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Autore: Fiorentinasara    01/02/2022    2 recensioni
Hilary una ragazza di 25 anni scrittrice eredita alla morte della nonna Camille la casa dove abitava a Wako in Texas. Lei non ci è più voluta tornare in Texas a Wako da quando era morta la nonna ma con le insistenze della madre decide di tornarci e lo farà a pochi giorni dal Natale perché aveva sempre amato Wako sotto le feste ed era un modo per sentire la nonna più vicina visto che adorava il Natale a Wako Hilary farà nuove amicizie tra cui conoscerà Zac un bel professore della Baylor univerity e suo figlio Tommy di quattro anni che si affezionerà a lei cosa accadrà tra i due se ve lo state chiedendo leggete questa storia
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Hilary finí di preparare la cena.  
“Mamma è pronto, vieni a mangiare.” Chiamò a gran voce Hilary, per farsi sentire dalla madre che era in soggiorno.  
“aArivo Hilary.” rispose la madre dall’altra stanza. 
Si alzò dal divano e si avviò in cucina, rimanendo stupita da cosa aveva fatto Hilary in poco tempo. Sapeva che sua figlia non era una gran cuoca, ma se la cava benissimo, e si mise a sedere. Hilary finí di portare la cena in tavola, poi si sedette anche lei. Mentre mangiavano, ripresero il discorso per risollevare le sorti della libreria. 
“Mamma, come ti dicevo potresti creare un club del libro. Ovvero, potresti proporre un libro e dare una scadenza per leggerlo, poi riunirvi in libreria e discuterne tutti insieme a quelli che si sono iscritti al club. E una volta finito, potresti proporre un altro libro e così via. Invece per i bambini, visto che si sta avvicinando il natale, potresti fare leggere una fiaba al giorno e poi la vigilia potresti leggere la storia della vigilia. Che ne pensi?” chiese Hilary alla madre. 
A sua madre brillavano gli occhi per le stupende idee che Hilary aveva avuto. 
“Deduco che da come ti brillano gli occhi sei contenta. Ma che dico, sei entusiasta della cosa.” Rispose Hilary. 
“Sì tesoro, sono entusiasta delle tue fantastiche idee. Incomincerò a lavorarci già da domani mattina.” Rispose la madre. 
Finito di cenare, la figlia aiutò la madre a riordinare, per poi andarono in soggiorno. Hilary era stanchissima . 
“Mamma, non ti dispiace se vado a dormire? Sono stanchissima.” Disse Hilary. 
“Certo cara, vai pure, tanto andrò anche io a dormire. Domani devo essere piena di energie per iniziare a mettere in pratica le tue idee.” Rispose la madre. 
Hilary baciò su una guancia sua madre e salì in camera sua, si mise il pigiama e si infilò sotto il piumone, dove al caldo si addormentò subito. Quella notte sognò suo padre. 
Erano nel posto preferito da entrambi, sulla spiaggia. Hilary appena lo vide gli corse incontro, finendo tra le sue braccia. Quanto le erano mancate quegli abbracci così forti ed accoglienti, che avevano il calore di casa. Si staccò dall’abbraccio del padre.  
“Papà mi manchi tanto, ed anche alla mamma.” Disse Hilary trattenendo le lacrime. 
“Suvvia pulcino non piangere. Ora c’è il tuo papà, dimmi cosa ti affligge. Ti ho sentita sai stamani, al cimitero, sei confusa e non riesci a scrivere con le distrazioni qui a Laurel, e ci si mette anche la tua menager Angie. Dovresti andare a Wako, lì sì che staresti tranquilla. E non mi dire che non ci vuoi andare perché ti ricorda la nonna. Tu ci devi andare anche per te stessa. E' una buona cosa che quel posto ti ricorda la nonna, vuol dire che non l’hai dimenticata, e che è sempre nel tuo cuore. Quindi vai, e non aver paura. Tua nonna sarebbe felice se andassi.” disse il padre.  
In quel momento Hilary notò anche la figura della nonna.  
“Nonna, anche tu qui? Che bello rivederti.” l’abbracció Hilary.  
“Che cosa è questa storia che non vuoi tornare a Wako? Sai bambina mia, devi tornarci, devi esaudire un mio desiderio. Ho sempre desiderato che la mia casa diventasse un Bed & Breakfast, ma io non posso più farlo. Quindi tocca a te esaudire questo mio desiderio. Vai a Wako e realizzalo per me, ne sarei felicissima se lo facessi.” Disse la nonna.  
Hilary si svegliò di soprassalto da quel sogno. Si tirò a sedere sul letto, ed in quel preciso istante aveva preso la sua decisione.
