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Autore: Flofly    25/01/2022    0 recensioni
*COMPLETA*SEGUITO DE IL CALICE DELLA VITA. Dopo gli eventi del quarto anno Draco, Hermione, Ron, Pansy ed Harry sono costretti a tornare al passato per recuperare uno degli Horcrux di Voldemort e poter finalmente dire addio ad un incubo. Catapultati nell'Hogwarts ai tempi delle sorelle Black e della famiglia Malfoy, si troveranno ad affrontare non solo la pazzia dei neonati Mangiamorte ma anche oscuri segreti di famiglia. Dramione, Lucissa, OOCC. . Attenzione: tematiche delicate, violenza, linguaggio volgare,accenni a maltrattamenti di minori.Cronologia alterata rispetto al CANON: I malandrini frequentano Hogwarts negli stessi anni di Lucius, Narcissa, Andromeda e Bellatrix
Genere: Dark, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Sorelle Black | Coppie: Draco/Hermione, Lucius/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Da V libro alternativo
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- Questa storia fa parte della serie 'Potentia Par Vis'
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La questione acquisto del vestito con lo Sfregiato e Lenticchia non era stata poi così tragica come si era immaginato. Potter si era presentato all’ultimo, con uno sguardo svagato e perso che gli aveva fatto venire il dubbio che o fosse fatto o che si fosse fatto qualcuna. Conoscendolo capace anche che aveva fatto confusione tra le due cose, non si poteva mai dire.

E il suo strano ed inquietante buonumore aveva avuto un ottimo risvolto, almeno per lui. Era talmente rimbambito che non aveva fatto un fiato quando Lucius aveva denigrato  uno per uno i completi che avevano scelto, definendoli con una vasta gamma di aggettivi, nessuno carino. Ad eccezione di quello che aveva scelto lui, ovviamente. Era pur vero che Potter e Weasley ci avevano messo del loro, riuscendo a scovare, in un negozio che sembrava avere essere composto al novanta per cento di elegantissimi classici senza tempo, dei completi assurdamente ed oscenamente sgargianti,probabilmente con il chiaro intento di farli diventare matti.

“Vestiti così non riuscireste neanche a varcare il portone di Villa Black. Sono certo che Narcissa abbia messo qualche incantesimo per evitare che qualcuno si presenti alla festa di fidanzamento di Bellatrix vestito come se si fosse rotolato nei magazzini di Zonko e Mielandia sotto pozione allucinante. E poi vorrebbe la mia testa, visto che quella maledetta di Andromeda ha detto che ci avrei pensato io a voi”- pigolò con aria annoiata incrociando le gambe. Poi si rivolse verso il futuro figlio-”Guarda che l’unico che dovrebbe essere scontroso qui sono io. Questi due sono impossibili e tu oggi sei davvero noioso. Si può sapere cos’hai. Te l’ho detto, io non c’entro niente con quello che è successo con la tua ragazza.”

Draco,infatti, lo fissava con astio seduto il più distante possibile, visto che il suo di vestito lo avevano già trovato almeno un’ora prima. Mentre si faceva la doccia quella mattina cercando di levarsi di dosso quella sostanza vischiosa che Cockey gli aveva rovesciato sulla testa e che si era infilata decisamente in ogni orifizio possibile, cercando di farsi sbollire la rabbia, aveva realizzato quello che lo stava facendo diventare matto.

Non ce l’aveva con la Granger ovviamente.

Dopo averlo visto per mesi era evidente che, nonostante continuasse a portare avanti la sua tesi di assomigliare a anche a sua madre, fosse la quasi esatta copia di suo padre alla sua età. E poi chi diamine si sarebbe aspettato che un perfetto estraneo sgattaiolasse in casa alle prime ore della mattina e si mettesse a suonare come nulla fosse il pianoforte.

Certo, quella in realtà era casa sua, o meglio di sua madre. E lui non era esattamente un perfetto estraneo. Ma il succo rimaneva. Era una cosa da psicopatici.

Non era però quello che lo faceva fumare di rabbia,

No: era la questione del pianoforte.

Suo padre suonava. Ed era anche dannatamente bravo, forse addirittura più di lui.

Eppure in quindici anni di vita si era scordato di farne cenno. Non c’era stata una volta che si fosse seduto con lui ai tasti, che si fosse lasciato sfuggire un commento mentre lo guardava suonare.

Niente,nada,nisba. Come al solito aveva lasciato tutta la questione a sua madre.

“Tu suoni”- si limitò a sibilare.

Harry e Ron si scambiarono un’occhiata.

“Eccolo che ricomincia a lagnarsi”- bisbigliò il rosso mettendosi un vistoso fazzoletto color zucca nella tasca del completo.

