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Autore: __eryn__    08/02/2022    1 recensioni
Edward è un diciassettenne attratto dagli stimoli e dall'adrenalina della vita. Questi ultimi li ricerca in una realtà spericolata composta da skate, uscite notturne, alcol e soprattutto... le droghe.
Edward è accecato da ogni tipo di droga, gli comportano la visione temporanea di un mondo alternativo fatto di desideri e pazzia.
I suoi genitori e gli amici hanno accettato il fatto che non possono più aiutarlo e che staranno solo guardare mentre ogni giorno si lascia morire...
Riuscirà a disintossicarsi e a riprendersi in mano la sua vita?
𝙎𝙏𝙊𝙍𝙄𝘼 𝘼𝙏𝙏𝙐𝘼𝙇𝙈𝙀𝙉𝙏𝙀 𝙄𝙉𝙏𝙀𝙍𝙍𝙊𝙏𝙏𝘼
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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FALL

La vista è annebbiata...
I colori sono sfumati tra di loro, spenti.
I suoni di una voce roca e maschile, completamente ovattata, vibrano sulle pareti, il pianto disperato e costante di una donna bagna persino il pavimento.
Quel muro bianco e ruvido della casa sembra soffocare Edward nonostante sia immobile.
Il ragazzo, rannicchiato in un angolo della camera, sente un nodo alla gola e la fronte sudare mentre la grossa figura maschile davanti a lui, in piedi, continua a parlare ininterrottamente indicando la signora vicino a lui.
Non si capisce bene cosa stia dicendo ma dal suo labiale si possono decifrare benissimo tre parole:
"È colpa tua".

Edward sente le lacrime bagnargli le ciglia e abbassa lo sguardo per poi stringersi fortemente le mani nei capelli corvini.
Strizza gli occhi e le voci spariscono all'improvviso, così, alza lo sguardo e nota che di fronte a lui si sono materializzate Ada, Victoria e Floriana.
I loro sguardi fanno tremare il suo, lo guardano come se non si aspettassero da lui una cosa del genere, che la sua azione fosse stata così disumana da uno come lui.
Lo fissano con quell'espressione gelida, quasi con disgusto, aggrottando la fronte e senza dire niente ma scuotendo la testa.

"Ho fatto bene ad allontanarmi da te"
Questa volta una delle tre ha parlato e Edward spalanca gli occhi non riuscendo a dire nulla.

Decide di rannicchiarsi, stringendosi le ginocchia per poi coprirsi il viso sulle braccia.
Comincia a singhiozzare e a tremare, un vuoto nel suo petto inizia a pervaderlo e una sensazione pesante di agitazione freme su tutto il suo corpo facendogli pulsare le vene.
C'è un tocco, però, che all'improvviso riesce a calmarlo.
Sente una mano fredda poggiarsi sulla sua che gli accarezza le dita.
Edward alza lo sguardo riconoscendo Nicholas.
Segue con gli occhi il tratto di quelle dita affusolate mentre l'altro le poggia sul viso del corvino per accarezzargli la guancia. 
A quel punto il ragazzo dagli occhi smeraldo poggia la mano sulla sua e guarda il suo sorriso cercando di calmarsi.

"Pensavo che io e te fossimo uguali" dice Nicholas per poi cambiare espressione.

Ed lo guarda confuso e fa per parlare ma viene interrotto dal ragazzo di fronte a lui.

"Tu sei addirittura peggio di me. Io ho ferito qualcuno, ma non ho mai ucciso"

"Posso spiegarti!" Esclama per guardare quegli occhi scurissimi.

"Lo sanno tutti quello che hai fatto"

"No! Non è così! Nic!"
La figura di Nicholas si alza e si allontana lentamente da lui.

"Nic! Nicholas aspetta!! Non andartene!"

Edward tenta di alzarsi da terra e inizia a correre verso di lui.

"Non lasciarmi da solo! Ho bisogno di te!"

Tenta di raggiungerlo, corre, ma non appena ci prova, viene inseguito da rami neri che si muovono attraverso le pareti.

"Aiuto!!! Qualcuno mi aiuti!!" Urla per farsi sentire ma in quel momento è solo.

