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Autore: LorasWeasley    18/01/2022    1 recensioni
AU|Cantanti [Kuroken | Iwaoi | Bokuaka | Daisuga | Sakuatsu] [os extra con Tanakiyo e Semishira]
In un mondo dove la passione dei personaggi di Haikyuu è quella della musica, Kenma, Oikawa, Akaashi, Suga e Atsumu dovranno destreggiarsi nel mondo dello spettacolo tra ansie, scelte e relazioni.
Genere: Fluff, Hurt/Comfort, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Atsumu Miya, Keiji Akaashi, Koushi Sugawara, Kozune Kenma, Tooru Oikawa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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n.a. La canzone di questo capitolo è "Perfect" di Ed Sheeran.
Ho scelto questa canzone e questo cantante perché penso sia l'emblema delle canzoni d'amore per i ragazzi dell'età che Shimizu e Tanaka hanno in questo capitolo. Inoltre, vorrei approfittare di questo spazio per specificare alcune cose prima di lasciarvi alla lettura: rispetto a tutti gli altri questo sarà un capitolo molto leggero. L'ho scritto solo perché amo un casino questa coppia e so che, essendo etero, quasi mai nessuno la calcola davvero, ma ho amato il loro rapporto nel manga dall'inizio alla fine e sono felice di aver scritto di loro. Aggiungo anche che, inizialmente, Shimizu potrebbe sembrare OOC, ma ho preso ispirazione per scriverla dal momento in cui (SPOILER MANGA) lei accetta di farsi portare la borsa da Tanaka e, di conseguenza, ad avvicinarsi a lui. Spero non sia un problema.
Buona lettura e grazie per essere arrivati fino alla fine di questa storia. Continuate a seguirmi per le prossime nuove che arriveranno!
Un bacio, Deh <3






OS EXTRA - La canzone di Tanaka
 
Tutte le persone hanno avuto una cotta da bambini. Era quella che ricordavi con affetto come “il tuo primo amore” o quella che non ricordavi proprio. Potevi incontrarla all’asilo, al campo estivo o semplicemente come vicina di casa. Potevi scambiarci un bacio a stampo “come fanno i genitori” o potevi promettere che l’avresti sposata una volta raggiunta l’età giusta.
La maggior parte di queste storie finiva nel dimenticatoio ancora prima di iniziare per i motivi più vari. E così era stato anche per Tanaka Ryunosuke.
La sua prima cotta era stata una bambina dagli occhi scuri e i capelli lunghi e lucenti dello stesso colore.
Il ragazzo l’aveva conosciuta quando aveva quattro anni, mentre frequentava l’asilo. I due non andavano nella stessa scuola, poiché lei frequentava un asilo privato e costoso. Destino, però, volle che il giardino di questo enorme palazzo si affacciasse sulla strada che Tanaka percorreva ogni giorno a piedi con sua madre mentre andava e tornava da scuola.
Durante il ritorno i bambini dell’asilo privato avevano la pausa pranzo che, nei giorni caldi e luminosi, potevano anche passare in giardino. Fu, infatti, in uno di questi giorni che Tanaka incontrò per la prima volta questa bambina.
Lei possedeva una bambola di pezza e questa, in qualche modo, era finita oltre il recinto, proprio sul tragitto di Tanaka. La bambina piangeva mentre, con le sue braccine troppo corte cercava di riprendersela attreverso le sbarre.
La madre di Tanaka si fermò con un’esclamazione, poi iniziò a chinarsi per raccogliere il giocattolo della bambina e restituirglielo. Ryu capì la situazione e, da bravo cavaliere qual’era, si affrettò a farlo prima dell’adulta.
Fece un gran sorriso e consegnò il giocattolo alla bambina con tanto di “Ecco tieni! Non hai bisogno di piangere!”
Lei lo fissò con gli occhi enormi e stupiti, le labbra socchiuse e le guance rosee. Sussurrò una parola di ringraziamento e scappò via.
Quello fu l’esatto momento in cui Tanaka Ryunosuke s’innamorò di Shimizu Kiyoko.
Per due anni il bambino non scoprì mai il nome della bambina, né ebbe alcun tipo di contatto o altra conversazione. Ma a lui andava bene così, ogni giorno si alzava felice di andare a scuola solo per poter passare di fronte l’asilo della ragazza e cercarla con lo sguardo. La magia finì quando dovette iniziare le elementari cambiando scuola e, di conseguenza, tragitto da percorrere.
Tanaka si dimenticò di lei giorno dopo giorno, finendo con il rimuovere totalmente quell’avvenimento dalla sua testa. O almeno, questo successe fino a quando lei non entrò nell’officina dove il ragazzo lavorava.
 
