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Autore: Harry Fine    18/01/2022    2 recensioni
Iselen Surana, Runaan Mahariel, Aida Tabris, Persephone Cousland, Micah Brosca e Aura Aeducan vivono ognuno la propria vita, tutti bloccati dai loro problemi e deliziati dai loro affetti. Nessuno di loro sa chi siano gli altri, ma molto presto dovranno unirsi e affrontare il Flagello, la calamità peggiore che loro e il loro mondo abbiano mai visto e che minaccia di inghiottire ogni cosa, insieme ad un'improbabile compagnia di alleati, facendo tutto ciò che è necessario per salvare il paese che conoscono. Anche se il prezzo potrebbe essere troppo alto.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Alistair Therin, Custode, Morrigan, Nuovo personaggio, Zevran Arainai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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Tutti i presenti guardarono sbigottiti Zathrian scendere i gradoni di pietra. Il Guardiano indossava delle vesti molto più adatte al combattimento e il suo bastone emanava un'aura verdastra davvero minacciosa. Stava guardando tutti i lupi presenti come se fossero scarafaggi, le rughe ancora più profonde sotto il vallaslin.

《Ah, vedo che lo Stregone voleva assicurarsi che avessimo fatto il lavoro sporco.》 Ghignò Morrigan, l'unica ad essere rimasta composta e a non aver detto niente tutto il tempo, mentre i Lupi iniziavano ad agitarsi. Anche la Signora della Foresta aveva spalancato gli occhi alla vista dell'antico elfo.
《Silenzio Strega.》 Le intimò lui tagliente, rivolgendosi poi a Runaan. 《Non vi vedevo tornare e temevo che qualcosa vi fosse accaduto, Da’len.》. Puntò poi lo sguardo sui due elfi e la rossa.  《E vedo che ho fatto bene. Vi siete fatti ingannare.》
《Piuttosto che ascoltare le bugie di un vecchio, io preferisco combattere per chi mi da informazioni corrette. Sai com'è, sono fatto così》 Rispose l'antivano col suo solito sorriso di sfida in faccia, mentre Iselen annuiva e impugnava il bastone, il Velo che già si tendeva attorno a lui.

Runaan guardò l'altro custode senza poterci credere. 《Iselen, seriamente combatterai per proteggere questi mostri?! Non hai sentito che cosa hanno fatto i loro avi!?》  Il tradimento nella sua voce ben chiaro.
Il mago era la persona di cui si fidava di più, ormai era un caro amico e l'unico con cui si sentiva a suo agio a condividere il peso di essere custodi e gli incubi che li torturavano ogni notte. Dopo aver affrontato tanto insieme a Redcliffe, alla Torre e nella foresta… aveva davvero intenzione di attaccarlo?

《È la cosa giusta, lo faccio anche per te.》  Rispose il più basso.
《Zathrian ti sta manipolando Runaan. Sta usando il tuo senso di colpa e del dovere verso i dalish per spingerti a uccidere degli innocenti. Ed È la stessa cosa che sta facendo con te Aida! Vi vuole solo usare per i suoi scopi!》 Affermò Leliana, girandosi verso l'elfa e facendo un passo verso di lei per cercare di convincerla, prima che un lampo si schiantasse ai suoi piedi.
La ragazza si fece subito indietro, mentre Sten si metteva in posizione di battaglia, lo sguardo duro come sempre, mentre invece Aida ringhiava con forza verso i Mannari, i denti sempre più affilati aldilà delle labbra.


Il Dalish si morse il labbro davanti a quella scena, la presa sul suo arco che si allentava un poco. Voleva prendere quel cuore e salvare i cacciatori. Doveva provare a sé stesso di essere ancora capace di proteggere gli altri figli del Popolo, che non aveva smesso di metterli al primo posto anche se aveva lasciato il proprio Clan… eppure gli occhi dei suoi compagni erano così determinati da farlo vacillare. Stava cercando di restare saldo, ma Anche lui aveva visto che i lupi mannari erano intelligenti, non semplici belve selvatiche, e le parole di Leliana continuavano a rimbalzargli nella mente. Ucciderli per i crimini dei loro antenati Era davvero la scelta giusta da fare?

《Non sono innocenti! I loro avi hanno ucciso i miei figli, rubato le nostre terre, rovinato le vite di tantissimi figli del mio Popolo. Meritano di pagare per tutta l’eternità come le bestie che sono!》 Tuonò invece il Guardiano, mentre il Velo attorno a lui si piegava dolorosamente. Le enormi radici attorno a loro presero vita, lanciandosi contro i lupi con tutta la loro forza e aprendo enormi crepe nel pavimento e nei muri, minacciando di abbattere la sala.
《Non farti fuorviare, Da’len. Per salvare la nostra gente, non c'è altro modo.》  Sussurrò a Runaan.

Il più giovane strinse di nuovo l'arco, ancora indeciso sul da farsi, continuando a fissare Iselen negli occhi e cercando di capire cosa fare, ma Passosvelto si mosse rapidissimo e trascinò via lui, Zevran, Leliana e Invel dalla traiettoria delle radici prima che fossero colpiti, caricando poi verso il dalish più anziano insieme al resto del suo branco con le zanne snudate, ma Sten si mise in mezzo, bloccando il suo assalto con Asala. Il lupo ruggì, cercando di oltrepassarlo, però Zathrian lo scagliò contro un muro con un lampo fiammeggiante.


Si accasciò con un guaito, una brucatura che occupava tutto il petto, e Tantissimi altri lupi ulularono rabbiosi, scendendo dalle macerie e cercando di attaccare, però furono intrappolati o trafitti dagli enormi rami richiamati dal guardiano, che stavano spaccando il pavimento ed emergendo come terrificanti spuntoni. Il terreno ormai era colorato di rosso, decine di cadaveri di lupi giacevano a terra, e quelli che avevano evitato le radici dovevano vedersela con le fiamme di Zathrian, Le frecce di Runaan e i fendenti di Sten.
Iselen aveva invocato delle barriere su tutti loro e Zevran e Leliana stavano lanciando contro il Guardiano tutto quello che avevano, ma nessuno di loro stava cercando di colpire Runaan, Aida o Sten.

