Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Hi Ban    04/09/2009    2 recensioni
Inutili le parole di Naruto, per calmare una Sakura in lacrime, che gridava al mondo il suo dolore. Nessuno si aspettava fosse forte, non in quel momento. Per loro, ovvero i suoi amici, Tsunade Hime e Kakashi Sensei era solo Sakura Haruno che aveva saputo della morte di Sasuke Uchiha. Nessuno le avrebbe rinfacciato questa sua debolezza.
Sasuke/Sakura
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Tu sei la mia morte


“Devi farti forza, Sakura-chan...”
Inutili le parole di Naruto, per calmare una Sakura in lacrime, che gridava al mondo il suo dolore. Nessuno si aspettava fosse forte, non in quel momento. Per loro, ovvero i suoi amici, Tsunade Hime e Kakashi Sensei era solo Sakura Haruno che aveva saputo della morte di Sasuke Uchiha.
Nessuno le avrebbe rinfacciato questa sua debolezza.
“Sakura-chan!”
Non riuscendo più a reggere quella sofferenza che la attanagliava, lasciò la presa sulla maglietta di Naruto e si lasciò cadere a terra, sfinita. Tra le lacrime, chiuse gli occhi a quel mondo che le stava facendo del male.


Stare qui non serve a niente. Mi aiuta solo a farmi del male, più di quello che già provo. Fa sgorgare lacrime dai miei occhi; lacrime che mi sono ripromessa non far uscire più allo scoperto. Scendono taglienti sulle mie guance e il vento accentua questa sgradevole sensazione. Ripromettermi di essere forte, però, ora che mi trovo qui, a contemplare le lettere incise che formano il tuo nome sulla fredda lastra della lapide, non contano più. Come faccio ad essere forte, ora che tu non ci sei più?
La mia unica ragione per essere forte, continuare ad andare avanti, eri tu, Sasuke. Non ci sei più, però.
Inutile posare i polpastrelli delle miei dita tramanti su quella semplice scritta, che è capace di sopprimere, spazzare via quel poco di speranza che ho raccolto negli anni della tua assenza, nella ricerca di un contatto. Un qualunque contatto che non arriverà mai.
Fa solo male.

“Come è successo?”
Sapeva che chiedendo si sarebbe solo fatta del male, masochista e stupida sarebbe stata definita, ma aveva bisogno di una conferma. Doveva smettere di illudersi, continuare a credere che era tutto uno scherzo, si faceva solo più male. Non sapeva, però, se facesse più male la realtà dei fatti.
Chiuse gli occhi in attesa di una risposta.
“La sua tecnica… Non si sa bene come sia successo, in verità. Una sua nuova tecnica, si è ribaltata su di lui...” Faceva male a Naruto dire quelle parole. Parlare della morte del suo migliore amico, la morte che lui non era riuscito ad evitare.
“Si pensa a causa del fatto che… che aveva assorbito tutte le tecniche di Orochimaru. Qualcosa doveva essere andato storto.”
Il viso di Sakura, contratto in una nuova smorfia di dolore, che non lo abbandonava mai del tutto, venne rigato da ennesime lacrime.


Perché?
Perché hai deciso di prendere questa strada? Consapevole a cosa saresti andato incontro. A conti fatti, è colpa tua.
Colpa tua se sei morto; se io soffro; se Naruto ha perso il sorriso che ha sempre sulle labbra; se il Team sette non esiste più.
Non mi importa neanche provare ad avercela con te.
Servirebbe?
No.
Voglio solo tentare di andare avanti.
Non posso.
Sei stato tu a farmi conoscere la vera realtà, quella verso la quale chiudevo gli occhi per impedirne la vista. Tu, mi hai fatto conoscere la felicità che riempiva le miei giornate da dodicenne alla sola tua comparsa.
Tu, mi hai fatto conoscere, però, anche il dolore.
La sola vista del tuo nome mi fa rigare le gote da acqua salata, contenente la mia disperazione.
“Anche adesso sai essere noiosa

Inutile.
Seppure nel suo profondo sapeva che era la realtà, lui non c’era più, si rifiutava di ammetterlo a sé stessa. Non voleva. Non doveva. Se lo avesse fatto non avrebbe retto.
Rifugiarsi nelle sue illusioni; per quanto tempo poteva essere la cosa migliore da fare?
Nessuno voleva vedere Sakura soffrire ulteriormente, ma doveva aprire gli occhi, reagire. Tutt’altro che piacevole il modo in cui aveva accettato l’idea della scomparsa dell’Uchiha, durante il funerale di quest’ultimo. Accettato. Termine quanto mai sbagliato. Semplicemente se ne era fatta una ragione. Accettarla era troppo, per il momento.
Non potendo resistere oltre, anche Naruto cedette al dolore, riversandolo in lacrime amare; aveva trascinato Sakura via,lontano, tra le sue urla, confuse a pianto e suppliche.
Supplicava che le fosse ridato Sasuke. Anche per dirle, un’ultima volta che era noiosa.
La realtà fa male.


Mentre un sorriso incurva le mie labbra mi giro, consapevole che quella voce è frutto della mia immaginazione. Ho capito qual è la vera realtà e non è quella che mi sono creata attorno. Non sono più capace di illudermi in una possibile, seconda realtà. Ce n’è solo una ed è questa.
Allora perché tu, Sasuke Uchiha, colui per cui mi sono disperata e illusa fino alla tua morte, ti trovi davanti a me?
Ti osservo, nell’attesa di vederti scomparire davanti ai miei occhi, così, come una delle mie stupide fantasie.
Tutt’altro che perfette.
Ma tu sei ancora lì.
Non ho il coraggio di girarmi e controllare sulla lapide se il tuo nome fosse ancora lì. Perché prima c’era ed è sicuro. Di quello sono pienamente certa. Dopo averlo contemplato per giorni, non posso sbagliarmi.
È questa la realtà, non posso farmi battere di nuovo dalla mia ingenuità. Devo rimanerci aggrappata! Il mio unico appiglio per ricominciare è sapere che tu non ci sei più.

