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Autore: Raven_Stark22_    27/01/2022    1 recensioni
➤ AU: FANTASY/ROYALTY
➤ La storia viene narrata secondo il punto di vista di vari personaggi, quindi sonno presenti diverse ship del mondo di Haikyuu: Bokuaka-Kuroken-Iwaoi-Daisuga-Sakuatsu-Kagehina-Tsukkyiama-Tanakiyo-Matsuhana-Kyouhuaba ecc.
Il sogno di Bokuto è sempre stato quello di diventare un cavaliere: si è esercitato per anni con la spada, ha assistito a numerosi duelli durante le fiere cittadine e si è nascosto dietro le mura per osservare i maestri insegnare ai nobili come affrontare l'avversario.
Proprio quando l'opportunità di realizzare il suo desiderio sembra giungere alle porte, uno sconosciuto in cerca di aiuto si rifugia nella stessa locanda dove sta cenando Bokuto.
Il ragazzo racconta di provenire da un regno lontano e di dover portare a termine un compito di massima segretezza che prevede un lungo viaggio nei luoghi più pericolosi del continente.
Toccherà a Bokuto e ai suoi compagni affrontare scontri e creature sovrannaturali per impedire una guerra catastrofica tra i regni.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Keiji Akaashi, Koutaro Bokuto, Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo, Tooru Oikawa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alla corte di Fukurodani, Akaashi era ammirato per la sua compostezza e lodato per la sua capacità di sopportazione.

Non gli era facile trasmettere gioia o conforto, eppure ascoltava pazientemente i problemi degli altri mettendo da parte i propri.

Non si era mai lamentato delle eterne chiacchierate con Bokuto - come se avrebbe mai potuto rifiutare il sorriso per cui sarebbe andato in capo al mondo - né gli dispiaceva venire escluso dalle conversazioni.

Il suo atteggiamento consisteva in un'annoiata disposizione assunta nei confronti di fatti o persone che era costretto a tollerare.

Ma dopo l'ennesimo abbraccio capace di bloccargli la circolazione sanguigna pensó che, forse, reprimere una sana dose di lamenti non era stata la scelta migliore per il suo benessere emotivo.

Sospirò sofferente e si sistemó meglio sul tronco per evitare che le braccia di Osamu gli frantumassero le costole.

Aveva trascorso gran parte della serata alla ricerca di una soluzione al suo problema senza però venirne a capo: cosa potevano fare? Legare il ladro ad un albero? Nessuno di loro avrebbe considerato un'opzione tanto crudele.

Tranne Oikawa, forse.

Osamu, in quelle condizioni, non rappresentava certo una minaccia; quindi Akaashi non doveva fare altro che subire in silenzio quella tortura.

-Come funziona?-

Fu Atsumu a rompere l'imbarazzante silenzio che si era creato tra di loro.

-L'incantesimo.- Specificò, allungando un dito verso suo fratello. -Hai tipo... trasformato Osamu in una cozza?-

Oikawa sorrise divertito mentre si portava la borraccia di cuoio alle labbra. -Mai sentito parlare del cuculo?-

Kenma si mosse al fianco di Akaashi, improvvisamente disinteressato al rompicapo con cui si stava intrattenendo da più di un'ora.

Kuroo si era sistemato accanto al suo migliore amico, completando il piccolo semicerchio che divideva il gruppo dagli altri due banditi.

-L'uccello?- Atsumu sollevò un sopracciglio e persino Suna parve attratto dalla conversazione.

Oikawa annuì. -Depone le uova nel nido di specie diverse e lascia che siano quest'ultime ad occuparsi dei piccoli. Quando i cuculi crescono, sono in grado di riconoscere i loro simili pur non avendoli mai visti prima.-

-Sei anche un etologo. Interessante.- Commentò il biondo. -E irrilevante.-

-In altre specie di uccelli, invece- Proseguì il mago -Il pulcino apprende le caratteristiche fisiche della sola madre mostrando segni di paura quando si avvicina un oggetto estraneo. Questo processo si può manipolare, ad esempio, dando l'opportunità al piccolo di osservare solamente un uomo in modo che, identificatolo come la propria madre, si rifiuti di avvicinare altri individui simili.-

Oikawa si pulì la bocca sul retro della mano e depositò la borraccia ai suoi piedi.

-Si potrebbe dire che avviene un fenomeno di questo tipo anche con il mio incantesimo. La magia ha creato una sorta di... uh, "finestra" temporale durante la quale il sistema nervoso di tuo fratello continua a visualizzare l'immagine di chi ha riconosciuto come vero amore.-

Strizzò l'occhio ad Akaashi, ma il secondo era troppo stanco per cedere alla provocazione.

-Quindi può sentirci.- Si intromise sorprendentemente Suna.

