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Autore: Severa Crouch    05/02/2022    4 recensioni
Tom Riddle è il CEO della Legilimens Inc., rinomata società di software, famosa per le sue attività di profilazione approfondita. Pare che il programma della Legilimens sia in grado di conoscere i segreti più oscuri degli ignari utenti del web. Tom Riddle, però, ha anche un lato oscuro, è un famoso hacker noto nel dark web come Lord Voldemort che non esita a utilizzare le proprie risorse per abbattere la concorrenza o per procurarsi nuovi affari.
Per lui sognano di lavorare molti talenti, protagonisti delle one-shot di questa raccolta.
La prima storia "Come to the dark web" partecipa al contest “Vorrei incontrarti tra Cent’anni” indetto da Nirvana_04 sul forum Feriscelapenna.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Mangiamorte, Voldemort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cronache babbane - Muggle!AU'
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Breach of contract

Rodolphus Lestrange

 

Andare in ufficio è diventato incredibilmente faticoso. Ogni mattina, Rodolphus annoda la cravatta, indossa il suo abito dal taglio sartoriale, riordina la barba e va in ufficio. 

Ogni tanto, come quella mattina, deve incontrare Rabastan per colazione. Non si sorprende quando vede il sopracciglio alzato del fratello davanti il caffè e il croissant del loro caffè francese di fiducia. 

“Rod, che cazzo ti succede?” è la domanda con cui lo saluta. Rodolphus sorride mentre prende posto al tavolo, allontana la ciocca di capelli che gli è scesa sulla fronte e guarda il fratello. “Prima di tutto, non sono affari tuoi.”

“Hai rotto con Bellatrix, cosa ti è saltato in mente?”

“A voler essere precisi, mi ha lasciato lei.”

“L’hai tradita!”

“Mi stai facendo la morale, Rabastan? Tu?” 

Rodolphus si alza, prende un altro croissant da portare via e lascia il fratello al tavolo. Non aspetta nemmeno che lo rincorra, non è dell’umore giusto per avere a che fare con Rabastan. Non ha voglia di parlare e di vedere nessuno. Prenderebbe dei giorni di ferie e andrebbe via, se solo fosse abituato a farlo, invece, Rodolphus è abituato ad andare in ufficio e poi… non vuole andare via. Lo stomaco si stringe quando entra nell’ufficio ancora vuoto. Apre la porta della stanza di Alexandra e le lascia il croissant sulla scrivania. Torna nella sua stanza, accende il computer e inizia a leggere le mail. 

Rodolphus sposta lo sguardo dallo schermo solo quando intravede la sagoma di Alexandra che arriva. Sbircia con discrezione, cerca di non farsi vedere mentre una stretta al petto lo fa sentire un idiota. Lei si volta verso l’ufficio di lui, ha trovato il croissant, gli rivolge un sorriso che sa di nostalgia, sospira e accende il computer.

La comparsa di una notifica di Tom attira l’attenzione di Rodolphus. 

“Puoi venire nel mio ufficio?” 

“Di cosa volevi parlarmi?” Rodolphus fa capolino nell’ufficio di Tom. Asseconda il cenno che gli fa il suo CEO e siede dall’altro capo della scrivania, sulla poltroncina nera su cui Bellatrix ha fatto il colloquio tempo fa, se sposta lo sguardo a sinistra riesce a vederla intenta a picchiare i tasti della tastiera e imprecare contro il monitor mentre Dolohov la prende in giro. Tom però lo richiama: “Siamo pronti per la release, come sei messo con gli aggiornamenti della documentazione?”

“È pronta, manca solo l’aggiornamento dell’informativa, ma credo che Alexandra ci stia lavorando. A breve anche quella sarà completa. Abbiamo eseguito tutte le valutazioni d’impatto e possiamo procedere.”

“Ottimo.”

Il sorriso di Tom si allarga. Rodolphus fa per alzarsi credendo che la loro riunione sia finita quando Tom aggiunge: “Ho saputo che ti sei lasciato con Bellatrix.”

“Sì,” ammette. Non ha idea di cosa sappia di preciso, considerato che lui lavora con Bellatrix e Rodolphus non le ha più parlato da quando lei gli ha detto di stare alla larga. “È per questo che sei di pessimo umore in questi giorni?”

“No, Bellatrix non c’entra, la nostra storia era finita da tempo.”