“E quindi?0” - replicò Lucius confuso prima di scattare acido verso i due commessi che li stavano servendo._ “Fate sparire immediatamente quella sottospecie di stracci. E portate due completi. Classici. Neri. I miei occhi hanno sanguinato abbastanza per oggi”

“Odio i bugiardi e gli ipocriti”- rispose il più giovane dei Malfoy incrociando le braccia e mettendo su un broncio - “ E perché sei venuto tu? Potevo pensarci io. O poteva venire Nicholas”

“Ma sta zitto, il cappello ci ha messo dieci secondi a smistarti a Serpeverde. Tu nelle bugie e nell’ipocrisia ci sguazzi.”-Lucius scrollò le spalle senza scomporsi -” Mi ferisci, io vengo a passare del tempo con te e tu vorresti mio fratello. Una volta tanto Narcissa si sbaglia, non sei affatto il purosangue beneducato che sembri”

"Purosangue sicuro, beneducato direi proprio di no”- borbottò Harry prendendo il noioso tre pezzi neri con camicia bianca che l’assistente che lo stava seguendo gli faceva volteggiare davanti e dirigendosi verso i camerini. Lo spasso era finito ma perlomeno potevano tornarsene a casa.

“Da quando i Serpeverde sono ipocriti? “- Draco non aveva intenzione di lasciar perdere, anzi stava elencando nuovamente nella sua mente tutti i motivi per cui negli ultimi mesi ce l’aveva avuta con suo padre- “ E poi perchè vuoi passare del tempo con me? Non hai degli amici?”

Lucius sospirò guardando i due grifondoro sparire dietro le lucide porte di ebano dei camerini. Scosse appena la testa sospirando a voce bassissima  “ A dire il vero , no. Ho due tirapiedi che a volte mi sembrano più carcerieri. Parecchi conoscenti che non vedono l’ora che io faccia un passo falso per prendere il mio posto nella gerarchia sociale di Hogwarts e non solo. Probabilmente l’unica persona che posso davvero definire amica è Andromeda Black… ma chissà fino a quando”

Draco deglutì a vuoto. Sapeva perfettamente come si sentiva, anche lui a volte si era sentito così solo da pensare che non aveva senso andare avanti. E in fondo lui aveva comunque Pansy e Blaise, sebbene si fosse chiesto spesso se avrebbero davvero sentito la sua mancanza se non ci fosse stato più.

L’ombra che era passata sul viso di Lucius sembrò nuovamente nascondersi nella solita espressione impassibile: “ E visto che tra poco anche tu te ne andrai chissà dove, mi accompagnerai a cercare il regalo perfetto di Natale per Narcissa Black. Non so perchè ma sembra sempre che tu sappia esattamente come farla felice. Per Salazar, la peonia che le hai regalato ha quasi messo in ombra il mio regalo. E mi ero letteralmente dannato per trovarglielo”

Draco si rilassò un po’. Era vero, il Lucius di quel tempo ancora non gli aveva fatto niente, sebbene fosse assolutamente impossibile a volte e decisamente egocentrico sempre, non aveva senso prendersela con lui. 

“Quasi,è la parola chiave. Per anni ho sempre creduto che avrebbe scelto te comunque.”- mormorò più a sé stesso che ad alta voce. Per fortuna suo padre non l’aveva sentito,avvicinandosi per ammirare finalmente soddisfatto Harry e Ron.

“Ah, ora si che possiamo evitare che andiate a fare i guardiani dei pavoni di Villa Black”- annuì soddisfatto squadrandoli a braccia incrociate.

Ron sbuffò alzando gli occhi al cielo : “Merlino, ma siete fissati con questi pavoni eh. Magia oscura, torture e pavoni. Dovreste farvi controllare il cervello”

Lucius alzò il sopracciglio interrogativo “Voi chi, esattamente? E cosa hai contro i pavoni?”

Draco resistette all’impulso di schiantare Weasley giù dalla vetrata che dal secondo piano si affacciava su una delle vie più frequentate di Diagon Alley. Almeno se fosse morto lo avrebbe fatto vestito decentemente per una volta.

Si limitò invece ad alzarsi e a iniziare a scendere le scale.

“Lenticchia, Sfregiato.. ci vediamo a casa… e tu muoviti se vogliamo trovare questo perfetto regalo di Natale. Non ho tutto il giorno”.

“Ehi ma che maniere… aspetta… Oh al diavolo,sei davvero sicuro di non essere un Black? Sei fuori di testa come loro “- gli urlò il padre di rimando, firmando al volo il conto che il proprietario della boutique si era affrettato a portargli nel secondo stesso in cui aveva approvato anche i completi di quei due strani ragazzi. Quei quattro lo avevano quasi mandato al manicomio. E per fortuna non c’era anche il fratello maggiore.

Harry e Ron presero  i due calici di champagne dal vassoio d’argento fluttuante accanto a loro, battendo i calici.

“Grifondoro 2- Serpeverde 0”- ridacchiò Ron facendo tintinnare il cristallo di boemia- “ E a proposito, stamattina ti sei perso una vera e propria scenata stile serpenti fuoriditesta. Ti dico solo che Hermione ha fatto un succhiotto a Lucius e poi gli ha fatto un occhio nero. Merlino, quello sì che è stato divertente.
Harry rimase un attimo con il bicchiere a mezz’aria, indeciso su quale delle due cose fosse più inverosimile.

