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Autore: Sunny    09/09/2003    1 recensioni
A grande richiesta, ecco ripubblicata la mia primissima e unica fanfic sulla coppia Harry/Hermione. Io avrei voluto cambiarla un po', ma poi ho cambiato idea...dopo tutto se è piaciuta tanto e poi la cambio non piace più, no? ^^
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Che ti succede, Harry?

…ovviamente Harry Potter e tutto lo staff appartengono alla Rowling!…

 

                                               FIGHTING DARKNESS

 

 

CHE TI SUCCEDE, HARRY?

 

Harry, Ron e Hermione seguivano Sirius nel gigantesco palazzo dell’AU, sperduto in una campagna scozzese a nord di una foresta piuttosto fitta. Sirius aveva nostrato loro come eludere le difese segrete del castello, e ben presto entrarono in una grande sala piena zeppa di libri dove c’erano parecchi uomini intenti alla consultazione di libri e computer, ma uno in particolare attirò l’attenzione del gruppetto appena entrato.

 

“Professor Lupin!!” esclamarono tutti e tre i ragazzi, a metà tra il confuso e l’emozionato. L’uomo venne loro incontro sorridendo.

 

“Ehi, ragazzi! E’ un piacere rivedervi! Accidenti se siete cresciuti!”

 

“Che cosa ci fa lei qui, professore?” chiese Ron.

 

“Vi presento il colonnello Remus Lupin.” fece allegramente Sirius.

 

“E visto che ormai siamo colleghi, niente più professor Lupin ma Remus, intesi?”

 

Harry, Ron e Hermione annuirono con un gran sorriso.

 

“Devo portare i ragazzi da Dorian, sai dov’è?”

 

“Credo sia nel suo ufficio. Attenzione, oggi è nera.” rise Remus.

 

“Tanto per cambiare.” alzò spallucce Sirius.

 

“Chi è Dorian?” chiese Harry.

 

“Il generale Dorian Pennyworth è il capo in persona.” spiegò Sirius. “Un tipo un po’…precisino.”

 

“Diciamo pure una bella rompiscatole!” rise Remus.

 

Andiamo bene, pensò Ron.

 

In quel momento un ragazzo castano, di vent’anni al massimo, alto più o meno quanto Ron e Harry raggiunse Remus senza alzare lo sguardo dai fogli che aveva in mano. “Ehi Remus, ho trovato quegli incartamenti che cercavamo ieri e beh, avevi decisamente ragione tu: il vecchio Shy non è per niente pulito…” e così dicendo per scansarsi un ciuffo di capelli che gli cadeva sugli occhi alzò la testa e notò i tre ragazzi. “Ciao.” disse subito con un sorriso guardando Hermione. Anche lei gli sorrise.

 

“Ehilà Jordan.” lo salutò Sirius.

 

“Bentornato, Sirius.” rispose cordialmente il ragazzo. “Allora sono loro i nuovi arrivati.”

 

“Esatto, ti presento Harry Potter, Hermione Granger e Ron Weasley, da Hogwarts.” Remus fece le presentazioni. “Ragazzi, lui è il vicecapitano Jordan Pennyworth. E’ qui già da un anno, quindi vi potrà dare una mano  per ambientarvi il prima possibile.”

 

“Sarà un piacere lavorare con voi, ho sentito molto parlare delle vostre imprese e del vostro coraggio.” disse Jordan, sempre guardando Hermione.

 

“Jordan, Dorian è nel suo ufficio, giusto?” lo interruppe Sirius.

 

“Si. Ma non devi portarli anche da Jeffry? Ce li posso accompagnare io da lui, tanto mi sta aspettando.”

 

“Prima Dorian vuole vederli, ha chiesto espressamente di loro appena arrivati. Piuttosto, vuoi farmi un piacere? Passa giù in sartoria e fatti preparare le loro tute e le loro uniformi.”

 

“Ok. A dopo, allora.” rispose il ragazzo, e uscì dallo stanzone.

 

“Mi pare abbastanza sveglio.” commentò Ron.