Tom assottiglia gli occhi e domanda: “Sicuro? Non lo dici tanto per dire?”

“Sicuro, Tom. È una situazione schifosa: mi sono innamorato di un’altra e ho mandato tutto all’aria.”

“È Alexandra?” Rodolphus spalanca gli occhi sorpreso. Tom gli rifila un sorriso trionfante per aver indovinato. “Ha la tua stessa espressione depressa. Non bisogna essere psicologi per capirlo. Credo che tu abbia delle chance… Ammesso che tu lo voglia ancora.”

“Non credevo di dover affrontare questioni private con te.”

“Ne abbiamo passate tante insieme, Rodolphus. Io non mi dimentico che all’inizio c’era solo quest’ufficio con tre scrivanie: io, te e Antonin. Guarda dove siamo arrivati.”

“È merito del tuo genio.”

“E del tuo fiuto legale. Io so riconoscere i meriti. Tu hai sempre fatto gli interessi della Legilimens, hai creduto nel progetto e quando hanno provato a buttarci fuori dal mercato tu hai lottato al mio fianco. Io, te e Dolohov abbiamo fatto le notti in bianco per tirare su questa azienda, non lo dimentico.” Tom fa una pausa, sposta la testa verso l’ufficio accanto e lascia scivolare lo sguardo su Bellatrix. Rodolphus se ne accorge e gli dice: “Se ti piace, hai la mia benedizione. Lei non aspetta altro.”

“Tu non sei geloso?”

“Te l’ho detto, è una storia finita.”

“Da quanto va avanti questa storia con la Turner?”

“È iniziata a febbraio, con il contratto degli americani, è proseguita per tre mesi in modo estremamente discreto e poi Alexandra è andata a pranzo con Bellatrix ed è saltato fuori che ero fidanzato. Sono tre settimane che mi rivolge la parola solo se costretta da questioni di lavoro.”

“Ma non hai pensato che fosse una situazione esplosiva?”

“Sì, certo, non sono così folle. Il punto è che Bella le inventava tutte per non vedermi, io a un certo punto ho smesso di cercarla perché ero preso da Alex e la situazione si è trascinata. Non è una giustificazione, ma le cose sono andate così. Mi sento un idiota. Hai presente quando sai che devi mandare la disdetta e non lo fai? Ecco.”

“Per ogni inadempimento c’è un’azione di remediation. È solo questione di trovare il giusto… indennizzo. Ad ogni modo, Alecto non si è accorta di nulla, e vi ringrazio di tanta discrezione.”

“Grazie, Tom.”

“A proposito, questo fine settimana ci sarà la festa aziendale di inizio estate da me. Ti aspetto.”

 

***

 

Rodolphus non ha nessuna voglia di andare alla festa aziendale, ma ugualmente annoda la cravatta e indossa il suo completo scuro per gli eventi serali. 

Tom Riddle abita proprio come lui sulla sponda meridionale del Tamigi. Se Rodolphus è un fiero abitante di Southwark e dal suo appartamento riesce a vedere il Globe Theatre, Tom Riddle abita vicino il ponte di Blackfriars, in un attico con terrazzo che ha vista sul Tamigi e sulla skyline della City. Le feste a casa di Tom Riddle sono qualcosa di indimenticabile.

Così, si infila nella sua BMW e percorre il tratto di strada che separa le loro abitazioni. Saluta il portiere con un cenno del capo, prende l’ascensore e quando arriva trova il solito spettacolo: musica lounge e gente che chiacchiera. Alcuni sono vestiti in modo formale, gli informatici sono sempre i più strani. Hanno la maglietta con il logo aziendale. 

Lo sguardo attraversa la sala: Crouch chiacchiera con Regulus Black, Evan sta flirtando con una tizia dell’agenzia pubblicitaria, mentre Bellatrix, stretta in un tubino nero, sorride a Tom Riddle che la presenta a tutti come la nuova rivelazione dell’azienda. Rodolphus non si è mai sentito tanto fuori posto. Dovrebbe essere accanto a Dolohov a godere del successo del loro lavoro e invece vorrebbe solo sparire. Si dirige verso il terrazzo con la speranza che la bellezza delle luci di Londra possa risollevargli l’animo. Si immobilizza, indeciso su come muoversi, quando riconosce la sagoma di Alexandra che, come lui, è intenta a guardare il panorama. Indossa un abito da cocktail di seta nera che le scende morbido fino al ginocchio. Le gambe sono scoperte e messe in risalto da due splendide decolté rosa cipria. Persino di spalle la trova incantevole. Alexandra deve sentirsi osservata, si volta verso di lui che istintivamente le dice: “Scusami.” 