“Ti giuro è stato un deja vu. Bei tempi quelli in cui invece di portarselo a letto prendeva a pugni il maledetto furetto. Bei tempi davvero”- sospirò Ron vuotando il calice in un sorso - “  E ora andiamo a farci una burrobirra come si deve. Così mi racconti di tua madre”

Gli occhi del bambino sopravvissuto si spalancarono per la sorpresa.

“Oh andiamo, ero certo che saresti andato da Lily. E visto che ancora sei ben visibile e non perdi sangue dall’orecchio direi che non hai incasinato nulla. E quindi, amico mio, ora ci metteremo seduti senza psicopatici dai capelli biondi tra i piedi e mi racconterai tutto per filo e per segno”.

Harry sorrise, avvolgendosi la sciarpa rossa e dorata ben stretta, contro il freddo pungente.

Non sapeva bene cosa dire, ma essere per una volta lui che condivideva un ricordo con sua madre era qualcosa che lo riempiva di gioia.

Forse davvero quel salto nel passato si stava rivelando il miglior regalo di Natale possibile.

Beh, quasi, visto che dalle liti tra Sirius e Molly sembrava che il suo padrino per quell’anno avesse pensato di regalargli una motocicletta truccata.

Hagrid sarebbe impazzito dalla gioia quando gliel’avrebbe detto.

Sempre che Sirius non venisse ucciso da Molly Weasley prima di consegnargli le chiavi. 


“Credo che almeno due di loro si siano proprio divertiti”- chiosò Andromeda bevendo l’ultimo sorso di cioccolata calda, vedendo il suo futuro nipote uscire a passo di carica dai Aldeson e Alec con Lucius che gli trotterellava dietro.

Osservò sua sorella seguire i due con lo sguardo , stringendo più forte la tazza ancora calda.

“Perchè hai chiesto a lui di occuparsi dei vestiti dei ragazzi?”- chiese la maggiore con un ghigno. Sapeva benissimo il perchè. Voleva mandarlo ai matti. Peccato che quello dei due più provato dalla cosa sembrasse Draco.

“Puoi dire tante cose di Lucius Malfoy ma non che non si sappia vestire. E poi così ha avuto qualcosa da fare che non chiudersi in uno sgabuzzino con una che assomiglia ad un troll”- rispose gelida senza staccare gli occhi da quei due che ormai iniziavano a perdersi nella folla.

“La Lodge non è un troll. E soprattutto anche se lo fosse sarebbe un troll con un fisico che fa girare qualsiasi maschio etero e un approccio molto disinibito al sesso opposto. E tecnicamente non state insieme”

“E tecnicamente uno che dice che farebbe di tutto per te potrebbe anche farsi una doccia fredda. Comunque non è rilevante al momento. Diciamo che prima che sia Natale avrò deciso che fare con lui”- rispose spostando i grandi occhi azzurri su di lei, squadrandola- “Tu invece hai già pensato ai propositi per il nuovo anno?”

Andromeda non rispose. Sapeva benissimo quali fossero le sue priorità per l’anno che era alle porte. Mentire. Ingannare. Non dare nessun appiglio alla sua famiglia per scoprire che stava frequentando un natobabbano. E iniziare a mettere da parte quanti più galeoni possibile. Per quel motivo quella mattina stessa era andata alla Gringott ad aprire un secondo conto, di cui nessuno sapeva nulla. Fortunatamente Narcissa era uscita dopo di lei, tentando inutilmente di convincere Bellatrix ad alzarsi dal letto e accompagnarle almeno a fare un giro.

Ma la maggiore delle Black era stata irremovibile, seppellendosi sotto il pesante piumone di seta, insensibile alle suppliche della sorella, masticando qualcosa sul fatto che doveva riposare perché la serata sarebbe stata impegnativa. Andromeda aveva preferito non indagare, approfittandone per sgattaiolare fuori lasciando un biglietto a Narcissa. Impegnativa significava fare qualcosa per o con Lord Voldemort. E non era mai una cosa buona.

“Sono in ritardo.”- la voce tagliente della sorella la riportò alla realtà.

“Manca un minuto. Non sono in ritardo. A volte sei noiosa sai”- sbuffò la strega mora prendendola sottobraccio e incamminandosi con la sorella verso Madame Maxime.

“Odio chi fa tardi. E’ da maleducati. Scommetto che Lucius non ha dovuto aspettare Draco”- borbottò la sorella aggiustandosi una ciocca dorata sotto il morbido cappuccio del mantello.

“Ah ha quanto ho sentito stamattina direi proprio di no, visto che ha avuto la brillante idea di palesarsi da loro senza avvertirli.E ci ha rimediato un occhio nero, a quanto ne so. Meritato, come ho detto anche a lui.”- rispose la sorella svagatamente facendo un segno con la testa a delle compagne di serpeverde che si stavano sbracciando per salutare le sorelle Black- “Se non vuoi restare qui un’ora con quelle pettegole delle Tattler a disquisire di ogni maschio in età da marito che abbia mai messo piede ad Hogwarts, ti consiglierei di accelerare il passo”

“Vedi perchè odio aspettare? Se quelle due fossero già arrivate non avremmo questo problema. E tu queste cose quando le hai sapute comunque?”- chiese la bionda mettendo su il broncio ma affrettandosi verso il grande edificio vittoriano dove si trovava la più famosa boutique del mondo magico. 