La Signora della Foresta si portò le mani alla bocca davanti a quello scempio, il suo viso che si allungava in un muso affilato e il corpo già ricoperto di una candida pelliccia da lupo che cresceva e si gonfiava di muscoli fino a trasformarsi in Zannelucenti, per poi saltare verso il Dalish più anziano col suo enorme corpo, tentando di fermarlo.
Morrigan si spostò dalla sua traiettoria, svanendo dalle ombre, mentre il guardiano creava una Frusta di fiamme che centrò il lupo candido su un orecchio, facendolo guaire di dolore, e altre radici sorgevano dal terreno per bloccarlo, poco prima che Aida azzannasse una delle sue Zampe.
Ormai il sigillo si era rotto; la pelliccia aveva coperto la sua pelle quasi del tutto, il viso era tornato ad essere un muso lupino e la sua figura stava diventando via via più massiccia, imponente e ferale. Sentiva il cuore pompare nelle orecchie, La bestia nella sua mente le urlava di combattere, mordere e distruggere, di continuare a squarciare coi suoi artigli qualsiasi cosa le si ponesse davanti senza fermarsi, e lei non era più in grado di rifiutare. Era furiosa, voleva farli a pezzi tutti quanti, l'ebbrezza che sentiva le impediva di pensare lucidamente.


Il sapore del sangue le aveva dato alla testa e ora sentiva l'adrenalina scorrere come un fiume in piena, rendendola insensibile al dolore, la calma e il controllo che si era imposta nelle ultime ore per resistere alla maledizione e al dolore erano stati gettati al vento. Aveva un solo pensiero in testa: voleva prendere quel cuore a tutti i costi! Voleva tornare ad essere un'elfa, smettere di sentirsi dilaniata da quel dannato maleficio, e ci sarebbe riuscita Anche se avesse dovuto agire come un mostro e squartare ogni singolo Lupo.

Peccato che una freccia la ferì di striscio ad una spalla, costringendola a smettere di attaccare Zannelucenti e girarsi contro Leliana, che la guardava con aria concitata.
《Aida per favore, smettila!》 Urlò lei, abbassando l'arco. 《Questo non è il modo giusto per guarire dalla Maledizione! Questa non sei tu!》
《Se lo meritano!》 Ringhiò lei, la voce distorta e cavernosa. 《Queste creature hanno commesso atti orribili contro due ragazzini solo perché erano elfi. E sarà sempre così! Tu sei un'anima buona, però Simili persone non si meritano la tua compassione, Leliana! Non si merotano altro che una morte orrenda.》

《Sono stati i loro Antenati a commettere quegli orrori! Ti prego, ascoltami! I lupi non ci hanno mentito, Zathrian si! Aida, so che sei una brava persona e che ti stai comportando così per colpa della maledizione, non costringermi a farti del male. Lui sta usando la tua rabbia per spingerti a uccidere degli innocenti, ma tu sei qui perchè hai protetto tua cugina. Hai rischiato la vita per salvarla, Di lui invece non resta che un guscio vuoto! L'unica sua ragione di vita è la vendetta! Vuoi davvero ridurti come lui!? Perché io so cosa si prova ad essere consumati dalla sete di vendetta, e ti assicuro che non ne vale la pena!》

L'elfa si bloccò davanti a quelle parole, le fauci ancora spalancate per attaccare, cercando di pensare, per quanto difficile fosse a causa del dolore e della voglia di uccidere. La bestia le urlava di attaccare: Aveva passato anni ad abbassare la testa, a soffocare la sua ira come le aveva insegnato suo padre, e questo l’aveva portata allo stupro di Shianni e a perdere tutto ciò che amava. Aveva perso sua madre e non aveva nemmeno potuto dirle addio o vendicarsi sui mostri che le avevano fatto una cosa tanto orribile.
Non voleva più essere così, voleva essere forte e farla pagare a quelli come Vaughan e fargli vedere che anche gli elfi potevano fare paura ed evitare che ad altri capitasse ciò che era accaduto a lei. Ma si immaginò come sarebbe stata la sua vita se, dopo aver ucciso i lupi, l’avesse passata in quei boschi a uccidere qualsiasi umano si fosse avvicinato. Sarebbe impazzita, forse se la sarebbe presa con degli innocenti. E anzi… magari stava già impazzendo.

Da quando era stata morsa, non aveva fatto altro che pensare di non voler essere un mostro, di voler tornare ad essere solo Aida, eppure per qualche motivo aveva deciso di cominciare a combattere come una belva per avere ciò che voleva. Aveva squarciato la carne degli altri lupi, l'aveva fatta a brandelli e le era piaciuto! Questo non era diverso da quello che Vaughan aveva fatto a Shianni.
Sentì un forte senso di nausea alla bocca dello stomaco. Si guardò per un attimo gli artigli, scoprendoli lordi di sangue con suo sommo disgusto e anche in bocca lo sentiva. Come aveva fatto a ridursi così? Si era sentita male quando aveva provato soddisfazione dopo aver ucciso gli uomini di Vaughan e ora si era ridotta così. 

Sentì la Bestia guaire di frustrazione, mentre si ripuliva. Non poteva credere di averle permesso di soggiogarla. Anche sua madre le aveva sempre detto che il rancore era una spada a doppio taglio, che danneggiava chi lo subiva, ma soprattutto chi lo provava. Ed era la verità. 
A differenza di Zathrian, Leliana l'aveva aiutata, aveva creduto in lei Anche se era una mezza lupa mannara, aveva provato a salvarla invece che ucciderla. Anche adesso l'orlesiana le stava dando fiducia, aveva abbassato l'arco anche se lei ormai era più lupo che persona. Seppur si conoscessero da meno di una giornata, lei era stata pronta a darle una possibilità, mentre lei era stata sul punto di attaccarla.


Si concentrò nuovamente, tentando di riportare la bestia sotto il suo controllo, di non permettere più alla rabbia e all’istinto di attaccare di avere la meglio. Aveva sopportato la vita dell'Enclave per ventidue anni, aveva sopportato gli sguardi altezzosi delle nobili e degli umani che la ritenevano inferiore solo per la forma delle orecchie, quindi Avrebbe sopportato anche il dolore e tutto quello che quel dannato maleficio le avrebbe causato e avrebbe continuato a pensare razionalmente. Non gli avrebbe permesso di trasformarla in un mostro! E non avrebbe permesso a Zathrian di usarla come arma.

Si rimise in piedi ansimando e Vide Leliana sorridere, mentre impugnava di nuovo l’arco e mirava contro il Guardiano, mentre lei saltava contro di lui insieme ad un altro lupo, che doveva aver capito di avere una nuova alleata.
Peccato che lui si accorse del loro arrivo. Il Velo si slabbrò ancora di più e un'enorme radice spuntò dal terreno e rischiò di tagliarli in due insieme alla rossa, Ma tutti e tre si levarono di mezzo appena in tempo, mentre l'arciera riusciva a trafiggergli la spalla destra.