 

“Si, è in gamba. Si è guadagnato il suo grado meritatamente. Forse un po’ troppo sicuro di sé, ma è molto simpatico. Vedrete, andrete d’accordo con lui.” sorrise Remus.

 

“Mh…hai detto che si chiama Pennyworth di cognome…” osservò Hermione.

 

“Infatti, è il fratello minore di Dorian. Ma non crediate che sia un favorito: vi accorgerete presto che tipo è la cara Dorian.” Puntualizzò Sirius.

 

“Anzi, vi conviene andare perché sennò sono dolori.” li esortò Remus.

 

“Appunto, evitiamo di farla aspettare. Forza, andiamo.”

 

************

 

Quando Sirius e Remus li condussero nell’ufficio del generale Pennyworth, i tre ragazzi rimasero molto sorpresi nel vederla. Era una donna sui trentacinque, castana, alta, estremamente energica nei movimenti, un vero militare. Nel vederli entrare, Dorian congedò un soldato con cui stava parlando e concentrò la sua attenzione sui tre nuovi arrivati.

 

“Bene, così loro sono le nuove reclute.” iniziò. “Io sono il generale Dorian Pennyworth e, come vi avranno spiegato, sono a capo dell’AU. Immagino che abbiate capito che una volta coinvolti nei nostri progetti per la società diventerete dei fantasmi. Per diventare agenti segreti dell’AU, comunque, dovrete sostenere degli esami fra 4 mesi esatti. Il vostro addestramento qui durerà tre mesi, e vi garantisco che saranno i più duri della vostra vita, ma alla fine sarete in grado di difendervi e attaccare con e senza l’uso della magia, saprete introdurvi come spie e imparerete alla perfezione a fronteggiare il nemico senza la minima esitazione. Tutto chiaro?”

 

Harry, Ron e Hermione annuirono.

 

“Benissimo. L’addestramento comincerà da subito, perciò adesso vi porteranno a conoscere il vostro momentaneo diretto superiore, Jeffry Spencer. Lui si occuperà di voi per tutto il tempo che rimarrete qui come reclute, e mi terrà informata sui vostri livelli e progressi. Da voi tre ci aspettiamo grandi cose.”

 

“Vedrai che saranno all’altezza.” fece Sirius.

 

“In tal caso sarà un vero piacere lavorare tutti insieme.” detto questo si voltò leggermente. “Squaffle. Jordan.”

 

I tre ragazzi rimasero un attimo stupiti: nell’aria comparve una specie di quadrato trasparente giallo, in cui si materializzò l’immagine del ragazzo di prima.

 

“Ehi, serve qualcosa?” chiese lui.

 

“Vieni a prendere i tre nuovi arrivati di Hogwarts, portali da Jeffry, fai fare loro un giro del castello e poi cominciate subito in palestra.”

 

“Ok, faccio in un attimo.” e con questo il quadrato scomparve.

 

“Quello è uno dei nostri migliori metodi per comunicare.” spiegò Remus ai ragazzi. “Avete anche voi la vostra Squaffle, e vi sarà sufficiente dire il nome della persona che cercate e la vedrete comparire in quel quadrato.”

 

“Wow.” commentò a volo Ron.

 

“Sirius, Remus, ho bisogno di scambiare due parole con voi.” aggiunse Dorian, tornando alla sua scrivania. Un minuto dopo si sentì bussare alla porta ed antrò Jordan.

 

“Eccomi qua.”

 

“Va bene, potete andare, signori. E buona fortuna.”

 

Harry, Ron e Hermione fecero un cenno di saluto con la testa e uscirono dalla stanza.

 

“Bene, e ora finalmente ci possiamo conoscere.” esclamò cordialmente Jordan. “Non sono in molti ad avere la nostra età qui.” e così dicendo si avviarono lungo un corridoio.

 

“Da quanto tempo sei qui?” chiese Hermione.

 

“Un anno e mezzo.”

 

“E com’è lavorare per l’AU?” continuò Harry.