Ho trovato un amore per me
Tesoro, tuffati e seguimi
Ho trovato una ragazza bellissima e dolce
Non ho mai saputo tu fossi quel qualcuno in attesa di me
 
Tanaka aveva diciannove anni e quando aveva finito il liceo aveva subito cercato lavori part-time per poter contribuire a mantenere la propria famiglia.
Aveva iniziato consegnando le pizze come fattorino, aveva lavorato come commesso in un supermarket, per poi essere preso a lavorare in un’officina.
Il ragazzo non aveva alcun tipo di esperienza, ma imparava in fretta e il datore di lavoro aveva bisogno di un aiutante. Otto mesi dopo, conosceva tutte le basi per aggiustare le macchine e le moto e aveva iniziato a lavorare in quel luogo a tempo pieno.
Era una calda giornata del settembre del 2014 quando Shimizu Kiyoko entrò nell’officina.
Tanaka era a petto nudo, con il sopra della tuta da meccanico arrotolata ai fianchi. Era stato steso a terra e sotto una macchina fino all’attimo prima, per poi decidere di aver bisogno di un sorso d’acqua e di asciugarsi il sudore dal volto per poter continuare a lavorare bene.
Aveva il volto nascosto dall’asciugamano quando sentì una voce femminile chiedere –Scusate, è aperto?
Si voltò e rimase folgorato dalla ragazza. Il suo shock non era solo dovuto alla sua bellezza, ma soprattutto ai ricordi che era sicuro di aver dimenticato, ma che il suo semplice viso avevano riportato a galla come se non se ne fossero mai andati: quella ragazza era la bambina della sua prima cotta.
In quel momento in officina erano solo in due: Tanaka e Kazuma Numai, suo collega e figlio del proprietario.
Fu proprio quest’ultimo ad accogliere la ragazza e Tanaka non poté trattenersi dall’ascoltare la conversazione.
-Siamo aperti! Di che hai bisogno?
La ragazza si inchinò, poi iniziò a spiegare –Ho bisogno di un lavoro nella carrozzeria, ho strisciato la macchina contro un muretto e non posso tornare a casa così.
Kazuma annuì –Va bene, dovrò vedere l’entità del danno prima di dare un verdetto definitivo, ma entro domani sera dovrebbe essere pronta.
La ragazza sbiancò –Domani sera? Non potete farmelo adesso? Non posso tornare a casa così, mio padre mi ucciderà!
-Abbiamo altri lavori e non concediamo alcun trattamento speciale a nessuno.
-Posso pagare di più!
Kazuma sembrò pensare a quelle parole, ma riuscì a non cedere e scuotendo la testa disse risoluto –Mi dispiace, ma è la nostra politica.
A quel punto Tanaka decise di intervenire, il ragazzo si era avvicinato ai due senza neanche rendersene conto e parlò prima ancora di pensare –Lo faccio io.
Kazuma si voltò verso di lui con un cipiglio –Hai già del lavoro da fare.
-Lo faccio come extra quando finisco le mie ore lavorative.
Il cipiglio del suo collega si fece più profondo –Non ti pagheremo per questo.
-Non ho bisogno che lo facciate.
-Bene. Allora è deciso.
A quel punto si allontanò e Ryu rimase solo con la ragazza.
-Non devi farlo per forza, mio padre non mi ucciderà davvero- mormorò la ragazza, probabilmente sentendosi in colpa.
Ryu sorrise –Sono sicuro che non lo farà, ma non posso di certo non intervenire se una ragazza ha bisogno di aiuto. Che gentiluomo sarei?
Lei sorrise e quello fu tutto ciò che gli bastava.
Quella sera rimasero solo loro due in officina. L’orario di lavoro era finito e tutti erano andati a casa, Kazuma consegnò addirittura le chiavi a Ryu per chiudere quando avesse finito, con la promesse che il giorno dopo sarebbe arrivato presto per poter aprire.
Fu una serata… strana.
I due ragazzi inizialmente erano talmente imbarazzati da non dire neanche una parola, sfuggendo persino agli sguardi quando si incrociavano per sbaglio.
Il danno che Shimizu aveva fatto alla macchina non era grave, ma era una delle macchine più costose sul mercato e il ragazzo aveva tutta l’intenzione di lavorarci per bene per farla tornare come nuova.
Fu quando il silenzio divenne troppo pesante che la ragazza domandò –Lavori da tanto qui?
Era una delle classiche domande semplici che si fanno per conoscere qualcuno, ma che li portò a iniziare una conversazione che li intrattenne per il resto della serata.
Tanaka le raccontò di quanto fosse negato al liceo e di come avesse subito cercato un lavoro una volta finito, del fatto che vivesse solo con sua sorella maggiore e che voleva contribuire e ripagare tutto quello che lei aveva sempre fatto per lui.
Allo stesso modo, Shimizu gli raccontò di essere figlia unica e che la sua famiglia viveva in modo abbastanza agiado, gli disse che avevano un meccanico di fiducia dal quale, tuttavia, non poteva andare senza che suo padre lo venisse a sapere e quindi aveva raggiunto la prima officina che google maps le aveva consigliato.
-Non pensare che mio padre sia uno stronzo- si trovò nuovamente a difenderlo –ma ha comprato quella macchina meno di un mese fa e…
Tanaka la interruppe ridente –Non lo penso, insomma, non reagirei benissimo neanche io se fosse stata mia figlia.
Shimizu sorrise e la conversazione divenne ancora più facile e leggera.
Ci mise tre ore Tanaka a concludere il tutto e, una volta finito, si accorsero che era già sera da un po'.
La ragazza lo pagò aggiungendo un extra bello consistente. Ryu però le tornò i soldi affermando –sono troppi.
Lei scosse la testa non accettandoli indietro –Avevano detto che non ti avrebbero pagato per gli straordinari, quindi lo faccio io. Sono davvero grata per quello che hai fatto.
-Ma…
-Adesso scappo a casa prima che i miei genitori inizino a preoccuparsi, ci sentiamo.
Gli diede un breve e leggero bacio in guancia prima di mettersi in macchina e guidare via, poteva sembrare qualcosa d’insignificante, ma il cuore di Tanaka correva talmente veloce che era sicuro gli sarebbe uscito dal petto.
 
