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Autore: fiorediloto40    29/01/2022    1 recensioni
...quasi risvegliandosi da un incubo, si chiese che cosa stesse facendo, e soprattutto perché…era un uomo riservato, mai sopra le righe, la sua vita era dedicata quasi completamente alla direzione della sua compagnia, e non si era mai preoccupato troppo della sua vita sentimentale. In poche parole non era di certo un uomo da colpi di testa…e ne aveva appena fatto uno!
***
In un universo alternativo Shaka, Milo, Aiolos e Deathmask incontrano quattro ragazze che cambieranno la loro vita per sempre.
In questa storia i personaggi di Mu, Camus, Shura e Aphrodite sono femminili.
I personaggi appartengono a Masami Kurumada, Toei e Bandai.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Aries Mu, Gold Saints, Virgo Shaka
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente, Mu stava disponendo sulla tavola tutto l’occorrente per la colazione, quando sentì dei passi leggeri sopraggiungere alle sue spalle.
 
Istintivamente chiuse gli occhi, sentendo le sue pulsazioni aumentare gradualmente d’intensità.
 
- Buongiorno Mu - percepì sul collo il soffio impalpabile di una voce roca, realizzando quanto fosse vicino chi le stava parlando.
 
Nel tentativo di calmarsi, si voltò per ricambiare il saluto dell’uomo, tuttavia, quando si trovò di fronte a lui, catturata dai profondi zaffiri che la guardavano con intensità spiazzante, la voce le morì in gola.
 
Prese un profondo respiro, prima di riuscire finalmente a rispondere con un filo di voce ciò che uscì più come un sussurro - Buongiorno... Shaka -.
 
Rendendosi conto di essere la ragione di quell’insolito turbamento, l’indiano fece un piccolo sorriso prima di sedersi, invitando silenziosamente Mu a fare altrettanto, e continuando a seguire con lo sguardo ogni suo movimento.
 
Malgrado fosse riuscito a riposare meglio rispetto alla notte precedente, anche quella appena trascorsa era stata per lui piuttosto impegnativa. Ed il motivo era proprio davanti ai suoi occhi. 
 
Poiché la piacevole distrazione notturna, al di là del sollievo momentaneo, aveva acceso dentro di lui nuovi desideri, nuovi bisogni, che tuttavia non sapeva ancora come affrontare. 
 
Un’unica cosa, in tutto il caos che agitava la sua mente, gli era ben chiara.
 
Desiderava fortemente la donna che, proprio in quell’istante, sedeva di fronte a lui.

Lo aveva già sospettato, tuttavia, quella notte la verità gli si era rivelata in tutto il suo disperato bisogno. Non era il suo corpo che voleva, o meglio, non solo.
 
Non sarebbe mai stato così ipocrita da negare a sé stesso che la sola idea di possedere quell’angelo, essere tutt’uno con lei, allertasse la sua coscienza in un crescendo di desideri erotici e sensuali travolgenti; d’altronde, per qualche strana ragione che non avrebbe saputo spiegare, il suo piacere notturno era stato amplificato dalla curiosa sensazione di sentire Mu vicina a sé, molto vicina...  
 
Tuttavia, ciò che lo aveva sorpreso di più, era stato rendersi conto di volerla accanto, desiderare di poter guardare il suo viso mentre dormiva, sentire il suo respiro calmo vicino al suo, scaldarsi al calore della sua pelle. Svegliarsi e, come prima cosa, vederla.
 
In poche parole Mu...tutta, nella sua meravigliosa interezza.
 
Dal canto suo, Mu non osava alzare lo sguardo. Potendo percepire distintamente su di sé i bellissimi zaffiri di Shaka, temeva che, anche solo incrociandoli, il suo viso mostrasse tutte le emozioni che a fatica riusciva a contenere dentro di sé.
 
Non avendoli mai provati prima, non era in grado di dare un nome ai sentimenti che si agitavano nel suo cuore, tuttavia aveva fondati motivi di sapere di cosa si trattasse...il battito del suo cuore che accelerava alla sola vista, o alla semplice percezione, o addirittura menzione, dell’indiano...il bisogno, forte e costante, di stargli accanto e la conseguente delusione quando non c’era...il desiderio di poter sentire le sue labbra, le sue mani...quello che aveva fatto poche ore prima gemendo il suo nome...
 
Si costrinse ad uscire dai suoi pensieri, quando si rese conto che Shaka aveva terminato la colazione, e si stava avvicinando pericolosamente.
 