Oikawa guardò negli occhi il ragazzo che aveva parlato e la forma affusolata ricordò ad Akaashi la pupilla di un serpente.

-Beh, sì. Ma non può capire il significato delle nostre parole. Francamente, in questo momento non penso si ricordi nemmeno il suo nome.-

Suna non aggiunse altro, ma lanciò ad Akaashi uno sguardo che gli fece raggelare il sangue nelle vene.

-Bel trucchetto- Ammise Atsumu -Ne hai altri in serbo per questa serata?-

Toru si portò una mano al petto con fare drammatico.

-Colpirvi alle spalle? Che fine ha fatto la fiducia reciproca?-

-Non c'è mai stata.- Sputò la kitsune, cominciando a perdere le staffe. -E non ci sarà mai.-

-Ti ricordo che abbbiamo stretto un patto.- Sbuffò Iwaizumi, irritato quanto lo stregone.

-Si tratta di una tregua dopo la quale ognuno andrà per la sua strada. Non scendiamo a patti con dei privilegiati come voi.-

-Lo sai, è già la seconda volta che ci accusi di trovarci in una situazione più agiata della tua. Per chi ci hai preso? Ti sembriamo forse aristocratici di qualche tipo?- Sbuffò Kuroo, sollevando un lembo del suo mantello strappato. -Credi che sia la cappa di una famiglia nobile?-

-Oh, perfavore!- Frignò il biondo -Gli abiti della fatina valgono di più di quanto potreste ricavare consegnando me e Suna alle autorità.-

-Hey!- Scattò Oikawa, puntando una pezza cucita appena sopra il cuore -Per tua informazione, questo è-

-Lo stemma della famiglia reale, lo so.- Venne interrotto -Mi domando quali servigi ti siano costati un tale favore.-

Oikawa aprì la bocca per protestare, ma Atsumu si era già alzato e aveva iniziato a muoversi lentamente sul posto, senza mai superare la distanza di sicurezza che si erano imposti.

-Fammi indovinare- Riprese -Forse i tuoi genitori ti amavano, ma ti sentivi sfruttato solo per i tuoi poteri. Sei cresciuto per strada, discriminato da chiunque ti stava attorno, fino a quando non ti sei imbattuto in un reale.-

Akaashi vide che la rabbia di Oikawa si stava lentamente spegnendo.

-Da quel giorno la tua vita ha preso una svolta positiva perchè finalmente potevi renderti utile per qualcuno di importante. O, perlomeno, per qualcuno in grado di fornirti un tetto sopra la testa. Hai leccato il culo al re per anni solo per continuare a vivere nel lusso.-

-Adesso basta.- Scattò Iwaizumi, prendendo le difese del ragazzo immobile. -Non hai neanche la vaga idea di cosa abbia dovuto passare.-

-Va tutto bene, Iwa-chan.- Disse il mago, stranamente calmo.

-No!- Gli rispose l'altro, brusco -Non va affatto bene! Questo parassita non dovrebbe permettersi di insinuare certe cose.-

-Lo sai che non ha tutti i torti.-

Iwaizumi ammutolì, senza però staccare gli occhi dalla kitsune.

-E' per questo che ci avete attaccati. Avete visto lo stemma dell'Aoba Johsai e ci avete scambiato per dei funzionari del re.- Intuì Oikawa.

-Non solo. Osamu ha seguito alcuni di voi dentro al villaggio e vi ha sentito confabulare su una certa decisione saggia che non sarebbe piaciuta al Re e alla Regina del Fukurodani.-

Quelle parole non gli erano per nulla nuove.

Ecco chi era stato a pedinarli fino alla piazza.

Akaashi spostò lo sguardo su Kuroo che sollevò le mani in segno di resa: -Non sapevo che un gruppo di assassini fosse in ascolto.-

-Per l'ultima volta- Ringhiò Atsumu, scocciato -Non siamo asassini, ladri o banditi. Volevamo semplicemente appropriarci dei vostri cavalli e tagliare la corda, ma ci avete scoperto e siamo dovuti intervenire prima dell'arrivo di rinforzi.-

-Amico.- Kuroo scosse la testa, confuso -E' esattamente quello che farebbe un ladro.-

-Se non siete stati inviati qui dal Re, allora chi siete?- Domandò Suna.

-Ottima domanda.- Lo canzonò Oikawa. -Magari potevate farcela prima di usare contro di noi il vostro smisurato repertorio di coltelli.-

-Fuggitivi.-

Tutta l'attenzione si spostò su Kenma.

-Fantastico.- Sospirò Oikawa.

-Cosa?- Fece lui -Sono ricercati tanto quanto noi. Denunciarci sarebbe un suicidio. Tanto vale dire la verità.-

-Siete dei fuorilegge?- Suna sembrava ampiamente sorpreso.