L'elfo emise un verso di collera e dolore, guarendo la ferita e mulinando il bastone contro l'orlesiana, ma altri lupi lo caricarono con artigli e denti snudati, costringendolo a concentrarsi su di loro per non finire sbranato. Molti Mannari giacevano morti a terra, ma i loro compagni non avevano intenzione di arrendersi. 
Zannelucenti era in testa al gruppo e continuava ad attaccare senza sosta e proteggere i suoi alleati, usando la sua enorme stazza per contrastare I lampi di magia di Zathrian e gli affondi di Sten. 


Gli unici situati più lontano da loro erano Runaan e Iselen, che si stavano guardando a vicenda con aria guardinga, senza però attaccare.
Il Guardiano li vide e cercò immediatamente di colpire il mago più giovane a tradimento, ma il manico di un coltello lo colpì alla tempia, facendolo barcollare, mentre Zevran ed Invel gli si paravano davanti. 《No no no, bell'imbusto. Sono io il tuo avversario.》 Ghignò l'antivano, scattando in avanti, iniziando a danzare attorno a lui con le sue lame.


I due custodi non fecero caso al loro scontro, però. Si stavano ancora fissando senza muoversi. 《Pensavo che fossimo amici, Iselen. Pensavo di potermi fidare di te, che mi avresti sostenuto! Quel cuore è la sola cosa che potrà salvare la mia gente dalla Maledizione. Perché ti ostini a difendere Zannelucenti!?》
Iselen lo fissò una patina di dolore negli occhi. 《Perché non voglio che tu ti riduca come Zathrian! Runaan, lo so che hai sofferto e pensi che quello che è successo a Tamlen sia colpa tua, ma Leliana ha ragione! In lui non resta nulla se non la vendetta! Non vedi cosa ha fatto pur di averla? Ci ha mentito, ha maledetto persone innocenti e si è rifiutato di rimediare anche dopo che i cacciatori sono stati infettati. E per fare tutto questo ha usato uno spirito unico e lo ha quasi corrotto! Ormai è peggio di qualsiasi abominio potremo mai incontrare!》

Il biondo digrignò I denti. Iselen era il compagno di cui si fidava di più, era suo amico e un suo pari, non aveva bisogno di un vallaslin per esserlo, eppure ora si era schierato contro di lui per proteggere una bestia che aveva maledetto altri membri del suo Popolo. Ma nel fondo della sua mente sentiva una voce fastidiosa che gli diceva che il mago aveva ragione, ma lui non poteva smettere. Sapeva che Zathrian gli aveva mentito, lo aveva capito appena aveva sentito la Signora della foresta, però Avere quel cuore era l'unica possibilità per gli altri dalish, e lui voleva salvarli a tutti i costi. Non avrebbe sopportato che succedesse loro quello che era accaduto a Tamlen o ai suoi genitori. Non voleva che altri morissero perché lui non era stato abbastanza veloce e sveglio!

Però si Domandò cosa avrebbero detto Merathari, Tamlen, Merrill o Fenarel se avessero visto che era pronto a combattere un amico che lo aveva sostenuto e protetto e a cui aveva guardato le spalle per mesi per conto di una persona che gli aveva mentito e abbassò le armi istintivamente. Gli avrebbero detto che stava facendo una cretinata, che non valeva la pena tradire qualcuno che lo aveva aiutato così tanto e di cui si fidava, solo per testardaggine. Era confuso. Non sapeva che fare. Ma forse Iselen aveva ragione: poteva esserci un altro modo.
Il mago lo guardò abbassare i pugnali con un’espressione sollevata, un sorriso che si accendeva sul suo viso: era felice di non doverlo combattere sul serio. Allungò una mano per confortarlo, per dirgli che aveva fatto la scelta giusta, ma una gigantesca radice spaccò il terreno e lo colpì in pieno, facendogli sputare sangue e spedendolo contro una delle pareti di roccia con un sonoro schiocco di ossa che si spezzavano.


Il giovane Dalish sgranò gli occhi nel vederlo crollare esamine per terra coperto di sangue, il baston abbandonato a terra, girandosi verso Zathrian, che aveva spostato la sua attenzione su loro due e aveva attaccato senza che se ne accorgessero. L'antico elfo Aveva una grossa ferita sul fianco che sanguinava copiosamente, regalo dei pugnali di Zevran, ma stava sorridendo soddisfatto, mentre l'antivano ed Invel si stavano divincolando a terra, entrambi bloccati dalle radici. 

《Che cosa hai fatto!?》 Urlò contro l'altro Dalish, riprendendo i suoi pugnali e girandosi verso di lui con gli occhi che mandavano lampi.
《Ti sto aiutando, Da’len. Non devi permettere alle parole di questi Shemlen e Orecchie piatte di minare la tua determinazione. Loro non sanno cosa significhi perdere tutto e non ricordare nemmeno più le proprie tradizioni. Noi avremo il cuore e salveremo i nostri fratelli, dovessimo ucciderli tutti.》

Il biondo digrignò di nuovo i denti, sentendo montare la rabbia come mai prima. Era stato un idiota. Il più grosso idiota che fosse mai esistito!. 《Fenehidis Lasa! Tu non hai idea di chi siano loro! Non osare chiamarli così! Hanno più onore di te! Hanno ragione sulle tue maledette bugie, sono stato un vero cretino a fidarmi! Che Fen'Harel ti prenda!》
Scattò subito in avanti, cogliendolo di sorpresa e ferendolo ad un braccio con uno dei suoi pugnali, liberando poi Zevran ed Invel con dei rapidi tagli.
《Lieto di vedere che sei tornato coi piedi per terra, amico mio.》 Ghignò l'antivano rialzandosi, mentre il Guardiano li fissava con gli occhi pieni di odio, tornando ad alzare il suo bastone contro di loro, mentre l'aria diventava di colpo bollente.
Runaan fu costretto a spostarsi per non essere colpito da una fiammata, sentendo solo puzza di capelli bruciati, però il mabari riuscì a far perdere l’equilibrio al mago, permettendo a Zevran di ferirlo ancora, stavolta al petto, ma fu costretto ad allontanarsi quando l'ennesima radice rischiò di trafiggerlo.

Zathrian ansimò. Aveva usato tantissimo mana per combattere, stava esaurendo le energie, eppure continuò ad utilizzare tutta la magia di cui aveva possesso. Voleva ridurli tutti in cenere! Soprattutto quel maledetto ragazzino traditore! Credeva di aver trovato uno spirito simile, che potesse capire la sua collera e il suo dolore per aver perso i propri figli, e invece aveva preferito schierarsi con quel branco di Shem e orecchie piatte!
Generò un'altra sfera di fuoco, ma un ruggito di Zannelucenti la fece scomparire, mentre lei, Passosvelto e molti altri lupi si schieravano al fianco del giovane dalish, insieme a Leliana e Aida, che erano tornate alla carica dopo essersi assicurate che Iselen respirasse ancora.