Cerca di correre più veloce ma viene immediatamente inghiottito da quelle ramificazioni che lo intrappolano in bolla nera, vuota.
Una bolla che ha raccolto tutti i silenzi di Edward, parole non dette, espressioni celate a gli altri, il suo dolore tenuto per sé.
Una bolla che, ora, ha Edward come suo nucleo, ma continua a crescere, ancora e ancora... fino a rompersi in tanti frammenti di vetro, il più fragile tra tutti.

È a quel punto che Edward si sveglia di soprassalto, sedendosi di colpo sul letto respirando con affanno.
Si accorge di star sudando e ha il viso bagnato dalle lacrime.
Si pulisce il viso con le maniche della maglia e, non appena la vista torna nitida, si guarda intorno nella stanza.

<< Questa non è la mia camera >> Pensa tra sé e sé e improvvisamente nota la figura maschile vicino alla porta.

<< Dove mi trovo? >> Gli chiede tirandosi più su le coperte.

<< In camera mia. Sei svenuto ieri e ti ho portato qui >> Fa le spallucce l'altro.

<< Svenuto? >> Sussurra Edward per poi massaggiarsi il braccio in imbarazzo.

<< Sì, eri ubriaco e fatto, non ti ricordi? >>

Edward cerca di riportare alla mente delle immagini della scorsa sera senza un ordine temporale preciso.
Storce il naso non appena inizia a guardarsi la maglia, non è la sua.

<< Ehm... ma è successo qualcosa tra noi ieri? >>

<< No, ma è vero che ti ho cambiato io. Ti eri vomitato addosso >> Dice il castano continuando a guardarlo.

<< Mh... >>

Edward lo guarda un po' sospettoso, sarà vero quello che ha detto?

<< Quindi... le hai viste? >> Domanda il corvino riferendosi alle profonde cicatrici di tagli che porta sul fianco e sui polsi.

<< Potrei averle viste, ma non preoccuparti, non lo dirò a nessuno >> Risponde l'altro sedendosi vicino a lui.

<< Io sono Kyle >> Si presenta porgendogli la mano.

<< Edward >> Fa lo stesso anche lui ma non riesce a guardarlo in viso dopo quello che è successo quella sera.

<< Sai ehm... ti stavi lamentando nel sonno prima e chiamavi qualcuno. Chi è Nicholas? >>

<< Nessuno. Sei già geloso? >> Domanda con un sorrisetto e l'altro si mette a ridere.

<< Ahahah, ma no >>

Edward alza il sopracciglio per poi alzarsi dal letto.

<< Io devo andare >>

<< Sicuro che non vuoi restare un altro po'? >>

<< No >> Dice frettoloso il corvino per poi allacciarsi le scarpe.

<< Ma i tuoi vestiti devono ancora asciugarsi >>

<< Beh ma non mi farai certo restare qui per tutto il tempo. Ora passo a casa e mi cambio lì così poi ritorno qua e ti do i tuoi >>

<< Ma no, tranquillo. Tienili per quanto ti pare, tanto a me quelli nemmeno piacciono >>

<< E perché li tieni? >> Domanda confuso il corvino.

<< A dire il vero non lo so >>

Edward è più confuso di prima ma decide di arrendersi a quel discorso e di non cercare spiegazioni.
Sosta al bagno per farsi una doccia e si sfila velocemente i vestiti ansioso di scoprire se Kyle avesse detto la verità.
Si guarda il corpo attentamente.
Si volta di sbieco per vedere attraverso lo specchio la schiena colma di nei.
Nessun succhiotto, nessun segno nemmeno sul petto.
Edward sospira sollevato ed entra nella doccia.
Questo senso di beatitudine, però, non dura a lungo dato che l'attimo dopo una sensazione di angoscia lo ricopre dalla testa ai piedi.
Il corvino si poggia con la schiena al muro e si avvolge le braccia stringendosele al petto.
Le sue gambe iniziano a perdere le forze e si piegano un po' mentre lo sguardo diventa fisso verso il pavimento bagnato della doccia.
Fa che l'acqua lo divori ovunque mentre il suo corpo inizia a tremare e la vista ad offuscarsi per colpa delle lacrime agli occhi, senza che esse scendano.
Vuole che quei getti d'acqua gli facciano sparire quella tremenda sensazione, quella che lo segue e perseguita ogni volta che si risveglia dopo una notte passata in discoteca, quella che lo fa sentire "sporco".