Perché eravamo solo bambini quando ci siamo innamorati
Non sapendo cosa fosse
Non voglio rinunciare a questo tempo
 
La seconda volta che si videro, era inizio dicembre e fu sempre la ragazza ad andarlo a trovare a lavoro.
Era sera tardi, il posto stava per chiudere e si presentò a piedi, avendo posteggiato la macchina un po' più distante, mentre i ragazzi stavano finendo di mettere a posto dopo il lavoro della giornata.
La ragazza era stretta nel suo cappotto, una sciarpa che le copriva mezzo volto e un cappello dal quale fuoriuscivano i suoi lunghi capelli neri. Le sue guance erano rosse per il freddo e ogni volta che respirava una nuvoletta si formava nell’aria.
-Ciao- mormorò stupito Ryu nel momento in cui si accorse di lei.
-Ciao- rispose stringendosi con imbarazzo nelle spalle.
-Hai bisogno di nuovo aiuto per la macchina?
Lei scosse la testa –Sono qui per te.
Il volto di Tanaka andò a fuoco e balbettò qualcosa d’incomprensibile.
Lei rise e spiegò meglio –Sono due mesi che mi lamento con il mio migliore amico perché questo ragazzo gentilissimo non mi ha chiamato per organizzare un’uscita. Koshi non mi sopportava più e, davvero, non capivo perché non l’avessi fatto, visto che sembravi davvero interessato. Poi ho ricordato… non ti ho mai dato il mio numero.
Il volto di Tanaka divenne ancora più rosso.
La ragazza concluse –Quindi, sei impegnato una volta finito qui? Andiamo a mangiare qualcosa?
Fu così che in quella fredda notte di dicembre i due ragazzi condivisero il loro primo appuntamento e il loro primo bacio.
 