“Non devi scusarti.”

“Non volevo spaventarti.”

“Non l’hai fatto.”

“Posso rimanere?”

Alexandra si stringe nelle spalle e gli fa cenno che può rimanere. Rodolphus la raggiunge e si limita a guardare il paesaggio e di tanto in tanto si volta a sbirciare il profilo di lei. Tom ha ragione, ha lo sguardo triste e, nonostante il make-up curato, il suo viso non è radioso come al solito. 

“Vorrei poterti dire che c’è una ragione per quello che è successo, ma probabilmente l’unica spiegazione è che sono un idiota.”

“Rod, non mi devi nessuna spiegazione. È stato bello, ti sei divertito, io mi sono divertita, andiamo avanti.” La voce le trema mentre parla, si incrina su quell’invito ad andare avanti. Non ci crede nemmeno lei. 

“Io non voglio andare avanti, Alex. Ti ho ferita perché mi sono innamorato di te e non ho più capito niente. Te lo dico in questo modo, così puoi ferirmi a tua volta e, se proprio deve finire, almeno siamo pari.”

Alexandra si volta a guardarlo le sopracciglia alzate e la postura irrigidita da quella dichiarazione, lui continua: “È patetico, vero?”

“Un po’,” gli concede strappandogli un sorriso. “Mi sarei aspettata qualcosa di più… elaborato… da un legale come te.”

“Beh, sai come si dice, il calzolaio ha le scarpe rotte. In certe cose non riesco ad essere strategico. Guarda, ti sto persino rivelando informazioni confidenziali.”

“Magari lo fai per carpire la mia fiducia. Si sa che i maggiori truffatori ti riempiono di storie assurde.”

“Io non ho una storia assurda. Sapevo che dovevo parlare con Bellatrix, ma non l’ho fatto. Ora, potrei dire che Bella non volesse vedermi - ed è vero - ma io non ho insistito più di tanto, mi sono disinteressato di lei.” Rodolphus sospira. “Quella sera non avevo messo in conto quell’epilogo, ero convinto di poter gestire quella chiusura di contratto. Voglio che tu sappia che non era premeditato e non volevo approfittarmi di te o prenderti in giro. Non lo meriti.”

“Grazie, lo apprezzo molto.”

“Come posso farmi perdonare e avere un’altra chance?”

“È questione di fiducia, non di perdono. Io ero convinta che saremmo andati da Alecto a ufficializzare la nostra relazione e non solo scopro che una mia collega è la tua fidanzata, ma anche che le vostre famiglie si conoscono. Ti rendi conto quanto sia destabilizzante? Quante altre cose non so? Non sono mai nemmeno stata a casa tua! Venivi sempre tu da me e non ti sei mai fermato a dormire, hai idea di come mi sono sentita con il senno del poi? Usata, mi sono sentita usata e se pensi che bastino i fiori o i croissant, stai sbagliando.”

Rodolphus china il capo e chiude gli occhi. La sua idiozia vista con gli occhi di Alexandra è molto più dolorosa. 

“Le cose non dovevano andare così.”

Lo sguardo che gli punta addosso Alexandra lo ferisce. Si avvicina a lei e vorrebbe baciarla, ma lei lo allontana, gli posa una mano sul petto e recupera la distanza. Sospira e Rodolphus l’ha sentita tremare quando le dita di lei gli hanno sfiorato la seta della cravatta. 

“Facciamo così,” gli propone, “ricominciamo. Piacere, mi chiamo Alexandra Turner e sono la responsabile compliance della Legilimens.”

Rodolphus le stringe la mano: “Enchanté, mademoiselle. Rodolphus Lestrange, responsabile dell’ufficio legale. Avremo modo di lavorare insieme.”

Alexandra accenna un sorriso e poi rientra dentro, raggiunge Regulus Black che era sulla soglia del terrazzo ad assistere alla scena. Rodolphus si dice che è più di quanto potesse sperare e che questa occasione non la deve sprecare.

 
   
 
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