Intanto, quella mattina, Nicholas cammina con lo sguardo basso lungo le vie della città.
Porta costantemente le sue cuffie mentre il suono fittizio della pioggia lo accompagna.
La catenina collegata al piercing sul labbro continua a dondolargli ad ogni passo mentre i capelli biondi sembrano danzare grazie al vento freddo, lo stesso che gli fa arrossare le guance.

Nic è affascinato dall'atmosfera dell'autunno, per questo esce spesso durante questa stagione.
Adora vedere il lento movimento delle foglie che cadono.
Tutto cade, perde vita per prendersi il tempo di rinascere.
I loro colori negli ultimi giorni sono i più belli di tutti prima che cadano in uno spazio regnato dalla malinconia.
Si sofferma a guardare il colore delle foglie.
Fissa quella caduta vicino ad una panchina, è color vermiglio, simbolo di calore, un colore che scalda ma che affatica.
Si avvicina ad un'altra caduta vicino ad un albero, questa è colorata di ocra, ovvero la luce, quel raro raggio caldo che appare in un piccolo spiraglio temporaneo nelle nuvole.
Infine, cade una foglia proprio sui suoi capelli.
Nic la prende con le dita e guarda il suo colore, marrone, simbolo di emozioni spiacevoli, umore scoraggiato, di follia e riservatezza.

Tutti questi significati fanno parte della sfera dell'autunno, definito anche nel termine Fall.

Pensando all'ultima parola, Nic inizia a pensare a Edward, come l'autunno c'entra ancora più con lui.
Fall, ovvero, caduta.
Edward non fa che cadere, nell'alcol, nelle droghe e nell'ansia.
Nella sua mente, ancora una volta, i suoi pensieri vengono legati ad un nome, quello di Edward.
A quei capelli morbidi corvini, a quegli occhi malinconici e gelidi, con quel taglio che li rende "dannati", proibiti, in cui ci si può sprofondare in quello smeraldo quasi trasparente.
Inizia a sentire un suono staccato dalla realtà, un crepitio, lo stesso che udiva quando era con Edward alla spiaggia.
Insieme a quel suono, un odore di legno bruciato inizia a pervadere l'aria.
Nicholas comincia a guardarsi intorno ma non riesce a capire cosa stesse bruciando nonostante il forte odore.
Nulla sta succedendo, è solo una delle sue visioni.
Nic si copre il naso con la sua sciarpa nonostante a lui piacesse, ma quell'essenza sta diventando davvero troppo intensa e violenta.
Si ferma dal camminare non appena nota un castagno, abbassa piano la sciarpa e si avvicina all'albero.
Si racconta che il castagno simboleggi la “virtù nascosta”, questo perché la castagna non si lascia raggiungere facilmente avendo un riccio come protezione.
Nic cammina intorno all'albero accarezzandone delicatamente la corteccia con la mano.

Improvvisamente sente dei singhiozzi e capisce di non essere solo lì, sperando che non sia solo un'altra visione.
Si ferma a guardare una figura rannicchiata, che si stringe le ginocchia su cui copre il viso bagnato dalle lacrime.
È nascosto da tutti se non fosse per Nic che camminava proprio lì in quell'istante.
Il biondino si accovaccia vicino a quel ragazzo riconoscendo Edward dai quei morbidi mossi neri.
Con la mano, però, intruppa ad un cucchiaio sporco e nota che di fianco ad esso c'è un accendino.
Capisce immediatamente che Edward si è fatto ma non riesce a comprendere perché stia piangendo.
Forse perché se ne è pentito? O è successo qualcos'altro che lui non sa?

<< Ehi... sono io >> Gli dice con voce bassa mentre accarezza quelle ciocche corvine di cui non riesce a farne a meno.

<< Nic... io ho bisogno di aiuto >> Singhiozza l'altro per poi continuare: << Non posso andare avanti così. Ho un serio bisogno di aiuto >>

Nicholas spalanca gli occhi, incredulo a sentire quelle parole.
Edward vuole farsi aiutare, ma questo significa diversi allontanare da lui.

<< Dici così perché ti sei fatto, tu non vuoi cambiare >>

<< Non è vero! Io non riesco più a sognare, non lo capisci? Non ho più ambizioni, non ho più niente nella mia testa che mi possa dare la voglia di continuare a vivere così >> Esclama Edward gesticolando con le mani.

