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Autore: ilenia23    04/09/2009    1 recensioni
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E se Albus Silente avesse una figlia? E se Sirius Black  se ne innamorasse? E se la storia fosse andata tutto in un altro modo o quasi?
Un intenso sguardo, durato un solo istante.
Pieno di dolcissima tensione.
Complicità.
E paura.
E ansia.
E passione.
E felicità straziante.
Gioia pura, autentica.
In un brevissimo sguardo  tutto questo.
Eravamo tutto questo io e Sirius.
E quel poco d’amore che c’era.
Genere: Drammatico, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Solo per voi un capitolo in tempo di record!!! Allora, la narrazione riprende da quando avevamo lasciato il 9 capitolo quindi dal 1975. Il rapporto tra Sirius e Aryana avrà una svolta anche piuttosto brusca se vogliamo. Il capitolo è incentrato interamente su loro due ed è anche questo non troppo lungo (perdonatemi!!). Piccola anticipazione sul prossimo capitolo: al contrario di come ho fatto negli scorsi capitoli anche il prossimo  (che pubblicherò al più presto) sarà incentrato nel 1975 perchè in pratica sarà la continuazione di questo quindi mi sembra inutile smembrarli oltre che confusionario.  Preparatevi perchè ci saranno grosse novità. Detto questo, ringrazio chi segue la ff specialmente Musa Talia che fedelmente recensisce ogni capitolo e anche tutti gli altri recensori sporadici. A proposito, mi sento in dovere di rispondere a qualche vostro dubbio:
1. Si, lo so James e Lily dovrebbero mettersi insieme durante il settimo anno ma ho voluto/dovuto anticipare un pò i tempi perchè ho calcolato la nascita di Harry un pò dopo il loro matrimonio e non subito, mi sembra un pò troppo precipitoso ma poi capirete meglio l'intera faccenda.
2. La parentesi Piton sarà molto importante per l'andamento della storia anzi direi quasi cruciale. L'odio che Aryana prova per Piton parte , non solo da un'antipatia a pelle, ma da un episodio in particolare che succederà più avanti ma di cui ho già preannunciato qualcosa nei capitoli precedenti. Ma non vi dirò più nulla. Per quanto riguarda il rapporto di fiducia tra Albus e la figlia (per la precisione il motivo per il quale Silente non rivela quello che sa su Piton), bhe, anche questo è un argomento che affronterò più avanti ma noto con piacere che avete già focalizzato i punti salienti della storia.
Adesso vi lascio alla lettura...Spero vi piaccia! E mi raccomando, recensiteee!!!



Hogwarts - 1975

Aryana Silente

L’ennesimo tuono squarciò il cielo di quella notte gelida di Dicembre e per l’ennesima volta mi rigirai nel letto ,insonne.
Affermare che ero metereopatica probabilmente era troppo poco, il mio rapporto con la natura era quasi simbiotico. Se il cielo tuonava, il mio animo non poteva non essere irrequieto.
Mi alzai ,esasperata. Era inutile provare a prendere sonno.
“Lily?” sussurrai, incerta. Niente, era completamente avvolta tra le braccia di Morfeo.
Decisi di uscire fuori a prendere un po’ d’aria, non avrei trovato nessuno in giro a quell’ora, neppure Gazza. Così entrai nel buio corridoio, fuori dalla Sala Comune, a piedi scalzi. Amavo camminare scalza, sentire il freddo del marmo contro i miei piedi..cominciai a camminare sempre più veloce..
Avete presente quando siete talmente esagitati che avete bisogno di camminare rapidamente? Questa era una di quelle volte.
Mentre camminavo, purtroppo, non mi accorsi della presenza fluttuante dello spirito più fastidioso dell’intero castello, Pix il Poltergeist. Non appena mi vide incominciò ad ululare forsennatamente, percorrendo avanti e indietro il corridoio, senza alcuna ragione.
“Taci, idiota. Perché diavolo stai urlando?”strillai, ma Pix non accennava a zittirsi.
Nel frattempo le urla bellicose di Gazza cominciarono a riecheggiare insieme ai suoi rapidi passi strascicati e ai miagolii della sua gatta pulciosa, Mrs Purr, per cui mi precipitai a rotta di collo il più lontano possibile da quel corridoio. Quello che non avevo previsto era l’inseguimento a perdifiato che lo spirito burlone intraprese ai miei danni.
Arrivai fino al quarto piano, non riuscendo a liberarmi di quell’essere malefico mentre Gazza continuava a brancolare nel buio del settimo piano..era troppo lento per me..purtroppo lo stesso non poteva dirsi di Pix..
All’improvviso, quando stavo per fermarmi esausta, due braccia, dal nulla, mi trascinarono entro lo specchio che stava appeso al muro del corridoio. Stavo per mettermi ad urlare ma una mano mi tappò la bocca. Mi ritrovai al buio totale in una specie di cunicolo più largo che alto, insieme a due braccia sconosciute.
