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Autore: Ace of Spades    31/01/2022    1 recensioni
«Una cosa Mihawk la sapeva con assoluta certezza: in quell'appartamento non era l'unica persona pericolosa.
E se lo aveva capito lui, probabilmente ne erano a conoscenza tutti.
Quindi la domanda era: per quale motivo avevano accettato di condividere uno spazio in cui vivere?
Il rasoio di Occam: a parità di fattori la soluzione più semplice è quella giusta.
Perché si annoiavano.»
.
.
.
Tre giovani studenti universitari decidono di dividere le spese abitando insieme. Piuttosto normale, certo, se non fosse che le tre persone in questione vogliono uccidersi a vicenda per far passare il tempo.
Non possono farlo? Ah no? Andate a dirlo a Crocodile, Doflamingo e Mihawk.
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Crocodile, Donquijote Doflamingo, Drakul Mihawk | Coppie: Shichibukai/Flotta dei 7
Note: AU, Nonsense, What if? | Avvertimenti: nessuno
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XV

So if you need a reason
If you need a sign







Mihawk aprí la porta di casa e lanciò lo zaino per terra.
Si girò in tempo per vedere Doflamingo in camera sua con una boccetta di liquido in mano e una valigia piena di soldi ai piedi del letto.
 
"Va bene che ora non dobbiamo più nascondere nulla, ma guarda in che stato hai lasciato il bagno!" gridò Crocodile puntando un dito contro il biondo, che, per tutta risposta sorrise.
"E tu" Mihawk si ritrovò lo stesso dito puntato in mezzo al petto. "Se non bruci subito i vestiti sporchi di sangue dentro quello zaino e provi anche solo a pensare che sarò io a lavarli farò in modo di farti svegliare con dei bruchi non più in potenza dentro la stanza, non so se ho reso l'idea."
 
Lo spadaccino sbiancò e annuí raccogliendo lo zaino e uscendo di casa.
 
"Aspetta, cosa gli hai detto per farlo scattare in quel modo?" chiese Doflamingo avvicinandosi.
"Non ti piacerebbe saperlo" gli rispose con un ghigno sghembo.
Il biondo gli sorrise e si diresse verso il bagno per pulire senza dire altro.
 
Crocodile tornò alla sua scrivania e davanti al pc.
Morte del diplomatico, bla bla bla, infarto, grande eredità, morte naturale…
Tutto secondo i piani.
 
Il telefonino cominciò a vibrare nella tasca.
"Parla."
Con un programma che faceva rimbalzare il segnale da un continente all'altro e un altro che mascherava la voce cambiando in continuazione, era impossibile che qualcuno lo rintracciasse.
 
Era ancora al telefono quando sentí la porta aprirsi.
Si girò in tempo per vedere Doflamingo, bagnato da capo a piedi, con un asciugamano in vita, avvicinarsi.
Rimase impassibile anche quando il biondo gli afferrò il mento e gli schioccò un bacio a stampo direttamente sulle labbra per poi uscire da dove era venuto.
Crocodile si riscosse solo quando sentí la risata che sapeva tanto di derisione provenire dall'ingresso.
Incassò la testa tra le spalle fumando per l'imbarazzo.
 
Maledizione a Doflamingo e alla sua mancanza di dignità.
 
 
 
 
Mihawk tornò qualche ora dopo senza zaino, si fece una doccia lunga e bollente, e raggiunse gli altri in salotto.
Il biondo era seduto a gambe aperte mentre l'altro coinquilino stava leggendo il retro di un libro di fronte alla libreria.
"Che film guardiamo stasera?"
 
Lo spadaccino prese la parola.
 
"The Nun"
"No."
"Croco-chan, lo sai che è a votazione."
Lo sguardo pieno di veleno che Crocodile rivolse loro li fece propendere per il cibo d'asporto, meglio lasciare la cucina per una diversa occasione.
 
