Tre
anni dopo
Alec
con un abile salto
salì su un masso, e dall’alto della sua posizione
si mise ad osservare i suoi
compagni di viaggio che procedevano dietro di lui. Erano circa un
centinaio;
gli uomini procedevano in testa e in coda al gruppo, sempre vigili,
mentre le
donne e i pochi bambini rimasti viaggiavano in mezzo. Lasciando vagare
lo
sguardo sui visi della sua gente, cercò i volti di amici,
parenti o conoscenti,
ma senza un grande successo. Erano
rimasti
in pochi, pochissimi. Un intero mondo e la sua popolazione era stato
spazzato
via, e loro erano i pochi sopravvissuti.
All’improvviso
qualcosa
lo colpì sulla nuca con forza facendolo cadere di faccia sul
terreno. Con gli
occhi che lanciavano fulmini, si girò verso il suo
“migliore” amico che
tranquillamente lo stava osservando dal masso su cui prima si trovava
lui.
“Sei
proprio un idiota,
neanche in piedi riesci a stare” ghignò il ragazzo
dai capelli scuri osservando
Alec dall’alto. Neanche finì di parlare che si
ritrovò anche lui per terra.
“Non
fare tanto lo
spaccone Damian, perché con il culo per terra ci sei finito
anche tu” disse
ridendo un altro ragazzo.
“Killian
giuro che questa
volta me la paghi!” sbuffò Damian guardando storto
il nuovo arrivato che
dall’alto allegramente lo prendeva in giro. Innervosito dalle
continue prese in
giro di Killian e di Alec, che nel frattempo si era rialzato, Damian
esplose e
si precipitò verso i due, pronto per una scazzottata.
“Finitela.”
Bassa
e roca quella voce
mise i brividi a tutti e tre i ragazzi che si bloccarono,
improvvisamente
ghiacciati. Un altro giovane, alto e con i capelli neri lunghi fino
alle spalle
si era avvicinato. In piedi con le braccia incrociate li osservava, con
le
folte sopracciglia nere inarcate e un’espressione di
rimprovero in volto.
“Eddai
Caal” esclamò il
giovane che aveva fatto cadere Damian, che nel frattempo si era seduto
su un masso
a gambe incrociate.
“Dovresti
cercare di
rilassarti, ci siamo appena risvegliati e che cavolo! Non pensi che
sarebbe il
caso di godercela?”.
“Caal
ha ragione” disse
un altro uomo dai capelli argentati che stava avanzando verso di loro.
Si fermò
vicino a Killian e gli appoggiò una mano sulla spalla.
“Dobbiamo
muoverci. Siamo
rimasti addormentati per tre anni, e tutto è cambiato. Il
guaritore ci ha detto
che le risposte che cerchiamo sono tutte a Lenili, ed è
proprio lì che dobbiamo
arrivare”.
Tutti
i giovani
annuirono, e lentamente si riunirono al gruppo di persone che procedeva
lentamente lungo la strada, osservando di tanto in tanto con la
meraviglia
negli occhi il passaggio intorno a loro.
Poco
più avanti di loro,
un uomo dalla folta capigliatura bionda procedeva lentamente
accompagnato da
sua moglie e da un’amica di quest’ultima. Era
riuscito ad ascoltare la
conversazione avvenuta tra i ragazzi e dentro di sé non
poteva che sperare che
tutto andasse per il meglio, e soprattutto che l’aiuto
chiesto anni prima non
avesse portato a conseguenze disastrose anche in questo mondo. I suoi
pensieri
vennero però interrotti dalla voce di un altro uomo che in
testo al gruppo di
persone lo chiamava.
“Kendrick,
mio vecchio
amico, come stai?” chiese quest’ultimo al biondo.
“Signore,
grazie mille
per l’interessamento. Mi sento benissimo, come se questi tre
anni non ci
fossero mai stati” rispose dopo essersi velocemente
inchinato.
“Suvvia,
lascia stare le
formalità, siamo in una situazione di emergenza, non mi pare
il caso di perdere
tempo con queste cose. Piuttosto, parlando di questioni serie, hai
già
contattato la nostra salvatrice o devo aspettarmi il
peggio?”.
Kendrick
scosse la testa,
incupendosi.
“Purtroppo,
non ci sono
riuscito. È come se qualcosa mi impedisse di giungere a lei.
Spero solo che
niente sia cambiato rispetto a tre anni fa, o non sono sicuro che
riusciremo ad
arrivare a Lenili ancora con la testa sulle spalle”
mormorò lentamente
guardando la strada davanti a loro e poi la sua gente.
Una
poderosa pacca gli
spezzo il fiato e lo fece ansimare.
“Non
ti preoccupare, sono
fiducioso. È vero che non conosco molto bene questo posto ma
da quello che
Erica mi ha raccontato non può essere così male,
e soprattutto potremo
finalmente rincontrare alcune vecchie conoscenze, sempre che non siano
diventati come la gente di qui” disse il capo scoppiando poi
in una fragorosa
risata.
Kendrick
sorrise
divertito e poi aggiunse: “Non ce li vedo proprio con i
capelli intrecciati
intenti a coltivare un orto”.