“Silente, stai ferma. Sono venuto ancora una volta a salvarti la vita, abbi almeno la buona educazione di collaborare”sussurrò una voce roca che conoscevo fin troppo bene.
“Dove accidenti siamo?”.
“In un passaggio segreto. Stai tranquilla, non appena Pix si sarà dileguato potremmo uscire..”.
“Come fai a conoscerlo?”.
“Silente, questi sono i trucchi del mestiere. Non ti aspetterai che li riveli a te, che stai dalla parte del nemico?”.
“Quale nemico?”.
“La tua migliore amica è prefetto, te lo sei scordato?”.
“Il tuo migliore amico è il suo ragazzo, te lo sei scordato?”lo canzonai.
“Sembra che Pix si sia allontanato..”disse tendendo l’orecchio.
“Perché diavolo si è messo ad inseguirmi, urlando?”.
“Che domande fai? È  Pix. Lui vive di queste cose. È  un bravo ragazzo, solo un po’ vivace e poi con questo tempaccio si agita ancora di più”.
Detto questo, fece pressione sul retro dello specchio che si affacciò sul corridoio.
“Via libera”sussurrò, tendendomi la mano. L’afferrai e uscimmo di lì.
“Allora, Silente, che cosa ci fai in giro nel cuore della notte?”disse cominciando a camminare.
Io lo seguii, seppur cauta.
“Potrei farti la stessa domanda..”.
“A me piace girovagare di notte per il castello. Tu che scusa hai?”.
“Ti piace girovagare di notte? Sei raccapricciante, Black. Io semplicemente non riuscivo a dormire con questo tempo”.
“L’ imperturbabile Aryana Silente che ha paura di qualche tuono..”.
“Non ho detto che ho paura, ho detto che non riuscivo a prendere sonno”.
“Mi perdoni, maestà, non volevo attentare al suo incommensurabile orgoglio”borbottò mentre improvvisava un inchino canzonatorio.
“Come mai questa passione a girare di notte?”dissi, ignorando deliberatamente la sua provocazione.
Prima di rispondermi, sospirò con il volto corrucciato: “Quando ero piccolo, io e mio fratello potevamo giocare solo di notte ,almeno, giocare come volevamo noi..il resto della giornata era un rimprovero continuo..una tortura..”.
“Immagino.. già vedo come sei adesso, non oso immaginare che razza di uragano eri quando eri piccolo”dissi ironica.
“Ero solo un bambino, come tutti gli altri. Volevo solo fare le cose che facevano tutti i bambini normali”disse, serio.
Mi accorsi subito che la piega di quella conversazione non sarebbe stata affatto sullo stesso tono delle solite discussioni con Black.  
“Perché dici così?”.
“Credi di sapere tutto di me, vero? Quando hai detto quella cosa sulla mia famiglia..tu..avevi torto. Non sono come loro, non sono mai stato come loro, non ho mai fatto veramente parte dei Black. Io ero troppo diverso..troppo ingestibile, troppo impulsivo, troppo testardo, dalle vedute troppo ampie, troppo egoista..egoista perché non me n’è mai importato niente delle loro apparenze,delle loro convenzioni, del loro nome, della loro dannatissima fissazione per il sangue puro..troppo me, insomma”.
“Devo dedurne che non ci vai molto d’ accordo..”.
Scoppiò in quella sua risata, simile ad un latrato.
“Ci odiamo. Io li odio. Tutti” sentenziò gelido.
“Andiamo, è sempre la tua famiglia”.
“Loro non sono la mia famiglia..James, Remus, Peter..loro sono la mia famiglia. Hogwarts è la mia casa..non di certo loro. Non posso ritenere famiglia persone che non fanno altro che sottolineare quanto li ho delusi, amareggiati, solo perché sono stato smistato in una casa che non era quella prevista, che non rientrava nelle tradizioni di famiglia. Non posso chiamare casa un posto che sento come una prigione, dove ho solo brutti ricordi..”.
“Ci sarà stata una parte della tua infanzia che ricordi piacevolmente..prima mi hai detto di tuo fratello..”.
“Si, certo. Ma tutti i bei ricordi che ho, vengono spazzati via, annientati dalla valanga di desolazione e tristezza che ha costellato l’altra metà della mia vita famigliare, mio fratello compreso. Lui è così preoccupato di non essere un fallimento come me che fa di tutto per accontentare i miei genitori, facendo finta di essere qualcun altro. Ha la mente completamente sconvolta e ottenebrata dalla paura di rimanere da solo..hai visto con chi va in giro..”.
“Magari se provi a parlargli..”.
“Hai sentito cosa ho detto? È completamente assoggettato al volere degli altri..non sentirà mai cosa ho da dire io..ci ho già provato ed è inutile..finiamo solo per litigare. Ormai l’ ho perso per sempre..”disse amareggiato.
“è strano come vadano le cose..”.
“Che vuoi dire?”.
“Voglio dire che io ho sperato tutta la vita di avere qualcuno che mi dicesse cosa fare, che mi stesse addosso, che mi seguisse..invece tu ora mi vieni a dire che ti sentivi soffocare..”.