L'elfa dalla pelle scura saltò con un ruggito, riuscendo a tracciare dei lunghi graffi sul braccio sinistro  e sul petto del più anziano, evitando il suo assalto giusto in tempo grazie ai suoi riflessi di lupo, e molti altri seguirono il suo esempio, trapassando le barriere di Zathrian e ferendolo in vari punti.
Il Guardiano ormai si reggeva a fatica sul suo bastone magico. Stava esaurendo le forze e solo Sten era rimasto accanto a lui, ma quando tentò di attaccare ancora, Morrigan emerse dalle ombre e gli puntò il bastone contro.
Una potente Maledizione entropica colpì Zathrian nel mezzo della schiena, risucchiando il suo mana, fiaccando le sue forze e facendolo crollare a terra.

《Da… dannata shem… perché hai…?!》 Ringhiò lui. Aveva sottovalutato quella amledetta strega.
Lei gli rivolse uno sguardo annoiato. 《Se pensi che sia interessata alla tua patetica vendetta, sei più sciocco di quanto pensassi. L'unico motivo per cui sono rimasta era per vedere i segreti del Tempio, ma Se devo essere onesta, questa faccenda sta diventando tediosa. È il momento di darci un taglio.》


Sten le rivolse un’espressione di stoico disgusto, tenendo Asala ben alta contro i lupi. Attaccare alle spalle era una mossa davvero spregevole, ma non ci si poteva aspettare di meglio dalla Strega.
Lei non ci fece caso, rispondendo alla sua disapprovazione con un ghigno e posizionandosi come se niente fosse accanto al custode biondo.

Il Qunari Riportò lo sguardo su Passosvelto, che gli ringhiò contro, ma Runaan si fece avanti. 《Sten, abbassa l'arma. Non puoi vincere contro tutti loro.》
《Credevo che volessi eliminare la minaccia che questi mostri e la magia che li affligge rappresentano, kadan. Perché cambi idea tanto in fretta su chi dovresti proteggere?》 Chiese lui, senza abbassare il suo spadone. 

《Perché ha visto la verità.》 Rispose la Signora della Foresta, ritornando in forma umana, rivolgendo uno sguardo grato al Dalish. 《La tua anima è ancora ferita, Runaan Mahariel, ma c'è speranza per te. A differenza sua.》 Disse tristemente, guardando il Guardiano, ormai circondato e troppo debole per combattere ancora.


Sten emise un basso suono di disapprovazione, ma finalmente si decise a riporre Asala sulle sue spalle, osservando lo Spirito avvicinarsi all’anziano elfo con la sua solita aria stoica.
《Zathrian, per quanto andrà avanti Tutto ciò?》 Chiese la Signora, accennando alla figura svenuta di Iselen, tenuta in braccio da un lupo e ai cadaveri sul pavimento. 《Quanti altri coinvolgerai in questo ciclo di odio prima di averne abbastanza? In questi secoli, ho sentito il tuo rancore farsi sempre più forte, ho sentito quanto dolore ti provoca, eppure ti ostini ad aggrapparti ad esso.》
L'altro emise un gemito strozzato, l’incantesimo di Morrigan che ancora lo tratteneva.  《Tutto ciò che ho fatto, l'ho fatto per mio figlio e per mia figlia. Loro non avevano colpe, erano giovani e innocenti, erano l'unica cosa che davvero contava per me, e quei mostri li hanno....》

《Ma cosa direbbero se sapessero cosa il loro padre ha fatto in loro nome? Se sapessero quanto dolore hai subito e inflitto per loro? Vale davvero la pena passare l'eternità a soffrire pur di non perdonare?》
Zathrian abbassò gli occhi, le rughe più evidenti che mai. 《Non posso perdonare. Questo odio… è come una radice che si abbevera alla fonte della mia anima. Ho vissuto e disprezzato troppo a lungo per dimenticare. Anche se volessi… non posso.》

《E allora ti prego, mio vecchio amico, mio creatore, in nome di tutti coloro che sono periti inutilmente per questi misfatti avvenuti secoli fa, liberaci. Annulla la Maledizione e donaci la pace.》 Rispose lei accorata.
Gli occhi dell'elfo incontrarono i suoi. 《Non temi la morte, Spirito? Senza la Maledizione, sia io che tu moriremo. Le nostre vite sono legate ad essa.》
Un sorriso si aprì sul viso della Signora. 《Tu sei colui che mi ha dato corpo, Zathrian. Grazie a te ho sperimentato la gioia, il dolore, la paura, la curiosità. Grazie a te, so cosa si prova ad essere mortale, ma ormai ciò che desidero è essere libera, proprio come le povere anime schiave del maleficio, come te.》


Il Guardiano abbassò la testa nel sentire quelle parole. Era andato avanti per secoli grazie alla sua rabbia, era ciò che lo aveva sostenuto, tutt'ora lo sentiva, ma Per quanto gli costasse ammetterlo, la Signora aveva ragione: quell’odio non aveva fatto altro che consumarlo per secoli, regalandogli solo sprazzi di un piacere malato nel vedere soffrire i lupi mannari, però tutto quello che aveva fatto non aveva protetto nessuno. Aveva solo costretto un paio di giovani coraggiosi a farsi del male a vicenda. Però ormai si rendeva conto che non era servito a nulla.
Anche se fosse vissuto fino alla fine dei tempi, anche se avesse preso il cuore di Zannelucenti e guarito i suoi cacciatori, niente e nessuno gli avrebbe ridato i suoi splendidi figli. E il dolore sarebbe andato avanti.

