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Autore: AlysSilver    24/01/2022    1 recensioni
[Già più di 11.2k letture su Wattpad e un sequel, Inazuma Eleven Beyond The Horizon, già pubblicato su entrambe le piattaforme]
Sono passati molti anni dopo la vittoria della leggendaria Inazuma Japan guidata da Mark Evans. I suoi membri sono diventati adulti, genitori e alcuni di loro hanno persino abbandonato il mondo del calcio. Ora tocca ad un'altra generazione difendere l'amato sport dopo quella di Arion.
Genere: Avventura, Romantico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Axel/Shuuya, Caleb/Akio, Jude/Yuuto, Mark/Mamoru, Shawn/Shirou, Shuu
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il calcio d’inizio venne battuto da Naomi ed Ethan, i quali prontamente cominciarono la loro avanzata nella metà campo avversaria. Il gioco trascorse normalmente, tra vari ribaltamenti di fronti, per circa cinque minuti, finché, quando finalmente Sirius aveva trovato un modo per scardinare la loro difesa, non accadde qualcosa di assurdo. L’acqua, che già da prima in parte colonizzava il terreno, aumentò di volume arrivandomi poco più su delle caviglie, come pensavano potessimo giocare se il pallone galleggiava? Ricevetti la mia risposta a distanza di alcuni secondi, quando ad essa venne aggiunto il fango. Rimanemmo tutti a bocca aperta, era questo quindi il tranello nascosto in questo posto.

-ECCO SVELATO IL MISTERO CELATO DIETRO ALLO STADIO POSEIDONE! COME IL DIO DEI MARI, ANCHE A LUI PIACE GIOCARE CON L’ACQUA, CHE A VOLTE PUÒ MESCOLARSI CON ALTRE SOSTANZE!- Quell’idiota lo trovava davvero divertente? Promemoria per me, fargli ingoiare il microfono alla prima occasione disponibile. I nostri movimenti erano decisamente più lenti e i passaggi imprecisi, sia a causa della poltiglia che veniva schizzata che del differente attrito. Capii che la situazione non avrebbe potuto essere maggiormente disastrosa, quando Sierra cadde a terra rischiando di scivolare fino a sbattere contro le protezioni esterne. Naturalmente il karma cosmico aveva deciso che questo non era abbastanza e infatti, contrariamente a noi, i giocatori della Memorial davano l’impressione di non avere il minimo problema con la nuova situazione, anzi risultavano persino più veloci e agili. Mi domandai se qualcuno gli avesse fornito le caratteristiche di questo stadio prima della partita, cosicché potessero partire avvantaggiati. Dovevamo tenere gli occhi ben aperti, se fossero stati allenati dall’Associazione Titans non sarebbe stato affatto facile vincere. Li osservai muoversi lungo il campo, scartando chiunque si avvicinasse loro, sembrava quasi che stessero eseguendo una coreografia di danza. Era da tempo che non mi capitava di osservare una coordinazione così precisa tra dei compagni di squadra. Persino da noi avveniva solamente quando il nostro regista utilizzava una delle sue supertecniche, le quali portavano le persone a muoversi come se lui le spostasse tramite dei fili e fossero prive della propria scelta individuale. Li vidi sorpassare anche Morgan poco dopo, finendo in un’ottima traiettoria di tiro. Mi stupii molto la sua scelta di non utilizzare una tecnica, infondo avrebbe avuto maggiori possibilità di andare a rete in quel modo. Alzai mentalmente le spalle, di cosa mi lamentavo, meglio per me. Considerata la distanza il pallone avrebbe perso gran parte della sua potenza nel momento in cui fosse finito nei miei pressi. L’unica scelta saggia che l’attaccante aveva fatto era indirizzarla verso lo specchio della porta più lontano da me. Ero pronta a muovermi, avevo tutto sotto controllo; quando improvvisamente sentii il rumore provocato dal sistema di riempimento. Il fango, che oramai mi ricopriva quasi del tutto i polpacci, rese pesantissime le mie gambe, rendendomi difficile persino il minimo spostamento. Dovevano avere per forza in mente un trucco, sapevano che avrei parato facilmente una palla del genere. Cercai di spostarmi con tutta la forza che avevo in corpo, però ero troppo lenta. -GOAL! LA MERY TIMES MEMORIAL VA A SEGNO, GRAZIE AD UN ABILE UTILIZZO DEL SISTEMA D’OSTACOLO DI QUESTO CAMPO!- Mentre Sea Wave eseguiva la sua esultanza, sentii Genesis imprecare:

