falsa superficialità. Per un momento mi immaginai io e lei come coppia, non c’entrava niente l’attrazione fisica o il sesso, eravamo una coppia unita dall’amore, quello stesso amore che vedevo ogni giorno negli occhi di mamma e papà, quell’amore che non credevo potesse esistere per me. Ma se, invece, esisteva? Se anche a me fosse concesso amare? E se Rosalie fosse la persona giusta? Quella che poteva farmi perdere completamente la testa? Ok stavo delirando. Era ufficiale: Emmett Cullen era diventato pazzo. Cercai di scacciare quelle immagini di me e Rosalie passeggiare mano nella mano per le vie della città, quelle immagini di me e Rosalie parlare e aprirci completamente gli uni agli altri, ma mi venne difficile. Era come se quelle immagini fossero più forti della mia forza di volontà, non volevano lasciarmi in pace. La osservai e notai che si stava sistemando una ciocca di capelli dietro l’orecchio e in quel momento volevo essere io a farlo, volevo essere io ad avere quel privilegio. Ok, era meglio se smettevo di guardarla. Oggi non stavo molto bene con il cervello.

- Adesso che siamo tutti, direi che sia il caso di entrare – disse Renèe.

- Lo credo anch’io – rispose mamma.

- Ci sono un sacco di sale, qual è la nostra? – chiese Rosalie.

Cavolo aveva una voce celestiale. Basta Emmett, la vuoi piantare di fare il cretino? Torna in te.

- Possiamo scegliere quale preferiamo – gli rispose mia madre.

- Voi che dite? – chiese papà.

- Una vale l’altra – risposi io mentre i miei fratelli annuirono.

- Per noi è uguale – continuarono Charlie e Renèe.

- Anche per noi – dissero mamma e papà.

- Ok, allora scegliete voi – disse mamma riferendosi alle ragazze.

- Non fa differenza per me – disse Rosalie.

- Secondo me o la sala dove c’è il pianoforte oppure quella dorata – disse Alice.

- Tu Bella che dici? – gli chiese mio padre, ma lei non rispose. Sembrava in un mondo tutto suo.

- Terra chiama Bella, terra chiama Bella – disse Edward avvicinandosi a lei e scrollandola per le spalle.

- Eh scusate – disse lei tornando tra noi.

- Bellina come sono le nuvole? – gli chiesi io ridendo. Sapevo che sarebbe diventata furiosa chiamandola così.

- Meglio di come sarà la tua faccia se ti azzardi a chiamarmi di nuovo così – mi rispose lei minacciosa.

- E dai Bella… – stava iniziando a controbattere Jasper.

- Tu sta zitto – lo interruppe lei.

- Ai suoi ordini comandante -  gli rispose Jasper.

- Vedo che andate molto d’accordo – ci disse papà.

- D’accordissimo – rispose Alice.

- Allora Bella visto che sei tornata nel mondo di noi comuni mortali in quale sala vuoi andare? – gli chiese Edward.

- Perché devo scegliere io? – chiese lei.

- Perché per noi è uguale – gli rispose Jasper.

- Allora andiamo in quella con il pianoforte – disse Bella.

- La ragazza è romantica – gli disse Edward posizionando la sua faccia a venti centimetri dal suo volto.

Ma dico era impazzito? Si ricordava che c’era anche il padre di lei qui, o pensava di essere a scuola? Mi voltai verso Charlie e lo vidi furente, sicuramente era molto geloso delle sue figlie, del resto mi sembrava normale considerando che aveva tre ragazze e che soprattutto erano di una bellezza celestiale. Noi avevamo solo una donna a casa e ne eravamo gelosissimi, mi immaginai lui che poveretto si ritrova con quattro donne, tre delle quali dagli ormoni in subbuglio e che in subbuglio mettono anche gli ormoni di chi le vedeva. Tornai ad osservare mio fratello che stasera aveva stranamente voglia di mettersi nei guai. Avvicinò il suo viso molto pericolosamente a quello di lei e Bella diventò rossa per l’imbarazzo. Ok stavo impazzendo. Non era mai diventata rossa nonostante le battutine che gli tiravamo sempre ed adesso che faceva? Solo perché Edward gli si era avvicinato o gli aveva detto che era romantica diventava rossa? No, non era possibile. L’unica soluzione plausibile era la presenza dei suoi genitori ed il fatto che Edward non stesse assumendo atteggiamenti consoni alla situazione.