“Mi sentivo soffocare perché la mia famiglia ha una concezione malata dell’ educazione e del seguire i figli. Anche io ho sempre sognato di avere una famiglia..normale. Poi tu di cosa ti lamenti? Io pagherei per avere un padre come il tuo”.
Sorrisi, sarcastica. “Oh, certo. Ti piacerebbe avere un fantasma come padre, quindi”.
“Che stai dicendo?”.
“Mettiamola così: mio padre l’ ho visto più qui ad Hogwarts che in tutta la vita”.
Si fermò, sconvolto. “Stai scherzando?”.
“Magari…ho avuto solo educatori e insegnanti a seguirmi. Lui è sempre stato troppo impegnato per me. Ti ho scioccato, vero? Credevi fossi una bambolina viziata..”.
“Bhe tu credevi che io fossi il cocco di famiglia..”.
“Siamo pari..”.
“Abbiamo trovato un punto in comune, però”.
“Famiglie non troppo felici?”.
“Già..Siamo due che giocano in solitaria”.
“Così pare..”.
“Secondo me, andremmo alla grande in coppia..” la buttò lì, un po’ scherzando un po’ no ,come al solito.
“Black, non ti arrendi mai, vero?”.
“Mai”.
Cadde il silenzio tra di noi, non un silenzio imbarazzante, semplicemente silenzio. Sia a me che a lui non piaceva parlare troppo. Eravamo davvero simili.
“L’altro giorno dicevo sul serio”proruppe d’ un tratto.
“A proposito di cosa?”.
“Voglio davvero sapere come hai fatto a battermi..”.
“Ancora con questa storia?”.
“Se è come dici tu, cioè che non hai barato, che ti costa dirmelo?”.
“Non c’è niente da dire, so correre meglio e più veloce di te, punto”.
“Non molli l’osso, d’accordo. Facciamo così: insegnamelo”.
“Cosa?”.
“Insegnami a correre come te”.
“Perché dovrei farlo?”.
“Sai, Silente, nel mondo degli umani non tutto si deve fare per ottenerne qualcosa in cambio..”.
“Dove sta il trucco,Black?”.
“Ma perché devi sempre fare così? Non puoi solo..buttarti..per una volta?”.
“Non fare l’ innocentino con me..”.
“Per piacere, fidati. Devi solo dire di si, andiamo, non è così male fidarsi..non te ne pentirai, giuro”.
Prima che potessi aggiungere qualcos’altro arrivò alle nostre orecchie forte e chiaro il rumore fastidioso dei passi pesanti e strascicati del custode, seguito a ruota dai miagolii della sua inseparabile gatta.
“Presto, di qua”esclamò Black, prendendomi per mano e trascinandomi per le scale.
“Ehi, chi è là?Mrs Purr hai sentito?”urlò Gazza accelerando il passo.
Sirius scoppiò a ridere sentendo la frustrazione del vecchio custode e io non potei far altro che seguirlo a ruota mentre sfrecciavamo per le scale, diretti in Sala Comune.
“Silente, è proprio questo che intendevo quando parlavo di lasciarsi andare”disse tra le risate.
La nostra corsa terminò davanti il ritratto della Signora Grassa che russava beatamente.
“Buh..” esclamò Sirius, ad un centimetro del faccione roseo della dormiente, che per tutta risposta lanciò un piccolo urlo di sorpresa per poi lanciarsi in una carrellata di insulti ai nostri danni. Io non la smettevo di ridere da quando avevamo incominciato a correre..
Finalmente entrammo in Sala Comune, al sicuro.
“Dì un po’, Silente, non ti sei mai divertita tanto in tutta la vita, eh?”.
“Ora non esageriamo, Black”dissi buttandomi sul comodo divano al centro della sala accogliente.
“Facciamo un patto?”.
“Spara”.
“Non ci chiamiamo più per cognome…Io sono Sirius, piacere”disse tendendomi la mano, con il suo solito sorriso malandrino stampato in volto. Stava esercitando, come al solito, il fascino che sapeva fin troppo bene di possedere.
“Aryana, piacere” dissi, suggellando la stretta di mano.
“Mi sa che adesso è meglio che vada a dormire..”dissi, alzandomi.
“Aspetta, non mi hai ancora dato una risposta per le mie lezioni private di corsa, se così vogliamo chiamarle..”disse Black, alzandosi a sua volta.
“Io..”.
“Andiamo, Aryana..”.
“D’accordo..Domani alle quattro sulla riva del lago e cerca di avere un’ abbigliamento consono..”.
“Ci proverò. Buonanotte, allora..”.
“Buonanotte”.
Mi voltai verso le scale ma poi mi rigirai verso Sirius e gli stampai un bacio sulla guancia.
Dovevo essere completamente impazzita.
Non vidi, fortunatamente, la sua reazione in quanto scappai via su per le scale.
Grandioso, avevo dato un altro motivo di vanto a quel pavone..senza una reale ragione, per altro. O meglio, la ragione c’era ma io non volevo sentirla. 
 
  
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