Si rialzò a fatica, reggendosi al bastone. 《Temo che non smetterò mai di odiare, ma ormai non posso continuare a fuggire. È il momento che incontri i miei piccoli e… domandi loro perdono per averli delusi così tanto.》 Disse, girandosi verso Runaan, Aida e gli altri. 《E mi scuso anche con te, giovane custode. Per tutto.》


Il biondo non rispose, non lo guardò nemmeno in faccia, ma si allontanò appena vide il Guardiano tracciare vari segni sul terreno col suo bastone magico. Non aveva idea di che cosa significassero quei simboli, né era sicuro che Zathrian avesse davvero rinunciato alla sua vendetta, ma I lupi e la Signora della foresta sembravano trepidanti.
Il Guardiano continuò fino a quando il pavimento non fu completamente inciso, e poi sbattè il bastone per terra. Un'abbagliante luce verde si sprigionò dai simboli, crescendo fino ad abbracciare tutta la stanza e ogni singolo Lupo Mannaro all’interno.
Aida fu una delle prime ad essere toccata da quello scintillio e dalle sue labbra sfuggì un gemito sollevato. Era come se fosse stata avvolta in un abbraccio caldo: sentiva il dolore e il fastidio placarsi e la paura lasciare il suo cuore. La bestia aveva finalmente smesso di ringhiare nella sua mente, il suo fisico, i denti e le unghie stavano tornando normali, così come le sue ossa. Il pelo svanì, lasciando il posto alla pelle liscia, il muso tornò ad essere un bel viso e solo il suo occhio dorato rimase. In pochi attimi, l'elfa si rese conto di essere tornata davvero se stessa. E non era la sola a sentirsi così.

Quando la luce si spense, notò che al posto di ogni singolo Lupo Mannaro era comparso un uomo o una donna umani, tutti intenti a guardarsi con degli enormi sorrisi sulle labbra, i loro occhi dorati pieni di felicità e lacrime di commozione per la fine di quel dannato Inferno in cui erano sprofondati tantissimo tempo prima, incuranti del fatto di essere nudi.
Anche lei non poteva fare a meno di sentirsi euforica. Quegli ultimi giorni erano stati la peggiore tortura che avrebbe potuto immaginare, però finalmente era di nuovo libera! Era di nuovo Aida.
Leliana le si avvicinò sorridente. 《Come ti senti?》
《Benissimo! Non hai idea di quanto…》 Si interruppe, abbassando la testa. 《Grazie per aver creduto in me, Leliana. E… scusami. Sono stata una sciocca prima. Avrei dovuto darti retta.》

La rossa aprì la bocca per rispondere, ma Un uomo prestante dai capelli castani e l'aria fiera si rivolse verso di loro, un sorriso storto a ornargli la bocca. 《Grazie di cuore, Custodi. Io e la mia gente Non vi ringrazieremo mai abbastanza per ciò che avete fatto qui.》 Disse con un inchino e l’inconfondibile voce di Passosvelto.
Runaan annuì leggermente. 《Dovreste ringraziare loro in realtà.》 Disse, accennando a Iselen, Zevran e Leliana. 《Noialtri vi avremmo uccisi tutti quanti.》

L’uomo gli battè una mano sulla spalla. 《Alla fine hai fatto la scelta giusta. La nostra Signora ha fatto bene a riporre le sue speranze in voi.》 Rispose, volgendo poi uno sguardo malinconico verso il centro della stanza, dove al posto di Zathrian e dell’antico spirito non era rimasta altro che polvere.
Lui e gli altri ex-Lupi mannari abbassarono il capo in senso di commiato per colei che aveva restituito le loro menti. Anche Aida e Morrigan fecero lo stesso.
Runaan le imitò, rivolgendo una silenziosa Preghiera di perdono ai Numi. 《Era una creatura saggia, ma Non sono sicuro che abbia visto bene in me.》 Mormorò, guardando il corpo svenuto di Iselen.


**


Tornarono tutti in superficie attraverso un tunnel, uscendo poi dalla porta principale del tempio.
Gli ex Lupi Mannari avevano ricavato dei semplici vestiti dalle pelli di alcuni animali che avevano conservato, e si girarono poi verso di loro con un altro cenno di Gratitudine.
《Vi ringraziamo ancora, Custodi, per tutto quello che avete fatto. So che i nostri Antenati erano dei mostri e che hanno commesso peccati orribili, ma vi siamo grati per averci dato una seconda possibilità. E se un giorno vi dovesse servire un aiuto, potrete contare su di noi.》 Disse Passosvelto, prima di allontanarsi tra le fronde insieme ai suoi compagni.
Runaan li guardò andare via con un sospiro esausto. Si sentiva la testa pesante. Sapeva che spezzare la Maledizione in quella maniera era stata la scelta giusta, ma una volta tornati al Clan, avrebbe dovuto dire a tutti che il loro Guardiano, la persona che li aveva protetti ormai per secoli, era morto effettivamente per colpa sua.
Ma in quel momento non importava. Iselen aveva bisogno di cure urgenti e anche gli altri erano feriti, seppur non tanto quanto il mago. E lui doveva pensare a come chiedergli scusa dopo l'enorme cazzata che aveva fatto in quelle rovine.
Era tutta colpa della sua maledetta testardaggine e del suo dannato senso di colpa. Aveva voluto essere arrabbiato a tutti i costi, voleva avere qualcuno con cui sfogare la sua frustrazione e aveva ignorato dei chiarissimi segnali pur di poterlo fare. E Iselen ci era andato di mezzo. Se non lo avesse perdonato, non avrebbe potuto dargli torto.
Lui aveva perso da pochissimo Solona, Neria era tornata al Circolo e Jowan era ancora rinchiuso nel castello di Redcliffe e lui non aveva potuto farci nulla, e adesso per colpa era stato ferito. Sperava solo che il Clan lo potesse aiutare.


Aida invece non era per nulla ansiosa di arrivare. Anche se finalmente non era più un lupo mannaro, aveva comunque il timore che i Dalish non avrebbero reagito bene nel vederla.
Mentre camminavano nella boscaglia, si poggiò una mano sul suo occhio dorato, l'unica caratteristica evidente del lupo che le era rimasta. Non aveva idea del perché non fosse tornato normale, ma aveva davvero paura che significasse che la Maledizione non era andata via del tutto, che la bestia fosse ancora dentro di lei.
《Tutto bene?》 Le chiese di colpo Zevran.
《Si si, non preoccuparti. È stata… un’esperienza pesante.》 
L'antivano annuì con il suo solito sorriso sornione. 《Se ti può consolare, se ti unirai a noi vedrai cose ben più incredibili dei lupi mannari! Iselen mi ha raccontato un paio delle loro avventure e lasciami dire che persino io sono rimasto impressionato.》
La ragazza alzò gli occhi al cielo, però… l’idea di andare con loro attirò la sua attenzione. Quando era arrivata nella foresta, vi si era rifugiata solo per sfuggire alle guardie che le stavano dando da caccia; non aveva idea di che cosa avrebbe fatto dopo, ma di sicuro essere morsa da un lupo mannaro e aiutare un gruppo capitanato da Custodi Grigi a spezzare la Maledizione non faceva parte dei suoi piani.