Tesoro, baciami lentamente
Il tuo cuore è tutto quello che possiedo
E nei tuoi occhi tu stringi i miei
Piccola, io… sto ballando al buio, con te tra le mie braccia
A piedi nudi sull’erba, ascoltando la nostra canzone preferita
Quando hai detto che sembravi un casino, ho sussurrato sotto il mio respiro
Mi hai sentito, tesoro, sei perfetta stasera
 
Qualche mese dopo, la loro relazione stava andando a gonfie vele anche se abbastanza lentamente. Non avevano ancora conosciuto la famiglia dell’altro e non avevano pubblicato foto sui social per paura di correre troppo. Avevano però conosciuto i loro amici a vicenda e non rinunciavano mai a un’uscita di gruppo. Così come non rinunciavano neanche alle uscite da soli, che fosse un cinema o un ristorante stavano bene insieme e l’imbarazzo era del tutto sparito dopo qualche settimana di frequentazione. Certo, erano consapevoli di vivere in due mondi completamente differenti, ma riuscivano a farlo funzionare soprattutto perché non ne parlavano quasi mai.
Quella sera, Tanaka andò a prendere la ragazza in aeroporto, che era di ritorno da Tokyo per aver accompagnato il suo migliore amico a un provino per uno show musicale televisivo.
-Ciao bellissima!- la salutò quando lei lo raggiunse dal lato del passeggero.
Shimizu sorrise e gli diede un bacio –Ciao, hai aspettato molto?
-Sono appena arrivato!
-Grande, che piani abbiamo adesso?
Il ragazzo iniziò a guidare per lasciare il parcheggio dell’aeroporto mentre rispondeva –Che ne dici di cibo d’asporto e lo mangiamo in macchina da qualche parte mentre mi racconti di come Suga è stato preso allo show?
-Dico che sei il ragazzo perfetto!
Fecero quindi come programmato e Tanaka li portò in collina, in un luogo abbastanza privato che permetteva loro di vedere le stelle anche rimanendo in macchina. Fu in quel luogo, sempre rimanendo nel veivolo, che per ore mangiarono, parlarono e risero.
Shimizu gli raccontò di tutto il viaggio e delle cose più divertenti che il suo amico aveva fatto, fino all’assurda scelta del nome del gruppo che i cinque avevano appena formato.
Tanaka rise, poi pronunciò –I suoi genitori saranno molto fieri di lui.
Il sorriso sul volto della ragazza s’incrinò e non poté fare a meno di sussurrare –Non ne sarei tanto sicura.
Infine, affrontarono quella conversazione che in un modo o nell’altro avevano sempre evitato. Lei gli raccontò delle loro famiglie, dei doveri e degli obblighi che questi gli imponevano, gli raccontò di come da piccoli ai due fu detto che si sarebbero dovuti sposare e di tutti gli altri modi di comportarsi in compagnia delle altre persone.
-Sai, i miei genitori sono molto più flessibili e aperti, quando ho detto loro che non mi sarei sposata con Koshi hanno capito. Mentre i genitori di Suga… loro sono molto più rigidi e non accetteranno che sia stato preso in questo programma televisivo, per questo ha fatto le audizioni di nascosto.
Tanaka sembrava sconvolto –Ma non possono decidere cosa loro figlio deve fare!
Lei sorrise –già, prova a dirlo a suo padre.
Ryu sbuffò come se stessero facendo un torto direttamente a lui, poi sembrò pensare a qualcos’altro e domandò –Se Suga non fosse stato gay, l’avresti sposato?
La ragazza abbassò lo sguardo ma alzò le spalle –Sarò sincera… non mi è mai importato. Sto bene con Koshi, non sarebbe il mio migliore amico altrimenti, non lo amo ma non mi sembrava così brutto doverlo sposare. Ma poi… ho incontrato te e tutto quello che credevo è stato ribaltato.
Fu solo a quel punto che alzò nuovamente lo sguardo e gli domandò –Sembra troppo affrettato se ti dico che mi sto innamorando?
Tanaka rise e si sporse in avanti –Spero proprio di no, visto che sono innamorato di te da quando avevo quattro anni.
 