-Se è tutta una messa in scena per ottenere il nostro appoggio, sappiate che non funzionerà.- Li mise in guardia Atsumu.

-Non siamo fuorilegge.- Spiegò Kuroo, esitante -Cioè, non proprio. Abbiamo aiutato un innocente a scappare dal suo Regno e ora abbiamo l'esercito reale alle calcagna.-

-Amico- Lo prese in giro Atsumu -E' esattamente quello che farebbe un fuorilegge.-

-Sono stato io a trascinare tutti loro in questa impresa.-

Si sentì immediatamente trafiggere dagli occhi sospettosi delle due kitsune.

-E' me che stanno cercando.- Proseguì, distogliendo lo sguardo. -Non hanno avuto scelta.-

-Non è vero.- Protestò Bokuto, che se ne era rimasto incomprensibilmente quieto fino a quel momento. -Abbiamo scelto di accompagnarti.-

Kuroo prese un respiro profondo prima di iniziare a raccontare le loro avventure quasi stesse narrando una fiaba per bambini.

Akaashi si constrinse ad ascoltare, ma sentire quello che gli altri avevano vissuto in prima persona gli faceva troppo male.

Kuroo stava omettendo di proposito molti particolari, ma sentirlo rivelare fatti distorti non faceva che appesantire il suo senso di colpa.

Era a causa sua se i suoi compagni erano stati coinvolti.

Aveva tentato invano di lasciarsi convincere dalle parole di Bokuto; di credere che, in fondo, erano tutti pienamente consapevoli del guaio che stavano correndo.

Ma la verità è che il rimorso lo stava dilaniando dall'interno.

Continuava a mentire, sia agli altri che a sè stesso.

Quanto tempo sarebbe dovuto passare prima che la tensione perenne e i rimpianti decidessero di svanire della sua mente?

-'Kaashi?-

La voce morbida di Bokuto riuscì finalmente a spronarlo.

Il ragazzo lo stava squadrando con preoccupazione e il nodo allo stomaco di Akaashi si fece ancora più stretto.

Era grato di non aver toccato cibo quella sera, perchè i ripensamenti gli stavano provocando un forte senso di nausea.

Cercò di darsi un contegno e deglutì nonostante avesse la bocca completamente asciutta.

-Sì, Bokuto-san?-

Lo scudiero indicò con un movimento della testa il resto dei presenti che lo stavano fissando.

-Quindi si è trattato tutto di un malinteso?- Ripetè Atsumu -Tu non hai la chiave e le guardie ti stanno perseguitando senza motivo?-

-Beh, ora abbiamo una chiave ce l'abbiamo.- Ricordò Kenma, alludendo ad Oikawa.

Akaashi annuì. -Dobbiamo solo sperare che non ci abbiano battuto sul tempo con una nuova strategia.-

-Difficile, considerato quanto sia complicato generare portali.- Spiegò Oikawa con un'aria soddisfatta. -Con ogni probabilità staranno ancora setacciando le foreste del Nekoma.-

Atsumu li studiò in silenzio per qualche secondo.

-Non siete così stupidi da inventare una scusa tanto patetica, quindi vi credo.-

-Dovrebbe essere un complimento?- Domandò Iwaizumi.

-'Tsumu non fa mai complimenti.- Rispose distrattamente Suna. -I suoi sono insulti velati.-

Per quel poco che aveva imparato di entrambi, Akaashi era abbastanza sicuro che il secondo avesse ragione.

-In conclusione- Terminò Kuroo -Ci avete attaccato scambiandoci per qualcuno che non siamo. Non che le vostre motivazioni fossero valide, in ogni caso.-

-Giudichi senza conoscere?- Lo schernì Atsumu.

-No, è che mi hai lanciato dietro tre coltelli.-

-Dovreste formare un trio.- Suggerì Iwaizumi, indicando Oikawa con un cenno. -Vediamo chi dei tre sarà più veloce ad ammazzare gli altri.-

Il mago sbuffò infastidito, tornando con lo sguardo sulle due kitsune. -Immagino sia il vostro turno di raccontare una storia.-

-Cosa vi fa credere che siamo improvvisamente entrati in confidenza?- Domandò Atsumu, stizzoso. -I nostri ideali evidentemente non sono gli stessi.-

-Va bene, allora. Tieniti pure i tuoi segreti.-

-Crappykawa...-

-Sto solo cercando di capire perchè dovremmo fidarci di tre criminali!- Esplose lo stregone, puntando il dito contro i due sconosciuti. -Non sono più al servizio del Re, ma questo non significa che non gli sia fedele.-

Nella radura calò in silenzio teso.

Tutti avevano paura di fare la mossa sbagliata, ma nessuno aveva il coraggio di contestare Oikawa.