Però doveva ammettere che combattere con loro era stato emozionante. Appena aveva messo piede nella foresta, aveva capito che non sarebbe più tornata all'enclave e ora ne era più che certa. Nonostante tutto quello che era accaduto, non si era mai sentita così… viva prima d'ora.
L'idea di ritornare ad abbassare la testa senza mai poter dire ciò che pensava, e lavorare ogni giorno sopportando le occhiate di superiorità degli umani le faceva ribrezzo.
In quel momento invece si sentiva leggera. Non solo si era liberata del maleficio, ma aveva anche contribuito a salvare i Cacciatori Dalish, seppur avesse avuto intenzione di farlo tentando di uccidere gli ex Lupi Mannari e arrivando quasi ad attaccare Leliana nel frattempo.


Osservò la rossa camminare poco più avanti, aggrottando le sopracciglia. Le aveva già chiesto scusa, ma temeva che ci sarebbe voluto molto più tempo per spingerla a perdonarla davvero. In fondo, l’orlesiana si era fidata e l'aveva aiutata, mentre lei aveva rischiato di sbranarla.
Emise un sospiro. Avrebbe dovuto parlarle al più presto.


**


Giunsero all’accampamento in poche ore, furono accolti con molti ringraziamenti e urla di giubilo da parte dei Dalish, che li stavamo aspettando al confine. A quanto pareva, appena Zathrian aveva sciolto la Maledizione i cacciatori, ormai sul punto di crollare, si erano sentiti subito meglio.
Ci sarebbe voluto ancora un po' perché la situazione tornasse alla normalità, avevano ancora bisogno di cure e riposo, ma più di un elfo li ringraziò per aver salvato un suo genitore, un fratello o una sorella oppure un coniuge o un amico. 
Runaan però gli ignorò tutti, correndo verso la Prima del Clan, Lanaya, rimasta distante dai festeggiamenti, mentre Sten portava con sé Iselen Svenuto.
《È grave. Gli serve aiuto, in fretta!》 Disse concitato alla maga, che li portò tutti nella tenda del Guardiano, l'unica grande abbastanza per ospitarli, senza dire una parola.

L’elfo dalla pelle scura fu deposto delicatamente da Sten sul terreno, dove la magainiziò lentamente a guarire i danni interni coi suoi poteri. Era gonfio, livido e aveva perso moltissimo sangue dalle ferite《Cosa è successo in quelle rovine?》 Domandò all'altro Dalish.
《Zathrian lo ha attaccato.》 Disse l'altro Dalish, abbassando lo sguardo. 《Lui, Zevran e Leliana avevano capito che qualcosa non andava con i Lupi mannari e loro ci hanno parlato dei figli di Zathrian e di come lui abbia creato la Maledizione. E quando ci ha raggiunti, ha visto che alcuni di noi non volevano prendere il cuore e siamo stati costretti ad attaccarlo per evitare che ci uccidesse tutti quanti.》

La ragazza abbassò gli occhi, e il custode ebbe l’impressione che stesse per piangere, ma si limitò ad annuire e basta. 《Ho sentito ciò che ha fatto. La sua magia si estesa tramite il Velo. Ha spezzato la Maledizione vero?》
Morrigan annuì. 《Si. Ha liberato lo spirito con cui aveva generato Zannelucenti ed entrambi sono andati incontro alla morte.》
Lanaya su morse il labbro, gli occhi lucidi. 《Già da tempo sospettavo che lui potesse avere qualcosa a che fare con i Lupi, ma ho sempre pregato di sbagliarmi. Non posso credere che fosse davvero lui l’artefice di quella Maledizione, ne che potesse provare tanto odio. Per me era come un padre. Mi ha salvata lui dagli schiavisti, lui mi ha reso una vera Dalish.》

《Se ti può consolare, era in pace quando se n'è andato. Ha scelto di spezzare l'incantesimo di sua volontà.》 Rispose l’elfo, sapendo già che non sarebbe servito a farla stare meglio.
Lanaya aveva lacrime che scendevano lungo le guance. 《Una volta mi aveva detto… che gli ricordavo sua figlia, e che lo rendevo fiero. Diceva che il Clan sarebbe stato al sicuro con me se mai gli fosse accaduto qualcosa di brutto. Ma non credevo che sarebbe successo senza preavviso. Prendere il suo posto… mi sembra un crimine.》 Il tono della sua voce stava iniziando ad incrinarsi. 
L'idea di diventare Guardiana non l'aveva mai nemmeno sfiorata, che ormai non sapeva davvero come avrebbe dovuto reagire. Zathrian le era sempre sembrato così… invincibile e senza tempo. Saperlo morto, seppur in pace, era un pensiero inconcepibile.

《Ci dispiace tanto, Lanaya.》 Disse Runaan abbassando gli occhi. Aveva quasi sperato che la ragazza perdesse le staffe ed iniziasse ad urlare che lo aveva ucciso, piuttosto che assistere quella reazione. 《Se potessi fare qualcosa…》
《È stata una sua scelta, questo basta per me.》 Lo interruppe lei, asciugandosi gli occhi. 《Tutto il rancore che provava lo ha tormentato per secoli, almeno ora può stare coi suoi figli. E questo… questo è ciò che voleva. Spero che abbia trovato la felicità.》 

Il Dalish annuì, il cuore pesante per il senso di colpa, guardando poi Iselen. Il torace del ragazzo era ancora livido per il colpo, si ricordava ancora il suo delle sue costole rotte, e il suo viso si stava sgonfiando grazie alla magia della Dalish, ma c’erano ancora degli ematomi sul lato del viso. 《Si riprenderà vero?》
Lanaya annuì rapidamente. 《Per fortuna le costole fratturate non hanno intaccato il polmone, altrimenti sarebbe già morto, ma ha perso molto sangue. Avrà bisogno di un paio di giorni per guarire.》

《Aiutalo, per favore.》 Disse il biondo.
La ragazza annuì, ma Leliana si intromise. 《E… per quanto riguarda il Clan? Chi dirà loro di Zathrian?》
《E, cosa altrettanto importante, i Dalish si uniranno a noi contro la minaccia del Flagello?》 Chiese Sten a braccia conserte.

L'elfa continuò a medicare Iselen, ma rivolse loro un cenno. 《Mi occuperò io di dirlo al Clan, è mio compito in quanto nuova Guardiana. E vi assicuro già da adesso il nostro supporto alla vostra causa. Il Flagello è un pericolo anche per noi Dalish e dopo tutto quello che avete fatto per aiutare i nostri cacciatori, non posso negarvi il nostro aiuto.》
Runaan annuì. 《Vi ringraziamo, Guardiana.》
Lei rivolse loro un altro cenno col capo, lasciando che uscissero dalla tenda e tornando ad occuparsi del mago svenuto.