<< Se ti sforzi qualcosa lo trovi >>

<< No, non faccio che deludere tutti, soprattutto i miei genitori. So che sembra che io non pensi mai a loro ma... sono le persone più importanti della mia vita >> Dice sottovoce il ragazzo rannicchiato per poi stringersi le ciocche corvine.
<< Non voglio più vederli tristi per me, ho bisogno di quel centro per disintossicarmi una volta per tutte! >> Continua lui.

<< Non è vero! >>

<< Sì! Ho bisogno di andare in comunità! >>

<< Tu hai bisogno di me! >> Alza la voce Nic per poi prendergli i polsi.

Edward lo guarda quasi spaventato dallo sguardo del ragazzo, così freddo e serio, un'espressione che non riconosce in lui.
I due restano un attimo a fissarsi e Nic capisce di aver avuto una reazione che Edward decisamente non si aspettava, così decide di mascherare il suo viso attraverso un sorriso.

<< Non hai bisogno di una gabbia, tu hai bisogno di me >>

C'è un altro attimo di silenzio poi Nic continua dicendo: << Hai visto con i tuoi occhi, no? Tu ci sei già stato e non è cambiato niente >>

Edward abbassa la testa con uno sguardo rattristato, in quel momento gli dà ragione, ci è già passato in questa storia ma è nuovamente ricaduto nella tentazione della droga.
Nic sistema lo zaino del ragazzo e lo aiuta ad alzarsi da terra.
Per un attimo lo guarda stranito, ora che lo vede meglio, nota che il corvino indossa una maglia bianca, non proprio nel suo stile.

<< Di chi è? >> Gli domanda indicandogli l'indumento.

<< Di un ragazzo, ieri non ci stavo con la testa e sono andato in discoteca. Da quello che mi ha detto credo di aver esagerato e ho dormito da lui >>

<< Dormito da lui? >> Nic alza il sopracciglio e parla con un tono serioso.

L'altro annuisce e il biondino continua a guardarlo per poi incrociare le braccia.

<< Quando la finirai di fare la puttana con tutti? >>

Edward assume un'espressione sorpresa, non si aspettava che Nicholas gli dicesse una cosa simile.

<< Ma di cosa parli? Non ci sono andato a letto >>

<< E dovrei crederti? Prima con me, poi con la rappresentante di scuola tua, poi Oliver e ora anche uno sconosciuto >> Dice con un tono un po' alterato cercando di trattenere più possibile la gelosia e la rabbia.

<< Ti avevo detto che con lei non c'è stato nulla! E ora che c'entra Oliver! >> Esclama agitando le mani e alzando la voce.

<< Lo so che eri con Oliver ieri. Stavate da soli a casa tua >>

<< Mi stavi spiando? >>

<< Volevo solo assicurarmi che tu stessi bene >> Gli risponde il biondino.

<< Con Oliver... >> Il corvino fa una pausa che fa incuriosire Nic ma poi continua dicendo: << Non c'è mai stato nulla >>

I suoi occhi sono arrossati e l'adrenalina dovuta alla droga continua a circolare nel suo corpo e lo rende ancora più nervoso.

<< Tu vuoi avere il controllo su di me, vero? >> Dice Edward avvicinandosi a lui.

<< Ma che stai dicendo Ed? >>

<< Non riuscirai mai a controllarmi anche perché non ci riesci nemmeno a farlo su te stesso! >>

Nic lo guarda spalancano gli occhi mentre l'altro si mette la bretella dello zainetto nero sulla spalla.

<< Ed... non puoi dirmi questo. Non ti voglio controllare. Lo so che ti vuoi allontanare da me ma posso cambiare per te >>

<< Oliver mi ha raccontato tutto, tu sei il primo che non riesci a controllare e mai ci riuscirai con me! >> Esclama per poi decidere di andarsene e lasciarlo lì, vicino a quel grande castagno.

Edward è una marionetta e parla seguendo gli ordini della droga, quest'ultima gli dice come fare e cosa dire e lo aiuta aumentandogli la pressione e l'ansia.
La droga lo fa allontanare dalle persone, ma in compenso non lo lascia solo. Lei rimane.
Sa che lui ha bisogno di lei e la droga lo aiuta chiedendogli solo una cosa: un piccolo pezzetto alla volta della sua sanità mentale.

   
 
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