“Li ho incontrati stamattina mentre aspettavo te. Harry e Ron sono stati molto prodighi di dettagli”- ridacchiò ricordando i grandi sorrisi dei due grifondoro. E l’umore assolutamente impossibile del nipote. Chissà di quale colpa gravissima si era macchiato Lucius agli occhi del figlio in quelle poche ore del mattino- “Certo che tra te e Draco inizia quasi a farmi pena sai?”

La sorella le rivolse uno sguardo in tralice ma fu interrotta  prima che potesse chiedere spiegazioni.

“Credimi, nessuno dovrebbe provare pena per Lucius Malfoy, te lo posso assicurare”- Hermione, ancora con la voglia di strangolare il futuro padre di Draco dopo la comparsata della mattina, era sul piede di guerra. Era la seconda volta che si trovava costretta a fare la bambolina da vestire per Narcissa Malfoy. E se non le era piaciuta la prima volta la seconda dubitava fosse più piacevole. Anche se in effetti non si era mai sentita così bella come con quel vestito.

La bionda le rivolse un lungo sguardo indagatore, che però sostenne con fierezza.

“I tuoi capelli….”- disse infine dopo quello che sembrava un silenzio infinito.

Anche se non voleva la mano di Hermione si mosse istintivamente verso la solitamente indomita massa di ricci, trovandoli invece soffici anche nell’aria umida e fredda

C’era qualcosa che non andava.

“Sta bene vero? E le ho anche messo la crema idratante”- cinguettò Pansy accanto a lei, battendo i tacchi sul marciapiede impaziente di entrare. Come diavolo facesse a camminare su quelle lastre di ghiaccio senza rompersi una gamba era un mistero.

Non ricordava però di essersi fatta fare nessun incantesimo. A meno che…

“Sei così carina quando dormi Granger. Proprio una bambina. E hai il sonno pesante sai? E anche Draco… non l’ho mai visto non saltare su al minimo rumore. Certo che è proprio cambiato da quando sta con te eh”- commentò con nonchalance la serpeverde- “ E ora che ne dite di andare? Qui fuori si gela e io non vedo l’ora di provare un po’ di abiti”

Prima che finisse a fare il manichino animato nella più grande boutique di Diagon Alley Narcissa le si fece accanto indicando con un gesto elegante la porta che si apriva magicamente davanti a loro, dove l’originaria Madame Maxime le attendeva sfregandosi le mani.

“Signorine Black, che piacere rivedervi. Prego venite , ho preparato un salottino privato per voi e le vostre amiche. La signorina Malfoy vi sta già aspettando.”- chiocciò con una vocetta stridula indicando il grande ballatoio smaltato che conduceva al piano superiore.

“Stai molto bene.”- si limitò a commentare  Narcissa passandole accanto prima di affiancarsi alla stilista chiedendole qualcosa che non riuscì a comprendere,mentre la donna si affrettava ad annuire con fare rassicurante.

“Non c’è di che, Granger. Non c’è di che”- le disse Pansy con fare magnanimo avviandosi allegra su per le scale. Quello decisamente era il suo mondo. E le era mancato enormemente. Da piccola qualche volta Narcissa l’aveva portata a fare acquisti, giudicando il gusto di sua madre a dir poco discutibile. Non che Eliza Parkinson si fosse mai degnata di portarla con sé da qualche parte, anche se Pansy non avesse concordato sul giudizio lapidario della Malfoy. Ma ora le sembrava di essere in un parco divertimenti.

Hermione Granger, la natababbana che odiava le cose superficiali e una Narcissa Black sedicenne che sembrava essere ancora più insofferente di quella che conosceva lei.

Con due serpeverdi purosangue e fuori di testa a farle da spalla.

CI sarebbe stato davvero da divertirsi.


 

“Insomma si può sapere cos’hai da correre? Ti ho detto che dobbiamo andare a comprare un regalo, non allenarci per il Quidditch”- lagnò la voce di suo padre adolescente dietro di lui,con fare sconsolato. Poco dopo però ritrovò il Lucius che ben conosceva : “Per Salazar Serpeverde giuro che se non ti fermi ti pietrifico qui sulla pubblica via.”