Ho trovato una donna più forte di chiunque io conosca
Lei condivide i miei sogni
Spero un giorno di condividere la sua casa
Ho trovato un amore per non sopportare più da solo i miei segreti
Per portare amore, per portare i nostri bambini
 
-Vorrei che questo finesettimana venissi a pranzo da me, così che tu possa conoscere i miei genitori- annunciò Shimizu nel bel mezzo della loro cena senza alcun tipo di avvertimento.
I due ragazzi stavano insieme da più di un anno e avevano capito che la relazione era più seria di quello che inizialmente si erano aspettati. Si erano detti che si amavano e Kiyoko aveva conosciuto e fatto subito amicizia con Saeko. L’unico passo che mancava era far conoscere Ryu ai genitori della ragazza.
Tanaka rimase sorpreso per i primi secondi, poi si affrettò a rispondere –Mi piacerebbe, ma sei sicura che vada bene?
Lei sorrise –Andrà bene.
Ma non andò bene.
Quando il pranzo arrivò, Tanaka scoprì che Kiyoko aveva solo annunciato che si sarebbe unito a loro il suo fidanzato senza specificare nulla. Quando il ragazzo si presentò nella loro enorme villa, capì subito quanto i due adulti fossero tesi e non troppo contenti della situazione.
Più il pranzo andava avanti e più la situazione si faceva rigida, con loro che cercavano di capire il ceto sociale del ragazzo, sussultando per nulla discreti quando scoprirono che lavorava in una semplice officina.
La situazione si faceva sempre più imbarazzante di portata in portata, esplodendo totalmente quando Kiyoko non ne poté più e sbottò contro i suoi genitori.
Ne seguì una lunga discussione con il padre che, senza problemi di avere il ragazzo in questione davanti, affermava che non avrebbe mai permesso che la sua unica figlia avrebbe mai potuto avere una relazione con una persona simile.
Tanaka era mortificato e non aveva neanche idea di come rispondere a un’accusa simile. Sapeva già di non essere all’altezza della ragazza e, se ne era consapevole lui, come avrebbe potuto dar torto ai suoi genitori?
Tuttavia non fu lui a doversi difendere, poiché lo fece Shimizu per lui.
La ragazza aveva il fuoco negli occhi e si era alzata in piedi sbattendo i pugni sul tavolo mentre iniziava a urlare –Ma come vi permettete? Credete di essere migliore di lui? Davvero? Solo perché lavora in un’officina e non è del nostro stesso ceto sociale vi sentite in dovere di giudicarlo? Gli unici che devono essere giudicati siete voi che denigrate un ragazzo facendo finta che non sia seduto con voi al tavolo! Che diavolo vi è successo? Eravate migliori di così! Inoltre io lo amo e se a voi non sta bene, non me ne frega nulla! L’ho portato qui perché avevo piacere che lo conoscesse, non perché devo chiedere il vostro permesso!
Quando finì di urlare scese il silenzio. I suoi genitori erano troppo sconvolti e, forse, imbarazzati per quello che la ragazza aveva detto. Mentre Ryu voleva solo piangere poiché nessuno l’aveva mai difeso in quel modo e nessuno aveva mai espresso per lui i suoi sentimenti in un modo così evidente.
Finito di sfogarsi, la ragazza lo prese per mano e lo costrinse ad alzarsi a sua volta per seguirla via dalla sala da pranzo –andiamo Ryu, non ti permetterò di farti trattare ancora in quel modo.
Tanaka riformulò i suoi pensieri: non voleva solo piangere, ma voleva anche abbracciarla e dirle quanto l’amava fino a perdere la voce.
 