“Sakura, tu devi ricominciare a vivere.”
Le parole ferme di Tsunade erano solo un atra delle tante suppliche implicite lanciate alla sua allieva. Quest’ultima si limitava a fissarla, non avendo detto nemmeno una parola da quando la conversazione aveva avuto inizio. Era seriamente preoccupata per lei; Sakura non si era ripresa, a distanza di tre lunghi mesi dalla morte di Sasuke. L’Haruno non aveva fatto più niente. Viveva in uno stato catatonico, scivolando in un baratro da cui, presto, sarebbe stato difficile tirarla fuori.
Doveva aiutarla, ma Sakura non voleva.
“E... E come dovrei fare, secondo lei?”
Quel tono mascherato da accusa altro non era che una richiesta di aiuto.
“Devi aggrapparti a quel ricordo, trovarvi la forza per andare avanti...”
Una richiesta di aiuto a cui Tsunade rispose, tendendole una mano per uscire dal baratro.
In tempo.
Questa volta lacrime di consapevolezza tracciarono il percorso già tracciato in precedenza da lacrime passate.


Non so da quanto tempo è che restiamo qui, a fissarci; tempo in cui nessuno dei due ha aperto bocca. Né una sillaba, né un sospiro è uscito dalle nostre labbra.
Sei proprio tu. Uguale. La stessa espressione fiera che compone, costantemente, quei tuoi lineamenti eterei.
Sicura di avere ragione, che tu non sei vero ed animata da questa convinzione, faccio un passo avanti.
“Non dovresti avvicinarti a me.”
Bene. Questa è la conferma che è una fantasia scaturita ingiustamente dal mio cervello. Un’illusione. Perché non devo avvicinarmi, se sei reale? Il minimo che potresti fare è uccidermi.
Allora sei reale. O lo sei o non lo sei. La mia parte illogica mi suggerisce quest’ultima ipotesi. Quella razione, invece, di scappare.
Perché?
Non lo so.
“Perché Sasuke-kun?”
Un ghigno compare sul tuo volte e io so che devo scappare. Non lo faccio.

“Cosa ci fai qui?”
Non ho paura, tantomeno mi sento minacciata. Voglio solo avvicinarmi a te, venirti vicino. Poterti sentire ancora vicino. Mi sei mancato e non mi importa più se sei reale, una mia fantasia o altro. Per me sei Sasuke. Lo sarai sempre.
“Non devi avvicinarti a me.”
Detto questo mi tendi la mano. Se non devo avvicinarmi, perché mi inciti fare a tale movimento? I miei sentimenti per te mi spingono a fare un altro passo, quasi la tua vicinanza potesse lenire il dolore che mi divora lentamente. Lo stesso che mi divora adesso.
“Vai via, Sakura.”
La tua mano è sempre lì, ma la tua espressione è seria, quasi di rimprovero. Come posso, però, resistere ad un invito simile?
“No, Sakura!”
Non posso più fermarmi. Inutile quella voce dentro di me che mi dice ‘scappa’. Troppo tardi. Troppo tardi per scoprire che questa non è la realtà.
Cosa succede, allora?
Non lo so.
Delle lacrime, scaturite dalla consapevolezza che sta per accadere qualcosa di brutto, rigano il mio volto. Per l’ultima volta, probabilmente.
“Sakura, va via finchè sei in tempo”
“Troppo tardi ormai, Sas’ke-kun”
I tuoi gesti discordano con il tuo tono e il tuo sguardo.
Ormai ti sono dinnanzi, senza via d’uscita.
Con un movimento lento, porto la mia mano all’altezza della tua, spaventata all’idea di posarvela sopra, allo stesso tempo attratta.
“Hai fatto la tua scelta.”
Unica sentenza che emetti, con il solito tono atono, misto a risentimento e rimprovero. Cosa ne posso io, Sasuke? Non posso fare più niente. Ho fatto di testa mia, non dando ascolto a Tsunade Hime e gli altri che mi dicevano di tornare a vivere.
Ora ho paura.
Mentre ti appresti ad anticipare la mia mossa che segnerà tutto, facendo combaciare la tua mano con la mia, i tuoi occhi non abbandonano i miei.
Quel tocco mi da pace e tormento, dolore e gioia.
“Io sono il tuo baratro, Sakura. Ora non potrai più tornare in superficie.” Detto questo, il buio mi inghiottisce.
La gioia, sicuramente, è perché nel baratro ci sei anche tu. In quel baratro da dove non sono stata salvata – non ho voluto essere salvata – in tempo.


Salve!... O meglio, buona sera! Comunque… Questa fic… Non so da dove e nata. Una nonsense di cui ho, sinceramente, faticato io stessa a trovarne il senso. In caso ci fosse. L’idea mi è venuta in mente mentre ascoltavo ‘Over You’ di chris daughtry… Non c’è un nesso tra la canzone e la storia, per cui non so come abbia fatto ad ispirarmela.
Fatemi sapere, quale secondo voi, è il senso di tale storia. Mi farebbe piacere saperlo!
Spero vi piaccia!^^
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Hi Ban