Più per riflesso condizionato che per reale volontà Draco rallentò il passo, fino a che il biondo non lo raggiunse guardandolo torvo

“Avevo bisogno d’aria. Scegliere vestiti con quei due è abbastanza per far uscire fuori di testa chiunque. Chissà cos’avrai mai fatto lo scorso anno per farla arrabbiare così tanto da farti passare un pomeriggio simile. Sicuramente c’era di mezzo quella puttana psicopatica, poco ma sicuro.”- borbottò infilando le mani in tasca. Ovviamente Lucius quindicenne non poteva sapere che si stava riferendo a quando Narcissa lo avrebbe costretto a passare un pomeriggio con Potter e gli altri campioni del torneo Tre maghi a scegliere i vestiti per il ballo del Ceppo, mentre lei faceva altrettanto con la Granger e le altre insulse accompagnatrici. Quando l’aveva vista scendere le scale con quel vestito che le scivolava addosso come un guanto, i cristalli a ricamarle la pelle dorata, aveva letteralmente sentito il cuore spezzarsi. E aveva capito che quella sarebbe stata la sua ultima possibilità. L’ultima occasione per dirle davvero quello che provava. Se lei lo avesse respinto, se si fosse messa a ridere non sarebbe stato un gran problema. Sapeva già quello che doveva fare, aveva preparato tutto, anche una lettera d’addio nascosta tra le pagine di un vecchio libro che nessuno forse avrebbe trovato mai. Tutti avrebbero pensato ad una disgrazia, un incidente. A volte capitavano anche alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. E il mondo sarebbe andato avanti, forse anche migliore senza di lui. E perlomeno avrebbe smesso di provare quel dolore che gli toglieva il fiato.

E invece il vestito era finito in un ammasso informe ai piedi della Granger e lui per la prima volta aveva potuto sentire il suo sapore. E rispecchiandosi in quegli occhi dorati aveva finalmente avuto qualcosa per cui lottare, per cui svegliarsi ogni mattina.

C’era qualcosa di irreale e sardonico nel fatto che ora più  o meno si ritrovassero in una situazione analoga. Ma ora quello che aveva bisogno di essere salvato era suo padre.

Sebbene ovviamente sapesse che in un modo o nell’altro Lucius avrebbe finito per farsi perdonare da Narcissa e per chissà quale motivo sconosciuto alle menti razionali lei avesse acconsentito di sposarlo, in quel momento la solitudine di suo padre lo aveva colpito come il primo colpo di una punizione crudele.

“Ci sarà tuo padre alla festa di fidanzamento?”- chiese a voce bassa, irrigidendosi e sforzandosi di guardare un punto lontano dietro le spalle di Lucius in modo da non incrociarne lo sguardo- “ E Cassandra?”

Con la coda dell’occhio vide suo padre rabbrividire impercettibilmente prima di annuire- “Si, anche se probabilmente farà solo una comparsata prima di rinchiudersi con i suoi amici da qualche parte a bere e fumare sigari . E Cassandra… beh ormai ritirarle l’invito sarebbe stato scortese. Ci saranno anche il padre e la matrigna. Spero che gli orridi fratellastri li lascino a casa. Sono solo dei bambini eppure fanno venire i brividi. Una volta quando ero da loro li ho visti torturare un elfo domestico. Senza magia. Sono rivoltanti”- rispose piano Lucius sistemandosi i guanti di pelle di drago finemente lavorati con su incise le sue iniziali- “ E comunque li vedrai entrambi stasera”

“Stasera?”- la tona di panico nel tono di Draco sarebbe apparsa evidente solo a chi lo conosceva molto bene, eppure Lucius non poté fare a meno di sentirsi a disagio.

“Si, stasera. Il Signore Oscuro ci ha radunati tutti a Liverpool Street, nella stupida Londra Babbana. Solo Merlino sa perchè.. Era per questo motivo che ero venuto da voi stamattina. E mio padre non è affatto di buon umore, se vuoi saperlo. Ne ho approfittato per uscire dal Maniero prima possibile”

Draco si sentì mozzare il respiro. Suo nonno in un umore peggiore del solito. Che ottimo momento per rincontrarlo.

“Come mai? “- riuscì a chiedere fingendo un’indifferenza che non aveva.

Lucius alzò le spalle, stringendosi a disagio nel cappotto. Non era certo di potersi fidare fino a quel punto, ma cosa da perdere? Abraxas la sera prima lo aveva preso da parte e gli aveva fatto una sfuriata proibendogli di parlarne con i fratelli. Ma non c’era alcun motivo per cui lui e Draco si parlassero.

“Non devi dirlo a nessuno va bene? Neanche ai miei fratelli? O Abraxas appenderà la mia testa sul camino. Si tratta de il canto di Aemergin. Lord Voldemort lo ha incaricato di procurargli la versione in cornico e lui non ci è riuscito. E ovviamente la colpa è mia, per via del fidanzamento rotto con Cassandra. Dice che se non fossi stato così inadeguato ora lui non si troverebbe nei guai con il Signore Oscuro”.

Al giovane Malfoy sembrò che il cuore perdesse qualche battito, rendendolo incapace di respirare propriamente. Il Canto di Amergin, l’incantesimo che aveva accompagnato il suo quasi sacrificio per la rinascita dell’oscuro Signore. Lo stesso che sapeva essere inciso sulla pietra che avrebbe consegnato a Bellatrix tra neanche due giorni. Che fosse una parte fondamentale dell’Horcrux?

Se Lord Voldemort non lo avesse avuto era possibile che tutta quella sofferenza si sarebbe evitata? I genitori di Potter non sarebbero morti, gli zii di Weasley non sarebbero morti. Frank ed Alice Paciock probabilmente in quel momento non si sarebbero trovati tra venticinque anni a non riuscire neanche a riconoscere il loro stupido figlio.