Atsumu, per qualche strano motivo, non mutò espressione.

-E' così?-

Toru cercò di mostrarsi sicuro, ma Akaashi colse comunque una leggera esitazione: -Come facevi a sapere tutte quelle cose sul mio conto?-

Il biondo scrollò le spalle. -Ho frequentato il palazzo in più di un'occasione.-

Oikawa assotigliò gli occhi e le sue iridi si fecero ancora più scure. -Chi sei veramente?-

-Oh, questa è facile.- Rispose il ragazzo, sorridendo sfacciatamente. -Non sono nessuno.-

Akaashi studiò l'espressione dei suoi compagni incontrando il suo stesso smarrimento.

-Non sono nessuno- Ribadì la kitsune -E' questo il punto. Per quelli come il Re e la Regina, noi non esistiamo. E quelli come te, non ci vedono. Non siamo nessuno.-

-Potresti smetterla di essere così enigmatico? Mi stai facendo saltare i nervi più di Oikawa quando manca una settimana al suo compleanno.- Si spazientì Iwaizumi.

-Poveri? Emarginati? Disadattati? Esistono tanti termini per definirci, ai potenti piace sbizzarrirsi. Eppure, sono convinto che la mia scelta precedente calzi a pennello. Dopotutto, non siamo invisibili agli occhi di chi conta veramente?-

Non ricevette risposta.

Akaashi non si era nemmeno accorto di aver giocato distrattamente con le sue mani per una buona mezz'ora solo a causa del nervosismo.

Portò le braccia lungo i fianchi e respirò sommessamente.

-La vostra situazione sociale non vi autorizza a commettere crimini.-

Si pentì delle sue dure parole quando incrociò lo sguardo addolorato di Kuroo.

Sua sorella.

Il racconto di Bokuto si fece rapidamente largo nella sua mente causandogli un groppo alla gola.

-Non saprei.- Disse Atsumu, con un tono distaccato e apatico. -Rimarresti stupito da quanto rapidamente passi in secondo piano il senso di giustizia quando si tratta di morire o sopravvivere.-

-E poi, noi non siamo banditi- Chiarì Suna -Sottraiamo ai ricchi i loro beni in eccesso e li ridistrubuiamo tra le fasce più povere del villaggio.-

-Già- Convenne il suo amico -Siamo solo scarti della società che si riprendono il minimo indispensabile per fare in modo che tutte quelle persone abbandonate al loro misero destino arrivino almeno a fine giornata. Eppure, non siamo nessuno.-

-In pratica attaccate i viaggiatori e li derubate dei loro averi- Constatò Kuroo -Quanti ci hanno rimesso la vita?-

-La nostra banda non uccide.- Specificò Suna -Ci difendiamo o spaventiamo a morte gli avversari.-

-E poi, di solito ci limitiamo ad aggirarci furtivamente per le città più importanti del Seijoh e ad aiutare qualche famiglia in grave difficoltà.- Continuò Atsumu -Sarebbe stupido e incauto attaccare briga con tutti i nuovi mercanti della zona.-

-Banda?- Sottolineò Bokuto, inarcando un sopracciglio. -Non siete un trio?-

Non ricevendo una risposta immediata, l'intero gruppo iniziò ad allarmarsi.

Oikawa e Iwaizumi scattarono sull'attenti, Kenma allungò una mano verso la cintura e Kuroo si guardò attorno freneticamente, come se altri nemici potessero spuntare fuori dai cespugli da un momento all'altro.

Akaashi scrutò attentamente le ombre degli alberi sul terreno, ma non ci trovò nulla di sinistro.

Atsumu fece schioccare la lingua, richiamando l'attenzione su di sè.

-Ora che fine ha fatto la confidenza?-

-Se ci avete teso una trappola...- Minacciò Iwaizumi -Giuro che...-

-Non ho paura dei toni intimidatori, ma potete stare tranquilli. Siamo giunti qui a piedi, ma il resto della nostra allegra combriccola si trova a tre giorni dal villaggio.-

-E se stessi mentendo?-

-Fiducia reciproca.- Atsumu accompagnò le sue parole con un sorriso provocatorio. -Visto? Non c'è niente di cui preoccuparsi.-

Suna roteò gli occhi al cielo, ma non intervenne.

A dire il vero, nessuna delle due kitsune sembrava in qualche modo agitata o decisa a sferrare un contrattacco.

Akaashi rilassò le spalle e lo stesso fece la guardia personale di Oikawa.

-Il nostro compito era quello di procurare qualcosa di prezioso per aiutare la famiglia Akagi a saldare i propri debiti. Avremmo venduto i vostri cavalli.- Spiegò Atsumu.

