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Autore: Lita_85    16/01/2022    3 recensioni
SEQUEL DI "OGNI PARTE DI TE"
Dario e Anita, ormai felicemente fidanzati, vivono il loro amore come in una favola. Tutto sembra andare per il meglio, fino a quando il passato di entrambi si ripresenta stravolgendo il presente, proprio durante i preparativi per il loro matrimonio. Gli equivoci divertenti e i malintesi dettati dalla gelosia saranno all'ordine del giorno, e metteranno a dura prova i futuri sposi. Riusciranno Dario e Anita a lasciarsi tutto alle spalle e arrivare indenni alla tanto attesa data delle nozze?
* Opera registrata su Patamù*
Genere: Commedia, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Appena entrati in sala tutti si fermarono e zittirono all'istante. Anche nonna Linda, che stava dispensando consigli sul giardinaggio non richiesti, si ammutolì alla vista del suo caro nipote Flavio, che salutò prontamente con gioia. 
Risi interrogativa guardando Dario che, alzando le spalle, rise non sapendo cosa dire. Quel silenzio imbarazzante, spezzato dalla voce della cara nonnina, venne alimentato da Saverio che si alzò subito in piedi con un tifo da stadio trascinando tutti gli altri. Tornammo a ridere imbarazzati abbozzando un inchino verso tutti i presenti, ma soprattutto verso gli sposi che ci guardarono neri di rabbia.

Volevo sprofondare 3.0

Ci sedemmo di corsa negli unici posti liberi vicino a Saverio e Ginevra cercando di sembrare meno impacciati possibile. Afferrammo il menù senza dire una parola ma, continuando a ridere come due bambini beccati con la Nutella tra le mani. 

Ero davvero felice e incredula. 

« I paccheri all'astice saranno buonissimi! », dissi entusiasta tenendo il menù con la mano destra mentre lui teneva l'altra estremità con la sinistra. 

«Lo saranno sicuramente… », rispose lui guardandomi leccandosi il labbro inferiore per poi stringerlo tra i denti. 

« Stiamo ancora parlando dei paccheri giusto?... », chiesi sorridendo imbarazzata.

« Al momento non sono molto interessato ai paccheri… », rispose avvicinandosi al mio orecchio facendomi avvampare.

Le sue labbra si posarono dietro il mio orecchio sinistro facendomi trattenere il respiro. Lo chiamai sibilando cercando di riportarlo all'ordine quando sentii una voce di Ginevra che era seduta vicino a me.

« Vedo che vi ha fatto bene lo sgabuzzino… », dichiarò ridendo prendendo in mano il bicchiere mezzo pieno di vino bianco.

Mi drizzai subito sulla sedia spingendolo delicatamente al suo posto. La situazione ci stava sfuggendo dalle mani. E più ci sfuggiva e più volevo che accadesse.

« Hey Dottore, potresti tenerlo sotto chiave per le prossime tre ore? Pensi di riuscirci? », chiese Saverio stranamente indispettito.

Dario rise di gusto alle domande di Saverio per poi rispondere.

« Sa, vedo che ti sei immedesimato bene nel ruolo di mister Rottermeier! Complimenti! » 

« Dici che sono grave?! »

« Gravissimo direi! » 

« Cazzo… cosa consiglia Dottore? »

« Cinque vodka con Martini e una scopata! »

« Una scopata?! » 

« Per iniziare… », puntualizzò Dario avvicinando le sue labbra al bicchiere di vino camuffando il suo sorriso.

« Mi sembra giusto! », asserì Saverio avvicinando il suo bicchiere a quello di Dario brindando a quella sorta di ricetta medica.

Negai con il capo cercando di nascondere la risatina alla Velletri che stava per venire fuori. Le loro battutine, che prima non tolleravo, diventarono divertenti. Adesso tolleravo di più Saverio anche se non del tutto.

Le seconde portate erano già state servite tra una risata e l'altra, tra i siparietti di Dario e Saverio a discapito degli sposi. Quest'ultimi, adesso più rilassati, si concedevano momenti romantici tra di loro, mentre alcuni commensali degli altri tavoli si erano alzati per fumare o parlare tra di loro quando all'improvviso la band, pur di accaparrarsi qualche coppietta che voleva sgranchirsi le gambe, mise su una serie di canzoni per invogliare gli invitati. Marvin Gaye - Charlie Puth cominciò ad echeggiare per tutta la sala attirando in pista non poca gente. 