Sbatté le palpebre inquieta quando sentì le dita di Shaka prenderle gentilmente il mento per costringerla a guardarlo.
 
- Per qualunque cosa sono nel mio studio - sussurrò fissando intensamente i suoi smeraldi. 
 
- Cercherò...si beh...di non darti fastidio - rispose Mu nervosa, arrossendo per quel contatto.
 
- Tu non potresti mai darmi fastidio - si limitò a rispondere prima di sparire dalla sua vista. 
 
Malgrado fossero solo poche parole, il tono con il quale erano state pronunciate avevano provocato piacevoli brividi in entrambi...
 
Dopo essersi calmata, anche Mu si alzò, pronta per dedicarsi alle attività domestiche. Il giorno prima aveva chiarito la sua posizione sia con Shaka che con Lita. Finché fosse rimasta in quella casa, avrebbe aiutato la governante con le sue faccende. Per quanto entrambi non fossero minimamente d’accordo, si resero presto conto di quanto fosse difficile dissuadere la donna quando si intestardiva su qualcosa...
 
La giornata trascorse tranquilla. 
 
Shaka fu impegnato quasi tutto il giorno con il suo lavoro. Ad essere onesti, avrebbe gradito qualche incursione da parte della bella tibetana che, tuttavia, non avvenne. Si limitò a guardarla mentre passava o innaffiava le piante del terrazzo, dato che lo spazio esterno circondava quasi tutte le stanze della casa, compreso lo studio. Ogni qualvolta la donna gravitasse all’interno del suo spazio visivo, lo sguardo veniva inevitabilmente calamitato verso quella splendida visione.
 
Fu solo nel tardo pomeriggio che Shaka, concentrato sull’analisi di un resoconto amministrativo, fu distratto da un leggero bussare alla porta.
 
- Avanti - il tono morbido, un piccolo sorriso, immaginava chi potesse essere. E ne era contento. Gli era mancata...
 
- Disturbo? - Mu fece capolino dalla porta. Al contrario della mattina, in cui era sembrata piuttosto imbarazzata, ora mostrava il suo bel sorriso dolce. La verità era che durante tutto il giorno aveva sentito il peso dell’assenza dell’uomo. Non volendolo distrarre dal lavoro non aveva osato disturbarlo, tuttavia, non ne poteva davvero più...
 
- Mai...te l’ho detto - rispose Shaka divertito - entra - aggiunse annuendo con il capo.
 
Mu entrò con il suo passo leggero, andando a sedersi sulla sedia di fronte alla scrivania.
 
- Che stai facendo? - gli chiese vedendolo alle prese con vari fascicoli.
 
- Niente di bello - rispose Shaka facendo una smorfia - sto controllando i resoconti amministrativi delle vendite del mese scorso e le previsioni di quello corrente - si appoggiò allo schienale della poltrona passandosi una mano sul viso stanco.
 
- Hai bisogno d’aiuto? - domandò Mu seria.
 
Shaka inclinò la testa aggrottando le sopracciglia curioso - Sai fare questo? -.
 
- Me la cavo... - rispose Mu minimizzando. 
 
In realtà, aveva imparato qualcosa studiando a lungo i rapporti delle vendite della Rivoluzione Stellare. Poiché, in prima battuta, la commissione scientifica dell’università aveva sottovalutato il potenziale della sua creazione ritenendolo poco adatto ai gusti del mercato occidentale, aveva imparato a leggere i resoconti amministrativi per poter dimostrare, quanto meno a sé stessa, che non era il prodotto a dover essere sottostimato, bensì la commissione.
 
Shaka stese a Mu alcuni fascicoli, approfittando della pausa per alzarsi e sgranchire le gambe.
 
Dopo alcuni minuti, le riflessioni che la tibetana stava facendo tra sé e sé, attirarono la sua attenzione.
 
- C’è qualcosa che non va? - le domandò curioso, avvicinandosi alle sue spalle.
 
- Credo di sì - rispose Mu ancora concentrata - Guarda qui - indicò con un dito un punto su uno dei fogli che stava osservando - Questi grafici non sono corretti, vedi... - tuttavia, quando alzò il viso per guardarlo, trovò l’indiano così vicino da riuscire a percepire il delicato profumo della sua pelle che tanto le piaceva - qui sono espressi valori assoluti... - sentì il suo battito accelerare all’improvviso - e invece dovrebbero essere...percentuali... - l’ultima parola fu più un sospiro mentre portava con discrezione una mano sul petto nel tentativo di calmarsi.
 