- Non sono romantica e anche se lo fossi non vedo dove sta il problema. Comunque credo semplicemente che quella sala sia la più consona alla serata. Tutto qui – gli rispose lei riprendendosi.

- Bella, Bella – gli disse lui prima di avvicinarsi pericolosamente al suo orecchio e dirgli qualcosa che però non ci era dato sentire visto il volume della voce che aveva usato.

Vidi Charlie irrigidirsi e lanciare occhiate alla moglie. Edward la vuoi smettere? Ti ricordo che mamma e papà ci tengono tantissimo a questa cena, comportati bene per una volta. Ma che faccio? Parlo da solo? Ok, sono proprio messo male. Se non fosse per il fatto che avevo la possibilità di vedere Rosalie per tutta la serata, con una scusa me ne sarei andato rifilato a casa. Ancora con questa Rosalie? Emmett, basta. Dov’è finito il bastardo che c’è in te? Ok parlo anche con me stesso, sono proprio nei guai.

- Ok, abbiamo deciso quale sala usare, quindi entriamo – disse Charlie cercando di calmarsi.

- Si andiamo – disse Esme.

Tutti e quattro iniziarono ad entrare dentro, mentre noi sei ci fermammo un attimo fuori.

- Ti ha dato di volta il cervello? – disse Bella furiosa rivolgendosi a Edward.

- Perché cosa ho fatto? – gli chiese mio fratello innocentemente.

- Hai rischiato di farti ammazzare da suo padre – gli risposi io.

- Non ho fatto niente – si giustificò lui.

- Edward devo avvisarti che mio padre è piuttosto geloso. Certi comportamenti non li tollera – gli disse Alice.

- Mi fate capire cosa ho fatto? – continuò lui facendo finta di nulla.

- Datti una regolata – gli disse Rosalie, mentre Bella annuiva.

- Cos’è? Te la sei presa perché sono riuscito a farti arrossire? – gli disse Edward.

- Ma fammi il piacere. Se tu non ti fossi comportato così davanti ai miei col cavolo che mi facevi arrossire – gli rispose lei.

- Ne dubito – gli rispose Edward.

- E’ meglio entrare, non si sa mai che Charlie si faccia strane idee non vedendoci arrivare – disse Jasper.

- Conviene – gli rispose Alice lanciandogli un’occhiata provocante.

Entrammo nella sala e notammo che gli altri avevano già preso posto. Ci sedemmo anche noi e in poco tempo arrivò una ragazza a prendere le ordinazioni. I miei e i genitori delle ragazze presero tutte cose sofisticate, non adatte a me.

- E se prendessi una pizza? – chiesi a mio padre.

- In       questa sala non facciamo le pizze, ma per te potrei fare un’eccezione – mi rispose la cameriera, lanciandomi un’occhiata provocante.

La osservai e notai che era davvero una bella ragazza, magari chissà c’avrei potuto fare un pensierino. Ricambia lo sguardo provocante e gli sorrisi, mentre notai che Rosalie la stava fulminando con lo sguardo. Possibile che fosse gelosa? No, ero io che stasera sembravo pazzo.

- Emmett, almeno per una volta cerca di essere più sofisticato. Ci sono un sacco di cose buone da mangiare – mi disse mamma lanciandomi una sguardo che lasciava poco all’immaginazione.

- Ok, hai ragione – gli risposi solamente.

Guardai il menù e ordinai la prima cosa sulla lista. Dopo di me anche i miei fratelli e le ragazze ordinarono. In poco tempo ci furono portate le ordinazioni e mangiammo tranquillamente, interrotti ogni tanto da qualche battutina mia o dei miei fratelli. Non c’era che dire, adoravamo provocare quelle tre. Guardai Rosalie spesso e notai che anche lei faceva lo stesso e ogni volta mi perdevo nei suoi occhi. Emmett torna in te, mi continuavo a ripetere, anche se la mia testa non ne voleva sapere di darmi retta. Ma era davvero la mia testa a non volermi ascoltare, o il mio cuore? Ma che stavo dicendo? Io che parlavo di cuore? Ok ero davvero fuori. Appena terminammo di mangiare la cameriera di prima tornò e mentre sparecchiava non fece altro che lanciarmi sguardi provocanti e Rosalie sembrava furiosa.