Rimasi a guardare tutti seduta al tavolo dove Dario e gli altri mi avevano lasciata per andare a fumare. 
Appoggiata sul pugnetto creato dalle mie mani, facevo ondeggiare il capo seguendo le note della canzone quando lo vidi tornare.
Parlava animatamente con Saverio tenendo le mani in tasca, mentre quest'ultimo teneva per mano Ginevra. Erano davvero carini insieme, e lui era meraviglioso. Quel vestito gli stava d'incanto.

All'improvviso la coppietta felice si fermò al centro della pista per ballare, mentre gli occhi di Dario finalmente si posarono su di me facendomi fermare di colpo. Ebbi la salivazione azzerata mentre si muoveva ancheggiando verso di me. Avevo già capito le sue intenzioni.

Cominciai a ridere come una stupida mentre lui si avvicinava a me con gli occhi che gli brillavano. 

« Signorina Velletri, mi permette questo ballo? »

« Con vero piacere Signor Mancini… », risposi alzandomi e porgendogli la mano.

Le sue dita si intrecciarono subito con le mie facendomi volteggiare in una piroetta prima di riprendermi tra le sue braccia. Caddi letteralmente tra le sue braccia trapassata dal suo sguardo. I suoi occhi meravigliosi risplendevano al contatto con i miei e le sue labbra si incurvarono all'insù facendomi sciogliere ancora una volta. 
La sua mano destra avvicinò il mio corpo al suo in un gesto improvviso facendomi sussultare. Il suo profumo come in una folata di vento inondò le mie narici facendomi deglutire a fatica.

« Ti ho spaventata?... », chiese guardandomi tra il preoccupato e il divertito. 

« No…no  è che ancora devo abituarmi a tutto questo… »

« Anch'io… », affermò sorridendo felice stringendomi di più a sé.

Sorrisi a mia volta appoggiando il mio viso sulla sua spalla. Mi sembrava tutto un sogno.
Era come se fossimo solo noi due in quella sala. Solo io e lui.

Completamente soggiogata da tutta quella situazione paradisiaca, persi la cognizione del tempo e dello spazio non accorgendomi che quasi tutti gli invitati erano usciti fuori per il gran finale. Mi guardai intorno spaesata vedendo solo alcune coppiette in pista compresi gli sposi.

« Vieni con me, devo mostrarti una cosa… », disse sussurrandolo al mio orecchio prima di lasciare un bacio sulla mia spalla nuda.

Alzai il capo estasiata ma con una domanda silenziosa che lui afferrò immediatamente.

« Non ti preoccupare, gli sposi non baderanno più a noi… hanno già il loro bel da fare… »,

Annuì arrossendo guardando verso gli sposi che ballavano avvinghiati senza badare a tutto il resto del mondo.

Lo seguii ancora una volta senza indugio. Senza pormi nessuna domanda. Lui era la risposta a tutti i miei quesiti.

Attraversammo nuovamente la hall con passo veloce ritrovandoci davanti alle scale, quelle scale. Lui sembrò contemplarla per qualche secondo per poi stringere più forte la mia mano destra. 

« Ricordi quella sera? »

« Come potrei dimenticarla? Ti sono volata praticamente tra le braccia! », risposi divertita avvicinandomi a lui.

« E che altro? »

« Ricordo che ci siamo guardati e tu, e tu sembrava quasi volessi baciarmi… », risposi con il cuore in gola.

« Sembrava? », chiese facendomi avvicinare a lui sorridendo.

« Insomma, è quello che ho potuto notare prima che arrivasse Saverio… », affermai sorridendo stringendo tra le dita il colletto della sua giacca. 

« Beh, vedo che non le sfugge niente signorina Velletri… in realtà è vero… volevo baciarti… baciarti fino a perdere il fiato… e sai perché? », la sua presa si accentuò stringendomi al suo corpo continuando a sorridere.

« Perché ero un bel bocconcino? », domandai sorridendo cercando di mantenere un botta e risposta goliardico.