 
 
 
Dopo il film Doflamingo si ritirò dentro camera sua, si tolse la maglietta e la lanciò sulla sedia.
Nello stesso istante sentí chiudersi la porta.
Di nuovo.
Ma se lui era già dentro, chi-?
Crocodile lo afferrò per le spalle e lo girò bruscamente. Il moro baciava in maniera logorante e coinvolgente, sembrava quasi assaporarlo come un calice di vino d'annata.
 
Il biondo gli afferrò i fianchi ma l'altro lo scrollò di dosso con un movimento fluido e, guardandolo negli occhi, si inginocchiò davanti a lui.
"Gesú Cristo" sussurrò, scatenando un sorriso nell'altro.
"Crocodile va più che bene"
"Idiota"
"Non credo ti convenga insultare la persona che sta per mettere la sua bocca sulle tue parti basse"
"Mi piace vivere pericolosamente"
 
Crocodile allargò il ghigno e si leccò lentamente le labbra.
Doflamingo poteva vantare una buona stamina, ma dovette piantarsi le unghie nel palmo della mano per non finire nel giro di qualche minuto.
Il moro si alzò di scatto e lo spinse sul letto,  raggiungendolo e sedendosi sopra di lui.
 
"Aspetta, non era così che l'avevo immaginato"
"Oh? Invece era esattamente così che l'avevo immaginato io"
 
Il biondo ghignò mentre sentiva le dita fredde dell'altro entrargli dentro.
"Ah, quindi ci hai pensato? Che sentimentale"
Crocodile abbassò il volto alla sua altezza.
"Da che pulpito" sussurrò dandogli un morso sulla spalla e facendolo sussultare.
 
Unghie nella carne, vestiti strappati e ansimi che rompevano il silenzio, intervallati dal rumore della carne che scorreva su altra carne. Rischiarono di cadere dal materasso più di una volta dalla foga, desiderosi solo di staccare il cervello e lasciarsi trascinare da quel piacere che avevano rimandato per troppo tempo.
 
"Era da troppo tempo che non avevo un orgasmo decente" commentò Doflamingo passandosi una mano tra i capelli sudati.
"Prego" gli rispose ridendo Crocodile allungando le braccia sopra la testa.
"Croco-chan, dammi qualche minuto e ripetiamo, ma a ruoli invertiti"
"Fammi riprendere un attimo"
"E come fai senza telecamera?"
 
Crocodile si voltò a fissarlo.
"Sono tentato di mutilarti, strapparti un braccio e usarlo per tirati una sberla"
"Non mi apprezzi abbastanza."
"Sai cosa dovresti fare?"
"Spara"
"Non tentarmi fenicottero"
 
Il biondo si girò a fissarlo.
"Allora ce l'hai un lato comico"
"Credo che il mio sarcasmo si sia mangiato qualsiasi tipo di comicità fosse presente nel mio corpo"
"Non preoccuparti, sono abbastanza simpatico per tutti e due"
"E chi si preoccupa."
 
Sentí delle dita sfiorargli il fianco.
"Davvero?"
Doflamingo sghignazzò.
"Un'azione vale più di mille parole"
"È per quelli come te che non le conoscono, mille parole"
 
Il ghigno sul suo volto si ampliò e la presa sul fianco si fece più ferrea.
"Oh, ti piace quando ti insulto" commentò il moro.
"Potevi dirlo prima, posso andare avanti per ore, mesi, anche anni"
Doflamingo lo baciò tirandogli leggermente i capelli.
"Tra trent'anni vedremo se sarai ancora capace di farlo"
 
E quella non era forse una bella promessa celata dietro una splendida minaccia?
 

 
°
 
 
Mihawk si svegliò alle cinque di mattina con le cuffie ancora nelle orecchie; Beethoven gli fece riprendere conoscenza, segno che la sua playlist era arrivata quasi al termine.
"Spero che abbiano finito" commentò rassegnato guardando il soffitto.
 

 

 
Angolo dell'Autrice:
Salve, ecco il capitolo del lunedì e finalmente si può dire 'alleluja!', anche se la religione qui non centra granchè.
A presto,
A. of S.

 
  
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