****
Quel
giorno il re avrebbe
donato ai nuovi maghi la sua approvazione e li avrebbe assegnati ad
un’unità di
combattimento, una cerimonia importante alla quale partecipava,
direttamente
nella cattedrale della città, tutta
l’élite magica, tra i quali i nove maghi
più potenti di tutto il regno. O almeno quelli riconosciuti.
Elias
era in ritardo.
Facendo parte dell’élite magica doveva arrivare
alla cattedrale un paio di ore
prima della cerimonia; tuttavia, delle questioni di lavoro lo avevano
trattenuto, ed ora era tardi.
****
Nel
frattempo, nella
grande cattedrale centinaia di ragazzi e ragazze erano in trepidante
attesa.
Aspettavano da tanto questo momento, e finalmente era arrivato. Tutti
avevano
ricevuto una tunica bianca, sulla quale una volta iniziata la
cerimonia,
sarebbe stato impresso il simbolo della loro casata. Ogni giovane a
turno
veniva accompagnato dal Sacerdote, il quale con un incantesimo valuta
la loro
potenza magica, e in base ad essa verranno assegnati a una determinata
casata.
Le principali erano cinque: Maghi, Incantatori, Illusionisti, Stregoni
e Sommi
maestri. La maggior parte dei ragazzi veniva assegnata alla categoria
Maghi o
Incantatori, molto simili tra di loro, a volte, se era
un’annata fortunata,
venivano scovati degli Illusionisti, dotati di un potere magico
elevato. Raramente
venivano individuati degli Stregoni o dei Sommi maestri. Fin dalla
nascita
della magia gli Stregoni sono stati circa una trentina, mentre i Sommi
maestri
sono meno di dieci. Solitamente coloro che finiscono in una di queste
due
categorie solo gli stessi che faranno parte dei Nove, i combattenti
più forti
del Regno. Questa era l’ambizione più in voga fra
i giovani, diventare uno dei
Nove.
Il
rintocco delle campane
segnò l’inizio della cerimonia. Davanti ai giovani
in attesa si aprirono le
porte che davano accesso alla parte restante della cattedrale, e
iniziarono a
riecheggiare tra le mura un elenco di nomi. Ad uno ad uno, quando
venivano
chiamati, le ragazze e i ragazzi avanzavano in fila, entrando nella
sala
successiva della cattedrale.
La
sala in cui si
ritrovavano una volta oltrepassate le mura era ancora più
grande della
precedente. Era finemente decorata, piena di statue e piena di persone.
L’élite
magica del regno si era tutta riunita per questa cerimonia, e ora
osservava con
attenzione le nuove leve. Tra di loro erano presenti, oltre che uomini
di
potere, vicini alla corte reale, anche gli Incantatori e gli
Illusionisti più
potenti, coloro che in missione si sono distinti per coraggio e
ambizione. La
maggior parte di essi sono discendenti di famiglie nobili, dove il
potere
magico scorre più forte, ma è possibile trovare
dei maghi di un certo livello
anche tra le famiglie meno abbienti.
Più
la fila di giovani
aumenta, più i sussurri diventavano forti. In alto, in cima
alla scalinata in
fondo alla cattedrale, sedevano i Nove. In fondo alla sala, dietro al
sacerdote, erano poste nove sedie finemente decorate, su cui riposavano
con gli
occhi ben puntati al gruppo di giovani, questi particolari personaggi.
“Oh
mio Dio! Quello è il
capo della famiglia Metallari! E ci sono anche il figlio e il
nipote!”
“Il
Mutaforma è così
figo! Ho sentito che una volta è riuscito a trasformarsi
persino in Litio, il
giovane metallaro, e si è introdotto nella loro villa di
famiglia per un’intera
giornata. È sicuramente è un folle!”.
Furono
diversi i sussurri
che si scatenarono con la vista dei maghi più potenti del
regno, per la maggior
parte erano pieni di stupore e di ammirazione. Tuttavia, la delusione
lasciò
presto spazio alla trepidazione per l’imminente inizio del
rito della
suddivisione. Uno dopo l’altro i giovani venivano assegnati
dal Sacerdote al
proprio gruppo di appartenenza. Come pronosticato quasi tutti finirono
tra i
Maghi e gli Incantatori. Furono individuati solo due Illusionisti, cosa
che
scatenò lo stupore generale, in quanto i due prescelti,
fratello e sorella, non
provenivano da una famiglia nobile, ma erano figli del popolo.
“Cari
ragazzi e care
ragazze, la cerimonia di assegnazione è terminata. Ognuno di
voi è stato
assegnato ad una particolare casata in base al proprio potere magico.
Sono
sicuro che tutti voi vi troverete benissimo! Vi auguro il meglio dalla
vostra
vita, e che la magia sia sempre una vostra fedele compagna!”
disse il Sacerdote
dopo essersi instabilmente alzato in piedi, appoggiandosi ad un vecchio
bastone
intagliato. Finito il breve discorso i giovani nuovi maghi si
inchinarono
brevemente, mentre le porte ai lati della sala lasciarono entrare un
gran
numero di camerieri con grandi vassoi di cibo. Il banchetto della
cerimonia ebbe
inizio.