Naturalmente, le sue reazioni non passarono inosservate. Shaka fece un piccolo sorriso rendendosi conto di essere la causa del suo nervosismo.
 
- Hai ragione... - furono le uniche parole che pronunciò, con lentezza, guardando il suo viso e studiando ogni centimetro del suo contorno perfetto.
 
Un silenzio pesante e carico di elettricità invase la stanza per alcuni, lunghissimi, secondi, prima che uno dei due si decidesse a prendere l’iniziativa.
 
Senza aggiungere altro, Shaka si allontanò solo lo spazio necessario per tendere una mano verso la donna, continuando a tenere gli occhi fissi nei suoi magnifici smeraldi.
 
Guardando la sua mano tesa, Mu esitò alcuni istanti...non sapendo cosa sarebbe accaduto, forse la cosa più sensata sarebbe stata alzarsi e andarsene, tuttavia...non riusciva proprio a farlo. Inoltre, ad essere onesti, non lo voleva.
 
Guardò di nuovo la mano tesa dell’indiano, e, abbassando solo un po' la guardia, vi appoggiò con cautela la sua. 
 
Shaka la tirò dolcemente, facendola alzare, e avvicinandola a sé. Lui stesso poteva sentire le sue pulsazioni aumentare via via che portava Mu più vicina al proprio corpo...il tenue profumo di gelsomino che emanava naturalmente dalla donna invase le sue narici, stordendolo leggermente.
 
Mu teneva lo sguardo basso, temendo di mostrare il proprio imbarazzo, tuttavia evidente nel rossore che tingeva vistosamente le sue guance. Malgrado non avesse la benché minima idea di cosa sarebbe avvenuto da lì in appresso, e questo le suscitasse inevitabilmente un po' di apprensione, quello che stava accadendo le piaceva terribilmente...
 
Quando si trovarono l’uno di fronte all’altra, distanti non più di qualche centimetro, Shaka strinse la vita di Mu con una mano, mentre con l’altra scostava una ciocca di capelli dalla fronte, fermandola dietro all’orecchio.
 
- Mu...te lo chiedo per favore... - la voce roca, sussurrata, allertò tutti i sensi della tibetana provocandole una scarica elettrica che attraversò ogni singolo muscolo del suo corpo - se non puoi ricambiarmi...esci subito da questa stanza... - dopodiché percorse con un dito la linea del suo viso fino al mento, alzandolo per guardarla negli occhi - prima che faccia qualcosa di stupido -.
 
Quando Mu incrociò gli occhi dell’indiano le fu chiaro che, se avesse tentato di negare il desiderio che le stava bruciando le viscere, avrebbe perso malamente la battaglia contro sé stessa...in quel momento, o meglio, dall’attimo in cui aveva iniziato ad affollare i suoi pensieri, quell’uomo sembrava aver preso anche il dominio sui suoi istinti, ed ora il suo unico desiderio era quello di essere lì, tra le sue braccia.
 
Senza accennare a muoversi da dove si trovava, Mu portò le mani al petto di Shaka appoggiandole dolcemente e, continuando a fissare i profondi zaffiri che sembravano leggere chiaramente il suo turbamento, schiuse istintivamente le sue labbra piccole e carnose; non potendo controllarlo, il rapido saliscendi del suo petto tradì il suo respiro sempre più veloce.
 
Rendendosi conto di ciò che stava accadendo, qualcosa mandò in cortocircuito il cervello di Shaka.
 
Con il pollice accarezzò lentamente il contorno della bocca di Mu, fissandola ammaliato, godendo delle sensazioni che gli dava ogni sfioramento di quelle labbra così sfacciatamente perfette.
 
- Posso? - domandò in preda ad un ultimo barlume di lucidità, avvicinandosi sempre di più. A dispetto delle emozioni che lo stavano travolgendo, non avrebbe mai permesso a se stesso di mancarle di rispetto.
 
- Per favore... - fu la risposta spiazzante di Mu, mentre chiudeva dolcemente le sue palpebre.
 
Ed era quello che sentiva, perché dal momento in cui aveva realizzato ciò che sarebbe accaduto, si sorprese a desiderarlo intensamente. Era proprio come le aveva detto Camille...lo senti...e sentiva di volerlo più di qualunque altra cosa al mondo.
 