Avrebbe potuto evitare tutto quello.

Però era certo che suo padre ne avrebbe pagato delle conseguenze. Terribili.

Sanctimonia vincet semper.

Il sangue puro vince sempre.

O come ripeteva suo zio, il sangue vince sempre. La famiglia prima di tutto.

Era certo che sarebbe bastato qualche parolina con Nicholas e Arel. Loro erano al corrente che l’incisione trovata sulla pietra fondante era nella stessa lingua dell’incantesimo inciso sulla collana.

E sapevano anche come ricavare il testo mancante.

Non credeva proprio che si sarebbero fatti scrupoli ad andare da un prefetto tassorosso e cavarglielo con la forza.

Ma non poteva permettere che accadesse.

Sua zia l’avrebbe odiato a vita.

Preso un sospiro. Stava forse per tradire quelli con cui era venuto ma di certo non poteva tradire la sua famiglia.

La Granger avrebbe capito.

Forse.

“Te lo porto io stasera. Il canto di Aemergin. Ma tu inventerai una scusa su dove l’hai trovato va bene? E non mi menzionerei mai. Non voglio avere niente a che fare con questa storia. E tantomeno con tuo padre”- buttò fuori prima che il cervello potesse censurarlo.

Lucius sgranò gli occhi grigi, un profondo senso di sollievo che lo attraversava levandogli quel macigno che aveva sul petto da quando Abraxas aveva varcato la soglia del maniero furioso senza dare spiegazioni. Forse davvero sarebbe arrivato al party di Natale più o meno integro.

Prese di scatto il futuro figlio per le spalle scrollandolo, non rendendosi conto di come Draco si fosse quasi paralizzato al tocco violento.

“Non scherzare, Draco. Perché se scopro che menti…”- iniziò con tono gelido, per nascondere il terrore che lo stava nuovamente invadendo. Se avesse presentato ad Abraxas un canto che non era quello vero non ci sarebbe stato modo di arginare la sua furia. Probabilmente l’avrebbe davvero picchiato a morte come minacciava spesso di fare.

Draco si divincolò, senza riuscire a nascondere il terrore negli occhi. Per un attimo aveva ritrovato al posto del Lucius adolescente quello che gli aveva incrinato due costole in un attacco di rabbia senza precedenti.

“Se vuoi ti posso dire anche perchè è stato creato quel canto, ma non credo ti piacerà. E credimi avrei voluto non saperlo neanche io.”- sibilò dandogli le spalle per riuscire a riacquistare il suo autocontrollo- “ Chiedi ai tuoi fratelli, se vuoi.”

Lucius sembrò rilassarsi- “Scusami, non volevo. E’ che  è qualcosa di estramemente importante, capisci? Non posso permettermi di sbagliare”.

Draco annuì senza parlare e senza voltarsi, lo sguardo perso sulla vetrina del robivecchi davanti a lui. Si rese conto che erano passati anni da quando era stato con sua madre l’ultima volta in quella zona di Diagon Alley, ben prima che iniziasse Hogwarts.

E poi un brillio argenteo catturò la sua attenzione, catturando il riverbero della luce del sole invernale nel buio fitto del negozio.

Una pallina di Natale. Blu con le finiture argentate. Molto rara, a quanto aveva sempre sentito dire.

Ma quella  non era un semplice addobbo dell’albero. L’aveva visto ogni Natale da quando ne aveva ricordo. Sua madre era sempre molto attenta a metterla per ultima , in bella vista nell’albero del salone, quello a cui teneva di più.Da piccolo lo prendeva in braccio in modo che fosse lui a posizionarla e poi lo guardava ridere soddisfatto del loro lavoro.

E gli raccontava sempre di come fosse speciale.

Perché era stata il primo regalo di Natale di suo padre.

Perchè la stava mettendo quando si era resa conto di essere incinta di lui. Il suo piccolo miracolo di Natale.

Ma quella che conosceva lui aveva qualcosa che riluceva dentro, come una polvere di stelle.

Ora sapeva anche che cosa conteneva, quello che sua madre si era sempre rifiutata di spiegargli.

Aveva già visto quel luccichio la sera del rituale del calice, quando aveva suonato per la prima volta per Hermione, lasciando che lei imbottigliasse la sua musica.

“E ti ho trovato anche il regalo di Natale perfetto”- ghignò prendendo la porta e lasciando un basito Lucius Malfoy quindicenni ad osservarlo chiedendosi se stava parlando con il suo salvatore o con uno con seri problemi mentali.

“Ma secondo te posso presentarmi da Narcissa Black, la principessa di Serpeverde, la reginetta dei purosangue con una dannata pallina di Natale. Di’ la verità… sei ubriaco”-gli borbottò dietro seguendolo di malavoglia dentro il negozio e lanciando un’occhiata sdegnata al padrone dietro al banco.

Senza tanti complimenti Draco la staccò dal supporto e gliela ficcò in mano.