- Allora te la faccio fare questa pizza? Per te faccio tutte le eccezioni possibili – mi disse la ragazza a bassa voce per non farsi sentire dai miei e dai genitori delle ragazze. Ovviamente ciò che aveva detto era stato udito sia da me, sia dai miei fratelli, sia dalle ragazze.

- Non abbiamo bisogno delle tue eccezioni. Limitati a fare il tuo lavoro – gli disse Rosalie furiosa, mentre tutti i presenti la guardarono stupiti.

Io, invece, gli sorrisi. Non so bene, perché lo feci, ma mi venne spontaneo e lei ricambiò il mio sorriso anche se la sua espressione era ancora un po’ furente.

- Cos’è sei gelosa? – gli rispose la cameriera.

Lo sguardo che gli lanciò Rosalie lasciava poco all’immaginazione.

- Cos’è vuoi essere licenziata? – gli rispose urlando.

- Rose, ma che ti prende? Sei impazzita? – gli disse Charlie.

Lei nemmeno gli rispose, continuò a guardare la ragazza con sguardo furente. Quella situazione mi piaceva parecchio, anche se non sapevo come spiegarmela. Ad un certo punto arrivò un uomo.

- Ci sono problemi? – ci chiese, forse avendo sentito le urla di Rosalie.

- Lei è il proprietario? – gli chiese Rosalie.

- Si, sono io – gli rispose l’uomo.

- Credo che lei non sappia scegliere bene il suo personale – continuò Rosalie come se nulla fosse.

- Cos’è successo? – chiese lui.

- Nulla. Mia figlia è solo un po’ alterata, ha avuto una giornata no. Mi scuso per lei – rispose Renèe.

- Non ho avuto nessuna giornata no. Le cameriere qui vengono pagate per lavorare o per flirtare con i clienti? – gli chiese lei.

- Per lavorare, ovviamente – gli rispose l’uomo.

- Me lo auguro. Adesso se permette faccia venire qualcun altro. Non ho intenzione ne ordinare ne di mangiare con questa qui tra i piedi – continuò Rosalie.

- Rose la vuoi finire? – gli disse Charlie.

- No, lasciala stare. Avrà le sue ragioni per comportarsi così. Brad, ti prego fai venire qualcun altro per servire al nostro tavolo – disse mamma rivolgendosi al padrone del locale.

Lei aveva progettato e arredato quel locale quindi conosceva benissimo il proprietario. Erano diventati anche molto amici.

- Certo Esme. Provvedo subito e scusate la ragazza da parte mia – disse l’uomo allontanandosi dal tavolo seguito dalla ragazza.

- Ma sei scema? – disse Renèe rivolgendosi a Rosalie.

- Permetti che mi dia fastidio dover ordinare mentre una cretina lancia sguardi languidi al primo venuto? – chiese lei.

- Io non sono il primo venuto – la rimbeccai io.

- Era per dire – continuò lei.

- Non ha importanza cosa faceva lei. Nessuno ti da il diritto di fare una sfuriata del genere. Probabilmente quella ragazza si ritroverà senza lavoro stasera – gli disse Charlie.

- Non sono problemi miei – gli rispose lei.

- Io non riesco a capire perché dovunque andiamo dovete sempre farvi riconoscere – gli disse Renèe.

- Così siamo, se vi va bene ok, altrimenti problemi vostri – gli disse Bella.

- Vedo che le ragazze hanno molto in comune con i miei figli – fece notare mia madre.

- Dovunque andiamo devono lasciare un segno. Motivo per cui non li portiamo mai con noi – continuò papà.

- Per fortuna – disse Jasper.

- Odio fare brutte figure – disse Charlie.

- Sta tranquillo, con noi è come essere in famiglia – disse papà.

- E poi ti sei dimenticato come eravamo noi alla loro età? Ne facevamo di peggio – disse mamma e iniziò a raccontare di qualche episodi della gioventù.

Io e gli altri ci girammo per non ascoltare, non eravamo molti interessati a questi racconti. Bella e Alice continuavano a guardare Rosalie stranite.