Non potendo resistere oltre, Shaka cinse con entrambe le mani la vita sottile, e, con un movimento delicato ed impaziente al tempo stesso, si chinò per catturare le labbra di Mu.
 
Ad occhi chiusi, perso in una silenziosa adorazione, Shaka si prese il suo tempo per assaggiarle, realizzando quanto la realtà fosse persino migliore delle sue fantasie.

La bocca di Mu era piena, vellutata, dolce...molte volte, in quei giorni, si era sorpreso a fantasticare di baciarla, immaginando quanto dovesse essere bello assaporare quella bocca sublime...riempirla di baci morbidi e sfioramenti delicati, godendosi con lentezza ogni singolo tocco, cercando al contempo di rassicurarla. 
 
Non gli era stato difficile intuire che quello fosse il primo bacio per Mu, e voleva che fosse indimenticabile, all’altezza della persona speciale che era. Al tempo stesso, non avrebbe potuto negare che tutta quella calma e pazienza soddisfacevano anche il suo disperato bisogno di gustare l’essenza della tibetana. 
 
Da quando era entrata nella sua vita, Mu l’aveva stravolta completamente, facendogli desiderare cose che non avrebbe mai neanche immaginato di volere.
 
Avrebbe potuto facilmente diventare dipendente da quelle labbra, e non gli sarebbe dispiaciuto minimamente.
 
Dal canto suo, Mu aveva smesso di pensare, dedicandosi completamente alle emozioni che la stavano travolgendo. Dopo un primo momento di indecisione, dovuto alla sua scarsa, o meglio inesistente, esperienza, si scrollò di dosso ogni timore, lasciandosi guidare da Shaka...
 
Seppur in modo timido, cominciò a rispondere ai suoi tocchi.
 
Rendendosi conto dell’inaspettata iniziativa di Mu, Shaka fu piacevolmente sorpreso. Stringendola ancora di più contro il suo corpo, intrecciò una mano tra i suoi capelli accarezzandole la nuca, nel desiderio irrefrenabile di approfondire il bacio...
 
Quando sentì la punta della lingua accarezzarle dolcemente le labbra, Mu spalancò di riflesso le sue palpebre, nel tentativo di capire cosa dovesse fare...era tutto nuovo per lei, e non sapeva ancora come comportarsi. 
 
Shaka sorrise con gli occhi, amando vederla così adorabilmente impacciata, e quando Mu incrociò le iridi azzurre che la guardavano in modo intenso e rassicurante al tempo stesso, sentì il proprio battito accelerare così rapidamente da riuscire a coprire i suoi stessi pensieri, le sue stesse paure...
 
Richiudendo le palpebre, schiudendo le labbra, si affidò completamente all’uomo tra le braccia del quale scelse di arrendersi completamente.
 
La lingua di Shaka si insinuò dolcemente nella bocca di Mu, sentendola abbandonare gradualmente ogni resistenza ed esplorandola con movimenti gentili. Partendo dalla vita, e prendendosi tutto il tempo necessario, con la punta delle dita sfiorò la schiena della ragazza fino ad arrivare al suo collo, per inclinarle leggermente la testa e permettergli di approfondire la sua carezza.
 
Baciare Mu era fantastico...
 
Lo aveva immaginato molte volte, ma la fantasia non era lontanamente paragonabile al sapore dolce della sua bocca e alla morbidezza della sua lingua vellutata.
 
Aveva dato molti baci nella sua vita, ma non aveva mai sentito il bisogno viscerale di assaporare l’essenza di un’altra persona.
 
Finora.
 
E l’essenza di Mu era qualcosa di unico, irreplicabile. 
 
Mu era miele distillato da ogni goccia che riusciva a raccogliere con il suo gusto, candore che faceva scivolare via ogni giudizio, velluto che si insinuava subdolamente tra i suoi sensi, e non solo...
 
Mu era anche fuoco.
 
Lasciandosi trasportare dalle carezze e da quei tocchi gentili e carichi di sensualità che stavano riscaldando ogni fibra del suo corpo piacevolmente intrappolato tra le braccia di Shaka, Mu cominciò a rispondere.
 
Lasciandosi guidare solo dal proprio istinto, si insinuò nella bocca dell’indiano nello stesso modo in cui lo stava facendo...i suoi movimenti, inizialmente impacciati ed insicuri, divennero via via più decisi abbandonando ogni remora e timore, nel desiderio profondo e inconscio di toccare l’anima di Shaka.
 