**


Una volta usciti, Aida si recò accanto al fuoco, cercando riparo dagli sguardi curiosi che molti le rivolgevano e osservando attentamente il campo attorno a lei. Ora che la Maledizione era stata spezzata il campo era pieni di vita. Le avevano dato un'armatura di cuoio scuro, un magnifico arco e una faretra colma di frecce come ringraziamento. Solo che, in mezzo a quegli elfi sorridenti che parlavano e ridevano dopo tanto terrore, si sentiva fuori posto.
Quando era fuggita, aveva pensato di cercarli e chiedere loro rifugio, ma si rendeva conto di non essere una Dalish. Si chiese se anche sua madre, cresciuta tra loro prima di incontrare suo padre, avesse vissuto così, cacciando nei boschi e girando il mondo in lungo e in largo con la sua famiglia. Magari aveva anche lei degli amici a cui aveva dovuto dire addio per sposarsi.

Per un solo istante immaginò come sarebbe stato nascere tra loro, piuttosto che nell’Enclave. Avere la libertà di tirare con l'arco quando voleva, divertirsi con le battute di caccia e poter dire ciò che pensava, non dover essere costretta a incontrare mostri come Vaughan, ma accantonò quel pensiero.
Non avrebbe mai conosciuto Shianni o Soris se fosse cresciuta tra Dalish, e probabilmente non avrebbe nemmeno saputo chi fosse suo padre. E poi… tutta quell'esperienza le aveva fatto vedere che anche quei guerrieri che avevano popolato le sue storie preferite erano proni all’odio, alla debolezza e alla vendetta, anche se lei non aveva proprio il diritto di giudicare.

《Te la sei cavata piuttosto bene per essere una orecchie piatte.》 Disse Runaan, sedendosi accanto a lei davanti al falò.
《Non credo di reggere il confronto con uno che caccia e combatte da una vita intera, specie se un custode grigio.》 Rispose lei, guardandolo di sottecchi 
Il biondo emise uno sbuffo. 《Già, non che possa fare molto per la seconda parte.》
L'altra lo guardò con curiosità e Runaan sbuffò. 《Non ho scelto di essere un custode. Il bastardo che mi ha reclutato mi ha trascinato via dal mio Clan a forza e ha pure avuto il coraggio di tirare le cuoia, insieme al resto del suo dannato ordine. Così, io mi sono ritrovato a dover rimettere le cose a posto in questo dannato Paese con Iselen e uno Shem cretino di nome Alistair, gli ultimi custodi. Ma adesso ho fatto un casino e il mio amico mi manderà a quel paese appena si sveglierà. Non che possa dargli torto.》 

Aida lo guardò, mordendosi la guancia. Ora che lo osservava bene, era facile intuire che fosse più giovane di lei. Non poteva avere più di diciannove anni, eppure aveva già il destino del mondo addosso.
《Anche io ho fatto uno sbaglio enorme. Leliana mi ha aiutata quando avrebbe potuto uccidermi e io…》
《Almeno tu puoi restare qui e rifarti una vita.》 Rispose il Dalish. 《Sai lottare e hai un buon istinto. E tua madre era del Popolo. Ti accoglierebbero.》


Aida si guardò un secondo intorno, ma scosse la testa. 《Per molto tempo l'ho desiderato, ma Non sono una di loro. Anche senza la Maledizione… non sarei mai stata una vera dalish. Però non sono nemmeno più una semplice elfa dell'enclave che spera di racimolare abbastanza denaro per permettersi una bella casa e una vita serena. In questo momento non ho e non sono nulla.》 Ripensò per un secondo alle parole di Zevran. 《Anche per questo vorrei venire con voi.》

Runaan la guardò. 《Dovrai combattere contro la prole oscura se verrai con noi, il che non è una bella esperienza, e ci sono molti altri umani che viaggiano nel nostro gruppo.》

L'altra annuì. 《Sono pronta ad aiutare.》
Il Dalish annuì con un lieve sorriso. 《Allora, benvenuta tra noi.》


**


Due giorni dopo, Runaan era in piedi davanti alla tenda della nuova Guardiana, le dita strette nervosamente tra di loro.
Lanaya aveva dato la notizia della morte di Zathrian solo il giorno prima, quindi l’atmosfera del Clan era di lutto, e poteva capire perché alcuni Dalish non fossero più così felici di vedere lui o i suoi compagni, ma la maga aveva assicurato loro che li avrebbero aiutati contro il Flagello.
Ormai anche lui e gli altri erano pronti a ripartire verso Denerim. Mancava solo Iselen, che era rimasto sotto le cure della Guardina per guarire dalle ferite che gli aveva inferto Zathrian.

Emise un verso frustrato davanti alla sua stessa esitazione. Aveva commesso un grosso sbaglio, quindi era giusto che ne subisse le conseguenze, eppure aveva davvero paura che l’altro elfo lo mandasse al diavolo.
《Sai qual è la cosa che più ammiro di te?》 Domandò Morrigan, sbucata di colpo alle sue spalle. 《Che dai la tua fiducia e il tuo rispetto alle persone che dimostrano la propria utilità, come abbiamo fatto io, Iselen e Sten. Ma hai anche il difetto di permettere al senso di colpa di offuscare il tuo giudizio.》
《Sono stato un idiota.》 Ammise il Dalish. 《Avrei dovuto dare retta a lui e Leliana. Tu, poi, avevi capito fin da subito cosa aveva fatto Zathrian vero? È per questo che lo hai attaccato.》

La maga annuì. 《Ho compreso tutto appena ho visto il tempio e i lupi. Ma Il tuo errore non è stato dargli retta, è stato colpevolizzarti per cose su cui non avevi controllo. Zathrian ha usato questo per manipolarti. E ciò dimostra quanto sia inutile il rimpianto. Non serve continuare a guardarsi indietro. Hai fatto un errore e non si può tornare indietro, solo andare avanti. È una delle prime cose che Flemeth mi ha insegnato. Inoltre, Iselen non È Alistair: ti ascolterà.》
A Runaan scappò una risata. 《Grazie Morrigan.》
Lei tirò fuori un ghigno compiaciuto, allontanandosi elegante come al solito.