Siamo ancora bambini ma siamo così innamorati
Lottando contro ogni previsione
So che staremo bene questa volta
 
Quel sabato sera Shimizu aveva invitato Tanaka a casa sua. I suoi genitori erano fuori per una cena di lavoro e la ragazza era troppo nervosa per poter passare la serata fuori. Inoltre pioveva e l’unica cosa che voleva fare era stare in pigiama sotto le coperte, possibilmente accoccolata contro il suo ragazzo.
Tanaka non avrebbe mai rinunciato a una richiesta del genere e, finito con il lavoro, si fece una doccia, si cambiò e non perse tempo a raggiungerla.
Passarono così buona parte della serata con dei vestiti comodi sul divano, con lui che le intrecciava i capelli e lei che si ricaricava semplicemente stando al suo fianco.
-Com’è andata oggi?- domandò infine Ryu, quando decise che era abbastanza rilassata da poter finalmente chiedere.
Era passato un mese da quando c’era stato il fatidico pranzo e Kiyoko non aveva più parlato con i suoi genitori.
-Oggi mio padre ha provato a parlarmi, sembrava più gentile del solito. Ma non ho ceduto, so che vuole solo ammorbidirmi per poi convincermi a lasciarti. Ma non vincerà mai!
Tanaka strinse le labbra e si costrinse a non chiederle nuovamente se ne valesse la pena stare con lui, l’aveva fatto già diverse volte in quel mese e ogni volta avevano finito con il litigare. Dopo che aveva addirittura fatto piangere Kiyoko mentre chiedeva con rabbia perché non capisse quanto lo amasse, aveva deciso che non l’avrebbe più fatto.
Quello che doveva fare era far tornare il suo meraviglioso sorriso e stare sul divano non stava funzionando. Fu a quel punto che decise di alzarsi iniziando a prendere il suo telefono.
-Dove vai?- domandò la ragazza con un cipiglio confuso.
Lui non rispose, ma fece partire una playlist di musica classica dal cellulare e la collegò alle casse della stanza, in modo che la melodia potesse diffondersi.
Infine si voltò e sorrise alla ragazza porgendole una mano –Balliamo?
Lei sospirò e si portò entrambe le mani al viso per nasconderlo, ma il suo sorriso era più che evidente –Non riesco a credere che tu lo stia facendo sul serio.
Nonostante quel commento, afferrò la sua mano e accettò la sua richiesta.
Fu così che ballarono nel bel mezzo della stanza, erano scalzi e in tuta, con i capelli fuori posto e alzun trucco sul viso. Ma più Tanaka la guardava e più non poteva fare a meno di pensare a quanto fosse perfetta, a quanto amasse il suo sorriso e a come avrebbe fatto di tutto per farglielo avere sempre in viso.
Quando la canzone finì, terminò anche la magia. Una voce maschile si shiarì la gola e dalla porta entrò il signor Shimizu. Tanaka si rese conto che probabilmente era lì già da un po' e che stava solo aspettando che finisse la canzone per non disturbarli.
-Che ci fai qui?- domandò sorpresa Kiyoko –non avevi quella cena super importante per i tuoi affari?
-La mia famiglia è più importante dei miei affari e sapevo che vi avrei trovato qui. Ci ho pensato, ci ho riflettuto molto in questi giorni e ho capito quanto abbiamo sbagliato. Non dovevamo giudicarlo ancor prima di conoscerlo e se tu lo ami… non saremo noi a dirti con chi devi stare.
A quel punto l’uomo si voltò verso Tanaka e iniziò a parlare direttamente con lui –Spero che potrai perdonare il modo in cui ci siamo comportati a quel pranzo. Io e mia moglie ne abbiamo parlato e non riusciamo a capire quand’è che siamo diventati così, ma abbiamo tutta l’intenzione di cambiare. Sono venuto qui, oggi, per darti la mia benedizione, avevo anche intenzione di farti il solito discorso dove ti spavento affermando che se farai soffrire la mia bambina dovrai vedertela con me. Tuttavia vi ho visti ballare, ho visto il modo in cui la guardi e sono più che sicuro che non hai bisogno di un discorso del genere. Spero che, con il tempo, le cose si possano sistemare tra di noi. Se Kiyoko ti ha scelto, saremo felici di averti nella nostra famiglia.
Gli porse la mano e quando Tanaka decise di stringerla stava tremando, le sue guance erano rosse e i suoi occhi lucidi, ma non era stato così felice da tempo.
 
