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Autore: itachiforever    26/01/2022    1 recensioni
[Venerdì 13]
Una ragazza, i suoi genitori, il suo cane e una nuova casa.
Un lago, una foresta e un campeggio sventurato.
Giovani ragazzi, una piccola vacanza e uno spietato serial killer immortale.
Differenze, similarità e qualche salvataggio.
Crystal Lake troverà la pace?
Genere: Horror, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: Violenza
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Capitolo 20 – Scelte



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“Cazzo” Le scappò. Non sapeva come prendere questa nuova informazione. Il fatto che Jason fosse rimasto da lei così tanto senza che lei si svegliasse era a dir poco inquietante. E la strage che aveva da poco finito di compiere sicuramente non indorava la pillola.

Però c’era da dire che stavano tutti bene, in casa era tutto in ordine – eccetto le telecamere ovviamente – e lei aveva di nuovo la sua collana. Probabilmente Jason era solo curioso, del resto non era da tutti fare quello che aveva fatto lei, e magari voleva osservarla più da vicino senza che lei se la desse a gambe come l’altro giorno al lago.

Jasmine rimase qualche minuto a fissare lo schermo, ancora fisso sul frame di Jason che si allontanava, considerando il da farsi. Aveva deciso di non cancellare i video, dato che il sistema ci avrebbe pensato in automatico, ma di salvarli comunque per ogni evenienza. Quindi aggiunse gli ultimi che aveva visionato a quelli già in download sul suo hard-disk.

Ora bisognava capire se dirlo ai suoi o meno, riconsiderando tutto per l’ennesima volta. Se avesse parlato con sua madre e suo padre, le accuse sul fatto che stava mettendo tutti in pericolo sarebbero sicuramente saltate fuori. E pur non essendo quella la sua intenzione, non poteva neanche dar loro torto per essere preoccupati. Ma se avesse confessato loro tutto, o per lo meno che aveva le prove dell’esistenza di Jason, la loro preoccupazione si sarebbe trasformata in paura, e questo li avrebbe sicuramente portati a chiamare la polizia, e sicuramente Jason non avrebbe appezzato la cosa. Sempre che la polizia decidesse di dare loro ascolto e non prenderli per suggestionati.

Jasmine non potè fare a meno di pensare a quale potesse essere la reazione di Mike nel caso si fosse scoperto che aveva armato Jason, aveva taciuto sui suoi avvistamenti e soprattutto sulla “sparizione” delle due ragazze. Era testimone di un duplice omicidio e non lo aveva detto a nessuno, e la cosa la stava divorando da dentro. Un sacco di persone erano morte, che pur avendo sbagliato non meritavano quella fine. La realtà è ben diversa dalla fantasia. Il mal di testa aumentò ancora. “Merda” Sbuffò.

Non ne andava affatto fiera, ma aveva promesso ai suoi che non avrebbe causato problemi e dover dare una testimonianza del genere a pochi giorni dal loro trasferimento in città li avrebbe sicuramente creati.

Si alzò e, continuando a rimuginare, si mise a gironzolare nervosamente per tutto il piano terra. Finn le andò dietro per un po’, preoccupato, ma poi vedendo che non si fermava, né faceva altro, tornò a sdraiarsi sul divano.

“No, non posso dir loro nulla. Se dovessero chiamare la polizia, e quelli venissero a controllare in giro, Jason potrebbe vederli come un disturbo, magari qualcuno potrebbe restarci secco e sarebbe colpa mia. No, non devono sapere niente di questa storia, sospettano già fin troppo.” Questa fu la conclusione a cui giunse, ma non smise di camminare. “Però forse dovrei dirlo almeno ai ragazzi, per sicurezza. Sanno già più dei miei e la pensiamo tutti allo stesso modo su Jason. Sono certa che loro capiranno...o almeno spero.”

Finalmente decise di fermarsi e andarsi a sedere sulla poltrona. Finn si era stravaccato a pancia in su e non voleva disturbarlo, anche se si sarebbe distesa volentieri anche lei. “Sì, racconterò tutto ai ragazzi, se dovesse succedere qualcosa almeno qualcuno sarebbe informato.”

Dopo qualche altro minuto, andò in bagno a prendere una pillola per il mal di testa, poi in cucina a mandarla giù con un bicchiere di succo d’arancia e, prima di andare in camera sua ad aspettare di sentirsi meglio, nello studio a recuperare l’hard-disk con i filmati e a risistemare tutto come se lei non fosse mai entrata lì dentro. Una volta nella sua stanza, non potè fare a meno di affacciarsi alla finestra e controllare nuovamente i dintorni, ma senza adocchiare nulla di importante. Quindi si levò le scarpe e si distese sul suo letto, con tutti i vestiti e senza spostare la coperta. Non passò molto che si addormentò.

E dormì anche parecchio, risvegliandosi di soprassalto quando il suo telefono iniziò a squillare. Non era la sua solita suoneria però. Ne aveva impostato una personalizzata praticamente a tutti quelli che conosceva, per lo meno quelli con cui parlava più spesso. I suoi genitori avevano entrambi “His Eyes” degli Pseudo Echo, Alex aveva “Killer” dei Crazy Lixx, mentre Wendy e Stuart avevano “He’s Back – The Man Behind the Mask” di Alice Cooper. Tutte canzoni su Jason. Quella che l’aveva svegliata invece era quella che aveva settato come default per tutti gli altri numeri. Pensandoci adesso, avere “Hello Zepp”, il tema principale di Saw, che partiva a tutto volume non era stata poi una grande idea.