-Tch.- Sbuffò Kuroo -Nessuno tocca Inu.-

Il biondo lo squadrò confuso, per poi lasciarsi trasportare in una grossa risata.

-Il tuo cavallo si chiama Cane?-

-Quindi? Quello di Bokuto si chiama Cavallo.-

-Ancora con questa storia?- Fece il bicolore, iniziando a scaldarsi. -Certo che gli ho dato quel nome! E' un cavallo!-

Persino Suna parve trovare comica quella scena, perchè i suoi occhi si addolcirono.

-Atsumu, guarda che hai chiamato il tuo animale Chizu.-

-Pensavo che gli sarebbe piaciuto il formaggio.-

-E' uno scoiattolo, non un topo.-

Akaashi sentì la presa attorno al suo braccio farsi più leggera e spostò lo sguardo su Osamu.

Il ragazzo sbadigliò e si coricò su un lato appoggiando la testa sulla spalla di Keiji.

Il moro non apprezzava quando veniva invaso il suo spazio personale, ma si concesse di permettere alla kitsune di riposare.

L'espressione soave di Osamu non aveva niente a che fare con le intenzioni assassine di qualche ora prima.

Sospirò e fece per adagiare la sua testa più comodamente, ma un colpo di tosse lo fermò prima che potesse sfiorarla con un dito.

Incrociò lo sguardo di Atsumu ma invece di trovare rabbia, come si era aspettato, incontrò solo un ammonimento. -Giù le mani, amico. Lo dico per il tuo bene.-

Suna aveva assunto nuovamente un'espressione glaciale.

Akaashi impiegò qualche secondo per collegare gli indizi e ritrarre la mano.

-Non gli farei mai del male.- Si sentì in dovere di specificare, dal momento che l'aura omicida di Suna aleggiava ancora nell'aria.

Osamu si stiracchiò e tornò ad appoggiarsi dolcemente su Akaashi.

-Lo giuro.- Aggiunse con voce tremante.

Atsumu staccò gli occhi dai due e infilò le mani in tasca.

-Va bene.- Canticchiò -Penso che andrò a fare due passi.-

-Oh, non credo proprio. E se decidessi di tradirci?- Chiese Kuroo.

-E come? Chiamando rinforzi?- Lo schernì il biondo, alzando le spalle. -D'accordo. Basterà che qualcuno di voi mi accompagni.-

-Lo farò io.- Decretò Oikawa, annoiato. -Sono il più forte e l'unico capace di rintracciare questo ammasso di sarcasmo nel caso si trasformi.-

-Ma-

-So badare a me stesso, Iwa-chan.-

Atsumu piegò le labbra e strinse i pugni. -Dopo di te.-

Oikawa lo fulminó con lo sguardo ma si incamminó verso la parte meridionale della foresta.

La kitsune prese a fischiettaré e seguì il mago nella fitta vegetazione.

Quando furono scomparsi dietro agli alti fusti, Akaashi tornó a concentrarsi su Osamu.

Il ragazzo dormiva beatamente al suo fianco, ignaro di tutto ciò che lo circondava.

Keiji speró con tutto il cuore che l'effetto dell'incantesimo svanisse il più in fretta possibile.

×××××

-Fermati.-

Atsumu eseguì quel brusco ordine e si voltò verso Oikawa.

Il mago dai capelli color cioccolato lo squadrò dalla testa ai piedi, mettendo l'altro in soggezione.

-Cosa c'è?-

-Non ho controllato se hai portato con te qualche arma.-

Atsumu scosse la testa e riprese a camminare come se la loro conversazione non fosse mai avvenuta.

-Hey! Dove pensi di andare?-

-Il più lontano possibile dalla tua idiozia?-

Oikawa lo affiancò mantenendosi sempre ad una debita distanza.

-Guarda che non stavo scherzando.-

-Già, è questo che mi preoccupa. Cosa credi che possa fare un kunai contro la tua magia?-

-Potresti assalirmi alle spalle.-

Naturalmente.

Atsumu roteò l'anello di un kunai attorno al proprio dito e scagliò la lama senza il minimo preavviso.

I riflessi fulminei di Oikawa gli permisero di erigere una debole barriera di fronte al volto e il coltello affondò nella superficie opaca.

-Come se non avessi occhi e orecchie dappertutto.-

Oikawa serrò la mascella e agguantò l'arma che toccasse terra.

-Perchè mi hai seguito?- Domandò quando il mago avesse riprese a camminare.

-Non ho mai conosciuto una kitsune.- Ammise -Ma addirittura tre? Siete una specie rara tra i mutaforma.-

-Dove vuoi andare a parare?-

-Suppongo che nelle tue vene e in quelle di tuo fratello scorra lo stesso sangue magico.-

-Devi sicuramente rientrare nella lista di soggetti dal cervello funzionante che ha menzionato prima il ragazzo-gufo.-

-Ma la terza kitsune? Da come squadra con odio Aka-chan non credo condivida un semplice legame di parentela con Osamu.-

Atsumu fu scosso da un brivido.