In breve tempo, quel bacio iniziato con calma e dolcezza, divenne una danza carica di passione ed erotismo. Istigati al limite del desiderio, i tocchi, in precedenza sfiorati e delicati, divennero carezze un po' più esigenti...
 
Fu solo quando si resero conto di avere bisogno di aria che si costrinsero, loro malgrado, a separarsi. Un piccolo gemito sfuggì dalle labbra di Shaka quando finalmente poté vedere il volto Mu...le guance rosse, le labbra leggermente gonfie ancora schiuse, e quegli occhi meravigliosi in cui erano cristallizzate piccole lacrime di piacere.
 
Si domandò come fosse possibile per Mu sembrare così candida e sensuale allo stesso tempo...
 
Con dispiacere di entrambi, quel momento fu interrotto da un suono metallico proveniente dalla scrivania di Shaka.
 
- Lascialo suonare - mormorò con voce roca Shaka, quando vide Mu girarsi di scatto.
 
- Dovresti rispondere - replicò poco convinta. Quanto le piaceva essere lì, tra le sue braccia...
 
Shaka scrutò ogni centimetro del viso perfetto di Mu, percorrendo lentamente con un dito i suoi dolci lineamenti.
 
Quando il telefono cominciò nuovamente a suonare, un sospiro di fastidio uscì spontaneo dalle labbra dell’uomo.
 
Mu si limitò a mostrare un piccolo sorriso - Potrebbe essere importante - e, seppur a malincuore, si allontanò da lui per permettergli di rispondere - ti aspetterò fuori - aggiunse dirigendosi verso la grande finestra che si apriva sul terrazzo, lanciandogli un ultimo sguardo.
 
Shaka la seguì per prenderla delicatamente per il polso e girarla nuovamente verso di sé - Arrivo subito - sussurrò rubando un bacio veloce dalle sue stupende labbra, facendola sorridere dolcemente.
 
Tornò alla realtà quando vide un nome conosciuto lampeggiare sul display.
 
- Buonasera Deathmask -.
 
- A te Shaka - la voce di Deathmask suonò stranamente grave. 
 
Di solito riservava sempre qualche battuta ai suoi amici, ed il fatto che fosse insolitamente serio, mise in allerta l’indiano.
 
- È successo qualcosa? - domandò Shaka preoccupato. Il silenzio all’altro capo dell’apparecchio non lasciava presagire nulla di buono.
 
Dopo lunghissimi secondi, Deathmask finalmente parlò - Ho due notizie da darti Shaka. Una buona e l’altra cattiva -.
 
- Ti ascolto - in silenzio sospirò pesantemente.
 
Deathmask si prese del tempo prima di parlare - La buona notizia è che sono riuscito a risalire alla rete di contatti di Saga e Kanon. Il loro progetto coinvolge molte persone, alcune anche importanti, che si occupano di trovare le ragazze e segnalarle come possibili “prede” - dal tono di voce era chiaro che anche l’italiano fosse disgustato - una di queste è Minosse, vale a dire il capo della commissione appalti che ha assegnato la progettazione dei ponti alla società di Aiolos. I miei uomini si stanno occupando di raccogliere le prove...sarò sincero...non so se riusciremo a smantellare la rete, ma ne abbiamo abbastanza per mandare i gemelli a capo Sounion a tempo indeterminato -.
 
Alle parole dell’amico, Shaka cominciò a mettere insieme i pezzi. A poco a poco il puzzle stava cominciando a prendere forma...anche se c’erano ancora molti punti oscuri in quella vicenda.
 
- Questo spiega come le ragazze siano arrivate a noi - ragionò Shaka - tuttavia, non spiega come siano arrivate ai gemelli... -.
 
- Ovviamente sono state indicate da qualcuno che le conosce bene - Deathmask si concesse una pausa prima di continuare - per Aphrodite, Camille e Shura è stato facile risalire ai loro segnalatori...per lo più si tratta di rivalità lavorative, come nel caso di Shura, o di corteggiatori respinti, come per Dite e Camille - si prese un’altra pausa, sospirando - tuttavia è per la tua Mu che ho incontrato serie difficoltà... -.
 
- Che intendi dire? - domandò Shaka preoccupato - Che non sappiamo chi sia il responsabile? - dedusse in tono frustrato. 
 
Deathmask indugiò per lunghi secondi prima di rispondere. Alcune cose erano incomprensibili persino per lui.
 