« Perché ti amavo già… », disse nella più totale serietà spiazzandomi. Rimasi ad osservarlo senza riprendere fiato. Quel fiato che avevo perso durante l'ascolto di quelle parole. 

La sua mano destra scivolo sulla mia guancia destra, per poi infilarsi tra i miei capelli. Il pollice che era rimasto sulla guancia fregava su di essa facendomi chiudere gli occhi all'istante. Volevo quel bacio. Volevo che lui mi baciasse lì dove voleva farlo. Sentii le sue labbra sulle mie chiudendosi in un bacio passionale. Si infrangeva su di me come le onde del mare. 
Insaziabile. Irrefrenabile. Indecifrabile.
Sentii le gambe cedere. 

« Dario… », sibilai staccandomi da lui cercando di riprendere fiato.

« Angelo… »

« Se mi avessi baciata così quella sera credo che non sarei sopravvissuta… » 

« È colpa tua, mi fai uno strano effetto… »

« Posso dire la stessa cosa… »

« Bene, perché il tour di Dario non è finito qui… », si premurò a dire prima di prendermi nuovamente per la mano destra.

« Adoro i tuoi tour… », dissi sorridendo prendendo con la mano destra la gonna per agevolare la salita verso la scala.

Ci ritrovammo al secondo piano tra i silenzi e le risate trattenute. Quel corridoio che conoscevo bene portava solo da una parte. La sua stanza di all'ora .
Estrasse dalla tasca la chiave, e girandola nella toppa, mi ordinò di chiudere gli occhi. 
Con il cuore in gola e la pelle d'oca feci quando detto da lui. Mi affidai a lui portando le mani verso le sue, in un turbinio di emozioni. Sentivo solo il rumore dei miei tacchi e del mio respiro accellerato.


Il tonfo della porta dietro di me rimbombò nelle mie orecchie facendomi perdere il senso dell'orientamento. 

« Adesso puoi aprirli… », disse lui rimanendo dietro di me.

Alzai le palpebre ritrovandomi come in un sogno. Il letto, dalle lenzuola candide, era tempestato da petali di rose rosse come il pavimento. Piccole candele profumate erano sparpagliate per tutta la stanza illuminando tutto come in un favola. La finestra aperta, dalla quale entrava la luce della luna, rendeva tutto magico come lo era stato la prima volta. Rimasi ferma ad osservare tutto senza proferire parola. Avevo paura che non fosse vero, che fosse solo un meraviglioso sogno.

« La prima volta che abbiamo fatto l'amore è stato al Rencontre… ma ti dico la verità, non vado fiero di quella sera… »

« Dario io non rinnego nulla… », dissi senza voltarmi intrecciando le mani nervosamente.

« Lo so, neanche io rinnego nulla… ma, avrei potuto gestire la cosa diversamente… »

« Non hai fatto nulla che io non volessi… perché io lo volevo quanto te… »

« So anche questo, ma di solito la prima volta deve essere speciale… e quella non è stata sicuramente "speciale" anche se nessuno dei due si è mai lamentato… », affermò ridendo.

« No, infatti… », affermai trattenendo una risata tra le lacrime che volevano scendere giù. 

« Adesso voglio rimediare, voglio che la nostra prima volta da fidanzati sia diversa… voglio che sia magica... », sussurrò con la voce tremula mentre le sue labbra si posavano sulla mia spalla destra baciandola. Il calore scaturito dalle sue labbra mi fece drizzare la schiena e ansimare.

« Dario… » 

« Ho preparato tutto questo dopo esserci visti davanti alla finestra con Alessandro… ho annuito solo perché non era il momento giusto… scusami se ti sono sembrato menefreghista…», sibilò tirando giù la cerniera che faceva parte del mio vestito, facendolo scivolare sul mio corpo rimanendo in intimo e autoreggenti.

« Ormai non ha importanza… », ribattei con un filo di voce, deglutendo quella saliva inesistente. Strinsi la mano attorno al collo cercando di non morire all'istante.

 Tremavo. Tremavo dalla felicità.

Sentii il fruscìo dei suoi indumenti mentre li toglieva uno ad uno dietro di me e li gettava alla nostra destra. Stavo morendo. Morivo ad ogni suo movimento.