 

“Beh, posso assicurarti che è il lavoro più coinvolgente e completo che conosca. Se siete abituati all’intrigo e al mistero, vi piacerà da morire.”

 

“Dove stiamo andando adesso?” aggiunse Ron.

 

“A prendere le vostre divise. Noi dell’AU abbiamo una tuta per gli allenamenti e un’uniforme per le missioni. Vi serviranno da subito, o meglio…a voi sarebbero necessarie solo le tute per il momento, ma non si sa mai.”

 

“Perché, noi non possiamo uscire in missione?”

 

“Tecnicamente no, Harry. Alle reclute non è permesso. Ma penso che forse per voi qualche scappatella sarà in programma.” aggiunse, con un sorriso.

 

“Perché?” chiese incuriosita Hermione.

 

“Innanzitutto Dorian non ha mai detto a una recluta di ritirare un’uniforme. E poi, in teoria, i mesi di addestramento sono sei.” disse, voltandosi verso Hermione. “Ergo, siete un caso speciale.”

 

Harry e Ron si scambiarono una veloce occhiata.

 

Quando furono giunti nella segreteria una signora porse due vestiti ciascuno ai ragazzi. Il primo era un completo blu pantaloni-giacca con un mantello azzurro e le cinture dello stesso colore. Il secondo era una tuta blu, con un pantalone felpato e una felpina con lo zip e due strisce azzurre sulle spalle e il cappuccio.

 

I ragazzi presero a esaminare i loro nuovi completi con entusiasmo. Hermione, davanti allo specchio, si guardava tenendosi davanti l’elegante e misteriosa uniforme blu.

 

“Sono proprio belle.” commentò con un sorriso.

 

“Ti sta bene questo colore.” Le disse Jordan, avvicinandosi con le mani in tasca. La guardò un attimo, poi sul viso gli comparve un mezzo sorrisetto. “Chi era, tua madre che aveva gli occhi come i tuoi?”

 

Hermione sorrise timidamente, e riprese a guardarsi allo specchio.

 

************

 

“Avanti.” fece un vocione oltre la porta.

 

I quattro ragazzi entrarono. C’era un omone piuttosto alto e robusto, che nel vederli sorrise cordialmente, sprofondato nella sua sedia dietro alla scrivania.

 

“Ehilà Jordan.”

 

“Ciao Jeff, ti ho portato un po’ di aria nuova.” rispose amichevolmente il ragazzo, appoggiandosi con le braccia conserte al muro e facendo un cenno con la testa verso Harry, Ron e Hermione.

 

“Ah, gli studenti di Hogwarts, benone.” esclamò l’uomo. “Molto piacere, io sono Jeffry Spencer e mi occuperò di voi finchè non avrete passato gli esami di ammissione.”

 

“Mi sa che non ci metteranno molto, sai?” fece Jordan.

 

“Già, parlano tutti molto bene di voi.” aggiunse Jeffry. “Coraggio da vendere…intelligenza a morire…nessuna voglia di arrendersi… e mai una volta che non abbiate infranto una ventina di regole tutte insieme.”

 

Harry, Ron e Hermione abbassarono lo sguardo, in imbarazzo. Jeffry si fece una ricca risata e si alzò dalla sedia per venire a sedersi sulla sua scrivania, di fronte ai ragazzi.

 

“Non vi preoccupate, io alla vostra età ero anche peggio.” e così dicendo li vide più a loro agio. “Sentiamo un po’, dal momento che io sarò il vostro insegnante di difesa personale…avete mai fatto a pugni?”

 

Harry e Ron ridacchiarono. “Da sempre.” fece Ron. Hermione arricciò il naso.

 

“Bene, sarà più semplice con voi, allora.” ma a Jeffry non sfuggì lo sguardo preoccupato di Hermione. “Ehi, signorinella! Cos’è quel muso lungo, mh? E’ piuttosto scontato che tu non abbia alle tue spalle un passato da rissaiola, ma non per questo non raggiungerai il livello dei tuoi amici. E poi guarda, lui è un esperto.” le disse, indicando Jordan. “Jordan, tu darai una mano a questa bella signorina, d’accordo?”