-Non farmici pensare.-

-Vi siete incontrati per caso?-

Il biondo scrollò le spalle. -Destino, forse? Le kitsune riconoscono i propri simili ad occhi chiusi e il branco di Kita stava passando dalle parti del nostro villaggio.-

-Branco? La vostra banda è formata solo dagli spiriti della volpe?-

-Non siamo così numerosi.- Atsumu sorrise al pensiero di quella che considerava la sua famiglia. -Ma il nostro aiuto viene riconosciuto e apprezzato. Per questo siamo pieni di alleati in ogni cittadina.-

Oikawa non rispose e per un po' Atsumu riuscì a godere di un silenzio indisturbato.

Si mossero seguendo una traiettoria circolare e solo quando furono in prossimità del falò il mago prese la parola: -E' vero, i miei genitori mi sfruttavano solo per i miei poteri. Ma non mi amavano.-

Atsumu non aveva idea del perchè Oikawa si stesse confidando con lui, ma si sentì in dovere di non interromperlo.

-Pensavo che unendomi alla scorta reale le cose sarebbero cambiate. Finalmente sarei stato importante per qualcuno. Mi sono raccontato questa storia per anni, fino a quando non ho scelto di ritirarmi nella foresta di Mizar. La verità è che non ho mai trovato una casa e mai la troverò.-

Atsumu era rimasto stupito da come la voce dello stregone non avesse vacillato per neanche un secondo.

Si sentì parzialmente in colpa per le accuse di poco prima, ma lo tenne per sè.

Invece, sollevò lo sguardo sulle chiome degli alberi.

I suoni della notte e le prime stelle avevano il potere di farlo sentire tutt'uno con la natura.

-Sembri proprio una di quelle persone che rimangono eternamente ancorate al passato.- Disse -Forse dovresti lasciartelo alle spalle e smetterla di cercare una casa.-

-Mi stai suggerendo di arrendermi?-

-No.- Il ragazzo continuò a fissare il cielo. -Ma ne hai passate tante e non ne sei uscito vittorioso. A volte fa bene focalizzarsi su altri obbiettivi. Magari, in futuro, sarà la casa a trovare te.-

Sentì lo sguardo di Oikawa su di sè, eppure il mago non aprì bocca.

Atsumu abbassò finalmente il mento e si accorse che l'altro gli stava porgendo l'impugnatura del kunai.

Inarcò le sopracciglia per lo stupore, ma decise di non commentare.

Avvolse le dita attorno alle bende e ritrasse la mano.

Oikawa gli diede le spalle e riprese a camminare nel bosco in perfetto silenzio.

Atsumu sapeva che quel mero gesto, in qualche modo, nascondeva un significato più profondo.

Rifoderò il pugnale e puntò alle fiamme del falò che si stagliavano tra gli alberi.

×××××

La situazione stava diventando critica.

Kuroo non aveva più bisogno di evitare Kenma, perché era Kenma che stava evitando lui.

Forse gli dei avevano un pessimo senso dell'umorismo, perché si stavano divertendo parecchio a mandare il ragazzo fuori di testa.

-Prendi.-

Il ragazzo offrì gentilmente la sua fetta di pane al più piccolo, che declinò con un cenno della testa.

Kuroo si accigliò: -Non ti fa bene saltare i pasti.-

-Non sei mia madre.- Gli ricordò l'altro -E comunque, lo stesso vale per te.-

-Mangio comunque con più frequenza rispetto a te.-

Kenma osservò indeciso la pagnotta secca che avevano comprato in uno dei villaggi, ma finì per scuotere ancora la testa. -Non ho fame, Kuro.-

Tetsurou si morse la lingua e decise di arrendersi.

Un lamento sommesso e tormentato distolse entrambi i ragazzi dalla loro conversazione.

-Un'anima in pena.- Commentò Kenma, alludendo al ragazzo che si stava struggendo nel posto accanto al suo.

Kuroo ridacchiò compiaciuto mentre Bokuto non diede segno di aver colto una sola parola della frase di Kozume.

Era entrato in uno dei suoi tipici stati mentali in cui il suo modo di agire diventava esageratamente drammatico, gli occhi si scurivano e i ciuffi sembravano afflosciarsi sulla fronte.

La kitsune dai capelli grigi strofinò la guancia sulla spalla di Akaashi, provocandogli un brivido di fastidio che gli fece raddrizzare la schiena.

Bokuto si girò dalla parte opposta e sbuffò indignato.