“Grazie nonna per avermi spronato. Grazie papà per i tuoi consigli. Ora so cosa fare.” Disse Hilary con gli occhi rivolti al cielo. Si rimise sotto le coperte e si riaddormentatò più serena. 
Quando si svegliò la mattina dopo, sapeva cosa doveva fare. Scostò il caldo piumone di lato, si alzò e andò in bagno, dove fece una doccia, per poi scendere in cucina, dove trovò come sempre sua madre seduta al tavolo con una tazza di caffè. Hilary prese una tazza, vi ci versò dentro il caffè e anche lei si mise a sedere al tavolo.
“Mamma, dobbiamo parlare un attimo.” Disse Hilary. 
“Certo tesoro.”
“Mamma, ieri mattina quando sono uscita di casa presto sono andata al cimitero, da papà. Avevo bisogno di un suo consiglio per questa confusione, e le distrazioni che qui a Laurel non mi permettono di scrivere. Stanotte l’ho sognato, e mi ha dato uno dei suoi utilissimi consigli. C’era anche la nonna con lui, e non appena ha sentito che non volevo tornare a Wako, lei mi ha detto che ci dovevo assolutamente tornare per realizzare il suo desiderio, trasformare la sua casa in un Bed & Breakfast.” Spiegò Hilary alla madre.
La madre non poteva credere a quello che le aveva detto la figlia. Ringraziò mentalmente suo marito e la nonna di esserle andati in sogno e di averla convinta.  
“Che bella cosa mi hai detto, figlia mia. Non sai quanto tu mi abbia reso felice con questa notizia.”rispose la madre con gli occhi che le brillavano.  
Finirono di fare colazione ed andarono alla libreria, dove la madre si mise al computer per vedere come fare i volantini e il manifesto per le idee di sua figlia.  
“Hilary, potresti darmi una mano che non mi vengono idee?” Chiese la madre.  
“Certo mamma.” Rispose Hilary, mettendosi dietro la madre a guardare il computer.  
Ci volle un po’ perché trovassero l’idea giusta per fare i volantini ed i manifesti.  
“Mamma senti, io non potrò aiutarti in questa cosa, ma potresti chiedere a Tanya e a Sally. Loro sarebbero ben liete di aiutarti.” La buttò lì Hilary. 
“Certo Hilary, sarebbe una bellissima idea, poi ne parlerò con loro. Intanto, che ne dici di fare una pausa e di andare a prendere il caffè da Sally portarlo qui?” 
“Sì mamma, ci vuole proprio un caffè! Vado a prenderlo subito.” Rispose Hilary. 
Si mise il cappotto ed uscì dalla libreria, incamminandosi verso il ristoro di Sally. Passando dalla piazza, Hilary rimase affascinata dal gazebo tutto illuminato con luci di vario colore e una stella cometa in cima al tetto, si riscosse continuando a camminare. Arrivata, entrò dentro il ristoro, sfregandosi le mani congelate per il freddo, e si avvicinò al bancone di legno scuro.  
“Ciao Sally, mi potresti fare due caffè da portare via?” chiese Hilary. 
“Certo Hilary, arrivano subito.” Urlò Sally per farsi sentire.  
Mentre aspettava, Hilarysi sedette su uno sgabello, e dopo poco venne Sally con i due caffè.
“Sally posso parlarti un attimo?" Chiese Hilary.  
“Certo Hilary.” Rispose Sally. 
“Senti Sally, potresti aiutare la mamma per delle idee che mi sono venute per la libreria? Io non ci potrò essere.” Chiese Hilary.
“Certo Hilary, lo sai che se Marilyn me lo chiedesse lo farei molto volentieri.” Rispose Sally. 
Hilary soddisfatta prese i caffè, salutò Sally e tornò in libreria, dove trovò la madre come l’aveva lasciata.  
“Mamma sono tornata. Fai una pausa e prendiamoci in santa pace i caffè.” Disse Hilary. 
“Oh, Hilary! Non ti avevo sentito arrivare. Certo, posa i caffè qua e siediti.” Rispose la madre.  
Hilary era molto combattuta se andare a Wako, perché vedeva sua madre che con molte difficoltà non riusciva quasi più a prendersi cura di sé stessa. Ma non doveva farsi distrarre da quelle cose, ora che era più che convinta ad andare a Wako. Sarebbe partita dopo la festa al ristoro di Sally, ormai glielo aveva promesso che ci sarebbe andata. Si sedette vicino alla madre, prese il suo caffè e l’altro lo porse alla madre.  
“Mamma ti vedo strana in questi giorni.” Disse Hilary.  
“Figliola va tutto bene. E' che questa libreria mi sta assorbendo troppo, e poi prima delle tue idee stavo pensando anche a come rilanciarla. Non c’è da preoccuparsi.” Rispose la madre . 