 

Jordan fece un gran sorriso. “Sarà un piacere.” Harry gli lanciò un’occhiataccia.

 

“Bene. Ora vi serve la vostra Squaffle. Sapete già cos’è, oppure…”

 

“Ne abbiamo vista una nell’ufficio del generale Dorian.” rispose Harry.

 

“Ok. Allora, immagino che il leggendario Harry Potter sia tu.” Harry annuì. “Vieni, vieni.” Harry lo raggiunse. “Alza la mano destra, per favore, e chiudi gli occhi.” Jeffry si concentrò un attimo, poi sotto la mano di Harry comparve un quadrato semi-trasparente blu. “Questa è tua. Per chiamarla devi solo dire ‘Squaffle’ e pronunciare il nome di chi stai cercando.”

 

“Sembra facile.”

 

“Oh, lo è.” La squaffle svanì. “Ora tocca a te, giovanotto. Tu sei Ron, giusto? Ron…?”

 

“Weasley.” completò Ron, raggiungendolo.

 

“Ok Ron, chiudi gli occhi e alza la destra.”

 

La squaffle di Ron, ovviamente, era rossa. Il ragazzo rise sconfortato nel vederla.

 

“Non ti avvilire, non è affatto patetico come credi tu.” Jeffry gli diede una pacca sulle spalle. Ron tornò dov’era, ridendo e scuotendo la testa. Anche Harry stava ridacchiando.

 

“Tocca a te, signorina. Hermione, no?”

 

“Hermione Granger.” disse lei annuendo, e subito chiuse gli occhi e alzò la mano. La sua squaffle era rosa carne.

 

“Bel colore, complimenti.” commentò Jeffry. “Ok Jordan, fagli fare un giretto e poi ci vediamo tra un’ora in palestra.”

 

“Ricevuto.” Jordan si mosse verso la porta, poi si voltò verso i ragazzi. “Andiamo?”

 

************

 

Harry e Ron, nella loro stanza, avevano finito di indossare le tute e si stavano allacciando le scarpe da ginnastica.

 

“Beh, direi che non è niente male.” esordì Ron, sistemandosi i lacci.

 

“Si, mi piace.” Gli rispose Harry. “Solo che…”

 

“Solo che?”

 

“Quel Jordan…”

 

“A me non è antipatico. Si, forse se la tira un po’, ma non mi pare tanto diverso da mio fratello Charlie.”

 

“Non è male, anzi, sembra anche forte. Solo non mi piace come guarda Hermione.”

 

“Uh, adesso anche geloso sei diventato.” rise Ron, sedendosi sul letto.

 

“Non fare l’idiota.” ribbattè Harry, finendo di allacciarsi le scarpe. “Non sono convinto che ti farebbe piacere lavorare con uno che guarda la tua ragazza con la tipica espressione da oddio-se-vestita-è-così-bella-figurati-nuda.”

 

“Mmh, se la metti così…no. Ma io non mi preoccuperei più di tanto,comunque.”

 

Qualcuno bussò alla porta, impedendo a Harry di replicare. “Avanti.” ad entrare fu Jordan.

 

“Ehi, tutto a posto? Voglio dire, avete tutto quello che vi serve, la stanza va bene?”

 

“Si, grazie. E siamo anche pronti per la nostra prima lezione.” disse Ron, alzandosi in piedi e avviandosi fuori la stanza, seguito da Harry. “Consigli da ultimo minuto?”

 

“Si. Tenete duro.” i tre ragazzi si fecero una risata., poi si avviarono verso la palestra. “Sentite un po’, vorrei chiedervi una cosa.”

 

“Spara.”

 

“La vostra amica…”

 

“Mh?” lo guardò storto Harry.

 

“Beh, è molto carina. Sapete se è territorio di caccia, o se ha un ragazzo?”

 

“Ce l’ha eccome.” rispose Harry, serio. “Sono io.”

 

“Davvero?” Jordan si fece una risatina incredula. “Ok, come non detto.”