-Come cazzo possiamo giocare in un posto del genere? È già tanto se siamo in grado di fare un passo senza ammazzarci e alla velocità di una lumaca. Questo è veramente ingiusto.- Non confermai la sua idea ad alta voce, anche se lo feci con il pensiero. Saremmo riusciti a superare questa sfida? E se la risposta fosse stata affermativa, ci saremmo dovuti aspettare l’inferno la prossima volta? La situazione sembrava essere null’altro che un baratro senza possibilità di risalita. Mi diedi da sola uno schiaffo sul volto, la dea della vittoria non sorrideva mai a chi non lottava fino alla fine per conquistarla ed io sicuramente non avevo la minima intenzione di arrendermi, almeno non finché fosse scaduto l’ultimo minuto a nostra disposizione. Raccolsi la sfera da terra e mi rivolsi con voce chiara e coinvolgente alla squadra.

-Forza ragazzi, siamo solo all’inizio. Abbiamo ancora metà del primo tempo e tutto il secondo per vincere. Ricordatevi qual è lo stemma che portate sulla divisa, lo spirito della Raimon non è disposto ad accettare che i suoi ragazzi si tirino indietro difronte ad una sfida. Uniamoci e portiamo a casa il risultato che ci siamo prefissati. Io so che possiamo farlo!- Un grido di esultanza coinvolse ognuno di noi, persino chi era seduto in panchina. Ero certa che ci fosse un modo per uscirne e con altrettanta certezza potevo affermare che molto presto Sirius l’avrebbe trovata.

Il restante quarto d’ora non era stato così male alla fin fine. Le continue oscillazioni tra un terreno di gioco libero, semi-infangato e completamente coperto, ci avevano persino permesso di pareggiare, anche se il goal era avvenuto in modo abbastanza ridicolo. Derek, sorpreso da un improvviso aumento del miscuglio, aveva fatto volare il pallone e inciampando lo aveva colpito di testa, per poi finire sporco dalla testa ai piedi. Rimanemmo tutti senza parole per alcuni istanti, neppure il telecronista annunciò qualcosa inizialmente. Nonostante il colpo di fortuna, però, avevamo bisogno di una strategia vincente il prima possibile, infatti, noi della parte difensiva, avevamo dovuto farci in quattro quando la melma era troppo alta. Mi stavo strofinando l’asciugamano impregnato d’acqua sul viso nella speranza di pulirmi, peggiorando in realtà solo la situazione, quando sentii qualcuno accostarsi a me. Sirius ed Ethan si sedettero con le loro borracce in mano, uno alla mia destra e l’altro a sinistra, e le gambe che cadevano a penzoloni dalla zona rialzata. Osservandoli scoppiai a ridere, sembravamo appena usciti da una sessione d’addestramento militare.

-Quando tutto questo sarà finito, ci meritiamo una vacanza e anche molto lunga.

-Cosa hai detto?- Domandò il regista improvvisamente.

-Che dovremmo prenderci un po’ del meritato riposo che ci spetta.

-Sei un genio!- Il biondo ed io ci scambiammo uno sguardo confusi. Non avevo la più pallida idea di cosa intendesse, ma intuii che si trattasse di uno dei suoi brillanti lampi di ingegno. Si alzò di scatto ed entrambi decidemmo di seguirlo. Si diresse a passo svelto verso papà, il quale stava valutando alcuni schemi con il viceallenatore Dark. Andò dritto per la sua strada, evitando chiunque potesse essergli d’intralcio. Doveva essere davvero una cosa importante. -Mister so come fare per vincere questa partita e superare il nostro problema!- Quando l’arbitro fischiò nuovamente l’inizio
del secondo tempo, avevamo effettuato una modifica nella nostra formazione di partenza.