“No, razza di imbecille. Perchè qui dentro ci metterai quello che nessun altro potrebbe regalarle.”

Un sopracciglio quasi bianco si sollevò dubbioso, a contornare due specchi di metallo nei quali Draco si rivide bambino.

“Il vero te”- si limitò a dire abbassando la testa.

Non avrebbe mai capito perché sua madre amasse suo padre.

Ma lo stesso potevano dire di lui e la Granger.

E in fondo a lui andava bene così.





 


“Signorina Black, visto che è qui se vuole può provare il vestito, Abbiamo fatto tutte le modifiche che ci ha chiesto ma ho fatto venire appositamente la stilista e la sarta, nel caso ci fosse qualche altro aggiustamento che desidera”- Hermione era già pronta a scivolare via, lontana da qullo stupido turbinio di sete e chiffon e Merlino solo sapeva quali altri tessuti sconosciuti alla maggior parte delle persone dotate di un minimo di interesse per qualcosa che non fosse così stupido.

Eppure notò per un attimo l’indecisione di Narcissa Black. 

“Hai fatto modificare il tuo vestito per domani, Cissy?”- chiese con stupore Andromeda, ancora placidamente seduta insieme ad Arael Malfoy sul divano di velluto verde. Quelle due se l’erano spassata un mondo a guardare il suo imbarazzo mentre la più giovane delle Black la costringeva a provare un vestito dopo l’altro, riuscendo a trovare difetti in ogni singolo capo che le veniva presentato.

“Non proprio..”- mormorò la strega bionda fulminando Madame Maxime e le due streghe che si stavano avvicinando facendo lievitare un non così tanto voluminoso contenitore per vestiti.

“E’ per il galà di Natale dei Malfoy, la signorina mi ha mandato qualche modifica da fare. Guardi, le abbiamo preparato anche delle nuove scarpe”- ribattè la stilista tutta eccitata, neanche fosse stata una sua idea.

Pansy batté le mani in un modo che ricordava fin troppo Cockey. C’era stato un periodo in cui era assolutamente affascinata da Narcissa Malfoy, così elegante, bionda e altera, con un marito che l’adorava e un potere immenso tra le mani. Da piccola voleva essere come lei e aveva passato diverso tempo a recuperare tutte le cronache mondane che la ritraevano.

Per questo sapeva benissimo di quale vestito stessero parlando.

Decisamente molto poco nello stile della Narcissa Black tutta pizzi e gonne a ruota.

“Oh ti prego, provalo. Io e la Granger non avremo modo di vederlo dal vivo… e non sia mai che questa qui sia colpita dallo spirito del buon gusto. Credimi tra una ventina d’anni non sperarai altro. Beh più o meno”- la pregò petulante.

Arael si girò a guardarla sospettosa. Tutto quell’entusiasmo mal si accordava alla Narcissa che aveva conosciuto. Ma se l’aveva inquadrata bene quella piccola strega bionda aveva preparato un bel piano per portare suo fratello sull’orlo di una crisi di nervi.

Non che ci volesse molto, dopo averlo lasciato di sasso la sera dell’attacco ai gemelli e essendosi rifiutata di rispondere alle sue lettere. Lo stava letteralmente facendo cuocere a fuoco lento, sapeva bene quanto lei che Lucius stesse letteralmente contando i minuti che li separavano non solo dalla festa di fidanzamento quando dal galà di Natale, dove chissà perchè era convinto di doversi giocare il tutto per tutto.

Beh almeno la Carrow non era più un’opzione come cognata, dopo l’annuncio ufficiale dello scioglimento del fidanzamento ormai arrivata su tutti i giornali.

“Ti prego Cissy, farlo per noi”- chiese Andromeda con voce insolitamente dolce sbattendo gli occhioni scuri. Poi vedendo che non funzionava tentò con un compromesso -” Se lo fai poi non ti accompagneremo a scegliere il regalo per Lucius. Sono certa che Arael potrà consigliarti qualcosa”.

Arael guardò la giovane Black accanto a lei come se fosse impazzita. Sapevano tutti che al galà non si facevano regali personali ma donazioni in beneficienza. E i Black non erano certo degli sprovveduti in ambito sociale. Narcissa poi meno degli altri.

La strega dai capelli dorati però la bloccò :“So già cosa comprargli, ma allora mi accompagnerete a Koncturn Alley a ritirarlo. E la prima di voi che ride giurò su Salazar Serpeverde che si ritroverà calva fino alla fine dell’anno”- sibilò lasciandosi accompagnare nel camerino dedicato per cambiarsi.

Hermione nel frattempo si era seduta accanto a Pansy. Non era tanto per la paura della fattura, dubitando che Narcissa fosse in grado di lanciarne una che lei e Andromeda insieme non riuscissero a sciogliere. No, era stupita di quello che aveva visto negli occhi azzurri solitamente glaciali che sembravano illuminarsi solo quando il suo sguardo si posava su Draco o Lucius.

Narcissa Malfoy, nata Black, l’algida ed altera reginetta della nobiltà purosangue, erede della purissima e nobile casata dei Black era in imbarazzo.