“Mamma senti... Ho deciso che partirò per Wako dopo la festa di questo sabato di Sally.” Disse Hilary. 
La madre fu felicissima di questo e non desiderava altro. Rimasero in libreria fino al pomeriggio, poi chiusero per tornare a casa. All'uscita, Hilary fu salutata da un ragazzo.
“Ciao Hilary.” 
Hilary rimase un po’ perplessa non ricordandosi di quel ragazzo.  
“Hilary ti ricordi di me? Sono Claus Mortimer. Eravamo vicini di casa fino a che i mei non decisero di traslocare in un altro quartiere.” Disse il ragazzo.
Hilary si grattò la testa, cercando di ricordare, illumandosi poco dopo con un sorriso. 
“Si mi ricordo! Eri un bambino pienotto con i capelli corti sempre ritti, e ti mettevi sempre quelle orrende camice di flanella dai colori e le fantasie assurde. Ma ora sei combinato, sei più magro e robusto e per fortuna non porti più quelle orrende camice.” Rispose Hilary ridendo.  
“Vedo che ti ricordi bene di me. Sì, devo ammetterlo che quelle camice erano assurde. Ma ti faccio una confidenza: non sempre, ma alcune volte le portò ancora. Devo dire che anche tu non sei cresciuta male.” Rispose di rimando il ragazzo ridendo.  
Si salutarono, ed Hilary aspettò che sua madre uscisse dalla libreria per tornare a casa, e si incamminarono insieme.  
“Mamma, sai chi ho visto mentre ti aspettavo? Ti ricordi di Claus Mortimer? Il ragazzino che abitava accanto a noi poi trasferitosi.” Disse Hilary. 
“Sì che me lo ricordo. Era quel ragazzino che indossava quelle orrende camice di flanella.” 
“ Sì mamma, proprio lui. Devi vedere come è cambiato, in un primo momento non l’ho riconosciuto. Non indossa più quelle orrende camice di flanella, ma mi ha confessato però che ogni tanto le porta ancora.” Rispose Hilary ridendo.  
Anche la madre si unì alla risata di Hilary.  
Una volta a casa, Hilary salì in camera per iniziare a preparare la valigia. Non vedeva l’ora di andare a Wako, ma aveva anche un certo timore, non sapendo cosa si sarebbe aspettata una volta arrivata là. Si fermò e si mise a sedere sul letto pensierosa.  
“Non devo farmi paranoie. Devo andare là e vedere la situazione, e poi deciderò il da farsi.” Pensò Hilary. Riprese a fare la valigia un po’ più rilassata. 
Intanto al piano di sotto. la madre stava cucinando dopo aver acceso il camino. Sul fornello stavano cucinando maccheroni al formaggio con hamburger e patatine, ed anche lei stava pensando. Ma a cose più positive, come le idee di Hilary per la libreria, e a suo marito, che se fosse stato lì lo avrebbe abbracciato e ringraziato. Perché con un suo consiglio aveva fatto si che sua figlia ritornasse a Wako, quando neanche lei era riuscita a convincerla. 
Finì di preparare la cena, apparecchiò la tavola, ed uscendo dalla cucina si affacciò alle scale. 
“Hilary, è pronta la cena. Vieni.”  Chiamò a gran voce la madre.  
“Arrivo mamma.” Rispose Hilary aprendo la porta. 
Scendendo in cucina si sentiva un buon odorino, ed Hilary si sedette al tavolo. 
“Mamma, che buon profumino si sentiva da cima alle scale.” Disse Hilary con l’acquolina in bocca. 
“Vedrai figlia mia, ti leccherai i baffi. Questa sera mi sono superata... si fa per dire.” Rispose la madre. 
Mise la cena in tavola e si sedette a mangiare anche lei. Hilary rimase senza parole davanti ai suoi piatti preferiti.  
“Mamma, stasera uscirò con Tania e Michael. Non ti dispiace vero?” 
"No, no. Vai pure. E' giusto che ti diverta, sei giovane.” Rispose la madre. 
Finirono di mangiare e andarono in soggiorno. Hilary si mise la giacca diede, un bacio in fronte alla madre e uscì per andare da Tania e Michael. Si sarebbero trovati sotto al gazebo in piazza.
Hilary arrivò di corsa, ma accorgendosi che i due non erano ancora arrivati, scosse la testa ridendo. 
“Tanya sei sempre la solita ritardataria. Non cambierai mai!” Pensò Hilary.  
Mentre aspettava l'amica, Hilary vide Claus e lo salutò con la mano per attirare la sua attenzione.
   
 
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