 

“Ti sarei grato se evitassi di spogliarla con gli occhi ogni volta che ti passa davanti.” Continuò Harry.

 

“Per quanto sia difficile, hai ragione. Anche a me darebbe fastidio se fossi il suo ragazzo. Puoi stare tranquillo, Harry.” Jordan alzò spallucce. Ron soppresse una risata.

 

“Grazie, lo apprezzo.” Harry sembrava molto più tranquillo adesso.

 

“Diamoci una mossa, Jeff non ama i ritardatari.”

 

Una volta giù in palestra i due nuovi arrivati osservarono quasi increduli quanto fosse fornita. Sicuramente sarebbe stato faticoso usare anche solo la metà degli attrezzi che stava in quella stanzona.

 

Harry si sentì picchiettare sulla spalla e si voltò: era Hermione, anche lei con la tuta- anche se la sua felpa era più corta e per buona parte scollata- e teneva i capelli raccolti in una coda di cavallo. “Scusate il ritardo.” disse con un sorriso.

 

Harry le stampò un piccolo bacio sulle labbra in risposta. “Sei molto bella così, lo sai?”

 

“Eccoci qua.” fece Jeffry, entrando e chiudendosi la porta alle spalle. “Bene, truppa. Cominciamo con 5 giri della palestra, poi venite qui e vi fate 20 flessioni; Hermione, tu ne farai 10. Quindi vi alzate in piedi e vi fate 50 saltelli a piedi uniti. Ok?”

 

“Nient’altro?” chiese ironico Ron.

 

“Per il momento mi servite vivi.” Jeffry curvò le labbra in un sorriso furbesco.

 

************

 

Harry, Ron e Hermione stavano seduti dull’erba del prato nel parco del quartier generale dell’AU, al sole; Remus Lupin stava davanti a loro, appollaiato su un tronco d’albero che stava a terra.

 

“Sapete cos’è un incantesimo Illusio?”

 

“E’ un sortilegio che ci mostra le cose che più temiamo.” disse Hermione.

 

“Precisamente. Ne avete mai affronato uno?” i ragazzi scossero la testa. “Ok, ora imparerete come si fa a non essere travolti da un Illusio. Harry, vuoi provare tu per primo?”

 

“Va bene.” il ragazzo si alzò in piedi, e lo fece anche Remus.

 

“Allora, ora ti si presenteranno immagini orribili, ma tu dovrai tenere i piedi per terra e ricordare che è tutta un’illusione.”

 

Harry annuì. “C’è qualche controincantesimo?”

 

“No.” scosse la testa Lupin. “Puoi solo rafforzare il tuo cervello finchè non sarai capace di opporti all’illusione. Te la senti di tentare?”

 

“Si, ok.”

 

“Bene. E ricordati che al primo tentativo non devi pretendere troppo da te stesso.” Harry annuì. Remus alzò la bacchetta.

 

“Illusio!”

 

Harry sentì un freddo immenso e profondo che lo avvolgeva, tutto si fece buio intorno a lui, mentre sullo sfondo udiva distintamente delle grida disperate.

 

“Harry!!!”

 

…questa voce…

 

“Harry, aiutami!!”

 

…Hermione!!

 

“HERMIONE, DOVE SEI?”

 

“Harry!!  Ti prego, vieni a salvarmi!!”

 

“DOVE SEI, NON RIESCO A VEDERTI!!”

 

…e poi una risata, la più spaventosa e agghiacciante che si fosse mai sentita…

 

“AAAAAHHHHH!!!!!”

 

“HERMIONE!!!!”

 

Harry prese a correre nell’oscurità alla cieca, nel disperato tentativo di trovarla, e poi sentì una voce che gli fece gelare il sangue nelle vene.

 

“ORA CHE LEI NON C’E’ PIU’ NON HAI PIU’ NULLA PER CUI VIVERE! IL TUO AMORE L’HA UCCISA, ESATTAMENTE COME HA UCCISO I TUOI GENITORI!!”

 

…e ancora quella tremenda risata…

 

…no, no, no…non può essere vero…

 

“HERMIONE!!!!”