- Noi tre dobbiamo parlare – esordì Alice all’improvviso.

- Non ne vedo il motivo – continuò Rosalie.

- Io invece si – disse Bella.

- Andiamo in bagno – disse Alice.

- Si vai che ti raggiungo – disse Jasper.

- Si, ti piacerebbe – gli rispose Alice.

- Anche a te se per questo – continuò mio fratello.

- Benissimo allora Alice e Jasper vanno in bagno, Rosalie e Emmett vanno fuori e io e Bella andiamo in macchina. Abbiamo un discorso lasciato in sospeso – disse Edward.

- Si come no. Aspettami in macchina che arrivo subito – gli disse Bella sarcastica.

- Tu che dici Rosalie? Sei d’accordo con la proposta di Edward? – dissi io.

- Dico che abbiamo già dato – mi rispose lei.

- Faremo il bis – gli risposi io.

- Ho sentito dire che di solito te le porti a letto solo una volta, quindi sarebbe rischioso farlo una seconda volta – mi disse lei maliziosa, mentre si alzava dal tavolo e si dirigeva in bagno seguita dalle sue sorelle.

- Emmett posso capire perché da quando siamo arrivati fissi Rosalie con insistenza? – mi chiese Jasper.

- Credi di guardare Alice in modo diverso? – gli dissi io un tantino agitato, del resto aveva colpito nel segno.

- Ok, calma ragazzi – ci disse Edward.

- Tu zitto che non sei mica un santo – gli dissi.

- Emmett, cos’è? Jasper ha colpito nel segno? – continuò Edward notando come gli avevo risposto.

- Ok scusate – gli dissi.

- Ricapitoliamo quello che sta succedendo, perché non è normale – disse Jasper.

- Cioè? – dicemmo all’unisono io e Edward.

- Emmett come mai non hai battuto ciglio dopo la sfuriata di Rosalie? A quanto ne so non ti piacciano le ragazze gelose. E tu Edward perché hai flirtato con Bella davanti ai suoi genitori e ai nostri? – ci domandò Jasper.

- Infatti non mi piacciono quelle gelose, ma non credo che la sua sia stata una scenata di gelosia. Piuttosto credo che non gli piacesse la ragazza – dissi io mentendo.

Anche secondo me era stata una scenata di gelosia, ma non sapevo spiegarmi perché mi aveva fatto piacere, quindi meglio non dire niente a loro, magari avrebbero iniziato a costruire castelli in aria.

- Faccio finta di crederci. E tu Edward? – chiese Jasper.

- Io nulla. Adoro provocarla e quella mi sembrava la situazione migliore, infatti ci sono riuscito. L’ho messa in imbarazzo – rispose Edward.

- Sei consapevole che ci sei riuscito solo perché c’erano i nostri genitori e i suoi? – gli chiesi.

- Si certo, ma non ha importanza. Finalmente ho visto anche lei arrossire. Del resto al mio fascino non si resiste – mi rispose lui.

- Su questo non abbiamo dubbi, vero Emmett? – disse Jasper rivolgendosi a me, mentre io annuì.

- E tu, invece che parli per noi perché non ci dici il perché fissi Alice con tanta insistenza? – dissi riferendomi a Jasper.

- Perché le cose belle si guardano. No? – rispose lui.

- Giusto fratello – gli disse Edward.

- Non è che ti piace più del dovuto? – chiesi io scherzando rivolgendomi a Jasper.

- Impossibile – mi rispose lui.

- Cosa sarebbe impossibile? – ci chiese Rosalie sedendosi al tavolo seguita da Alice.

- Nulla – rispose prontamente Jasper.

- Pensavamo che vi eravate perse in bagno. Ci avete messo mezz’ora - gli dissi io.

- Lo so che non puoi più vivere senza di me, ma rovina la tua fama da playboy conteggiare per quanto tempo mi assento – mi rispose Rosalie mandandomi un’occhiata maliziosa, ma sia nel suo sguardo che in quello di Alice si poteva scorgere preoccupazione, anche se non sapevo spiegarmi il perché.

- Sta tranquilla, è praticamente impossibile che la mia fama da playboy si rovini – gli risposi mandandogli anch’io un’occhiata maliziosa.

- Dov’è Bella? – chiese Edward.