- Purtroppo lo sappiamo Shaka - prese un respiro profondo prima di continuare - è questa la cattiva notizia... -.
 
 
Mu sospirava fissando il cielo stellato sopra la sua testa, persa nelle sensazioni che impedivano al suo cuore di rallentare i battiti. Il mio primo bacio...
 
Sebbene non si fosse mai innamorata, aveva sognato quel momento molte volte, interrogandosi su cosa dover fare, come sarebbe stato, cosa avrebbe provato.
 
Durante gli anni dell’università aveva visto diverse volte i suoi compagni di studio scambiarsi quel tipo di intimità, sognandolo anche per sé, tuttavia non aveva mai incontrato qualcuno con cui desiderasse farlo.
 
Finora.
 
Chiudendo le palpebre, rivisse quanto accaduto pochi momenti prima...le labbra di Shaka, morbide, dolci e insaziabili...la sua lingua calda e gentile...le carezze che diventavano via via più esigenti...
 
Un brivido la percorse nuovamente da cima a fondo allertando tutti i suoi sensi. 
 
Di spalle, non poté vedere Shaka, che, sulla soglia della grande finestra, la guardava ipnotizzato. 
 
Mai, in vita mia, ho visto qualcosa che fosse più bella di Mu.
 
Nella sua mente aleggiavano ancora le parole di Deathmask. Sentì una morsa allo stomaco sapendo ciò che avrebbe dovuto fare da lì a breve, tuttavia, era conscio di essere il solo a poter mettere la tibetana al corrente di quello che aveva appena scoperto.
 
Persa nelle sue sensazioni, Mu non si accorse dell’indiano alle sue spalle, e quando sentì due braccia cingerle la vita, trasalì per un momento...quando realizzò chi fosse, rispose all’abbraccio appoggiandosi delicatamente contro il suo petto.
 
- Qualche problema? - domandò più per cortesia. Lo sguardo, sognante, ancora perso nei suoi pensieri.
 
Alla domanda, tuttavia, non seguì alcuna risposta.
 
Voltandosi verso l’uomo ripeté la stessa domanda, ma il silenzio che di nuovo seguì la allarmò, facendola uscire dai suoi sogni ad occhi aperti. 
 
- Dobbiamo parlare Mu - Shaka sospirò pesantemente. 
 
Il suo sguardo triste non lasciava presagire nulla di buono...
 
- Chi era al telefono? - malgrado il suo tono dolce, la voce di Mu rivelava la sua preoccupazione.
 
Continuando a stringerla tra le sue braccia, Shaka le accarezzò i capelli, scostando qualche ciocca che le ricadeva davanti al viso.
 
- Deathmask - l’indiano prese un respiro profondo prima di parlare - è riuscito a risalire alla rete di persone che sta reclutando le ragazze e, anche se probabilmente non riuscirà a smantellarla completamente, ha abbastanza prove per mandare in galera i gemelli - riassunse per sommi capi la telefonata.
 
- È una buona cosa...no? - chiese Mu confusa. Se ciò che le aveva appena detto era vero, ed era certa che lo fosse, non riusciva a comprendere l’atteggiamento dell’uomo.
 
- Sì...certo - Shaka si costrinse a fare un piccolo sorriso che, tuttavia, risultò visibilmente forzato anche agli occhi di Mu.
 
Scrutò negli occhi dell’indiano alla ricerca di qualcosa che spiegasse il suo strano atteggiamento, tuttavia, quando un sospetto le attraversò la mente illuminandola come un lampo di luce, la domanda che le affiorò alle labbra risuonò in tutta la sua amarezza.
 
- Ha scoperto chi mi ha venduta...vero? -. 
 
Dopo aver esitato per lunghi secondi, Shaka annuì gravemente, stringendola ancora di più a sé.
 
Mu chiuse gli occhi, soffocando il respiro contro il suo petto. Qualcosa le diceva che quella notizia le avrebbe fatto male...molto male.
 
Shaka strinse le palpebre nel tentativo di calmare la sua rabbia. Non era il momento di pensare a se stesso...la donna che stava abbracciando necessitava di spiegazioni e aveva il diritto di sapere la verità, e sarebbe spettato a lui gestirne le conseguenze. Tuttavia, gli si spezzò il cuore quando pronunciò le poche parole che, sapeva bene, avrebbero causato a Mu un grande dispiacere.
 
La voce di Shaka suonò cupa e profonda - È stato Shion -.
   
 
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