-Rilassanti, fratello.- Lo provocò Kuroo -Sono sicuro che l'effetto svanirà a momenti.-

-Me lo auguro.- Risposero contemporaneamente Akaashi e il diretto interessato, scambiandosi poi un'occhiata imbarazzata.

Kuroo alternò lo sguardo tra i due ragazzi e si schiaffeggiò la fronte.

Trovava quasi fastidioso come quei due fossero assolutamente fatti l'uno per l'altro.

-Cioè...- Rimediò Bokuto -Immagino sia seccante non potersi muovere per colpa di un peso morto sul braccio.-

Akaashi sbattè lentamente le palpebre. -Mh. Poteva finire molto peggio.-

-Punti di vista.- Borbottò sottovoce il ragazzo, appoggiando il mento sul palmo della mano.

Kenma li squadrò impassibile: -Siete irrecuperabili.-

Kuroo annuì vivacemente.

Tra i presenti calò il silenzio, interrotto solo dallo scoppiettìo del fuoco.

Iwaizumi si era rannicchiato ai piedi di un tronco e stava affilando distrattamente la sua spada alla luce delle fiamme.

Suna, invece, non si era mosso di un muscolo.

Era rimasto immobile come una statua, il volto rilassato ma le spalle tese.

Sembrava quasi che si stesse imponendo di mostrarsi calmo e sicuro di sè, ma la rigidità della schiena tradiva una traccia di angoscia.

Kuroo si schiarì la gola e ruppe quella quiete: -Dove avete imparato a combattere così bene?-

Gli occhi di Suna lasciarono Osamu per incontrare quelli del moro.

-E' una domanda a trabocchetto?-

La seconda kitsune era sembrata fin da subito meno diffidente rispetto ad Atsumu, tuttavia - constatò Kuroo - non mancava di cautela.

-Pura curiosità. Per quanto sia doloroso ammetterlo, vi abbiamo battuti solo grazie ad Oikawa. Ci avete ingannato e vi siete mossi seguendo uno schema ben studiato.-

Suna non dubitò delle intenzioni di Kuroo, cosa che probabilmente avrebbe fatto il suo amico.

-La maggior parte del gruppo è cresciuta nella foresta- Spiegò -Quindi abbiamo dimestichezza con le tecniche di attacco e sopravvivenza. Le strategie le abbiamo sviluppate negli anni tramite esperienza o seguendo i consigli di Kita.-

Kuroo ipotizzò che quest'ultimo dovesse essere un membro importante della loro banda.

-Quindi voi tre andate spesso in missione assieme?-

-Sì. Siamo una buona squadra.-

Kuroo annuì e chinò il capo.

Un sorriso genuino si fece largo sulle sue labbra: -Dev'essere difficile andare d'accordo con quei due.-

Gli parve quasi di scorgere un luccichio ironico negli occhi di Suna.

-Non immagini quanto.-

Tetsurou aveva capito che il ragazzo non era un tipo molto loquace, così rimase sorpreso quando questi continuò a parlare.

-Atsumu è una spina nel fianco. Può semprare spensierato e condiscendente, ma in realtà non ascolta nessuno e mente abitualmente.-

Kuroo però individuò, nella voce Suna, una nota di affetto.

-Mentre Osamu è...- Si interruppe di scatto, serrando la mandibola. -E' sveglio.-

Il ragazzo in questione si stropicciò gli occhi e sollevò lentamente il busto.

Esaminò turbato l'ambiente circostante e interrogò Suna con un'espressione vuota.

Il secondo stava ancora cercando di capire se Osamu fosse tornato in sè così, non ricevando risposta, la kitsune si rivolse al ragazzo che aveva davanti: -Scusa, ma noi... ci conosciamo?-

Akaashi fece per parlare, ma Suna fu più veloce: -'Samu?-

Il ragazzo parve riscuotersi a quel nomignolo: -Mh?-

-Qual è l'ultima cosa che ricordi?-

-Noi...- Osamu si grattò la testa. -Ci siamo separati e mi sono arrampicato sopra un albero. Stavamo combattendo contro...- Si interruppe e scattò all'indietro, mettendo più distanza possibile tra il suo corpo e quello di Akaashi.

-Suna!- Esclamò con gli occhi sgranati -Che diavolo- tu non stai... perchè?

L'altro affiancò il suo amico e lo rassicurò portando avanti le mani. -Sei tornato in te, vero?-

-Cosa? Certo che sono...- Biascicò Osamu -Aspetta, che vuoi-

-Il nostro mago ti ha steso con un incantesimo.- Tagliò corto Kuroo -Bentornato nel mondo dei mortali.-

Osamu strizzò le palpebre e passò in rassegna l'intero gruppo.

Cercò poi conferma nel suo amico, che annuì poco visibilmente.