Tesoro, basta che stringi la mia mano
Sii la mia ragazza, sarò il tuo uomo
Vedo il mio futuro nei tuoi occhi
Piccola, io… sto ballando al buio, con te tra le mie braccia
A piedi nudi sull’erba, ascoltando la nostra canzone preferita
Quanto ti ho vista indossando quel vestito, così bella…
Non merito questo, tesoro tu sei perfetta stasera
 
Erano passati cinque anni da quando Ryu e Kiyoko si erano messi insieme e la loro storia non aveva mai smesso di evolversi tra alti e bassi, uscendone sempre vincitori contro ogni previsione.
Quel pomeriggio il ragazzo era vestito molto elegante e stava aspettando all’ingresso della villa della sua ragazza, in attesa che questa scendesse in modo che potessero andare a festeggiare il loro quinto anniversario. Tanaka prendeva molto seriamente gli anniversari di qualsiasi genere e ogni volta non poteva fare a meno di organizzare le cose in grande.
Nell’attesa, fu raggiunto dal signor Shimizu che lo salutò con una calorosa pacca sulla spalla, poi iniziarono a parlare.
Dopo i primi convenevoli, l’uomo annunciò –Sto ampliando i miei affari e ho appena acquistato un’officina. Vorrei che tu diventassi il direttore. Ti andrebbe?
Quando quella mattina Tanaka si era svegliato, ricevere la proposta di avere un’officina tutta sua era stato di certo l’ultimo dei suoi pensieri. Era talmente scosso dalla proposta che non riuscì a rispondere subito e l’uomo continuò a parlare dandogli altre pacche sulla spalla –Che domanda stupida, ovvio che dirai di sì! Ma non ti ruberò oggi, parleremo dei dettagli in questi giorni! Divertitevi fuori e fate attenzione.
Salutò e se ne andò.
Quando Ryu alzò lo sguardo, vide che Kiyoko li aveva raggiunti e stava sorridendo divertita, la ragazza si trovava a metà delle scale e doveva fare solo gli ultimi gradini per raggiungerlo.
Era perfetta come sempre. In quei cinque anni non c’era stata una singola volta in cui il ragazzo non aveva smesso di pensare a quanto fosse fortunato ad averla nella sua vita e a ringraziare il giorno in cui aveva deciso di mettere piede nell’officina in cui lavorava.
Sapeva di essere una delle persone più fortunate al mondo, così come sapeva anche che non la meritava, che lei era troppo per lui. Ma finché l’avrebbe amato il ragazzo, avrebbe fatto di tutto per tenersela stretta e per esprimere quanto a sua volta l’amava.
Più la guardava e più aveva la consapevolezza che sì, quella era la donna con la quale avrebbe passato il resto della sua vita.
 
Piccola, io… sto ballando al buio, con te tra le mie braccia
A piedi nudi sull’erba, ascoltando la nostra canzone preferita
Ho fiducia in quello che vedo
Ora so che ho incontrato un angelo in persona
E lei sembra perfetta
Non mi merito questo, tu sei perfetta stasera
  
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