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Autore: Mariam_Nott    04/09/2009    0 recensioni
Simona ha sei anni e nonstante la sua giovane età mostra un intelletto sopra la norma,vivace e un animo profondo.I parenti più stretti non riescono a capacitarsene tanto che una serie di eventi la porteranno da una piccola cittadina ligure fino a perugia.
Genere: Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3

 

vorrei capire se le recensioni non ci sono perchè non piace o per altri motivi che al momento mi sfuggono; comunque sia spero davvero che commentiate, anche in modo negativo, purchè possa essermi utile. Quindi per favore, un commentino ... ?

Simona rimase immobile a guardare, attonita, perché quella voglia di avvicinarsi? Perché quello strano sentimento d'affetto? Perché sentiva che con lui aveva già vissuto qualcosa, sentiva che tra loro c'era stato qualcosa, in un tempo lontano...così lontano da non riuscire a comprendere se fosse o no un'illusione della sua mente. Perché tutto questo?

Si voltò nuovamente vero il suo foglio, c'era qualcosa di dannatamente sbagliato, ragionando in modo lucido, non poteva essere accaduto nulla tra loro.

 

Daniel sorrise non appena la vide girarsi; era il momento dei dubbi. Ecco il momento esatto per far breccia nelle sue difese e ricominciare a instaurare un rapporto. Si alzò silenziosamente, avvicinandosi con calma, sicuramente non lo avrebbe sentito. Invece a un passo dalla sedia della ragazza...

 

“Bèh?Cerchi di spaventarmi?Come ladro faresti poca strada.” affermò glaciale voltandosi.

Lui non si scompose, anzi sorrise.

“Sei fenomenale, nessuno ce l'ha mai fatta. Io sono Daniel.” disse il ragazzo.

“Lo so chi sei, abbi pazienza non sono molto socievole, ma vengo a scuola per studiare, non per fare amicizia.” rispose acida, non voleva assolutamente instaurare un rapporto con lui, nonostante la attraesse come una calamita.

“Non c'è bisogno di tirare fuori gli artigli.” affermò Daniel serio.

“Non sei più in orfanotrofio.”aggiunse poi comprensivo.

“Come lo sai?”chiese lei spaventata sgranando gli occhi.

“So molte cose su di te, anzi so tutto, ero con te fino a quando quell'uomo non fece la telefonata agli assistenti sociali.” affermò lui, toccandole un spalla.

 

E lei ricordò in quel momento.

 

I sogni nella notte, era lui quello con cui parlava, con cui rideva e che abbracciava per addormentarsi. Come un amico immaginario che però era reale. Ma come poteva esserlo se il mattino successivo non c'era più? Glielo chiese la notte prima di quel maledetto giorno in spiaggia e lui sorrise ma non mi rispose. Non ci pensai mai più a lui, pensai che mi avesse abbandonato, ed ero così arrabbiata con tutti che lo chiusi fuori, non riuscii più vederlo; apparteneva a una parte di vita che non mi sarebbe mai più appartenuta e io non volevo ricordare la gioia delle notti passate con lui, perchè non sarei più riuscita a viverle con quella spensieratezza, con quella gioia, non ero più la stessa. La rabbia e la tristezza provate nell'orfanotrofio mi hanno distrutta e consumata e mi hanno allontanato da lui. L'orfanotrofio, l'esperienza vissuta in quegli anni orribili, mi ha tolto ogni cosa: anche i ricordi. E so anche che c'era tutto questo tra di noi per un motivo...Ma non lo ricordo. Non è possibile. So che era la cosa più importante e non posso chiederglielo. Non ora. Non qui.

 

Simona sorrise tristemente “Non ricordo tutto.” disse con semplicità scuotendo la testa.

“Lo so. Se ti fiderai di me ti racconterò tutto, te lo prometto, ma non devi parlarne con Stefano; non parlargli di me, né di quello che hai ricordato. Ti spiegherò tutto. Ma non ora.” rispose lui togliendo la mano di scatto. Lei attonita fece un cenno affermativo e lo guardò intensamente mentre lui tornava al suo posto con il capo chino e un sorriso malinconico sul volto.

 

Daniel ricordò con malinconia la felicità, la gioia selvaggia provata in tutte quelle notti passate con lei abbracciati teneramente, come due amanti, ma loro erano amici, fratelli, condividevano un segreto. Il più importante. Ma loro erano gli ultimi. Non si sarebbero dovuti dividere. Mai. E invece in quel maledetto giorno se la vide portar via. Aveva provato a starle vicino, con tenacia, durante le prime notti in cui la sua adorata compagnia era chiusa nell'orfanotrofio, ma il dolore che la piccola aveva subito era così grande da impedirglielo, così grande da estraniarla da tutto il mondo. Nessun nemico avrebbe potuto toccarla, ferirla o vederla. Il dolore era dilaniante, accecante e uccideva anche lui. Così si erano divisi. Ma ora eccola lì. Dietro a quella maschera c'era ancora la sua dolcissima e acuta Simo.

 

 

  
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