- Non vedo perché questo potrebbe interessarti – gli rispose Alice.

- Ti ho chiesto dov’è Bella? – ribadì Edward scocciato.

- Se continui così penseremo che sei geloso – lo rimbeccò Rosalie.

Lui geloso? Si come no. Se lui è geloso io sono il presidente degli Stati Uniti.

- Pensa quello che cazzo vuoi. Voglio sapere dov’è Bella – gli rispose mio fratello alzando leggermente le voce, per fortuna non così tanto da farsi sentire dai nostri genitori che a quanto sembrava continuavano a parlare e a invocare vecchi ricordi di gioventù.

Ok, adesso iniziavo a preoccuparmi seriamente. Uno Edward si era alterato senza un motivo apparente, due aveva sprecato un’opportunità d’oro per provocare Rosalie vista la sfuriata che aveva fatto prima e tre sembrava realmente interessato a sapere dove fosse Bella. Adesso o io ero impazzito o in Edward qualcosa non andava. Sia io che Jasper lo guardammo straniti e lo stesso fecero Alice e Rosalie, che sembravano non sapere cosa fare.

- Edward potresti evitare di alzare la voce? – gli chiesi.

- Dove cazzo è Bella? – continuò lui ignorandomi.

- E’ andata un attimo fuori a fumarsi una sigaretta – gli rispose Alice.

- Grazie – si limitò a dire Edward alzandosi dalla sedia.

Ok, questa dovevo segnarmela. Edward che diceva grazie non era cosa da tutti i giorni.

- Dove vai? – gli chiese Rosalie.

- A fumare una sigaretta – gli rispose lui.

- Edward non andarci, aspetta che lei rientri – gli chiese gentilmente Alice.

Per la prima volta da quando la conoscevo l’avevo sentita rivolgersi in modo gentile a qualcuno e adesso che la osservavo bene aveva uno strano sguardo e anche Rosalie lo aveva. Che fosse successo qualcosa a Bella? No, era da escludere, altrimenti di sicuro loro sarebbero rimaste con lei. E allora cos’era che non andava?

- Ti prego – gli disse Rosalie.

- Vado solo a fumarmi una sigaretta, mica ad ucciderla – gli rispose Edward.

Loro lo guardarono con occhi supplichevoli, a guardarle non sembravano davvero loro. Forse Edward e Jasper avevano ragione, quelle tre indossavano solo una maschera e forse, togliendola avrebbero fatto vedere il loro vero essere, e forse, avrebbero dimostrato di essere le ragazze più dolci, ma allo stesso tempo più fragili del mondo.

- Ok, esco lo stesso. Ma non vado dove c’è lei. Più tranquille adesso? – gli disse Edward.

Le ragazze parvero sorprendesi della sua reazione, ma poi gli sorrisero. In fondo anche noi eravamo umani, stronzi, ma umani. Un po’ di sensibilità c’era anche in noi.

- Grazie Edward – gli disse Alice, mentre Rosalie annuiva.

Edward gli sorrise e poi uscì fuori.

- Ma sei cretina? – gli disse Rosalie a Alice.

- Si sarebbe messo ad urlare se non gli dicevo dov’era? Cos’è volevi che lo sentisse mamma e papà? – gli chiese Alice

- Si scusa, hai ragione. Per fortuna l’abbiamo convinto – continuò Rosalie.

Io e Jasper ci guardammo stupiti. Qualcosa non quadrava. Perché tutti quei segreti? Cosa c’era che non andava in Bella? In effetti Bella è sempre apparsa ai miei occhi come la più misteriosa, come se nascondesse qualcosa che la turbasse parecchio. Mi era sembrato come se provasse un rigetto per tutti i ragazzi, a differenza delle sue sorelle che comunque non mi sembrava provassero tutto questo disprezzo verso i ragazzi. Sarà stata una mia impressione, ma comunque qualcosa si strano c’era. Adesso l’unica cosa che non capivo era il perché Edward si fosse comportato così. Che forse gli interessava? No, non poteva essere così, era altamente impossibile. Eppure un dubbio mi rimaneva, dovevo fare una chiacchierata con il mio fratellino una volta a casa. Non mi andava di fare domande a Rosalie o Alice perché non volevo sembrare invadente e lo stesso sembrava voler fare Jasper, infatti cerco di cambiare argomento.