Esattamente come lei la prima volta che si era vista con il vestito del ballo del ceppo.

Dopo poco usci, seguita dallo sguardo estasiato delle tre donne che la guardavano neanche avessero visto un’apparizione. Certamente stavano pensando che sarebbe stata la più fotografata della festa. I loro nomi sarebbero apparsi su ogni rivista del mondo magico. E questa volta sicuramente per un buon motivo.

Il vestito di un meraviglioso color azzurro ghiaccio che faceva risplendere la carnagione chiarissima come se fosse fatta di neve, scendeva semplice e fluido accompagnando la figura esile della giovane strega. Il corpetto le stringeva la vita sottile accentuandola, mentre una profonda scollatura verticale divideva a metà la parte superiore del bustier, mostrando il seno alto e sodo, per poi scendere in due spalline che cadeva morbide e sensuali all’altezza del gomito. Fu quando si mosse però che il vestito si mostrò in tutta la sue elegante sensualità: un profondissimo spacco  che le arrivava pressochè all’inguine mostrava le gambe snelle e tornite, rese più lunghe dalle decoltées altissime che sembrava portare come se stesse camminando scalza. 

Si girò appena, il tessuto morbido che la seguiva aggraziato nei movimenti, una cascata di capelli colore dell’oro sulle spalle.

Andromeda si alzò per mettersi dietro di lei, spostandole appena i capelli da un lato e rimirandola allo specchio.

“Ho esagerato?”- chiese a voce appena percettibile, scrutando il riflesso della sorella.

Andromeda scosse la testa, poggiandole la fronte sulla spalla. Decisamente la sua sorellina era cresciuta, non era più una bambina che la inseguiva trotterellando per casa perchè giocasse con lei.

“Siamo sicuri che a Lucius non venga un infarto quando la vede? No perchè a quanto sembra il suo contributo pare indispensabile alla nascita di una certa persona"- sentì chiedere Hermione a bassa voce a Pansy.

“Hai detto qualcosa Granger?”- scattò sua sorella, troppo intenta a cercare ogni piccolo difetto per stare a sentire con esattezza cosa stesse dicendo quella strana ragazza.

“Mi preoccupavo per la salute di Lucius. Credo che potrebbe avere più di un malore vedendoti.”

“Bene, è per quello che ho fatto modificare l’abito. Deve essere perfettamente consapevole che non sono solo una bambolina bionda che sa solo sbattere gli occhi. E che ci metto niente a trovarne un altro”- rispose la bionda indicando alla stilista un minuscolo punto che secondo lei non era assolutamente perfetto e che la sarta si premurò di sistemare immediatamente

“Sono quasi certa che gli occhi non siano la prima cosa a cui penserà guardandoti”- non poté fare a meno di commentare più prosaicamente Pansy, facendo riaffiorare alla mente l’immagine del galà. Quello che Narcissa non sapeva era che quella sera stessa il fidanzamento sarebbe stato reso ufficiale.

Poi il sorrise le si spense sul volto mentre registrava appena la voce della Granger e di Arael che continuavano a pungolare la giovane Black,

Le cose non potevano essere andate così. Al ballo mancavano pochi giorni e Narcissa stava facendo di tutto per testare il reale interesse di Lucius.

Sebbene fosse certa che avesse i suoi piani era altamente improbabile che nel giro di una settimana passasse dal non farsi baciare ad annunciare un fidanzamento.

I Malfoy non si sarebbero potuti permettere socialmente un secondo annullamento dopo quello con Cassandra, sarebbe stato un suicidio sociale che neanche i loro soldi avrebbero potuto appianare.

E se era abbastanza evidente che Lucius sarebbe stato così stupido da chiederle di sposarla anche il giorno stesso, che la giovane strega brillante e orgogliosa che aveva imparato a conoscere accettasse era decisamente fuori di questione.

Ricordò il titolo del giornale e la sua foto. Da sola. E quella negli occhi spalancati non era felicità. Era paura.

Nell’articolo si riferivano a lei come la futura Lady Malfoy. Il che nel futuro era tecnicamente vero.

Ma in quel tempo, in quel momento Lucius era il terzogenito e non avrebbe ereditato il titolo.

Un annuncio di fidanzamento tra i Black e i Malfoy ci sarebbe stato.

Ma il promesso sposo non era Lucius. Non ancora.

Si girò cercando di nascondere il terrore che la stava attanagliando, le risate delle ragazze attorno a lei che sfumavano nel brusio crescente della sua mente.

“Le foto durano poco ma l’importante è lasciare qualcuno senza parole in modo da lanciare il nostro messaggio al mondo vero?”- senti chiedere la grifondoro accanto a lei con un tono sarcastico. Era evidente che stava ripetendo qualcosa che aveva sentito tempo prima dalla stessa Narcissa. Non c’è forma senza sostanza e non c’è sostanza senza forma.

Ma la strega più brillante della sua generazione si sbagliava.

Quelle foto non sarebbero durate poco.

Affatto.










 
   
 
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