 

“Harry!!”

 

Quando Harry aprì gli occhi comprese di stare in ginocchio a terra, con la testa fra le mani. Remus Lupin lo stava scuotendo vigorosamente, alla sua destra stava un preoccupatissimo Ron e a pochi centimetri da lui stava Hermione, terrorizzata.

 

“Harry!! Harry, basta!! E’ un’illusione!! Niente di quello che vedi è vero!!” continuava a ripetere fermamente Lupin.

 

Harry alzò la testa e appena vide Hermione le gettò le braccia al collo e la strinse a sé così forte che lei quasi non respirava; ma non le importava, e non pensò neanche lontanamente di fargli allentare la presa: lui era troppo spaventato, chissà cosa aveva dovuto vedere. Perciò prese ad accarezzargli dolcemente la nuca.

 

“E’ tutto ok, hai solo capito cos’è un Illusio.” fece piano Remus. “Ora sei tornato alla realtà.”

 

Lentamente Harry lasciò andare Hermione, ansimando ancora.

 

“E’ passato. Come va?”

 

“Va meglio?” chiese anche Ron. Harry annuì, poco convinto. Hermione non osava chiedergli cosa avesse visto.

 

“Ecco, adesso avete capito perché dovete imparare a riconoscere e a respingere un incantesimo Illusio; perché su un campo di battaglia è letale, e il nemico sa bene come usarlo.” concluse Lupin, calmo.

 

“E’ peggio che avere a che fare con un dissennatore?” chiese timidamente Hermione.

 

Remus annuì. “Harry, per oggi basta così. Riproverai domani. Ron, tocca a te.”

 

Ron fece una smorfia di disapprovazione e si alzò in piedi.

 

************

 

I primi due mesi all’AU volarono. Harry, Ron e Hermione appresero un sacco di nuovi incantesimi e nozioni di difesa babbana, sviluppando anche non pochi muscoli, e ormai sapevano fare tutto, dalle arti marziali a cavalcare una scopa col malocchio, dal disarmare un uomo armato di pistola a nuotare in valanghe di molliccio.

 

Ma una cosa era decisamente ostica a Harry: gli incantesimi di autocontrollo mentale.

 

Tutte le volte che doveva affrontarne uno, vedeva e sentiva sempre la stessa cosa. E alla fine gli risuonava nelle orecchie una frase pronunciata da una voce agghiacciante.

 

“LEI E’ MORTA, E’ STATO IL TUO AMORE A UCCIDERLA, PROPRIO COME HA UCCISO I TUOI GENITORI!!”

 

Harry strinse i pugni, poi si appoggiò al divano sotto il finestrone della biblioteca vuota.

 

No, io non voglio che questo accada. Non posso perdere Hermione. Non la prenderà mai, mai finchè io sarò vivo. Mai, a costo della vita.

 

“Harry?”

 

Lui scese praticamente dalle nuvole, e davanti a sé vide Hermione preoccupata, in ginocchio. Aveva appena finito la sua lezione con Jeffry, perché aveva addosso la tuta e teneva appoggiato attorno al collo un asciugamani.

 

“Stai bene?”

 

“Si, non preoccuparti.” si affrettò a risponderle.

 

“Bene, perché ho una bella notizia per te!” squittì lei. “Jeff ci ha dato il permesso di andare alla Tana a festeggiare il compleanno del signor Weasley stasera! Finalmente un po’ di tempo per stare insieme…è da un po’ che io e te non ci dedichiamo qualche minuto, eh?” gli disse, con un sorriso.

 

Harry abbassò lo sguardo. “Senti…preferirei non muovermi. Vai con Ron, per favore.” e nello stesso momento in cui le parole gli uscirono dalla bocca, si sentì la gola in fiamme.

 

Hermione lo fissò, confusa. “…va bene, se non ti va di andare d’accordo, resto con te e magari potremmo…”

 

“Non è questo che intendevo.” la interruppe bruscamente lui.