- Allora fratello la vuoi l’eccezione della cameriera? – mi chiese Jasper ridendo seguito da Alice mentre Rosalie lo fulminava con lo sguardo.

- A dire il vero preferisco l’eccezione di qualcun’altro – gli risposi lanciando uno sguardo malizioso a Rosalie che lei prontamente ricambiò.

Cavolo quanto mi piaceva quella ragazza. Cosa avevo detto? Non potevo credere di aver detto che quella ragazza mi piaceva, non era alla Emmett Cullen dire una cosa così. Poi la guardai e la vidi sorridere ad Alice e in quel momento non mi importò poi tanto di aver detto qualcosa di poco consono alla mia fama. La volevo e non come avevo voluto tutte le ragazze fino ad ora, sapevo solo questo.

 

 

Risposte alle vostre recensioni:

- eMiLy BlOoD: Si, le ragazze sono molto unite, e ciò dipende anche da tutto quello che hanno passato da piccole. Comunque diciamo che il capitolo di Emmett, a parte le sue seghe mentali, non faccia ridere più di tanto, anche perché si è reso conto di quello che prova per Rosalie.

 

- bunNyDolcEtestOlinaBuffa: In effetti quelli sono i più semplici, ma nella loro semplicità sono due dei più belli. Comunque sono molto contenta che questa sia la tua storia preferita, spero di non deluderti con i prossimi capitoli.

 

- nefertiry85: Come vedi, puoi notare che già Emmett sta facendo chiarezza e per lui questo è ancora niente.

 

- miss_cullen90: Quello che è successo nell’infanzia non riguarda solo Rose e Alice, ma anche Bella. E’ una cosa che riguarda tutte e tre le sorelle. Quello che poi è successo a Bella è solo un’aggiunta a quello che già tutte e tre avevano passato. Per questo, Bella sembra essere la più chiusa e la più aggressiva, anche se in fondo è la più fragile. Comunque tra un paio di capitolo si scoprirà. Una delle tre racconterà la loro storia a uno dei tre maschietti. Anch’io adoro Esme e condivido con te sul fatto che una storia su Twilight senza di lei non sarebbe la stessa. Il suo personaggio mi piace troppo, anche e soprattutto per l’amore che mostra verso gli altri, è così materna. La adoro, così come adoro Carlisle. Quanto a Bella, Alice e Rosalie, hai ragione, la loro unione è indissolubile. Si capiscono al volo. Comunque non è vero che ho pensato di non risponderti più, anzi è il contrario. Mi fa molto piacere ricevere i tuoi commenti e spero che continuerai a farmeli.

 

- Alyce_Maya: Ed eccoti accontentata con un altro capitolo. Spero ti piacerà.

 

- G_i_s_y: Ho postato anche quest’altro capitolo. Mi auguro che sia di tuo gradimento.

 

- Xx scrittrice88 xX: Si, in effetti ne fa un troppo di pensieri su Jasper e ancora questo è niente. Si sta sciogliendo e anche alla grande. Ve l’ho detto la cena cambierà tutto. Ti anticipo che da dopo la cena diventeranno inseparabili.

 

twilight4ever: Si infatti li hanno conosciuti prima del tempo e si piacciono parecchio. Soprattutto le ragazze restano affascinate da Carlisle e Esme.

 

 

 

Un grazie di tutto cuore a tutti voi che avete recensito, a quelli che hanno messo la mia storia tra i preferiti e nelle seguite. Un altro grazie di cuore anche a:

1 - annatfl [Contatta]
2 - bunNyDolcEtestOlinaBuffa [Contatta]
3 - ciuciu [Contatta]
4 - ClaryCullen [Contatta
]

 

5 - gamolina [Contatta]
6 - Ginny Weasley 95 [Contatta]
7 - girl601 [Contatta]
8 - MaryCullenL [Contatta]

9 - miss_cullen90 [Contatta]
10 - PATRIZIA70 [Contatta]
11 - Xx_scritrice88_xX [Contatta]
12 - __cory__ [Contatta]

 

che mi hanno inserita tra gli autori preferiti. Spero che questo capitolo vi piaccia e recensite. Un bacio.

 

 

 

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