 
-PER LA PRIMA VOLTA IN QUESTO CAMPIONATO, SCENDE IN CAMPO CON LA MAGLIA NUMERO CINQUE, AZARIEL KANE, A SOSTITUZIONE DI EAGLE. IL RAGAZZO È ALLA SUA PRIMA APPARIZIONE COME TITOLARE, VEDREMO SE SARÀ ALL'ALTEZZA DELLA FAMA EREDITATA DAL PADRE, L'EX CAMPIONE DEL MONDO.- Non ci volle molto prima che lo stadio riprendesse da dove aveva cominciato per la mezz’ora precedente. Eppure, questa volta eravamo pronti. Riel era un asso nella manica che tutti ci eravamo scordati di considerare. Era cresciuto nello stesso posto dei nostri avversari ed era abituato a due cose, fare surf e muoversi su terreni al limite della possibilità umana. Il primo gli aveva garantito un equilibrio incredibile, che lo aveva reso praticamente immune a qualunque tipo di cambio repentino di attrito. La seconda abilità invece si spiegava da sola. Grazie a tutto ciò il nostro numero quattordici riuscì, utilizzando le sue ali, ad escogitare una strategia vincente, di cui il rosa era la chiave di volta. L’incontro finì con un punteggio di 4-1 per noi e ciò stava a significare che eravamo un passo più avanti per salvare il calcio.

Mi diressi al bagno dello spogliatoio, lasciando impronte lungo tutto il corridoio. Avevo bisogno di togliermi un po’ di fango di dosso il prima possibile. Guardai il mio riflesso nello specchio, cavolo com’ero strana. Nemmeno nei miei peggiori allenamenti ero tornata in condizioni del genere a casa, il che era tutto dire. Tolsi lentamente i guantoni imbrattati, poggiandoli sul lavabo del lavandino, mentre la divisa raggiunse ben presto il pavimento. Mi chiesi come fosse possibile che avessi imbrattato persino parti coperte del mio corpo. Mamma avrebbe ucciso sia papà che me, una volta viste le condizioni dell’uniforme. Ridacchiai al solo pensiero, mentre l’acqua della doccia mi scorreva addosso. Non era mai stato così rilassante essere lì sotto. Speravo con tutto il cuore che lo stadio successivo ci avrebbe regalato una sorpresina decisamente più pulita e soprattutto meno confusionaria. Avevo rischiato di accecarmi un paio di volte per fermare dei tiri. Ancora immersa nei miei pensieri uscii dal box, finalmente intonsa. Recuperai l’asciugamano e lo sistemai a coprirmi dal seno in giù, anche se vista la sua lunghezza risultava però molto corto. Proprio mentre mi tiravo i capelli indietro, sentii la porta dello spogliatoio aprirsi e una voce sempre più forte, che aveva iniziato a parlare ben prima, chiedermi:

-…pensavamo di andare tutti a mangiare fuori da Archer come da tradizione dopo esserci sistemati, tu ci stai?- Sirius si congelò sul posto non appena notò il mio aspetto. Si era già tolto sia gli occhialini che il mantello e questo mi permise di vedere il suo volto tingersi di rosso; invece, le pupille si allargarono coprendo parte della zona cremisi. -Oddio scusami tanto. Non pensavo ti fossi già …- Si coprì il volto con le mani e prima che potesse continuare a dire cose senza senso, lo interruppi.

-Tranquillo, non importa. Davvero è tutto ok.

-Se ne sei sicura. Be’ è meglio che io vada.- Corse fuori ad una velocità sorprendente. Probabilmente se l’avesse utilizzata anche in partita, Morgan in confronto sarebbe risultato una lumaca.

-Ma cosa?- Melany ed Emma entrarono subito dopo leggermente confuse.

-Ha visto un fantasma per caso?- Domandò la mora stranita. La rossa appena posò il suo sguardo su di me, parve squadrarmi da capo a piedi.

-No, direi che ha visto qualcosa di molto meglio.
   
 
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