 

“Va bene. Adesso basta, che diavolo c’è?! Sono gioni, anzi, settimane che mi eviti, mi vuoi spiegare qual è il problema?!” gli chiese, alterata.

 

O adesso o mai più. Devo farlo per il suo bene. Avanti, Potter.

 

“Hermione, non è colpa tua, ma io…” tirò un forte sospiro e poi riprese. “Senti, non lo so. Ma per il momento forse sarebbe meglio che ci lasciassimo.” 

 

Hermione s’irrigidì, impallidendo. “Come?”

 

“Non farne una ragione personale, è che…”

 

“Non vedo come potrei non farne un fatto personale.” gli rispose lei, con un filo di voce tremante. “Posso chiederti almeno perché?” Le prime lacrime cominciarono a farle capolino negli occhi.

 

Harry sentì lo stomaco che gli si contorceva fino a fargli male. Vederla soffrire e non poterla stringere tra le braccia era una tortura atroce.

 

“Ho bisogno di tempo, e non voglio costringerti ad aspettarmi. Non è giusto.” Provò a dirle.

 

“Non puoi decidere tu quello che è o non è giusto per me!!” gli gridò Hermione. “E poi tempo per che cosa? Deve essere successo qualcosa di grave se ci lasciamo da un giorno all’altro senza nemmeno provare a risolvere le cose parlando!!”

 

“Ci ho pensato molto, non credere che mi  sia svegliato stamattina con questo pensiero in testa.” replicò lui.

 

Lei si passò le mani tra i capelli e si sforzò di assumere un tono duro senza gridare. “C’è qualcun’altra?”

 

“Come?!” Harry la guardò come se avesse appena ammesso che il sole è un pianeta.

 

“Voglio sapere se hai un’altra!”

 

“E’ una stronzata bella e buona questa!”

 

“Ah, è una stronzata? Allora se non è per un’altra…evidentemente non ti piaccio più io!!”

 

Harry l’afferrò per gli avambracci e la scosse brutalmente, quasi dimenticando cosa stesse facendo. “Non dire e non pensare mai nemmeno per un secondo un’idiozia simile!!”

 

“E allora togliti quella maschera ipocrita dalla faccia e dimmi perché vuoi troncare con me!!”

 

“Perché ho bisogno di starmene da solo per un po’, è tanto difficile da accettare questo?!” anche lui urlò stavolta.

 

Calò un silenzio terribile.

 

“Ho capito.” aggiunse lentamente Hermione, alzandosi in piedi. “Non ho intenzione di supplicarti per sapere cosa diavolo ti ha preso. Ma è chiaro che qualunque cosa sia, è ben più forte del tuo amore per me. E questa…come spiegazione mi basta molto più delle tue bugie.” mormorò lei, senza più trattenere le lacrime, che presero a rigarle le guance rosse. “Forse un giorno mi dirai perché. E forse io potrò capirti, perché ora non ci riesco proprio.” riuscì ad aggiungere tra i singulti, poi se ne uscì dalla biblioteca chiudendosi la porta alle spalle.

 

Harry si morse il labbro e serrò i pugni così forte che si lasciò i segni delle unghie nelle mani. Sentì un dolore lancicnante opprimergli il cuore e la mente, senza quasi realizzare quello che aveva appena fatto.

 

Non importa quanto possa far male a me…tu devi essere al sicuro, amore mio…ti prego, perdonami…

 

                                                                                  ***************

 

Che crudele che sono, eh? Eh beh…la vita va così…o no?

Continuate a recensire! Vi adoro tutti quando lo fate! ^_^

Qualche anticipazione per il prossimo capitolo visto che sono stata proprio spietata:

il gioco sta cominciando a farsi duro, e a questo punto uno scontro corpo a corpo è inevitabile…ma saranno pronti i nostri eroi? O tutte queste divergenze personali causeranno dei problemi ai tre aspiranti auror? Voldemort sta tornando più forte che mai…che cosa ha in mente per attirare Harry in trappola?

Questo ed altro nel capitolo 10, “Schegge di paura”!

Un bacio a tutti!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  
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