 « Voglio farti felice Anita… è tutto ciò che desidero…  », sussurrò al mio orecchio sinistro per poi accarezzarlo con le labbra mentre slacciava il mio reggiseno a balconcino nero. 

Tremai ancora una volta chiudendo gli occhi. Ero in estasi.

Mi girai verso di lui trovando il suo sguardo dolce ma acceso dalla passione. I suoi occhi brillavano a contatto con scintillio delle candele. Era bellissimo, un angelo.

« E io voglio amarti come se fosse la prima volta…  », mormorai stringendo le sue guance tra le mie mani prima di lanciarmi sulle sue labbra.

Lui ricambiò subito con urgenza e trasporto afferrandomi la nuca e il sedere trascinandomi verso il letto dietro di me. 

Quel bacio infuocato, ci accompagnò fino ai piedi del letto facendoci cadere su di esso tra i petali che si alzarono in volo. Sembrò andare dritto a rallentatore.

I nostri occhi si incontrarono nuovamente al chiarore delle candele che muovevano le ombre attorno a noi. Accarezzai il suo viso per poi pettinare i suoi morbidi capelli accennando un sorriso. 

Lui sorrise accentuando la fossetta di destra, e guardandomi come se volesse mangiarmi, tornò sulle mie labbra lasciandoci tanti piccoli baci, per poi spostarsi lungo il mio mento prendendolo a piccoli morsi. 

Ansimai mentre le sue mani sapienti viaggiano lungo il mio corpo provocandomi dei fremiti incontrollati. Mi stringo forte a lui cingendogli il collo chiamandolo dolcemente, il calore del.suo corpo è così bello che mi lasciai sfuggire dei gridolini di piacere. 

Sentii la sua passione, le vibrazioni del suo corpo, il battito accelerato del suo cuore sul mio. Sembrò esplodere.

Lui sollevò il capo guardandomi di nuovo negli occhi, e con un gesto veloce infila il profilattico che si trovava sul letto. 

Non appena si appoggiò nuovamente sul mio corpo lo sentii entrare dentro di me lento. I suoi movimenti erano lenti e delicati come se avesse avuto paura di farmi male. Si avvicinò a me con i gomiti all'estremità del mio viso guardandomi mentre si muoveva dentro di me. La sua espressione era un mix di emozioni che percepii immediatamente sulla mia pelle. Avrei voluto piangere all'istante quando vidi i suoi occhi riempirsi di lacrime sussurrando il mio nome. 

« Amore mio… », sussurrai stringendolo a me forte con il cuore che mi scoppiava in petto.

« Anita, io ti amo, ti amo, ti amo… », ripeteva come in una preghiera stringendomi a sé, mentre i nostri uniti si stavano avviando verso quel piacere che andava oltre quello carnale.
 Era amore, solo amore. Niente di contorto, niente di blasfemo, niente di sbagliato. 

Solo amore.

Quell'amore negato, ripudiato, odiato, ostacolato.
Adesso quell'amore  poteva sbocciare senza più ostacoli.

Avevamo combattuto tante battaglie e, molte le avevamo perse in primis con noi stessi. Eravamo vittime di noi stessi. 

In quel momento più che mai capii che bastavamo noi.

Capii che ogni parte di me era anche una parte di lui e di conseguenza ogni parte di noi.


Amavo ogni parte di noi.





Note: Capitolo Due. Buonasera cari, ed eccoci in questo nuovo appuntamento. Devo dirvi che sto ancora tremando. Questo capitolo ha fatto uscire tutto quello che è Dario: Fragile, testardo ma innamorato. Innamorato pazzo per la sua Anita. Ho sempre pensato che Dario ci avrebbe stupiti con questa sorpresa ad Anita, ma non sapevo che avesse tutto questo dentro. Mi sono emozionata!  Che ci devo dire! E spero che vi siete emozionati a che voi ♥ ️ Dal prossimo capitolo entriamo finalmente nel sequel. Ci sarà un salto temporale e vedremo cosa è successo nel frattempo a tutta la nostra combriccola di trentenni ( che io ormai amo alla follia! ) ♥️ Grazie come sempre a tutti quelli che mi seguono♥️ Vi adoro! Alla prossima! ♥️


   
 
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