-Quindi ora siamo alleati?-

Kuroo non fu l'unico a restare abbastanza interdetto da quella domanda.

-No.- Disse Iwaizumi, dopo un lungo silenzio. -Cioè, in parte. Forse?-

Osamu si accontentò di quella risposta.

-E Atsumu? Si è fatto amamzzare?-

-No.- Fece Suna, quasi con una punta di delusione.

Non fu necessario fornire ulteriori spiegazioni, perchè il fratello più antipatico emerse dal fitto della foresta.

-'Samu! Sei tornato!-

-Anche tu- Constatò il secondo -Sfortunatamente.-

Atsumu assunse un'espressione offesa che ricordava vagamente quella di Oikawa.

-Ti preferivo quando avevi la stessa personalità di un sasso.-

-Si stava meglio senza sentire la tua voce.-

-Ho smesso di sopportarti alla tua nascita.-

-Difficile, visto che siamo gemelli.-

-Prima che arrivassi tu ho vissuto i ventidue minuti migliori della mia vita.-

Suna non si sforzò neanche di interromperli e aspettò in silenzio che finissero di battibeccare.

Oikawa sopraggiunse alle spalle di Atsumu e inarcò un sopracciglio.

-Fanno spesso così?- Chiese a Suna.

La kitsune sembrava spaesata, ma i suoi lineamenti non tradirono alcuna emozione.

-Sempre. Dalla mattina alla sera. Ogni giorno. Costantemente. Senza pausa.-

Quando i due fratelli furono sul punto di mettersi le mani addosso, Kuroo decise di intervenire: -Va bene, signori. A qualcuno per ogni gruppo toccherà fare il primo turno di guardia.-

Atsumu sorrise con fare provocatorio. -Hai paura del buio?-

-No- Ammise Kuroo -Ho paura che ci accoltelleremo a vicenda.-

-Non fa una piega.- Commentò Osamu, avanzando di un passo. -Inizierò io, non sono stanco.-

Il ragazzo si fermò dinnanzi ad Akaashi e si passò una mano sul collo, imbarazzato.

-Non ricordo praticamente nulla.- Disse -Ma qualcosa mi dice che gli effetti dell'incantesimo ti hanno coinvolto a causa mia, perciò...-

Keiji lo tranquillizzò con un sorriso gentile. -Nessun problema.-

-Quel qualcosa è il braccio indolenzito di Akaashi?- Ipotizzò Oikawa.

Il ragazzo della Fukurodani si massaggiò la spalla e accennò una smorfia di dolore.

-No.- Fece Osamu, superandolo con lo sguardo. -Quel qualcosa è il tipo dai capelli a punta che sta pianificando il mio funerale assieme a Suna.-

Le guance di Bokuto si tinsero di rosa e lo scudiero nascose il volto in fiamme dietro una risata isterica: -Uhm, i-io non stavo...-

-Non è vero.- Si intromise Suna, dando le spalle al gruppo. -Non ti avrei concesso nemmeno quello.-

Osamu sorrise affettuosamente e corse dietro al ragazzo. -Sei arrabbiato con me?-

-Sì.-

-Non hai motivo di esserlo, però.-

-Lo so.-

-Sai che ti amo, sì?-

-Mh.-

Osamu seguì il ragazzo ai piedi di un albero sradicato e la conversazione si perse nel vento.

Kuroo notò come Atsumu stesse fingendo di avere un conatto di vomito e ridacchiò internamente alla sua espressione disgustata.

-Sono stomachevoli.- Borbottò sottovoce, iniziando a camminare verso il punto in cui si erano sistemati.

La sua mente viaggiò a Kenma senza che riuscisse a frenarla in tempo.

Il biondino si era rannicchiato in un angolo e aveva chiuso gli occhi, ma Kuroo conosceva il suo amico abbastanza da spaere che stava solo fingendo.

Si chiese se avrebbe mai raggiunto quel tipo di felicità.

Prendersi per mano, dormire avvinghiati, sussurrarsi parole dolci. Sarebbe mai riuscito ad ottenere tutto questo?

Se Kenma non ricambiava i suoi sentimenti, Kuroo doveva solo aspettare la persona giusta.

Ma più gli anni passavano e più l'amore per il suo amico d'infanzia si faceva resistente.

La magia illusoria di Oikawa gli aveva sbattuto in faccia la cruda realtà: nascondersi lo avrebbe solo fatto stare peggio.

Si era tenuto dentro la rabbia e la frustrazione per un decennio.

Non voleva perdere la persona che amava di più al mondo, ma non riusciva più a sopportare da solo tutta questa sofferenza.

-Faccio io il primo turno di guardia.- Si offrì.

Kenma era la persona giusta.

Forse era Kuroo ad essere quello sbagliato.

   
 
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