Il Dalish rimase un attimo a guardarla, prima di prendere un bel respiro ed entrare dentro la tenda. Voleva almeno provare a chiedere perdono al suo amico. Fortunatamente, In quel momento Lanaya non c'era, e il mago era seduto sul letto con una grossa fasciatura sul petto e con Invel accucciato accanto.
Il suo viso non era più gonfio, restava solo un leggerissimo segno verdastro del livido quasi guarito, e quando si girò verso di lui, i suoi occhi scintillarono vigili. 《Runaan. Cosa ci fai qui?》
《Sono venuto a vedere come stai.》 Rispose il Dalish, cercando di non farsi scoraggiare dal tono gelido dell'altro elfo. 《E soprattutto per domandarti perdono per quello che ho fatto in quelle rovine.》

Il mago si voltò a guardarlo, gli occhi sottili come fessure, però non disse nulla ed Invel uggiolò. Non presagiva nulla di buono.
Runaan interpretò il silenzio come un invito ad andare avanti. 《Ir Abelas, Lethallin. È stata tutta colpa mia. Mia e della mia dannata testardaggine. Tutto quello che tu, Zevran e Leliana avete detto era vero, ma io volevo essere arrabbiato a tutti i costi e vendicarmi su qualcuno, anche se i Lupi non c’entravano niente, e tu sei stato ferito per questo.》
《Riguarda sempre Tamlen, vero? È qui che lui…》 Chiese Iselen, e il Dalish annuì suo malgrado. 

Tutto in quel campo gli ricordava la vita che aveva perso, gli amici che aveva lasciato indietro e soprattutto quello che non aveva potuto salvare. Quel posto sapeva di casa, ma era anche fonte di disperazione. Forse anche per questo aveva scelto di ignorare i segni della vera natura dei lupi mannari.
《Non sono riuscito ad aiutarlo. Avrei dovuto trascinarlo via da quello specchio e invece ho lasciato che lo prendesse. Quando ho visto i cacciatori… ho pensato, stupidamente, che questa fosse la mia sola occasione per rimediare a ciò che è successo. Però la verità è che volevo scaricare la mia collera. Ma Non avrei mai voluto che tu venissi ferito.》
《Il motivo per cui sono arrabbiato non è perché sono stato ferito.》 Lo fermò Iselen, toccandosi la fasciatura. 《Ti ho visto puntarmi addosso i coltelli, ma ero certo che non avresti attaccato. Io sono arrabbiato perché hai preferito dare retta ad una persona che ti ha mentito fin dal principio piuttosto che a noi. Ed è una cosa che non riesco a spiegarmi. So che sei intelligente. Testardo e coraggioso ai limiti del suicidio, ma intelligente e anche nobile. Hai riconosciuto il valore di tutti noi anche se non siamo Dalish. Hai detto che ti fidavi di me. Ed è per questo che non capisco perché tu gli abbia dato retta.》


Runaan poteva sentire il peso della stupidaggine che aveva combinato diventare sempre più grosso. E il fatto che Iselen sembrasse calmo come sempre e non gli stesse urlando addosso tutto il suo disprezzo in qualche modo lo rendeva peggiore. Soprattutto perché aveva ragione.
Lui aveva capito che Zathrian gli aveva mentito, ma era andato avanti per la sua strada. E ormai temeva di non averlo fatto per Tamlen, o per i cacciatori. Forse li stava usando come scusa per gettare una punizione agli altri, per vendicarsi di essere diventato un custode e per ciò che doveva sopportare adesso.

《Mi dispiace Iselen. Io… io mi fido di te. Hai dimostrato quanto vali fin da prima di arrivare ad Ostagar e sei l’unico vero custode grigio tra noi. Sei l'unico che merita il titolo. E riguardo al perché io abbia ascoltato Zathrian… lui mi ha ricordato me stesso e la storia dei lupi mannari hanno riportato a galla troppi brutti ricordi. Pensavo che forse… se li avessi affrontati e uccisi, sarei stato meglio.》 
Si rendeva conto di quanto egoista potesse suonare quella giustificazione. Non era mai stato bravo ad ammettere i suoi errori, ma non sapeva come spiegarlo in un altro modo. Aveva davvero pensato che magari, se avesse compiuto la vendetta di Zathrian, anche lui avrebbe trovato un po' di sollievo dal rimpianto e la nostalgia.
Iselen sospirò. 《Posso capirti, Runaan. In realtà… io fingo di avere il controllo di me stesso. Da quando ho perso Solona, mi sono sentito un vero fallimento in tutto. E se potessi uccidere Uldred altre mille volte, lo farei volentieri, e lo stesso vale per Gregoir. Inoltre, se tornassi alla torre finirei per avere un crollo nervoso ormai, ne sono certo. Ma so che non ignorerei mai i tuoi suggerimenti pur di farlo.》

Runaan abbassò la testa. 《Per un secondo ho pensato di attaccare, lo ammetto. Ma quello che hai detto… mi ha fatto capire che uccidere i lupi non mi avrebbe aiutato. Non come speravo. E non era mia intenzione farti del male, lo giuro. E spero… che continuerai a viaggiare con noi.》
Non si sarebbe davvero sorpreso del contrario. Anche se era un custode grigio, l’unico decente su cui potesse contare il Ferelden, Iselen aveva subito una perdita enorme da poco, e ora era stato ferito a tradimento per colpa sua. Aveva anche ammesso di non stare bene emotivamente da quando aveva perso Solona e aveva dovuto dire addio a Neria. Sarebbe stato comprensibile se avesse voluto andarsene via e lasciarsi tutto quel dolore alle spalle.

Il viso del mago si ammorbidì per un secondo, e gli fece segno di avvicinarsi. 《Sono ancora molto arrabbiato con te, e non mi passerà in fretta sappilo, ma Non ho intenzione di lasciarti solo. Soprattutto Non con un Flagello in corso. La cosa di cui ho bisogno è tempo. Tutto quello che è successo dopo la torre… mi ha prosciugato: non ho avuto il tempo di metabolizzare il tutto. E pensare a Solona… fa molto male.》 Disse, mentre gli occhi gli si inumidivano un poco. 《Jowan poi è ancora prigioniero e Neria è tornata al Circolo di sua volontà per proteggere I maghi. E saperli così lontani, forse in pericolo… è orribile. E dopo quello che è successo nelle rovine… ho bisogno di tempo per capire come mi sento. Ma sappi che dovrai dimostrarmi che mi posso ancora fidare di te. E anche per quello ci vorrà un po'.》
Il biondo annuì, sentendo il groppo che aveva in gola sciogliersi un po’. Almeno c'era la possibilità di rimediare all’errore. Sperava davvero di riuscirci. E chissà, forse Morrigan aveva ragione. Magari anche lui avrebbe trovato un po’ di pace se avesse smesso di permettere al passato di tormentarlo così tanto.
《Grazie, Iselen. Io… ti lascio riposare adesso.》 Disse, uscendo dalla tenda.
   
 
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