Recuperò il cellulare, che le vibrava nella tasca dove lo aveva dimenticato, leggendo sullo schermo “Numero Sconosciuto”.

“Perfetto, ci mancava solo Ghostface”. Sbuffando, rispose alla chiamata, ma invece del solito “Qual è il tuo film horror preferito?” sentì la voce di sua madre.

“Mamma? Ma da che telefono stai chiamando?”

Da quello del diner, il mio si è scaricato e ho dimenticato di portare il carica batterie. Perchè hai questa voce strana? È successo qualcosa?” Chiese la donna, con tono preoccupato. Jasmine sospirò.

“No, nulla, mi sono solo addormentata per...un po’.”

Conoscendoti, saranno state almeno due ore. Come fai ad andare a dormire ad orari decenti se dormi tutto il pomeriggio?”

“Ma che pomeriggio? Avrò fatto mezz’oretta al massimo.” Mentì lei. “Comunque, stasera gioco coi ragazzi, quindi non andrò a dormire presto.”

Sempre con questi videogiochi violenti!”

“Mamma, sei al lavoro. Evita per favore. Perchè hai chiamato?”

Ah, giusto. Papà finisce di lavorare dopo di me, quindi aspetto che mi passi a prendere lui e arriveremo tra un’ora circa. Tu prepara le carote al forno per la cena e il condimento al limone, portiamo dell’arista di maiale per stasera.”

“Ok, adesso vado. Non è che mi porteresti una ciambella al cioccolato?”

Ci sono ancora i muffin che hai fatto tu, e hai già mangiato una ciambella oggi.”

“Uff. Va bene. Allora ci vediamo dopo.” Le due si salutarono e, sospirando nuovamente, Jasmine si stiracchiò e si alzò dal letto. Meglio iniziare subito con le carote, piacevano parecchio a tutta la famiglia, quindi doveva prepararne un bel po’.

Scese in cucina e fece partire la sua playlist dal cellulare, iniziando a pelare e lavare le carote. Il mal di testa era passato fortunatamente, ma non si sentiva ancora tranquilla. Se c’era una cosa che non voleva al momento, era una paternale dei suoi, o dover rifare con sua madre il discorso che aveva avuto dopo pranzo con suo padre. Meglio iniziare trovare spunti di discussione per la serata, e probabilmente la scelta migliore era parlare, come sicuramente avrebbero voluto loro, del suo non-appuntamento con Mike. Sperando che non si mettessero a parlare di nuovo degli omicidi, e anche questo era probabile che sarebbe saltato fuori in un modo o nell’altro. La soluzione migliore era probabilmente sbrigarsi a mangiare e filare in camera con la scusa di avere appuntamento coi ragazzi. Nel frattempo, Finn riuscì a farsi dare una carotina da sgranocchiare.

Quando i suoi finalmente tornarono a casa, la tavola era già apparecchiata, le carote erano in forno quasi pronte e Jasmine aveva appena finito di preparare il mix di olio e succo di limone – con due pizzichi di sale e uno di origano – che ai suoi piaceva mettere sulla carne. Una delle poche cose italiane di sua madre che non le piaceva affatto. Jasmine odiava il limone, troppo aspro per i suoi gusti da amante dei dolci.

La cena fu esattamente come aveva previsto: una sequela infinita di domande su Mike e su di lei, e ogni volta che loro citavano gli eventi della notte prima, lei cercava di parlare di altro senza però far notare il suo disagio. Fortunatamente, Robert non disse nulla sul discorsetto che avevano avuto in macchina, e Anna sembrava più calma di quanto non fosse stata prima. Di questo la ragazza fu estremamente grata.

Dopo aver finito la cena, e dopo aver finito i muffin superstiti, aiutò la madre a sparecchiare prima di scappare in camera sua. Aveva delle confessioni da fare ai suoi amici.





 

Angolo Autrice:

Ehilà! Rieccomi, ancora una volta, con un capitolo poco ricco di azione. Mi dispiace.

Ma il prossimo sarà la giornata dal punto di vista di Jason! Quindi non perdetevelo, mi raccomando!

Come al solito non so quando lo pubblicherò, ma mi sento abbastanza ispirata ora che sono riuscita a dare l’esame su cui stavo lavorando. Anche se ne ho un altro in vista, conto di riuscire a scrivere un altro po’. Spero.

Il capitolo 22 avrà a che fare con il gioco di Venerdì 13, quindi fatemi sapere se vorreste una descrizione di un ipotetico gameplay, giusto per alzare il kill-count della storia ;P

Come sempre l'aesthetic all'inizio l'ho fatto io, giusto perchè mi andava di condividere con voi queste cit che secondo me rappresentano parecchio Jasmine. 

Ho anche aggiornato un po’ la playlist di Jasmine, aggiungendo delle canzoni che riguardano Jason, anche se non tutte sarebbero molto apprezzate da Jasmine (non le piace quando prendono in giro o parlano male del suo amicone). Ve la lascio qui di nuovo → https://www.youtube.com/playlist?list=PLK5ee-z1TcEg8jUo0AhfTBRiABIKv_0Mi 

Fatemi sapere se avete suggerimenti per altre canzoni! E anche per la storia, ovviamente!

Alla prossima!

  
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